Oggetto | Benevento, teatro romano | |
---|---|---|
Luogo | Benevento | |
Tipologia | Monumento per spettacoli | |
Nome attuale | Teatro d'epoca romana | |
Nomi antichi | 'Grottoni di Mappa' | |
Materiali e tecniche edilizie | Realizzato in opera cementizia con paramenti in blocchi di pietra calcarea e laterizio. | |
Dimensioni | Diametro: 90 m. | |
Stato di conservazione | Persa buona parte dell'apparato decorativo pittorico e scultoreo di rivestimento; quest'ultimo fu in parte saccheggiato dall'età longobarda. | |
Immagine | ![]() | |
Cronologia | Prima fase: I secolo d. C.; seconda fase: età adrianea; terza fase: 210 d. C. | |
Fattori di datazione | Tecniche edilizie in uso; stratigrafie murarie; arredi scultorei | |
Storia e trasformazioni medievali e moderne | L'edificio ha subito molte manomissioni sin dall'età tardoantica. Fu utilizzato come cava di materiali durante il periodo longobardo per la costruzione, in particolare, della chiesa di Santa Sofia, convento di San Francesco, convento di Sant’Agostino, cripta del duomo, da cui provengono i capitelli d'ordine dorico-tuscanico riutilizzati come basi di colonna. All'età medievale risale una spoliazione più articolata per la costruzione della cattedrale: furono impiegati per dividere le navate della chiesa i fusti di colonna (in marmo bianco scanalato) e i capitelli dello stesso tipo (corinzio d'ordine occidentale), spolia perduti a seguito della distruzione della chiesa nel corso dei bombardamenti bellici di inizio secolo. A questa seconda fase di spoliazione appartiene il saccheggio di una chiave d'arco con soggetto teatrale che fu impiegata nel paramento esterno dell'attico del campanile. L'edificio fu lasciato in disuso fino al XVII secolo, periodo a cui risale la costruzione della chiesa di Santa Maria della Verità in corrispondenza della parte sinistra della cavea. Per questo progetto edilizio vennero usate come sostegno delle fondazioni moderne le strutture del teatro stesso. Intorno all'edificio sorsero anche case private, tra cui quella dei sig.ri Mappa che hanno influenzato la toponomastica dell'intera area (Meomartini 1889, p. 343). Tra la fine dell'Ottocento e l'inzio del Novecento si colloca la fase di 'restauro' del monumento attraverso la distruzione delle superfetazioni moderne e lo scavo dei muri antichi interrati. Per quanto fosse stata rinvenuta in città (anche se fuori contesto) l'epigrafe che attestava l'esistenza del teatro, l'edificio fu ritenuto erroneamente dagli eruditi locali un anfiteatro, sulla base del racconto di Tacito (Annal. XV, XXXIII-IV: "petiturusque maris Hadriae traiectus, apud Beneventum interim consedit: ubi gladiatorium munus a Vatinio celebre edebatur"). L'errore in cui caddero alcuni scaturiva anche dalla mancanza di una precisa attestazione archeologica riferita all'anfiteatro. Quest'ultimo edificio fu scoperto solo sul finire degli anni 80 del secolo scorso in prossimità del ponte Leproso. Sulla questione si veda Meomartini 1889. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il teatro romano sorge tra la c.d. port'Arsa e la cattedrale, in prossimità del cardo maximus dell'antico impianto urbanistico romano. L’intera area, ubicata nella zona occidentale della città antica, fu abbandonata nel periodo tardoantico, divenendo solo con Arechi il centro delle attività agricole e artigianali. L’edificio venne inglobato nel quartiere medievale di Triggio. Le indagini archeologiche hanno restituito le strutture del primitivo teatro con murature in opera incerta (I secolo). Per quanto vi siano testimonianze risalenti ad una suo uso in età neroniana (Tacito racconta che l'imperatore si sarebbe fermato a Benevento dopo essersi esibito a Napoli - Annal. XV, XXXIII-IV), la forma attuale risale ad una monumentalizzazione di età adrianea. L'edificio fu successivamente restaurato ad opera dell'imperatore Caracalla al principio del III secolo d. C. L'edificio presenta una pianta semicircolare del tipo in plano - rispettando la conformazione dell’area vicina ad altri complessi monumentali (forse l'Iseo ed altri edifici templari) - con strutture in muratura autoportanti. Questa scelta pare al momento l’unica presenta nella regio II. Anche la facciata a tre ordini sovrapposti (tuscanico, ionico e corinzio) pare non attestata altrove. A. Meomartini testimonia l'assetto delle arcate, che a fine Ottocento presentavano nove grossi cunei in pietra calcarea con estradosso piano (Meomartini 1889, p. 349). Le chiavi d'arco del primo ordine erano decorate con soggetti teatrali (maschere appartenenti al repertorio comico e tragico). Le gradinate e l’edificio scenico erano rivestiti con lastre marmoree e stucchi, ancora parzialmente conservati. Si individua il modello nel teatro di Marcello, anche se in questo caso si sostituisce il dorico con il tuscanico del I ordine. Di estremo interesse, la scaenae frons dotata di due basiliche laterali, una sorta di luogo d’incontro per gli spettatori. L'edificio venne in parte distrutto in seguito al terremoto del 396 d. C. | |
Iscrizioni | F. Pratilli trascrive un testo riferibile al restauro del teatro da parte dell'imperatore Commodo: DIVO COMMODO /AUGUSTO / PIO FELICI P P / RESTITUTORI SCEN / THEATR SACROR / CERTAMIN ET PUBL / AERARI ET THERMAR / BENEVENTANI / D D. Per quanto l'iscrizione sia stata trascritta anche da Giovanni de Nicastro, al principio del Settecento, rientra tra quelle beneventane ritenute false (cf. CIL, X, 217*). Sui restauri commodiani ad altri edifici per spettacoli si veda Horster 2001, p. 295 nota 204. | |
Apparato decorativo | Delle 25 chiavi d'arco del primo ordine tuscanico restano: Una coppia di chiavi d'arco con soggetti teatrali (Gasparri 2003); Quattro frammenti di chiave d'arco con soggetto tragico reimpiegati nel centro storico e nel paramento del campanile. | |
Note | Scavato da R. Pane a metà del 1900; indagini recenti ad opera della soprintendenza archeologica di Sa, Av, Bn, Ce. | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Visibile nella Pianta Pizzella (1764) e nella pianta Casselli (1781). Due vedute in Vita 1754. Raffigurato in una incisione pubblicata da Saint-Non e in un disegno di Carlo Labruzzi del 1789. | |
Fonti e documenti | M. de Vipera, Chronologia episcoporum, et archiepiscoporum metropolitanae ecclesiae Beneuentanae quorum extant memoria. Adiecta insuper breui rerum sub unoquoque episcopatu memorabilium narratione. ... Studio, & industria Marii de Vipera archidiaconi Beneuentani, selecta. Cum duplici indice locupletissimo, Neapoli, typis Io. Dominici Montanari, 1636, 4. Un'incisione di Giovanni Colle de Vita raffigura il teatro con il secondo ordine formato da una base e una colonna (Thesaurus antiquitatum Beneventanarum, Romae, ex typographia Palladis excudebant Nicolaus, et Marcus Palearini typographi et bibliopolae Romani, 1754, 84). Vedute del teatro romano di G. P. Panini (1740-1750). Un'incisione del teatro è in: Bernardino Oliveri, Vedute degli avanzi dei monumenti antichi delle due Sicilie, dedicate alla santità di Papa Pio Sesto, Roma 1794. http://arachne.uni-koeln.de/Tei-Viewer/cgi-bin/teiviewer.php?scan=BOOK-810679-0001_233671 | |
Bibliografia | Cresci 2009: S. Cresci, "Il teatro romano di Benevento", Forma Urbis, 14 2009, 30-39.
Gasparri 2003: C. Gasparri, "Maschere monumentali in marmo su edifici romani. Documenti per il repertorio teatrale di età imperiale", in Il personaggio e la maschera, a cura di R. Grisolia, G. M. Rispoli, Pozzuoli 2005.
Horster 2001: M. Horster, Bauinschriften roemischer Kaiser, Stuttgard 2001.
Meomartini 1889: A. Meomartini, I monumenti e le opere d'arte della città Benevento, Benevento 1889.
Pensabene 2005: P. Pensabene, "Marmi e committenza negli edifici per spettacoli in Campania", Marmora, International Journal for Archaeology History and Archaeometry of Marbles and Stone, 2005, 69-143.
Pratilli 1745: F. Pratilli, Della via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi, 4, Napoli 1745, 448.
Tosi 2003: G. Tosi, Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana, Roma 2003.
Vita 1754: Iohannes de Vita, Thesaurus antiquitatum Beneventanarum, Romae, ex typographia Palladis excudebant Nicolaus, et Marcus Palearini typographi et bibliopolae Romani, 1754. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 18/12/2012 13:27:27 | |
Data ultima revisione | 06/11/2016 16:43:47 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/28 |