Scheda Città | Benevento | |
---|---|---|
Famiglie | Nelle due tavole miniate contenute nel ‘Codice Favagrossa’ sono elencati i quarantotto senatores in carica nel 1489, distinti nei quattro ceti sociali: nobili, artisti o artigiani, mercanti e massari (Zazo 1946, 6-8). Le famiglie nobili elencate sono le seguenti: Agnese, Capobianco, Conturberi, Fasso, Geremia, Mascambruno, Manzella, Paccha, Pantasia, de Rapinella, Russo, de la Vipera. Le famiglie appartenenti al ceto degli artisti o artigiani sono: Bartholatzo, Beczo, Caldararo, Caperrone, Czaraldo, Honufrio, Lememello, Mangarone, Maritonno, de Pacello, Scarpettaro, Vincislao. Le famiglie appartenenti al ceto dei mercatores sono: de Calabria, Comito, Fusco, Masello, de Paccaro, da Petrillo, de la Preta, de Pecarello, Rainaldo mercante, de Rubino, de Simone, de Ventura. Le famiglie dei massari o contadini, infine, sono: de lo Biczo, Colle, de lo Jachio, Giustiniano, de Lauri, Marruchella, Massone, Macale, d’Oca, de li Pasturi, de Porraczo, Russo. Tra i secoli XV e XVII, le famiglie nobili beneventane che partecipavano ai Consigli pubblici cittadini furono circa settanta. Si riporta qui di seguito l’elenco alfabetico delle famiglie (ACBn 1650). A: Agnese, Albino, Annecchione, Aquila, Aversa, Avalos. B: Bilotta, Blasio, Bottino. C: Calenda, Candida, Capasso, Capobianco, Capua, Caracciolo, Carissimo, Cautano, Contestabile, Controvieri. E: Egizio, Enea. F: Falfo, Filippo. G: Gennaro, Geremia, Giordano, Giudice, Grifonibus. L: Latino, Laurentiis, Leone, Limatio, Longo. M: Mansella, Margiacca, Marchese, Mascambruno, Maurello, Maurone, Mazzeo, Mazzillo, Morra. P: Paccha, Pantasia, Pedicino, Perrotta, Pesce, Pigna, Pignatelli. R: Rapinella, Roscio, Roscillo, Rotundo, Rubino, Russo. S: Sasso, Savastano, Sellaroli, Sindico, Sorice. T: Terragnoli, Tocco, Tufo. V: Venato, Ventimiglia, Vico, Vigera, Vitro, Volcano. | |
Personaggi illustri | - Bartolomeo Camerario (1497 - 1564), giurista e teologo (Marchetti 1974). - Angelo Catone (1440 ca. - 1496), medico, cultore di filosofia e astronomia (De Ferrari 1979). - Niccolò Franco (1515 - 1570), poeta e scrittore. | |
Colonie mercantili e minoranze | Nel corso del Trecento, gli ottimi rapporti tra i sovrani angioini e la Chiesa favorirono l’arrivo in città di operatori finanziari stranieri, in particolare i mercanti toscani, che incentivarono non solo le attività economiche cittadine, ma offrirono anche buoni guadagni alle numerose e ricche rendite ecclesiastiche (Cuozzo 2006, 151). Tra Medioevo e prima età moderna, nel territorio della diocesi beneventana erano presenti due comunità di fedeli di rito greco, al cui inquadramento si dedicarono gli arcivescovi beneventani, a partire dalla metà del Cinquecento, preoccupati per il pericolo di ‘contaminazione’ dei fedeli cristiani. Ai parroci della diocesi, infatti, fu chiesto di investigare e segnalare i casi sospetti relativi ad eretici, valdesi, sostenitori di dottrine devianti, esecutori di pratiche poco ortodosse (Noto 2006, 191). La presenza di una comunità ebraica in città è testimoniata dall’esistenza di un ghetto, chiamato Giudecca, o Serralium. Nel 1374 il vescovo Ugo Guilardi ordinò ai suoi sacerdoti di non usare mezzi di coercizione o di ricatto per indurre gli ebrei beneventani al battesimo (Borgia 1764, 178). Nelle costituzioni sinodali del cardinale Giacomo Savelli, arcivescovo di Benevento (1560-1574), fu imposto agli ebrei di distinguersi dai cristiani indossando un «signum glauci coloris» e mantenendo separati i propri insediamenti abitativi. In questi anni crebbe l’intolleranza nei confronti delle minoranze religiose e la diffidenza verso le comunità giudaiche (Noto 2006, 190). L’esito finale di questa tendenza fu l’espulsione degli ebrei dalla città. Il provvedimento di papa Pio V di cacciare tutti gli ebrei dai territori dello Stato pontificio, eccetto Roma e Ancona, fu quindi applicato anche a Benevento, per cui nel 1570 numerosi ebrei beneventani furono costretti ad abbandonare il ghetto, che si trovava fra Piano di Corte e Porta Somma (Luongo Bartolini 2000, 110-111). Nel 1617 i consoli della città proposero al Consiglio cittadino di inviare una supplica a papa Paolo V per chiedere il ritorno degli ebrei espulsi, perché ritenuti utili alla cittadinanza (Vergineo 1986, 122). | |
Confraternite | Una delle confraternite più antiche di Benevento fu quella di San Bartolomeo, fondata agli inizi del XIII secolo, cui furono ascritti sia cittadini sia ecclesiastici (Zigarelli 1860, 145). Un’altra confraternita attestata a Benevento nella seconda metà del XV secolo era quella di Santo Spirito, la quale nel 1480 cedette alla città un proprio edificio per le riunioni delle magistrature civiche (Borgia 1769, 414). In età moderna le confraternite laiche erano almeno otto: SS. Sacramento, SS. Rosario, Ave Maria, S. Antonio Abate, S. Giovenale, S. Maria di Costantinopoli, Sacro Monte dei Morti, S. Rocco (Zigarelli 1860, 186). Queste fraternite, o congregazioni laicali, funzionavano come istituti di mutuo soccorso, cioè fornivano sostegno agli iscritti e alle loro famiglie mediante l’assolvimento di specifici compiti sociali di particolare delicatezza o complessità. La confraternita beneventana del SS. Rosario, ad esempio, si occupava dell’accompagnamento e del conforto dei condannati a morte; quella del SS. Sacramento, invece si dedicava ai moribondi e all’organizzazione della principale processione dell’anno liturgico nel Cinquecento, quella cioè del Corpus Domini (Noto 2006, 188-189). | |
Corporazioni | In età medievale alcuni enti religiosi divennero luoghi di culto e di riferimento di alcune associazioni o corporazioni artigianali e professionali: gli orefici si riunivano nella chiesa di Santa Maria, i medici in quella di San Pietro, i conciatori a San Giovanni (Cuozzo 2006, 151). Spesso le confraternite, e in generale i sodalizi religiosi locali, svolsero anche il ruolo di tutela degli interessi corporativi, configurandosi quindi come associazioni con precise caratterizzazioni sociali o lavorative. In età moderna, ad esempio, la congregazione del SS. Rosario divenne uno dei canali di affermazione e di espressione dell’élite nobiliare cittadina (Noto 2006, 189). | |
Istituzioni di Beneficenza | ||
Schedatore | Salvatore Marino | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Societa/11 |