Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, ambone e cero pasquale | |
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Luogo di conservazione | Sessa Aurunca | |
Collocazione originaria | Sessa Aurunca | |
Materiale | marmi policromi | |
Dimensioni | ||
Cronologia | ||
Autore | ||
Descrizione | L’ambone con annesso cero pasquale è posto tra la quinta e la sesta colonna della navata centrale della cattedrale di Sessa Aurunca, prima delle scale di accesso alla cripta e al presbiterio. A cassa quadrangolare con podio sporgente sul fronte, è innalzato su sei arcate rette da altrettante colonne poggianti su leoni stilofori. Il parapetto è interamente rivestito di lastre lavorate a mosaico con motivi geometrici e floreali. Al centro del lato lungo, verso il presbiterio, il supporto del lettorino è costituito da un’aquila che afferra per il capo una figura maschile avvolta da un serpente. Sul bordo inferiore della cassa corre una cornice a tralcio abitata da animali e protomi umane. Sotto il podio è scolpita a rilievo la raffigurazione dell’Abyssus, secondo un’iconografia molto diffusa in Campania tra XII e XIII secolo (pulpito Aiello di Salerno). Figure di profeti con cartigli occupano i pennacchi delle arcate sui lati maggiori. Figure allegoriche e personificazioni delle sibille sono scolpite nei pilastrini divisori delle lastre. Eleganti figure femminili e animali sono intagliati a rilievo nei capitelli, lavorati a foglie di acanto spinoso nella parte inferiore. Il candelabro, agganciato al lato lungo rivolto verso la navata, presenta una base figurata con tre personaggi maschili e tre femminili che inscenano una processione pasquale. Il fusto della colonna tortile, in marmo bianco e mosaico, è suddiviso in tre sezioni da due anelli con rilievi. In quello inferiore, il vescovo in cattedra è circondato da cinque ministri; in quello superiore, Cristo in trono, affiancato da un angelo su ciascun lato, corrisponde all’immagine del vescovo nell’anello sottostante. Completano la scena tre santi, uno dei quali identificabile in San Pietro, gli altri due interpretati come San Paolo e San Casto, vescovo e martire sessano. Diverse iscrizioni sull’ambone indicano che l’opera fu iniziata dal vescovo Pandolfo (1223-1259) e portata a compimento, dopo molti anni, dal successore Giovanni (1259-1283), cui si deve la committenza del cero pasquale, come attesta l’iscrizione alla base del candelabro. Quest’ultima epigrafe reca il nome e le lodi dell’autore del manufatto, Pellegrino da Sessa, e ricorre identica nel ciclo di rilievi con Storie di Giona nella stessa chiesa. | |
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Committente | Vescovi Pandolfo (1223-1259) e Giovanni (1259-1283) | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Ambone Lato occidentale: HOC OPUS ET STUDIO PANDULFI PRESULIS ACTUM. QUEM LOCET PROPRIO REGNO. VERBUM CARO FACTUM Sull'arco in cima alla scala (moderna): HOC PRIUS INCEPTUM PANDYLFUS PRESUL AD APTUM FUNEM PERDUXII. CUI CELICA CONCIO DUX SIT. Iscrizione perduta (da Bertaux 1903): HOC OPUS A PATRIBUS CEPTUM JAM PLURIBUS ANNIS PRESULIS / EXPLEVIT PROBITAS MEMORANDA JOANNIS
Cero pasquale Base: PULCHRA COLUMPNA NITE DANS NOBIS LUMINA VITE (in alto) HOC OPUS EST MAGNE LAUDIS FACIENTE JOHANNE. MUNERE DIVINO DECUS ET LAUS SIT PEREGRINO TALIA QUI SCULPSIT. OPUS EIUS UBIQUE REFULXIT (in basso) Cornice superiore: AD LUMEN SANCTUM NOSTRUM DEUS ACCIPE CANTUM | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | Come la maggior parte degli amboni campani di XII e XIII secolo, anche quello di Sessa riprende il modello del pulpito Aiello della cattedrale di Salerno. Privato nel XVIII secolo della scala d’accesso con rilievi raffiguranti Storie di Giona (ora murati nella navata destra), si presenta quasi integro e nella stessa posizione in cui doveva trovarsi sin dall’origine. Lo stile dei rilievi figurati e dei capitelli suggerisce l’esecuzione da parte di più maestranze nell’arco di un lungo periodo. Secondo Francesco Gandolfo, l’autore dei capitelli potrebbe essere lo stesso Pellegrino che firma il candelabro e i citati rilievi di Giona, mentre nel resto del pulpito sarebbero stati impiegati elementi precedentemente eseguiti da un maestro più vicino allo stile dei rilievi del portico della chiesa. Del tutto inedita invece la struttura del candelabro, l’unico in Campania a presentare una base figurata, con eleganti figure danzanti, vestite alla moda e lavorate con eccezionale sensibilità naturalistica. Non altrettanto può dirsi delle figure negli anelli superiori, da riferire a un più modesto collaboratore di Pellegrino, secondo Francesco Gandolfo. Più che una trasposizione visiva della cerimonia del Sabato Santo, il singolare ciclo iconografico del candelabro sembra incentrato sulla celebrazione dell’autorità vescovile, derivata direttamente da Cristo attraverso la mediazione apostolica (D’Ovidio 2015). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Bertaux 1903: É. Bertaux, L’art dans l’Italie méridionale. De la fin de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, II, Paris–Rome 1903, 602-605, 778-771
Capomaccio 2002: C. Capomaccio, “Monumentum resurrectionis”. Ambone e candelabro per il cero pasquale. Iconografia e iconologia del monumento nella cattedrale di Sessa Aurunca, Città del Vaticano 2002
Carotti 1978: A. Carotti in L’art dans l’Italie méridionale. Aggiornamento all’opera di Bertaux sotto la direzione di Adriano Prandi, V, Roma 1978, 751-755, 975-977
Cochetti Pratesi 1958: L. Cochetti Pratesi, “Rilievi nella cattedrale di Sessa Aurunca e lo sviluppo dei marmorari «neocampani» nel XIII secolo”, Commentari, 9, 1958, 75-87
Di Lella 1904: A. Di Lella, Studi di storia e di archeologia nell’arte medioevale “neo-campana”, Cassino 1904
D’Ovidio 2015: Stefano D’Ovidio, “Pellegrino (Peregrino) da Sessa”, in Dizionario Biografico degli Italiani, 82, Roma 2015, 155-157
Gandolfo 1999: F. Gandolfo, La scultura normanno-sveva in Campania, Roma-Bari 1999, 111-119
Glass 1991: D. Glass, Romanesque sculpture in Campania. Patrons, programs and style, University Park PA 1991, 148-159; 209-217
Scirocco 2015: E. Scirocco, “Jonah, the Whale and the Ambo. The Reconstruction of Architectural Contexts through Iconography and Function in Medieval Campania”, in Antique Memory and Medieval Art, ed. I. Foletti, Roma 2015, 87-123
Venturi 1904: L. Venturi, Storia dell’arte italiana, III, Milano 1904, 581-590 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Stefano D'Ovidio | |
Data di compilazione | 09/09/2012 14:22:34 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:18:00 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/86 |