OggettoConversano, Santa Maria dell'Isola, pulpito
Luogo di conservazioneConversano
Collocazione originariaConversano
Materialepietra
Dimensioni
Cronologia1505, ante
AutoreNuzzo Barba
Descrizione

Il pulpito si trova nella chiesa di Santa Maria dell'Isola di Conversano. Addossato alla parete vicino all'edicola (anch'essa attribuita a Nuzzo Barba), il pulpito, privo di alcuna funzione liturgica, vista l'assenza della scala d'accesso, si caratterizza per la forma ad emiciclo ed esibisce al centro lo stemma della famiglia Acquaviva d'Aragona inquartato con quello Todeschini Piccolomini, retto da una coppia di putti. Ciò induce a pensare che l'opera sia stata commissionata da Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona e dalla moglie Isabella Todeschini Piccolomini. La linearità della cassa semi-cilindrica, interrotta solo dalla presenza dell'impresa araldica, è complicata, e notevolmente arricchita, dalla serie di cornici concentriche, occupate da modanature ornate da raffinate decorazioni digradanti verso il basso, dove un mensolone accoglie la figura di un piccolo telamone in atto di sostenere l'intera opera.

Immagine
CommittenteAndrea Matteo Acquaviva d'Aragona, Isabella Todeschini Piccolomini
Famiglie e persone

Acquaviva d'Aragona

Todeschini Piccolomini

Iscrizioni

Tra i due angeli reggistemma, in basso, è incisa la firma dello scultore: "OPVS NUTII BARBE".

Stemmi o emblemi araldici

Stemma di Andrea Matteo Acquaviva d'Aragona inquartato con quello della prima moglie, Isabella Todeschini Piccolomini, morta nel 1505 (Gelao 2004, 51, nota 62).

Note

I putti reggistemma e il telamone si confrontano bene con le tre testine di serafini scolpiti da Nuzzo Barba nel fregio della tomba di Petruccio Bove nella chiesa di San Domenico a Bitonto: in tutte queste figure si riscontra la stessa cura nella resa dei dettagli fisionomici. Allo stesso modo l'attenzione concessa dall'autore all'esecuzione della serie di minute decorazioni nella terminazione a cono del pulpito è analoga a quella che Nuzzo riserva al variegato repertorio figurativo esibito nell'edicola in Santa Maria dell'Isola. Tali modi stilistici non si ritrovano, al contrario, nel monumentale sepolcro di Giulio Antonio Acquaviva e di Caterina del Balzo Orsini, pure all'interno del medesimo edificio di culto, a riprova del fatto che il Barba molto verosimilmente non partecipò personalmente all'impresa. 

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gambacorta 1971: Antonio Gambacorta, "Artisti salentini dei secc. XIV-XVIII in Terra di Bari", in Studi di storia pugliese in onore di Nicola Vacca, Galatina 1971, 203-244.

 

Gelao 1987: Clara Gelao, “Ancora su Nuzzo Barba a Conversano. Un’ipotesi sulla sua formazione”, in Storia e cultura in Terra di BariStudi e ricerche, Galatina 1986 (1987), 27-42.

 

Gelao 1988: Clara Gelao, “L’attività di Nuzzo Barba a Conversano e le influenze veneto-dalmate nella scultura pugliese del Rinascimento”, Saggi e memorie di storia dell’arte, 16, 1988, 9-19.

 

Gelao 1996: Clara Gelao, “Monumenti funerari cinquecenteschi legati alla committenza degli Acquaviva d’Aragona”,in Territorio e feudalità nel Mezzogiorno rinascimentale, Atti del I Convegno Internazionale di studi sulla casa Acquaviva d’Atri e di Conversano (Conversano, Atri, 13-16 settembre 1991), a cura di Caterina Lavarra, Galatina 1996, 303-348. 

 

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.

Allegati
Link esterni
SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione04/02/2014 09:53:32
Data ultima revisione12/02/2017 16:49:21
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/430