OggettoSalerno, Duomo, atrio, sarcofago con Meleagro e la caccia al cinghiale calidonio
Luogo di conservazioneSalerno
Luogo di reimpiegoSalerno
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Salerno, Duomo, murato nel lato E del quadriportico

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco, proconnesio
Dimensionih 0,79 m; lung. 2, 35 m; larg. 0,70 m ( Koch)
Stato di conservazione

Cassa integra; coperchio antico non pertinente; lacune e superfici dilavate

CronologiaMetà circa del III sec. d.C. (Valbruzzi 1998, 124 ss.; Valbruzzi 2012, 77 ss.) -ultimo quarto del III sec. d.C. (Koch 1975, 61-62, 134).
Descrizione

La vasca è integralmente conservata; il coperchio, di dimensioni inferiori al vano di apertura, è antico ma non pertinente e reca rilavorazioni medioevali in corrispondenza dei timpani; della scena figurata presenta diverse lacune mancano, da sinistra, la colonna destra dell’edicola sullo sfondo, il braccio destro e l’oggetto retto nella mano sinistra della figura femminile assisa e la testa del cane seduto ai suoi piedi; il braccio destro della figura maschile il primo piano poggiata al pilastro; il braccio destro dei tre personaggi maschili in primo piano che si susseguono dopo il pilastro e della figura femminile posta dinanzi al cinghiale; si registra uno stato di corrosione superficiale diffuso, più evidente in corrispondenza dei volti dei soggetti effigiati.     

La cassa, di sagoma rettangolare, è decorata su tre lati. Il lato lungo è scolpito con il mito di Meleagro nell’episodio della caccia al cinghiale calidonio.

La raffigurazione si apre da sinistra con una scena sacra evocata da un’edicola sullo sfondo e una figura femminile assisa in trono, di profilo, vestita di un chitone altocinto e con il capo incoronato da un diadema; la faretra sulle spalle, le tracce dell’arco retto nella mano sinistra, la cerva accosciata sotto lo scanno e il cane seduto sulle zampe posteriori dinanzi alla divinità rimandano all’iconografia di  Diana cacciatrice.

In secondo piano, volto verso la dea, figura con lo scettro nella mano sinistra, Oineo, re di Calidone, padre di Meleagro. Volta in direzione opposta, una figura femminile identificabile con Atalanta è alle spalle di Meleagro che, appoggiato ad un pilastro figurato, reca la lancia nella mano sinistra e indossa il mantello appuntato sulla spalla destra; Atalanta e Meleagro, dovevano essere impersonati dai defunti, i cui ritratti, quasi evanidi, sostituivano i volti dei due protagonisti del mito. Atalanta, come tutte le figure femminili raffigurate sul sarcofago, ad eccezione della divinità, sfoggia una Melonenfrisur con chignon alto. Si chiude in questo punto della rappresentazione il rituale di preparazione alla caccia e si apre, nel contempo, la raffigurazione dell’episodio della caccia al cinghiale: la scena centrale è campita dai Dioscuri che avanzano a piedi tirando i cavalli per le redini, seguiti da un cacciatore; Meleagro, preceduto da Atalanta incede impetuoso verso il grosso cinghiale per sferrargli un colpo dall’alto; sullo sfondo, alle spalle di Meleagro, si staglia una figura femminile, mentre, dietro al cinghiale, tre cacciatori avanzano verso Meleagro per braccare alle spalle l’animale; l’intero piano di calpestio è battuto da cani da caccia, uno dei quali azzanna il cinghiale sul muso. 

Sul fianco sinistro della cassa è scolpito un portatore di rete con un cane al guinzaglio, mentre su quello di destra un altro portatore di rete incede con un bastone verso un albero.

Il coperchio, a doppio spiovente, pertinente ad un altro sarcofago, è connotato da acroteri angolari che anteriormente sono configurati in forma di maschere teatrali.

Il sarcofago del Duomo propone uno schema figurativo con due scene in sequenza, intervallate dal pilastrino su cui si appoggia Meleagro, che ricorre in alcune rappresentazioni del mito di Ippolito e Fedra in cui è altresì restituita l’immagine di quest’ultima seduta in attesa della partenza di Ippolito per la caccia (Giuliano 1957, 183 ss.;  in proposito si veda il sarcofago con il mito di Ippolito e Fedra nella cripta della Cattedrale di Capua: Valbruzzi 2012, 77). Il tema e la composizione del sarcofago di Salerno trova un confronto con un altro sarcofago con il mito di Meleagro nell’episodio della caccia al cinghiale, collocato nel Chiostro dell’Abbazia della Trinità di Cava dei Tirreni (Koch 1975, 60, 134;  Valbruzzi 1998, 124 ss.; Valbruzzi 2012, 77 ss.), probabilmente prodotto nella stessa bottega che ha confezionato il sarcofago di Salerno, ad opera di artigiani che riformulano, in un ambito di  produzione locale, un linguaggio figurativo ispirato agli schemi di rappresentazione e ai modi formali delle officine urbane (contra D’Henry 1968, 115).  

Immagine
Famiglie e persone

Guglielmo II il Normanno

Collezioni di antichità
Note

Guglielmo il Normanno, duca di Puglia e Calabria, nipote di Roberto il Guiscardo e figlio di Ruggiero Borsa e Adele di Fiandra, morì trentaduenne nel 1127. Secondo una tradizione non suffragata da dati certi, la tomba di Guglielmo, sepolto nella Cattedrale di Salerno, andrebbe riconosciuta nel sarcofago con scene del mito di Meleagro nell’episodio della caccia al cinghiale. La giovane età dell’individuo seppellito all’interno del sarcofago sarebbe confermata dalla cronologia dei resti che, all’apertura del sarcofago, risultarono essere di un giovane con dentatura integra e capelli chiari; nella cassa furono recuperati anche un bastone e frammenti di nastri di seta datati al XII sec. (Camera 1876, I, 215; De Angelis 1937, 36; Ragusa 1951, 185; Houben 2003). La scelta del soggetto effigiato sulla cassa si configura quale soluzione ricercata per una sepoltura regale: il potere redentivo dell’eroe che sconfiggeva il cinghiale ben si adattava alla celebrazione delle virtù di un giovane sovrano sulla scorta di una colta rivisitazione della simbologia pagana. A tal proposito appare significativo rilevare che, nella Cattedrale di Cosenza, un sarcofago antico con il mito di Meleagro e la caccia la cinghiale (Koch 1975, 291) accolse nel 1242 le spoglie di un altro regnante prematuramente scomparso, Enrico VII di Svevia, figlio di  Federico II (Fornaciari, De Leo 2001). In merito al mito di Meleagro e la caccia al cinghiale calidonio sui sarcofagi si veda Zanker, Eckwald 2004, 56 ss. 347-351; sul reimpiego dei sarcofagi in epoca medievale si rimanda a  Andreae, Settis 1984; per una panoramica sulle sepolture dei regnanti normanni si rimanda a de Lachenal 1995, 240 ss. In merito all’originaria collocazione del sarcofago mancano attestazioni, la cassa infatti non viene descritta nelle testimonianze cinquecentesche sulla disposizione dei sarcofagi del Duomo che, prima di essere gradualmente trasferiti nell’Atrio, occupavano l’interno della Cattedrale ed un cimitero detto di “Terrasanta”, posto tra il Duomo e il Palazzo arcivescovile (De Angelis 1937, 30; Paoletti 1984, 237). Su di una presunta precedente collocazione, nel terzo quarto del Settecento, nell'abbazia di S. Benedetto, si rimanda a Palmentieri 2010, 249.

Fonti iconografiche

Il coperchio è riprodotto in un disegno di J. Ph. Leseur del 1822

Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Avena 1902: Adolfo Avena, I monumenti dell'Italia meridionale, Roma 1902, 371-372.

 

Braca 2003: Antonio Braca, Il Duomo di Salerno. Architettura e culture artistiche del Medioevo e dell’Età Moderna, Salerno 2003, 103, fig. 96.

 

Brennecke 1970: Traute Brennecke, Kopf und Maske. Untersuchungen zu den Akroteren an Sarkophagdeckeln, Berlin 1970, 181.

 

Camera 1876-1881: Matteo Camera, Memorie storico-diplomatiche dell'antica città ducato Amalfi,  Salerno 1876-1881 (rist. anastatica Salerno 1999). 

 

Capone 1929: Arturo Capone, Il Duomo di Salerno II, Salerno 1929, 31-33.

 

De Angelis 1937: Michele De Angelis, Nuova Guida del Duomo di Salerno, Salerno 1937, 36-37, 254-257.

 

de Lachenal 1995: Lucilla de Lachenal, Spolia. Uso e reimpiego dell'antico dal III al XIV secolo, Milano 1995.

 

D’Henry 1968: Gabriella D'Henry, "Due sarcofagi di Meleagro in Campania", ArchCl 20, 1968, 101-116 tavv. 44-48.

 

Fornaciari, De Leo 2001: Gino Fornaciari, Pietro De Leo, L’impronta indelebile: Enrico VII di Svevia e Gioacchino da Fiore alla luce delle indagini paleopatologiche, Soveria Mannelli 2001.

 

Gabelmann 1973: Hans Gabelmann, Die Werkstattgruppen der oberitalischen Sarkophage, Bonn 1973, 137.

 

Giuliano 1955-1956: Antonio Giuliano, "Un sarcofago di Eleusi con il mito di Meleagro", ASAtene 33, 1955-56, 183-205.

 

Houben 2003: Hubert Houben, " Guglielmo d'Altavilla, duca di Puglia", in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 60, Roma 2003.

 

Koch 1975: Guntram Koch, Die antiken Sarkophagreliefs, 12, 6. Die Mytologischen Sarkophage. Meleager, Berlin 1975, 3, 11 ss., 55 ss.,  58-62, 133-134 n. 151 tavv. 119 a-b, tavv. 124b, 126.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 166, 212, 249 ss.

 

Paoletti 1984: Maurizio Paoletti, "Sicilia e Campania costiera: i sarcofagi nelle chiese cattedrali durante l’età normanna, angioina e aragonese" in  Colloquio sul reimpiego dei sarcofagi romani nel Medioevo, a cura di Bernard Andreae, Salvatore Settis, Pisa 5-12 settembre 1982, Marburger Winckelmann-Programm 1983, Verlag des kunstgeschichtlichen Seminars, Marburg/Lahn 1984, 236 ss.

 

Ragusa 1951: Isa Ragusa, The Re-use and Public Exhibition of Roman Sarcophagi in the Middle Ages and Early Renaissance, New York 1951.

 

Robert 1904: Carl Robert, Die antiken Sarkophagreliefs 3, 2, 1904, 309-310, n. 239, tav. 82.

 

Staibano 1871: Luigi Staibano,  Guida del duomo di Salerno composta ad uso de' viaggiatori, Salerno 1871, 22 n. 22.

 

Valbruzzi 1998: Francesca Valbruzzi, “Su alcune officine di sarcofagi in Campania in età romano-imperiale”, in  Akten des Symposiums "125 Jahre Sarkophag-Corpus", a cura di Guntram Koch, Marburg, 4-7 Oktober 1995, Mainz 1998, 117-128.

 

Valbruzzi 2012: Francesca Valbruzzi, “Modi di produzione dei sarcofagi romani nelle officine campane”, in Akten des Symposiums Sarkophage der römischen Kaiserzeit. Produktion in den Zentren, Kopien in den Provinzen. Les sarcophages romains. Centres et périphéries,  a cura di Guntram Koch, François Baratte, Paris, 2-5 November 2005, Rutzen 2012, 69-78.

 

Zanker, Ewald 2004, Paul Zanker, Björn Christian Ewald, Mit Mythen leben. Die Bilderwelt der römischen Sarkophage, Munchen 2004.

Allegati
Link esterni
SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione28/05/2014 01:05:45
Data ultima revisione06/01/2019 15:05:25
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/365