| Oggetto | Troia, Cattedrale, porta bronzea maggiore | |
|---|---|---|
| Luogo di conservazione | Troia | |
| Collocazione originaria | Troia | |
| Materiale | bronzo | |
| Dimensioni | m. 3,66 x 1,10 | |
| Cronologia | 1119; restauri: 1573; 1691 | |
| Autore | Oderisio da Benevento | |
| Descrizione | La porta fu realizzata nel 1119 a chiusura dell’andito principale della Cattedrale di Troia su committenza del vescovo Guglielmo II, che aveva promosso la ricostruzione dell’edificio come attesta l’iscrizione incisa sui quattro pannelli del registro inferiore, parzialmente rifatta in occasione di un restauro condotto nel 1573 dal vescovo Prospero Rebiba. Ciascuna delle due ante è rivestita da quattordici pannelli quadrangolari di bronzo (cm 41x38), distribuiti su sette registri e inquadrati da fascioni oblunghi incisi con motivi vegetali, gli uni e gli altri fissati al supporto da una reticolo di listelli in rilievo mediante chiodi e borchie a rosetta nei punti d’intersezione. Due rotelle di bronzo nel margine inferiore della porta, tuttora superstiti, consentivano lo scorrimento delle ante per l’apertura. Nei quattro riquadri del registro superiore, identificati da titoli, sono raffigurati (da sinistra verso destra): i Santi Pietro e Paolo, Cristo Giudice nella mandorla, il vescovo Guglielmo e due personaggi di nome Berardus e Oderisius. Quest’ultimo è comunemente identificato con il fonditore Oderisio da Benevento che, a distanza di otto anni, firmò la porta bronzea minore della stessa Cattedrale (1127). Le figure erano completate ad agemina, ma l’estesa perdita delle finiture ha messo in luce le incisioni dei contorni, in parte eseguite nella cera prima del getto, in parte realizzate a freddo nel metallo, come appurato nel corso dell’ultimo restauro. Le formelle del secondo e del quinto registro sono occupate da mascheroni leonini reggipicchiotto, fusi a parte e inchiodati alle specchiature, come i due draghi spiraliformi ad altorilievo che occupano i riquadri centrali del quarto registro. Ai lati di questi ultimi, due croci con ornati vegetali sono risultati modellati nella cera insieme al supporto. Il terzo registro è occupato, al centro, dagli stemmi del cardinale Sicipione Rebiba (a sinistra) e del nipote Prospero (a destra), promotore del primo restauro nel 1573, e, alle due estremità, da quelli del vescovo Antonio di Sangro dei marchesi di San Lucido, cui si deve un successivo restauro nel 1691. In occasione dell’ultimo intervento di consolidamento (Gnisci 1999) si è ritenuto che gli stemmi Rebiba fossero stati rifatti nel Seicento, adoperando formelle fuse ex-novo, e che quelli Di Sangro fossero stati invece ricavati direttamente nei pannelli originali del XII secolo. Come osservato di recente da Francesco Aceto (2011), tutti i riquadri della porta devono però ritenersi originali e quelli con gli stemmi Di Sangro furono realizzati riscalpellando per la seconda volta le formelle già trasformate nel Cinquecento, epoca alla quale può ascriversi il rifacimento delle figure dei santi vescovi troiani (Secondino, Anastasio, Ponziano ed Eleuterio), che occupano i riquadri nel sesto registro, incisi dal fonditore Cola Donato Mascella che si firmò sul piedistallo di Sant'Eleuterio. Allo stesso intervento può essere ricondotto il rifacimento dell’iscrizione nell’ultimo pannello del registro inferiore, che riprende il dettato dell’epigrafe originale, perfettamente conservata nei primi tre riquadri, con l’aggiunta delle notizie relative al restauro del Cinquecento. Quest’ultimo dovette quindi consistere nella drastica rimozione delle decorazioni policrome ad agemina e nel rifacimento integrale delle immagini dei santi vescovi della città, in analogia con le istruzioni fornite in merito alle porte dal cardinale Carlo Borromeo nelle sue Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae (1577). | |
| Immagine | ![]() | |
| Committente | vescovo Guglielmo II (1106-1146). Restauri: vescovo Prospero Rebiba (1560-1593); vescovo Antonio di Sangro (1675-1694). | |
| Famiglie e persone | ||
| Iscrizioni | Nelle formelle dell'ultimo registro: AN(NO) AB INCARNATIO(N)E / D(OMI)NI N(OST)RI IE(SU) CHR(IST)I MIL(LE)SIMO / CENTESIMO NONO DECIMO / INDICTIONE DUODECIMA ANNO PONTIFICAT(US) D(OMI)NI / KALISTI P(A)P(AE) SECUNDI P(RI)MO / ANN(O) DUCAT(US) W(ILLELMI) ROGERII / GLO(RIO)SI DUCIS FILII NONO WILLELMUS SECUND(US) / HUI(US) TROIANE SEDIS EP(ISCOPU)S / EP(ISCO)PAT(US) SUI AN(N)O XII HAS / PORTAS FIERI FECIT DE PROPRIO ECCL(ES)IAE ERARIO, IPSAM QUOQ(UE) / ET P(AT)RIARCHA CO(N)STA(N)TINOP(OLITANU)S / HAS PORTAS PENE / COLLAPSAS INSTAURAVIT / MDLXXIII Nel penultimo registro, nel pannello raffigurante Sant'Eleuterio: M[AGISTER] COLA DONATUS MASCELLA INCIDEBAT MDLXXIII | |
| Stemmi o emblemi araldici | Stemmi del cardinale Scipione Rebiba, del vescovo Prospero Rebiba e due stemmi del vescovo Antonio di Sangro. | |
| Note | L'analisi delle leghe, eseguita in occasione dell'ultimo restauro, ha appurato che l'esecuzione della porta si è avvalsa del riuso di bronzi romani, forse provenienti dalla statuaria beneventana (Vona 2009). Quanto alla cultura figurativa dei battenti, lo stile bizantino delle figure ad agemina, contrasta con quello dei mascheroni e dei draghi reggipicchiotto, animati da una vivace impronta romanica transalpina, forse da riferire a quel Bernardo raffigurato insieme a Oderisio nella formella del primo registro (Aceto 2013). Più evolute in senso romanico si mostrano invece le svelte figurette incise nei battenti della porta minore, esplicitamente firmata da Oderisio, al pinto da far dubitare in passato che si trattasse dello stesso artista. Dalla medesima officina furono licenziate le imposte bronzee, entrambe perdute, della chiesa di San Giovanni delle Monache a Capua (1122) e di San Bartolomeo a Benevento (1150-51), di cui sopravvivono tre mascheroni leonini erratici, oggi in Santa Cristina a Sepino. Il confronto con l’opera capuana, distrutta nel XVII secolo, e nota grazie ad un disegno nel manoscritto (1610) dello storico capuano Michele Monaco, conosciuto almeno fino all’Ottocento, poi scomparso e fortunosamente riscoperto nel secolo scorso (Tescione, Jodice 1967), conferma l’intervento del medesimo artefice anche per la porta maggiore di Troia. Nelle porte della Cattedrale di Benevento, che si sono conservate malgrado gravi danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, la presenza delle protomi di grifo reggi-anello potrebbe ricondursi, secondo Pina Belli D’Elia (1990, 346, nota 11), ad un prelievo diretto dagli analoghi motivi di Troia. | |
| Fonti iconografiche | I. Aveta, disegno della porta di bronzo della facciata della Cattedrale di Troia, Parigi, BNF, Estampes, Vb 132 g Fol, P 63990 (cf. A. M D'Achille, A. Iacobini, G. Toscano, Il Viaggio disegnato, Roma 2012, 75). | |
| Fonti e documenti | ||
| Bibliografia | Aceto 1995: Francesco Aceto, “Una traccia per Oderisio da Benevento”, in Napoli, l’Europa. Ricerche di storia dell’arte in onore di Ferdinando Bologna, a cura di F. Sricchia Santoro, F. Abbate, Catanzaro 1995, 3-7.
Aceto 2000: Francesco Aceto, “L’Exultet della Biblioteca Casanatense (Cas. 724.B.I.13,3) e la scultura tra Puglia e Campania nella prima età normanna”, in Le vie del Medioevo, Atti del Convegno (1998), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Milano 2000, 246-257.
Aceto 2011: Francesco Aceto, “Medioevo e Controriforma a Troia. Il restauro cinquecentesco della porta bronzea maggiore della Cattedrale di Troia”, in Tempi e forme dell’arte. Miscellanea di studi offerti a Pina Belli d’Elia, a cura di Luisa Derosa e Clara Gelao, Foggia 2011, 195-203.
Aceto 2013: Francesco Aceto, “Oderisio da Benevento”, in Dizionario Biografico degli Italiani, 79, Roma 2013, s.v.
Bertaux 1904: Émile Bertaux, L’art dans l’Italie méridionale, Paris 1904, 414-418.
Belli D’Elia 1980: Pina Belli D’Elia, “Le porte di bronzo”, in La Puglia tra Bisanzio e l’Occidente, Milano 1980, 243-246.
Belli D’Elia 1990: Pina Belli d’Elia, “Le porte della cattedrale di Troia”, in Le porte di bronzo dall’antichità al secolo XIII, a cura di S. Salomi, Roma 1990, 341-355.
Bloch 1986: Herbert Bloch, Monte Cassino in the Middle Ages, I, Roma 1986, 553-570.
Cadei 1987: Antonio Cadei, “Porta Patet”, in Janua Maior, la porta del Duomo di Benevento e il problema del suo restauro, cat. mostra 1987-1988, Benevento 1988, 19-21.
De Santis 1967: Mario De Santis, La “Civitas troiana” e la sua Cattedrale, Foggia 1967, 73-77.
Gnisci 1999: Rosanna Gnisci, “Troia. La Cattedrale: il restauro della porta bronzea”, in Castelli e cattedrali di Puglia, cat. mostra, a cura di Clara Gelao, Bari 1999, 409-411.
Leisinger 1956: Hermann Leisinger, Romanische Bronzen (trad. ital. Bronzi romanici. Porte di chiese nell’Europa medievale), Zürich-Milano 1956, tavv. 137, 140-142.
Meomartini 1903: Almerico Meomartini, “Imposte bronzee del Duomo di Troia e della distrutta basilica di S. Bartolomeo in Benevento”, Arte e storia, 22, 1903, 62-64.
Mende 1983: Ursula Mende, Die Bronztüren des Mittelalters (800-1200), München 1983, 48-52.
Pace 2004: Valentino Pace, “Da Amalfi a Benevento. Porte di bronzo figurate dell’Italia meridionale medievale”, Rassegna del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, 23, 2003 (2004), 41-69 (in partic. 50-51).
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, 5 voll., Dresden 1860, I, 187, 191.
Tescione, Jodice 1967: Giuseppe Tescione, Antonio Jodice, “Il Monastero di San Giovanni delle Monache di Capua e l’inedita storia di Michele Monaco”, in Il contributo dell’archidiocesi alla vita religiosa e culturale del Mezzogiorno, Roma 1967, 405-426.
Thiery 1978: Antonio Thiery, in Aggiornamento all’opera di É. Bertaux, Roma 1978, 632-634.
Vona 2009: Fabrizio Vona, “Le porte di Monte Sant’Angelo e di Canosa: tecnologie a confronto”, in Le porte del Paradiso. Arte e tecnologia bizantina tra Italia e Mediterraneo, Atti del Convegno Internazionale di studi (Roma, 6-7 dicembre 2006), a cura di Antonio Iacobini, Roma 2009, 376-377. | |
| Allegati | ||
| Link esterni | ||
| Schedatore | Paola Coniglio, Stefano D'Ovidio | |
| Data di compilazione | 22/07/2015 12:28:47 | |
| Data ultima revisione | 21/02/2017 12:00:30 | |
| Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/526 |