Scheda Città | Capua | |
---|---|---|
Famiglie | Durante il regno di Alfonso fiorirono numerose famiglie nobili capuane, potenti per i feudi che possedevano nel regno. Tra queste famiglie menzioniamo, in ordine alfabetico, le seguenti: Antignano, Azzia, Capuano, de Capua, della Leonessa, della Ratta, delle Vigne, d'Evoli, di Maio, Fieramosca, Galluccio, Marchese, Marzano, Minutolo, Monti, Pandone (Granata 1756, III, 106-107). A queste famiglie si aggiunsero quelle degli uomini d'arme, quali Arano Cybo e Luigi Gentile che, venuti da Genova, militarono per Alfonso e, dopo aver riportato molte vittorie, si domiciliarono in Capua (Natale 1986, 65-66). Nella solenne processione di trionfo, con cui Alfonso il Magnanimo entrò in Napoli (26 febbraio 1443), prima del sovrano aragonese, sfilarono numerosi gentiluomini capuani. Tra i venti giovani che reggevano il baldacchino di broccato d'oro, sovrastante il carro trionfale col re, vi erano tre capuani, precisamente: Franceschino di Capua, Pandolfo delle Vigne e Teobaldo Galluccio (Natale 1986, 63). Tra gli altri nobili capuani che parteciparono al corteo è fatta menzione di Francesco Pandone, conte di Venafro, e di Federico della Leonessa, barone di Padule; ma vi erano anche altri dieci baroni capuani, cinque vescovi e tre arcivescovi della medesima città (Granata 1756, III, 105-106). Si riporta qui di seguito un elenco delle principali famiglie capuane attestate in età medievale e moderna: - Ramo di Andrea de Capua - Ramo di Bartolomeo di Capua - Ramo di Andrea di Capua - Ramo di Giovanni di Capua - Ramo di Giovanni di Capua - Ramo di Giovanni d'Eboli
Numerose sono le famiglie nobili capuane, attestate in età angioina e delle quali si ha notizia attraverso un numero esiguo di esponenti (da uno a tre). Se ne indicano qui di seguito il nome del primo esponente e la data del documento più antico, a volte l’unico, che lo riguarda (Merola 1998, 111-115): - de Accuzulo (1269-70); - de Adamo (Giovanni, 1269-70); - de Adria (Federico, figlio di Giacomo, 1269-70); - d’Andrea (Nicola, 1277); - Caboctus (1273); - Capuano (Bartolomeo, padre di Antonello e di Bartolomeo, 1398); - de Cajatia (Leonardo, 1364); - de Ciufo (Marcucius, 1331); - de Colino (Giovanni, 1280); - Filomarino (Giacomo, 1278); - Galluincapu (Pietro, 1269-70); - del Giudice Adenolfo (Goffredo ed i suoi eredi, 1269-70); - de Lando (Giovanni, 1337-1339); - Molenus (Giovanni, 1283-84); - de Petra Aquara (Nicola, 1277); - Quadrapanis (Giovanni, 1297); - Sabastianus (Riccardo, 1269-70); - Sasso (Giacomo, 1322); - de Sanctis (Giacomo, giudice e padre di Pietro e di Nicola magister, 1269-70); - Sico (gli eredi di Pietro, 1269-70, padre di Berardo); - Silvaticus (Pietro, 1282); - de Valle (Antonio, 1381); - della Vigna (Guglielmo, 1269-70); - Taffurus (gli eredi, 1269-70). | |
Personaggi illustri | - Pier delle Vigne - Andrea di Capua - Giovanni da Capua - Ettore Fieramosca - Francesco Maria Pratilli
| |
Colonie mercantili e minoranze | L’esistenza a Capua di una comunità di ebrei è attestata almeno dal XIII secolo, giacché in città nacque, forse prima del 1250, Giovanni da Capua, ebreo convertito al cristianesimo, formatosi in città e poi attivo a Roma come traduttore in latino di testi medici (Zonta 2001, 759-761). Nel Trecento una comunità di ebrei viveva attorno alla parrocchia di S. Martino, che per tal motivo si chiamò S. Martino ad Judaicam, e un altro gruppo viveva attorno alla parrocchia sotto il titolo di S. Nicola ad Judaicam. Nel 1449 la città concesse loro un terreno con vigna nel borgo di S. Vittore (Granata 1766, 320). Nel 1531 il Consiglio della città decise di far spostare la comunità ebraica in un luogo più appartato, precisamente «a’ piazza vecchia», per la qual cosa avrebbero provveduto alla costruzione di «una centa di muro, e case atte ad habitare, acciò stessero commodi et uniti» (ACC, Cancelleria 14, f. 34). Di lì a qualche anno, precisamente nel 1540, furono cacciati dalla città (Granata 1766, 321). | |
Confraternite | In età medievale e moderna sono attestate a Capua almeno dieci confraternite, di cui forse la principale era l’Arciconfraternita della Carità che, composta da quaranta nobili capuani, amministrava il Monte di Pietà, cioè il principale banco della città. Altre confraternite erano quelle del Corpo di Cristo, della Beata Vergine, del Carmine, della Morte, del Purgatorio, del SS. Rosario, di S. Maria del Conforto, di S. Maria di Costantinopoli e di S. Vincenzo de’ Paoli (Granata 1766, I, 24, 31, 49-50, 52, 322, 326). Alcune di esse amministravano i numerosi enti assistenziali e ospedalieri cittadini. Tra gli ospedali capuani di origine medievale ricordiamo quelli di: S. Giovanni Gerosolimitano, fondato nel XII secolo; S. Eligio, fondato nel XIII secolo; l’ Annunziata, istituto fondato tra il 1318 e il 1320, S. Terenziano, S. Caterina, S. Agnese, S. Stefano, S. Antonio di Vienne, S. Spirito, S. Giacomo dei pellegrini e il lebbrosario di S. Lazzaro, ubicato fuori le mura e fondato nel 1228 dal nobile capuano Lazaro de Raimo (Esposito 2009, 269-300; Garofano Venosta 1966, 16-20; Granata 1766, I, 319, Marino 2003, 47-50). Nel tardo Medioevo, l’amministrazione di alcuni di questi enti assistenziali passò in mano ai conventi cittadini, altri furono soppressi o abbandonati. L’ospedale di Santa Caterina Vergine, ad esempio, passò nel 1420 ai francescani, che nel 1433 lo incorporarono a quello di Sant’Eligio, la cui chiesa, alla data, pure era soggetta ai francescani; l’ospedale di San Giacomo dei pellegrini, invece, fu soppresso nel 1410; quello di Santo Spirito fu sottoposto da Sisto IV (1471-1474) alle dipendenze dell’omonimo ospedale romano. Altri enti, come l’ospedale di Sant’Antonio di Vienne, furono aggregati all’ospedale dell’Annunziata, istituto che nel Quattrocento mantenne e anzi consolidò la sua vocazione originaria, ossia affermarsi come l’ospedale dell’Universitas capuana (Marino 2013, 58-59). | |
Corporazioni | Numerose erano le congregazioni o corporazioni professionali di arti e mestieri, anche se di esse non si conoscono le date di fondazione. Tra il tardo Medioevo e l’età moderna sono attestate almeno una decina di congregazioni. I mugnai erano riuniti nella congregazione sotto il titolo di S. Leonardo, i giardinieri in quella di S. Maria della Sanità, i muratori nella congregazione dei santi Giacomo e Antonio. Numerose erano le corporazioni degli artigiani: Corpo di Cristo, della Cintura, S. Maria delle Grazie, S. Agostino. E poi ancora, i falegnami, i barbieri, i sarti e i calzolai erano riuniti, rispettivamente, nelle congregazioni di S. Giuseppe, S. Giovanni Battista, S. Omobono, S. Crispino. Le congregazioni di questi ultimi quattro ceti artigianali furono incorporate, con decreto della Curia arcivescovile, il 17 giugno 1594, alla congregazione del Gesù Confalone (Granata 1766, I, 31-32, 49-50, 232, 239, 324, 335-337). | |
Istituzioni di Beneficenza | ||
Schedatore | Salvatore Marino | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Societa/3 |