Oggetto | Bari, Piazza Mercantile, colonna della giustizia | |
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Luogo di conservazione | Bari | |
Collocazione originaria | Bari | |
Materiale | marmo, calcare | |
Dimensioni | ||
Cronologia | Rilavorazione del leone: XII secolo; gruppo con leone e colonna: XVI secolo? | |
Autore | ||
Descrizione | Il leone antico, rilavorato nel Medioevo, e la colonna in marmo proconnesio, sormontata da una palla di cannone, sono posti su una crepidine circolare articolata in quattro gradini, molto probabilmente risalente alla sistemazione originaria del gruppo nella piazza Mercantile. La prima menzione dell'opera d'arte si deve al Beatillo che, in realtà, ricorda solo il leone che al suo tempo si poteva vedere nella piazza del mercato (Beatillo 1637, 43-44), quasi sicuramente, possiamo aggiungere, nella collocazione odierna. Il gesuita riteneva il leone una citazione della fiera araldica di San Marco; si sarebbe trattato di un'opera innalzata dalla città come tributo ai veneziani, quando nell'XI secolo liberarono Bari dal pericolo dei Saraceni e solo successivamente, secono questa ricostruzione, il leone sarebbe stato spostato nella piazza Mercantile. Il racconto di Beatillo, smentito più tardi dal Petroni, attesta la memoria di una funzione e di una collocazione medievali dell'opera diverse rispetto a quella seicentesca, tali dati però non sono suffragati da altre testimonianze. È evidente dalla tipologia del gruppo scultoreo e dal valore simbolico degli elementi che lo costituiscono, per i quali si conoscono altri paralleli medievali e moderni, che quell'altro uso, sicuramente poco nobilitante, sul quale Beatillo era stato reticente, doveva essere quello di gogna o berlina. Una tale funzione viene documentata dal Petroni dal quale apprendiamo che i furfanti erano posti a sedere sul leone ed erano assicurati da un collare alla colonna retrostante (Petroni 1857, 108-111). Forse alla presenza di una catena si devono i solchi orizzontali ancora visibili sulla superficie della colonna (Melchiorre 1984). | |
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Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | In un cartiglio ricavato sul collare: "CUSTOS IUSTICIE". | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | Il leone, in passato considerato un'opera medievale (Deér 1959, 67) o rinascimentale (Melchiorre 1984), è ora concordemente ritenuto antico e rilavorato nel Medioevo, come è stato dimostrato dall'ampio studio di Luigi Todisco (Todisco 1987; sulla rilavorazione anche Bertelli 2003). Non è nota con certezza la data in cui l'opera antica, sicuramente reimpiegata già dal Medioevo, come attestano la rilavorazione e la presenza di fori sulla sommità del capo (leone stiloforo?), sia stata associata alla colonna e posta nella Piazza Mercantile. Nella prima metà del XVII secolo, a quanto sappiamo dal Beatillo, il leone era ubicato nella piazza, probabilmente già a costituire il gruppo della colonna della giustizia, che però non viene menzionato esplicitamente dalla fonte (Beatillo 1637, 43-44; cfr. fonti e documenti). I pareri degli studiosi si dividono nel ritenere la gogna, e dunque l'insieme formato dal leone e dalla colonna, un'opera medievale oppure cinquecentesca; in particolare, a tal proposito, l'iscrizione "custos iusticie" ben si adatterebbe a valorizzare il nesso della statua antica con l'attuazione della giustizia secolare e dunque la cronologia dell'epigrafe risulta fondamentale in una riflessione sul primo reimpiego della scultura. Luigi Todisco ritiene che l'iscrizione sia stata realizzata nel Medioevo e che sia coeva alla rilavorazione del leone, datando tali interventi nell corso del XII secolo; secondo questa lettura il motto sul collare, coerentemente con il valore simbolico riconosciuto al leone nell’ideologia del potere normanna, avrebbe avuto la funzione di ammonimento per i baresi le cui rivolte erano state in più occasioni duramente sedate dai nuovi signori (Todisco 1987). Anche Gioia Bertelli si è successivamente espressa in favore di una datazione delle rilavorazioni e dell'iscrizione compresa tra la seconda metà del secolo XI e la fine del successivo (Bertelli 2003). Secondo questi studi il leone sarebbe stato prelevato dal luogo del suo reimpiego medievale e, associato alla colonna, ubicato nella piazza del mercato nel corso del XVI secolo. Luigi Todisco collega il posizionamento del custos iusticie alla fase di rinnovamento edilizio che dovette investire la piazza sotto l'impulso di Isabella d'Aragona (Petrignani, Porsia 1982, 49-50; Buono 1984; Todisco 1987): la piazza, già dal XV secolo sede del seggio, fu inglobata nel sistema delle mura cinquecentesche e trasformata in un nodo centrale nel collegamento tra la basilica di San Nicola e il porto. Nel XVI secolo, intatti, con la presenza della dogana e dell'arsenale, la Piazza Mercantile divenne il polo di aggregazione dell'attività politica, economica e giudiziaria della città. Andrebbe forse riconsiderata, verificandone le basi documentarie, l'ipotesi del Perotti, poi riproposta anche da Melchiorre, secondo la quale il reimpiego del leone nella gogna barese sarebbe da collegare al provvedimento con il quale Pedro de Toledo, nel 1546, aveva mitigato la prassi della gogna, prevedendo, secondo la ricostruzione del Perotti, che gli insolventi venissero fatti sedere sul leone, e assicurati con un collare alla colonna, piuttosto che costretti ad una postura ancora più umiliante prevista dal precedente ordinamento (Perotti 1919; Melchiorre 1984). A Roma è noto l'uso del leone come gogna, o meglio come simbolo del luogo in cui si amministrava la giustizia, almeno dalla metà del XIV secolo, tale era, infatti, la funzione del celebre gruppo del leone che azzanna il cavallo (Hesberg 1987) posto presso le scale del Campidoglio, da dove fu spostato con la sistemazione cinquecentesca della piazza. Dai documenti si deduce, ad esempio, che il loco del lione era la sede consueta nella quale si pronunciavano le sentenze di morte (Michaelis 1891, 6-10). D'altra parte il leone era stato, prima della lupa, l'animale araldico del senato romano, in quanto allegoria del buon governo e della giustizia cittadina (sul legame tra leone e giustizia secolare e sulla funzione del leone in associazione alla colonna, come elemento identificativo di uno spazio dedicato all'amministrazione della giustizia, cfr. De Appolonia 2009). Anche a Venosa, Achille Cappellano attesta la presenza di un leone antico appoggiato a una colonna nella pubblica piazza, ubicata presso il castello di Pirro del Balzo (Cappellano [ed. Nigro 1985], 40; Todisco 1996, 142-143); il gruppo scultoreo, evidentemente realizzato con preziosi spolia, doveva fungere anche in questo caso da gogna o forse, in maniera più genereale, indicare il luogo deputato all'amministrazione della giustizia (una sorta corte giudiziaria all'aria aperta). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | Beatillo 1637, 43: "un gran Leone di pietra viva, che ancora hogi sta in essere nel publico mercato della Città, un po' distante dal primo luogo, dove serve ad altro uso".
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Bibliografia | Beatillo 1637: Antonio Beatillo, Historia di Bari principal città della Puglia nel Regno di Napoli, Napoli 1637.
Bertelli 2003: Gioia Bertelli, "Leone", in Rilavorazione dell'antico nel Medioevo, a cura di Mario D'Onofrio, Roma 2003, 94-95.
Cappellano (ed. Nigro 1985): Achille Cappellano, Venosa 28 febbraio 1584. Discrittione della città de Venosa, sito et qualità di essa, a cura di Raffaele Nigro, Venosa 1985.
De Appolonia 2009: Giovanna De Appolonia, “Justice and judgement in the Romanesque column-bearing lions of Northern Italy”, Ikon, 2, 2009, 167-176.
Deér 1959: Jozsef Deér, The dynastic porphyry tombs of the Norman period in Sicily, Cambridge 1959.
Hesberg 1987: Henner von Hesberg, "Die Löwenkampfgruppe auf dem Kapitol und ihre Wiederholung in Augsburg. Zum Problem des Realismus in frühhellenistischer Zeit", Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Römische Abteilung, 94, 1987, 109-130.
Melchiorre 1984: Vito Antonio Melchiorre, "Storia dell'infame colonna", in AA. VV. Piazza Mercantile, Bari 1984, 78-79.
Michaelis 1891: Adolf Michaelis, "Storia della collezione capitolina di antichità fino all'inaugurazione del Museo (1734)", Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Römische Abteilung, 6, 1891, 3-66.
Perotti 1919: Armando Perotti, "Il leone di piazza Mercantile", Corriere delle Puglie, 14.12.1919.
Petroni 1857: Giulio Petroni, Della storia di Bari dagli antichi tempi sino all'anno 1856, vol. I, Napoli 1857-1858, 108-112.
Todisco 1987: Luigi Todisco, "Il leone 'custos iusticie' di Bari", Rivista dell'Istituto nazionale d'archeologia e storia dell'arte, n.s., 10, 1987, 129-151.
Todisco 1988: Luigi Todisco, "Piazza Mercantile", in Archeologia di una città: Bari dalle origini al X secolo, a cura di Giuseppe Andreassi, Francesca Radina, Bari 1988, 434-437.
Todisco 1994: Luigi Todisco, "L'eredità dell'antico nella cultura materiale di Bari tra XI e XIII secolo", in Id., Scultura antica e reimpiego in Italia meridionale, Bari 1994, 240-272.
Todisco 1996: Luigi Todisco, La scultura romana di Venosa e il suo reimpiego, Roma 1996. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 09/04/2015 21:59:14 | |
Data ultima revisione | 14/05/2017 00:02:04 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/510 |