Scheda CittàGravina in Puglia
Distrettuazioni interne

Secondo la descrizione dell’apprezzo di Virgilio de Marino del 1608 la città si caratterizzava per la divisione in tre quartieri. Uno dei quali del tutto in piano e occupante la maggior parte dello spazio entro le mura, circondato da fossi, muraglie e torrioni fatti di tufi. Gli altri due situati a ponente e più in basso, come livello, oltre che in pendio, di cui uno detto Piaggio (Chiaio) e l’altro Fondovico, divisi dalla chiesa Cattedrale. Il quartiere Piaggio era circondato dalle Murge della valle La Gravina, che si incontravano con le mura cittadine che calavano dalla porta di Suso (anche porta di Santa Maria della Porta, o di Santa Maria degli Angeli, o Capuana, o infine dell’Aquila). Il quartiere Fondovico era invece circondato da una ripa fortificata di mura che si collocavano dalla parte della porta di Giuso (De Marino [ed. Marino 1979], 17-18).

Centri demici minori

In seguito ad una controversia tra Gravina e Montepeloso in merito alla linea di confine tra i due territori, risalente a dopo la metà del secolo XIII, il re angioino inviava una lettera al nuovo signore gravinese Ludovico de Bellojoco, datata al novembre del 1273, in cui definiva la linea di confine chiarendo definitivamente la situazione. Nardone riporta il testo tradotto. Il confine partiva dalle corti di Nora e arrivava fino alla parete di Muro includendo anche il relativo castello. Di qui proseguiva verso la Grotta del Brigante e fino alla contrada Pandone di Guardialto. Poi continuava verso Santo Stefano (Serra La Stella), scendeva al varco Conca (Palantera Nardone); si dirigeva al Ponte della Badessa e raggiungeva la via del Basento; di lì includeva poi le terre di Santa Maria (Caprarizzo Spalluti e Santomasi), procedeva verso la riva di Cavaro e toccava Serra dei Longobardi (Serra Linguarda). Seguiva il Ruviniero in direzione delle grotte presso Poggiorsini, poi andava a San Lorenzo e alla via di Spinazzola. Da quest’ultima giungeva a Montegrasso e fino al casale Guaragnone. Scendeva successivamente per serra Licalta, serra Ficaia e per il Pulicchio a Lama di figlio. Infine attraverso la Murgetta tornava alle corti di Nora (Nardone [ed. Tucci 1979], 91-92).
Interessante soffermarsi sul casale Guaragnone, di cui faceva parte anche un castello. Un documento del dicembre 1488 testimonia il passaggio di tutto ciò al ducato di Gravina degli Orsini, sentenza confermata poi da re Alfonso II nel maggio del 1494 (ASN, Cancelleria e Consiglio Collaterale, Privilegiorum, vol. IV, fol. 736; Mazzoleni 1951, 117, n.750).
Anche la località di Campagna era stata concessa in feudo ai duchi di Gravina alcuni anni prima di quanto accaduto per Guaragnone. Il documento di conferma risale infatti al maggio del 1469 (Mazzoleni 1963, 103, n. 598).

Schedatore

Federico Lattanzio

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