Oggetto | Venosa, fontana angioina, leone di destra | |
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Luogo di conservazione | Venosa | |
Luogo di reimpiego | Venosa | |
Luogo di provenienza | Venosa | |
Collocazione attuale | La scultura antica costituisce, con un secondo esemplare del medesimo soggetto, la decorazione della fontana Angioina, costruita per un Privilegio di Carlo d'Angiò nel 1298. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | h 0,93; lungh. 1,50 | |
Stato di conservazione | Una vistosa lacuna interessa la parte superiore della testa e il fianco destro della criniera; manca la parte anteriore della zampa destra e il retro della calotta della protome di ariete; varie lacune nella parte posteriore del plinto, parzialmente resecato nello spessore. | |
Cronologia | Metà del I secolo a.C.- metà I secolo d.C. | |
Descrizione | La fiera è rappresentata in posizione di riposo, accovacciata sulle zampe, con l'anteriore destra piegata e appoggiata sopra una protome di ariete; secondo uno schema consueto il leone volge leggermente il capo e lo sguardo a sinistra, compensando, in una sorta di ritmo incrociato, la posizione della zampa. Lo stato di conservazione non consente di apprezzare il trattamento degli occhi e delle fauci spalancate, tuttavia si riconosce l'impianto piriforme del capo e, intorno a questo, la criniera disposta a raggiera di grosse ciocche parallele con le estremità ricurve, resa poi come una massa consistente sul petto e sul dorso dell'animale, dove le ciocche si fanno più fitte e ondulate (su tale aspetto tipologico e sui modelli di riferimento: Marini Calvani 1980; Stortoni 2008, 130 s.). Colpisce la sapiente resa dell'anatomia che pare differenziare l'esemplare dagli altri della serie venosina: al dettaglio delle linee intercostali si unisce la muscolatura delle zampe possenti, enfatizzata dal movimento del vello. Il pezzo in esame sembra distinguersi dalle altre sculture dello stesso soggetto presenti in città per il trattamento dettagliato della muscolatura e del vello; alcune affinità sono state individuate da Tonia Giammatteo (Giammatteo 2002, 162) con il leone della fontana di Messer Oto e con altri due leoni posti all'ingresso del castello.
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Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | La fontana attuale è opera di un vistoso intervento di restauro e ripristino effettuato nell'Ottocento, quando furono però ricollocati i leoni antichi che appartenevano alla sistemazione originaria. Il ricorso a statue antiche di leoni rappresenta a Venosa una costante nella decorazione delle fontane pubbliche (cfr. Fontana di Messer Oto), cui sembrano essere stati riservati gli esemplari meglio conservati del gran numero di sculture antiche dello stesso soggetto che dovevano essere disponibili in città. A tal proposito, infatti, nella prima metà del Seicento Jacopo Cenna poteva annoverare circa venti esemplari di leoni antichi (cfr. Cenna [ed. Pinto 1902], 217), segnalando però la collocazione precisa solo di quelli della fontana alla porta di sopra (la fontana Angioina), della vigna presso la Chiesa della SS. Trinità e della pubblica piazza (cfr. Giammateo 2002, 160 s., 85, tav. 105).
Per ulteriori riflessioni sui leoni funerari venosini e sul loro reimpiego si rimanda alla scheda Venosa, fontana di Messer Oto, leone. | |
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | Cappellano (ed. Nigro 1985), 38: "La fonte principale, tra le altre cose che l'abbelliscono, é che tiene doi leoni grandi di pietra assai ben fatti, l'uno da un lato, e l'altro da l'altro lato. Un di questi leoni tiene nella sua man destra di sotto una testa di montone fatta di naturale [...]". | |
Bibliografia | Cappellano (ed. Nigro 1585): Achille Cappellano, Venosa 28 febbraio1584. Discrittione della città de Venosa, sito et qualità di essa, a cura di Raffaele Nigro, Venosa 1985, 38.
Cenna (ed. Pinto 1902): Jacopo Cenna, Cronaca venosina, ms. del sec. XVII della Biblioteca Nazionale di Napoli con prefazione e note di Gerardo Pinto, 217-218, 295-296.
Giammatteo 2002: Tonia Giammatteo, Spolia. Il riuso dell'antico a Venosa, Lavello 2002, 162 s., n 87, tavv. 106-109.
Marini Calvani 1980: Mirella Marini Calavani, "Leoni funerari romani in Italia", Bollettino d'arte, 65, 1980, 7-14.
Stortoni 2008: Emanuela Stortoni, Monumenti funerari di età romana nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, I-II, Urbino 2008.
Todisco 1996: Luigi Todisco, La scultura romana di Venosa e il suo reimpiego, Roma 1996, 33-34, n. III B e 1, 140-141. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 09/06/2014 13:22:08 | |
Data ultima revisione | 31/01/2017 15:49:30 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/375 |