Oggetto | Vibo Valentia, statua di Eracle fanciullo | |
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Luogo di conservazione | Vibo Valentia | |
Luogo di reimpiego | Vibo Valentia | |
Luogo di provenienza | Vibo Valentia | |
Collocazione attuale | Reimpiegato all'esterno di palazzo Marciano, nome attuale dell'edificio originariamente costruito da Galeazzo Capialbi presso la Porta della Piazza. | |
Prima attestazione | Bisogni De Gatti 1701, 136. | |
Materiale | Marmo bianco a grossi cristalli | |
Dimensioni | Non rilevate | |
Stato di conservazione | Si conserva solo il torso completo della testa. Risultano particolarmente danneggiate la porzione anteriore del viso, di fatto non più leggibile, e la guancia destra. La superficie è diffusamente abrasa. | |
Cronologia | Età antonina ? | |
Descrizione | La scultura, piuttosto mutila, è senza dubbio da riconoscere come un Eracle fanciullo in base a quanto si deduce dalla leontè, portata a coprire le spalle e annodata sul petto in maniera simmetrica, associata alle forme morbide di un corpo ancora impubere. La spoglia di leone era tirata in alto a coprire il capo; ne resta infatti un piccolo avanzo, che a sinistra fa da sfondo al collo e alla guancia, lasciando libero il viso come nella replica dello stesso tipo appartenente alla Collezione Borghese (Moreno Viacava 2003, 184, n. 175) Dalla contrazione del fianco destro, che presenta l'anca rialzata e sporgente, e dal riscontro con la nutrita serie di repliche di età romana (Palagia 1988, nn. 1221-1256), si ricostruisce agevolmente la ponderazione della statua: la figura era stante, con la gamba destra diritta, di scarico, e la sinistra di poco avanzata e ruotata così da rendere atto della torsione del busto che ben si legge nel frammento superstite. La linea delle spalle è leggermente obliqua, il braccio sinistro era poco discosto dal corpo, se ne riconosce appena l'attacco al torso, e il destro, con la spalla lievemente rialzata, poteva essere piegato al gomito con l'avambraccio portato in avanti ad esibire nel palmo i pomi delle Esperidi. Tutta la figura doveva gravitare su un puntello esterno, che ipotizzerei posto accanto alla gamba di scarico. La torsione del capo verso la gamba tesa permette di associare il torsetto di Vibo Valentia alle repliche raggruppate da Olga Palagia attorno alla statua in basalto dei Musei Capitolini (Palagia 1988, nn. 1236-1240), rispetto alle quali l'esemplare in esame risulterebbe però una variante con ponderazione invertita; la postura delle gambe, invece, potrebbe ricondurre al tipo Montpellier che però non presenta analoga posizione della testa (Palagia 1988, nn. 1241-1244). Un torsetto molto mutilo al museo di Velletri risulta ad ora la replica più vicina alla nostra che sembrerebbe altrimenti isolata (Ceccarini, Crescenzi 1989, 135-136). Il gusto per la rappresentazione di eroi e divinità in sembianze infantili è un tratto tipico dell'Ellenismo, temperie culturale cui risale anche l'elaborazione dell'iconografia in esame. Venne infatti variata l'immagine dell'eroe in riposo dopo l'ultima dolente fatica, mirabilmente rappresentata nel capolavoro lisippeo, riproponendola in un soggetto giovanile ispirato all'iconografia di Eros (Palagia 1988, Candilio 2008, Moscetti 2010, per Eros con gli attributi di Eracle: Palma 1977). In età romana il soggetto è stato ampiamente riprodotto e utilizzato sia in funzione decorativa, sia come statua ritratto (Moscetti 2010) talvolta ancche con destinazione funeraria (Palma 1977). Il modellato morbido e la pinguedine del busto fanno propendere per una datazione all'età antonina. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | La scultura era stata incastonata, insieme ad altri materiali antichi, dei quali restano oggi in sito due iscrizioni (CIL X 66, 82) e un ritratto maschile, da Galeazzo Capialbi nel palazzo che, con suo padre Giambattista, aveva potuto costruire su suolo pubblico presso la Porta di Piazza per concessione dei cittadini di Vibo Valentia (Paparo 1822). La collocazione nella nicchia posta al di sopra dell'iscrizione di fondazione del palazzo, datata 1514, è sicuramente attestata almeno dall'inizio del XVIII secolo (Bisogni de Gatti 1710, 136); la lastra marmorea utilizzata per l'iscrizione è molto probabilmente antica come pure sembrerebbe la cornice modanata che la chiude in alto. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | Bisogni De Gatti 1701, 136: Supra hoc epitaphium Idolum quoddam, manibus, pedibusque praecisis, videtur. | |
Bibliografia | La scultura è inedita. Bisogni De Gatti 1710: Giuseppe Bisogni De Gatti, Hipponii, seu Vibonis Valentiae, vel Montis Leonis Ausoniae civitatis accurata historia, Neapoli 1710.
Candilio 2008: Daniela Candilio, "Statuetta di Eracle fanciullo", in Collezione di antichità di Palazzo Lancellotti ai Coronari: archeologia, architettura, restauro, a cura di Marcello Barbanera e Agneta Freccero, 173-174, fig. 24.
Ceccarini, Crescenzi 1989: Tiziana Ceccarini, Livio Crescenzi, Museo civico di Velletri, Roma 1989.
Moreno Viacava 2003: Paolo Moreno, Antonietta Viacava, I marmi antichi della Galleria Borghese. La collezione archeologica di Camillo e Francesco Borghese, Roma 2003.
Moscetti 2010: Eugenio Moscetti, "Ercole Fanciullo" in Dal sepolcro al museo: storie di saccheggi e recuperi, a cura di Luca Attenni e Benedetta Adembri, Roma 2010, 132-133.
Palagia 1988: Olga Palagia, Herakles as a boy, in LIMC IV, 1988, s. v. Hercules, in partic. 786-788.
Palma 1977: Beatrice Palma, "Statua di Eros in sembianze di Eracle", in Antichità di Villa Doria Pamphilj, a cura di Raissa Calza, Roma 1977, 83, n. 95. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 14/02/2016 15:32:08 | |
Data ultima revisione | 14/02/2018 14:14:34 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/557 |