Oggetto | Bari, San Nicola, mausoleo di Bona Sforza | |
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Luogo di conservazione | Bari | |
Collocazione originaria | Bari | |
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1587-1593 | |
Autore | Andrea Sarti, Francesco Zacarella, Ceccardo Bernucci | |
Descrizione | Il monumentale sepolcro di Bona Sforza, regina di Polonia, duchessa di Bari e principessa di Rossano, è alloggiato sulla parete dell’abside della basilica di San Nicola a Bari. Realizzata in marmo di Carrara e in portovenere, la tomba è costituita da un’imponente edicola marmorea suddivisa in tre scomparti da quattro colonne d’ordine dorico e ospitante all’interno cinque statue a grandezza naturale. A partire dal basso, adagiate sull’alta zoccolatura che funge da base all’intero complesso funerario, si dispongono le figure coronate, nude e semidistese rappresentanti allegoricamente il Regno di Polonia e il Ducato di Bari, di cui reggono rispettivamente le insegne araldiche. Alle loro spalle, entro le due nicchie laterali, sono allogati San Nicola da Bari, patrono di Bari e titolare della basilica, a destra, e San Stanislao, protettore della Polonia, a sinistra. La nicchia centrale ospita la figura scolpita della Regina, inginocchiata e con le mani giunte in segno di devozione, e rivolta verso l’altare consacrato della basilica. Al di sotto campeggia il sarcofago, in marmo nero, che accoglie le spoglie mortali di Bona, a sua volta poggiante su uno zoccolo rettangolare la cui fronte reca incisa l’epigrafe dedicatoria della tomba in lettere bronzee e datata 1593. Chiudeva in alto il sepolcro un fastigio scolpito a bassorilievo con la Resurrezione di Cristo, spostato dalla sua collocazione originaria nel 1950 a seguito dei lavori che portarono alla riapertura del finestrone absidale e attualmente custodito nella torre nord-ovest della basilica. Le volontà della regina, che aveva espressamente chiesto nel testamento redatto il 18 novembre 1557 di essere seppellita nella chiesa dell’Annunziata a Napoli, all’interno della quale ella sperava che fosse eretta una “Cappella Reale” dedicata a San Stanislao, non furono rispettate, a causa di alcune controversie giudiziarie sorte tra gli eredi in merito alle disposizioni testamentarie di Bona, morta il 19 novembre. Il figlio di Bona, Sigismondo II re di Polonia, infatti, nell’attesa che la lite si dirimesse, morì nel 1572 senza aver ancora proceduto alla commissione dell’opera. Si dovette attendere il 1588, e l’intervento di Anna Jagellona, la figlia della Regina, affinché si decidesse di traslare le reliquie di Bona dalla Cattedrale di Bari alla basilica di San Nicola (decisione che era stata precedentemente presa dagli esecutori testamentari della Regina, ai quali spettava appunto scegliere la chiesa che avrebbe ospitato le spoglie). | |
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Committente | Anna Jagellona | |
Famiglie e persone | Sforza | |
Iscrizioni | Sotto il sarcofago di Bona Sforza, incisa in lettere bronzee su marmo nero: "D.O.M. BONAE REGINAE POLONIAE SIGISMUNDI REGIS POTENTISSIMI MAGNI DUCIS LITHUANIAE RUSSIAE PRUSSIAE MOSCOVIAE SAMOGITIAEQUE CONIUGI DILECTISSIMAE DUCISSAE BARI PRINCIPIQUE ROSSANI QUAE IOANNIS SFORTII GALEATII DUCIS MEDIOLANENSIUM FILIA EX IASABELLA ARAGONIA ALFONSI II NEAPOLITANORUM REGIS SPLENDOREM GENERIS REGIAEQUE MAIESTATIS DIGNITATEM SUMMIS DOTIBUS ILLUSTRAVIT ANNA JAGELLONIA REGINA POLONIAE CONIUX STEPHANI I PATRE MATRE FRATRE MARITO REGIBUS TRIBUSQUE SORORIBUS HUMATIS MATRE DESIDERATISSIMAE PIETATIS HOC MONUMENTUM POSUIT DOTEMQUE SACRIS PERPETUO FACIUNDIS ATTRIBUIT ANNO DOMINI MDLXXXXIII VIXIT ANNOS LXV MENSES VII DIES X". | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | Il progetto e il programma iconografico del monumento funebre deve ricondursi al canonico polacco Tommaso Treter (1547-1610), pittore di stanza a Roma e consigliere artistico di Anna Jagellona, la quale incaricò il Treter anche di comporre l’epigrafe commemorativa e di sorvegliare i lavori cui attendevano nel frattempo gli scultori a Napoli (Waźbiński 1979). L’opera fu infatti lavorata nella Capitale del Viceregno da un’équipe di lapicidi guidati dal carrarese Andrea Sarti, e composta dall’umbro Francesco Zagarella e dall’altro carrarese Ceccardo Bernucci. All’agosto del 1589 si data il primo rogito attestante l’incarico affidato al Sarti, rintracciato da Giovambattista D’Addosio nel 1918; più di recente Mimma Pasculli Ferrara ed Eduardo Nappi hanno pubblicato un’altra serie di atti notarili rinvenuti nell’Archivio Storico del Banco di Napoli (cfr. Fonti e documenti). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | Archivio di Stato del Banco di Napoli (ASBN), Banco del Popolo, 1, Giornale di cassa, 18 agosto 1589: "A Filippo Ovadovsch, ducati 100, et per lui a Francesco Zaccarella et Andrea Sarti, dite ce li paga a buon conto della sepoltura che fanno ad instantia sua per la serenissima regina Bona di Polonia, decendo che con questi 100 hanno havuto da mano sua ducati 560, oltre quello che il quondam Scipione Pulpo gli ha pagati"(documento transunto da G.B. D’Addosio, "Documenti inediti di artisti napoletani del sec. XVI e XVII, dalle polizze dei banchi", Archivio Storico per le Province Napoletane, XLIII, 1918, 135, e pubblicato per esteso da D. Pasculli Ferrara, E. Nappi, Arte napoletana in Puglia dal XVI al XVIII secolo: pittori, scultori, marmorari, architetti, ingegneri, argentieri, riggiolari, organari, ferrari, ricamatori, banderari, stuccatori. Documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, Fasano 1983, 302, doc. 57).
ASBN, Banco del Popolo, 1, Giornale di cassa, 19 agosto 1589: "A Filippo Ovadovsch, ducati 200, et per lui a Francesco Zaccarella et Andrea Sarti, dite ce li pagassino a buon conto della sepoltura che fanno ad instantia sua per la serenissima regina Bona di Polonia, decendo che con questi ducati 200 hanno havuto da mano sua ducati 760, oltre quelli che il quondam Scipione Pulpo gli ha pagato" (Pasculli Ferrara, Nappi 1983, 302, doc. 58).
ASBN, Banco del Popolo, 1, Giornale di cassa, 21 agosto 1589: "A Francesco Zagarella et Andrea Sarti, ducati 6.50, et per loro a Ceccardo Bernuzzi, per tante giornate che ha lavorato con esso in la sepoltura della serenissima Regina di Polonia" (Pasculli Ferrara, Nappi 1983, 302, doc. 59).
ASBN, Banco del Popolo, 1, Giornale di cassa, 15 settembre 1589: "A Giovan Solsino, internuntio di Polonia, ducati 100, et per lui a Francesco Zagarella et Andrea Sarti, dite ce li paga a buonconto della sepoltura che fanno ad istanza sua per la serenissima regina Bona di Polonia, dicendo che con quelli ducati 1140 che hanno avuto da Filippo Ovadovsch suo antecessore, e con detti ducati 100 che ora gli paga, hanno avuto ducati 1240" (Pasculli Ferrara, Nappi 1983, 302, doc. 60). | |
Bibliografia | Abbate 1994: Francesco Abbate, Storia dell’arte nell’Italia meridionale. Il Cinquecento, Roma 2001, 375-376.
Calò Mariani, Dibenedetto 2000: Maria Stella Calò Mariani, Giuseppe Dibenedetto, Bona Sforza, Regina di Polonia e duchessa di Bari, cat. mostra, Roma 2000.
Ceci 1933: Giuseppe Ceci, Nella chiesa di San Nicola. I, Il monumento di Bona Sforza, Bari 1933, 43-48.
D’Addosio 1918: Giovambattista D’Addosio, “Documenti inediti di artisti napoletani dei secoli XVI e XVII dalle polizze dei banchi”, Archivio Storico per le province napoletane, CXLIII, 1918, 135-136.
Falco 2000: Alfonso Falco, L’ultimo testamento di Bona Sforza, Bari 2000.
Franco 1960: Antonio Franco, “L’opera di un ignorato scultore salentino del Rinascimento. Appunti occasionali per una storia dell’arte in Puglia”, La Zagaglia, V, marzo 1960, 5.
Gelao 1984: Clara Gelao, “Per una storia dell’arte a Bari tra 400 e 500”, in I segni della storia. le carte, le pietre, le cose, Bari 1984, 78.
Gelao 2005: Clara Gelao, “Il mausoleo di Bona Sforza in S. Nicola a Bari”, in Puglia rinascimentale, Milano 2005, 295-297.
La Regina Bona Sforza 1987: La Regina Bona Sforza tra Puglia e Polonia, Atti del Convegno (Bari, 27.4.1980), Wrocław 1987.
Lupoli Tateo: Rosa Lupoli Tateo, “La cattedra dell’Abate Elia e la tomba di Bona Sforza in margine alla controversia sui privilegi di San Nicola (1594-1603)”, Addenda Nicolaiana, I, s.l., s.a.
Lupoli Tateo 1984: Rosa Lupoli Tateo, “Interrelazioni tra il trono di Cracovia, la cattedra di Elia e il mausoleo di Bona Sforza in San Nicola di Bari”, II, Addenda Nicolaiana, s.l., s.a.
Melchiorre 1987: Vito Antonio Melchiorre, “Da Bona Sforza ai giorni nostri”, in San Nicola di Bari e la sua basilica. Culto, arte, tradizione, a cura di Giorgio Otranto, Milano 1987, 174-205.
Mongelli 1981: Gaetano Mongelli, “Il sepolcro della Regina di Polonia”, in San Nicola, a cura di Nino Lavermicocca, Bari 1981, I, 86.
Negri Arnoldi 1997: Francesco Negri Arnoldi, Scultura del Cinquecento in Italia meridionale, Napoli 1997, 222-223.
Nitti Di Vito 2007: Francesco Nitti Di Vito, La basilica di S. Nicola di Bari. Guida storico-artistica, Bari 2007, 50.
Pasculli Ferrara 1983: Domenica Pasculli Ferrara, Arte napoletana in Puglia dal XVI al XVIII secolo. Pittori, scultori, marmorari, architetti, ingegneri, argentieri, riggiolari, organari, ferrari, ricamatori, banderari, stuccatori, Fasano 1983.
Rotili 1976: Mario Rotili, L’arte del Cinquecento nel Regno di Napoli, Napoli 1976, 110.
Waźbiński 1979: Zygmunt Waźbiński, “Mauzoleum Bony Sforzy w Barii, przyczynek do dziejów polityki dynastycznej królowej Anny, ostatniej Jagiellonki”, Folia historiae artium, XV, 1979, 59-87. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Paola Coniglio | |
Data di compilazione | 05/11/2013 07:56:58 | |
Data ultima revisione | 09/02/2017 11:42:14 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/395 |