Oggetto | Benevento, rilievo a soggetto gladiatorio | |
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Luogo di conservazione | Benevento | |
Luogo di reimpiego | Benevento | |
Luogo di provenienza | Benevento | |
Collocazione attuale | Benevento, campanile della chiesa di Santa Sofia. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | La lastra è spezzata all'altezza del petto del gladiatore | |
Cronologia | Inizio I sec. d.C. | |
Descrizione | Il rilievo presenta parte di un gladiatore rivolto verso destra, di cui rimane la testa coperta da un elmo con calotta liscia, solcata solo da una fascia, tesa sporgente sulla fronte e ricurva sulla nuca e paragnatide a coprire le guance. Il capo è rivolto verso il basso mentre il corpo è avvolto in una veste Il guerriero probabilmente doveva essere proteso in uno scontro verso un avversario, portando il corpo verso destra dove doveva trovarsi l'avversario. Stranamente il guerriero sembra interamente vestito mentre solitamente i gladiatori portavano soltanto un subligaculum cinto in vita da un balteus. Potrebbe pertanto far parte della categoria degli equites, che solitamente combattevano a cavallo ma spesso scendevano e aprivano i combattimenti. Solitamente erano caratterizzati da una tunica, un elmo emisferico (forse non di metallo, ma di cuoio) con visiera, una manica, talvolta protezioni alle gambe (probabilmente semplici fasce). Erano armati di lancia e di una spada abbastanza lunga; si difendevano imbracciando un piccolo scudo rotondo, la parmula (La Paglia 2011, p. 134). Il rilievo, come gli altri di medesimo soggetto, sono stati da sempre riferiti alla decorazione dell'anfiteatro (vd. da ultimo Augenti 2001, p. 72). Dell'anfiteatro, tuttavia, non si conosce nulla, neanche accenni provenienti dalla cultura antiquaria. L'esistenza di un edificio per spettacoli è però accertato dalla testimonianza di Tacito (XV, 34), il quale racconta che l'imperatore Nerone assistette a Benevento a giochi gladiatori su invito di Vatinio nel 64 d.C. Ulteriore conferma è data da un'epigrafe funeriaria conservata al Museo del Sannio, che menziona due gladiatori, Purpurio e Filemazio, entrambi retiarii (scheda su EDR qui). La completa assenza di attestazioni archeologiche riferibili all'anfiteatro potrebbe far pensare che l'edificio che ospitò l'imperatore Nerone fosse in legno, come d'altronde erano quelli di Roma prima della costruzione dell'anfiteatro flavio. Il frammento, come gli altri attestati a Benevento, tra l'altro reimpiegati tutti in edifici posti al di fuori delle mura della città romana, potrebbe essere riferibile ad un monumento funerario. Rilievi di questo genere sono ben attestati sia per sepolture di cittadini romani, o liberti evidentemente, sia per gladiatori. La strettissima connessine che lega l'iconografia dei munera gladiatoria con il mondo funerario si rispecchia direttamente nelle sue origini. Già a partire dal IV sec. a.C. sono attestati combattimenti tra uomini in occasione della celebrazione dei funerali delle classi aristocratiche. Spostandosi successivamente dall'ambito privato a quello pubblico, la rappresentazione di combattimenti gladiatori sulle tombe si lega alla volontà di autocelebrazione del defunto, nel ricordare gli atti di evergetismo compiuti in vita per la cittadinanza attraverso l'organizzazione dei munera (in generale vd. da ultimo Papini 2004; sulle rappresentazioni di ambito funerario vd. La Paglia 2011). Il rilievo può collocarsi all'inizio del I sec. d.C. | |
Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Augenti 2001: Domenico Augenti, Spettacoli del Colosseo nelle cronache degli antichi, Roma 2001.
La Paglia 2011: Silvio La Paglia, Spectaculum mortis. I rilievi gladiatori di ambito funerario in Italia, Tesi di Laurea, Università Federico II, 2011.
Papini 2004: Massimiliano Papini, "Munera gladiatoria e venationes nel mondo delle immagini", MemLinc, 9, 19, 2004, 5-221. Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 643-644. Rotili 1986: Marcello Rotili, Benevento romana e longobarda: l'immagine urbana, Benevento 1986, p. 57, tav. XXIII, 1. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 24/06/2014 13:38:52 | |
Data ultima revisione | 06/11/2016 14:02:54 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/398 |