OggettoSalerno, Duomo, atrio, sarcofago a lenòs con Dioniso su pantera e thiasos dionisiaco
Luogo di conservazioneSalerno
Luogo di reimpiegoSalerno
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Salerno, Duomo, tra le colonne del quadriportico del lato S.

Prima attestazione

In un documento del 1575 (ADS, Mensa Arc., Reg. III, fol. 236): “Uno tumulo seu cantaro de marmora medesimamente fora dove sta la fontana e proprio vicino all’incontro de la porta del campanile, quale hè di forma a similitudine di quello delli Aiello et al presente si ritrova con mezzo coperchio di tufo”  (Garzillo 1999, 258-259; Braca 2003, 104)

MaterialeMarmo bianco
Dimensionih 0, 90 m; lung. 2, 24 m
Stato di conservazione

Sulla cassa si riscontrano un foro nell'angolo in basso a sinistra e tracce di scalpellatura sul retro; superficie ribassata per la corrosione superficiale del marmo; scheggiature lungo i margini; lacune e profonde abrasioni riguardano la scena figurata.

CronologiaFine II/inizi III sec. d. C. (Matz 1968, 313)
Descrizione

Il sarcofago a tinozza presenta una decorazione in altorilievo su tre lati. Al centro della fronte, campeggia un grande felino, verosimilmente identificabile con una pantera, su cui è adagiato Dioniso; alla destra e alla sinistra della divinità, si alternano Satiri, Menadi e Pan, mentre in secondo piano, riempiendo quasi del tutto lo sfondo, si affollano figure secondarie del thiasos dionisiaco e un Erote in volo. Tra le zampe della pantera si apre una scena secondaria, di gusto miniaturistico, delimitata da due pantere accosciate: da sinistra, una figura maschile frammentaria affronta un caprone; seguono due personaggi stanti, di prospetto, dinanzi ad una maschera tragica, preceduti da un Erote incedente verso destra.  La lastra di copertura è moderna. Sul retro, al di sotto di un campo scalpellato, si legge la scritta, probabilmene post-cinquecentesca, “DE FAM(I)LIA CAPOGRASSA” (Paoletti 1984, 240; Braca  2003, 104)

La cassa si ascrive alla tipologia dei sarcofagi a lenòs, scolpiti con scene in altorilievo, prodotti dalla fine del II sec. d.C. e ampiamente diffusi nel III sec. d.C. La forma a lenòs, richiamo diretto al contenitore dell’uva e alla metamorfosi ad essa correlata nella produzione del vino, consolida il carattere evocativo del tema dionisiaco come allegoria della trasformazione ovvero della rinascita  dopo la morte.  (Turcan 1966, 295 ss.;  Matz 1968, 368 ss.; Zanker, Ewald 2008, 89-97). L’arca salernitana, databile tra la fine del II e gli inizi del III sec. d.C., è stata riconosciuta come prodotto campano esemplato su repertori figurativi di ampia diffusione  (Matz 1968, 368 ss.).

In epoca tardo-medievale il sarcofago fu utilizzato come sepolcro collettivo dai membri della famiglia Capograssi (Bracco 1979, 91; Ragusa 1951, 190, n. 100; Paoletti 1984, 240; Braca  2003, 104), destinatari di altre due arche reimpiegate nel Duomo di Salerno: il sarcofago con thiasos marino e clipeo centrale, in cui era inumato Sergio Capograssi, esposto nell’atrio, e il sarcofago strigilato con clipeo centrale, di Iacopo Capograssi, all’interno della chiesa.

Immagine
Famiglie e persone

Capograssi (Paoletti 1984 , 243, nota 45).

Collezioni di antichità
Note

La collocazione attuale della cassa risale agli anni ’30 del secolo scorso (De Angelis 1937, 31). Il sarcofago era infatti precedentemente situato presso la porta di accesso al campanile, come si evince da un documento del 1575 (Garzillo 1999, 258-259; Braca 2003, 104) e dagli incartamenti della Sacra Visita del 1598: “Ante portam campanilis adest sepulchrum sine cooperimento, in quo adest inscriptio de Familia Capograssi” (Staibano 1871, 20; Capone 1929 II, 200, Braca 2003, 104)

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Braca 2003: Antonio Braca, Il Duomo di Salerno. Architettura e culture artistiche del Medioevo e dell’Età Moderna, Salerno 2003, 104-105;

 

Bracco 1979: Vittorio Bracco,  Salerno romana, Salerno 1979, 91;

 

Capone II 1929: Arturo Capone, Il Duomo di Salerno I, Salerno 1929, 200;

 

De Angelis 1937: Michele De Angelis, Nuova Guida del Duomo di Salerno, Salerno 1937, 31;

 

Garzillo 1999: Fernando Garzillo, “Un conteso giuspatronato nella cattedrale di Salerno”, Rassegna Storica Salernitana, 31, 1999, 259;

 

Matz 1968:  Friedrich Matz, Die dionysischen Sarkophage. Die antiken Sarkophagreliefs IV 3, 312-313, n. 165 tav. 188;

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 259-261.

 

Paoletti 1984: Maurizio Paoletti, "Sicilia e Campania costiera: i sarcofagi nelle chiese cattedrali durante l’età normanna, angioina e aragonese", in Colloquio sul reimpiego dei sarcofagi romani nel Medioevo, a cura di Bernard Andreae, Salvatore Settis, Pisa 5-12 settembre 1982, Marburger Winckelmann-Programm 1983, Verlag des kunstgeschichtlichen Seminars, Marburg/Lahn 1984, 239-240, fig. 13.

 

Ragusa 1951: Isa Ragusa, The Re-use and Public Exhibition of Roman Sarcophagi in the Middle Ages and Early Renaissance, New York 1951, 190, n. 100.

 

Staibano 1871: Luigi Staibano,  Guida del duomo di Salerno composta ad uso de' viaggiatori, Salerno 1871, 20.

 

Turcan 1966: Robert Turcan, Les sarcophages romains à représentations dionysiaques: essai de chronologie et d’histoire religieuse, Paris 1966, 295 ss, tavv. 46b, 48a.

 

Zanker, Ewald  2008: Paul Zanker, Björn Christian Ewald,  Vivere con i miti: l’iconografia dei sarcofagi romani (a cura di G. Adornato), Torino 2008, 89-97.

 

Allegati
Link esterni
SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione16/06/2014 10:53:45
Data ultima revisione06/01/2019 14:49:11
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/378