Oggetto | Bari, San Nicola, ciborio a baldacchino | |
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Luogo di conservazione | Bari | |
Collocazione originaria | ||
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | anni trenta del XII secolo | |
Autore | ignoto artista/ ignota bottega operante nella prima metà del XII secolo | |
Descrizione | Capostipite di tutti gli esemplari pugliesi, il baldacchino che sovrasta l’altare della basilica di San Nicola fu realizzato probabilmente o durante i primi anni del priorato di Maione (succeduto nel 1133 ad Eustazio), o diurante gli ultimi anni di quello di Eustazio (a sua volta subentrato ad Elia [† 1105]). Il ciborio si eleva al di sopra di tre gradini che recano iscritto, con tecnica ad incrostazione, il nome dei due priori Elia ed Eustasio e insiste sui mosaici che ricoprono interamente il pavimento presbiteriale. Esso è composto da quattro colonne di marmo antico in breccia rossa (le antistanti) e viola (le posteriori), di riuso, con capitelli figurati, architrave e baldacchino a doppia piramide ottagonale su colonnine. A causa dei rimaneggiamenti che hanno interessato l’area presbiteriale in età moderna, le quattro colonne antiche non combaciano perfettamente con il motivo a cerchi del pavimento predisposto per accoglierle. I capitelli delle quattro colonne sono concordemente datati agli anni trenta del XII secolo: i due posteriori recano uno motivi vegetali e l’altro animali, nei due anteriori compaiono invece angeli con ali ben visibili. Tutte le forme sono caratterizzate da un intaglio duro e rigido, lontano dallo stile del maestro della Cattedra d'Elia. Sulle travi di collegamento tra i quattro capitelli corre la scritta “ARX HEC PAR CELIS / INTRA BONE SERVE FIDELIT / ORA PRO TE POPULOQUE”, che appare interrotta nella trave frontale da una piastra di rame, smaltata (copia dell’originale che si conserva nel Museo della basilica), raffigurante San Nicola che incorona Ruggero II (identificabili dai nomi, oltre che dai rispettivi attributi iconografici). Oltre ad alludere ad un evento storico preciso (l’incoronazione di Ruggero, avvenuta a Palermo nel 1130), la placchetta, se posta in relazione con i c.d. “Patti giurati” del 1132 tra il clero di San Nicola e il re, riveste anche un particolare significato politico e simbolico, testimoniando gli stretti legami tra la basilica barese e la monarchia normanna, che da San Nicola riceveva una simbolica consacrazione. La presenza di questa formella, eseguita con tecnica mista a champlevé e a cloisonné (mutuata dalla tradizione bizantina), probabile opera – come già sostenuto da Pina Belli D’Elia (2003) – di un artigiano locale, è importante perché è stata considerata un elemento datante del ciborio: il suo inserimento al centro della trave dovette infatti essere previsto fin dall’inizio, come dimostra lo spazio vuoto che spezza l’iscrizione in lettere bronzee. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Sulle travi di collegamento tra i quattro capitelli, in lettere bronzee: † ARX HEC PAR CELIS / INTRA BONE SERVE FIDELIT / ORA PRO TE POPULOQUE
Nei gradini su cui si eleva il baldacchino: HIS GRADIBVS TVMIDIS ASCENSVS AD ALTA NEGATVR / HIS GRADIBVS BLANDIS QVERERE CELSA DATVR / ERGO NE TVMEAS QVI SVRSVM SCANDERE QVERIS / SIS HVMILIS, SVPPLEX, PLANVS, ET ALTVS ERIS, / VT PATER HELIAS HOC TEMPLVM QVI PRIMVS EGIT, / QVOD PATER EVSTASIVS SIC DECORANDO REGIT. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | per la placchetta smaltata: Parigi, Biblioteca Nazionale, Estampes, Gb 20 Fol., f. 15, n. 345, disegno di I. Aveta | |
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Abbate 2010: Francesco Abbate, Arte in Puglia dal Medioevo al Settecento: il Medioevo, Roma 2010, 133.
Belli D’Elia 1985: Pina Belli D’Elia, La basilica di S. Nicola a Bari: un monumento nel tempo, Galatina 1985.
Belli D’Elia 2003: Pina Belli D’Elia, Puglia romanica (Collezione “Patrimonio artistico italiano”), Milano 2003, 122-123.
Cioffari, Werner 2000: Gerardo Cioffari, Monika Werner, Bona Sforza: donna del Rinascimento tra Italia e Polonia, Bari 2000, 276.
Milella 1987: Nicola Milella, “Storia dei restauri”, in San Nicola di Bari e la sua basilica. Culto, arte, tradizione, a cura di Giorgio Otranto, Milano 1987, 218-219.
Schettini, Willwmsen 1967: Franco Schettini, Carl Arnold Willemsen, La basilica di San Nicola di Bari, Bari 1967, 75 e segg. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Michela Tarallo | |
Data di compilazione | 13/04/2015 15:48:48 | |
Data ultima revisione | 09/02/2017 11:16:29 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/515 |