OggettoSalerno, Duomo, atrio, sarcofago con Centauri clipeofori
Luogo di conservazioneSalerno
Luogo di reimpiegoSalerno
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Salerno, Duomo, murato in una nicchia del quadriportico, lato N

Prima attestazione

Nell’atrio del Duomo in occasione della Sacra Visita del 1598: “A parte sinistrae dictae portae aeneae, infra columnas Atrii adest sepulchrum cum insignis et inscriptione de familia De Rotundis” in Capone 1927, I 200, n. 21; Braca 2003, 108 nota 81.

MaterialeMarmo bianco
Dimensionih 1,00 m; lung. 2,20 m; larg. 0, 98 m (Matz 1975, 465)
Stato di conservazione

Superficie ribassata per l'avanzato stato di corrosione del marmo; si evidenziano scheggiature profonde lungo i margini; lacune consistenti interessano le membra dei personaggi effigiati; l'iscrizione e gli stemmi sulla faccia anteriore dello spiovente del coperchio sono esito di una rilavorazione moderna.

CronologiaTardoseveriano (Matz 1975, 454, 466)/ intorno alla metà del III sec. d. C. (Valbruzzi 2012, 72).
Descrizione

Il sarcofago, a cassa parallelepipeda, è delimitato lungo il margine superiore e quello inferiore da un listello; la decorazione in altorilievo restituisce una scena figurata improntata ad uno schema figurativo a carattere speculare, con Dioniso su biga all’estremità sinistra e Eracle su biga all’estremità destra, preceduti da due cortei dionisiaci che convergono verso il centro della raffigurazione ove un clipeo, posto ai limiti del margine superiore, sorretto da due Centauri, reca i ritratti di una coppia di defunti; al di sotto del clipeus, con schema di raffigurazione in forma piramidale, si svolge la scena secondaria di Eros in lotta con Pan. Sui fianchi, con rilievo molto piatto e stilizzato, è scolpita una ghirlanda di lauro decorata nella lunetta con una rosetta rotante all’interno di un disco in rilievo.  Sul coperchio antico, non pertinente al sarcofago - come si evince dall’assenza dei fori per le grappe in corrispondenza di quelli ravvisabili sulla cassa - si legge l’iscrizione: “Hic iacet corpus sapientis viri iudicis Benedicti Rotundi de Salerno iuris periti qui obiit anno domini MCCCCXXVII die VII mensis Novembris VI indicione quod tumulum fuit sibi concessum nec potest alteri concedi et in eo non debetur alius sepeliri cuius anima requiescat in pace amen". Ai lati dell’iscrizione è scolpito lo stemma familiare decorato da una banda trasversale al cui interno si susseguono tre tondi (Paoletti 1984, 243 nota 47, Braca 2003, 108, nota 81.).

Il sarcofago, scolpito da un’officina campana in cui operavano maestranze formatesi in una bottega urbana,  si ascrive alla serie dei sarcofagi con thiasoi dionisiaci alla presenza di Dioniso, Arianna e Eracle, intorno ad un clipeo centrale sorretto da figure clipeofore, prodotti a partire dalla fine del II sec. d.C.. a Roma e dal secondo quarto del III sec. d.C in Campania. (Matz 1975, 452 ss., 465-466, n. 273, tav. 291, 2-4 con bibliografia precedente; Valbruzzi 2012, 72 ss, tav. 37.1).

Il sarcofago è stato riutilizzato, con apposizione di iscrizione e di stemmi araldici, per la sepoltura di Benedetto Rotundo, morto nel 1427 (Staibano 1871, 24, n. 27; De Angelis 1937, 41;  Ragusa 1951 194, n. 103).

Immagine
Famiglie e persone

Benedetto Rotundo, giurista salernitano.

Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche

Paoli 1784, tav. 47

Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

 

Braca 2003:  Antonio Braca, Il Duomo di Salerno. Architettura e culture artistiche del Medioevo e dell’Età Moderna, Salerno 2003, p. 108, fig. 101.

 

Capone 1927, 1929: Arturo Capone, Il Duomo di Salerno, Salerno 1927 I 200, n. 21; 1929 II 37-38.

 

De Angelis 1937: Michele De Angelis, Nuova Guida del Duomo di Salerno, Salerno 1937, 41.

 

Matz 1975:  Friedrich Matz, Die dionysischen Sarkophage. Die antiken Sarkophagreliefs IV, 4, Berlin 1975, 452 ss., 465-466, n. 273, tav 291, 2-4.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il Medioevo, Tesi Dottorato 2010, pp. 243-245.

 

Paoletti 1984: Maurizio Paoletti, "Sicilia e Campania costiera: i sarcofagi nelle chiese cattedrali durante l’età normanna, angioina e aragonese", in Colloquio sul reimpiego dei sarcofagi romani nel Medioevo, a cura di Bernard Andreae, Salvatore Settis, Pisa 5-12 settembre 1982, Marburger Winckelmann-Programm 1983, Verlag des kunstgeschichtlichen Seminars, Marburg/Lahn 1984, 240, 243 nota 47.

 

Paoli 1784: Paolo Antonio Paoli, Rovine della città di Pesto, detta ancora Posidonia, Roma 1784, tav. 47.

 

Ragusa 1951: Isa Ragusa, The Re-use and Public Exhibition of Roman Sarcophagi in the Middle Ages and Early Renaissance, New York 1951 p. 194, n. 103.

 

Staibano 1871: Luigi Staibano,  Guida del duomo di Salerno composta ad uso de' viaggiatori, Salerno 1871, 24, n. 27.

 

Valbruzzi 2012: Francesca Valbruzzi, "Modi di produzione dei sarcofagi romani nelle officine campane" in Akten des Symposiums Sarkophage der römischen Kaiserzeit. Produktion in den Zentren, Kopien in den Provinzen. Les sarcophages romains. Centres et périphéries, a cura di Guntram  Koch, François Baratte, Paris, 2-5 November 2005, Rutzen 2012, p. 72 ss, tav 37.1.

Allegati

 

 

Link esterni
SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione11/07/2014 01:57:57
Data ultima revisione06/01/2019 15:04:16
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/409