OggettoNola, Anfiteatro romano
LuogoNola
TipologiaEdificio per spettacoli
Nome attualeAnfiteatro
Nomi antichiAnfiteatrum latericium
Materiali e tecniche edilizieOpera reticolata; opera laterizia
DimensioniSull'asse maggiore lung. 138 m e su quello minore 108 m
Stato di conservazione

Si conserva solo un terzo dell'edificio antico. Persa la decorazione scultorea.

Immagine
CronologiaTarda età repubblicana
Fattori di datazione

Tecniche edilizie in uso; stratigrafie murarie; arredi scultorei

Storia e trasformazioni medievali e moderne

L'anfiteatro consta di tre/quattro fasi costruttive: la prima è pertinente all'edificazione dell'edificio verso la metà del I secolo a. C. - fase della colonizzazione sillana; una seconda fase risale alla prima età imperiale; restauri di II e III secolo sono documentati per la parte pavimentale; l'uso dell'arena fino al IV secolo è documentato da una serie di basi di statua erette a favore di Pollius Iulius Clementianus dagli abitanti. E' probabile che una delle basi riempiegate nella piazza del duomo, in seguito al restauro dell'area da parte di Orso Orsini, provenisse proprio dall'anfiteatro (CIL, X, 1255). Una provenienza simile è stata supposta anche per un'altra base, inedita e recentemente scoperta nel basamento del palazzo degli Orsini. Nell'arena venne martirizzato il vescovo Felice.

L'edificio, saccheggiato sin dall'età tardoantica per la costruzione delle vicine basiliche di Cimitile, fu presto interrato. Gli scavi hanno documentato il suo abbandono  già prima dell'eruzione c.d. di Pollena alla fine del V secolo d. C. A questa fase erano stati già spoliati i gradini della cavea e parte della decorazione marmorea. Erano visibili ancora tra Quattrocento e Cinquecento la pianta e le arcate superiori in opera laterizia. Negli anni più recenti il monumento fu in parte nascosto sotto le strutture del c.d. Mercato nuovo; in parte i cunicoli dei vomitoria furono reimpiegati come magazzini dai contadini del posto.

Gli scavi degli anni novanta hanno consentito la restituzione dell'edificio con parte dell'arredo scultoreo e del rivestimento marmoreo, in questo modo è stata confutata la tesi di Ambrogio Leone, che contrapponeva la povertà dell'arredo architettonico in laterzio a quella di un altro anfiteatro in marmo, corrispondente all'antico teatro romano.

L'edificio noto agli eruditi locali fino alla metà del Settecento non è più citato dagli studi eruditi successivi.

Famiglie e persone
Descrizione

L'anfiteatro di Nola è localizzato nel settore Nord-Ovest dell'antica città, in località Masseria d'Angerio. Di forma ellettica, fu costruito nei pressi delle mura sillane.  La pianta dell’edificio è simile all’anfiteatro di Avella (Iandoli 2005) e di Paestum per la presenza di un piccolo corridoio di servizio, anulare, dinanzi al podio, una sorta di rifugio per il personale dell’arena. Poteva accogliere circa 20.000 spettatori disposti su tre livelli della cavea.

Scavi recenti hanno consentito di portare alla luce poco meno di un quarto della struttura dell'edificio realizzata da una serie di corridoi di accesso. E' stato possibile analizzare i paramenti murari, realizzati con cubilia di grande modulo (10-11 cm) nella prima fase di costruzione; altri di dimensione inferiore (8-9 cm) relativi all'ammodernamento di I secolo d. C. I restauri d'età medio-imperiale interessarono la pavimentazione.

Oltre al rivestimento in lastre marmoree della zona compresa tra l'arena e le gradinate, nel corso delle indagini furono recuperati sei pilastrini in calcare, raffiguranti soggetti del repertorio classico ed ellenistico, elaborati dalle botteghe locali d'età augustea (Capaldi 2004-2005). Trovati nei pressi di una rampa di accesso per essere riutilizzati altrove, i blocchi parallelepipedi - oggi conservati al museo archeologico - dovevano rivestire una balaustra del parapetto sul modello noto nell'anfiteatro capuano.

Il paramento esterno dell'anfiteatro conserva tracce di pannelli di stucco in primo stile. 

Iscrizioni

Da via San Felice, nei pressi della chiesa dei morti, proviene il titolo funerario di Tito Mario Iuliano (II-III secolo d. C.) che aveva finanziato un munus (G. Patroni, Notizie degli scavi 1900, 102-103).

Un'iscrizione relativa ad un personaggio famoso della Nola tardoantica rimanda a spettacoli fatti nell'edificio: CIL, X, 1256: Pollio Iulio Clementiano, / subvent[o]ri civium / necessitatis aurariae, / defensori libertatis / redonatrori viae populi, / omnium munerum recreat[o]ri, / Univ[e]rsa Regio Romana / patrono praestantissim[o] / statuam collocavit. /Curante Cl.Plotiano.

 

Apparato decorativo

Dall'anfiteatro dovrebbero provenire una coppia di basi di statua erette in onore di Pollio Iulio Clementiano, dato non confermato in seguito al riuso dei pezzi nel centro cittadino (la prima edita in CIL, X 1256; la seconda inedita è murata sulla facciata della Reggia Orsini).

Dallo scavo provengono sei pilastrini decorati con soggetti della tradizione classica ed ellenistica (Capaldi 2004-2005):  

1. un trofeo d'armi e una coppia di prigionieri

2. tre scudi accatastati

3. quattro scudi accatastati

4. una scena di lotta eroica

5. uno scudo affiancato ad una corazza

6. corona civica.

La maggioranza dei soggetti trova confronti con i rilievi delle metope riempiegate sulla facciata del Palazzo Albertini e nel basamento del campanile del Duomo.

Note

Cfr. scheda sulla Nola Vetus di A. Leone e G. Mocetto.

Fonti iconografiche

Leone 1514: particolare nel disegno di Mocetto sulla Nola Vetus.

Piante e rilievi

Archivio Soprintendenza archeologica di Napoli.

Fonti e documenti

Leone 1514: "sicuri e chiari meglio sono gli anfiteatri e le tombe. Adunque dei due anfiteatri suddetti, quello laterizio conserva ancora il circuito e il muro esterno anche sopra le volte e gli archi più bassi: le parti superiori invece sono crollate, e sembra che esso abbia avuto due file di archi ; poiché il muro esterno non è solido e forte tanto da essere stato buono a sostenere anche una terza e più alta fila di archi. Onde l’anfiteatro laterizio, sebbene abbia la stessa superficie e lo stesso circuito di quello marmoreo, tuttavia era più piccolo e più basso di una fila di archi".

L'umanista, pur riconoscendo la tipologia dell'edificio, documenta lo stato di interro dell'arena e la spoliazione dell'alzato, di cui restavano a vista solo le partiture architettoniche in laterizio.

Un disegno stilizzato dell'edificio è documentato in una delle piante aragonesi conservate a Napoli, denominata della 'Selva di magdalone' (Jacazzi 2008; Cesarano 2012) e nella pianta di Nola Vetus, realizzata da Mocetto a corredo del saggio di Leone.

L'abate Remondini (1747, p. 102-103) individua il luogo su cui sorgeva l'edificio, quasi completamente interrato, sulla base del racocnto di Leone. 

Bibliografia

Beloch 1890: J. K. Beloch, Campanien, Breslau 1890, 460

 

Capaldi 2004-2005: C. Capaldi, “Rilievi in calcare dall’anfiteatro di Nola”, Rendiconti della Accademia di archeologia lettere e belle arti di Napoli, 73, 2004-2005, 439-468

 

Cesarano 2012: M. Cesarano, “Il disegno dell’anfiteatro di Nola in alcune pergamene aragonesi di Napoli”, Symbolae Antiquariae, 4, 2012, 49-82.

 

Giordano 1961: C. Giordano, Spettacoli anfiteatrali in Nola e l’origine della città di Comiziano alla luce di documenti pompeiani, Pompei 1961

 

La Rocca 1971: E. La Rocca, Introduzione allo studio di Nola antica, Napoli 1971, 63, 70-75

 

Legrottaglie 2008: G. Legrottaglie, Il sistema delle immagini negli anfiteatri romani, Bari, 2008

 

Remondini 1747: Remondini,  Nolana ecclesiastica historia, I, Napoli 1747

Sampaolo 1991: V. Sampaolo, “Località Masseria d’Angerio. Anfiteatro”, Bollettino di Archeologia, 1991, 11-12, 165-166

 

Tosi 2003: G. Tosi, Gli edifici per spettacoli nell'Italia Romana, Roma 2003, 153-154

 

Welch 2007:  K. E. Welch, The Roman Amphitheatre from its Origins to the Colosseum, Cambridge 2007, 240-245

Link esterni
SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione10/01/2013 12:18:52
Data ultima revisione12/01/2019 19:46:52
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/31