NomeSessa Aurunca
TipoCittà
Luogo superioreCAMPANIA
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OggettoSessa Aurunca, Annunziata
Tipologiachiesa e ospedale AGP
Nome attualeSantissima Annunziata
Immagine
Nomi antichi

Sant'Eustachio

Cronologia

 

1363: fondazione dell’ospedale.

1484: la chiesa è citata nei capitoli concessi alla città di Sessa da Ferdinando I d’Aragona. Si fa specifico riferimento alla fondazione da parte dei conciatori di pelli e al patrocinio cittadino sulla chiesa e sull’Ospedale (Tommasino 1997, p. 153).

XVIII secolo: La ricostruzione della chiesa, fortemente danneggiata dai terremoti, viene commissionata ad Domenico Antonio Vaccaro (De Dominici 1742-1745, III, p. 491).

1754: L'architetto Giuseppe Astarita realizza nuovi disegni per la ricostruzione, in base ai quali si stende l'appalto con le maestranze (De Falco 1999, pp. 139-142; Paletta 2002; Lenzo 2006, pp. 306-307).

Autore
Committente

 

La costruzione è finanziata dall’arte dei conciatori della città (De Masi del Pezzo 1761, p. 281). All’ingresso della sagrestia lapide che ricorda il canonico Giovanni Mandarino, ma senza data (Diamare 1906-1907, p. 145).

La cappella del Crocifisso era patronato della famiglia di Lopez de Herrera, che fu governatore di Sessa. Il sepolcro è opera di Annibale Caccavello realizzato nel 1564-65 (in Caccavello 1896 vengono registrati i pagamenti). Attualmente la lapide è in sagrestia in una piccola cappella dedicata all’Addolorata.

Famiglie e persone

 

Don Lope de Herrera, governatore spagnolo di Sessa dal 1545, è sepolto nella chiesa dell’Annunziata di Sessa il  27 agosto 1563 (cfr. Fuscolillo 2008, IIa 386.1, 387.1). La lapide è oggi nella cappella a destra del presbiterio.

Descrizione

 

La chiesa attuale, ricostruita nel XVIII secolo, è a croce greca,con cupola centrale su tamburo e altre cupolette minori ai vertici del quadrato. All’esterno la facciata è inquadrata da due alte torri campanarie.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

 

Iscrizione CIL, X, 4757.

Opere d'arte medievali e moderne

 

Pala con Annunciazione di Sebastiano Conca (1758) sull’altare maggiore.

Pala con San Liborio (o s. Ignazio) vescovo (1759) di A. D’Elia (1 cappella sx).

Pala con Assunzione (1760) di A. Sarnelli (2 cappella sx).

Pala con Decollazione di S. Giovani Battista (D. A Vaccaro?), 1 cappella dx.

Pala con S. Leone in gloria, di Antonio Sarnelli (1760), 2 cappella dx.

Pala con Sant’Agata, pala di Vespasiano Friozzo (1601).

Pavimento maiolicato settecentesco.

Pietà su tavola del XV secolo, nella cappella dell’Addolorata (a destra del presbiterio), proveniente dalla chiesa di San Biagio.

Rilievo funerario di Lope de Herrera nella cappella dell’Addolorata (a destra del presbitero).

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche

Veduta di San Leone che protegge Sessa.

Paccichelli 1703.

Piante e rilievi

 

Rilievo della pianta attuale in Villucci 1995, p. 45.

Fonti/Documenti

 

Dal testamento di Lope de Herrera si ricava che questi aveva lasciato un donazione all’Annunziata di Sessa, e aveva stabilito di esservi seppellito innanzi all’altare maggiore (Napoli, Archivio dell’Annunziata, testum, II, f. 280; D’Addosio 1895; Diamare 1906-1907, p. 147, nota 1): “e poiché ho stabilito haver per mia sepoltura e cappella la tribuna della detta Ecclesia de l’Annunziata di Sessa, dove ho detto si sepelisca mio corpo, e questo molto lo desidero e tengo a core…”.

Bibliografia

 

Amatuccio 1994: Gennaro Amatuccio, “Sessa neoclassica: l’Annunziata”, Il mensile Suessano, 125, 1994.

 

Broccoli 1889-1894: Angelo Broccoli, "Il codice municipale sessano. Copia di tutti li capituli e gratie concesse alla città di Sessa per la felice memoria della Maestà di Re Ferrante, et anco dalli Ill.mi et Ecc.mi Duchi di detta città", Archivio Storico Campano, vol. I, 1889, fasc. 1, pp. 243-260; 1889-1890, fasc. 2-3, pp. 251-280; 1891, pp. 193-202; vol. II, parte I, fasc. 1-2, 1893, 221-240; vol. II, parte II, fasc. 3, 1893-1894, pp. 595-608.

 

Caccavello 1896: Annibale Caccavello, Diario, ed. a cura di Antonio Filangieri di Candida, Napoli 1896.

 

D’Addosio 1895: Giambattista D’Addosio, Sommario dei testamenti e legati a favore della Santa Casa dell' Annunziata di Napoli dal 1466 al 1680, Napoli 1895.

 

De Dominici 1742-45: Bernardo De Dominici, Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani, 3 voll., Napoli 1742-1745.

 

De Falco 1999: Carolina De Falco, Giuseppe Astarita architetto napoletano, Napoli 1999.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.

 

Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche [ms. 1546-1571], edizione critica cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

 

Lenzo 2006: Fulvio Lenzo, Aggiornamento, in Anthony Blunt, Architettura barocca e rococò a Napoli, [London 1975] ed. it. Milano 2006, 270-329

 

Marino 2003: Salvatore Marino, “L’Annunziata di Marcianise nel Tardo Medioevo (1336-1513)”Quaderni Meridionali, 2003, 33-34, 47-78.

 

Paletta 2002: Loredana Elvira Paletta, "La chiesa della Santissima Annunziata di Sessa", Civiltà Aurunca, anno 18, nn. 45-46, gennaio-giugno 2002, 43-52.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Tommasino 1997: Tommasino Attilia, Sessa Aurunca nel periodo aragonese, Ferrara 1997, 153.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (LT) 1995, 44-48.

 

Villucci, Romano 1998: Antonio Marcello Villucci, Anna Maria Romano, Sessa Aurunca: un itinerario storico-artistico, Marina di Minturno (LT) 1998, 41-46.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione30/05/2012 17:28:56
Data ultima revisione23/11/2016 12:22:40
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OggettoSessa Aurunca, casa torre aragonese
Tipologiapalazzo
Nome attualepalazzo Polito
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il complesso edilizio si sviluppa all'interno del cortile di palazzo Polito (Corso Lucilio n. 98), e si compone di una torre cilindrica con basamento a scarpa concluso superiormente da un toro in piperno, e da una loggetta rettangolare aperta da tre archi a tutto sesto poggianti su colonne in pietra con capitelli a fogliame. 

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La trasformazione in casa della torre, già facente parte della cinta muraria medievale, deve essere avvenuta all'epoca dell'ampliamento del circuito murario, promosso dai Marzano nel XV secolo (Villucci 1995, p. 87).

Note
Fonti iconografiche

La torre è chiaramente identificabile nella Veduta di Sessa pubblicata da Paccichelli nel 1703.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, ser. 3, 11, 1972, 33-45.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 14:44:49
Data ultima revisione23/11/2016 12:31:11
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OggettoSessa Aurunca, castello
Tipologiacastello
Nome attualecastello
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

963: la presenza di un castrum è documentata per la prima volta dal Placito Sessano.

1171: vi soggiorna re Ruggero, che nel castello conferma la cessione delle acque di Roccamonfina a Sessa.

XII secolo: ricostruito dai normanni.

1220-1227: vi soggiorna tre volte Federico II. In questo periodo il castello viene ingrandito e rinforzato con nuove torri.

1425, ante: durante il governo di Giovanni Antonio Marzano viene ampliato e trasformato in palazzo. Per l'ampliamento è necessario abbattere la vecchia chiesa domenicana di San Pietro a Castello. Risalgono a questo periodo le bifore che si affacciano sul cortile interno e su piazza Mercato.

1436: Alfonso d'Aragona proprio a Sessa si incontra con Raimondo Orsini di Nola per conquistare regno. Alfonso soggiorna di nuovo a Sessa nel 1437, nel 1438 e nel 1439. 

1459: Giovanni d'Angiò è ospitato dal duca ribelle Marino, e nella cappelle del palazzo tiene a battesimo il figlio del duca di Sessa (Tommasino 1997, p. 83).

Autore
Committente
Famiglie e persone

Ruggero II

Federico II

Giacomo Marzano

Giovanni Antonio Marzano

Marino Marzano

Carafa di Stigliano

Guzman di Medina della Torres

Paternò

Descrizione

A impianto rettangolare con torri rettangolari agli angoli e sui lati. All’interno è un cortile rettangolare con una loggia ad archi ogivali su colonne in marmo.

Iscrizioni

Affrescata sulla lunetta sopra la scala principale:

ANNO DOMINI 1688/ IMMANI TERREMOTU furente mu/nimen Hoc concussum / Peroravi. Fuit damnis affectum VIX etenim / stare potuit. Nam pars illa qae deiecia non cecidit / Agitata pertremuit sicq. ruinas suas vel presens ostendebat vl proxi/mas minabatur. Tanaeq. ob id fuit molis ipsum in pristina revocare quattuot millia scuto rum prosus absumserit. Id refecti Parietes instauratae / fornices innovata tecta ac restituta muraria testificantus. Que om/nia perfecta sunt ab illus[trissi]mis Do[mi]no D. ANDREA Guerrero de Torres / Equite Habitus Alcantarae Pro S. M. Catholica Regiae camere praes/idente, Gubernatore Gen[era]le status Suessae, Ac Vi/ce Almirante Classius Marittima/rum 1693.

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi Marzano sulle finestere del cortile. Altro stemma nell'affresco con iscrizione posto sopra le scale.

Elementi antichi di reimpiego

Le fondazioni del castello poggiano su strutture di epoca romana. Colonne e capitelli in marmo del cortile interno sono di spoglio, e due di queste poggiano su tronchi di uno stesso capitello corinzio riutilizzato come base.

Le colonne del cortile sono in granito della Troade, stesso materiale utilizzato nel teatro di Sessa Aurunca, dal quale probabilmente furono prese.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Sorge sul sito dell’antica arce romana. Resti archeologici di età più antica con muratura in tufelli, altre porzioni di epoca flavia in opera laterizia (Villucci 1995, p. 37)

Ricostruito in epoca normanna, poi da Federico II nel XIII secolo, e quindi ancora dai Marzano nel XV. Danneggiato dal terremoto del 1688 viene restaurato da don Andrea Guerrero Torres (affresco nella lunetta dello scalone principale).

Passato nelle mani dei diversi feudatari che si susseguono al governo di Sessa, il castello rientra nel demanio nel 1797, e messo in vendita nel 1808 è acquistato dal Comune di Sessa per 4000 ducati. Successivamente adibito a carcere, e cade in rovina. Nel 1893 è restaurato e utilizzato come sede scolastica. Attualmente ospita il Museo Archeologico di Sessa Aurunca.

Note
Fonti iconografiche

Pala di San Leone che protegge Sessa

veduta di Pacichelli 1703

Piante e rilievi

Pianta del primo piano e spaccato assonometrico in Villucci 1995, p. 38.

Fonti/Documenti

Placito Sessano (963)

Bibliografia

Alonzi 2004: Flavio Alonzi, "Palazzo Marzano a Sessa Aurunca (CE)", in Pietre tra le rocce. Colloqui internazionali “Castelli e città fortificate”. Storia, recupero, valorizzazione, Catalogo della mostra (Fisciano, 30 aprile-14 maggio 2004), a cura di Federica Ribera, Firenza 2004, 72-78.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

 

Giustiniani 1805: Lorenzo Giustiniani, "Sessa", in Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, 10 voll., Napoli 1797-1805, IX, 25-35.

 

Marzano 1874: Giovanni Battista Marzano, Memorie storiche della famiglia Marzano, Pisa 1874.

 

Pacichelli 1703: Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703,  119-121.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.


Sthamer 1914: Eduard Sthamer, Die Verwaltung der Kastelle im Königreich Sizilien unter Kaiser Friedrich II. und Karl I. von Anjou, Leipzig 1914.

 

Tommasino 1997: Attilia Tommasino, Sessa Aurunca nel periodo aragonese, Ferrara 1997.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

Link esterni

Vendemia Dizionario online: Maria Elisabetta Vendemia, "Sessa Aurunca", in Dizionario dei centri abitati della Campania medievalehttp://www.cittacampane.org/dizionario_citta.htm

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 12:10:53
Data ultima revisione10/12/2016 18:40:02
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/26
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualeSanti Pietro e Maria
Immagine
Nomi antichi

Santi Pietro e Maria

Cronologia

1103: fondazione.

1113: consacrazione.

1598: costruzione della cappella della confraternita del Corpo di Cristo.

XVI secolo: eliminazione del coro dal centro della navata.

1729-59. Lavori di restauro promossi da Francesco Caracciolo, vescovo di Calvi, hanno radicalmente trasformato l’interno, ricoprendo con stucchi le pareti della navata centrale, costruendo una finta volta  a incannucciato sopra la navata, spostando il coro e trasformando la zona di accesso al presbiterio rialzato e alla cripta sottostante con un nuovo sistema di scale.

1850. Viene costruita la cantoria in controfacciata utilizzando i frammenti dell’ambone marmoreo medievale smantellato durante i lavori settecenteschi e quattro colonne provenienti dalla chiesa di Santa Maria del Piano. Nello stesso periodo si aggiungono due campaniletti a vela ai lati della facciata.

XIX secolo: abbattimento dei due campanili a vela costruiti nell'Ottocento.

Autore
Committente
Famiglie e persone

Vescovi Pandolfo (1224-1250) e Giovanni (1259-1283) sono ricordati a proposito dell’ambone.

Alessandro Riccardo, vescovo (monumento funebre nel transetto sinistro)

Francesco Guastaferro, vescovo (lapide pavimentale)

Descrizione

Edificio a pianta longitudinale, suddivisa in tre navate da due file di  8 colonne. Preceduto da portico a tre arcate, e concluso da presbiterio a tre absidi e coperto da tre volte a crociera. Al di sotto del presbiterio si sviluppa una cripta a colonne.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

 

La tradizione voleva che la chiesa fosse sorta sulle rovine del tempio di Nettuno. Non suffragata da evidenze di alcun tipo, ne archeologiche né dalle fonti antiche. La tradizione nasce da una iscrizione “MERC”, che però probabilmente ha altra provenienza (cfr. Noheles 1962), così come probabilmente anche il rilievo di Mercurio nel portico.

Colonne e capitelli del pronao

Architrave del portale principale (fregio con girali d’acanto, pantere e maschere teatrali).

Architrave del portale verso il palazzo vescovile.

intradosso di architrave.

Colonne e capitelli delle navate (e anche alcuni capitelli).

Colonne e capitelli della cripta (capitello con foglie d'acqua).

Rilievo di Hermes nel portico.

Capitello figurato nell’ambone.

Pilo dell’acqua santa (capitello con scultura di cane al basamento).

blocchi calcarei con frammenti di iscrizione sul fianco destro.

blocco calcareo con frammento di iscrizione nel portico.

Opere d'arte medievali e moderne

Sculture romaniche sul portico (arcata destra: Genesi; arcata mediana storie di san Pietro dai vangeli apocrifi e dalla leggenda aurea di Jacopo da Varagine) e nei portali. Nella porzione superiore della facciata finestrone inquadrato da colonnette poggianti su leoni stilofori.

All’interno:

Pergamo e cero pasquale e rilievi di Giona: realizzato dallo scultore Pellegrino sotto il vescovo Pandolfo (1224-1250) e concluso al tempo del vescovo Giovanni (1259-1283).

pavimento  cosmatesco.

Transenne del coro: realizzate dallo scultore Taddeo.

Pala dell’altare maggiore (Madonna del Popolo, 1539, attr. Marco Cardisco).

Botola con stemma del vescovo Guastaferro (sec. XV)

Tomba del vescovo Riccardo (1604)

Altari marmorei del  XVIII secolo.

Scale di accesso alla cripta  XVIII.

Pavimento cappella del Sacramento XVIII secolo (in maiolica, bottega dei Chiaiese).

Storia e trasformazioni

La disposizione liturgica è stata modificata in epoca post-tridentina con l’eliminazione del coro al centro della navata. Mentre i restauri più importanti sono quelli promossi fra il 1729 e il 1759 da Francesco Caracciolo. Altri restauri nel XIX e XX secolo.

Note
Fonti iconografiche

San Leone Magno protegge Sessa

Veduta di Paccichelli

Piante e rilievi

Pianta della cripta in Schulz 1860, II, p. 146.

Pianta della chiesa in D’Onofrio, Pace 1981, p. 76 (riprodotta in Aceto 1999).

Fonti/Documenti

Chronicon Suessanum ab an MCI ad ann. MCCCXLVIII, in Alessio Aurelio Pelliccia, Raccolta di varie croniche diarj, ed altri opuscoli... appartementi alla storia del regno di Napoli, 5 tomi, Napoli 1780-1782, tomo I, pp. 51-8.

Caserta, Archivio di Stato, Notarile, notaio Girolamo Sisto, vol. 1758, anno 1598, cc. 50-51: convenzione fra i canonici della Venerabile confraternita del Santissimo Corpo di Cristo di Sessa e i maestri marmomari Giuliano Cioli romano e Geronimo Giannoto per l'erezione della cappella della confraternita nella cattedrale (parzialmente trascritto in Giannattasio 2003, pp. 238-239, nota 72)

Bibliografia

Aceto 1999: Francesco Aceto, “Montecassino e l'architettura romanica in Campania: Sant'Angelo in Formis e le cattedrali di Sessa Aurunca e di Caserta Vecchia”, in Desiderio da Montecassino e le basiliche di Terra di Lavoro: il viaggio dei Normanni nel Mediterraneo, a cura di Felicio Corvese, Caserta 1999, 39-50.

 

Capomaccio 1995: Cosma Capomaccio, “Monumentum resurrectionis: ambone e candelabro della cattedrale di Sessa Aurunca", Civiltà Aurunca, 11, 1995,32, 7-14.

 

Capomaccio 2002: Cosma Capomaccio, Monumentum resurrectionis: ambone e candelabro per il cero pasquale; iconografia e iconologia del monumento nella cattedrale di Sessa Aurunca (Caserta), Città del Vaticano 2002.

 

Capomaccio 1999: Cosma Capomaccio, La basilica cattedrale di Sessa Aurunca, Sessa Aurunca, 1999.

 

Capomaccio 1999/a: Cosma Capomaccio, “La basilica cattedrale di Sessa Aurunca: iconografia ed iconologia”, in Desiderio di Montecassino e le basiliche di Terra di Lavoro: il viaggio dei Normanni nel Mediterraneo, a cura di Felicio Corvese, Caserta 1999, 65-87.

 

Castiñeiras González 1994: Manuel Antonio Castiñeiras González, "I poderi sono venduti, a ciò segue l'inganno: per una nuova lettura del programma iconografico del portico della cattedrale di Sessa Aurunca”, Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia, 3.Ser., 24/2-3, 1994, 565-585.

 

Castiñeiras González 2002: Manuel Antonio Castiñeiras González, “I Loca Sancta nel ciclo di Pietro nella cattedrale di Sessa Aurunca”, in Il cammino di Gerusalemme: atti del II Convegno internazionale di studio (Bari, Brindisi, Trani, 18 - 22 maggio 1999), a cura di Maria Stella Calò Mariani, Bari 2002, 619-632.

 

Cochetti Pratesi 1958: Lorenza Cochetti Pratesi, “Rilievi nella Catedrale di Sessa Aurunca e lo sviluppo dei marmorari neocampani nel XIII secolo”, Commentari, 9, 1958, 75-87.

 

D’Onofrio, Pace 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Campania, Milano 1981, 75-95.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

Di Lella 1904: Agostino di Lella, Studi di storia e di archeologia medievale neocampana. L’antica cattedrale di Sessa Aurunca: le sculture e i mosaici, Cassino 1904.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 volumi, Napoli 1906-1907.

 

Divenuto 2002: Francesco Divenuto, “Il cantiere 'infinito' delle cattedrali di Sant'Agata dei Goti e di Sessa Aurunca”, in Architettura: processualità e trasformazione, a cura di Maurizio Caperna e Gianfranco Spagnesi, Roma 2002, 209-216.

 

Giannattasio 2003: Caterina Giannattasio, “Fonti per l'edilizia cinquecentesca di Sessa Aurunca”, in Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca, l'indagine documentaria, Atti del I e del II Seminario Nazionale, a cura di Giuseppe Fiengo e Luigi Guerriero, Napoli 2003, 229-239.

 

Glass 1970: Dorothy Glass, “The archivolt sculpture at Sessa Aurunca”, The Art Bulletin, 52, 1970, 119-131.

 

Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.

 

Libetto 1970: Libetto, “Scoperte nel duomo di Sessa Aurunca”, Arte Cristiana, 58,1970, 27.

 

Mattei 1884-1885: Pasquale Mattei, “Il duomo di Sessa in Provincia di Terra di Lavoro”, Poliorama pittoresco, anno IX, 1884-1885, 320-330, 339-340, 350-352.

 

Naldi 2009: Riccardo Naldi, “Il polittico dell'altare maggiore nella cattedrale di Sessa Aurunca e il culto di 'Santa Maria avvocata del popolo'”, in Marco Cardisco, Giorgio Vasari: pittura, umanesimo religioso, immagini di culto, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2009, 74-105.

 

Noehles 1962: Karl Noehles, “Zur Wiederverwendung antiken Spolienmaterials an der Kathedrale von Sessa Aurunca”, in Festschrift für M. Wegner, Münster 1962, 90-100.

 

Pepe 1898: Ludovico Pepe, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, VII, 1898, 55-61.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, 58-59.

 

Sasso 2002: Roberto Sasso, “Sessa Aurunca: basilica cattedrale; mostra del capitolo”, Civiltà Aurunca, 18, 45-46, 2002, 63-65.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm SchulzDenkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149.

 

Stornajolo 1895: C. Stornajolo, “I rilievi dell'arco sul portico della cattedrale di Sessa Aurunca: discorso letto nell'adunanza dell'Accademia di Arch. Pont. Rom. il 31 gennaio 1895”, Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, 2, 6, 1895.

 

Torrieri 1992: Giuseppina Torrieri, “Riuso di elementi della cultura figurativa di tradizione arabo-islamica e problemi di restauro: la cattedrale di Sessa Aurunca e la Abbazia di S. Lorenzo in Aversa”, in Atti del convegno sul tema: presenza araba e islamica in Campania, a cura di Agostino Cilardo, Napoli, 1992, 545-550.

 

Venditti 1967: Arnaldo Venditti, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, in Il contributo dell'archidiocesi di Capua alla vita religiosa e culturale del Meridione: atti del Convegno Nazionale di Studi Storici, promosso dalla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro / Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, Roma 1967, 219-233.

 

Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Suessa Aurunca 1983.

 

Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, “Note sui materiali di spoglio reimpiegati nella cattedrale di Sessa Aurunca”, Studia Suessana, 3, 1982, 23-30.

 

Villucci, D’Onofrio, Pace, Aceto 1983: Antonio Marcello Villucci, Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Francesco Aceto, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Marina di Minturno (Lt) 1983.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione14/04/2012 14:41:06
Data ultima revisione02/01/2019 14:13:57
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OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, cripta
Tipologiacripta
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1103: inizio della costruzione.

1113: consacrazione.

1729-1759: riammodernamento della Cattedrale e ricostruzione delle scale di accesso alla cripta.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La cripta si sviluppa sotto il transetto della Cattedrale. Ha pianta rettangolare trasversale, con tre absidi sporgenti, ed è suddivisa in tre navate da due file di colonne. Sui lati brevi si aprono rispettivamente un ambinete di servizio e la cripta della cappella del Sacramento.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Sono di reimpiego le colonne e i capitelli, fra cui anche uno del raro tipo a foglia d'acqua.

Opere d'arte medievali e moderne

Pavimento maiolicato e altare in marmi policromi del XVIII secolo.

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta in Schulz 1860, II, p. 146; Villucci 1995.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Aceto 1999: Francesco Aceto, “Montecassino e l'architettura romanica in Campania: Sant'Angelo in Formis e le cattedrali di Sessa Aurunca e di Caserta Vecchia”, in Desiderio da Montecassino e le basiliche di Terra di Lavoro: il viaggio dei Normanni nel Mediterraneo, a cura di Felicio Corvese, Caserta 1999, 39-50.

 

Capomaccio 1999: Cosma Capomaccio, La basilica cattedrale di Sessa Aurunca, Sessa Aurunca, 1999.

 

D’Onofrio, Pace 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Campania, Milano 1981, 75-95.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 volumi, Napoli 1906-1907.

 

Divenuto 2002: Francesco Divenuto, “Il cantiere 'infinito' delle cattedrali di Sant'Agata dei Goti e di Sessa Aurunca”, in Architettura: processualità e trasformazione, a cura di Maurizio Caperna e Gianfranco Spagnesi, Roma 2002, 209-216.

 

Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.

 

Libetto 1970: Libetto, “Scoperte nel duomo di Sessa Aurunca”, Arte Cristiana, 58,1970, 27.

 

Noehles 1962: Karl Noehles, “Zur Wiederverwendung antiken Spolienmaterials an der Kathedrale von Sessa Aurunca”, in Festschrift für M. Wegner, Münster 1962, 90-100.

 

Pepe 1898: Ludovico Pepe, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, VII, 1898, 55-61.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, 58-59.

 

Sasso 2002: Roberto Sasso, “Sessa Aurunca: basilica cattedrale; mostra del capitolo”, Civiltà Aurunca, 18, fasc. 45-46, 2002, 63-65.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm SchulzDenkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149.

 

Venditti 1967: Arnaldo Venditti, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, in Il contributo dell'archidiocesi di Capua alla vita religiosa e culturale del Meridione: atti del Convegno Nazionale di Studi Storici, promosso dalla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro / Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, Roma 1967, 219-233.

 

Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Suessa Aurunca 1983.

 

Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, “Note sui materiali di spoglio reimpiegati nella cattedrale di Sessa Aurunca”, Studia Suessana, 3, 1982, 23-30.

 

Villucci, D’Onofrio, Pace, Aceto 1983: Antonio Marcello Villucci, Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Francesco Aceto, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Marina di Minturno (Lt) 1983.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione06/03/2013 17:12:13
Data ultima revisione02/01/2019 14:15:19
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/330
OggettoSessa Aurunca, palazzetto con loggia in via Delio
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV-XVI secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L'elemento caratteristico del palazzo è la loggetta del piano nobile, aperta con due fornici a tutto sesto poggianti su pilastro centrale quadrato. Al di sotto delle aperture è una serie di mensole in pietra che in origine dovevano essere destinate a sostenere un piccolo ballatoio.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 15:51:19
Data ultima revisione07/07/2016 13:36:16
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/191
OggettoSessa Aurunca, palazzetto durazzesco in via Scanzati
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Della fase quattrocentesca sopravvive oggi il portale in pietra ad arco ribassato.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Uno stemma è al centro del portale e altri due sono nei pennacchi.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 15:38:52
Data ultima revisione06/03/2013 16:03:26
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/189
OggettoSessa Aurunca, palazzo angioino in via Ferranzio
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo si compone di più volumi giustapposti. Della facies primitiva sono riconoscibili un grande arco ogivale (tamponato) su stipiti in pietra, nel corpo più alto, e un portale ogivale con ghiera decorata in quello più basso.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 83.

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione07/12/2012 20:42:54
Data ultima revisione06/03/2013 16:13:51
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OggettoSessa Aurunca, palazzo con portale bugnato in corso Lucilio
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni

Il palazzo sorge sull'asse cittadino principale e presenta un significativo elemento architettonico nell'ampio portale d'ingresso, realizzato con conci a bugni con punte di diamante, secondo una tipologia tipicamente rinascimentale con la forte impronta della cornice spessa dal profilo circolare.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il palazzo ha subito profonde trasformazioni che hanno modificato l'aspetto originario permettendo la conservzione dell'elemento di maggior pregio, il portale a conci di bugnato.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 83.

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione08/12/2012 14:23:01
Data ultima revisione07/07/2016 13:37:38
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OggettoSessa Aurunca, Palazzo De Cordoba
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo De Cordova
Immagine
Nomi antichi

Palazzo De Cordoba

Cronologia

XV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo, la cui identificazione con la famiglia De Cordoba è tradizionalmente riferita dalla letteratura locale, si affaccia sulla stretta via Scanzati. Elemento caratterizzante sono le quattro finestre "catalane" del piano nobile, a croce con colonnina centrale in marmo.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Nella terza finestra da sinistra del piano nobile è inserito uno stemma con leoni affrontati e albero centrale, identico a quello affrescato sulla volta d'ingresso di Palazzo Rossolillo. In Mazzella 1601, p. 596, uno stemma analogo è raffigurato per la famiglia Lanario.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

La raffinata esecuzione delle finestre di questo palazzo è stata messa in relazione con la presenza di architetti catalani quali Forsimaya, e con i palazzi Petrucci e Marzano a Carinola. Filangieri riporta che Forsymaia e il collega Antonio Grorini si trovano a Sessa per lavoro nel 1473, anche se non è specificato a quali lavori dovessero attendere.

Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, 11, 1972, 33-45.


Filangieri 1930: Riccardo Filangieri di Candida, "Architettura e scultura catalana in Campania nel secolo XV", Boletin de la Sociedad Castellonense de cultura, 11, 1930, 3.

 

Mazzella 1601: Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, in Napoli, ad istanza di Gio. Battista Cappello, MDCI.

 

Rosi 1979: Massimo Rosi, Il palazzo Marzano di Carinola, Napoli 1979.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 16:11:28
Data ultima revisione02/01/2019 15:00:50
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/169
OggettoSessa Aurunca, Palazzo Di Transo
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Di Transo
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XVI-XVII secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone

famiglia Di Transo.

Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma in marmo al di sopra del portale.

Elementi antichi di reimpiego

Nel cortile del palazzo sono attualmente esposti un sarcofago e un cippo con volto femminile.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione08/12/2012 12:34:42
Data ultima revisione02/01/2019 14:58:33
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/232
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Delio 24
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Elemento caratterizzante è il portale in pietra a sesto acuto, con due ghiere concentriche in tufo giallo.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Al di sopra del portale è uno stemma in pietra calcarea di epoca più tarda (XVI-XVII secolo).

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

Attualmente il numero civico è mancante: Carelli 1972, pp. 40-41 indica il portale al civico 24, mentre Villucci 1995, p. 67 lo dà al n. 20.

Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, 11, 1972, 33-45.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 16:57:46
Data ultima revisione23/11/2016 13:38:03
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/195
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Marconi (a)
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo conserva della sua conformazione originaria il portale ad arco ribassato dal tipico profilo durazzesco-catalano, che si presenta in buone condizioni con le cornici modanate e arricchite dal contorno dentellato.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il palazzo, che ha subito profonde trasformazioni nel corso del tempo, conserva della facies originaria quattrocentesca, il portale ad arco ribassato.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 51.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione08/12/2012 12:02:56
Data ultima revisione07/07/2016 13:42:09
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/230
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Marconi (b)
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV-XVI secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Elemento caratterizzante è il portale in pietra, architravato, con cornice rigirata e mensole all'interno. Il portale appare molto simile a quello del vicino palazzo in via Marconi 18, dal quale si differenzia soltanto per l'assenza della modanatura a cordoloni.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione08/12/2012 12:06:23
Data ultima revisione07/07/2016 13:45:36
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/231
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Marconi 18
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV-XVI secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Elemento distintivo del palazzo è il portale in pietra con cornice architravata, rigirata sugli stipiti, e mensole all'interno. Il portale è estremamente simile a quello di un palazzo poco distante, dal quale si differenzia soltanto per la presenza della modanatura cordolonata.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 15:45:51
Data ultima revisione07/07/2016 13:46:27
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/190
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Scanzati 13
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L'edificio si sviluppa su tre livelli seguendo la curvatura della strada. Al piano terreno si apre un grande portale con cornice in pietra ad arco ribassato. Al piano nobile finestre architravate cinquecentesche interrompono la cornice marcapiano più antica.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

fusto di colonna in granito e base attica in calcare (rilavorata)

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 15:17:39
Data ultima revisione07/07/2016 13:49:47
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/188
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Spina n. 3
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIV-XV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Elemento distintivo del palazzo è il portale durazzesco ad arco depresso policentrico, inquadrato da un'ornia rigirata. La parte superiore del portale e le porzioni esterne degli stipiti sono in piperno grigio riccamente scolpiti con decorazioni fitomorfe che si concludono, in corrispondenza alle basi dell'arco con il motivo araldico di un dragone. Le porzioni interne degli stipiti sono in tufo giallo, mentre il basamento è in calcare bianco compatto.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, 11, 1972, 33-45.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 67.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 16:49:12
Data ultima revisione23/11/2016 13:39:20
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/193
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Ugolino 12
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Elemento caratterizzante è il portale in pietra ad arco ribassato, inquadrato in una cornice quadrangolare i cui pennacchi sono occupati da decorazioni fitomorfe.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma al di sopra del portale.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 83, 85.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione08/12/2012 14:04:12
Data ultima revisione05/03/2013 17:36:19
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/234
OggettoSessa Aurunca, palazzo in via Ugolino 16
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XVI secolo

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

A differenza della maggior parte degli episodi salienti di architettura residenziale del XV e XVII secolo a Sessa, il palazzo mostra ancora la sua organicità. Costituito come un blocco compatto a tre piani principali, con finestre trabeate  in piperno ai due piani nobili, centinata con cornice rettangolare l'unica finestra al piano terreno. I marcapiani sono segnati da cornici in pietra, e il portale principale è costituito da un'apertura ad arco a tutto sesto inquadrata da due paraste corinzie sorreggenti una trabeazione. Nei pennacchi del portale sono decorazioni di draghi rampanti.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Nei pennacchi del portale sono due draghi rampanti.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Guida 2007: Iolanda Guida, "Sessa Aurunca: palazzo in via Ugolino", in Architettura del classicismo tra Quattro e Cinquecento. Campania. Ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 265-266.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995,  83, 86.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 16:52:54
Data ultima revisione23/11/2016 13:40:29
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/194
OggettoSessa Aurunca, Palazzo Rossolillo
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XVI-XVII secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo si presenta come un blocco compatto, molto sviluppato in altezza (è uno dei palazzi più alti di Corso Lucilio, la via centrale e antico decumano della città).  Caratteristico è il portale bugnato in piperno, che presenta un impianto tardocinquecentesco derivato dagli exempla del trattato di Serlio. 

Le finestre del sottotetto sono incorniciate da un motivo a doppia cornucopia rovesciata, in stucco, che sembra invece derivare da modelli romani seicenteschi, in particolare dalla soluzione borrominiana per l'arco di accesso alle scale di Palazzo Carpegna.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Sull'intradosso della volta d'ingresso è un grande stemma bipartito: la metà destra sembrerebbe riferirsi alla famiglia Sanfelice, mentre quella sinistra mostra due leoni rampanti con un albero centrale. Non è nota la famiglia cui si riferisce la metà sinistra di questo stemma, che compare anche in una delle finestre di Palazzo de CordobaIn Mazzella 1601, p. 596, uno stemma analogo è raffigurato per la famiglia Lanario.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Mazzella 1601: Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, in Napoli, ad istanza di Gio. Battista Cappello, MDCI.


Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 17:02:02
Data ultima revisione02/01/2019 14:59:40
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/196
OggettoSessa Aurunca, Porta Cappuccini
TipologiaPorta urbica
Nome attualePorta Cappuccini
Immagine
Nomi antichi

Porta del borgo, porta de lo burgo

Cronologia

XV: edificata quando Giovanni Antonio Marzano amplia la cinta muraria includendo anche il borgo inferiore della città.

1549: su istanza di Lope de Herrera la porta del borgo di sotto viene "adconziata" con l'apposizione delle armi del duca di Sessa Gonzalo II de Cordoba e dello stesso Lope de Herrera. Le armi sono dipinte da mastro Mactio napoletano (Fuscolillo 2008, pp. 107-108)

1766: la porta viene rifatta dall'architetetto Giuseppe Astarita (Di Marco, Parolino 2000, p. 123).

Autore

Giuseppe Astarita

Committente

Giovanni Antonio Marzano (costruzione)

Lope de Herrera (rifacimenti)

Famiglie e persone

Marzano

Descrizione

L'arco vero e proprio della porta, poggiante su due colonne in marmo, è inquadrato da una struttura a edicola composta da due paraste doriche sorreggenti un timpano spezzato mistilineo. Al di sopra del fornice è uno stemma in marmo con le vecchie insegne della città (un leone), e immediatamente al di sopra una iscrizione dipinta.

Iscrizioni

PORTAM / QVAM RESPICIS / OLIM A MARZIANIS PRINCIPIBVS / IN VRBIS / PRAESIDIVM MATERIATAM / NVNC SECVLJ GENIO / AC CIVIVM FREQVENTIAE IMPAREM / IN HANC ELEGANTIOREM FORMAM / ORDO POPVLVSQVE SVESSANVS / PATEFACIENDAM CVRAVERE.

(testo ormai illegibile tramandato da Masi Del Pezzo 1761, p. 273, da cui Villucci 1995, p. 23)

Stemmi o emblemi araldici

In chiave d'arco è il vecchio stemma con un leone, vecchio emblema della città di Sessa. 

Elementi antichi di reimpiego

Potrebbero essere di reimpiego i fusti in marmo delle colonne, apparentemente in proconnesio.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.


Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:56:48
Data ultima revisione02/01/2019 15:02:24
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OggettoSessa Aurunca, Porta del Trofeo
TipologiaPorta urbica (distrutta)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1558: il governatore spagnolo di Sessa Aurunca, Lope de Herrera, decide di riallestire la vecchia porta del Macello di Sessa Aurunca, collocata presso il Seggio della Polita, sull’area adesso occupata dalla Fontana di Ercole.

1558, 30 aprile: posa della prima pietra.

1558, 15 luglio: la costruzione è completa e viene posto in opera il “trofeo”.

1638: in due nicchie ai lati della  porta vengono collocati due cippi con iscrizioni antiche (CIL, X, 4763; CIL, X, 4752)

1825: la porta viene smantellata per fare largo alla fontana d’Ercole, e gli elementi scultorei depositati presso il Municipio di Sessa Aurunca.

1850, post: la lastra marmorea con l’epigrafe composta da Paolo Giovio viene trasferita presso la Cattedrale di Sessa Aurunca.

1872: le sculture già facenti parte del monumento celebrativo per Gonzalo I ai Bagni di Rocca Mondragone e poi rimontate sulla porta del trionfo, vengono trasferite al Museo Campano di Capua.

Autore
Committente

Lope de Herrera

Famiglie e persone

Gonzalo I de Cordoba

Gonzalo II de Cordoba

Lope de Herrera

Giovanni da Nola

Paolo Giovio

Descrizione

Della porta non esistono immagini anteriori alla sua distruzione, e l’unica descrizione utile è quella relativa al suo smantellamento (cfr. Documenti). Tenuto conto che la dimensione del palmo napoletano corrispondeva a circa cm 26,4, si ricavano le seguenti dimensioni:

BASAMENTO: lungo palmi 31 [= cm 818.4], spesso palmi 11 [= cm 290.4] ed alto palmi 21 [= cm 554.4];

VANO PORTA: largo palmi 12 [= cm 316.8], alto palmi 18 [= cm 475.2] e spesso palmi 11 [= cm 818.4].

ORDINE SUPERIORE: lungo palmi 31 [= cm 818.4], alto palmi 39[= cm 1029.6], e spesso palmi 11 [= cm 818.4];

STANZINO 1: palmi 16 [= cm 422.4] per 8 [= cm 211.2], ed alto palmi 8 [= cm 211.2]

STANZINO 2: lungo palmi 31 [= cm 818.4], largo palmi 7 [= cm 184.8], ed alto palmi 7 [= cm 184.8].

TROFEO: palmi 9 [= cm 237.6] per 8 [= cm 211.2], posto a un’altezza di palmi 50 [= cm 1320]

ISCRIZIONE: palmi 11 [= cm 290.4] per 5 [= cm 132], 

Iscrizioni

Iscrizione composta da Paolo Giovio per il monumento di Rocca Mondragone:

CONSALVVS FERD. LVDOVICI FIL[ius] CORDVBA / SVESSAE PRINCEPS / QVVM SINVESSANAS AQVAS ANTIQVAE CELEBRITATIS / COLLAPSO AEDIFICIO, ET OBLIMATA SCATVRIGINE PEREVNTES / PVBLICAE COMMODITATI RESTITVERET / LOCI GENIO ADMONITVS / QVOD MAGNVS CONSALVVS MATERNVS AVVS / GALLOS AD LYRIM INSIGNI PARTA VICTORIA DEBELLARIT / MARMOREVM TROPHAEUM AVITAE VIRTUTIS  MEMORIAE.


Nuova iscrizione composta per la porta nel 1558: 

NE VEROSVI PRINC. MONIMENTVM / PIRATAE DEMOLIRENTVR / HVC TRANSFERRI / CVRARVNT SVESSANI

Stemmi o emblemi araldici

Sulla porta erano gli stemmi di Gonzalo I e di Gonzalo II (attualmente al Museo Campano di Capua).

Elementi antichi di reimpiego

Cippi antichi con iscrizioni CIL, X, 4763CIL, X, 4752 attualmente rimontati ai lati della Fontana d’Ercole.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

La descrizione del 1825 fornisce indicazioni precise sul fatto che il trofeo, l’iscrizione e tre imprese (probabilmente i due stemmi e il grande scudo) si trovavano nella parte alta della porta. Fuscolillo precisa che la nuova iscrizione era sulla chiave dell’arco, quindi immediatamente al di sopra della porta. Sappiamo inoltre che facevano parte della struttura altre cornici e pilastri, probabilmente paraste che articolavano l’alta parete soprastante la porta vera e propria, i cui stipiti erano bugnati. La descrizione sembra indicare che si trattava di una porta rettangolare, dunque architravata: tenuto conto che le dimensioni del vano della porta si attestano su una misura simile a quella del fregio dorico, è possibile ipotizzare che l’apertura fosse sormontata dal fregio, e probabilmente incorniciata da paraste doriche dal fusto bugnato. 

Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Verbale dello smantellamento della porta nel 1825 (da Parolino 1992, pp. 27-28):

“Siegue la demolizione della fabbrica della Porta antica detta del Trofeo, che attacca con le due case del sig.r Irace e di Carmine Limoncello in visuale della strada della Piazza per far trionfare la detta fontana, e per maggio comodo del pubblico.

La prima partita nel basamento tutta di un mass, lunga palmi 31, grossa palmi 11 ed alta palmi 21; da dedursene il vano della porta di larghezza palmi 12, alto palmi 18 e grosso palmi 11.

Tutto il descritto masso era da fabbrica durissima a pezzi di piperno grossi. Attorno al descritto vano di porta ad ambe le facce vi erano le mostre di grossi pezzi di travertino bugnate.

La seconda partita di simile fabbrica superiore alla descritta è lunga palmi 31, alta palmi 39, e grossa palmi 11; da dedursene due vani di stanzini, uno di palmi 16 per 8, ed alto palmi 8, e l’altro lungo palmi 31, largo palmi 7, ed alto palmi 7.

si è inoltre levato, e calato a terra con armaggio di legni, e corde in altezza di palmi 50, un trofeo di marmo di palmi 9 per 8, una iscrizione anche di marmo di palmi 11 per 5, tre imprese, ed altri ornati di cornici, e pilastri, che tutti si son portati nella Casa Comunale in distanza di circa palmi 200.”

Bibliografia

Agosti, Amirante, Naldi 2001: Barbara Agosti, Francesca Amirante, Riccardo Naldi, “Su Paolo Giovio, don Gonzalo II de Cordoba duca di Sessa, Giovanni da Nola (tra lettere, epigrafia, scultura)”, Prospettiva, nn. 103-104, luglio-ottobre 2001, 47-76.

 

Amirante, Naldi 2007: Francesca Amirante, Riccardo Naldi, “Con Paolo Giovio al servizio di don Gonzalo II de Cordoba, duca di Sessa”, in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria: sculture 'ritrovate' tra Napoli e Terra di Lavoro, 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 61-94.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie storico-critiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

 

Nicolini 1933-34: Fausto Nicolini, "Su Don Gonzalo Fernandez de Cordoba terzo duca di Sessa e Andria", Iapigia, IV, 1933, n. XI, pp. 237-280; anno V, 1934, XII, pp. 60-102. 


Parolino 1992: Giuseppe Parolino, “Della porta del Trofeo a Sessa detta in antico Porta del MacelloCiviltà Aurunca, VIII, 1992, nn. 21-22, 9-29.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione25/08/2012 15:40:37
Data ultima revisione02/01/2019 15:03:23
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OggettoSessa Aurunca, Porta San Domenico
TipologiaPorta urbica
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1555: lavori alla porta commissionati dal governatore Lope de Herrera (Fuscolillo 2008, p. 138).

Autore
Committente
Famiglie e persone

famiglia Spinelli. De Masi Del Pezzo 1761, p. 314 cita l'antica esistenza di un Seggio degli Spinelli presso la porta.

Lope de Herrera commissiona lavori di rifacimento nel 1555.

Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche

La porta è riconoscibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.


Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione06/03/2013 10:45:19
Data ultima revisione23/11/2016 13:47:56
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OggettoSessa Aurunca, San Benedetto
Tipologiachiesa (esistente) con annesso convento (trasformato)
Nome attualeSan Benedetto
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

996: edificazione della chiesa.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Preceduta da un piccolo portico voltato a botte, l'interno si sviluppa in una navata unica di piccole dimensioni, cui fa seguito un presbiterio voltato.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

All'esterno, sulla fiancata destra, è murato un frammento di lastra con capitello capovolto.

Villucci (1995, p. 83) scrive che un seconda lastra, analoga alla prima, è reimpiegata come gradino.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta in Villucci 1995.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 16:42:39
Data ultima revisione06/03/2013 15:48:34
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OggettoSessa Aurunca, San Carlo Borromeo
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSan Carlo
Immagine
Nomi antichi

San Francesco dei Pignatari, Santa Maria della Neve

Cronologia

1615: fondazione del convento e costruzione della chiesa attuale.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa presenta un assetto sei-settecentesco, con interno a navata unica voltata con successione di crociere e cappelle laterali. Al di sotto della navata si sviluppa una cripta praticabile.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il convento viene fondato su un precedente insediamento medievale dedicato a San Francesco e detto "dei Pignatari" per la presenza nella zona di numerose botteghe di vasai. A sua volta la chiesa di San Francesco era sorta su un più antico luogo di culto intitolato a Santa Maria della Neve.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta della chiesa e della cripta in Villucci 1995, p. 92.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte , Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 14:14:06
Data ultima revisione06/03/2013 15:53:01
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OggettoSessa Aurunca, San Domenico
Tipologiachiesa (diruta) e complesso monastico (esistente)
Nome attualeSan Domenico
Immagine
Nomi antichi

San Domenico

Cronologia

1425: edificazione della chiesa e del convento sul sito donato da Giovanni Antonio Marzano come compensazione per l'abbattimento della precedente chiesa domenicana di San Pietro a Castello, abbattuta per l'ampliamento del castello.

1478: il nuovo complesso risulta ancora in costruzione e i frati presentano istanza contro mastro Francisco di Filippo de Roccamonfina e il suo garante Giovanni de Conquestis per la mancata esecuzione di “certe membre de frabicha”.(Napoli, Archivio di Stato, Sommaria, Part. 12, f. 251v; cfr. Marco, Parolino 2000, p. 23).

1541: si mette in scena un teatro sacro rappresentante la creazione di Adamo ed Eva (Fuscolillo 2008, p. 79)

1549: l'Universitas e il governatore Lope de Herrera stabiliscono una donazione di 200 ducati annui per la durata di 5 anni, da destinarsi alla riparazione della chiesa di San Domenico (Fuscolillo 2008, 107).

1551: muore donna Maria, moglie di Berardino de Cordoba, e il corpo viene portato nella chiesa di San Domenico (Fuscolillo 2008, p. 117).

1564: si mette in scena un teatro sacro rappresentante la storia di Tobia (Fuscolillo 2008, p. 82)

1564: si pone in opera il nuovo organo  e si fanno le "prospere seu dechoro" dietro l'altare maggiore della chiesa (Fuscolillo 2008, p. 82).

1570: viene costruito l’arco di ingresso alla cappella di Scipione Piscitello, intitolata a san Tommaso d’Aquino, commissionato al maestro Conforto d’Ambrosio da Santoseverino, residente in Sessa (Caserta, Archivio di Stato, Notarile, notaio Alfonso Sabucco, vol. 371, f. 220; cfr. Di Marco, Parolino 2000, p. 33-34).

1576: il pittore Pirro Caruso, sessano, promette ad Angelo de Paolo, di Napoli, di fare per lui una cona nella cappella di Santa Maria delle Grazie in San Domenico a Sessa (Filangieri 1883-1891, V, p. 102).

1624: il pittore capuano Sebastiano Populis dipinge una pala raffigurante Santa Margherita per la chiesa di San Domenico a Sessa (Catalani 1842, p. 33; Filangieri 1883-1891, VI, p. 309).

1724: si rifà il pavimento in riggiole della cappella del rosario (realizzato da Matteo Giustiniano) e l’altare maggiore in marmi policromi (Giuseppe Bastelli).

1935: le murature pericolanti della chiesa vengono abbattute.

Autore
Committente

Giovanni Antonio Marzano

Famiglie e persone

Giovanni Antonio Marzano

Giovanni Bruno

Agostino Nifo

Lope de Herrera

Costanzo Sebastiano

Descrizione

Attualmente la chiesa è completamente diruta, mentre rimane il chiostro principale, con archi acuti su pilastri in pietra, e parte del campanile.

Iscrizioni

Iscrizione funebre di Agostino Nifo

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Alla base del vecchio campanile è inserito un cippo con iscrizione CIL, X, 4753.

Opere d'arte medievali e moderne

Lungo le pareti perimetrali del chiostro sono lacerti di affreschi raffiguranti episodi della vita di san Domenico, di santi, vescovi e cardinali.

In San Domenico aveva una cappella la famiglia Nifo, ed è qui che nel 1529 viene sepolto Domizio, figlio di Agostino, e qui viene composto nel 1538 “in una cassa di legno ben lavorata con de’ vetri davanti” il cadavere imbalsamato del filosofo, posto “sul limitare della porta della sagrestia “, accompagnato da un epitaffio funebre e da un ritratto (Mattei 1844-1845). Solo nella seconda metà del XIX secolo la salma di Agostino Nifo viene traslata in Sant’Agostino, dove si trova tuttora  in un monumento moderno (Di Marco, Parolino 2000, pp. 32-33).

Sempre in San Domenico era la cappella della famiglia Bruno, dove erano sepolti il vescovo di Isernia Massimo Bruno, morto nel 1522, la madre Livia e il fratello Giacomo vescovo di Dragonara. Fra gli altri anche Giovanni Bruno (De Masi Del Pezzo 1761, p. 251; Di Marco, Parolino 2000, p. 33).

Vi fu sepolto anche l'olivetano e umanista Costanzo Sebastiano, il cui corpo venne in seguito traslato in Sant'Agostino.

Storia e trasformazioni

Il luogo viene concesso ai domenicani da Giovanni Antonio Marzano, il quale per fortificare il castello aveva abbattuto il convento di San Pietro a Castello. Trasformazioni sono attestate a metà Cinquecento, mentre certamente nuove opere risalgono al XVIII secolo, quando la chiesa viene ricostruita.

Note
Fonti iconografiche

Il complesso è visibile nella pala di San Leone Magno che protegge Sessa, e la cupola della chiesa è riconoscibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Catalani 1842: Luigi Catalani, Discorso sui monumenti patrii, Napoli 1842.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, 284-285.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.

 

Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995, 57.

 

Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura , Marina di Minturno (Lt) 2000, 9-76.

 

Filangieri 1883-1891: Gaetano Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle province napoletane, 6 voll., Napoli 1883-1891.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

 

Mattei 1844-1845: Pasquale Mattei, “Agostino Nifo de’ Medici”, Poliorama Pittoresco, 1844-1845, 403-405, 413.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 16:19:43
Data ultima revisione23/11/2016 13:57:59
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OggettoSessa Aurunca, San Francesco
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSan Francesco
Immagine
Nomi antichi

 

Immacolata, San Francesco

Cronologia

 

1433: fondazione del convento (Gonzaga 1587, p. 526; Sacco 1640, p. 63).

1550: le salme del duca Luis Fernández de Córdoba e della moglie Elvira Cordoba y Figueroa, fino a quel momento in deposito presso la chiesa di San Francesco, vengono traslate in Spagna per volontà del figlio, il nuovo duca di Sessa Gonzalo II (Fuscolillo 2008, p. 116).

Autore
Committente

 

Giovanni Antonio Marzano: all'interno era il monumento funebre (Sacco 1640, p. 63).

Famiglie e persone

 

Giovanni Antonio Marzano

Descrizione

Chiesa a navata unica, con grande cappella cupolata aperta sul fianco sinistro e dedicata all'Immacolata.

Il convento si sviluppa alla destra della chiesa.

Iscrizioni

 

Sulla lapide funeraria di Giovanni Antonio MarzanoIO ANTONIVS MARZANO / DVX SVESSAE / COMES ALIFIAE REGNIQVE SICILIAE / ADMIRATVS / HIC SITVS EST ANN. D. MCCCCLIII.

Stemmi o emblemi araldici

 

Stemmi Marzano ai lati del portale.

Elementi antichi di reimpiego

 

Il convento è fondato sui resti di edifici di età romana, forse una fornace.

Opere d'arte medievali e moderne

 

Nella chiesa di San Francesco era il monumento funebre di Giovanni Antonio Marzano, ora trasferito al Museo Diocesano

Lastra tombale di Galeazzo Guindazzo (m. 1522, ora nel Museo Diocesano)

Nella lunetta sopra il portale era ospitato un gruppo scultoreo raffigurante l'Immacolata fra i santi Francesco e Chiara: descritto come ancora in situ da Villucci (1995, pp. 106-107), il gruppo è stato successivamente rimosso.

Nel chiostro sono lacerti di affreschi raffiguranti episodi della vita di san Francesco (Sacco 1640, p. 63; Villucci 1995, p. 107).

Storia e trasformazioni
Note

 

Il fatto che le salme del duca  Luis Fernández de Córdoba e della duchessa Elvira de Cordoba y Figueroa  fossero depositate in San Francesco, lascia supporre che fosse destinato a questa chiesa il progetto di monumento funebre commissionato intorno al 1524 a Giulio Romano.

Fonti iconografiche

 

Pala di San Leone Magno che protegge Sessa

veduta di Pacichelli

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia


De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, 275.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.


Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995, 57.

 

Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000, 230-235.


Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008, 116.


Gonzaga 1587: Francesco Gonzaga, De Origini Seraphicae Religionis Francescanae, Romae 1587, 526-527.


Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.


Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 106-107.


Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 16:29:53
Data ultima revisione23/11/2016 11:48:11
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OggettoSessa Aurunca, San Germano
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Germano
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1200: fondazione

1308-10: il monastero è ricordato nelle decime

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Villucci 1995 p. 87 cita materiali di spoglio (due colonne in calcare, un frammento di pilastro e un capitello corinzio di età antonina) negli ambienti voltati a crociera che sostengono il coro delle monache.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

di fondazione medievale, il complesso è stato più volte rimaneggiato. Destinato a monastero femminile dell'ordine benedettino, dopo il 1861 è stato convertito in sede del Seminario diocesano.

Note
Fonti iconografiche

La chiesa è riconoscibile nella veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata con la lettera "C".

Piante e rilievi

Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 88

Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:23:36
Data ultima revisione06/03/2013 11:02:14
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OggettoSessa Aurunca, San Giacomo
Tipologiachiesa e ospedale
Nome attualeSan Giacomo
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1497: fondazione.

XVIII secolo: la chiesa viene ricostruita.

Autore
Committente

Famiglie Di Transo e Di Paolo

Famiglie e persone

L'ospedale era patrocinato dalle famiglie: Di Transo, Di Paolo, De Martini, De Nolis, Pari, Delle Ceste, Coscia.

Descrizione

Il complesso dell'ospedale si presenta come una fabbrica quattro-cinquecentesca, mentre la chiesa, ricostruita nel XVIII secolo a croce greca cupolata, è attualmente impraticabile.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Affresco nella lunetta già sopra un portale dell'edificio annesso.

Storia e trasformazioni

Ospizio dei pellegrini diretti da Napoli a Roma, dedicato a San Giacomo Apostolo. Nell’ospizio venivano ricoverati i pellegini, che ricevevano vitto e alloggio per tre giorni. L’ospizio nell’800 (in data imprecisata) viene trasformato in abitazione privata, mentre si conserva la chiesa.

Note
Fonti iconografiche

La chiesa è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata dalla lettera "G".

Piante e rilievi
Fonti/Documenti

De Masi Del Pezzo 1761, p. 282: “Nel borgo inferiore vi è poi la Chiesa sotto il titolo di S. Giacomo, che mantiene lo Spedale per li Pellegrini, ed è governata privatamente dalle nobili famiglie di Transo e di Paolo, per essere loro jus patronato. Essa fu già fondata nel secolo XV dalla stessa famiglia di Paolo insieme con quelle de Martini, de Nolis, Pari e delle Ceste, e dalle medesime veniva amministrata, come si rileva da un istrumento de’ 19 agosto 1497, per gli atti di notar Tommaso Floradaso. Ma, essendo mancata la famiglia de Martini nella Transo e nella Coscia, subentrarono queste in luogo di quella nell’amministrazione di detta Chiesa, governandola egualmente colle altre anzidette famiglie, secondo apparisce da due altri istrumenti, l’uno rogato per Notar Giovanni Sabucco nel dì 19 aprile 1561, e l’altro per notar Cesare Cauto à 15 agosto 1565. Ora però viene governata, come dicemmo, soltanto da ambedue esse famiglie di Transo e di Paolo, per essere tutte le altre soprannominate di già estinte”.

Bibliografia

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907, II, 190-191.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 106.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:35:40
Data ultima revisione23/11/2016 14:00:32
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OggettoSessa Aurunca, San Giovanni a Piazza
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Giovanni a Piazza
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIII secolo: edificazione.

1518: viene posto in opera sulla facciata un nuovo orologio pubblico (Fuscolillo 2008, p. 41).

XVIII secolo: rifacimento facciata e decorazione dell'interno.

Autore
Committente
Famiglie e persone

Marco Romano

Descrizione

La chiesa prospetta sul tratto di Corso Lucilio in cui l'antico decumano della città si allarga a formare una piazza. La facciata settecentesca è inquadrata da due campanili: su quello di sinistra è un orologio, in quello di destra invece è occupato dal busto e dalla lapide commemorativa fatti realizzare dall'Universitas in onore di Marco Romano.

Sul fianco sinistro è la cornice di portale archiacuto risalente probabilmente all'età angioina.

L'interno è ad aula unica, con trasetto non sporgente.

Iscrizioni

In facciata lapide commemorativa di Marco Romano.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

In facciata busto di Marco Romano.

Storia e trasformazioni

La presenza di un portale archiacuto sul fianco laterale consente di determinare che l'edificio esisteva già in età medievale. 

Dalle fonti emerge che la cheisa aveva una valenza civica (cosa che spiega perché il busto di Marco Romano sia stato collocato qui). Sono documentate almeno due assemblee dell'Universitas tenute al suo interno: nel 1447 si decide di donare l'acqua della città per le necessità del duca; nel 1556, invece, si procede all'elezione dei sei deputati del Consiglio al governo della città.

La facies attuale della chiesa è settecentesca.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.

 

Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

Bibliografia
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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione01/06/2012 10:32:36
Data ultima revisione23/11/2016 14:03:44
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OggettoSessa Aurunca, San Giovanni a Villa
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSan Giovanni Battista
Immagine
Nomi antichi

San Giovanni Battista, San Giovanni a Villa

Cronologia

 

1032: risalirebbe a questa data la prima fondazione benedettina intitolata a San Giovanni Battista.

1246: il complesso passa ai francescani che lo riedificano.

1456: riparazioni dovute ai danni causati dal terremoto.

XVI-XVII: la chiesa viene profondamente ristrutturata.

1715: data apposta sulla balaustra marmorea del presbiterio.

1777-1779: rifacimento cupola.

1791: il marmoraro Gaspare Lamberti dà i disegni per il nuovo altare maggiore.

Autore
Committente
Famiglie e persone

 

Bonomolo di Transo (era sepolto ai piedi dell'altare della sua cappella, posta a sinistra entrando in chiesa; cfr. Di Marco, Parolino 2000, pp. 205-206).

Giovan Bernardino di Transo (sepolto nella stessa cappella; cfr. Di Marco, Parolino 200, p. 205).

Descrizione

 

Il complesso è formato dalla chiesa e dal convento, al quale si accede dal portale inserito nel livello inferiore del campanile. La chiesa ha un interno ad aula unica coperta da volta a botte lunettata, con cappelle laterali, transetto non agettante e cupola all'incrocio fra navata e transetto.

All'interno del convento è un chiostro con porticato coperto da volte in parte ogivali, in parte a tutto sesto. Un tempo il chiostro era affrescato con episodi della vita di sant'Antonio da Padova (Sacco 1640, p. 63).

Iscrizioni

 

Sul monumento funebre di Bonomolo di Transo era la scritta: 

MAG. MILITIS BONOMOLI DE TRANSO / CAIANELLI DOMINI, AC SERENISSIMAE, / IOHANNAE SECVNDAE REGINAE, / COLLATERALIS CONSILIARII P. / SE, SVISQ; P. A. MCCCCXXIV / DIE XXII.MAI

(da Sacco 1640, p. 79)

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

 

L'edificio del convento si svilulppa al di sopra del criptoportico romano, la cui esistenza era nota almeno a metà Seicento (Sacco 1640, p. 37). Colonne e capitelli di spoglio sono incastonati nel muro tra la chiesa e il chiostro.

Opere d'arte medievali e moderne

 

Crocifisso ligneo del XV secolo

Lucio Sacco descrive nella chiesa anche la tomba di Bonomolo di Transo

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

 

Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 26.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:43:19
Data ultima revisione23/11/2016 14:05:10
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OggettoSessa Aurunca, San Matteo
Tipologiachiesa
Nome attualeSanta Maria Addolorata
Immagine
Nomi antichi

San Matteo, Santa Maria del Rifugio, Santa Maria Addolorata

Cronologia

XII: epoca di probabile edificazione e di realizzazione dell'affresco con l'Adorazione dei Magi.

1258: prima attestazione documentaria.

1760: la chiesa, fino a quel momento appartenente al Capitolo della cattedrale di Sessa, viene ceduta alla Congregazione di Santa Maria del Rifugio (o dei Carcerati). Probabilmente poco dopo viene intrapresa la ristrutturazione totale che ha conferito all'edificio l'aspetto attuale.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Davanti alla chiesa è murata l'iscrizione CIL, X, 4756.

Sulla fiancata destra dell'edificio è murato un frammento di trabeazione dorica.

Opere d'arte medievali e moderne

All'interno è un lacerto di affresco raffigurante l'Adorazione dei Magi (XII sec.).

Scultura lignea raffigurante la Pietà (XVIII secolo).

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta in Villucci 1995, p. 75.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Abita 1979: Salvatore Abita, "Di un affresco campano-bizantino in S. Maria del Rifugio a Sessa Aurunca", Studia Suessana, 1, 1979, 7-9.

 

Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, Napoli 1906-1907, II, 196-197.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.


Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 16:51:02
Data ultima revisione23/11/2016 13:00:56
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OggettoSessa Aurunca, San Pietro a Castello
Tipologiachiesa (scomparsa)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi

San Pietro a Castello, San Domenico

Cronologia

1289: donazione di un terreno nei pressi del castello per la costruzione del monastero (Di Marco 1995, p. 42).

1299: Carlo II d'Angiò si preoccupa della edificazione della chiesa "quas de novo in predicta terra Sesse construi faciunt" (Schulz 1860, II, 150).

1425, ante: la chiesa viene abbattuta da Giovanni Antonio Marzano per rinforzare le difese del castello

1425: Giovanni Antonio Marzano concede ai domenicani un altro terreno per l'edificazione di una nuova chiesa di San Domenico.

Autore
Committente

Carlo II d'Angiò re di Napoli

Famiglie e persone

Carlo II d'Angiò re di Napoli

Giovanni Antonio Marzano

Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La chiesa, edificata nel 1299, viene abbattuta poco più di un secolo dopo per fare spazio alle nuove opere difensive del castello.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Archivio di Stato di Napoli, Notamenta mss. di Carlo de Lellis, III, parte I, f. 917: donazione del terreno per la costruzione del monastero nel 1289 (cit. da Di Marco 1995, p. 42, nota 58).

Registri angioni, Carlo II, 1299.30.C, fol. 87 (Schulz 1860, II, p. 150), trasunti in Archivio di Stato di Napoli, Manoscritti Sicola, III, f. 157 (cit. da Di Marco 1995, p. 42, nota 58): nel 1299-1300 il moNastero risulta  già costruito e riceve una donazione da parte del sovrano Carlo II.

Archivio di Stato di Napoli, Notamenta mss. di Carlo de Lellis, III, parte I, f. 5: nel 1310 "fratri Andree de Suessa, priori dicti loci Sancti Dominicipro certis necessariis per eum factis uncias duo" (Cit. daDi Marco 1995, p. 42, nota 58).

 

Bibliografia

Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 13:54:49
Data ultima revisione23/11/2016 14:07:08
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OggettoSessa Aurunca, Sant'Agostino
Tipologiachiesa
Nome attualeSant'Agostino
Immagine
Nomi antichi

 

Sant'Agostino, Santissima Trinità

Cronologia

 

1363: il convento è edificato da Roberto Marzano, conte di Squillace e Grande Ammiraglio di Sicilia (Sacco 1640, p. 62; Schulz 1860, II, p. 150).

1363: si fonda il primo ospedale dell’Annunziata con il titolo di Santissima trinità. Si stabilisce che la  chiesa erigenda fosse soggetta all’ospedale (pubblico)

1418: Giovanni Antonio Marzano dona il complesso agli agostiniani. La città decide  di costruire una nuova annunziata sul luogo ove si trova oggi.

1471: il convento agostiniano di Sessa  viene unito alla congregazione di San Giovanni a Carbonara.

1491: il pittore Moysis de Costanzo roga una convenzione con il collega Riccardo de Quartararo, palermitano, per la realizzazione di quattro cone, fra cui una per la chiesa della Trinità di Sessa (Filangieri 1883-1891, VI, p. 198-199, 326).

1746: Il riggiolaro Donato Chianese realizza il pavimento maiolicato della chiesa  su disegno dell’architetto Giuseppe Astarita.

1787-92: ampliamento convento, a opera di Francesco Gasperi

1787-92: ampliamento convento, a opera di Francesco Gasperi.

Autore
Committente

 

Giovanni Antonio Marzano

Famiglie e persone

 

Giovanni Antonio Marzano

Roberto Marzano

Margherita Marzano

Antonello della Ratta

Agostino Nifo

Giovanni Bruno: secondo Sacco (1640, p. 62) Bruno avrebbe letto "per molti anni" nello Studium del convento agostiniano

Costanzo Sebastiano

Descrizione

 

L'interno della chiesa è ad aula unica con soffitto ligneo dorato, affiancata da tre cappelle per lato e conclusa da un presbiterio cupolato. La facciata è liscia, con l'unico elemento di rilievo costituito dal portale con cornice in stucco.

Iscrizioni

 

iscrizione sulla tomba di Agostino Nifo.

Stemmi o emblemi araldici

 

Nel chiostro si trovano tre portali architravati in pietra con lo stemma dei Marzano.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

 

All'interno della chiesa è la lastra tombale di Antonello della Ratta e Margherita Marzano (XV secolo).

Al centro del soffitto è un dipinto raffigurante la Trinità e Sant'Agostino, attribuito a Ferdinando Sanfelice.

Nella prima cappella di destra è la tomba moderna di Agostino Nifo, eretta in sostituzione di una sepoltura qui trasferita da San Domenico.

Anologamente, fu qui trasferita, dalla chiesa di S. Domenico, anche il corpo dell'umanista olivetano Costanzo Sebastiano.

Storia e trasformazioni

 

La chiesa, di fondazione medievale, si presenta adesso nella facies settecentesca. Il pronao di ingresso è stato abbattuto nel 1933.

Note
Fonti iconografiche

 

La chiesa è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata dalla lettera "E".

Piante e rilievi

 

Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 97.

Pianta del complesso in Di Marco, Parolino 2000.

Fonti/Documenti
Bibliografia


De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.


Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.

 

Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995.

 

Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.

 

Filangieri 1883-1891: Gaetano Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle province napoletane, 6 voll., Napoli 1883-1891.


Pezone 2008: Maria Gabriella Pezone, “Sulle orme di Luigi Vanvitelli. Architettura e ingegneria idraulica in Terra di Lavoro”,  in Atti del 2° convegno internazionale di Storia dell’Ingegneria (Napoli 7-8-9- aprile 2008), a cura di S. D’Agostino, 2 voll., Napoli 2008, II, 1081-1093.


Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm SchulzDenkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:26:28
Data ultima revisione23/11/2016 14:09:16
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OggettoSessa Aurunca, Sant'Anna
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSant'Anna
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1400: Giovanni Antonio Marzano fonda il monastero.

1471: lavori di ampliamento per Breve di papa Sisto IV (Sacco 1640, p. 67).

1500: il suessano Antonio Valls commissiona una cappella e una grande pala d'altare (Salazaro 1873)

Autore
Committente

Giovanni Antonio Marzano

Famiglie e persone

Giovanni Antonio Marzano

Descrizione
Iscrizioni

"Venerandam ab ultimis fundamentis tribunis et conam in suum suorumque perpetuum locum et dotatam cappellam sub venerabile titulo Sanctae Crucis Santeque Anna propiis suis impensio fieri fecit magnificus Antonius Valls de Suessa ydibus Marcii 1500" (da Salazaro 1873, p. 39).

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Sacco (1640, p. 67) descrive la chiesa "tutta lavorata di stucco posto in oro, e piena di buone pitture à fresco".

Attualmente in chiesa è presente una cantoria lignea dorata rinascimentale e in sagrestia un'affresco del XV secolo con la Vergine e il Bambino (Villucci 1995, p. 35)

La pala commissionata da Antonio Valls è attualmente esposta al Museo Campano di Capua.

Storia e trasformazioni

Il convento viene edificato da Giovanni Antonio Marzano per le clarisse della regola di Sant'Elisabetta vedova.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, 287.

 

Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995, 57.


Romano 1998: Anna Maria Romano, “L'attribuzione del soffitto della chiesa di S. Anna in Sessa Aurunca a Michele e Francesco Curia”, Civiltà Aurunca, 14, 1998, 23-27.


Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, 67. 


Salazaro 1873: Demetrio Salazaro, (relazione) in Atti della Commissione Conservatrice dei Monumenti di Terra di Lavoro, IV, 1873, 39-55.


Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

 

Villucci 1999: Antonio Marcello Villucci, “La chiesa conventuale di Sant'Anna in Sessa Aurunca e il suo soffitto ligneo”, Civiltà Aurunca, 14, 1998, 15-21.



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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:32:40
Data ultima revisione23/11/2016 14:11:58
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OggettoSessa Aurunca, Santa Maria del Piano
Tipologiachiesa (diruta)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

 

1250: fondazione della chiesa da parte di re Manfredi.

1262: costruzione cappella d'Atti.

1512: restauro cappella d'Atti.

Autore
Committente

 

Manfredi re di Sicilia

Famiglie e persone

 

Manfredi re di Sicilia

famiglia d'Atti

Descrizione

 

L'edificio è attualmente in rovina, e conserva solo parte dei muri perimetrali e della torre campanaria. Giustiniani (1805, p. 34) la dice divisa in "tre navi con delle colonne". A metà XIX secolo Schulz (1860, p. 151) vedeva ancora le strutture interne e descrive la chiesa come a tre navate, suddivise da arcate poggianti su 16 colonne in marmo dai capitelli corinzii di reimpiego. Nel disegno di Prosper Barbot (1820-1822) sono ancora visibili i resti del portico con i tre portali e, attraverso il portale centrale, l'abside.

Iscrizioni

 

All'interno era iscrizione riportata da Sacco 1640 e da Schulz 1860:

THOMAS DATTVS NOBILIS MILES SVESSANVS ET DELICIA GATTOLA CONSORTES SACELLVM HOC DEO OPT. MAX. DICARVNT REGNANTE MANFREDO REGE AN. SAL. MCCLXII. VETVSTATE COLLAPSVM F. JOAN. DATTVS SVESSANVS MILES HIEROSOLYMITANVS RESTAVRAVIT AN. MCCCCCXII NONIS IVNII.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

 

Erano di reimpiego le sedici colonne interne e i capitelli corinzi soprastanti (alcune sono state reimpiegate nella cantoria ottocentesca della cattedrale). Attualmente sono ancora visibili due frammenti antichi in calcare inseriti negli spigoli del campanile: un blocco di calcare con cornice modanata e un altro blocco di calcare con incassi quadrati.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

 

Due colonne della chiesa sono state trasferite nel XIX secolo nella cattedrale di Sessa e poste a sostegno del coro ligneo in controfacciata.

Note
Fonti iconografiche

 

La chiesa è riprodotta in un disegno di Prosper Barbot (1820-1822).

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860.

 

Giustiniani 1805: Lorenzo Giustiniani, "Sessa", in Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, 10 voll., Napoli 1797-1805, IX, Napoli 1805, 25-35.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/12/2012 13:22:41
Data ultima revisione23/11/2016 14:19:51
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OggettoSessa Aurunca, Santa Maria in Castellone
Tipologiachiesa
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi

Santa Maria in Castellone, Santa Maria della Visitazione

Cronologia

1032: edificazione della chiesa.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L'accesso alla chiesa avviene da un piccolo portico quadrato voltato a crociera che scavalca la strada. Interno semplice ad aula. Sulla facciata laterale sono visibili resti di due finestre centinate a doppia ghiera, parzialmente tamponate e occultate sotto l'intonaco.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Sono di reimpiego le colonne su cui poggia il portico d'ingresso.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta in Villucci 1995.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 16:47:42
Data ultima revisione23/11/2016 14:20:59
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/173
OggettoSessa Aurunca, Santa Maria Regina Coeli
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeCappuccini
Immagine
Nomi antichi

Santa Maria Regina Coeli, chiesa dei Cappuccini

Cronologia

1539: costruzione della chiesa e del convento.

1933: il convento è abbattuto.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa è preceduta da un portico, oltrepassato il quale si entra nell'unica navata voltata a botte, e affiancata da tre cappelle per lato.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche

La chiesa è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata con la lettera "H".

Piante e rilievi
Fonti/Documenti

S. Lombardi, Planimetria della chiesa, del convento e dei terreni (1867); riprodotta in Di Marco 1995, p. 122.

Bibliografia


Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 23.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/12/2012 21:22:45
Data ultima revisione23/11/2016 14:21:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/183
OggettoSessa Aurunca, Santo Stefano
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSanto Stefano
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1233: fondazione del convento delle clarisse (Villucci 1995, p. 101).

1240: costruzione del monastero (Sacco 1640, p. 66).

1447: il monastero viene sottoposto alla giurisdizione del vescovo di Sessa.

XVII secolo: costruzione dell'avancorpo del chiostro (Villucci 1995, p. 101) e di una nuova chiesa (Sacco 1640, p. 66: "novellamente refabricata").

XVIII secolo: ricostruzione della chiesa.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il complesso è composto da un chiostro medievale circondato da un porticato ad archi acuti su pilastri quadrati e da una chiesa settecentesca. La chiesa, preceduta da un atrio in cui trova posto la scalinata che supera il dislivello fra la strada, più bassa, e l'aula più alta, ha un impianto a croce greca allungata, con volta a crociera al centro e cupola sul presbiterio. Le cappelle laterali, una per lato, sono inquadrate da due coppie di colonne libere.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Altare maggiore in marmi policromi del 1726.

Pavimento maiolicato del XVIII secolo.

La chiesa seicentesca, secondo Sacco (1640, p. 66), era "ornata di stucco, e d'oro, con belle pitture à fresco".

Storia e trasformazioni

Il complesso conserva il chiostro di origine medievale, mentre la chiesa è stata ricostruita nel XVIII secolo.

Note

La pianta della chiesa, con scalinata racchiusa in un vestibolo chiuso, aula dilatata trasversalmente in due cappelle inquadrate da colonne libere e presbiterio cupolato, appare molto simile al Rosariello alle Pigne a Napoli, costruita da Arcangelo Guglielmelli nel 1692.

Fonti iconografiche

La chiesa è riconoscibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Paccichelli nel 1703.

Piante e rilievi

Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 102.

Fonti/Documenti
Bibliografia

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 16:41:15
Data ultima revisione23/11/2016 14:22:44
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/172
OggettoSessa Aurunca, Seggio di San Matteo
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attualeSeggio di San Matteo
Immagine
Nomi antichi

Seggio de’ Toraldi

Cronologia

costruzione fine XIV-inizio XV secolo

XIX sec.: rifacimento in forme neogotiche

Autore
Committente
Famiglie e persone

Agostino Nifo

Lope de Herrera

Descrizione

 

Edificio a pianta quadrangolare coperto da volta a crociera costolonata. Originariamente aperto verso l’esterno da un’arcata ogivale, poi tamponata nel XIX. Sul retro cornice di finestra “catalana”.

Iscrizioni

 

In prossimità del seggio sono due iscrizioni moderne entro basamenti, commissionate e forse composte da Agostino Nifo in occasione del passaggio per Sessa di Carlo V.

Stemmi o emblemi araldici

 

Stemmi ed emblemi della città sono scolpiti, alternati a panoplie d'armi, nei dodici pannelli lapidei un tempo affissi sui pilastrini della doppia balaustrata e oggi murati in facciata.

Elementi antichi di reimpiego

 

Nella struttura del Seggio sono reimpiegate 4 colonne antiche con capitelli ionici probabilmente non antichi, e diverse iscrizioni antiche:

CIL, X, 4767CIL, X, 4744CIL, X, 4748 ; CIL, X, 4756

All'esterno sono reimpiegate due colonne in granito grigio. Granito grigio della Troade era utilizzato a Sessa Aurunca nel secondo ordine del teatro.

Opere d'arte medievali e moderne

 

Fino almeno al 1817, sul lato sinistro dell'arco di ingresso si trovava la medievale statua del barone di Carinola Giacomo del Gaudio, fatta trasferire qui nel 1549 dal picoclo villaggio di Valogno per ordine del governatore Lope de Herrera.

Storia e trasformazioni

 

Non è noto quando il seggio sia stato costruito. La datazione si basa sulla lettura stilistica dell’architettura.

A un restauro XVI secolo risalgono i 12 pannelli in pietra, quattro con il leone simbolo di Sessa e otto con panoplie: originariamente i pannelli componevano una transenna che chiudeva l’arcata verso la piazza. 

Note
Fonti iconografiche

 

Chenavard nel 1817 pubblica una incisione in cui si vede il Seggio prima della ristrutturazione neogotica 800esca. L’incisione è riprodotta in Villucci 1995, p. 17. Il disegno originale di Chenavard è nel quarto tomo dei suoi volumi di disegni del viaggio in Italia, attualmente in INHA a Parigi 

Piante e rilievi

 

Pianta e sezione trasversale in Alisio 1971.

Fonti/Documenti
Bibliografia

 

Alisio 1971: Giancarlo Alisio, "Il sedile di S. Matteo a Sessa Aurunca", in Scritti in onore di Roberto Pane, Napoli 1971, 261-273.

 

Borrelli 1917: Nicola Borrelli, La nobiltà Sessana e le aggregazioni al Seggio di San Matteo, Maddaloni 1917.

 

Broccoli 1889-1894: Angelo Broccoli, “Il codice municipale sessano. Copia di tutti li capituli e gratie concesse alla città di Sessa per la felice memoria della Maestà di Re Ferrante, et anco dalli Ill.mi et Ecc.mi Duchi di detta città”, Archivio Storico Campano, vol. I, 1889, fasc. 1, pp. 243-260; 1889-1890, fasc. 2-3, pp. 251-280; 1891, pp. 193-202; vol. II, parte I, fasc. 1-2, 1893, pp. 221-240; vol. II, parte II, fasc. 3, 1893-1894, pp. 595-608.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

  

Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014, 188-189.

 

Martone 2005: Maria Martone, "I sedili a Napoli e fuori la città", in Verso un repertorio dell’architettura catalana. Architettura catalana in Campania, province di Benevento, Caserta, Napoli, a cura di Cesare Cundari, Roma 2005, 109-122.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Tommasino 1997: Attilia Tommasino, Sessa Aurunca nel periodo aragonese, Ferrara 1997.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 17, 77-78.

Link esterni

 

Disegno di Chenavard online nel sito dell'INHA all'URL:

http://tools.yoolib.com/Yviewer/index.php?user=inha&filemedia_id=3743&fullscreen=1&current_image_id=59&dbk=&menu_left_visible=1&menu_left_type=signet

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione30/05/2012 06:42:55
Data ultima revisione23/11/2016 12:11:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/9
OggettoSessa Aurunca, Seggitiello di piazza
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L'identificazione del passaggio voltato con il sedile dei mediani, o Seggitiello di Piazza, è possibile grazie alle indicazioni toponomastiche e all'esame del manufatto. Il passaggio è infatti ancora denominato "via Seggetiello di Piazza", e nella volta sono visibili due stemmi in pietra, chiaramente connessi con questa funzione, oggi non facilmente leggibili. "Piazza" o "foro" era il nome che veniva dato al tratto superiore del decumano (attuale Corso Lucilio), e difatti anche la vicina chiesa di San Giovanni è detta "a piazza", per distinguerla da quella omonima nei pressi di piazza Tiberio, detta invece San Giovanni a villa.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Due stemmi in pietra, ormai completamente illegibili, sono murati nell'intradosos della volta.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.


Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 14:48:17
Data ultima revisione02/12/2014 14:57:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/168
OggettoSessa Aurunca, torre di San Biagio
Tipologiatorre (esistente)
Nome attualetorre di San Biagio
Immagine
Nomi antichi

Torre San Biagio, torre San Biase, torre Santa Caterina

Cronologia

1276: Carlo d'Angiò costruisce un piccolo castello nel borgo superiore della città di Sessa (Sacco 1640, 93).

1308: nelle decime viene citata la chiesa di San Biagio.

1453-1463: il duca di Sessa Marino Marzano istalla presso il castello una zecca per il conio delle monete (Sacco 1640, 27)

1507: Gonzalo I de Cordoba dona la torre superstite a Giovanni Bruno, medico e astrologo.

1523: la donazione viene confermata (Sacco 1640,  93).

Autore
Committente

Carlo I d'Angiò

Famiglie e persone

Carlo I d'Angiò

Marino Marzano

Gonzalo I de Cordoba

Giovanni Bruno

Descrizione

La torre, a base quadrata, è interamente in pietra: in blocchi sqauadrati di tufo agli angoli e in pietrame irregolare nelle porzioni murarie. Conserva parte del coronamento, con beccadelli sporgenti, ma è imbrigliata in una struttura metallica che ne impedisce il crollo.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma in tufo dei Marzano al di sopra di una delle finestre dell'ultimo livello.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La torre è l'unico elemento superstite di un castello attualmente distrutto. Alla sua base rimangono, soltanto allo stato di rudere, i resti della chiesa omonima.

Donata a Giovanni Bruno nel 1507, apparteneva ancora ai suoi discendenti nel 1640 (Sacco 1640, 93).

Note
Fonti iconografiche

La torre è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata con la lettera "N", e nella pala con San Leone che protegge Sessa (XVIII sec.), nel transetto sinistro della chiesa dell'Annunziata

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

De Marco 1995: Giampiero De Marco, Sessa e il suo territorio tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (LT) 1995.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/09/2012 13:43:17
Data ultima revisione02/01/2019 15:12:09
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/114
OggettoSessa Aurunca, torre Transo
Tipologiapalazzo
Nome attualetorre Transo
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIV secolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone

famiglia Transo

Descrizione

Si tratta di una torre a pianta quadrata, con una trifora al livello superiore sormontata da uno stemma. Al di sotto del complesso medievale si sviluppano ambienti antichi forse pertinenti a un edificio termale.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Sopra la trifora è uno stemma a fasce orizzontali.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:28:46
Data ultima revisione06/03/2013 11:54:12
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/177
OggettoSessa Aurunca, criptoportico
TipologiaEdificio con porticati e volte
Nome attuale
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizie
Dimensioni
Stato di conservazione

Il braccio seminterrato è occluso da un forte interro.

Immagine
CronologiaI secolo a. C.
Fattori di datazione

Tipologia monumentale.

Storia e trasformazioni medievali e moderne

Al di sopra del criptoportico si sviluppò in epoca più recente il convento di San Giovanni Battista.

Famiglie e persone
Descrizione

Il criptoportico si sviluppa in prossimità dell'altura su cui insisteva in epoca romana il centro di Suessa. L'edificio monumentale, noto già nel XVI secolo, fu costruito in un settore della città contiguo ad altri edifici pubblici di un certo pregio monumentale, come le basiliche e il teatro.

Edifici del genere erano solitamente impiegati sin dal II secolo a. C. per svariati usi, anche se erano chiaramente connotati da aspetti monumentali suggeriti dalle soluzioni architettoniche voltate e seminterrate, che sfruttavano i terrazzamenti naturali. Nel caso specifico, la presenza di dislivelli tra il teatro e il criptoportico favovira un certo aspetto scenografico e architettonico.

Iscrizioni
Apparato decorativo
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti e documenti

Sacco 1640, p. 37: "vicino à quello[anfiteatro] in sito superiore, [sono] dui Corridori sotterranei à volta, alquanto lunghi, e mediocremente alti: fatti di stucco tale, che par che di bianco, e fino marmo sia tutta la fabrica, che fan pomposa mostra, e maraviglioso spettacolo à riguardanti, e questi situati sono sotto l’antico Monastero del Precursor di Christo, e paiono appunto due belle, e spatiose strade, ch’à parer de savi erano in quell’antico tempo accomodate per passeggio, e diporto di color: che ò Spettatori, ò pur rappresentanti di eroiche cose haveano ad essere nel detto Amfiteatro".

Bibliografia

Johannowsky 1973: Werner Johannowsky, "Note sui criptoportici pubblici in Campania", in Les cryptoportiques dans l'architecture romaine. Actes du Colloque de Rome (19-23 avril 1972), Rome 1973, 143-165

 

Maiuri 1961: Amedeo Maiuri, “Il criptoportico di Sessa Aurunca”, Rendiconti dell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle arti di Napoli, 35, 1961, 55-62.

 

Maiuri 1964: Amedeo Maiuri, “Il criptoportico di Sessa Aurunca”, Rassegna Aurunca, II 4-5, 1964.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 

Villucci 1990: A. M. Villucci, I monumenti di Sessa Aurunca, Scauri 1980

Link esterni
SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione07/12/2012 21:42:55
Data ultima revisione06/11/2016 18:38:36
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/17
OggettoSessa Aurunca, mura romane
Tipologia
Nome attuale
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizie
Dimensioni
Stato di conservazione
Immagine
Cronologia
Fattori di datazione
Storia e trasformazioni medievali e moderne

La murazione di epoca romana, in blocchi isodomi, in corrispondenza dell'arce, poi castello,è stata inglobata e reimpiegata nelle successive cortine murarie di epoca medievale e quattrocentesca

Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Apparato decorativo
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione08/12/2012 14:28:13
Data ultima revisione08/12/2012 14:28:13
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/18
OggettoSessa Aurunca, ponte Ronaco
TipologiaPonte romano
Nome attuale'Ponte Ronaco'
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizie
Dimensioni
Stato di conservazione
Immagine
CronologiaEtà traianea o adrianea
Fattori di datazione

Tecniche edilizie in uso

Storia e trasformazioni medievali e moderne

Le arcate furono adibite a stalle e magazzini agricoli in epoca moderna.Restauri anni '80 del secolo scorso.

Famiglie e persone
Descrizione

Il ponte romano sorge su un diverticolo della via Appia che metteva in comunicazione Sinuessa con Suessa fino a Teano e Alife. La carreggiata stradale era realizzata in basoli in trachite, in parte conservatisi. Il tracciato della strada, piuttosto ampia,  si restringeva in  parte all'altezza del ponte.

L'opera consta di  21 arcate a tutto sesto sostenute da 20 pile di diversa altezza. Simile al ponte di Eclanum, se se ne diversifica per le due ‘gobbe’ poste all’altezza delle due estremità, realizzate probabilmente per risovere problemi di natura  idraulica.

È ipotizzabile che, per la tipologia in uso, l’architetto romano si fosse ispirato agli impianti degli acquedotti d'età imperiale. Alla sua costruzione, datata per l’uso del laterizio e dei bipedali al II sec. d. C., è stata connessa un’epigrafe reimpiegata in corso Lucilio (CIL, X, 4756) che menziona la costruzione di una strada da parte dell’imperatore Adriano nel 122 d. C.

Iscrizioni
Apparato decorativo
Note
Fonti iconografiche

Il ponte appare nella veduta che fa da sfondo alla pala di sant'Agata nella chiesa dell'Annunziata di Sessa Aurunca

Piante e rilievi

Rocco 1996.

Fonti e documenti

Sacco 1640, p. 38:  "In oltre dell’istessa antica, e maravigliosa fabrica un superbo, ed artificiosissimo Ponte, chiamato al presente di Ronaco, poco dalla Città discosto, qual tiene ventidue arcate: fatto su la strada somigliante all’Appia da Sessani, per comodità di andare alle salutifere acque de’ bagni dell’antica Sinuessa: palesatrice in vero della lor grande, e generosa potenza, e finalmente li vestigij del famoso Tempio d’Ercole, di cui picciola orma appare, ch’il tutto porge irrefragabile argomento della mutatione di quell’antica potenza, ed inestimabil maestà sua”. 

Bibliografia

 

Colletta 1987: Teresa Colletta, “Considerazioni preliminari alla ricerca conservativa sul Ponte Ronaco a Sessa Aurunca”, in Esperienze di storia dell'architettura e di restauro, a cura di Gianfranco Spagnesi, Roma 1987, 489-599.

 

Colletta 1989: Teresa Colletta, “Gli antichi itinerari romani per Sessa Aurunca e per il Ponte Ronaco”, in La struttura antica del territorio di Sessa Aurunca. Il ponte Ronaco e le vie per Sessa, a cura di Teresa Colletta, Napoli 1989, 35-62.

 

Colletta 2002: Teresa Colletta, “Architecture and mechanics in the Ronaco Bridge in Sessa Aurunca”, in Towards a history of construction: dedicated to Edoardo Benvenuto, a cura di Antonio Becchi, Basel 2002, 33-52.

 

Rocco 1996: T. Rocco, “Due ponti della Campania: il ponte aurunco e il ponte di Faicchio”, in Strade romane ponti e viadotti, a cura di L. Quilici, S. Quilici Gigli, Roma 1996, pp. 29 ss.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'Antichissima Sessa Pometia: discorso istorico…, Napoli 1640.

 

Struttura del territorio 1989: La struttura antica del territorio di Sessa Aurunca. Il ponte Ronaco e le vie per Sessa, a cura di Teresa Colletta, Napoli 1989.

Link esterni

Fotografie del ponte di fine XIX si trovano alla British Academy di Roma:

http://www.bsrdigitalcollections.it/details.aspx?ID=0014064

http://www.bsrdigitalcollections.it/details.aspx?ID=0015638

SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione31/05/2012 13:40:41
Data ultima revisione06/11/2016 18:40:54
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/3
OggettoSessa Aurunca, strutture termali in piazza Tiberio
Tipologia
Nome attuale
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizie
Dimensioni
Stato di conservazione
Immagine
Cronologia
Fattori di datazione
Storia e trasformazioni medievali e moderne

gli ambienti sotterranei si sviluppano al di sotto della torre Transo.

Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Apparato decorativo
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti e documenti

Sacco 1640, p. 37: "non molto da questi discosto, sono tre stanze pur sotterranee, che si giudica fusse stato un suntuoso, e maestoso Tempio, nel quale ce si cala dal giardino di S. Benedetto con una scala di pietra lavorata (che somiglia al travertino) di dodici scalini incirca, quale entra nella prima stanza, in cui è una porta per entrar nella seconda; le cui Ante di massiccio di pietra selce bianca, sono da palmi diece incirca, tutte uguali, come anche l’architrave, e questa è l’entrata del Tempio, di cui sono i vani palmi sette di largo, e quattordici d’alto, e nel mezo di quello à man sinistra si trova una Nave molto lunga, che si giudica, ch’arriva fin di sotto il Castello, e dentro d’essa à man destra si vede una alquanto spatiosa, ed alta, Nicchia. Sono dunque tutte queste stanze di gran capacità fatte à volta, non poco riguardevoli, e maestose così nella fabrica, come nell’architettura, e nelle mura, che s’ergono sopra, dalla parte destra (fatte di mattoni con una antichissima mistura di calce, ch’oggidì i moderni Fabricatori non sanno fare) sono alquanti buchi nel mezo, ugualmente compartiti, che mostrano esser stati Aquedotti, ove nella fine di quella dal lato sinistro, e sopra alle dette stanze è un luogo, chiamato le due Porte, che dal tempo del Consolato di L. Lentolo, e di Publio Iulio fin’al presente rattiene l’istesso nome, conforme si trova scritto nell’Istorie di Livio in questa guisa /p. 38/ A Suessa nunciatum est, duas portas, quodq. Inter eas muri erant de Coelo tactum"  

Bibliografia

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'Antichissima Sessa Pometia: discorso istorico…, Napoli 1640

Link esterni
Schedatore
Data di compilazione08/12/2012 14:33:40
Data ultima revisione08/12/2012 21:04:29
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/19
OggettoSessa Aurunca, teatro romano
TipologiaEdificio per spettacoli
Nome attuale
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizie
DimensioniDiametro: 90 m
Stato di conservazione
Immagine
CronologiaCostruito in età augustea, dopo la deduzione coloniale, e restaurato alla metà II sec. d. C. a spese di Matidia minor
Fattori di datazione

Tecniche edilizie in uso; epigrafi.

Storia e trasformazioni medievali e moderne

L'edificio, abbandonato a partire dal Tardoantico, era stato già in parte distrutto in seguito ad eventi sismici. Venne precocemente interrato, per quanto le  murature e gli arredi marmorei  furono certamente a vista per tutto il periodo medievale. Alla fase di spoliazione normanna risale la perdita della maggior parte degli elementi architettonici d'età medio e tardo imperiale che decoravano la frons scaenae. I capitelli e i fusti di colonna in marmo colorati servirono per la costruzione del duomo. I soffitti marmorei di architrave furono impiegati come architravi dei due portali d'ingresso al duomo.

Scavi moderni: primo intervento di scavo di Amedeo Maiuri (1926). Campagna sistematica di scavi: 1999-2004.

Famiglie e persone
Descrizione

Il teatro romano di Suessa venne costruito sul fianco ovest di un'altura su cui si sviluppò in epoca romana l'abitato di Suessa. L'edificio è noto almeno dal XVI secolo, come confermano le fonti letterarie locali. Per quanto attraverso l'analisi della pianta fosse stato identificato con un teatro, si deve solo agli scavi moderni la messa in luce delle strutture murarie e delle partiture dell'edificio.

Il teatro fu costruito adagiando la gradinate al fianco naturale del pendio collinare, in una posizione periferica rispetto al Foro e in un’area in precedenza priva di costruzioni monumentali. Il materiale da costruzione della prima fase fu recuperato dallo sbancamento della collina tufacea. Edificato in opera reticolata con ammorsature in laterizi e opera quadrata di tufo, conserva le gradinate in blocchi squadrati di calcare, che  precedevano quattro cunei di 28 gradoni di cui restano in sito solo quattro relativi alla ima cavea.

Le strutture murarie messe in luce durante i recenti scavi hanno permesso di individuare due fasi, una d’età tardo-repubblicana/augustea contraddistinta da murature in opera quadrata e una d’età medio-imperiale, con muri in laterizi e opera mista.

L’edificio teatrale era affiancato da due basiliche  laterali. Un ambiente laterale era adibito a latrina. In quest’ambiente un grosso foro sembra suggerire l’incasso di un labrum in porfido, come confermerebbero i resti in marmo rinvenuti durante lo scavo.

È probabile che l’edificio sia crollato già in età tardo-imperiale a causa di una calamità naturale. I dati di scavo confermano una spoliazione sistematica dei materiali già dal IV sec. d. C. Si è ipotizzato che la causa dell’abbandono potesse essere stato il terremoto del 346 sec. d. C., che colpì il Sannio e la Campania settentrionale. Restano lacerti di marmi in opus sectile e tracce della preparazione in malta del tessellato.

P. Pensabene ha ricostruito le tipologie di marmi in uso per la monumentalizzazione della scena: si usarono colonne in portasanta, cipollino e marmi africani che suggeriscono l'evergetismo di Matidia che contribuì al restauro del monumento. A questo proposito, furono impiegate  maestranze scultoree d’età provenienti dall’urbe; contrariamente alla costruzione del coevo teatro di Teano, in cui furono impiegate officine locali formatesi sul cantiere di Sessa.

Fasi costruttive:

Fase tardo repubblicana: sbancamento dell’area per il recupero dei materiali da costruzione

Fase giulio-claudia: costruzione dell’orchestra, della scena, porticus post scenam e le aule laterali

Fase antonina: restauro scenam e porticus

IV-V secolo: abbandono in seguito ad un evento traumatico

XII secolo: spogliato dalle maestranze normanne per la costruzione del duomo normanno.

Iscrizioni

Dalla basilica meridionale è stata di recente recuperata l'iscrizione dedicatoria:

AVG  FIL  DIVA    MARCI /OR     MP  ANTONIN    AVG   PI/LAPS    M  ITEM   PORTICV  CONIVNG

Vibia Matidia morì nel 165 d. C., a lei furono dedicate basi nel Foro suessano e il suo nome è menzionato su un miliario.

Apparato decorativo

35.000 mila frammenti marmorei

Sculture in marmi colorati: satiro recumbente; statua di Matidia rappresentata come Aura (sala espositiva presso il Castello Ducale, inv. n. 297048) e realizzata in marmo bigio morato e marmo bianco (h 2,60 x 1,50 m ).

Da questo complesso provengono una coppia di soffitti marmorei reimpiegati nel duomo di Sessa Aurunca e una tipologia di capitello ionico, recuperato nel centro storico come spolium.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Archivio della Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta

Fonti e documenti

Così nel 1761 il De Masi descriveva la  summa cavea del teatro dell’antica Suessa, che ai suoi tempi doveva essere ancora in gran parte visibile:

Al di dietro del giardino dei PP.Conventuali, e propriamente nell’oliveto, che dicesi Gagliardella, si trovano gli avanzi del piano e della volta di un Porticato disposto in un perfetto semicerchio di lunghezza circa palmi cento. Ha egli de’ Uomitorj, ed è appoggiato sovra del montuoso, che ivi si trova, come pure in quel sodo si veggon degli scalini, che conducevano ad un altro Portico superiore, di cui, e delle nicchie, che in esso erano per riponervi delle statue, se n’osservano parimente le reliquie; e si scorge eziandio ch’egli era collocato in modo retrogrado sovra il primo. L’uno, e l’altro è di opera non meno a getto, che reticolata nel prospetto, con de’mattoni in pari simmetria frapposti, coverto il tutto da un finissimo e bianco stucco macerato col marmo, che Tectorium Opus dicevasi. Avanzi sono questi di un ampio Teatro quivi disposto, come chiaramente si ravvisa dall’essere conformi al modo, con cui gli Antichi, al riferir di Vitruvio, disponevano una tal macchina. E’l luogo stesso sen mostra assolutamente capace, per essere riparato da’ venti meridionali, e molto sano: per aver del sodo, che di un Teatro facilitava la struttura.

 

Bibliografia

Carafa 1989: Rosa Carafa, “Sessa Aurunca e il ponte Ronaco dall’antichità ai nostri giorni. Rassegna storiografica delle fonti documentarie”, in La struttura antica del territorio di Sessa Aurunca. Il ponte Ronaco e le vie per Sessa, a cura di Teresa Colletta, Napoli 1989, 75-84.

 

Cascella 2002: S. Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca, Marina di Minturno 2002

 

Cascella 2006: S. Cascella, “Il teatro romano e la topografia di Sessa Aurunca”, in La forma della città e del territorio, 3, a cura di L. Quilici e S. Quilici Gigli, Roma 2006, 79-106

 

Cascella 2007: S. Cascella, “Nota preliminare sullo scavo della porticus post scaenam e della latrina pubblica del teatro romano di Sessa Aurunca”, in In Itinere, a cura di F. Sirano, Roma 2007, 45 ss.

 

Cascella 2009: S. Cascella, “Uso del marmo nella decorazione architettonica del teatro romano di Sessa Aurunca (CE)”, Marmora, 5, 2009, 30 ss.

 

De Masi 1761: Tommaso De Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, raccolte dal Signor D. Tommaso De Masi del Pezzo, Napoli 1761

 

Granata 1763: F. Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno 1763, Napoli 1763

 

Ruggi d'Aragona 2002: M. G. Ruggi d’Aragona, “Statua di Matidia”, in I marmi colorati della Roma imperiale, Venezia 2002, 325 n. 23

 

Sacco 1640: D. Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Napoli 1640

 

Tosi 2003: G. Tosi, Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana, Roma 2003, 333-334

Link esterni

http://www.campaniabeniculturali.it/luoghi-della-cultura/criptoportico-teatro-romano-di-suessa

http://www.panoramio.com/photo/6823023

ritrovamento della statua del Nilo (da "Il Mattino", 10/02/2000):

http://xoomer.virgilio.it/armatano/aldo_m/sessa/mattino1.html

busto di Traiano (da "Il Mattino", 4/05/2000):

http://xoomer.virgilio.it/armatano/aldo_m/sessa/mattino2.html

SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione31/05/2012 13:48:31
Data ultima revisione06/11/2016 18:48:05
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/4
OggettoSessa Aurunca, iscrizione in onore di Marco Romano
Supportomarmo
Cronologia1543
Immagine
Prima attestazione

L'iscrizione risulta trascritta per la prima da Sacco 1633, p. 22 e poi da Sacco 1640, p. 57.

Trascrizione

MARCO ROMANO / QUOD IS C AUREOS / NUMMOS PRO DUORUM / GRAMMATICORUM / PRO MEDICI VERO / UNIUS MERCEDE / QUOD RELIQUUM / EX SUIS BONIS / PROVENIT OMNE / IN SINGULOS ANNOS / REI PUB. / TESTAMENTO LEGAVIT / SUESSANI / VIRO / DE PATR. B.M. / POSUERE / MDXXXXIII

Famiglie e persone

Marco Romano

Note

L'iscrizione è apposta sotto il busto ritratto di Marco Romano, sulla facciata della chiesa di San Giovanni a Piazza

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.

 

Di Marco 1997: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio, Minturno 1997.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

 

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico di Lucio Sacco sovra l’antiche e moderne cose dell’antichissima Sessa Pometia sua patria, Napoli 1633.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione08/12/2012 17:03:45
Data ultima revisione23/11/2016 00:01:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/12
OggettoSessa Aurunca, iscrizione per Consalvo de Cordoba
Supportomarmo
Cronologia1548
Immagine
Prima attestazione

Prima trascrizione in Sacco 1640, p. 33.

Trascrizione

CONSALVVS FERD. LVDOVICI FIL[ius] CORDVBA / SVESSAE PRINCEPS / QVVM SINVESSANAS AQVAS ANTIQVAE CELEBRITATIS / COLLAPSO AEDIFICIO, ET OBLIMATA SCATVRIGINE PEREVNTES / PVBLICAE COMMODITATI RESTITVERET / LOCI GENIO ADMONITVS / QVOD MAGNVS CONSALVVS MATERNVS AVVS / GALLOS AD LYRIM INSIGNI PARTA VICTORIA DEBELLARIT / MARMOREVM TROPHAEUM AVITAE VIRTUTIS  MEMORIAE

Famiglie e persone

Paolo Giovio

Consalvo de Cordoba

Note

L'iscrizione viene composta da Paolo Giovio per il Trofeo dei bagni di Rocca Mondragone, e poi rimontata insieme all'apparato scultoreo, sulla porta del Trofeo a Sessa Aurunca.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Agosti, Amirante, Naldi 2001: Barbara Agosti, Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Su Paolo Giovio, don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa, Giovanni da Nola (tre lettere, epigrafia, scultura)", Prospettiva, 103-104, 2001, 47-76

 

Amirante, Naldi 2007: Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Con Paolo Giovio al servizio di don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa", in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria. Sculture ritrovate tra 'Napoli' e Terra di Lavoro 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 61-93.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione07/12/2012 21:07:08
Data ultima revisione06/11/2016 16:36:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/11
OggettoSessa Aurunca, iscrizioni per Carlo V
Supportocippi in pietra calcarea
Cronologia1536
Immagine
Prima attestazione

Le iscrizioni sono state volute da Agostino Nifo (che probabilmente ne compose anche il testo) in occasione del passaggio di Carlo v da Sessa e collocate presso il Seggio di San Matteo (cfr. De Lellis 1663, p. 330). Sono trascritte da Schrader 1592, II, f. 159v, e da De Masi Del Pezzo 1761, p. 170-171.

Trascrizione

Su un cippo:

IMP. CAESARI / CAROLO V AUG / SULEYMANO / TURCORUM REGE / PANNONIA PULSO / SUESSANI

Sull’altro:

IMP. CAESARI / CAROLO V AUG / PHILIPPI FILIO / TUNETO EXPUGNATO / HAC ITER FACIENTI / SUESSANI

Famiglie e persone

Agostino Nifo

Carlo V

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Cluverius 1624: Philippi Cluveri Italia antiqua: opus post omnium curas elaboratissimum; tabulis geographicis aere expressis illustratum ... cum indice locupletissimo, Lugduni Batavorum, Ex officina Elseviriana, 1624, lib. IV, cap. XIV, p. 667.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm SchulzDenkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 150.

 

De Lellis 1663: Carlo De Lellis, Famiglie nobili napoletane, Napoli 1663, II.


De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.

 

Schrader 1592: Lorenz Schrader, Monumentorum Italiae, Helmstadii 1592.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione07/12/2012 20:22:57
Data ultima revisione12/11/2018 10:06:12
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/10
OggettoCapua, Museo Campano, (già Sessa Aurunca), Trofeo del Gran Capitano da Sessa Aurunca
Luogo di conservazioneCapua
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1550 circa
AutoreAnnibale Caccavello
Descrizione

I resti del Trofeo del Gran Capitano si trovano oggi custoditi nel Museo Campano di Capua. In un primo momento fu innalzato a Rocca Mondragone, per poi essere spostato dal governatore Lope de Herrera nel 1558 sopra la cosiddetta Porta del Trofeo (già Porta del Macello) di Sessa Aurunca. Nel 1872 la porta venne smantellata e le sculture ricoverate nel Museo Campano.

Del Trofeo rimangono: la lorica e l'elmo impalati (che dovevano essere al centro della composizione all'antica); un frammento di scudo laterale con la testa di Gorgone; un rilievo con prigioni nudi (che doveva essere alla base); gli stemmi di Gonzalo I e di Gonzalo II de Córdoba; una segmento di fregio dorico; e infine l'iscrizione, che però si conserva ancora a Sessa Aurunca ed è stata riutilizzata nel passetto di accesso alla cantoria.

La commissione del Trofeo va circoscritta al attorno al 1550, quando Gonzalo II de Córdoba visitò il suo feudo di Sessa Aurunca, e quando a Napoli era imperante la bottega dello scultore Giovanni da Nola. È stato giustamente notato che ciò che resta del Trofeo denuncia lo stile dei più validi collaboratori di Giovanni, e nello specifico di Annibale Caccavello. Tuttavia sarà necessario riflettere sul processo creativo. Ciò che si richiedeva era un’opera che aveva un modello antico ben preciso, ossia i Trofei di Mario, in un complesso marmoreo dalle dimensioni ambiziose e con un soggetto non certo praticato dagli scultori attivi a Napoli, e tantomeno da quelli fiorentini o lombardi. Guardando all’indietro un primo, e forse troppo eccezionale esempio, è costituito dai trofei per la Sacrestia Nuova di Michelangelo in San Lorenzo, destinati probabilmente agli attici delle sepolture dei duchi e lasciati incompiuti da Silvio Cosini. La bottega di Giovanni da Nola non aveva certo all’attivo produzione di trofei alla romana, nonostante in quegli anni fosse impegnata nel monumentale sepolcro di Pedro de Toledo e Maria Pimentel, molto insolito non solo per le dimensioni davvero ragguardevoli, ma anche perché si ritrova un florilegio di motivi all’antica, scene a rilievo e sculture a tutto tondo, senza il benché minimo soggetto cristiano o religioso. Nel caso del Trofeo di Sessa – così come probabilmente nel caso della tomba di Pedro de Toledo – è plausibile pensare che alla bottega fu fornito un preciso modello a cui attenersi, dietro il quale ci potrebbe essere l’illustre intellettuale Paolo Giovio, che compose anche l’epigrafe (cfr. Agosti in Agosti, Amirante, Naldi 2001). Una committenza coltissima, quindi, innestata dall’alto, dalla corte di un feudatario cosmopolita, ma riconosciuta come di grande prestigio, preservata e riutilizzata nell’arredo urbano cittadino.

La vicenda del Trofeo è stata riportata alla luce in un articolo di Agosti, Amirante, Naldi (2001) e in un saggio di Amirante, Naldi (2007).

Immagine
CommittenteGonzalo II de Córdoba
Famiglie e persone

Gonzalo I de Córdoba

Iscrizioni

"CONSALVUS FERDINANDUS LUDOVICI FIL[IUS] CORDUBA / SUESSAE PRINCEPS / QUUM SINUESSANAS AQUAS ANTIQUAE CELEBRITATIS / COLLAPSO AEDIFICIO ET OBLIMATA SCATURIGINE PEREUNTES / PUBLICAE COMMODITATI RESTITUERET / LOCI GENIO ADMONITUS / QUOD MAGNUS CONSALVUS MATERNUS AVUS / GALLOS AD LYRIM INSIGNI PARTA VICTORIA DEBELLARIT / MARMOREUM TROPHAEUM AVITAE VIRTUTIS MEMORIAE".

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi di Gonzalo I e Gonzalo II de Córdoba.

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Agosti, Amirante, Naldi 2001: Barbara Agosti, Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Su Paolo Giovio, don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa, Giovanni da Nola (tre lettere, epigrafia, scultura)", Prospettiva, 103-104, 2001, 47-76.

 

Amirante, Naldi 2007: Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Con Paolo Giovio al servizio di don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa", in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria. Sculture ritrovate tra 'Napoli' e Terra di Lavoro 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 61-93.

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione20/02/2013 13:01:45
Data ultima revisione14/11/2016 12:37:02
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/180
OggettoSessa Aurunca, Annunziata, lastra tombale di Lope de Herrera
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1564-1565
AutoreSalvatore Caccavello
Descrizione

La lapide, collocata nella chiesa dell'Annunziata di Sessa Aurunca, raffigura il defunto Lope de Herrera in armatura, con una corazza sulla quale appare la croce di Calatrava. Reclinato su un fianco, poggia il capo su uno scudo, nella mano sinistra la spada, ai piedi l’elmo. Intorno un fregio di armi, panoplie e strumenti musicali. Nella parte inferiore si trova l’epigrafe.

Dal testamento di Lope de Herrera si deducono anche i suoi desiderata:

“In primis voglio et lasso che se accaderà chio mora per la città de Sessa che mio corpo sia seppellito dentro la Veneranda Ecclesia de la Ann[unzia]ta de la dittà città de Sessa nanzj lo altare magiore sotto terra con una preta sopra et se debba portare ad sepellire senza lusso et pompa. Et se per adventura morirò in altra parte de dicto Regno de Napoli in tale caso esecutori mej infrascritti debiano fare traspoertare et condurre mio corpo in Sessa et farlo ponere in ditta Ecclesia de la Ann[unzia]ta de Sessa nanzj lo altare maggiore […]” (Di Marco 1992, 34-35).

Dal Diario dello scultore Annibale Caccavello risulta che la tomba venne realizzata da Salvatore Caccavello fra il 1564 e il 1565 (Filangieri 1896, 84, n. 572), su incarico di Antonio Villano, avuto il 30 novembre 1564, e per un compenso di 70 ducati.

Benché non di originale o ottima fattura, si tratta di un'opera particolarmente interessante, poiché l'unica riconducibile con certezza a Salvatore (probabilmente il figlio di Annibale), scultore documentato sempre in opere di collaborazione, ma dai profili stilistici davvero fumosi (per ipotesi sulla personalità di questo artista cfr. Abbate 1976; Abbate 1996; e Gaeta 2000, 63-74).

Il pagamento fu estinto in tre rate: 25 al momento del contratto, altri 25 il 21 febrbaio 1565 e il saldo di 20 ducati il 4 aprile 1565 da parte di Lucrezia Brancaccio, consorte di Antonio Villano.

Un prodotto analogo della prolifica bottega è la lastra tombale di Filippo Arcamone nella chiesa di Sant'Antonio a Mercato San Severino del 1560 che mostra impaginato e disposizione delle rappresentazioni con fortissime somiglianze costituendone, con la lastra tombale di Pedro de Toledo (1559), un significativo precedente e modello della tomba di Sessa.

 

Immagine
CommittenteLucrezia Brancaccio
Famiglie e persone

Lope de Herrera

Lucrezia Brancaccio (suocera ed erede del defunto)

Antonio Villano

Iscrizioni

ILLUSTRI DON LUPO DE HERRERA MILITI

STRENUISSIMO CUM SVA TUM PROGENITORUM

GLORIA AC NOBILITATE CLARISSIMA

QUI DUM APRUTINAS PROVINCIAS CATHOLICI

PHILIPPI REGIS VICE GERENS MODERARETUR

OBIIT DIE XXVII AUGUSTI MDLXIII

LUCRETIA BRANCATIA SOCERA AC PORTIA VILLANA CONIUX

MULTIS CUM LACRIMIS POSUERE

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

Archivio di Stato di Caserta, notaio Giacomo Antonio Pollano, vol. 359: copia del testamento di Lope de Herrera (trascritto in Di Marco 1992)

Bibliografia

Abbate 1976: Francesco Abbate, "Il sodalizio tra Annibale Caccavello e Gian Domenico D’Auria, e un’ipotesi per Salvatore Caccavello", Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, serie III, VI, 1976, 129-145

 

Abbate 1996: Francesco Abbate, "Percorso di Salvatore Caccavello", in Studi in onore di Michele D’Elia, a cura di Clara Gelao, Matera 1996, 286-296

 

Amirante 2007: Francesca Amirante, "Il trofeo del Gran Capitano", in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria. Sculture 'ritrovate' tra Napoli e Terra di Lavoro 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 67-70

 

Di Marco  1992: Giampiero Di Marco, “Un frammento di hidalguìa nella Sessa spagnola durante la Rinascenza”, Civiltà Aurunca, 8, 1992, 19, 27-43

 
Filangieri 1896: Antonio Filangieri di Candida, Diario di Annibale Caccavello, scultore napoletano del secolo XVI, Napoli 1896
 
 
Gaeta 2000: Letizia Gaeta, Le sculture della Sagrestia dell’Annunziata a Napoli. Nuove presenze iberiche nella prima metà del Cinquecento, Galatina (Lecce) 2000
 

Naldi 2013: Riccardo Naldi, “Annibale Caccavello. Lastre tombali e serialità della memoria tra scultura e poesia”, Ricerche sull’arte a Napoli in età moderna. Saggi e documenti 2012-2013, Napoli 2013, 62-77

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo, Antonio Milone
Data di compilazione01/06/2012 12:30:02
Data ultima revisione23/11/2016 11:43:50
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/2
OggettoSessa Aurunca, Annunziata, Pietà
Materialeolio su tela (?)
Dimensioni
Cronologiafine XV o inizi XVI secolo
Autore
Descrizione

Il dipinto si trova in una cappella del transetto dell'Annunziata di Sessa Aurunca.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione18/08/2013 10:58:15
Data ultima revisione23/11/2016 12:28:14
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/316
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, ambone e cero pasquale
Materialemarmi policromi
Dimensioni
Cronologia
Autore
Descrizione

L’ambone con annesso cero pasquale è posto tra la quinta e la sesta colonna della navata centrale della cattedrale di Sessa Aurunca, prima delle scale di accesso alla cripta e al presbiterio. A cassa quadrangolare con podio sporgente sul fronte, è innalzato su sei arcate rette da altrettante colonne poggianti su leoni stilofori. Il parapetto è interamente rivestito di lastre lavorate a mosaico con motivi geometrici e floreali. Al centro del lato lungo, verso il presbiterio, il supporto del lettorino è costituito da un’aquila che afferra per il capo una figura maschile avvolta da un serpente. Sul bordo inferiore della cassa corre una cornice a tralcio abitata da animali e protomi umane. Sotto il podio è scolpita a rilievo la raffigurazione dell’Abyssus, secondo un’iconografia molto diffusa in Campania tra XII e XIII secolo (pulpito Aiello di Salerno). Figure di profeti con cartigli occupano i pennacchi delle arcate sui lati maggiori. Figure allegoriche e personificazioni delle sibille sono scolpite nei pilastrini divisori delle lastre. Eleganti figure femminili e animali sono intagliati a rilievo nei capitelli, lavorati a foglie di acanto spinoso nella parte inferiore. 

Il candelabro, agganciato al lato lungo rivolto verso la navata, presenta una base figurata con tre personaggi maschili e tre femminili che inscenano una processione pasquale. Il fusto della colonna tortile, in marmo bianco e mosaico, è suddiviso in tre sezioni da due anelli con rilievi. In quello inferiore, il vescovo in cattedra è circondato da cinque ministri; in quello superiore, Cristo in trono, affiancato da un angelo su ciascun lato, corrisponde all’immagine del vescovo nell’anello sottostante. Completano la scena tre santi, uno dei quali identificabile in San Pietro, gli altri due interpretati come San Paolo e San Casto, vescovo e martire sessano.

Diverse iscrizioni sull’ambone indicano che l’opera fu iniziata dal vescovo Pandolfo (1223-1259) e portata a compimento, dopo molti anni, dal successore Giovanni (1259-1283), cui si deve la committenza del cero pasquale, come attesta l’iscrizione alla base del candelabro. Quest’ultima epigrafe reca il nome e le lodi dell’autore del manufatto, Pellegrino da Sessa, e ricorre identica nel ciclo di rilievi con Storie di Giona nella stessa chiesa.

Immagine
CommittenteVescovi Pandolfo (1223-1259) e Giovanni (1259-1283)
Famiglie e persone
Iscrizioni

Ambone

Lato occidentale:

HOC OPUS ET STUDIO PANDULFI PRESULIS ACTUM. QUEM LOCET PROPRIO REGNO. VERBUM CARO FACTUM

Sull'arco in cima alla scala (moderna):

HOC PRIUS INCEPTUM PANDYLFUS PRESUL AD APTUM FUNEM PERDUXII. CUI CELICA CONCIO DUX SIT.

Iscrizione perduta (da Bertaux 1903):

HOC OPUS A PATRIBUS CEPTUM JAM PLURIBUS ANNIS PRESULIS / EXPLEVIT PROBITAS MEMORANDA JOANNIS

 

Cero pasquale

Base:

PULCHRA COLUMPNA NITE DANS NOBIS LUMINA VITE (in alto)

HOC OPUS EST MAGNE LAUDIS FACIENTE JOHANNE. MUNERE DIVINO DECUS ET LAUS SIT PEREGRINO TALIA QUI SCULPSIT. OPUS EIUS UBIQUE REFULXIT (in basso)

Cornice superiore:

AD LUMEN SANCTUM NOSTRUM DEUS ACCIPE CANTUM

Stemmi o emblemi araldici
Note

Come la maggior parte degli amboni campani di XII e XIII secolo, anche quello di Sessa riprende il modello del pulpito Aiello della cattedrale di Salerno. Privato nel XVIII secolo della scala d’accesso con rilievi raffiguranti Storie di Giona (ora murati nella navata destra), si presenta quasi integro e nella stessa posizione in cui doveva trovarsi sin dall’origine. Lo stile dei rilievi figurati e dei capitelli suggerisce l’esecuzione da parte di più maestranze nell’arco di un lungo periodo. Secondo Francesco Gandolfo, l’autore dei capitelli potrebbe essere lo stesso Pellegrino che firma il candelabro e i citati rilievi di Giona, mentre nel resto del pulpito sarebbero stati impiegati elementi precedentemente eseguiti da un maestro più vicino allo stile dei rilievi del portico della chiesa.

Del tutto inedita invece la struttura del candelabro, l’unico in Campania a presentare una base figurata, con eleganti figure danzanti, vestite alla moda e lavorate con eccezionale sensibilità naturalistica. Non altrettanto può dirsi delle figure negli anelli superiori, da riferire a un più modesto collaboratore di Pellegrino, secondo Francesco Gandolfo. Più che una trasposizione visiva della cerimonia del Sabato Santo, il singolare ciclo iconografico del candelabro sembra incentrato sulla celebrazione dell’autorità vescovile, derivata direttamente da Cristo attraverso la mediazione apostolica (D’Ovidio 2015).

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Bertaux 1903: É. Bertaux, L’art dans l’Italie méridionale. De la fin de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, II, Paris–Rome 1903, 602-605, 778-771

 

Capomaccio 2002: C. Capomaccio, “Monumentum resurrectionis”. Ambone e candelabro per il cero pasquale. Iconografia e iconologia del monumento nella cattedrale di Sessa Aurunca, Città del Vaticano 2002

 

Carotti 1978: A. Carotti in L’art dans l’Italie méridionale. Aggiornamento all’opera di Bertaux sotto la direzione di Adriano Prandi, V, Roma 1978, 751-755, 975-977

 

Cochetti Pratesi 1958: L. Cochetti Pratesi, “Rilievi nella cattedrale di Sessa Aurunca e lo sviluppo dei marmorari «neocampani» nel XIII secolo”, Commentari, 9, 1958, 75-87

 

Di Lella 1904: A. Di Lella, Studi di storia e di archeologia nell’arte medioevale “neo-campana”, Cassino 1904

 

D’Ovidio 2015: Stefano D’Ovidio, “Pellegrino (Peregrino) da Sessa”, in Dizionario Biografico degli Italiani, 82, Roma 2015, 155-157

 

Gandolfo 1999: F. Gandolfo, La scultura normanno-sveva in Campania, Roma-Bari 1999,  111-119

 

Glass 1991: D. Glass, Romanesque sculpture in Campania. Patrons, programs and style, University Park PA 1991, 148-159; 209-217

 

Scirocco 2015: E. Scirocco, “Jonah, the Whale and the Ambo. The Reconstruction of Architectural Contexts through Iconography and Function in Medieval Campania”, in Antique Memory and Medieval Art, ed. I. Foletti, Roma 2015, 87-123

 

Venturi 1904: L. Venturi, Storia dell’arte italiana, III, Milano 1904, 581-590

Allegati
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SchedatoreStefano D'Ovidio
Data di compilazione09/09/2012 14:22:34
Data ultima revisione23/11/2016 11:18:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/86
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, botola con stemma del vescovo Francesco Guastaferro
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia
Autore
Descrizione

La lapide si trova incastonata nel pavimento del duomo di Sessa Aurunca.

Immagine
CommittenteFrancesco Guastaferro vescovo di Sessa Aurunca
Famiglie e persone
Iscrizioni

FRANCISCUS GUASTAFERRO GAIETANUS EP(ISCO)PUS SUESSE

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione09/09/2012 14:26:12
Data ultima revisione23/11/2016 11:26:41
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/87
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, cona di Santa Maria del Popolo
Materiale
Dimensioni150 cm x 101 cm
Cronologia1539
AutoreMarco Cardisco e collaboratore
Descrizione

L'immagine della Madonna col Bambino sul settecentesco altare maggiore della Cattedrale di Sessa Aurunca è lo scomparto centrale di uno smembrato polittico cinquecentesco, del quale facevano parte anche le tavole dei santi Pietro e Paolo (125 x 63 cm), oggi ricoverate nei depositi diocesani.

Secondo la ricostruzione di Naldi (2009), la cona fu commissionata dal vescovo Francesco Guastaferro (in carica dal 1516 al 1543, il cui stemma compare su una botola della sagrestia), come ricordato dal canonico Gaspare Fuscolillo: "A' dì 20 de novembro 1539 fo messa la cona nova ad lo Episcopato de Sessa, ad lo autale mayore, in tempo dello episcopo Guastaferro gaietano. La dicta cona fa de preczo ducati duicento". Il rifacimento barocco è databile negli anni cinquanta, per volere del vescovo Francesco Caracciolo (1729-1759).

L'attribuzione a Marco Cardisco proposta da Villucci (1986, 5-6), è stata abbracciata e argomentata da Naldi (2009), con la proposta di intervento di un collaboratore, e nella fattispecie di Pietro Negroni.

Immagine
CommittenteFrancesco Guastaferro vescovo di Sessa Aurunca
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Naldi 2009: Riccardo Naldi, "Il polittico dell'altare maggiore nella cattedrale di Sessa Aurunca e il culto di Santa Maria avvocata del popolo", in Marco Cardisco, Giorgio Vasari: pittura, umanesimo religioso, immagini di culto, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2009, 74-105


Villucci 1986: Antonio Marcello Villucci, Testimonianze inedite di arte sacra a Sessa Aurunca tra Cinquecento, Seicento e Settecento, Sessa Aurunca 1986

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione28/03/2013 20:26:30
Data ultima revisione23/11/2016 11:36:03
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/228
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, monumento funebre del vescovo Alessandro Riccardo
Materialemarmi policromi
Dimensioni
Cronologiapost 1604
Autore
Descrizione

Il monumento si trova nel transetto sinistro della Cattedrale di Sessa Aurunca. L'iscrizione ci informa che il vescovo di Sessa Alessandro Riccardo (dal 1591) aveva seguito il cardinal Enrico Caetani per legazioni in Francia ed in Polonia, e morì nel 1604. Il fratello Fabio volle erigere questo monumento.

Lo stile del sepolcro è tipicamente tardomanierista, con diffuso uso di marmi policromi. Probabilmente di bottega napoletana, dovrebbe mancare di una figura centrale, posta in origine tra i due putti, forse una Vergine, o ancor meglio un busto del defunto; non sappiamo se sia mai stato realizzato, e/o trafugato in seguito.

Immagine
CommittenteFabio Riccardo
Famiglie e persone
Iscrizioni

ALEXAN. RICCARDO EPISCOPO SUESS. INTEREGG. AC LIBERALISS. IN PAUPERES VIRO OMNIUM DISCIPLINARUM COGNITIONE PERFECTO GRAVISSIMIS LABORIBUS APUD HENR. CARD. CAIETANUM. LEG. IN GALLIA IN PARISIENSI PRAESERTIM OBSIDIONE ET IN POLONIA PRO CHRISTIANA REPUB. DEFUNCTO DEMUM NE GREGEM MUTATO COELO DESERERET EREPTO FABIUS RICCARDUS REG. CONSILIAR. FRATRI DE FAMILIA UNIVERS. OPT. MER. POS. OBIIT FUNDATAE SAL. AN. MDCIV XVI KAL. IUNIAS NATUS AN. LVI

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi Riccardo sui basamenti delle colonne

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione09/09/2012 14:19:08
Data ultima revisione23/11/2016 11:45:41
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/85
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, rilievi con Storie di Giona
Materiale
Dimensioni
Cronologiaseconda metà del XIII secolo
AutorePellegrino (o Peregrino) da Sessa
Descrizione

I rilievi, ora murati nella navata destra della cattedrale di Sessa Aurunca, rivestivano la rampa e il parapetto della scala (demolita nel 1756) che dava accesso all’ambone, tuttora esistente nella stessa chiesa, e a tale funzione si deve la loro forma trapezoidale. Nella parte superiore sono raffigurate la Predica di Giona a Ninive e due Pavoni che si abbeverano a un kantharos; in quella inferiore è rappresentato Giona vomitato dalla balena. Oltre ai tituli incisi all'interno delle lastre, lungo la cornice corrono varie iscrizioni esplicative. Quella sul bordo inferiore della lastra con Giona nella Balena reca il nome e le lodi all’autore del manufatto, Pellegrino da Sessa, che ricorre anche in un’altra iscrizione di identico dettato, incisa sul candelabro pasquale della stessa chiesa.

Le iscrizioni sono prive di datazione, ma un'ulteriore iscrizione sul candelabro consente di riferire almeno quest’ultimo manufatto alla committenza del vescovo di Sessa Aurunca Giovanni (1259-1283), che portò a termine l’allestimento dell’arredo liturgico della cattedrale avviato dai suoi predecessori. Se ne ricava un indizio cronologico per l'attività di Pellegrino negli anni dell'episcopato di Giovanni.

Tale datazione è confermata dalla cultura figurativa di Pellegrino, che dimostra di emanciparsi dal classicismo romanico campano, ancora evidente nei rilievi del portale centrale della cattedrale di Sessa. Lo stile dello scultore punta a una resa naturalistica ormai partecipe del clima artistico di impronta gotica che caratterizza l’Italia meridionale in età federiciana e proto-angioina. Il mostro che inghiottisce Giona rivela lo studio dal vivo della fauna marina e nella Predica a Ninive è evidente l'interesse per il dato realistico, sia nelle osservazioni di costume, sia nella caratterizzazione emotiva dei personaggi. Nei rilievi lo scultore si confronta con problemi tipici della nuova raffiguarzione gotica, come la rappresentazione delle forme in scorcio, l'ambientazione spaziale (evidente soprattutto nella raffigurazione della città biblica entro le mura) e il rapporto tra anatomia e movimento.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

Iscrizioni sulle lastre con la Predica di Giona a Ninive e due pavoni affrontati:

 ADHUC QUADRAGINTA DIES ET NINIVE SUBVERTUR (sul margine superiore della cornice).

NINIVE (sulle mura della città all'interno della lastra).

REX (sul capo della figura accovacciata in primo piano con la corona sulle ginocchia).

IONAS P(ro)PH(et)A (accanto alla figua di Giona).

URBS MALA TE PLANGE COMMISSA DOLORIBUS ANGE. REX CUM PLEBE GEMIT DEUS INDE PERICULA DEMIT (sul margine inferiore della cornice).

 

Iscrizioni sulla lastra con Giona nella balena:

INFERUS UT CETUS JONAM VOMIT INDE REPLETUS SIC REDDIT XPM [Christum] DOCET HOC SCRIPTURA PER ISTUM (sul margine superiore della cornice).

IONAS P(ro)PH(et)A (all'interno della lastra, accanto alla figura di Giona).

CETUS (all'interno della lastra, accanto alla figura della pistrice).

MUNERE DIVINO DECUS ET LAUS SIT PEREGRINO TALIA QUI SCULPSIT. OPUS EIUS UBIQUE REFULXIT. (sul margine inferiore della cornice).

Stemmi o emblemi araldici
Note

Alcuni studiosi (Venturi 1904; Glass 1991) ipotizzano l’appartenenza dei rilievi alla scala di un secondo ambone perduto, sebbene l’esistenza di tale struttura non sembra al momento confermata. Il tema di Giona nella balena, inteso come prefigurazione della morte e resurrezione di Cristo, si rifà a una tradizione attestata sin dal IX secolo in Campania, dove la duplice raffigurazione del profeta, inghiottito e poi vomitato dalla pistrice, si trova di solito affrontata negli amboni a doppia rampa con allusione al messaggio salvifico della Parola di Dio (Glass 1991; Scirocco 2015).

Inedita invece l’aggiunta dell’episodio con la Predica di Giona a Ninive che, secondo una recente ipotesi, intenderebbe proporre un modello di buon vescovo: come Giona con i niniviti, così il pastore esorta i fedeli della sua chiesa a pentirsi dei propri peccati per conseguire la vita eterna, rappresentata dai pavoni (Scirocco 2015).
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Bertaux 1903: É. Bertaux, L’art dans l’Italie méridionale. De la fin de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, II, Paris–Rome 1903, 602-605, 778-771

 

Capomaccio 2002: C. Capomaccio, “Monumentum resurrectionis”. Ambone e candelabro per il cero pasquale. Iconografia e iconologia del monumento nella cattedrale di Sessa Aurunca, Città del Vaticano 2002

 

Carotti 1978: A. Carotti in L’art dans l’Italie méridionale. Aggiornamento all’opera di Bertaux sotto la direzione di Adriano Prandi, V, Roma 1978, 751-755, 975-977

 

Cochetti Pratesi 1958: L. Cochetti Pratesi, “Rilievi nella cattedrale di Sessa Aurunca e lo sviluppo dei marmorari «neocampani» nel XIII secolo”, Commentari, 9, 1958, 75-87

 

Di Lella 1904: A. Di Lella, Studi di storia e di archeologia nell’arte medioevale “neo-campana”, Cassino 1904

 

D’Ovidio 2015: Stefano D’Ovidio, “Pellegrino (Peregrino) da Sessa”, in Dizionario Biografico degli Italiani, 82, Roma 2015, 155-157

 

Gandolfo 1999: F. Gandolfo, La scultura normanno-sveva in Campania, Roma-Bari 1999,  111-119

 

Glass 1991: D. Glass, Romanesque sculpture in Campania. Patrons, programs and style, University Park PA 1991, 148-159; 209-217

 

Scirocco 2015: E. Scirocco, “Jonah, the Whale and the Ambo. The Reconstruction of Architectural Contexts through Iconography and Function in Medieval Campania”, in Antique Memory and Medieval Art, ed. I. Foletti, Roma 2015, 87-123

 

Venturi 1904: L. Venturi, Storia dell’arte italiana, III, Milano 1904, 581-590

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SchedatoreStefano D'Ovidio
Data di compilazione23/02/2016 19:28:10
Data ultima revisione23/11/2016 12:28:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/598
OggettoSessa Aurunca, fontana d'Ercole
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1824
Autore
Descrizione
Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

Nella fontana sono reimpiegati due cippi antichi con iscrizioni (CIL.X.4763CIL.X.4752) già facenti parte della porta del Trionfo

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

 

Cicale 2003: Vito Cicale, “Le fontane monumentali di Sessa Aurunca nei documenti inediti dell'Archivio di Stato di Caserta”, Civiltà Aurunca, 19, 2003, 43-67.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883.

 

Parolino 1992: Giuseppe Parolino, “Della porta del Trofeo a Sessa detta in antico Porta del Macello, Civiltà Aurunca, 8, 1992, 9-29.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

 


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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione08/12/2012 15:03:55
Data ultima revisione23/11/2016 11:39:42
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/112
OggettoSessa Aurunca, gruppo di vescovo col sangue di Cristo
Materialestucco
Dimensioni
Cronologia
Autore
Descrizione
Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione18/08/2013 10:52:51
Data ultima revisione14/11/2016 12:40:54
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/315
OggettoSessa Aurunca, Museo diocesano, lastra tombale di Galeazzo Guindazzo
Materialemarmo
Dimensioni202 cm x 95 cm
Cronologia1522 circa
Autore
Descrizione

La lastra proviene dalla chiesa di San Francesco di Sessa ed è conservata nel Museo Diocesano (Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca 2002, 20).

L'epigrafe ci dice che il defunto è Galeazzo Guindazzo, sindaco di Sessa morto nel 1522, e che l'opera fu commissionata dalla moglie, Diana Dentice (la Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca 2002, 20, indica come data di morte il 1510; Amirante 2001, invece il 1522).

Secondo Amirante (2001, 201-202) sarebbe da avvicinare alla bottega di Tommaso Malvito.

Qualitativamente il rilievo ha i suoi pregi (si notino il volto e i piedi immaginati in prospettiva) e merita di essere indagato ulteriormente.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

GALEATIO GUINDATIO E NOBILITATE NAPOLITANA DIANA DENTICES CONIUGI BENEMERENTISSIMO OB FIDEI TESTIMONIUS AC PIETATIS POSUIT OBIIT XIIII IANUARIUS MDXXII

Stemmi o emblemi araldici

Stemma Guindazzo e uno stemma Dentice

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 201-202

 

Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca. Musei Diocesani della Campania. Diocesi di Sessa Aurunca, [schede a cura di Antonio Marcello Villucci] Napoli 2002

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione20/08/2012 14:55:12
Data ultima revisione14/11/2016 12:43:12
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/49
OggettoSessa Aurunca, Museo diocesano, lastra tombale di Giovanni Antonio Marzano
Materialemarmo
Dimensioni170 cm x 67 cm
Cronologia1453
Autore
Descrizione

Si tratta della lastra tombale di Giovanni Antonio Marzano, duca di Sessa morto nel 1453, come recita l'epigrafe (Sacco 1640, 64; Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca 2002, 20), proveniente dalla chiesa di San Francesco e oggi nel Museo Diocesano.

La figura del defunto, in abiti da cavaliere, è scolpita a rilievo in una nicchia gotica. La superficie del marmo è molto abrasa e non permette specifiche analisi stilistiche.

Immagine
Committente
Famiglie e persone

Giovanni Antonio Marzano

Iscrizioni

IO ANTONIVS MARZANO / DVX SVESSAE / COMES ALIFIAE REGNIQVE SICILIAE / ADMIRATVS / HIC SITVS EST ANN. D. MCCCCLIII

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi Marzano

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca. Musei Diocesani della Campania. Diocesi di Sessa Aurunca, [schede a cura di Antonio Marcello Villucci] Napoli 2002

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'Antichissima Sessa Pometia: discorso istorico…, Napoli 1640

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione20/08/2012 14:46:33
Data ultima revisione14/11/2016 12:42:45
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/48
OggettoSessa Aurunca, Museo diocesano, statua di Jacobo del Gaudio
Materialemarmo e inserti in pasta vitrea
Dimensioni150 cm x 35 cm
Cronologia1272
Autore
Descrizione

La scultura ad altorilievo rappresenta Jacobo del Gaudio, barone di Carinola e cittadino suessano. Nel 1549, per ordine di Lope de Herrera, viene trasferita dal villaggio di Valogno alla città di Sessa e collocata su un cippo antico davanti al Seggio di San Matteo (Fuscolillo 2008, p. 107). È riprodotta nel disegno di Chenavard del 1817, ed è citata ancora in loco da Weatherthead (1834, p. 219). Si trova attualmente tra i materiali in deposito presso la Cattedrale di Sessa Aurunca

Le caratteristiche formali collimano con una datazione nella seconda metà del XIII secolo. Una croce mosaicata corona la testa della figura, che regge tra le mani un testo di lode alla Santa Croce tratto dalla prima antifona mattutina delle lodi cantate durante la festa di Sant'Andrea (cfr. Fassler-Baltzer 2000, pp. 168ss.). L'insolita l'iconografia si deve probabilmente alla funzione dedicatoria dell'immagine, che si può immaginare nelle pertinenze di un altare intitolato alla Santa Croce fondato dallo stesso Del Gaudio. 

Immagine
CommittenteGiacomo Capece del Gaudio
Famiglie e persone

Giacomo Capece del Gaudio

Lope de Herrera

Iscrizioni

Ai due lati della testa:

IACOB(us) / DE GA/VDIO / SERV/VS D(omin)I

DOMI/NE ME/MENT/O MEI

 

Sulla tabella che regge fra le mani:

SALVE CRVX P(re)CIOSA

SALVE CRVX S(an)C(t)A ET

FORMOSA SALVE CRVX

DEDICATA DE MENBRI

S(ancti) CHR(ist)I FVISTI ORNAT

A AVE SIGNVM

S(an)C(t)E CRVCIS

 

Secondo Sacco (1640, p. 78, poi ripreso da Schulz 1860, II, p. 149) e De Masi Del Pezzo (1761, pp. 169-170) un'altra iscrizione era incisa nel piedistallo, adesso disperso, su cui poggiava la statua. Il testo recitava: 

IACOBVS DE GAVDIO MILES / BARO CALENI / SVESSAE CIVIS / AD HONOREM SANCTAE CRVCIS / POSVIT / ANNO D. MCCLXXII

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconograficheChenavard, Seggio di San Matteo a Sessa
Fonti e documenti
Bibliografia

Fassler-Baltzer 2000: Margot E. Fassler, Rebecca A. Baltzer, The Divine Office in the Latin Middle Ages: Methodology and Source Studies, Regional Developments, Hagiography, New York 2000.

 

Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.

 

Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, pp. 169-170.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, p. 78.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm SchulzDenkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, pp. 145-149.

 

Weatherthead 1834: George Hume Weatherthead, A Pedestrian Tour through France and Italy, London 1834.

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SchedatoreFulvio Lenzo, Elisabetta Scirocco
Data di compilazione06/03/2013 10:13:45
Data ultima revisione23/11/2016 12:04:33
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/204
OggettoSessa Aurunca, pala di Sant'Agata
Materiale
Dimensioni
Cronologia1601
AutoreVespasiano Friozzo
Descrizione

La pala, collocata nella chiesa dell'Annunziata di Sessa Aurunca, raffigura la martire in posizione stante, con la palma del martirio nella mano sinistra e le mammelle in un piatto sostenuto con la mano destra. Sullo sfondo è una veduta della città di Sessa dove sulla destra, appena fuori dall'abitato, si dinstingue il profilo del Ponte Ronaco.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

QVI ME DIGNATVS EST AB OMNI PLAGA CVRARE

ET MA[m]MILLAM MEA[m] MEO PECTORI RESTITVERE

IPSVM INVOCO DEVM VIVVM

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione01/06/2012 12:38:02
Data ultima revisione01/12/2012 12:21:54
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/4
OggettoSessa Aurunca, San Giovanni a Piazza, busto di Marco Romano
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1543-1544
Autore
Descrizione

Il ritratto e l’epigrafe commemorativa murati in facciata della chiesa di San Giovanni a Piazza furono commissionati, come recita l’iscrizione, dalla Citta di Sessa per commemorare la donazione fatta da Marco Romano al fine di stipendiare due maestri e un medico. La datazione del busto non è sicura, ma naturalmente posteriore al 1543, e forse più vicina all’anno della morte di Romano, nel 1544 (Capasso 1876, 545). La memoria marmorea fu innalzata nella “piazza principale, di rimpetto alle due schuole” (Sacco 1633), non sappiamo se su un monumento a parte oppure già sulla facciata della chiesa di San Giovanni a Piazza, sul campanile della quale fu poi murata in séguito ai rifacimenti settecenteschi dell’edificio (De Masi 1761), e dove è collocato tutt’oggi.

Questo busto ritratto, benché il genere sia davvero poco praticato a Napoli e in Campania, ha una bibliografia molto stringata, che si riduce alle menzioni di Di Marco (1992/1993 e 1997, 97) e alla scheda di Francesca Amirante (2001).

Secondo la Amirante il ritratto sarebbe riconducibile alla società Caccavello/d’Auria, ipotesi che non pare percorribile per le evidenti divergenze stilistiche tra quella bottega, anchilosata sul linguaggio di Giovanni da Nola, e questo busto dalla fattura secca e tagliente, connotato da forti grafismi nelle linee della fronte rugosa e negli occhi espressivi, con le iridi disegnate e le pupille scavate. L’opera sembra invece derivare da una cultura non napoletana, e per ragioni non solo di maniera, ma anche di genere: se si pensa a qualche esempio di busto ritratto a Napoli più o meno coevo, bisogna ricorrere al Sannazaro del toscano Giovann’Angelo Montorsoli per la chiesa di Santa Maria del Parto di Mergellina (Laschke/Deramaix 1992), o al Giovan Battista Castaldo di Leone Leoni in San Bartolomeo a Nocera de’ Pagani (Zezza 1999); entrambi prodotti d’importazione, dunque. Il Marco Romano è un prodotto di qualità non eccellente, considerando anche la destinazione periferica e l’infelice collocazione a una ventina di metri d’altezza; parrebbe comunque sensato ascriverlo ad un artista esterno alla tradizione partenopea. 

Immagine
CommittenteEletti della Città di Sessa
Famiglie e persone

Marco Romano

Iscrizioni

Iscrizione

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

Sacco 1633, 32: “La possiede [una parte del demanio] per l’eredità avuta da Marco Romano, a cui ella non ingrata, ma più tosto ricordevole del suo benefattore, debitamente drizzò una marmorea statua nella sua piazza principale, dirimpetto alle due schuole, con l’iscrittione seguente in un fin marmo [...]”. 

De Masi 1761:  “Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni a Piazza ritrovasi la statua di Marco de Romanis, con l’iscrizione che ne ricorda la donazione per il mantenimento dei medici”.

Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 199-200, scheda n. 14.

 

Capasso 1876: Bartolommeo Capasso, “Le croniche de li antiqui ri del Regno di Napoli di D. Gaspare Fuscolillo”, Archivio Storico per le Province Napoletane, I, 1876, 35-81, 533-564, 621-648.

 

De Masi del Pezzo 1761: L. De Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell’Italia e delle loro principali città, Napoli 1761

 

Di Marco 1992/1993: G. Di Marco, “La donazione di Marco Romano”, Il mensile suessano, 10, 1992, nn. 103, 104, 1362-1366, 1383-1386; 11, 1993

 

Di Marco 1997: G. Di Marco, Sessa e il suo territorio, Minturno 1997, 97


Laschke/Deramaix 1992: Birgit Laschke, Marc Deramaix, "Maroni musa proximus ut tumulo. L’église et le tombeau de Jacques Sannazaro", Revue de l’art, 1992, 95, pp. 25-40.


Sacco 1633: L. Sacco, Breve discorso historico di Lucio Sacco sovra l’antiche e moderne cose dell’antichissima Sessa Pometia sua patria, Napoli 1633

 

Zezza 1999: Andrea Zezza, “Giovan Battista Castaldo e la chiesa di Santa Maria del Monte Albino : un tondo di Raffaello, un dipinto di Marco Pino e un busto di Leone Leoni a Nocera de’ Pagani”, Prospettiva, 93/94, 1999, 29-41

 

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione08/08/2012 16:30:26
Data ultima revisione23/11/2016 11:27:10
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/16
OggettoSessa Aurunca, San Giovanni a Villa, Croce sagomata
Materialetempera su tavola
Dimensioni
Cronologiaprimo quarto del '400
Autore
Descrizione

Questo crocifisso è realizzato su di una tavola lignea sagomata e dipinta a tempera, ed è conservato nella chiesa di San Giovanni  a Villa di Sessa Aurunca. E' stato giustamente messo in stretta relazione con un altro Crocifisso dello stesso genere, di dimensioni leggermente maggiori, che si trova nella chiesa dei Gesuiti di Nola. Si tratta di opere di altissima qualità e precisione esecutiva, le cui figure sono caratterizzate da un'esasperata espressività e da un forte grafismo.

Sulla croce sagomata di Sessa Aurunca, resa nota – come la sua gemella di Nola – da Scavizzi (1967, 23) non si hanno notizie storiche, né di committenza.

Per Scavizzi si tratterebbe di un pittore di cultura meridionale sotto un possibile influsso senese, invece Abbate (1974, 500 e 507, nota 9) intravvede un legame coi pittori abruzzesi del tempo, e in particolare col Maestro di Piedimonte Matese, nel quale, secondo la Navarro (1987, 448), bisognerebbe intercettare la mano del giovane Perinetto da Benevento. De Marchi (1991, 128, nota 33) – seppur con cautela – ha accolto quest’identificazione della Navarro e ha inserito nel catalogo anche i due crocifissi. La Navarro, tornata sull’argomento nel 1993 (74, nota 18), ha ribadito la sua convinzione di sovrapporre il Maestro di Piedimonte Matese con Perinetto da Benevento, ma si è mostrata più dubbiosa in merito considerare le croci sagomate campane come parte del corpus dell’artista.

Dall’altro lato Leone de Castris già nel 1988 (58-59, e 65 nota 35) ha proposto di avvicinare i crocifissi di Sessa e Nola all’opera del Maestro di Antonio e Onofrio Penna; ipotesi seccamente rifiutata da De Marchi (1991, 128, note 32 e 33) e dalla Navarro (1993, 74, nota 18).

Infine Angiolillo (2004, 113, n. 28), tenendo presente il solo parere di Scavizzi e non il dibattito successivo, assegna la croce alla cerchia di Giovanni da Gaeta. 

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Abbate 1974: Francesco Abbate, “La pittura in Campania prima di Colantonio”, in Storia di Napoli, IV.1, Cava de’ Tirreni 1974

 

Angiolillo 2004: Marialuisa Angiolillo, Giovanni da Gaeta "magister caietanus", Roma 2004

 

De Marchi 1991: Andrea De Marchi, “Andrea de Aste e la pittura tra Genova e Napoli all’inizio del Quattrocento”, Bolettino d’arte, 76, 1991, 113-130

 

Leone de Castris 1988: Pier Luigi Leone de Castris, “Il «Maestro dei Penna» uno e due, ed altri problemi di pittura primo quattrocentesca a Napoli”, in Scritti di storia dell’arte in onore di Raffaello Causa, Napoli 1988, 53-66

 

Leone de Castris 2000: Pier Luigi Leone de Castris, in La Croce. Dalle origini agli inizi del secolo XVI, a cura di Boris Ulianich, Napoli 2000,  118-119, scheda n. 28

 

Navarro 1987: Fausta Navarro, La pittura in Italia. Il Quattrocento, Milano 1987

 

Navarro 1993: Fausta Navarro, “Ferrante Maglione, Alvaro Pirez d’Evora ed alcuni aspetti della pittura tardogotica a Napoli e in Campania”, Bollettino d’arte, 78, 1993, 55-76

 

Scavizzi 1967: Giuseppe Scavizzi, “Nuovi appunti sul Quattrocento campano”, in Bollettino d’arte, 52, 1967, 20-29.

 

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione08/08/2012 16:07:39
Data ultima revisione23/11/2016 11:37:13
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/14
OggettoSessa Aurunca, base di colonna
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, centro

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco e calcare locare
Dimensioni
Stato di conservazione

La colonna presenta una frattura ad un quarto dell'altezza. Entrambi gli elementi sono murati nella parete e non sono interamente visibili

CronologiaEtà romana
Descrizione

Su una base di colonna attica, composta dall'alternanza tra toro, scozia e toro, si imposta una colonna in calcare locale con capitello dorico. È possibile che la colonna facesse parte della decorazione esterna di un edificio per spettacoli costruito su sostruzioni ad arcate.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/12/2012 15:15:13
Data ultima revisione06/06/2016 14:03:48
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/107
OggettoSessa Aurunca, Castello, capitello reimpiegato come base
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, cortile interno del castello.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Il capitello è stato segato orizzontalmente in due tronconi, entrambi reimpiegati come basi di colonne. La superficie è fortemente dilavata e presenta numerose scheggiature.

CronologiaMetà II sec. d.C.
Descrizione

Il capitello, segato orizzontalmente in due è analizzabile soprattutto nella parte inferiore dal momento che la superiore mostra più forti danneggiamenti. Il kalathos nella parte inferiore è formato da due corone di foglie d'acanto, che presentano lobi lanceolati e profondi e dritti solchi interni che delimitano le costolature. Le zone d'ombra poste tra i lobi hanno una forma triangolare. Ciò che rimane della parte superiore dei kalathos sono gli steli centrali che terminano nel fiore d'abaco e alcune parti delle volute e delle elici che nascono da caulicoli presenti nella prima parte del capitello.

Il capitello è perfettamente confrontabile con quelli rinvenuti nello scavo del teatro di Sessa Aurunca che sono stati datati ad età antonina (sul teatro vd. soprattutto Cascella 2002).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Cascella 2002: Sergio Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca, Marina di Minturno 2002

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione08/12/2012 14:35:58
Data ultima revisione23/11/2016 12:48:01
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/149
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, colonne e capitelli
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, all'interno del duomo.

Prima attestazione
MaterialeMarmo
Dimensioni
Stato di conservazione

Buono

CronologiaII sec. d.C.
Descrizione

Nelle navate della chiesa sono reimpiegate numerose colonne in granito grigio Troadense, in marmo pavonazzetto e in un caso due fusti in cipollino e pavonazzetto sono assemblati per formare una unica colonna. Questi marmi erano utilizzati nella decorazione della scenae frons del locale teatro dal quale probabilmente furono spoliati (Cascella 2002, Cascella 2012).

Alcuni capitelli antichi sono reimpiegati sulle colonne che separano le navate della chiesa. Si tratta di capitelli prodotti da una stessa officina e probabilmente provenienti da uno stesso edificio. A questi capitelli se ne aggiunge un altro reimpiegato sulla facciata della stessa chiesa. I capitelli interni del duomo presentano una doppia corona di foglie d'acanto piuttosto appiattite e caratterizzate da cinque lobi ognuno composto da quattro fogliette di forma lanceolata. Queste ultime presentano una costolatura centrale evidenziata da profondi solchi laterali. Le zone d'ombra tra i lobi sono di forma triangolare. Alle spalle delle foglie della corona inferiore nascono i caulicoli e da questi le volute e le elici accompagnate da calici di foglie d'acanto. 

Per il tipo di resa delle foglie d'acanto gli esemplari si possono datare tra l'età traianea e quella adrianea.

 

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Cascella 2002: Sergio Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca, Marina di Minturno 2002


Cascella 2012: Sergio Cascella, "Uso e riuso dell'antico a Sessa Aurunca (Ce): il caso dei marmi del teatro romano", in L. Campanella, C. Piccioli (a cura di), Diagnosis for the Conservation and Valorization of Cultural Heritage, Atti del terzo convegno internazionale, Naples 2012, 62-84

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/01/2015 18:30:13
Data ultima revisione23/11/2016 12:55:53
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/485
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, cripta, capitello con foglie d'acqua
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, reimpiegato nella cripta del duomo.

Prima attestazione
Materialemarmo
Dimensioni
Stato di conservazione

L'abaco è fortemente frammentario. Si vede solo una porzione del capitello poiché esso è murato in una parete

CronologiaEtà paleocristiana
Descrizione

Il capitello presenta un kalathos composto da foglie d'acqua molto affusolate, solcate centralmente e gradualmente sporgenti verso l'esterno. Sopra questo si imposta un abaco sottile e semplicemente squadrato. Come confronto si possono citare due capitelli di Ostia che presentano una simile resa del motivo del kalathos e sono datati in età paleocristiana (Pensabene 1973, nn. 766 e 770).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Pensabene 1973: Patrizio Pensabene, I Capitelli, Scavi di Ostia VII, Roma 1973.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione03/12/2012 14:02:00
Data ultima revisione23/11/2016 12:38:42
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/89
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, frammenti di iscrizione
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, reimpiegati nel fianco meridionale del duomo.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Buono.

CronologiaEtà augustea
Descrizione

I blocchi visibili nella foto sono riferiti al lato meridionale esterno della cattedrale e conservano le seguenti iscrizioni:

MID

.S

 

Sullo stesso lato, non visibile nella foto sono presenti altri due blocchi che conservano la testimonianza di altre due lettere:

S

O

 

Presso il fianco settentionale si conservano altri tre blocchi con le seguenti iscrizioni:

LIANVS

.M

E R(??) I(??)

 

Sulla facciata principale si conserva un blocco con:

VIR

 

All'interno dell'edificio nella navata sinistra sono murati sei blocchi con scritto:

M.MAEC

M.MAEC

F.AEM

F.AEM

EX

E

 

Presso la navata destra altri tre blocchi con scritto:

T

LLI

P.S

 

Le epigrafi presentano ancora i fori utili per l'inserimento delle lettere bronzee. Secondo Sergio Cascella (Cascella 2013, pp. 162-167) queste lastre decoravano la pavimentazione dell'antico foro della città, costituito da un lastricato in calcare locale. Le iscrizioni sono di due tipi: il primo è caratterizzato da lettere che corrono lungo il lato breve delle lastre e le lettere laterali sono in parte ricavate nei blocchi adiacenti, denotando, pertanto, un tipo di lavorazione a posteriori. Il secondo tipo è caratterizzato da lettere più piccole che corrono lungo il lato lungo della lastra. 

Oltre alle iscrizioni qui riportate e visibili nel Duomo ve ne sono altre riportate da De Masi (De Masi 1761, p. 180) e dal CIL (Mommsen 1883, n. 4743) attraverso le quali Cascella ricostruisce il dedicante in M. Maecius Aemilianus, il quale, in qualità di duovir, evidentemente dovette restaurare il pavimento del foro. Le iscrizioni infine erano doppie e dunque dovevano essere replicate in almeno due zone del foro.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Cascella 2013: Sergio Cascella, "Matidia Minore, la Bibliotheca Matidiana e il Foro di Suessa (Sessa Aurunca - Ce): considerazioni preliminari allo scavo del cd. Aerarium", Oebalus, 8, 2013, 147-218

 

De Masi 1761: Tommaso De Masi Del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci… e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.


Villucci et alii 1983: A.M. Villucci et alii, La cattedrale di Sessa Aurunca: dal medioevo ai giorni nostri, Sessa Aurunca 1983

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione03/12/2012 14:10:46
Data ultima revisione23/11/2016 12:58:20
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/92
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, lastra animata con un fregio vegetale e maschere teatrali
Collocazione attuale

Murata accanto al portale d'ingresso alla Cattedrale.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco (proconnesio)
Dimensioni
Stato di conservazione

Resecata lungo i lati. Superficie consunta.

Cronologia
Descrizione

Manca l'epistilio inferiore presente negli altri due esemplari. Resta la parte laterale destra di un rilievo decorato da una maschera tragica angolare e un fregio continuo con tralci di foglie di vite e grappoli d'uva, animati da una pantera. 

L'esemplare risulta identico ai due blocchi di trabeazione con epistilio, reimpiegati nel complesso della Cattedrale di Sessa, provenienti dal teatro romano. Il blocco in esame, evidentemente rinvenuto in condizioni  frammentarie, fu ritagliato a mo' di lastra per consentire il recupero come rilievo sulla facciata del pronao. 

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Inedito.

Allegati
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SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione06/02/2013 20:05:37
Data ultima revisione06/01/2019 18:15:44
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/238
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, pronao, colonne e capitelli
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, presso la facciata del duomo.

Prima attestazione
MaterialeMarmo
Dimensioni
Stato di conservazione

Buono

CronologiaEtà imperiale
Descrizione

Nel portico antistante la facciata del duomo di Sessa Aurunca sono reimpiegate diverse colonne in granito Troadense, lo stesso utilizzato nel teatro dell'antica Suessa (Cascella 2012), uno in marmo bardiglio, mentre due fusti in pavonazzetto e africano provengono sicuramente dal teatro (Cascella 2012, p. 79).

Sulla colonna in marmo bardiglio è reimpiegato un capitello, che presenta una doppia corona di foglie d'acanto piuttosto appiattite e caratterizzate da cinque lobi ognuno composto da quattro fogliette di forma lanceolata. Queste ultime presentano una costolatura centrale evidenziata da profondi solchi laterali. Le zone d'ombra tra i lobi sono di forma triangolare. Alle spalle delle foglie della corona inferiore nascono i caulicoli e da questi le volute e le elici accompagnate da calici di foglie d'acanto.

Per il tipo di resa delle foglie d'acanto l'esemplare si può datare tra l'età traianea e quella adrianea.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Cascella 2012: Sergio Cascella, "Uso e riuso dell'antico a Sessa Aurunca (Ce): il caso dei marmi del teatro romano", in L. Campanella, C. Piccioli (a cura di), Diagnosis for the Conservation and Valorization of Cultural Heritage, Atti del terzo convegno internazionale, Naples 2012, 62-84

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/01/2015 18:06:52
Data ultima revisione23/11/2016 12:54:17
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/484
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, pronao, rilievo con Hermes
Collocazione attuale

Murato sulla facciata del pronao duomo di Sessa Aurunca, in posizione centrale.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco (pentelico)
Dimensionih 0,40; lungh. 0,48.
Stato di conservazione

Ritagliato in basso e sul lato destro. In parte scheggiato.

CronologiaFine II secolo d. C.
Descrizione

Rilievo frammentario di tipo neoattico. Resta la parte superiore di un rilievo arcaizzante raffigurante Ermes, di profilo, che indossa una tunichetta sfrangiata che lascia le braccia scoperte. Reca nella mano destra il caduceo, attributo tipico della divinità. 

Il rilievo, di tradizione neoattica, rientra nella rappresentazione della media età imperiale con il corteo di divinità, tra cui il dio con in mano il caduceo o un fiore di loto, con accanto le ninfe (Zagdoun 1989, p. 93 s.). Un rilievo analogo, anche per il taglio dovuto alla rilavorazione nella lunetta di un portale, è noto al Metropolitan Museum di New York. Materiali del genere costitutiscono solitamente l'arredo delle ville d'epoca imperiale.

L'iconografia del dio ha suggerito la costruzione della basilica romanica sulle rovine di un tempio in onore di Mercurio, dato non riscontrato dallo scavo archeologico che invece ha rilevato tracce di pavimentazioni antiche, forse pertinenti a domus romane.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

De Franciscis 1979: A. De Franciscis, Sculture di età romana a Suessa Aurunca, Studia Suessana. Contributo alla storia di Sessa Aurunca, 1979, 22 tav. VIII fig. 15

 

De Masi 1761: Tommaso De Masi Del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci… e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761, 179


Noehles 1962: K. Noehles, Zur Wiederverwendung antiken Spolienmaterials an der Kathedrale von Sessa Aurunca, 95 figg. 64-65

 

Zagdoun 1989: M. A. Zagdoun, La sculpture archaïsante dans l’art hellénistique et dans l’art romain du Haut-Empire, Paris 1989

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SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione03/12/2012 13:54:02
Data ultima revisione23/11/2016 13:05:10
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/87
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, pronao, soffitto d'architrave con motivi vegetali
Collocazione attuale

Il frammento è murato nella facciata del pronao del duomo, in una posizione molto elevata da non permettere un'analisi stilistica  accurata.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco (proconnesio)
DimensioniNon rilevate
Stato di conservazione

Il blocco è stato ruotato di 90 gradi rispetto all'assetto antico, per consentirne l'uso come rilievo.

CronologiaMetà del II secolo d. C.
Descrizione

Resta la metà di un soffitto di architrave d'epoca romana. Il blocco presenta una decorazione a foglie di quercia raccolte da un nastro,  delimitato da un kyma lesbio.  La tipologia del pezzo e lo stile dei rilievi rimanda ad un edificio pubblico, della seconda metà del II secolo d. C., dove era impiegato come soffito.

Venne reimpiegato nel XIII secolo con una funzione decorativa, esaltando il rilievo antico, secondo una pratica comune alle botteghe romaniche, che rifunzionalizzavano marmi antichi modificando la funzione antica.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Inedito.

Allegati
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SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione03/12/2012 13:58:17
Data ultima revisione23/11/2016 13:11:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/88
OggettoSessa Aurunca, Cattedrale, soffitto di architrave
Collocazione attuale

Reimpiegato come architrave nel portale principale del duomo.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco, proconnesio
Dimensionih 0,80; lung. 3,00
Stato di conservazione

Visibile solo la fronte e la parte sottostante. Scheggiato in superficie

CronologiaPrimi decenni del II sec. d. C.
Descrizione

Trabeazione animata con un fregio vegetale e maschere teatrali. 

Trabeazione di cui si conserva il fregio decorato in alto da una serie di tralci di vite e grappoli, animati da protomi di pantere disposte simmetricamente ai lati di un kantharos centrale, decorato nella parte inferiore e superiore da una serie di baccellature. Il fregio è delimitato da due maschere teatrali, una maschile e una femminile, poste ai lati, dove sono sorrette da due giovani puttini. Un listello al di sotto lo separa dall'epistilio decorato da un kyma lesbio, una fila di astragali e perline, una semplice fascia modanata e da uno sguscio decorato da una cimasa di foglie d'acanto.

Fine e raffinato, l'architrave fu ritenuto da de Franciscis parte della decorazione della scena del teatro romano di Sessa, all'epoca non ancora indagato. I recenti scavi hanno contribuito a confermare la provenienza del marmo da quest'edificio, insieme ad un altro esemplare integro recuperato in tempi recenti sul portale di ingresso alla vicina Curia arcivescovile, e ad una lastra di rivestimento frammentaria reimpiegata nel paramento del pronao della cattedrale (un quarto esemplare, perduto, fu visto nella cripta ma se ne sono perse le tracce).

Questi oggetti sono frutto di un progetto di restauro del teatro romano, realizzato all'indomani del
danneggiamento dell'edificio ad opera di un sisma. Il lavoro fu eseguito da una manodopera specializzata proveniente dall'Urbe, grazie al finanaziamento di Matidia, sorella dell'imperatrice Sabina, moglie di Adriano, che aveva dei possedimenti in zona. Le fasi di scavo hanno consentito il recupero di numerosi frammenti simili, risparmiati dal saccheggio medievale della fine del XI secolo. Esemplari affini dal punto di vista iconografico si ritrovano nel teatro di Teano, la cui opera di monumentalizzazione è dovuta però a botteghe locali del II secolo d. C.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Cascella 2012: S. Cascella, M. Grazia Ruggi D’Aragona, Memorie Suessane di Matidia: Suessa, città territorio dagli Aurunci ell’età romana, Oxford 2012

Allegati
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SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione03/12/2012 14:05:19
Data ultima revisione23/11/2016 13:12:21
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/90
OggettoSessa Aurunca, cippo con iscrizione
Luogo di reimpiego
Luogo di provenienza
Collocazione attuale
Prima attestazione
Materiale
Dimensioni
Stato di conservazione
Cronologia
Descrizione

Attualmente collocato in posizione libera nel cortile di palazzo Di Transo

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Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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Schedatore
Data di compilazione07/12/2012 20:17:19
Data ultima revisione08/12/2012 12:40:25
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/144
OggettoSessa Aurunca, cippo con iscrizione CIL, X, 4752
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo.

Prima attestazione

XVII secolo.

MaterialeCalcare
Dimensionialt.: cm 133 larg.: cm 65.50 spessore: cm 58 altezza lettere: cm 2-5,5
Stato di conservazione
Cronologia328 d.C. / 333 d.C.
Descrizione

 

Testo (da Camodeca): "Q(uinto) Fl(avio) Messio Egnatio / Lolliano, v(iro) c(larissimo),  / q(uaestori) k(andidato), praet(ori) urbano, / auguri publico p(opuli) R(omani)  / Quiritium, comiti / dd. (dominorum) nn. Aug(ustorum) et Caesarum, curatori albei Tiberis / et cluacarum sacre urbis, / curatori operum publico/rum, consulari aquarûm / et Minuciae, consulari / Campaniae, / ordo populusque / Suessanus".


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Famiglie e persone
Collezioni di antichità

Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo.

Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti

Sacco 1640, p. 8v: "il seguente, ritrovato pochi anni sono da Monsignor Vescovo, sotto il Campanile del’antico Tempio di S. Silvestro, e trasportato poi nel sindicato di Erasmo di Paolo, Leone Cirelli, e Lucio Marchesi l’anno 1638 nella Piazza del Trofeo, ed ivi con altri Marmi posto di loro ordine, con lettere intiere.."

Bibliografia

Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.

 

Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

 

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

Allegati
Link esterni

Scheda di G. Camodeca nel database epigrafico EAGLE:

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR115525

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/12/2012 18:38:22
Data ultima revisione23/11/2016 12:51:07
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/101
OggettoSessa Aurunca, cippo con iscrizione CIL, X, 4763
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo, dove venne trasferito a metà XVI secolo. Prima era enlla chiesa di Sant'Eustachio.

Prima attestazione

1489-1495: descritta da Fra Giocondo nella chiesa di Sant'Eustachio.

MaterialeCalcare
Dimensionialt.: cm 105.50 larg.: cm 55 spessore: cm 61 altezza lettere: cm 2,7-6,5
Stato di conservazione
Cronologia328 d.C. / 333 d.C.
Descrizione

Si tratta di un cippo funerario con iscrizione CIL, X, 4763.

Testo (da Camodeca): "D(is) M(anibus) s(acrum). / Iulia Firma / sita tumulo / quae commune / torum servavit cas/ta mariti et fidei ple/na pietate nobili vixit / subrepta est oculis / iuvenis fato dictan/te iniquo. Mocimus / Sabinae Augusti /sororis lib(ertus), tabul(arius), / coiugi / b(ene) m(erenti) f(ecit)".

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità

Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo, dove venne trasferito a metà XVI secolo.

Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.

 

Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

 

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

Allegati
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Scheda di G. Camodeca nel database epigrafico EAGLE:

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR115524

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/12/2012 18:16:02
Data ultima revisione23/11/2016 12:53:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/100
OggettoSessa Aurunca, cippo con iscrizione CIL, X, 4767
Collocazione attuale

Attualmente murata all'esterno del Seggio di San Matteo, anticamente attestata “in foro”.

Prima attestazione

1607: Capaccio 1607, p. 235.

MaterialeCalcare
Dimensionialt.: cm 130 larg.: cm 60 altezza lettere: cm 4,5-7
Stato di conservazione

il cippo è fratto orizzontalmente

Cronologia101 d.C. / 200 d.C.
Descrizione

Si tratta di un cippo funerario con coronamento curvilieno e campo epigrafico incassato entro una cornice.

Testo (da Stefanile): "D(is) M(anibus) s(acrum)  / L(ucio) Domitio / Iusto / Firidia Naice̲  / coniugi ben(e) / m(erenti) f(ecit)".


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Collezioni di antichità

Attualmente murato all'esterno del Seggio di San Matteo, anticamente attestato “in foro”.

Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.

Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Idem, Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

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Scheda di M. Stefanile nel database epigrafico EAGLE:

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR112174

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:18:10
Data ultima revisione14/11/2016 12:48:43
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/99
OggettoSessa Aurunca, colonna con capitello corinzio in Corso Lucilio
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, presso un muro di Corso Lucilio.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazioneSia il capitello che la colonna presentano fortissime scheggiature su tutta la superficie. Al capitello, di cui se ne vede solo una parte poiché murato nella parete, mancano le volute
CronologiaFine I - inizi II sec. d.C.
Descrizione

Su una colonna in marmo bianco, di cui rimane la parte superiore del fusto e l'imoscapo, si imposta un capitello corinzio che per diametro potrebbe essere pertinente alla sottostante colonna. Il capitello presenta una doppia corona di foglie d'acanto piuttosto appiattite e caratterizzate da cinque lobi ognuno composto da quattro fogliette di forma lanceolata. Queste ultime presentano una costolatura centrale evidenziata da profondi solchi laterali. Le zone d'ombra tra i lobi sono di forma triangolare. Alle spalle delle foglie della corona inferiore nascono i caulicoli e da questi le volute e le elici accompagnate da calici di foglie d'acanto. Al centro di una delle facce si conserva lo stelo e il fiore d'abaco.

Per il tipo di resa delle foglie d'acanto l'esemplare si può datare tra l'età traianea e quella adrianea.

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Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/12/2012 15:12:00
Data ultima revisione05/01/2015 13:54:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/106
OggettoSessa Aurunca, colonna e capitello ionico in corso Lucilio
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, presso un muro in corso Lucilio.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bardiglio e calcare locale
Dimensioni
Stato di conservazioneEntrambi gli elementi sono murati nella parete e solo in piccola parte visibili
CronologiaEtà repubblicana
Descrizione

Su una colonna in marmo lunense bardiglio di colore grigio-azzurro è impostato un capitello ionico di pilastro di cui si vede solo un pulvino che unisce le volute. Il pulvino presenta una strozzatura centrale e risulta privo di decorazioni, così come la parte sottostante.

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Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/12/2012 14:48:45
Data ultima revisione05/01/2015 13:48:30
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/104
OggettoSessa Aurunca, frammento di ara
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, spigolo di una casa privata fra la via principale e la via Vitale.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Si conserva solo la parte centrale del pulvino e parte del blocco squadrato sottostante cui aderiva

CronologiaEtà romana
Descrizione

Il frammento è riconducibile ad un altare e specificamente alla parte esterna dove solitamente è presente il pulvino, di cui rimane la divisione centrale composta da tre fasce verticali parallele e la decorazione a "squame".

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Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione07/12/2012 21:34:09
Data ultima revisione14/11/2016 18:18:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/146
OggettoSessa Aurunca, lapide con iscrizione CIL, X, 4756
Collocazione attuale

L'iscrizione è murata in facciata della chiesa di San Matteo

Prima attestazione

1489-1495: trascritta da Fra Giocondo.

Materialemarmo
Dimensionialt.: cm 140 larg.: cm 112 altezza lettere: cm 9-11
Stato di conservazione

manca la porzione superiore

Cronologia122 d.C.
Descrizione

Testo:

 “... [pa]RTHICI.FIL /DIVI.NERVAE.NEP / TR.AIANI.HADRIANI / AVG.PONTIF.MAX / TRIB.POT.VI.COS.III / VIAM.SVESSANIS / MVNICIPIBVS / SVA.PEC.FEC.”

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Collezioni di antichità

La lastra è descritta dagli epigrafisti di XV e XVII in connessione con il Seggio di San Matteo.

Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti

Trascritta da Fra Giocondo (“Suessae ante ecclesiam S. Matthaei ante sessionem”), da Antonio Augustin (“al seggio grande”), Smetio, Pighio, Ligorio (Torino 16), Matal (Vat. Lat. 6039 f. 353v da Budé). A stampa in Capaccio 1607, p. 233; Sacco 1633 p. 15; Sacco 1640 p. 22; De Masi del Pezzo p. 155 [76]; Granata 1766, II, p. 192.

Bibliografia

Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.


De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.


Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Idem, Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

 

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

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Scheda M. Stefanile nel database epigrafico EAGLE:

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR112242

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:07:24
Data ultima revisione23/11/2016 13:02:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/97
OggettoSessa Aurunca, San Benedetto, capitello di lesena
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, il capitello è murato all'esterno della chiesa di San Benedetto.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Spezzato poco sotto l'inizio della colonna. La lastra conserva solo la parte superiore del bordo originario. Sul collarino è presente una scheggiatura

CronologiaEtà augustea
Descrizione

La lastra presenta una parte liscia al centro della quale campeggia una lesena liscia e un capitello a sofà, formato da un collarino a sezione semicircolare e un kalathos composto da un nastro a sezione concava che terminano in due volute laterali e creano una sorta di lira, e un motivo fitomorfo centrale, forse un fiore di loto. Come confronto per questo capitello, che doveva comporre parte della decorazione di un monumento funerario, si possono citare un esemplare del Museo Nazionale Romano, di qualità, tuttavia, estremamente maggiore (MNR I, 11, pp. 21-22, n. 36 (A. Gallottini)) ed uno di Ostia (Pesanbene 1973, n. 672), databili in età augustea.

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Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

MNR I, 1-11: A. Giuliano (a cura di), Museo Nazionale Romano. Le sculture, I, 1-11, Roma 1979-1991.

 

Pensabene 1973: Patrizio Pensabene, Scavi di Ostia, VII. I capitelli, Roma 1973.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/12/2012 16:43:32
Data ultima revisione23/11/2016 12:40:26
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/108
OggettoSessa Aurunca, San Domenico, cippo con iscrizione CIL, X, 4753
Collocazione attuale

Il cippo iscritto è incastonato alla base dello spigolo del vecchio campanile di San Domenico.

Prima attestazione

1633: Lucio Sacco 1633, p. 54, e poi in Sacco 1640, p. 76.

MaterialeCalcare locale
Dimensionih. 1,33; lung. 0,73
Stato di conservazione

La base è murata in uno spigolo dell'edificio e per questo due delle quattro facce non sono visibili. Sono presenti diverse scheggiature negli angoli e negli spigoli.

CronologiaSeconda metà del III sec. d.C.
Descrizione

L'iscrizione riporta:

C(aio) Lievrio Tran

quillio tocio

soimo con

svlari vi

ro et patri 

cio ordo spl

endidissimus

svessan.

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Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometiae, Napoli 1633.


Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.


De Masi 1761: Tommaso De Masi Del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci… e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761, p. 171 [86]

 

Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, p. 193

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, p. 468, n. 4753.

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È presente la scheda di Giuseppe Camodeca sul portale web EAGLE: http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=&provinz=&land=&fo_antik=&Bibliografia=&Testo=tranquillio&booltesto=AND&Testo2=&bool=AND&ordinamento=id_nr&javasi=javascriptsi&se_foto=tutte&lang=ita

SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione03/12/2012 16:18:50
Data ultima revisione23/11/2016 12:52:40
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/94
OggettoSessa Aurunca, San Matteo, frammento di trabeazione dorica
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, murato sulla facciata laterale della chiesa di San Matteo.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Il blocco è probabilmente integro su tre lati mentre è spezzato sul lato destro. Forti scheggiature sono presenti nell'angolo sinistro alto così come sulla metopa centrale. Il capitello risulta quasi interamente illeggibile.

CronologiaEtà tardo repubblicana
Descrizione

Il blocco di forma rettangolare presenta nella zona inferiore una parte liscia a fianco della quale si pone un capitello corinzio composto da una corona di foglie d'acanto dai lobi arrotondati, uno degli originari due caulicoli nascente dietro di essi da cui si sviluppa la voluta e l'elice. Il capitello di lesena sorregge un fregio dorico, realizzato a rilievo nello stesso blocco, composto da due triglifi e due metope. La metopa di destra è quasi interamente spezzata ma si riesce a vedere un volto umano posto di profilo e rivolto verso sinistra. La seconda metopa rappresenta, invece, un cespo d'acanto composto da due foglie rivolte verso l'alto e pendenti all'esterno mentre altre due foglie sono rivolte verso il basso. Dal cespo d'acanto, un po' come accade per i capitelli corinzieggianti, crescono due steli che si attorcigliano a spirale verso l'esterno e terminano in un fiore. Questo tipo di metope non sono attestate su altri esemplari di fregi dorici, i quali solitamente sono diffusi in età tardo-repubblicana e sono utilizzati nella decorazione di monumenti funerari (su questi fregi vd. Maschek 2012).

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Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Maschek 2012: Dominik Maschek,Rationes decoris. Aufkommen und Verbreitung dorischer Friese in der mittelitalischen Architektur des 2. und 1. Jahrhunderts v. Chr., Wien 2012.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione03/12/2012 16:56:10
Data ultima revisione23/11/2016 13:02:04
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/95
OggettoSessa Aurunca, Santa Maria del Piano, blocco con cornice modanata
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, murato alla base di uno spigolo del vecchio campanile di Santa Maria del Piano.

Prima attestazione
MaterialeCalcare
Dimensioni
Stato di conservazione

Gli angoli presentano diverse scheggiature ma in generale ben conservato

Cronologia
Descrizione

Il blocco, di forma rettangolare, presenta un campo centrale liscio circondato da una cornice modanata molto semplice, composta da una gola dritta e uno spesso listello lisco.

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/12/2012 13:34:44
Data ultima revisione23/11/2016 12:32:52
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/102
OggettoSessa Aurunca, Santa Maria del Piano, blocco con incassi quadrati
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sessa Aurunca, reimpiegato alla base della muratura perimetrale superstite della chiesa di Santa Maria del Piano.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

La superficie presenta diverse abrasioni mentre i bordi sono fortemente scheggiati

Cronologia
Descrizione

Il blocco, di forma rettangolare, presenta due grossi e simmetrici incassi di forma quadrata in cui è inscritto un secondo incasso sempre di forma quadrata. Potrebbe trattarsi di incassi per un torcularium, utilizzato per la produzione di vino o olio (sui torcularia reimpiegati in area campana vd. Palmentieri 2008).

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Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, "Conoscenza e riuso dell’antico nel medioevo: torcularia d’età romana nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti", Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-97.

Allegati
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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione05/12/2012 13:38:24
Data ultima revisione23/11/2016 12:33:44
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/103
OggettoSessa Aurunca, sarcofago
Luogo di reimpiego
Luogo di provenienza
Collocazione attuale
Prima attestazione
Materialemarmo
Dimensioni
Stato di conservazione
Cronologia
Descrizione

Attualmente collocato nel cortile del palazzo Di Transo

pezzo non di reimpiego

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Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione07/12/2012 20:20:59
Data ultima revisione31/01/2013 14:57:42
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/145
OggettoSessa Aurunca, Seggio di San Matteo, CIL, X, 4748
Collocazione attuale

Dispersa.

Prima attestazione

1489-1495: trascritta da Fra Giocondo.

Materiale
Dimensioni
Stato di conservazione
Cronologia
Descrizione

Testo (da Mommsen 1883, p. 467):

 “IMP.CAES./ L. SEPTIMIO/ SEVERO.PERTI/NACI AVG.PIO.P.P. / SVESSANI”. 

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità

Nel Seggio di San Matteo.

Note
Fonti iconografiche

Forse identificabile con il cippo visibile nel disegno del Seggio di San Matteo di A.M. Chenavard (1817).

Rilievi
Fonti e documenti

Trascritta da Fra Giocondo (“Suessae ante ecclesiam S. Matthaei ad sessionem”), Antonio Augustin (scrive di averla vista ma non trascritta), Smetio, Panvinio, Matal (Vat.Lat. 6039, f. 25 da Budé). A stampa in Capaccio 1607, p. 233; Sacco 1633, p. 67; Sacco 1640, p. 105.

Bibliografia

Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.


De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.


Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

 

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

Allegati
Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:14:40
Data ultima revisione23/11/2016 12:48:33
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/98
OggettoSessa Aurunca, Seggio di San Matteo, cippo con iscrizione CIL, X, 4744
Collocazione attuale

Il cippo è reimpiegato all'esterno del Seggio di San Matteo.

Prima attestazione

1489-1495: trascritta da Fra Giocondo.

MaterialeCalcare
Dimensionialt.: cm 114 larg.: cm 64 altezza lettere: cm 3-6
Stato di conservazione

tracce di rilavorazione. Mancano frammenti delle cornici superiore e inferiore.

Cronologia139 d.C. / 161 d.C.
Descrizione

Testo:

“MATIDIAE /  AVG.FIL.DIVAE / MARCIANAE.AVG /NEPTI.DIVAE.SABINAE  /AVG.SORORI /IMP. ANTONINI /AVG.PII.P.P.MATERERE (sic) /MINTVRNENSES /D.D.”.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità

Descritta nel Seggio di San Matteo.

Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti

Trascritta da Fra Giocondo (“ante ecclesiam S. Matthaei apud Sessionem”) e Antonio Augustin (“nel seggio grande”). Presente anche nelle sillogi di Bembo, Marcanova, Smetio, Pighio, Manuzio, Ligorio. Cfr. Mommsen 1883, pp. 466-467.

Bibliografia

Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.

 

De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.

 

Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.

 

Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.

 

Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.

Allegati
Link esterni

Scheda di M. Stefanile nel database epigrafica EAGLE:

http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR112173

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/12/2012 17:03:31
Data ultima revisione23/11/2016 12:50:10
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/96
OggettoSessa Aurunca, soffitto d'architrave
Collocazione attuale

Reimpiegato come architrave nel portale del palazzo episcopale presso il duomo.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Resecata lungo i lati. Superficie consunta. Manca l'epistilio inferiore presente negli altri due esemplari sessani

CronologiaII secolo d. C.
Descrizione

Visibile solo la fronte e la parte sottostante. Al centro della cornice reca un tassello di restauro antico, evidentemente perduto in seguito al riuso. Presenta una frattura obliqua sul lato sinistro. Scheggiato sul margine destro. Simile all'esemplare impiegato sul portale d'ingresso della cattedrale, se ne differenzia per la superficie del kalathos liscia.

Dal punto di vista stilistico quest'esemplare si caratterizza per un maggiore uso del trapano per delineare la peluria dell'animale e i tratti della capigliatura delle maschere. 

Il blocco era in origine posizionato su una porta di ingresso, che metteva in comunicazione il duomo con l'episcopio.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Cascella 2012: S. Cascella, M. Grazia Ruggi D’Aragona, Memorie Suessane di Matidia: Suessa, città territorio dagli Aurunci ell’età romana, Oxford 2012

Allegati
Link esterni
SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione03/12/2012 14:07:15
Data ultima revisione23/11/2016 13:09:49
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DenominazioneSessa, Archivio del Comune
Scheda Città
Sede storica

Municipio di Sessa (non accessibile)

Tipologia
Soggetti produttori

Università di Sessa

Storia dell'archivio

La documentazione più antica dell'archivio del Comune di Sessa, risalente al XII secolo, fu trasferita presso l’Archivio di Stato di Napoli e nel 1943 andò distrutta (Mazzoleni 1967, 168).

La documentazione superstite dell'archivio, scampata all'incendio del 1943, è conservata presso il Municipio, ma non è consentito l'accesso al pubblico.

L’esistenza di un archivio della città sarebbe documentata sin dal Medioevo, giacché l'università di Sessa fissò una sede in cui conservare i propri documenti e privilegi e stabilì che ogni decisione presa dalla comunità dovesse essere verbalizzata per iscritto dai "Quaternieri e Credenziari". Il sigillo o timbro della città era custodito in una cassa posta nella sagrestia della chiesa madre; ciascuno dei tre sindaci possedeva una chiave (Tommasino 1997, 144, 151-153).

La produzione normativa locale (le università) e quella centrale (la Corona aragonese, poi quella di Spagna, i viceré) manifestarono un’attenzione costante per la cassa e il sigillo: se ne occupano i capitoli di Ferrante del 1491, che descrivono il contenuto della cassa estendendo a tutte le università considerate l’obbligo di depositarla in una chiesa, con distribuzione delle chiavi a più soggetti, di numero e qualifica diversa a seconda dei casi. Analoghe istruzioni contengono i capitoli di Ferrante a Sessa (1476 agosto 24 e 1484 novembre 24), relativi a due casse (come a Capua): quella del sigillo (con «apprezzi, cedularii, spartimenti di sale, catasti») e quella dell’«imbussolamento» e «annotamento» (Senatore 2009, 469).

Consistenza dell'Archivio
Fondi archivistici

Non è consultabile il fondo archivistico superstite, scampato all’incendio del 1943.

Strumenti di corredo
Raccolte e miscellanee
Note

Tra i documenti conservati nell’Archivio del Comune vi era il Codice municipale sessano. Si tratta di un manoscritto cartaceo dei primi anni del sec. XVII, della consistenza di 77 pagine numerate e scritte, più altre 29 bianche oltre il frontespizio, in cui si legge: «Copia di tutti li capituli, et gratie concesse alla città di sessa, per la felice memoria della Maestà di Re Ferrante et anco dall'illustrissimi et eccellentissimi signori duchi di detta città» (Broccoli 1889, p. 243).

Il manoscritto era conservato nell’Archivio Comunale di Sessa e fu trascritto direttamente dall’originale nel 1607 da Giovanni Pietro de Tutnojs, probabilmente cancelliere, segretario, notaio e procuratore dell’Università di Sessa per presentarlo alla Scrivania della Razione, in allegato all’istanza inoltrata dalla città di essere riconosciuta come Camera Riservata (Broccoli 1889, 243-244).

Bibliografia

Mazzoleni 1967: Jole Mazzoleni, "Gli archivi ecclesiastici di Capua", in Il contributo dell’archidiocesi di Capua alla vita religiosa e culturale del Meridione, Atti del Convegno Nazionale di Studi Storici promosso dalla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro (Capua, Caserta, S. Maria C.V., Sessa Aurunca, Marcianise, Caiazzo, S. Agata dei Goti, 26-31 ottobre 1966), Roma 1967.   

 

Broccoli 1889: Angelo Broccoli, "Codice Municipale Sessano", in Archivio Storico Campano, I, 1889, 243-260.

 

Senatore 2009: Francesco Senatore, "Gli archivi delle universitates meridionali: il caso di Capua ed alcune considerazioni generali", in Archivi e comunità tra Medioevo ed età moderna, a cura di Attilio Bartoli Langeli, Andrea Giorgi e Stefano Moscadelli, Ministero per i beni e le attività culturali. Direzione Generale per gli archivi, Siena 2009, 447-520.

 

Tommasino 1997: Attilia Tommasino, Sessa Aurunca nel periodo aragonese, Roma 1997.

Allegati
Link esterni
SchedatoreSalvatore Marino
Data di creazione18/02/2013 18:48:16
Data ultima revisione09/05/2015 22:57:12
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NomeSessa Aurunca
Status amministrativoComune
Estensione del territorio comunale162 kmq c.a
Popolazione21.840 (ISTAT 2015)
MuseiMuseo civico archeologico; Museo capitolare
ArchiviArchivio storico del comune; Archivio storico diocesano
BibliotecheBiblioteca Comunale; Biblioteca Diocesana
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