Oggetto | Formia, monumento funerario detto tomba di Cicerone [scheda in corso di revisione] | |
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Luogo | Formia | |
Tipologia | Monumento funerario del tipo a corpi sovrapposti | |
Nome attuale | Tomba di Cicerone | |
Nomi antichi | Torre di Cicerone | |
Materiali e tecniche edilizie | Podio realizzato in opera quadrata di grossi blocchi di calcare; cono sommitale con paramento in opera cementizia privo della cortina esterna; recinto in opera reticolata | |
Dimensioni | h ca 22; dado di base l 18.45, h 9,7; camera con diametro di m 6,6; recinto largh. 82; lung. 68 | |
Stato di conservazione | Il dado di base è stato progressivamente spogliato di una parte dei blocchi antichi così da assumere la forma attuale tronco-piramidale; il paramento del corpo superiore è stato ampiamente risarcito dal restauro del secolo scorso. Anche l’opera laterizia delle pareti interne della cella è stata per larghi tratti integrata. Nella camera restano esigue tracce del rivestimento parietale in genere limitato al solo strato di preparazione dell’intonaco. | |
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Cronologia | metà del I secolo a.C. | |
Fattori di datazione | Tipologia architettonioca, tecnica edilizia. | |
Storia e trasformazioni medievali e moderne | - Il dado di base è stato spogliato dei blocchi lapidei che lo costituivano così da assumere una forma troncopiramidale - Nel 1956 è stato compiuto un restauro del monumento e in particolare è stato ripreso il paramento del corpo superiore | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il monumento funerario, ubicato presso il km 139 dell’Appia, deve essersi sempre distinto, in antico così come in età medievale e moderna, per la sua straordinaria mole ed aver rappresentato un punto di riferimento fondamentale lungo la consolare nel tratto che collegava i municipia di Fundi e Formiae. L’imponenza della forma affiancata al nome dell’illustre titolare – Cicerone – che la tradizione locale ha associato al sepolcro, almeno dal XV secolo, ne hanno fatto una delle antichità più rappresentative del territorio. Il mausoleo, spesso considerato un unicum per le peculiari caratteristiche architettoniche, può essere ricondotto, invece, alla nutrita tipologia dei monumenti a più corpi sovrapposti, caratterizzati appunto dall’estrema variabilità della morfologia dell’elemento sommitale che nel caso specifico induce ad adottare la definizione di mausoleo a torre (per la tipologia: Kockel 1983, 26-31; Gros 2001, 399-422; per i mausolei a torre: Clauss 2006). Straordinaria è anche la conservazione del recinto che permette di apprezzare le dimensioni antiche dell’orto funerario: lo spazio circostante il sepolcro è cinto da un muro in opera reticolata sormontato da un coronamento a bauletto di calcare (in generale sui recinti: Cresci, Tirelli 2005). Un confronto particolarmente calzante, che mette bene in evidenza il legame tra la scala di grandezza del monumentum e le dimensioni del recinto è dato dalla celebre pianta marmorea di Urbino, che presenta una soluzione analoga a quella realizzata per il grande mausoleo dell’antica Formiae e per il suo giardino (Hesberg 1994, 15, fig.1). All’interno del podio è stata ricavata una camera a pianta circolare, con paramento in laterizio, sviluppata attorno a un massiccio pilastro centrale, composto da conci di calcare, sul quale si imposta la copertura con volta a botte; lungo il perimetro interno sono state realizzate cinque nicchie molto slanciate (h 1,80). Come spesso accadeva, l’entrata alla cella era collocata sulla parte opposta alla fronte rivolta vero la strada. Anche il corpo superiore doveva ospitare una camera (o comunque non era realizzato in muratura piena); in questo caso l’unica variante rispetto all’ambiente sottostante è la mancanza di nicchie e la presenza di un pilastro quadrangolare a sostenere la volta anulare; attualmente non si individua un collegamento tra la camera inferiore e quella superiore ma, a tal proposito, risulta particolarmente significativa la testimonianza di Pighius che, descrivendo l’interno del mausoleo, riferisce di una scala di collegamento tra i due piani (Pighius 1587, 444). Sulla sommità dell’elemento troncoconico, in significativa corrispondenza con il pilastro centrale, restano gli avanzi di un basamento destinato a sostenere il coronamento che, conformemente a tipi noti, si può ipotizzare costituito da un’edicola a protezione di una o più sculture; in questo caso l’eventuale tholos sarebbe stata sollevata su un poderoso cilindro troncoconico al fine di ottenere la massima visibilità (si veda ad esempio il Mausoleo dei Giulii a Glanum, cfr. Sauron 2006). Una diversa soluzione è quella prospettata da Henner von Hesberg che ha ricondotto il monumento, in virtù del porzione superiore troncoconica, a un tipo specifico costituito da un gruppo di architetture funerarie caratterizzate dal corpo sommitale a forma di meta (Hesberg 1994, 136-137, tra le quali si annoverano ad esempio un piccolo monumento a Quarto Flegreo, la cd. Torre Ciega in Spagna e un perduto mausoleo lungo la via Labicana, noto solo da un disegno di Ligorio, e paragonabile a quello in esame anche per la notevole altezza); una tale tipologia avrebbe trovato un illustre precedente nella perduta tomba di Porsenna. Pare significativo rilevare che lo stesso modello architettonico troverebbe a Formia, sul versante meridionale della collina di Costamezza, in corrispondenza con il mausoleo in esame, ma dall’altra parte dell’Appia, un’ulteriore riproposizione in un monumento funerario di più piccole dimensioni; questo risulta collocato all’interno di un’area caratterizzata dalla presenza di più nuclei edilizi, forse da ricondurre a diversi sepolcri, sito che è inoltre tradizionalmente legato al nome di Tulliola, l’amatissima figlia di Cicerone (da ultimo: Cassieri 2013, 105-106). Il monumento in esame per tipologia architettonica e tecniche edilizie viene comunemente datato nella seconda metà del I secolo a.C. | |
Iscrizioni | ||
Apparato decorativo | ||
Note | La morte di Cicerone nella sua villa di Formia, una delle pagine più famose e drammatiche della tarda repubblica, ha rappresentato, con il notorio legame che unì l’oratore a questo territorio, l’episodio della storia antica di Formiae e più in generale dell’area del Golfo di Gaeta che ha maggiormente attirato gli interessi degli eruditi e degli antiquari locali. E dunque al più illustre tra i formiani furono associate le maggiori antichità visibili sul territorio: l’imponente mausoleo a torre e i resti di una scenografica villa che si sviluppava sul pendio tra il centro abitato e il mare. Purtroppo non è possibile fornire di una determinazione topografica sicura quel vico Ciceriniano indicato nel testamento di Docibile II, toponimo che costituisce però un chiaro indice della permanenza, ancora nel X secolo, di un forte nesso tra l’oratore e il territorio; sembrebbe trattarsi quasi di una generica definizione dei possedimenti di Docibile nel territorio formiano (vedi fonti); già il commentatore del Codex ammetteva la possibilità di associare la definizione sia alla villa Caposele (oggi Rubino) sia al monumento funerario sull'Appia. L’individuazione del mausoleo e della villa rappresentano, dunque, le due facce di una stessa medaglia: anche per gli imponenti resti della villa marittima sul litorale di Vindicio il legame con Cicerone sembra attestato almeno dalla seconda metà del XV secolo. Ricordiamo, inoltre, che non è nota alcuna iscrizione che documenti la titolarità della torre funeraria e che non ci sono fonti antiche che menzionino un sepolcro di Cicerone a Formia (Frizzi 2014); in ogni modo le dimensioni e l’ampia estensione del recinto e del relativo orto sono un chiaro indice del livello altissimo della committenza. Interessi eruditi verso il monumento sono documentati con sicurezza dalla fine del Quattrocento; è indicativo di ciò che Pighius, un secolo dopo, attribuisca il sepolcro a Cicerone rimandando a quanto dicevano alcuni antiquari campani e citando l’auctoritas di Pontano (Pighius 1587, 444). Ovvio è il richiamo alla stessa temperie culturale nella quale si colloca il celebre episodio della vita di Alfonso il Magnifico raccontato dal Panormita, secondo il quale il re avrebbe formalmente posto il divieto al recupero di pietre tagliate per consolidare le fortificazioni di Gaeta da una villa di Cicerone sita a Formia (cfr. Ciccone 1993). La dettagliata disamina delle fonti, combinata con un’attenta analisi topografica, ha permesso a S. Ciccone di avanzare proposte sull’ubicazione della villa nei pressi del sepolcro, così da replicare un modello costante nel mondo antico, quello dell’associazione tra villa e mausoleo (Graen 2008), ampiamente presente nelle grandi residenze che sorgevano sul golfo (si vedano i tumuli di Lucio Munazio Planco e di Lucio Sempronio Atratino). | |
Fonti iconografiche | Carlo Labruzzi Veduta della tomba detta di Cicerone prima di Formia, BAV, Vat.lat. 14932 (174) | |
Piante e rilievi | Una sezione del monumento si trova in: - Hesberg 1994 - Quilici 2004 | |
Fonti e documenti | Codex Diplomaticus Cajetanus, vol. I, 90: … et habeat omnia, et in omnibus quantum in vico Ciceriniano habemus cum omnibus sibi pertinentibus, ubi ille sibi vineam plantabit …
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Bibliografia | Cassieri 2013: Nicoletta Cassieri, Formia. Museo Archeologico nazionale e monumenti, Roma 2013, 101-106.
Ciccone 1993: Salvatore Ciccone, Aggiornamenti sulla topografia del Formianum, in “Formianum”, Atti del Convegno di Studi sull’antico territorio di Formia I, 1993, Marina di Minturno 1994, 43-53.
Clauss 2006: P. Clauss, Typologie et genèse du Maussolèe-tour, in L'architecture funéraire monumentale. La Gaule dans l'Empire roman (Atti del convegno, Lattes 11-13 ottobre 2001), a cura di Jean-Charles Moretti, Dominique Tardy, Paris 2006, 159-178.
Codex Diplomaticus Cajetanus, I: Tabularium casinense, tomus primus. Codex Diplomaticus Cajetanus, editus cura et studio monachorum S. Benedicti archicoenobii Montis Casini, typis archicoenobii, Montis Casini, 1887.
Cresci, Tirelli 2005: Terminavit sepulcrum. I recinti funerari nelle necropoli di Altino, (Atti del convegno. Venezia 3-4 dicembre 2003), a cura di Giovanna Cresci e Margherita Tirelli, Roma 2005.
Frizzi 2014: Elisabetta Frizzi, “Formiae all'inizio di una nuova era”, in Formiae. Una città all'inizio dell'Impero, a cura di Nicoletta Cassieri, Marina di Minturno 2014, 33-34. Augusto, 24-25
Graen 2008: Dennis Graen, Sepultus in villa. Die Grabbauten römischer Villenbesitzer, Hamburg 2008, 240-242.
Hesberg 1992 (1994): Henner von Hesberg, Römische Grabbauten, Darmstadt 1992 [traduzione italiana: Monumenta: i sepolcri romani e la loro architettura, a cura di L. Di Loreto (ed.), Milano 1994], 136-137.
Kockel 1983: Valentin Kockel, Die Grabbauten von dem Herkulaner Tor in Pompeji, Mainz 1983.
Pighius 1587: Stephanus Pighius, Ercules Prodicius, Antwerpen 1587, 444.
Quilici 2004: Lorenzo Quilici, “Valico degli aurunci. Santuari, ville e mausolei”, in Atlante Topografico Tematico dell’Italia Antica, in particolare 526-529.
Sauron 2006: Gilles Sauron, Architecture publique méditerranéenne et monuments funéraires en Gaule, in L'architecture funéraire monumentale. La Gaule dans l'Empire romain, Atti del convegno (Lattes 11-13 ottobre 2001), a cura di Jean-Charles Moretti, Dominique Tardy, Paris 2006, 223-233.
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Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 10/12/2012 17:44:15 | |
Data ultima revisione | 20/12/2016 12:42:47 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/25 |