Oggetto | Venosa, abbazia della Trinità, tomba di Alberada | |
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Luogo di conservazione | Venosa | |
Collocazione originaria | Venosa | |
Materiale | ||
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Cronologia | ||
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Descrizione | Il monumento funebre si trova nella chiesa dell'abbazia della Santissima Trinità di Venosa, addossato alla parete sinistra (nord) del corpo longitudinale dell’edificio, all’altezza dell’ultima campata prima del presbiterio. È inquadrato all’interno di un baldacchino a terminazione a spiovente, e sopraelevato al di sopra di un doppio zoccolo. La sepoltura consiste in un sarcofago semplice in marmo cipollino, coperto da una lastra in marmo bianco il cui bordo, decorato a ovoli e perline, mostra i segni di una lavorazione ascrivibile all’età romanica, coerente con il reimpiego del sarcofago antico nella seconda metà dell’XI secolo, epoca presunta della morte di Alberada. La parete di fondo del monumento è rivestita di lastre di cipollino, così come nel cipollino sono state ricavate le due colonnine che sostengono l’edicola, coronate da alti capitelli. L’iscrizione sul sepolcro, in capitali latine, commemora Alberada quale moglie del Guiscardo e ricorda che suo figlio (Boemondo) è sepolto a Canosa. Condividendo l’ipotesi di una datazione del monumento in anni non molto lontani dal post quem offerto dal 1111, data di morte di Boemondo d’Altavilla, la critica tende a vedere nella tomba di Alberada uno dei più antichi esempi sopravvissuti di sepolcri architettonici a muro, insieme alla tomba del camerario Alfano (m. 1123) nel portico di Santa Maria in Cosmedin a Roma. Bertaux 1897 (XV) e Herklotz 1985 (55) hanno riconosciuto il tratto paleografico moderno dell’epigrafe, risalente con evidenza alle risistemazioni cinquecentesche di cui furono oggetto tanto l’edificio della Trinità quanto le memorie sepolcrali della stirpe degli Altavilla. Si può inoltre condividere la considerazione di Aceto 2007 (413, nota 33) che l’iscrizione sia moderna anche nei contenuti, sulla base del fatto che le iscrizioni sepolcrali medievali, specialmente di XI e XII secolo, più comunemente celebrano i meriti della defunta, del tutto assenti nel testo, mentre l’insolita attenzione verso il luogo di sepoltura del figlio è “perfettamente compatibile con la cultura storica meridionale di pieno Cinquecento”. La datazione del monumento resta dunque affidata principalmente ai dati formali. Le parti scolpite dell’edicola mostrano significative affinità con i capitelli del colonnato della chiesa Incompiuta (Wackernagel 1911, 88-89): un dato non trascurabile che suggerisce di ancorare almeno la monumentalizzazione della tomba di Alberada (la cui data di morte è ignota) a questa fase del cantiere architettonico, dalla cronologia ancora dibattuta, ma sicuramente individuata nell'ambito del XIII secolo. Discussa è anche la relazione con le tombe dinastiche normanne riunite nella Cattedrale di Palermo; per Deer (1959, 88-89) il modello sarebbe derivato da Venosa. Secondo Aceto 2007 (413, nota 33) il rapporto sarebbe invece stato di segno contrario: il sarcofago di Alberada, depositato con le altre sepolture degli Altavilla nella "chiesa vecchia" in attesa che fosse ultimato il nuovo edificio, sarebbe stato oggetto di una rimonumentalizzazione, in coincidenza con la ripresa del cantiere agli inizi del Duecento, su ispirazione delle tombe reali siciliane. | |
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Committente | ||
Famiglie e persone | Di nobile stirpe normanna, Alberada di Buonalbergo sposò Roberto il Guiscardo nel 1047. Nel 1058, il Guiscardo la ripudiò per sposare la longobarda Sichelgaita, sorella del principe di Salerno Gisulfo II, in accordo a una precisa strategia che supportava con i legami matrimoniali l’avanzata e il consolidamento del potere normanno nel Meridione. La coppia ebbe due figli: Emma e Marco, più noto come Boemondo, morto nel 1111 e sepolto in un mausoleo addossato al transetto destro della Cattedrale di Canosa, come ricordato nell'iscrizione che compare sul monumento di Alberada. | |
Iscrizioni | Sull’architrave del timpano: GVISCARDI CONIVX ABERADA HANC CONDITVR ARCA / SI GENITVM QUÆRES HVNC CANVSINVS HABET. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | La tomba di Maria Donata Orsini nella Cattedrale di Venosa è stata messa in relazione alla tomba di Alberada da Anna Grelle Iusco (Grelle Iusco 1981/2001, 61). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Aceto 2007: Francesco Aceto, "La corte e la chiesa: l'Incompiuta Trinità di Venosa. Un'ipotesi sulla sua destinazione funeraria", in Medioevo: la Chiesa e il Palazzo, Atti del Convegno internazionale di studi (Parma, 20-24 settembre 2005), a cura di A. C. Quintavalle, Milano 2007, 403-413.
Bertaux 1897: Emilio [sic] Bertaux, "I monumenti medievali della regione del Vulture", Parigi 1897, supplemento a Napoli nobilissima, 1897.
Bertaux 1904: Emile Bertaux, L'art dans l'Italie Méridionale, I, Paris 1904, 320-322.
Deér 1959: József Deér, The dynastic porphyry tombs of the Norman period in Sicily, Cambridge 1959.
De Lachenal 1998: Lucilla de Lachenal, “L'Incompiuta di Venosa. Un'abbaziale fra propaganda e reimpiego”, Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, 110, 1998, 299-315.
Falla, Andaloro 1991: Marina Falla, Maria Andaloro, “Altavilla”, in Enciclopedia dell’Arte Medievale, I, 1991.
Grelle Iusco 1981/2001: Arte in Basilicata, a cura di Anna Grelle Iusco, ristampa anastatica dell’edizione 1981, con note di aggiornamento di Anna Grelle e Sabino Iusco, Roma 2001.
Herklotz 1985: "Sepulcra" e "Monumenta" del Medioevo. Studi sull'arte sepolcrale in Italia, Napoli 1985.
Manselli 1960: Raoul Manselli, voce “Alberada”, in Dizionario Biografico degli Italiani, 1, 1960.
Musset 1985: Lucien Musset, “Les sépultures des souverains normands: un aspect de l’idéologie du pouvoir”, in Autour du pouvoir ducal normand, a cura di L. Musset, J. M. Bouvris, J. M. Maillefer, Caen 1985, 19-44.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 325.
Tramontana 2005: Salvatore Tramontana, voce "Altavilla", in Enciclopedia Federiciana, 2005.
Wackernagel 1911: Martin Wackernagel, Die Plastik des XI. und XII. Jahrhunderts in Apulien, Leipzig 1911. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Elisabetta Scirocco | |
Data di compilazione | 21/03/2013 12:37:18 | |
Data ultima revisione | 06/01/2019 20:51:47 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/221 |