Scheda CittàGaeta
Famiglie

Le famiglie nobili di Gaeta furono:

- A: Aquila (dell’); Albica; Alcantara; Alvito (d’); Ammarrata; Avanza.

- B: Borduna; Brancalona; Brogara; Brogozola.

- C: Caboto (o Cavota); Caetani; Calatrava; Castagna; Cavalcanta; Cecia; Ceccana; Ciccano (de); Crinuta.

- F: Falangola; Falosa; Faraona; Fiera; Foscara; Frajapana.

- G: Gaeta (di) o Gaetano; Gattola; Gattola-Merolina; Gattola-Longara; Gattola-Rieta; Gattola Strumbola; Gattola-S. Jacobi; Gattola-Ungari; Gazella; Guastaferro.

- L: Latra; Laudato; Leo; Lumbolo.

- M: Maltacia; Mostaca; Morlina; Manganella; Montaquila; Mortella.

- N: Normesina.

- O: Oliva.

- P: Papa; Paparoza; Pica; Proja.

- R: Raneria; Riccia.

- S: Sanguina; Saranieria; Seroda; Spatara; Squacquara.

- T: Tarcagnota; Tarola; Transo (di); Traucia.

- V : Varmaglia; Villia; Vio (de).

(Capaccio 1771, 221; Rossetto 1694, 27; ACA 2903, 2908, 2914)

Personaggi illustri

- Giovanni Coniulo, papa col nome di Gelasio II (1118-1119).

- Tommaso de Vio (1469-1534), commentatore della «Summa» e legato pontificio.

- Bernardo Guastaferro, giurista (sec. XV).

- Giovanni da Gaeta (sec. XV), pittore.

- Giovan Filippo Criscuolo (1500 circa - 1584).

- Scipione Pulzone detto il Gaetano (1550-1597).

- Sebastiano Conca (1680-1764).

- Giovanni Tarcagnota (fine XV-1556) storico e letterato (Andrisani 1988, 269-289).

- Erasmo e Girolamo Gattola (sec. XVIII) archeologi.

Altri cittadini nativi di Gaeta furono: Mario Equicola, filosofo; Ottone e Ugotto Guastaferro, il primo condottiero dell’esercito dell’imperatore Enrico IV e il secondo vicario generale dello stesso esercito; Francesco Gattola, maresciallo del regno; Bonomolo di Transo, membro del Consiglio Collaterale di Giovanna II (Rossetto 1694, 27-28).

Colonie mercantili e minoranze

Grazie  ai rapporti commerciali che Gaeta aveva con i principali porti del Mediterraneo, sin dal Medioevo, in città risiedettero mercanti pisani, fiorentini, genovesi, veneziani, catalani, francesi e spagnoli. In particolare, nel XV secolo sono documentati numerosi catalani, giunti in città al seguito di Alfonso d’Aragona. Furono soprattutto i Genovesi e i Catalani che rifornirono dei prodotti più vari la città commerciale. Con i genovesi, i gaetani avevano un legame antico. Già verso la fine del XII secolo, si era delineato il ruolo di Gaeta nell’ambito del traffico marittimo genovese: un centro in grado di fornire grano ed altre merci, ottimi marinai e pescatori, uomini sicuri cui affidare anche una galea preposta alla caccia dei pirati. Il porto di Gaeta, inoltre, rappresentava per i genovesi una base intermedia, un porto di rifugio, appoggio, rifornimento e commercio (Corbo 1997, XV-XVI).

Anche l’attività dei catalani era notevole sulla piazza di Gaeta, per quanto inferiore a quella dei genovesi. I catalani vi stabilirono fondaco e console fin dal 1322; fu soprattutto la marina mercantile catalana che riforniva la città e il regno di sale e panni. Da Barcellona partiva la “Gran Ruta de Levante”, la rotta che, dopo aver toccato i porti di Alghero e Cagliari, puntava su Gaeta per proseguire verso Napoli, Palermo, Messina e l’Oriente. Sempre da Barcellona partiva anche la cosiddetta “Tercera Gran Ruta”, la napoletano-siciliana, che faceva la linea Barcellona-Gaeta e poi proseguiva per Napoli, Messina, Palermo, Maiorca e ritorno in Catalogna. Per i Catalani, inoltre, Gaeta era la via più diretta, comoda ed economica per raggiungere Roma (Corbo 1997, XIX-XX).

Gaeta, da quando agli inizi del 1436 vi sbarcarono le forze aragonesi, divenne di colpo il principale porto del regno per le relazioni con Barcellona, quello che ne assorbì pressoché l’intero movimento commerciale. Divenuta Napoli la capitale del regno aragonese, quest’ultima attrasse a sé la maggior parte del commercio e delle attività finanziarie catalane (Del Treppo 1967, 164-165).

Insieme a Genovesi e Catalani c’erano Pisani e Fiorentini a operare nel porto e sulla piazza di Gaeta, ma se i primi erano presenti soprattutto con le navi, i secondi dominavano per le attività commerciali e bancarie. Verso fine XIII secolo si stabilì in città la grande e potente compagnia fiorentina dei Bardi che nel 1302 ottenne l’appalto di tutte le entrate erariali del fondaco locale. Giovanni de’ Bardi fu peraltro capitano della città. I mercanti di Firenze ebbero a Gaeta console e magazzini, spedirono ovunque le merci gaetane, tra cui le tele prodotte in loco, e furono i più attivi e costanti frequentatori delle fiere, quella di marzo che apriva la stagione dei commerci e quella di settembre che la chiudeva. Nel 1395 Gaeta diventò piazza del banco di Averardo di Francesco de’ Medici, come già lo erano le principali città d’Europa (Corbo 1997, XX-XXI).  

Anche i rapporti tra Pisa e Gaeta erano strettissimi; il legame tra le due città risale al X secolo, ai tempi in cui nobili famiglie gaetane si erano trasferite a Pisa, giungendo poco dopo a cariche di grande rilevanza nelle istituzioni e nelle attività marinare. Gaeta fu scalo fisso delle più importanti linee pisane (Corbo 1997, XXI) e assieme a Pisa fu l’avamporto di Roma (Melis 1962, 190). 

Nel 1442 è documentato in città un consolato degli ebrei, il cui ufficio era in mano ai fratelli Giuliano, dottore in legge, e Tommaso Squacquara di Gaeta. L’anno successivo fu eletto Nicola Gattola di Gaeta console di tutti i residenti in città provenienti dalla Castiglia e Britannia. Nel 1446, un altro esponente della famiglia Gattola, Francesco, detto Castellano, fu nominato in perpetuo console dei Gallici risiedenti a Gaeta. Nel 1451 Alfonso d’Aragona ratificò la nomina di Francesco Baranalli, di Gaeta, a console di Venezia in città, concessa l’anno precedente dal doge (ACA 2903, 38-39, 116; 2908, 130-131; 2914, 123-124). 

 

Confraternite

Tra le fraternite attestate in città vi fu quella dei ‘Bianchi’, intitolata alla Natività della Vergine, che intorno alla metà del ‘500 fu annessa alla chiesa della Natività o dell’Ulivo. Per tutta l’Età moderna si occupò dell’assistenza e della sepoltura dei condannati a morte. 

Corporazioni

A Gaeta è era attiva la corporazione dei falegnami, la quale si riuniva presso la chiesa di S. Giovanni a Mare, per tal motivo conosciuta anche col nome di chiesa S. Giuseppe.

Istituzioni di Beneficenza
Schedatore

Salvatore Marino

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