OggettoAltamura, mura
LuogoAltamura
TipologiaFortificazioni
Nome attualeMura megalitiche
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizieLa cinta esterna presenta due cortine di blocchi non squadrati in calcare, disposti a secco secondo il piano di sfaldatura; la cinta interna è realizzata da grossi blocchi calcarei sbozzati, disposti di testa e di taglio in maniera irregolare.
Dimensioni
Stato di conservazione
Immagine
CronologiaUltimo venticinquennio del V secolo a.C. - ultimi decenni del IV secolo a.C.
Fattori di datazione

Tecnica edilizia; accertamenti archeologici (stratigrafia).

Storia e trasformazioni medievali e moderne

La cinta interna, ora rintracciabile solo in pochi tratti (cortile interno di Palazzo del Balzo, attualmente De Angelis), è stata recuperata da Sparano da Bari intorno al 1293 e riutilizzata come tracciato per le fortificazioni della città medievale. La cinta esterna, mai interessata dall'edificazione del centro urbano, fino a tempi recenti, ha conservato il suo aspetto antico nonostante la progressiva decadenza. A partire dal 1982 sono stati attuati diversi interventi di recupero, restauro e riqualificazione delle strutture (Rinaldi 2009-2010, 48-49).

Famiglie e persone
Descrizione

Il doppio sistema di fortificazioni, una più interna a chiudere l'acropoli e una esterna più ampia, è tuttora l'evidenza archeologica più significativa della cittadina dell'Alta Murgia. Delle mura, elemento identificativo e caratterizzante del territorio, porta una chiara testimonianza il toponimo che, probabilmente preesistente, fu adottato dalla fondazione federiciana (nell' Atto di delimitazione del territorio del 1243 ricorre, infatti, questa espressione: terra que dicta est antiquitus Altamura, cfr. Giannuzzi 1935, 5).

Recenti analisi di natura topografica, corredate dall'inserimento dei dati disponili in un sistema GIS, hanno consentito di verificare la lunghezza dei due circuiti murari e stabilirne, ricostruendo ipoteticamente alcuni tratti, il tracciato originario (Rinaldi 2009-2010).

La cinta interna è ora individuabile in pochi settori, poiché riutilizzata come base per le fortificazioni medievali; uno stato di migliore conservazione è goduto dalle mura esterne, che restano ancora visibili per lungo tratto in una zona poco edificata nel settore Nord dell'abitato (da via delle Mura Megalitiche procedendo in direzione Sud-Est fino alla strada Provinciale per Santeramo), dove si conserva l'unica porta antica dell'intero sistema fortificato: la porta Alba, meglio nota dalla tradizione antiquaria come porta Aurea (a m 350 dalla provinciale per Bari, in corrispondenza di via Chiancone).

Le altre porte di accesso all'acropoli e alla più vasta area dell'insediamento peuceta sono state individuate grazie all'analisi incrociata delle fonti documentarie, delle evidenze archeologiche e dei risultati delle indagini effettuate (Ponzetti 1984; Rinaldi 2009-2010, 45-48). É molto probabile che le porte medievali di Porta Bari e Porta Foggiali siano state impostate sulle fortificazioni antiche, mentre la posizione degli accessi nel circuito esterno sembra ancora leggibile nel tracciato degli assi viari che collegavano il centro peuceta a quelli vicini (Ceglie, Bari, Gravina, Matera, Taranto e Cassano Murge). Risulta dunque possibile ubicare complessivamente sei porte, tante quante vengono descritte in un manoscritto anonimo dei primi dell'ottocento (Anonimo 1810), in parte coincidenti con quelle, più numerose, rappresentate nella celebre veduta della città del XVI secolo (Muratore, Munafò 1991, 115, fig. 45).

Iscrizioni

Porta del Carmine: Orlandus me destruxit Federicus me reparavit (la più antica attestazione dell'iscrizione risale alla veduta della città, realizzata alla fine del XVI secolo per Angelo Rocca, in Muratore, Munafò 1991, 115, fig. 45; per l'iscrizione si veda anche: Anonimo 1810 citato in Ponzetti 1984, 11).

Apparato decorativo
Note

Le "alte mura" sono state sin dal Medioevo, come confermano anche le carte notarili (cfr. fonti e documenti), un importante elemento di definizione spaziale della città e del suo territorio, nonché un forte simbolo identitario e una solida base materiale per la costruzione di una storia antica locale.

Tutte le fonti antiquarie riconoscono come antico il circuito esterno riferendo talvolta, come nel caso di Domenico  Santoro (cfr. Berloco 1985, 126 s.), la sovrapposizione delle fortificazioni moderne a quelle antiche solo nel tratto più esterno (compreso tra Porta Sant'Antonio e porta Foggiali); mentre la forma del doppio circuito non pare compresa.

L'anonimo del 1810 riferisce che la Porta del Carmine, fino al 1715, doveva essere costituita da massi di grandi dimensioni e conservare ancora l'arco con l'iscrizione che celebrava la ricostruzione federiciana della città ditrutta ad opera di Orlano (Orlandus me destruxit Federicus me reparavit, Ponzetti 1984, 11).

Fonti iconografiche

- 1584-1585: veduta a volo di uccello (Roma, Archivio Generale degli Agostiniani, Carte Rocca, p/32; Muratore, Munafò 1991, 112-113, fig. 44).

- 1584-1585: veduta a volo d'uccello (Roma, Archivio Generale degli Agostiniani, Carte Rocca, p/33; Muratore, Munafò 1991, 114-115, fig. 45).

- XVIII secolo: veduta della città e pianta (manoscritto anonimo non classificato conservato presso la biblioteca del Museo civico della città di Altamura in Ponzetti 1984-1985, 12, fig. 1-2).

Piante e rilievi

Ricostruzione grafica del percorso delle fortificazioni su base cartografica in Rinaldi 2009-2010, tav. VI.

 

Fonti e documenti

Il nome della città:

- Atto di delimitazione del territorio del 1243: terra que dicta est antiquitus Altamura (cfr. Giannuzzi 1935, 5; Rinaldi 2010, 41);

- Deposizioni relative ad un atto processuale datato 1299: recordatur quando in terra Altamure nulus habitabat, tamen vocabatur tunc eodem nomine locus ille ita desertus (Giannuzzi 1935, 111, 118; Rinaldi 2010, 41-42,  nota 6);

Antichità delle mura:

- Atto processuale del 1299: si definisce la città di Altamura con la seguente espressione que est circumdata parietibus antiquis (Giannuzzi 1935, 93; Rinaldi 2010, 42);

- Atto privato del 13 giugno 1306: notazione riguardante l’antichità delle mura (Giannuzzi 1935, 240; Rinaldi 2010, 42);

Attestazioni della Porta Aurea:

- Nell'Inventarium Bonorum del 1530, tav. 6, f. 31 (Archivio capitolare della Cattedrale di Altamura) si trova l’espressione: in contrata muri veteri in porta que dicitur Aurea (cfr. Ponzetti 1983-1984, 11 nota 6);

- Negli Atti della Visita del 1558 (Archivio capitolare della Cattedrale di Altamura) si trova un’altra menzione della porta: ortum unum porta Aurea in murum vetere (cfr. Ponzetti 1983-1984, 11 nota 6);

Descrizione dell’impianto del circuito murario:

- Domenico Santoro, Descrizione della città di Altamura 1688 (in Berloco 1985, 26-27).

Bibliografia

Anonimo 1810: Manoscritto inedito non classificato conservato presso l’Archivio della Biblioteca del Museo civico della città di Altamura.

 

Berloco 1985: Tommaso Berloco, Storie inedite della città di Altamura, Bari 1985.

 

Di Cicco 1901: Vittorio Di Cicco, "Ricerche archeologiche nei territori di Altamura e di Gravina", Notizie degli scavi di antichità 1901, 210-217.

 

De Juliis 1988: Ettore Maria De Juliis, Gli Iapigi. Storia e civiltà della puglia preromana, Milano 1988, 130-132.

 

Giannuzzi 1935: A. Giannuzzi, Le carte di Altamura (1532-1502), in Codice Diplomatico Barese, XII, Bari 1935.

 

Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991.

 

Ponzetti 1984: Francesco Maria  Ponzetti, "Le mura appenniniche preromane di Altamura", Altamura, 25-26, 1983-1984, 8-120.

 

Rinaldi 2009-2010: Annunziata Rinaldi, "L'impianto difensivo dell'insediamento peucezio di Altamura: alcune considerazioni", Taras, 29-30, 2009-2010, 41-72.

Link esterni
SchedatoreStefania Tuccinardi
Data di compilazione23/02/2014 17:44:27
Data ultima revisione13/05/2017 19:46:42
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/62