OggettoTeggiano, Sant'Andrea, capitello corinzio figurato
Luogo di conservazioneTeggiano
Luogo di reimpiegoTeggiano
Luogo di provenienzaTeggiano
Collocazione attuale

Il capitello è murato su una colonna in granito incastonata nella facciata della chiesa di Sant'Andrea.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensionih 0,57; lungh. 0,60 sull'abaco
Stato di conservazione

Risulta visibile solo una faccia; gli angoli dell'abaco sono rotti come pure l'estremità della voluta destra.

Cronologiainizio del II secolo a.C.
Descrizione

Il capitello figurato si compone di una corona di foglie acantine alternate a più strette foglie d'acqua leggermente arretrate; da questa, su ciascuna delle facce, nasce una protome incorniciata da elici, resi come foglie lisce e allungate con i margini ben profilati.

L'acanto è del tipo molle o riccio appartenente alla tradizione formale ellenistico-italica (Gros 1996, 135) e ciascuna foglia presenta il lobo centrale vistosamente piegato, mentre gli altri sono caratterizzati da digitazioni leggermente arrotondate che, ripiegandosi, danno luogo a un motivo a trifoglio. Sul solo lato visibile si riconosce la protome di una divinità femminile che la presenza della faretra permette di identificare con Diana; questo particolare è talvolta sfuggito negli studi precedenti, Neutsch, ad esempio, sulla scorta della presenza del diadema, aveva proposto che potesse trattarsi di Era (Neutsch 1965, 75).

Il capitello appartiene al tipo corinzio-figurato generalmente detto tarantino, da quello che ne è stato il centro di origine e diffusione (Lippolis 1995; Dally 2000; Pensabene 2012, Lippolis 2012) e contestualmente si ascrive per la morfologia dell'acanto (con margini arricciati e ripiegati) al tipo corinzio-italico caratteristico dell'architettura ellenistica peninsulare e siceliota (Lauter Bufe 1987; Gros 1996, cit.).

D'altra parte anche la foggia della corona singola, tipicamente tarantina, non molto allungata e costituita da foglie della stessa altezza, potrebbe rappresentare una scelta intermedia tra questi due modelli, che nelle produzioni del cosiddetto periodo del tufo pompeiano (con protome, doppia corolla e acanto riccio cfr. Cocco 1977) appaiono integrati e sviluppati con una più forte tendenza verso la tradizione corinzio-siceliota.

Il capitello conosce una serie di confronti molto pertinenti nell'area geografica del Vallo di Diano; tre capitelli dalla vicina Padula, conservati ora nella Certosa (da contesto secondario: Coarelli 1981, 218 con bibliografia) e uno reimpiegato a Buonabitacolo (Bracco 1965, 283- 284, tav. I) presentano, infatti, la stessa morfologia del calato e dimensioni affini. È una posizione generalmente accettata in ambito scientifico che i due capitelli maggiori di Padula e quelli di Teggiano e Buonabitacolo provengano dallo stesso edificio e che questo edificio possa essere, con buona probabilità, il tempio italico dell'antica Tegianum sul quale è stata poi impiantata la chiesa di San Pietro (Sestieri 1948, 180; Coarelli 1981, 218; contra Neutsch 1965; Dally 2000).

Occorre notare però che la base del calato è tagliata di netto negli esemplari a Padula e Buonabitacolo, mentre il capitello di Sant'Andrea presenta traccia del sommoscapo della colonna (e così anche il capitello conservato sempre a Tegiano nel complesso museale di San Pietro). Sembra opportuno dunque riferire i prodotti sicuramente alla stessa bottega ma contestualmente esprimere almeno un dubbio rispetto all'attribuzione dell’intero gruppo di capitelli a un medesimo edificio (l’altezza del capitello di Teggiano si approssima a quella della serie maggiore di Padula).

Negli studi correnti risulta ancora piuttosto dibattuta l'organizzazione e la cronologia interna dei capitelli corinzi figurati di tradizione tarantina che sono inoltre direttamente connessi, come sappiamo dai casi noti, non solo ad architetture funerarie (stele, naiskoi e ipogei) ma anche a importanti templi italici di area apula (Canosa, San Leucio) e lucana (Paestum, tempio del foro; sull'argomento Dally 2000, 101-106).

Generalmente viene proposta per la serie Teggiano-Padula una datazione alla prima metà del II secolo a.C. (Gualtieri 2003, 204), datazione che si fonda su analogie con i capitelli pestani del cd.Tempio della Pace, e che sarà necessario in futuro confrontare con nuove acquisizioni sulle modalità di ricezione del capitello con protome in area lucana e lucano campana (Pensabene 2012).

 

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Al Macchiaroli si deve la segnalazione di un altro capitello figurato interrato nel selciato della strada presso la chiesa di S. Andrea (Macchiaroli 1868, 114), potrebbe trattarsi dello stesso pezzo presente nella documentazione fotografica dell'Istituto Germanico di Roma e ora esposto all'interno del  Museo Diocesano in San Pietro.

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

 Bracco 1965: Vittorio Bracco, "Nuove scoperte archeologiche in Lucania", Rendiconti dell’Accademia dei Lincei 20, 1965, 283-294.

 

Coarelli 1981: Filippo Coarelli, "Il Vallo di Diano in età romana. I dati dell'archeologia", in Storia del Vallo di Diano. Età antica, volume 1, a cura di Bruno d'Agostino, Salerno 1981, 217-249.

 

Cocco 1977: M. Cocco, "Due tipi di capitelli a Pompei, corinzio-italici e a sofà", Cronache Pompeiane 3, 1977, 57-155.

  

Dally 2000: Ortwin Dally, Canosa, Località San Leucio. Untersuchungen zu Akkulturationsprozessen vom 6. bis zum 2. Jh. v. Chr. am Beispiel eines daunischen Heiligtums, Heidelberg 2000, 105.

 

Gros 1996: Pierre Gros, L'architecture romaine, I. Les monuments publics, Paris 1996.

 

Gualtieri 2003: Maurizio Gualtieri, La Lucania romana. Cultura e società nella documentazione archeologica, Napoli 2003, 203-205.

  

Lauter-Bufe 1987: Heide Lauter-Bufe, Die Geschichte des sikeliotisch-korinthischen Kapitells. Der sogenannte italisch-republikanische Typus, Mainz 1987.

 

Lippolis 1995: Enzo Lippolis, “I capitelli”, in Arpi: l'ipogeo della Medusa e la necropoli, a cura di Marina Mazzei, Bari 1995, 79-80.

 

Lippolis 2012: Enzo Lippolis, “Cultura e manifestazioni dell’aristocrazia canosina”, Scienze dell'Antichità 18, 2012, 301-323.

 

Macchiaroli 1868: Stefano Macchiaroli, Diano e l’omonima sua valle, Napoli 1868.

 

Mercklin 1962: Eugen von Mercklin, Antike Figuralkapitelle, Berlin 1962, 65 n.174 a.b, fig. 301.

  

Neutsch 1965: Bernhard Neutsch, Tarentinische und lukanische Vorstufen zu den Kopfkapitellen am italischen Forumstempel von Paestum, Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Römische Abteilung. 72, 1965, 70-80.

 

Pensabene 2012: Patrizio Pensabene, "Da Minerva a  San Leucio, problematiche storiche e storico-architettonico", Scienze dell'Antichità 18, 2012, 219-246.

Allegati
Link esterni
SchedatoreStefania Tuccinardi
Data di compilazione11/03/2013 20:11:55
Data ultima revisione14/09/2019 13:16:56
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/260