Oggetto | Sessa Aurunca, Annunziata | |
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Tipologia | chiesa e ospedale AGP | |
Nome attuale | Santissima Annunziata | |
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Nomi antichi | Sant'Eustachio | |
Cronologia |
1363: fondazione dell’ospedale. 1484: la chiesa è citata nei capitoli concessi alla città di Sessa da Ferdinando I d’Aragona. Si fa specifico riferimento alla fondazione da parte dei conciatori di pelli e al patrocinio cittadino sulla chiesa e sull’Ospedale (Tommasino 1997, p. 153). XVIII secolo: La ricostruzione della chiesa, fortemente danneggiata dai terremoti, viene commissionata ad Domenico Antonio Vaccaro (De Dominici 1742-1745, III, p. 491). 1754: L'architetto Giuseppe Astarita realizza nuovi disegni per la ricostruzione, in base ai quali si stende l'appalto con le maestranze (De Falco 1999, pp. 139-142; Paletta 2002; Lenzo 2006, pp. 306-307). | |
Autore | ||
Committente |
La costruzione è finanziata dall’arte dei conciatori della città (De Masi del Pezzo 1761, p. 281). All’ingresso della sagrestia lapide che ricorda il canonico Giovanni Mandarino, ma senza data (Diamare 1906-1907, p. 145). La cappella del Crocifisso era patronato della famiglia di Lopez de Herrera, che fu governatore di Sessa. Il sepolcro è opera di Annibale Caccavello realizzato nel 1564-65 (in Caccavello 1896 vengono registrati i pagamenti). Attualmente la lapide è in sagrestia in una piccola cappella dedicata all’Addolorata. | |
Famiglie e persone |
Don Lope de Herrera, governatore spagnolo di Sessa dal 1545, è sepolto nella chiesa dell’Annunziata di Sessa il 27 agosto 1563 (cfr. Fuscolillo 2008, IIa 386.1, 387.1). La lapide è oggi nella cappella a destra del presbiterio. | |
Descrizione |
La chiesa attuale, ricostruita nel XVIII secolo, è a croce greca,con cupola centrale su tamburo e altre cupolette minori ai vertici del quadrato. All’esterno la facciata è inquadrata da due alte torri campanarie. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego |
Iscrizione CIL, X, 4757. | |
Opere d'arte medievali e moderne |
Pala con Annunciazione di Sebastiano Conca (1758) sull’altare maggiore. Pala con San Liborio (o s. Ignazio) vescovo (1759) di A. D’Elia (1 cappella sx). Pala con Assunzione (1760) di A. Sarnelli (2 cappella sx). Pala con Decollazione di S. Giovani Battista (D. A Vaccaro?), 1 cappella dx. Pala con S. Leone in gloria, di Antonio Sarnelli (1760), 2 cappella dx. Pala con Sant’Agata, pala di Vespasiano Friozzo (1601). Pavimento maiolicato settecentesco. Pietà su tavola del XV secolo, nella cappella dell’Addolorata (a destra del presbiterio), proveniente dalla chiesa di San Biagio. Rilievo funerario di Lope de Herrera nella cappella dell’Addolorata (a destra del presbitero). | |
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | Veduta di San Leone che protegge Sessa. | |
Piante e rilievi |
Rilievo della pianta attuale in Villucci 1995, p. 45. | |
Fonti/Documenti |
Dal testamento di Lope de Herrera si ricava che questi aveva lasciato un donazione all’Annunziata di Sessa, e aveva stabilito di esservi seppellito innanzi all’altare maggiore (Napoli, Archivio dell’Annunziata, testum, II, f. 280; D’Addosio 1895; Diamare 1906-1907, p. 147, nota 1): “e poiché ho stabilito haver per mia sepoltura e cappella la tribuna della detta Ecclesia de l’Annunziata di Sessa, dove ho detto si sepelisca mio corpo, e questo molto lo desidero e tengo a core…”. | |
Bibliografia |
Amatuccio 1994: Gennaro Amatuccio, “Sessa neoclassica: l’Annunziata”, Il mensile Suessano, 125, 1994.
Broccoli 1889-1894: Angelo Broccoli, "Il codice municipale sessano. Copia di tutti li capituli e gratie concesse alla città di Sessa per la felice memoria della Maestà di Re Ferrante, et anco dalli Ill.mi et Ecc.mi Duchi di detta città", Archivio Storico Campano, vol. I, 1889, fasc. 1, pp. 243-260; 1889-1890, fasc. 2-3, pp. 251-280; 1891, pp. 193-202; vol. II, parte I, fasc. 1-2, 1893, 221-240; vol. II, parte II, fasc. 3, 1893-1894, pp. 595-608.
Caccavello 1896: Annibale Caccavello, Diario, ed. a cura di Antonio Filangieri di Candida, Napoli 1896.
D’Addosio 1895: Giambattista D’Addosio, Sommario dei testamenti e legati a favore della Santa Casa dell' Annunziata di Napoli dal 1466 al 1680, Napoli 1895.
De Dominici 1742-45: Bernardo De Dominici, Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani, 3 voll., Napoli 1742-1745.
De Falco 1999: Carolina De Falco, Giuseppe Astarita architetto napoletano, Napoli 1999.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.
Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche [ms. 1546-1571], edizione critica cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.
Lenzo 2006: Fulvio Lenzo, Aggiornamento, in Anthony Blunt, Architettura barocca e rococò a Napoli, [London 1975] ed. it. Milano 2006, 270-329
Marino 2003: Salvatore Marino, “L’Annunziata di Marcianise nel Tardo Medioevo (1336-1513)”, Quaderni Meridionali, 2003, 33-34, 47-78.
Paletta 2002: Loredana Elvira Paletta, "La chiesa della Santissima Annunziata di Sessa", Civiltà Aurunca, anno 18, nn. 45-46, gennaio-giugno 2002, 43-52.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Tommasino 1997: Tommasino Attilia, Sessa Aurunca nel periodo aragonese, Ferrara 1997, 153.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (LT) 1995, 44-48.
Villucci, Romano 1998: Antonio Marcello Villucci, Anna Maria Romano, Sessa Aurunca: un itinerario storico-artistico, Marina di Minturno (LT) 1998, 41-46. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 30/05/2012 17:28:56 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:22:40 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/24 |
Oggetto | Sessa Aurunca, casa torre aragonese | |
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Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | palazzo Polito | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XV secolo. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il complesso edilizio si sviluppa all'interno del cortile di palazzo Polito (Corso Lucilio n. 98), e si compone di una torre cilindrica con basamento a scarpa concluso superiormente da un toro in piperno, e da una loggetta rettangolare aperta da tre archi a tutto sesto poggianti su colonne in pietra con capitelli a fogliame. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | La trasformazione in casa della torre, già facente parte della cinta muraria medievale, deve essere avvenuta all'epoca dell'ampliamento del circuito murario, promosso dai Marzano nel XV secolo (Villucci 1995, p. 87). | |
Note | ||
Fonti iconografiche | La torre è chiaramente identificabile nella Veduta di Sessa pubblicata da Paccichelli nel 1703. | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, ser. 3, 11, 1972, 33-45.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 14:44:49 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:31:11 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/167 |
Oggetto | Sessa Aurunca, castello | |
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Tipologia | castello | |
Nome attuale | castello | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 963: la presenza di un castrum è documentata per la prima volta dal Placito Sessano. 1171: vi soggiorna re Ruggero, che nel castello conferma la cessione delle acque di Roccamonfina a Sessa. XII secolo: ricostruito dai normanni. 1220-1227: vi soggiorna tre volte Federico II. In questo periodo il castello viene ingrandito e rinforzato con nuove torri. 1425, ante: durante il governo di Giovanni Antonio Marzano viene ampliato e trasformato in palazzo. Per l'ampliamento è necessario abbattere la vecchia chiesa domenicana di San Pietro a Castello. Risalgono a questo periodo le bifore che si affacciano sul cortile interno e su piazza Mercato. 1436: Alfonso d'Aragona proprio a Sessa si incontra con Raimondo Orsini di Nola per conquistare regno. Alfonso soggiorna di nuovo a Sessa nel 1437, nel 1438 e nel 1439. 1459: Giovanni d'Angiò è ospitato dal duca ribelle Marino, e nella cappelle del palazzo tiene a battesimo il figlio del duca di Sessa (Tommasino 1997, p. 83). | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | Ruggero II Federico II Marino Marzano Carafa di Stigliano Guzman di Medina della Torres Paternò | |
Descrizione | A impianto rettangolare con torri rettangolari agli angoli e sui lati. All’interno è un cortile rettangolare con una loggia ad archi ogivali su colonne in marmo. | |
Iscrizioni | Affrescata sulla lunetta sopra la scala principale: ANNO DOMINI 1688/ IMMANI TERREMOTU furente mu/nimen Hoc concussum / Peroravi. Fuit damnis affectum VIX etenim / stare potuit. Nam pars illa qae deiecia non cecidit / Agitata pertremuit sicq. ruinas suas vel presens ostendebat vl proxi/mas minabatur. Tanaeq. ob id fuit molis ipsum in pristina revocare quattuot millia scuto rum prosus absumserit. Id refecti Parietes instauratae / fornices innovata tecta ac restituta muraria testificantus. Que om/nia perfecta sunt ab illus[trissi]mis Do[mi]no D. ANDREA Guerrero de Torres / Equite Habitus Alcantarae Pro S. M. Catholica Regiae camere praes/idente, Gubernatore Gen[era]le status Suessae, Ac Vi/ce Almirante Classius Marittima/rum 1693. | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemmi Marzano sulle finestere del cortile. Altro stemma nell'affresco con iscrizione posto sopra le scale. | |
Elementi antichi di reimpiego | Le fondazioni del castello poggiano su strutture di epoca romana. Colonne e capitelli in marmo del cortile interno sono di spoglio, e due di queste poggiano su tronchi di uno stesso capitello corinzio riutilizzato come base. Le colonne del cortile sono in granito della Troade, stesso materiale utilizzato nel teatro di Sessa Aurunca, dal quale probabilmente furono prese. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | Sorge sul sito dell’antica arce romana. Resti archeologici di età più antica con muratura in tufelli, altre porzioni di epoca flavia in opera laterizia (Villucci 1995, p. 37) Ricostruito in epoca normanna, poi da Federico II nel XIII secolo, e quindi ancora dai Marzano nel XV. Danneggiato dal terremoto del 1688 viene restaurato da don Andrea Guerrero Torres (affresco nella lunetta dello scalone principale). Passato nelle mani dei diversi feudatari che si susseguono al governo di Sessa, il castello rientra nel demanio nel 1797, e messo in vendita nel 1808 è acquistato dal Comune di Sessa per 4000 ducati. Successivamente adibito a carcere, e cade in rovina. Nel 1893 è restaurato e utilizzato come sede scolastica. Attualmente ospita il Museo Archeologico di Sessa Aurunca. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | Pala di San Leone che protegge Sessa veduta di Pacichelli 1703 | |
Piante e rilievi | Pianta del primo piano e spaccato assonometrico in Villucci 1995, p. 38. | |
Fonti/Documenti | Placito Sessano (963) | |
Bibliografia | Alonzi 2004: Flavio Alonzi, "Palazzo Marzano a Sessa Aurunca (CE)", in Pietre tra le rocce. Colloqui internazionali “Castelli e città fortificate”. Storia, recupero, valorizzazione, Catalogo della mostra (Fisciano, 30 aprile-14 maggio 2004), a cura di Federica Ribera, Firenza 2004, 72-78.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.
Giustiniani 1805: Lorenzo Giustiniani, "Sessa", in Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, 10 voll., Napoli 1797-1805, IX, 25-35.
Marzano 1874: Giovanni Battista Marzano, Memorie storiche della famiglia Marzano, Pisa 1874.
Pacichelli 1703: Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703, 119-121.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Tommasino 1997: Attilia Tommasino, Sessa Aurunca nel periodo aragonese, Ferrara 1997.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | Vendemia Dizionario online: Maria Elisabetta Vendemia, "Sessa Aurunca", in Dizionario dei centri abitati della Campania medievale, http://www.cittacampane.org/dizionario_citta.htm | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 31/05/2012 12:10:53 | |
Data ultima revisione | 10/12/2016 18:40:02 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/26 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale | |
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Tipologia | chiesa cattedrale (esistente) | |
Nome attuale | Santi Pietro e Maria | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Santi Pietro e Maria | |
Cronologia | 1103: fondazione. 1113: consacrazione. 1598: costruzione della cappella della confraternita del Corpo di Cristo. XVI secolo: eliminazione del coro dal centro della navata. 1729-59. Lavori di restauro promossi da Francesco Caracciolo, vescovo di Calvi, hanno radicalmente trasformato l’interno, ricoprendo con stucchi le pareti della navata centrale, costruendo una finta volta a incannucciato sopra la navata, spostando il coro e trasformando la zona di accesso al presbiterio rialzato e alla cripta sottostante con un nuovo sistema di scale. 1850. Viene costruita la cantoria in controfacciata utilizzando i frammenti dell’ambone marmoreo medievale smantellato durante i lavori settecenteschi e quattro colonne provenienti dalla chiesa di Santa Maria del Piano. Nello stesso periodo si aggiungono due campaniletti a vela ai lati della facciata. XIX secolo: abbattimento dei due campanili a vela costruiti nell'Ottocento. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | Vescovi Pandolfo (1224-1250) e Giovanni (1259-1283) sono ricordati a proposito dell’ambone. Alessandro Riccardo, vescovo (monumento funebre nel transetto sinistro) Francesco Guastaferro, vescovo (lapide pavimentale) | |
Descrizione | Edificio a pianta longitudinale, suddivisa in tre navate da due file di 8 colonne. Preceduto da portico a tre arcate, e concluso da presbiterio a tre absidi e coperto da tre volte a crociera. Al di sotto del presbiterio si sviluppa una cripta a colonne. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego |
La tradizione voleva che la chiesa fosse sorta sulle rovine del tempio di Nettuno. Non suffragata da evidenze di alcun tipo, ne archeologiche né dalle fonti antiche. La tradizione nasce da una iscrizione “MERC”, che però probabilmente ha altra provenienza (cfr. Noheles 1962), così come probabilmente anche il rilievo di Mercurio nel portico. Colonne e capitelli del pronao Architrave del portale principale (fregio con girali d’acanto, pantere e maschere teatrali). Architrave del portale verso il palazzo vescovile. Colonne e capitelli delle navate (e anche alcuni capitelli). Colonne e capitelli della cripta (capitello con foglie d'acqua). Rilievo di Hermes nel portico. Capitello figurato nell’ambone. Pilo dell’acqua santa (capitello con scultura di cane al basamento). blocchi calcarei con frammenti di iscrizione sul fianco destro. blocco calcareo con frammento di iscrizione nel portico. | |
Opere d'arte medievali e moderne | Sculture romaniche sul portico (arcata destra: Genesi; arcata mediana storie di san Pietro dai vangeli apocrifi e dalla leggenda aurea di Jacopo da Varagine) e nei portali. Nella porzione superiore della facciata finestrone inquadrato da colonnette poggianti su leoni stilofori. All’interno: Pergamo e cero pasquale e rilievi di Giona: realizzato dallo scultore Pellegrino sotto il vescovo Pandolfo (1224-1250) e concluso al tempo del vescovo Giovanni (1259-1283). pavimento cosmatesco. Transenne del coro: realizzate dallo scultore Taddeo. Pala dell’altare maggiore (Madonna del Popolo, 1539, attr. Marco Cardisco). Botola con stemma del vescovo Guastaferro (sec. XV) Tomba del vescovo Riccardo (1604) Altari marmorei del XVIII secolo. Scale di accesso alla cripta XVIII. Pavimento cappella del Sacramento XVIII secolo (in maiolica, bottega dei Chiaiese). | |
Storia e trasformazioni | La disposizione liturgica è stata modificata in epoca post-tridentina con l’eliminazione del coro al centro della navata. Mentre i restauri più importanti sono quelli promossi fra il 1729 e il 1759 da Francesco Caracciolo. Altri restauri nel XIX e XX secolo. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | San Leone Magno protegge Sessa | |
Piante e rilievi | Pianta della cripta in Schulz 1860, II, p. 146. Pianta della chiesa in D’Onofrio, Pace 1981, p. 76 (riprodotta in Aceto 1999). | |
Fonti/Documenti | Chronicon Suessanum ab an MCI ad ann. MCCCXLVIII, in Alessio Aurelio Pelliccia, Raccolta di varie croniche diarj, ed altri opuscoli... appartementi alla storia del regno di Napoli, 5 tomi, Napoli 1780-1782, tomo I, pp. 51-8. Caserta, Archivio di Stato, Notarile, notaio Girolamo Sisto, vol. 1758, anno 1598, cc. 50-51: convenzione fra i canonici della Venerabile confraternita del Santissimo Corpo di Cristo di Sessa e i maestri marmomari Giuliano Cioli romano e Geronimo Giannoto per l'erezione della cappella della confraternita nella cattedrale (parzialmente trascritto in Giannattasio 2003, pp. 238-239, nota 72) | |
Bibliografia | Aceto 1999: Francesco Aceto, “Montecassino e l'architettura romanica in Campania: Sant'Angelo in Formis e le cattedrali di Sessa Aurunca e di Caserta Vecchia”, in Desiderio da Montecassino e le basiliche di Terra di Lavoro: il viaggio dei Normanni nel Mediterraneo, a cura di Felicio Corvese, Caserta 1999, 39-50.
Capomaccio 1995: Cosma Capomaccio, “Monumentum resurrectionis: ambone e candelabro della cattedrale di Sessa Aurunca", Civiltà Aurunca, 11, 1995,32, 7-14.
Capomaccio 2002: Cosma Capomaccio, Monumentum resurrectionis: ambone e candelabro per il cero pasquale; iconografia e iconologia del monumento nella cattedrale di Sessa Aurunca (Caserta), Città del Vaticano 2002.
Capomaccio 1999: Cosma Capomaccio, La basilica cattedrale di Sessa Aurunca, Sessa Aurunca, 1999.
Capomaccio 1999/a: Cosma Capomaccio, “La basilica cattedrale di Sessa Aurunca: iconografia ed iconologia”, in Desiderio di Montecassino e le basiliche di Terra di Lavoro: il viaggio dei Normanni nel Mediterraneo, a cura di Felicio Corvese, Caserta 1999, 65-87.
Castiñeiras González 1994: Manuel Antonio Castiñeiras González, "I poderi sono venduti, a ciò segue l'inganno: per una nuova lettura del programma iconografico del portico della cattedrale di Sessa Aurunca”, Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia, 3.Ser., 24/2-3, 1994, 565-585.
Castiñeiras González 2002: Manuel Antonio Castiñeiras González, “I Loca Sancta nel ciclo di Pietro nella cattedrale di Sessa Aurunca”, in Il cammino di Gerusalemme: atti del II Convegno internazionale di studio (Bari, Brindisi, Trani, 18 - 22 maggio 1999), a cura di Maria Stella Calò Mariani, Bari 2002, 619-632.
Cochetti Pratesi 1958: Lorenza Cochetti Pratesi, “Rilievi nella Catedrale di Sessa Aurunca e lo sviluppo dei marmorari neocampani nel XIII secolo”, Commentari, 9, 1958, 75-87.
D’Onofrio, Pace 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Campania, Milano 1981, 75-95.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Di Lella 1904: Agostino di Lella, Studi di storia e di archeologia medievale neocampana. L’antica cattedrale di Sessa Aurunca: le sculture e i mosaici, Cassino 1904.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 volumi, Napoli 1906-1907.
Divenuto 2002: Francesco Divenuto, “Il cantiere 'infinito' delle cattedrali di Sant'Agata dei Goti e di Sessa Aurunca”, in Architettura: processualità e trasformazione, a cura di Maurizio Caperna e Gianfranco Spagnesi, Roma 2002, 209-216.
Giannattasio 2003: Caterina Giannattasio, “Fonti per l'edilizia cinquecentesca di Sessa Aurunca”, in Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca, l'indagine documentaria, Atti del I e del II Seminario Nazionale, a cura di Giuseppe Fiengo e Luigi Guerriero, Napoli 2003, 229-239.
Glass 1970: Dorothy Glass, “The archivolt sculpture at Sessa Aurunca”, The Art Bulletin, 52, 1970, 119-131.
Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.
Libetto 1970: Libetto, “Scoperte nel duomo di Sessa Aurunca”, Arte Cristiana, 58,1970, 27.
Mattei 1884-1885: Pasquale Mattei, “Il duomo di Sessa in Provincia di Terra di Lavoro”, Poliorama pittoresco, anno IX, 1884-1885, 320-330, 339-340, 350-352.
Naldi 2009: Riccardo Naldi, “Il polittico dell'altare maggiore nella cattedrale di Sessa Aurunca e il culto di 'Santa Maria avvocata del popolo'”, in Marco Cardisco, Giorgio Vasari: pittura, umanesimo religioso, immagini di culto, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2009, 74-105.
Noehles 1962: Karl Noehles, “Zur Wiederverwendung antiken Spolienmaterials an der Kathedrale von Sessa Aurunca”, in Festschrift für M. Wegner, Münster 1962, 90-100.
Pepe 1898: Ludovico Pepe, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, VII, 1898, 55-61.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, 58-59.
Sasso 2002: Roberto Sasso, “Sessa Aurunca: basilica cattedrale; mostra del capitolo”, Civiltà Aurunca, 18, 45-46, 2002, 63-65.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149.
Stornajolo 1895: C. Stornajolo, “I rilievi dell'arco sul portico della cattedrale di Sessa Aurunca: discorso letto nell'adunanza dell'Accademia di Arch. Pont. Rom. il 31 gennaio 1895”, Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, 2, 6, 1895.
Torrieri 1992: Giuseppina Torrieri, “Riuso di elementi della cultura figurativa di tradizione arabo-islamica e problemi di restauro: la cattedrale di Sessa Aurunca e la Abbazia di S. Lorenzo in Aversa”, in Atti del convegno sul tema: presenza araba e islamica in Campania, a cura di Agostino Cilardo, Napoli, 1992, 545-550.
Venditti 1967: Arnaldo Venditti, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, in Il contributo dell'archidiocesi di Capua alla vita religiosa e culturale del Meridione: atti del Convegno Nazionale di Studi Storici, promosso dalla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro / Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, Roma 1967, 219-233.
Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Suessa Aurunca 1983.
Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, “Note sui materiali di spoglio reimpiegati nella cattedrale di Sessa Aurunca”, Studia Suessana, 3, 1982, 23-30.
Villucci, D’Onofrio, Pace, Aceto 1983: Antonio Marcello Villucci, Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Francesco Aceto, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Marina di Minturno (Lt) 1983. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 14/04/2012 14:41:06 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 14:13:57 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/4 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, cripta | |
---|---|---|
Tipologia | cripta | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1103: inizio della costruzione. 1113: consacrazione. 1729-1759: riammodernamento della Cattedrale e ricostruzione delle scale di accesso alla cripta. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La cripta si sviluppa sotto il transetto della Cattedrale. Ha pianta rettangolare trasversale, con tre absidi sporgenti, ed è suddivisa in tre navate da due file di colonne. Sui lati brevi si aprono rispettivamente un ambinete di servizio e la cripta della cappella del Sacramento. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Sono di reimpiego le colonne e i capitelli, fra cui anche uno del raro tipo a foglia d'acqua. | |
Opere d'arte medievali e moderne | Pavimento maiolicato e altare in marmi policromi del XVIII secolo. | |
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Pianta in Schulz 1860, II, p. 146; Villucci 1995. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Aceto 1999: Francesco Aceto, “Montecassino e l'architettura romanica in Campania: Sant'Angelo in Formis e le cattedrali di Sessa Aurunca e di Caserta Vecchia”, in Desiderio da Montecassino e le basiliche di Terra di Lavoro: il viaggio dei Normanni nel Mediterraneo, a cura di Felicio Corvese, Caserta 1999, 39-50.
Capomaccio 1999: Cosma Capomaccio, La basilica cattedrale di Sessa Aurunca, Sessa Aurunca, 1999.
D’Onofrio, Pace 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Campania, Milano 1981, 75-95.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 volumi, Napoli 1906-1907.
Divenuto 2002: Francesco Divenuto, “Il cantiere 'infinito' delle cattedrali di Sant'Agata dei Goti e di Sessa Aurunca”, in Architettura: processualità e trasformazione, a cura di Maurizio Caperna e Gianfranco Spagnesi, Roma 2002, 209-216.
Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.
Libetto 1970: Libetto, “Scoperte nel duomo di Sessa Aurunca”, Arte Cristiana, 58,1970, 27.
Noehles 1962: Karl Noehles, “Zur Wiederverwendung antiken Spolienmaterials an der Kathedrale von Sessa Aurunca”, in Festschrift für M. Wegner, Münster 1962, 90-100.
Pepe 1898: Ludovico Pepe, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, VII, 1898, 55-61.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, 58-59.
Sasso 2002: Roberto Sasso, “Sessa Aurunca: basilica cattedrale; mostra del capitolo”, Civiltà Aurunca, 18, fasc. 45-46, 2002, 63-65.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149.
Venditti 1967: Arnaldo Venditti, “La cattedrale di Sessa Aurunca”, in Il contributo dell'archidiocesi di Capua alla vita religiosa e culturale del Meridione: atti del Convegno Nazionale di Studi Storici, promosso dalla Società di Storia Patria di Terra di Lavoro / Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, Roma 1967, 219-233.
Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Suessa Aurunca 1983.
Villucci 1982: Antonio Marcello Villucci, “Note sui materiali di spoglio reimpiegati nella cattedrale di Sessa Aurunca”, Studia Suessana, 3, 1982, 23-30.
Villucci, D’Onofrio, Pace, Aceto 1983: Antonio Marcello Villucci, Mario D’Onofrio, Valentino Pace, Francesco Aceto, La Cattedrale di Sessa Aurunca, Marina di Minturno (Lt) 1983. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 06/03/2013 17:12:13 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 14:15:19 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/330 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Palazzo De Cordoba | |
---|---|---|
Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | Palazzo De Cordova | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Palazzo De Cordoba | |
Cronologia | XV secolo. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il palazzo, la cui identificazione con la famiglia De Cordoba è tradizionalmente riferita dalla letteratura locale, si affaccia sulla stretta via Scanzati. Elemento caratterizzante sono le quattro finestre "catalane" del piano nobile, a croce con colonnina centrale in marmo. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | Nella terza finestra da sinistra del piano nobile è inserito uno stemma con leoni affrontati e albero centrale, identico a quello affrescato sulla volta d'ingresso di Palazzo Rossolillo. In Mazzella 1601, p. 596, uno stemma analogo è raffigurato per la famiglia Lanario. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | La raffinata esecuzione delle finestre di questo palazzo è stata messa in relazione con la presenza di architetti catalani quali Forsimaya, e con i palazzi Petrucci e Marzano a Carinola. Filangieri riporta che Forsymaia e il collega Antonio Grorini si trovano a Sessa per lavoro nel 1473, anche se non è specificato a quali lavori dovessero attendere. | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, 11, 1972, 33-45.
Mazzella 1601: Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, in Napoli, ad istanza di Gio. Battista Cappello, MDCI.
Rosi 1979: Massimo Rosi, Il palazzo Marzano di Carinola, Napoli 1979.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 16:11:28 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 15:00:50 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/169 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Palazzo Di Transo | |
---|---|---|
Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | Palazzo Di Transo | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XVI-XVII secolo. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | famiglia Di Transo. | |
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | Stemma in marmo al di sopra del portale. | |
Elementi antichi di reimpiego | Nel cortile del palazzo sono attualmente esposti un sarcofago e un cippo con volto femminile. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 08/12/2012 12:34:42 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 14:58:33 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/232 |
Oggetto | Sessa Aurunca, palazzo in via Marconi (b) | |
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Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XV-XVI secolo. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Elemento caratterizzante è il portale in pietra, architravato, con cornice rigirata e mensole all'interno. Il portale appare molto simile a quello del vicino palazzo in via Marconi 18, dal quale si differenzia soltanto per l'assenza della modanatura a cordoloni. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995 | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 08/12/2012 12:06:23 | |
Data ultima revisione | 07/07/2016 13:45:36 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/231 |
Oggetto | Sessa Aurunca, palazzo in via Marconi 18 | |
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Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XV-XVI secolo. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Elemento distintivo del palazzo è il portale in pietra con cornice architravata, rigirata sugli stipiti, e mensole all'interno. Il portale è estremamente simile a quello di un palazzo poco distante, dal quale si differenzia soltanto per la presenza della modanatura cordolonata. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Carelli 1972: Ersilia Carelli, “Elementi architettonici durazzeschi e catalani in Sessa Aurunca”, Napoli Nobilissima, XI, 1972, 33-45.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995 | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 05/12/2012 15:45:51 | |
Data ultima revisione | 07/07/2016 13:46:27 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/190 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Palazzo Rossolillo | |
---|---|---|
Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XVI-XVII secolo. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il palazzo si presenta come un blocco compatto, molto sviluppato in altezza (è uno dei palazzi più alti di Corso Lucilio, la via centrale e antico decumano della città). Caratteristico è il portale bugnato in piperno, che presenta un impianto tardocinquecentesco derivato dagli exempla del trattato di Serlio. Le finestre del sottotetto sono incorniciate da un motivo a doppia cornucopia rovesciata, in stucco, che sembra invece derivare da modelli romani seicenteschi, in particolare dalla soluzione borrominiana per l'arco di accesso alle scale di Palazzo Carpegna. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | Sull'intradosso della volta d'ingresso è un grande stemma bipartito: la metà destra sembrerebbe riferirsi alla famiglia Sanfelice, mentre quella sinistra mostra due leoni rampanti con un albero centrale. Non è nota la famiglia cui si riferisce la metà sinistra di questo stemma, che compare anche in una delle finestre di Palazzo de Cordoba. In Mazzella 1601, p. 596, uno stemma analogo è raffigurato per la famiglia Lanario. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Mazzella 1601: Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, in Napoli, ad istanza di Gio. Battista Cappello, MDCI. Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
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Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 05/12/2012 17:02:02 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 14:59:40 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/196 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Porta Cappuccini | |
---|---|---|
Tipologia | Porta urbica | |
Nome attuale | Porta Cappuccini | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Porta del borgo, porta de lo burgo | |
Cronologia | XV: edificata quando Giovanni Antonio Marzano amplia la cinta muraria includendo anche il borgo inferiore della città. 1549: su istanza di Lope de Herrera la porta del borgo di sotto viene "adconziata" con l'apposizione delle armi del duca di Sessa Gonzalo II de Cordoba e dello stesso Lope de Herrera. Le armi sono dipinte da mastro Mactio napoletano (Fuscolillo 2008, pp. 107-108) 1766: la porta viene rifatta dall'architetetto Giuseppe Astarita (Di Marco, Parolino 2000, p. 123). | |
Autore | Giuseppe Astarita | |
Committente | Giovanni Antonio Marzano (costruzione) Lope de Herrera (rifacimenti) | |
Famiglie e persone | Marzano | |
Descrizione | L'arco vero e proprio della porta, poggiante su due colonne in marmo, è inquadrato da una struttura a edicola composta da due paraste doriche sorreggenti un timpano spezzato mistilineo. Al di sopra del fornice è uno stemma in marmo con le vecchie insegne della città (un leone), e immediatamente al di sopra una iscrizione dipinta. | |
Iscrizioni | PORTAM / QVAM RESPICIS / OLIM A MARZIANIS PRINCIPIBVS / IN VRBIS / PRAESIDIVM MATERIATAM / NVNC SECVLJ GENIO / AC CIVIVM FREQVENTIAE IMPAREM / IN HANC ELEGANTIOREM FORMAM / ORDO POPVLVSQVE SVESSANVS / PATEFACIENDAM CVRAVERE. (testo ormai illegibile tramandato da Masi Del Pezzo 1761, p. 273, da cui Villucci 1995, p. 23) | |
Stemmi o emblemi araldici | In chiave d'arco è il vecchio stemma con un leone, vecchio emblema della città di Sessa. | |
Elementi antichi di reimpiego | Potrebbero essere di reimpiego i fusti in marmo delle colonne, apparentemente in proconnesio. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008. Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:56:48 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 15:02:24 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/182 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Porta del Trofeo | |
---|---|---|
Tipologia | Porta urbica (distrutta) | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1558: il governatore spagnolo di Sessa Aurunca, Lope de Herrera, decide di riallestire la vecchia porta del Macello di Sessa Aurunca, collocata presso il Seggio della Polita, sull’area adesso occupata dalla Fontana di Ercole. 1558, 30 aprile: posa della prima pietra. 1558, 15 luglio: la costruzione è completa e viene posto in opera il “trofeo”. 1638: in due nicchie ai lati della porta vengono collocati due cippi con iscrizioni antiche (CIL, X, 4763; CIL, X, 4752) 1825: la porta viene smantellata per fare largo alla fontana d’Ercole, e gli elementi scultorei depositati presso il Municipio di Sessa Aurunca. 1850, post: la lastra marmorea con l’epigrafe composta da Paolo Giovio viene trasferita presso la Cattedrale di Sessa Aurunca. 1872: le sculture già facenti parte del monumento celebrativo per Gonzalo I ai Bagni di Rocca Mondragone e poi rimontate sulla porta del trionfo, vengono trasferite al Museo Campano di Capua. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone |
Giovanni da Nola Paolo Giovio | |
Descrizione | Della porta non esistono immagini anteriori alla sua distruzione, e l’unica descrizione utile è quella relativa al suo smantellamento (cfr. Documenti). Tenuto conto che la dimensione del palmo napoletano corrispondeva a circa cm 26,4, si ricavano le seguenti dimensioni: BASAMENTO: lungo palmi 31 [= cm 818.4], spesso palmi 11 [= cm 290.4] ed alto palmi 21 [= cm 554.4]; VANO PORTA: largo palmi 12 [= cm 316.8], alto palmi 18 [= cm 475.2] e spesso palmi 11 [= cm 818.4]. ORDINE SUPERIORE: lungo palmi 31 [= cm 818.4], alto palmi 39[= cm 1029.6], e spesso palmi 11 [= cm 818.4]; STANZINO 1: palmi 16 [= cm 422.4] per 8 [= cm 211.2], ed alto palmi 8 [= cm 211.2] STANZINO 2: lungo palmi 31 [= cm 818.4], largo palmi 7 [= cm 184.8], ed alto palmi 7 [= cm 184.8]. TROFEO: palmi 9 [= cm 237.6] per 8 [= cm 211.2], posto a un’altezza di palmi 50 [= cm 1320] ISCRIZIONE: palmi 11 [= cm 290.4] per 5 [= cm 132], | |
Iscrizioni | Iscrizione composta da Paolo Giovio per il monumento di Rocca Mondragone: CONSALVVS FERD. LVDOVICI FIL[ius] CORDVBA / SVESSAE PRINCEPS / QVVM SINVESSANAS AQVAS ANTIQVAE CELEBRITATIS / COLLAPSO AEDIFICIO, ET OBLIMATA SCATVRIGINE PEREVNTES / PVBLICAE COMMODITATI RESTITVERET / LOCI GENIO ADMONITVS / QVOD MAGNVS CONSALVVS MATERNVS AVVS / GALLOS AD LYRIM INSIGNI PARTA VICTORIA DEBELLARIT / MARMOREVM TROPHAEUM AVITAE VIRTUTIS MEMORIAE. Nuova iscrizione composta per la porta nel 1558: NE VEROSVI PRINC. MONIMENTVM / PIRATAE DEMOLIRENTVR / HVC TRANSFERRI / CVRARVNT SVESSANI | |
Stemmi o emblemi araldici | Sulla porta erano gli stemmi di Gonzalo I e di Gonzalo II (attualmente al Museo Campano di Capua). | |
Elementi antichi di reimpiego | Cippi antichi con iscrizioni CIL, X, 4763; CIL, X, 4752 attualmente rimontati ai lati della Fontana d’Ercole. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | La descrizione del 1825 fornisce indicazioni precise sul fatto che il trofeo, l’iscrizione e tre imprese (probabilmente i due stemmi e il grande scudo) si trovavano nella parte alta della porta. Fuscolillo precisa che la nuova iscrizione era sulla chiave dell’arco, quindi immediatamente al di sopra della porta. Sappiamo inoltre che facevano parte della struttura altre cornici e pilastri, probabilmente paraste che articolavano l’alta parete soprastante la porta vera e propria, i cui stipiti erano bugnati. La descrizione sembra indicare che si trattava di una porta rettangolare, dunque architravata: tenuto conto che le dimensioni del vano della porta si attestano su una misura simile a quella del fregio dorico, è possibile ipotizzare che l’apertura fosse sormontata dal fregio, e probabilmente incorniciata da paraste doriche dal fusto bugnato. | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | Verbale dello smantellamento della porta nel 1825 (da Parolino 1992, pp. 27-28): “Siegue la demolizione della fabbrica della Porta antica detta del Trofeo, che attacca con le due case del sig.r Irace e di Carmine Limoncello in visuale della strada della Piazza per far trionfare la detta fontana, e per maggio comodo del pubblico. La prima partita nel basamento tutta di un mass, lunga palmi 31, grossa palmi 11 ed alta palmi 21; da dedursene il vano della porta di larghezza palmi 12, alto palmi 18 e grosso palmi 11. Tutto il descritto masso era da fabbrica durissima a pezzi di piperno grossi. Attorno al descritto vano di porta ad ambe le facce vi erano le mostre di grossi pezzi di travertino bugnate. La seconda partita di simile fabbrica superiore alla descritta è lunga palmi 31, alta palmi 39, e grossa palmi 11; da dedursene due vani di stanzini, uno di palmi 16 per 8, ed alto palmi 8, e l’altro lungo palmi 31, largo palmi 7, ed alto palmi 7. si è inoltre levato, e calato a terra con armaggio di legni, e corde in altezza di palmi 50, un trofeo di marmo di palmi 9 per 8, una iscrizione anche di marmo di palmi 11 per 5, tre imprese, ed altri ornati di cornici, e pilastri, che tutti si son portati nella Casa Comunale in distanza di circa palmi 200.” | |
Bibliografia | Agosti, Amirante, Naldi 2001: Barbara Agosti, Francesca Amirante, Riccardo Naldi, “Su Paolo Giovio, don Gonzalo II de Cordoba duca di Sessa, Giovanni da Nola (tra lettere, epigrafia, scultura)”, Prospettiva, nn. 103-104, luglio-ottobre 2001, 47-76.
Amirante, Naldi 2007: Francesca Amirante, Riccardo Naldi, “Con Paolo Giovio al servizio di don Gonzalo II de Cordoba, duca di Sessa”, in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria: sculture 'ritrovate' tra Napoli e Terra di Lavoro, 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 61-94.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie storico-critiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008. Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.
Nicolini 1933-34: Fausto Nicolini, "Su Don Gonzalo Fernandez de Cordoba terzo duca di Sessa e Andria", Iapigia, IV, 1933, n. XI, pp. 237-280; anno V, 1934, XII, pp. 60-102. Parolino 1992: Giuseppe Parolino, “Della porta del Trofeo a Sessa detta in antico Porta del Macello”, Civiltà Aurunca, VIII, 1992, nn. 21-22, 9-29.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 25/08/2012 15:40:37 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 15:03:23 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/112 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Porta San Domenico | |
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Tipologia | Porta urbica | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1555: lavori alla porta commissionati dal governatore Lope de Herrera (Fuscolillo 2008, p. 138). | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | famiglia Spinelli. De Masi Del Pezzo 1761, p. 314 cita l'antica esistenza di un Seggio degli Spinelli presso la porta. Lope de Herrera commissiona lavori di rifacimento nel 1555. | |
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | La porta è riconoscibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703. | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761. Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 06/03/2013 10:45:19 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:47:56 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/329 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Benedetto | |
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Tipologia | chiesa (esistente) con annesso convento (trasformato) | |
Nome attuale | San Benedetto | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 996: edificazione della chiesa. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Preceduta da un piccolo portico voltato a botte, l'interno si sviluppa in una navata unica di piccole dimensioni, cui fa seguito un presbiterio voltato. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | All'esterno, sulla fiancata destra, è murato un frammento di lastra con capitello capovolto. Villucci (1995, p. 83) scrive che un seconda lastra, analoga alla prima, è reimpiegata come gradino. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Pianta in Villucci 1995. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 05/12/2012 16:42:39 | |
Data ultima revisione | 06/03/2013 15:48:34 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/192 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Domenico | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa (diruta) e complesso monastico (esistente) | |
Nome attuale | San Domenico | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | San Domenico | |
Cronologia | 1425: edificazione della chiesa e del convento sul sito donato da Giovanni Antonio Marzano come compensazione per l'abbattimento della precedente chiesa domenicana di San Pietro a Castello, abbattuta per l'ampliamento del castello. 1478: il nuovo complesso risulta ancora in costruzione e i frati presentano istanza contro mastro Francisco di Filippo de Roccamonfina e il suo garante Giovanni de Conquestis per la mancata esecuzione di “certe membre de frabicha”.(Napoli, Archivio di Stato, Sommaria, Part. 12, f. 251v; cfr. Marco, Parolino 2000, p. 23). 1541: si mette in scena un teatro sacro rappresentante la creazione di Adamo ed Eva (Fuscolillo 2008, p. 79) 1549: l'Universitas e il governatore Lope de Herrera stabiliscono una donazione di 200 ducati annui per la durata di 5 anni, da destinarsi alla riparazione della chiesa di San Domenico (Fuscolillo 2008, 107). 1551: muore donna Maria, moglie di Berardino de Cordoba, e il corpo viene portato nella chiesa di San Domenico (Fuscolillo 2008, p. 117). 1564: si mette in scena un teatro sacro rappresentante la storia di Tobia (Fuscolillo 2008, p. 82) 1564: si pone in opera il nuovo organo e si fanno le "prospere seu dechoro" dietro l'altare maggiore della chiesa (Fuscolillo 2008, p. 82). 1570: viene costruito l’arco di ingresso alla cappella di Scipione Piscitello, intitolata a san Tommaso d’Aquino, commissionato al maestro Conforto d’Ambrosio da Santoseverino, residente in Sessa (Caserta, Archivio di Stato, Notarile, notaio Alfonso Sabucco, vol. 371, f. 220; cfr. Di Marco, Parolino 2000, p. 33-34). 1576: il pittore Pirro Caruso, sessano, promette ad Angelo de Paolo, di Napoli, di fare per lui una cona nella cappella di Santa Maria delle Grazie in San Domenico a Sessa (Filangieri 1883-1891, V, p. 102). 1624: il pittore capuano Sebastiano Populis dipinge una pala raffigurante Santa Margherita per la chiesa di San Domenico a Sessa (Catalani 1842, p. 33; Filangieri 1883-1891, VI, p. 309). 1724: si rifà il pavimento in riggiole della cappella del rosario (realizzato da Matteo Giustiniano) e l’altare maggiore in marmi policromi (Giuseppe Bastelli). 1935: le murature pericolanti della chiesa vengono abbattute. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Attualmente la chiesa è completamente diruta, mentre rimane il chiostro principale, con archi acuti su pilastri in pietra, e parte del campanile. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Alla base del vecchio campanile è inserito un cippo con iscrizione CIL, X, 4753. | |
Opere d'arte medievali e moderne | Lungo le pareti perimetrali del chiostro sono lacerti di affreschi raffiguranti episodi della vita di san Domenico, di santi, vescovi e cardinali. In San Domenico aveva una cappella la famiglia Nifo, ed è qui che nel 1529 viene sepolto Domizio, figlio di Agostino, e qui viene composto nel 1538 “in una cassa di legno ben lavorata con de’ vetri davanti” il cadavere imbalsamato del filosofo, posto “sul limitare della porta della sagrestia “, accompagnato da un epitaffio funebre e da un ritratto (Mattei 1844-1845). Solo nella seconda metà del XIX secolo la salma di Agostino Nifo viene traslata in Sant’Agostino, dove si trova tuttora in un monumento moderno (Di Marco, Parolino 2000, pp. 32-33). Sempre in San Domenico era la cappella della famiglia Bruno, dove erano sepolti il vescovo di Isernia Massimo Bruno, morto nel 1522, la madre Livia e il fratello Giacomo vescovo di Dragonara. Fra gli altri anche Giovanni Bruno (De Masi Del Pezzo 1761, p. 251; Di Marco, Parolino 2000, p. 33). Vi fu sepolto anche l'olivetano e umanista Costanzo Sebastiano, il cui corpo venne in seguito traslato in Sant'Agostino. | |
Storia e trasformazioni | Il luogo viene concesso ai domenicani da Giovanni Antonio Marzano, il quale per fortificare il castello aveva abbattuto il convento di San Pietro a Castello. Trasformazioni sono attestate a metà Cinquecento, mentre certamente nuove opere risalgono al XVIII secolo, quando la chiesa viene ricostruita. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | Il complesso è visibile nella pala di San Leone Magno che protegge Sessa, e la cupola della chiesa è riconoscibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703. | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Catalani 1842: Luigi Catalani, Discorso sui monumenti patrii, Napoli 1842.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, 284-285.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.
Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995, 57.
Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura , Marina di Minturno (Lt) 2000, 9-76.
Filangieri 1883-1891: Gaetano Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle province napoletane, 6 voll., Napoli 1883-1891.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.
Mattei 1844-1845: Pasquale Mattei, “Agostino Nifo de’ Medici”, Poliorama Pittoresco, 1844-1845, 403-405, 413.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 16:19:43 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:57:59 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/170 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Francesco | |
---|---|---|
Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (esistenti) | |
Nome attuale | San Francesco | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi |
Immacolata, San Francesco | |
Cronologia |
1433: fondazione del convento (Gonzaga 1587, p. 526; Sacco 1640, p. 63). 1550: le salme del duca Luis Fernández de Córdoba e della moglie Elvira Cordoba y Figueroa, fino a quel momento in deposito presso la chiesa di San Francesco, vengono traslate in Spagna per volontà del figlio, il nuovo duca di Sessa Gonzalo II (Fuscolillo 2008, p. 116). | |
Autore | ||
Committente |
Giovanni Antonio Marzano: all'interno era il monumento funebre (Sacco 1640, p. 63). | |
Famiglie e persone |
| |
Descrizione | Chiesa a navata unica, con grande cappella cupolata aperta sul fianco sinistro e dedicata all'Immacolata. Il convento si sviluppa alla destra della chiesa. | |
Iscrizioni |
Sulla lapide funeraria di Giovanni Antonio Marzano: IO ANTONIVS MARZANO / DVX SVESSAE / COMES ALIFIAE REGNIQVE SICILIAE / ADMIRATVS / HIC SITVS EST ANN. D. MCCCCLIII. | |
Stemmi o emblemi araldici |
Stemmi Marzano ai lati del portale. | |
Elementi antichi di reimpiego |
Il convento è fondato sui resti di edifici di età romana, forse una fornace. | |
Opere d'arte medievali e moderne |
Nella chiesa di San Francesco era il monumento funebre di Giovanni Antonio Marzano, ora trasferito al Museo Diocesano Lastra tombale di Galeazzo Guindazzo (m. 1522, ora nel Museo Diocesano) Nella lunetta sopra il portale era ospitato un gruppo scultoreo raffigurante l'Immacolata fra i santi Francesco e Chiara: descritto come ancora in situ da Villucci (1995, pp. 106-107), il gruppo è stato successivamente rimosso. Nel chiostro sono lacerti di affreschi raffiguranti episodi della vita di san Francesco (Sacco 1640, p. 63; Villucci 1995, p. 107). | |
Storia e trasformazioni | ||
Note |
Il fatto che le salme del duca Luis Fernández de Córdoba e della duchessa Elvira de Cordoba y Figueroa fossero depositate in San Francesco, lascia supporre che fosse destinato a questa chiesa il progetto di monumento funebre commissionato intorno al 1524 a Giulio Romano. | |
Fonti iconografiche |
Pala di San Leone Magno che protegge Sessa | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, 275.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907. Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995, 57.
Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000, 230-235. Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008, 116. Gonzaga 1587: Francesco Gonzaga, De Origini Seraphicae Religionis Francescanae, Romae 1587, 526-527. Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 106-107. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 16:29:53 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:48:11 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/171 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Germano | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | San Germano | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1200: fondazione 1308-10: il monastero è ricordato nelle decime | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Villucci 1995 p. 87 cita materiali di spoglio (due colonne in calcare, un frammento di pilastro e un capitello corinzio di età antonina) negli ambienti voltati a crociera che sostengono il coro delle monache. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | di fondazione medievale, il complesso è stato più volte rimaneggiato. Destinato a monastero femminile dell'ordine benedettino, dopo il 1861 è stato convertito in sede del Seminario diocesano. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | La chiesa è riconoscibile nella veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata con la lettera "C". | |
Piante e rilievi | Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 88 | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:23:36 | |
Data ultima revisione | 06/03/2013 11:02:14 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/175 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Giacomo | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa e ospedale | |
Nome attuale | San Giacomo | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1497: fondazione. XVIII secolo: la chiesa viene ricostruita. | |
Autore | ||
Committente | Famiglie Di Transo e Di Paolo | |
Famiglie e persone | L'ospedale era patrocinato dalle famiglie: Di Transo, Di Paolo, De Martini, De Nolis, Pari, Delle Ceste, Coscia. | |
Descrizione | Il complesso dell'ospedale si presenta come una fabbrica quattro-cinquecentesca, mentre la chiesa, ricostruita nel XVIII secolo a croce greca cupolata, è attualmente impraticabile. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Affresco nella lunetta già sopra un portale dell'edificio annesso. | |
Storia e trasformazioni | Ospizio dei pellegrini diretti da Napoli a Roma, dedicato a San Giacomo Apostolo. Nell’ospizio venivano ricoverati i pellegini, che ricevevano vitto e alloggio per tre giorni. L’ospizio nell’800 (in data imprecisata) viene trasformato in abitazione privata, mentre si conserva la chiesa. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | La chiesa è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata dalla lettera "G". | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | De Masi Del Pezzo 1761, p. 282: “Nel borgo inferiore vi è poi la Chiesa sotto il titolo di S. Giacomo, che mantiene lo Spedale per li Pellegrini, ed è governata privatamente dalle nobili famiglie di Transo e di Paolo, per essere loro jus patronato. Essa fu già fondata nel secolo XV dalla stessa famiglia di Paolo insieme con quelle de Martini, de Nolis, Pari e delle Ceste, e dalle medesime veniva amministrata, come si rileva da un istrumento de’ 19 agosto 1497, per gli atti di notar Tommaso Floradaso. Ma, essendo mancata la famiglia de Martini nella Transo e nella Coscia, subentrarono queste in luogo di quella nell’amministrazione di detta Chiesa, governandola egualmente colle altre anzidette famiglie, secondo apparisce da due altri istrumenti, l’uno rogato per Notar Giovanni Sabucco nel dì 19 aprile 1561, e l’altro per notar Cesare Cauto à 15 agosto 1565. Ora però viene governata, come dicemmo, soltanto da ambedue esse famiglie di Transo e di Paolo, per essere tutte le altre soprannominate di già estinte”. | |
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907, II, 190-191.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 106. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:35:40 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:00:32 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/179 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Giovanni a Piazza | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | San Giovanni a Piazza | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XIII secolo: edificazione. 1518: viene posto in opera sulla facciata un nuovo orologio pubblico (Fuscolillo 2008, p. 41). XVIII secolo: rifacimento facciata e decorazione dell'interno. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La chiesa prospetta sul tratto di Corso Lucilio in cui l'antico decumano della città si allarga a formare una piazza. La facciata settecentesca è inquadrata da due campanili: su quello di sinistra è un orologio, in quello di destra invece è occupato dal busto e dalla lapide commemorativa fatti realizzare dall'Universitas in onore di Marco Romano. Sul fianco sinistro è la cornice di portale archiacuto risalente probabilmente all'età angioina. L'interno è ad aula unica, con trasetto non sporgente. | |
Iscrizioni | In facciata lapide commemorativa di Marco Romano. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | In facciata busto di Marco Romano. | |
Storia e trasformazioni | La presenza di un portale archiacuto sul fianco laterale consente di determinare che l'edificio esisteva già in età medievale. Dalle fonti emerge che la cheisa aveva una valenza civica (cosa che spiega perché il busto di Marco Romano sia stato collocato qui). Sono documentate almeno due assemblee dell'Universitas tenute al suo interno: nel 1447 si decide di donare l'acqua della città per le necessità del duca; nel 1556, invece, si procede all'elezione dei sei deputati del Consiglio al governo della città. La facies attuale della chiesa è settecentesca. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.
Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Bibliografia | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 01/06/2012 10:32:36 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:03:44 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/89 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Giovanni a Villa | |
---|---|---|
Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (esistenti) | |
Nome attuale | San Giovanni Battista | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | San Giovanni Battista, San Giovanni a Villa | |
Cronologia |
1032: risalirebbe a questa data la prima fondazione benedettina intitolata a San Giovanni Battista. 1246: il complesso passa ai francescani che lo riedificano. 1456: riparazioni dovute ai danni causati dal terremoto. XVI-XVII: la chiesa viene profondamente ristrutturata. 1715: data apposta sulla balaustra marmorea del presbiterio. 1777-1779: rifacimento cupola. 1791: il marmoraro Gaspare Lamberti dà i disegni per il nuovo altare maggiore. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone |
Bonomolo di Transo (era sepolto ai piedi dell'altare della sua cappella, posta a sinistra entrando in chiesa; cfr. Di Marco, Parolino 2000, pp. 205-206). Giovan Bernardino di Transo (sepolto nella stessa cappella; cfr. Di Marco, Parolino 200, p. 205). | |
Descrizione |
Il complesso è formato dalla chiesa e dal convento, al quale si accede dal portale inserito nel livello inferiore del campanile. La chiesa ha un interno ad aula unica coperta da volta a botte lunettata, con cappelle laterali, transetto non agettante e cupola all'incrocio fra navata e transetto. All'interno del convento è un chiostro con porticato coperto da volte in parte ogivali, in parte a tutto sesto. Un tempo il chiostro era affrescato con episodi della vita di sant'Antonio da Padova (Sacco 1640, p. 63). | |
Iscrizioni |
Sul monumento funebre di Bonomolo di Transo era la scritta: MAG. MILITIS BONOMOLI DE TRANSO / CAIANELLI DOMINI, AC SERENISSIMAE, / IOHANNAE SECVNDAE REGINAE, / COLLATERALIS CONSILIARII P. / SE, SVISQ; P. A. MCCCCXXIV / DIE XXII.MAI (da Sacco 1640, p. 79) | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego |
L'edificio del convento si svilulppa al di sopra del criptoportico romano, la cui esistenza era nota almeno a metà Seicento (Sacco 1640, p. 37). Colonne e capitelli di spoglio sono incastonati nel muro tra la chiesa e il chiostro. | |
Opere d'arte medievali e moderne |
Crocifisso ligneo del XV secolo Lucio Sacco descrive nella chiesa anche la tomba di Bonomolo di Transo | |
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi |
Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 26. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:43:19 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:05:10 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/180 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Matteo | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | Santa Maria Addolorata | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | San Matteo, Santa Maria del Rifugio, Santa Maria Addolorata | |
Cronologia | XII: epoca di probabile edificazione e di realizzazione dell'affresco con l'Adorazione dei Magi. 1258: prima attestazione documentaria. 1760: la chiesa, fino a quel momento appartenente al Capitolo della cattedrale di Sessa, viene ceduta alla Congregazione di Santa Maria del Rifugio (o dei Carcerati). Probabilmente poco dopo viene intrapresa la ristrutturazione totale che ha conferito all'edificio l'aspetto attuale. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Davanti alla chiesa è murata l'iscrizione CIL, X, 4756. Sulla fiancata destra dell'edificio è murato un frammento di trabeazione dorica. | |
Opere d'arte medievali e moderne | All'interno è un lacerto di affresco raffigurante l'Adorazione dei Magi (XII sec.). Scultura lignea raffigurante la Pietà (XVIII secolo). | |
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Pianta in Villucci 1995, p. 75. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Abita 1979: Salvatore Abita, "Di un affresco campano-bizantino in S. Maria del Rifugio a Sessa Aurunca", Studia Suessana, 1, 1979, 7-9.
Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, Napoli 1906-1907, II, 196-197.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470. Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 16:51:02 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:00:56 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/174 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Pietro a Castello | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa (scomparsa) | |
Nome attuale | ||
Immagine | ||
Nomi antichi | San Pietro a Castello, San Domenico | |
Cronologia | 1289: donazione di un terreno nei pressi del castello per la costruzione del monastero (Di Marco 1995, p. 42). 1299: Carlo II d'Angiò si preoccupa della edificazione della chiesa "quas de novo in predicta terra Sesse construi faciunt" (Schulz 1860, II, 150). 1425, ante: la chiesa viene abbattuta da Giovanni Antonio Marzano per rinforzare le difese del castello. 1425: Giovanni Antonio Marzano concede ai domenicani un altro terreno per l'edificazione di una nuova chiesa di San Domenico. | |
Autore | ||
Committente | Carlo II d'Angiò re di Napoli | |
Famiglie e persone | Carlo II d'Angiò re di Napoli | |
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | La chiesa, edificata nel 1299, viene abbattuta poco più di un secolo dopo per fare spazio alle nuove opere difensive del castello. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | Archivio di Stato di Napoli, Notamenta mss. di Carlo de Lellis, III, parte I, f. 917: donazione del terreno per la costruzione del monastero nel 1289 (cit. da Di Marco 1995, p. 42, nota 58). Registri angioni, Carlo II, 1299.30.C, fol. 87 (Schulz 1860, II, p. 150), trasunti in Archivio di Stato di Napoli, Manoscritti Sicola, III, f. 157 (cit. da Di Marco 1995, p. 42, nota 58): nel 1299-1300 il moNastero risulta già costruito e riceve una donazione da parte del sovrano Carlo II. Archivio di Stato di Napoli, Notamenta mss. di Carlo de Lellis, III, parte I, f. 5: nel 1310 "fratri Andree de Suessa, priori dicti loci Sancti Dominicipro certis necessariis per eum factis uncias duo" (Cit. daDi Marco 1995, p. 42, nota 58).
| |
Bibliografia | Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 05/12/2012 13:54:49 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:07:08 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/186 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Sant'Agostino | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | Sant'Agostino | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi |
Sant'Agostino, Santissima Trinità | |
Cronologia |
1363: il convento è edificato da Roberto Marzano, conte di Squillace e Grande Ammiraglio di Sicilia (Sacco 1640, p. 62; Schulz 1860, II, p. 150). 1363: si fonda il primo ospedale dell’Annunziata con il titolo di Santissima trinità. Si stabilisce che la chiesa erigenda fosse soggetta all’ospedale (pubblico) 1418: Giovanni Antonio Marzano dona il complesso agli agostiniani. La città decide di costruire una nuova annunziata sul luogo ove si trova oggi. 1471: il convento agostiniano di Sessa viene unito alla congregazione di San Giovanni a Carbonara. 1491: il pittore Moysis de Costanzo roga una convenzione con il collega Riccardo de Quartararo, palermitano, per la realizzazione di quattro cone, fra cui una per la chiesa della Trinità di Sessa (Filangieri 1883-1891, VI, p. 198-199, 326). 1746: Il riggiolaro Donato Chianese realizza il pavimento maiolicato della chiesa su disegno dell’architetto Giuseppe Astarita. 1787-92: ampliamento convento, a opera di Francesco Gasperi 1787-92: ampliamento convento, a opera di Francesco Gasperi. | |
Autore | ||
Committente |
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Famiglie e persone |
Roberto Marzano Margherita Marzano Antonello della Ratta Giovanni Bruno: secondo Sacco (1640, p. 62) Bruno avrebbe letto "per molti anni" nello Studium del convento agostiniano | |
Descrizione |
L'interno della chiesa è ad aula unica con soffitto ligneo dorato, affiancata da tre cappelle per lato e conclusa da un presbiterio cupolato. La facciata è liscia, con l'unico elemento di rilievo costituito dal portale con cornice in stucco. | |
Iscrizioni |
iscrizione sulla tomba di Agostino Nifo. | |
Stemmi o emblemi araldici |
Nel chiostro si trovano tre portali architravati in pietra con lo stemma dei Marzano. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne |
All'interno della chiesa è la lastra tombale di Antonello della Ratta e Margherita Marzano (XV secolo). Al centro del soffitto è un dipinto raffigurante la Trinità e Sant'Agostino, attribuito a Ferdinando Sanfelice. Nella prima cappella di destra è la tomba moderna di Agostino Nifo, eretta in sostituzione di una sepoltura qui trasferita da San Domenico. Anologamente, fu qui trasferita, dalla chiesa di S. Domenico, anche il corpo dell'umanista olivetano Costanzo Sebastiano. | |
Storia e trasformazioni |
La chiesa, di fondazione medievale, si presenta adesso nella facies settecentesca. Il pronao di ingresso è stato abbattuto nel 1933. | |
Note | ||
Fonti iconografiche |
La chiesa è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata dalla lettera "E". | |
Piante e rilievi |
Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 97. Pianta del complesso in Di Marco, Parolino 2000. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761. Diamare 1906-1907: Giovanni Maria Diamare, Memorie critico-storiche della Chiesa di Sessa Aurunca, 2 voll., Napoli 1906-1907.
Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995.
Di Marco, Parolino 2000: Giampiero Di Marco, Giuseppe Parolino, Frati e Fabbriche. I conventi maschili di Sessa Aurunca: storia e architettura, Marina di Minturno (Lt) 2000.
Filangieri 1883-1891: Gaetano Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle province napoletane, 6 voll., Napoli 1883-1891. Pezone 2008: Maria Gabriella Pezone, “Sulle orme di Luigi Vanvitelli. Architettura e ingegneria idraulica in Terra di Lavoro”, in Atti del 2° convegno internazionale di Storia dell’Ingegneria (Napoli 7-8-9- aprile 2008), a cura di S. D’Agostino, 2 voll., Napoli 2008, II, 1081-1093. Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 145-149.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:26:28 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:09:16 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/176 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Sant'Anna | |
---|---|---|
Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (esistenti) | |
Nome attuale | Sant'Anna | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1400: Giovanni Antonio Marzano fonda il monastero. 1471: lavori di ampliamento per Breve di papa Sisto IV (Sacco 1640, p. 67). 1500: il suessano Antonio Valls commissiona una cappella e una grande pala d'altare (Salazaro 1873) | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | ||
Iscrizioni | "Venerandam ab ultimis fundamentis tribunis et conam in suum suorumque perpetuum locum et dotatam cappellam sub venerabile titulo Sanctae Crucis Santeque Anna propiis suis impensio fieri fecit magnificus Antonius Valls de Suessa ydibus Marcii 1500" (da Salazaro 1873, p. 39). | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Sacco (1640, p. 67) descrive la chiesa "tutta lavorata di stucco posto in oro, e piena di buone pitture à fresco". Attualmente in chiesa è presente una cantoria lignea dorata rinascimentale e in sagrestia un'affresco del XV secolo con la Vergine e il Bambino (Villucci 1995, p. 35) La pala commissionata da Antonio Valls è attualmente esposta al Museo Campano di Capua. | |
Storia e trasformazioni | Il convento viene edificato da Giovanni Antonio Marzano per le clarisse della regola di Sant'Elisabetta vedova. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, 287.
Di Marco 1995: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio: Tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (Lt), 1995, 57. Romano 1998: Anna Maria Romano, “L'attribuzione del soffitto della chiesa di S. Anna in Sessa Aurunca a Michele e Francesco Curia”, Civiltà Aurunca, 14, 1998, 23-27. Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, 67. Salazaro 1873: Demetrio Salazaro, (relazione) in Atti della Commissione Conservatrice dei Monumenti di Terra di Lavoro, IV, 1873, 39-55. Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995.
Villucci 1999: Antonio Marcello Villucci, “La chiesa conventuale di Sant'Anna in Sessa Aurunca e il suo soffitto ligneo”, Civiltà Aurunca, 14, 1998, 15-21. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:32:40 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:11:58 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/178 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Santa Maria del Piano | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa (diruta) | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia |
1250: fondazione della chiesa da parte di re Manfredi. 1262: costruzione cappella d'Atti. 1512: restauro cappella d'Atti. | |
Autore | ||
Committente |
Manfredi re di Sicilia | |
Famiglie e persone |
Manfredi re di Sicilia famiglia d'Atti | |
Descrizione |
L'edificio è attualmente in rovina, e conserva solo parte dei muri perimetrali e della torre campanaria. Giustiniani (1805, p. 34) la dice divisa in "tre navi con delle colonne". A metà XIX secolo Schulz (1860, p. 151) vedeva ancora le strutture interne e descrive la chiesa come a tre navate, suddivise da arcate poggianti su 16 colonne in marmo dai capitelli corinzii di reimpiego. Nel disegno di Prosper Barbot (1820-1822) sono ancora visibili i resti del portico con i tre portali e, attraverso il portale centrale, l'abside. | |
Iscrizioni |
All'interno era iscrizione riportata da Sacco 1640 e da Schulz 1860: THOMAS DATTVS NOBILIS MILES SVESSANVS ET DELICIA GATTOLA CONSORTES SACELLVM HOC DEO OPT. MAX. DICARVNT REGNANTE MANFREDO REGE AN. SAL. MCCLXII. VETVSTATE COLLAPSVM F. JOAN. DATTVS SVESSANVS MILES HIEROSOLYMITANVS RESTAVRAVIT AN. MCCCCCXII NONIS IVNII. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego |
Erano di reimpiego le sedici colonne interne e i capitelli corinzi soprastanti (alcune sono state reimpiegate nella cantoria ottocentesca della cattedrale). Attualmente sono ancora visibili due frammenti antichi in calcare inseriti negli spigoli del campanile: un blocco di calcare con cornice modanata e un altro blocco di calcare con incassi quadrati. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni |
Due colonne della chiesa sono state trasferite nel XIX secolo nella cattedrale di Sessa e poste a sostegno del coro ligneo in controfacciata. | |
Note | ||
Fonti iconografiche |
La chiesa è riprodotta in un disegno di Prosper Barbot (1820-1822). | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia |
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860.
Giustiniani 1805: Lorenzo Giustiniani, "Sessa", in Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, 10 voll., Napoli 1797-1805, IX, Napoli 1805, 25-35. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 05/12/2012 13:22:41 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:19:51 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/185 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Santa Maria Regina Coeli | |
---|---|---|
Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (esistenti) | |
Nome attuale | Cappuccini | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Santa Maria Regina Coeli, chiesa dei Cappuccini | |
Cronologia | 1539: costruzione della chiesa e del convento. 1933: il convento è abbattuto. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La chiesa è preceduta da un portico, oltrepassato il quale si entra nell'unica navata voltata a botte, e affiancata da tre cappelle per lato. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | La chiesa è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata con la lettera "H". | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | S. Lombardi, Planimetria della chiesa, del convento e dei terreni (1867); riprodotta in Di Marco 1995, p. 122. | |
Bibliografia |
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 23. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 04/12/2012 21:22:45 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:21:49 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/183 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Santo Stefano | |
---|---|---|
Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (esistenti) | |
Nome attuale | Santo Stefano | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1233: fondazione del convento delle clarisse (Villucci 1995, p. 101). 1240: costruzione del monastero (Sacco 1640, p. 66). 1447: il monastero viene sottoposto alla giurisdizione del vescovo di Sessa. XVII secolo: costruzione dell'avancorpo del chiostro (Villucci 1995, p. 101) e di una nuova chiesa (Sacco 1640, p. 66: "novellamente refabricata"). XVIII secolo: ricostruzione della chiesa. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il complesso è composto da un chiostro medievale circondato da un porticato ad archi acuti su pilastri quadrati e da una chiesa settecentesca. La chiesa, preceduta da un atrio in cui trova posto la scalinata che supera il dislivello fra la strada, più bassa, e l'aula più alta, ha un impianto a croce greca allungata, con volta a crociera al centro e cupola sul presbiterio. Le cappelle laterali, una per lato, sono inquadrate da due coppie di colonne libere. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Altare maggiore in marmi policromi del 1726. Pavimento maiolicato del XVIII secolo. La chiesa seicentesca, secondo Sacco (1640, p. 66), era "ornata di stucco, e d'oro, con belle pitture à fresco". | |
Storia e trasformazioni | Il complesso conserva il chiostro di origine medievale, mentre la chiesa è stata ricostruita nel XVIII secolo. | |
Note | La pianta della chiesa, con scalinata racchiusa in un vestibolo chiuso, aula dilatata trasversalmente in due cappelle inquadrate da colonne libere e presbiterio cupolato, appare molto simile al Rosariello alle Pigne a Napoli, costruita da Arcangelo Guglielmelli nel 1692. | |
Fonti iconografiche | La chiesa è riconoscibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Paccichelli nel 1703. | |
Piante e rilievi | Pianta della chiesa in Villucci 1995, p. 102. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia |
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 16:41:15 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 14:22:44 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/172 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Seggio di San Matteo | |
---|---|---|
Tipologia | edificio pubblico: sedile | |
Nome attuale | Seggio di San Matteo | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Seggio de’ Toraldi | |
Cronologia | costruzione fine XIV-inizio XV secolo XIX sec.: rifacimento in forme neogotiche | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione |
Edificio a pianta quadrangolare coperto da volta a crociera costolonata. Originariamente aperto verso l’esterno da un’arcata ogivale, poi tamponata nel XIX. Sul retro cornice di finestra “catalana”. | |
Iscrizioni |
In prossimità del seggio sono due iscrizioni moderne entro basamenti, commissionate e forse composte da Agostino Nifo in occasione del passaggio per Sessa di Carlo V. | |
Stemmi o emblemi araldici |
Stemmi ed emblemi della città sono scolpiti, alternati a panoplie d'armi, nei dodici pannelli lapidei un tempo affissi sui pilastrini della doppia balaustrata e oggi murati in facciata. | |
Elementi antichi di reimpiego |
Nella struttura del Seggio sono reimpiegate 4 colonne antiche con capitelli ionici probabilmente non antichi, e diverse iscrizioni antiche: CIL, X, 4767; CIL, X, 4744; CIL, X, 4748 ; CIL, X, 4756. All'esterno sono reimpiegate due colonne in granito grigio. Granito grigio della Troade era utilizzato a Sessa Aurunca nel secondo ordine del teatro. | |
Opere d'arte medievali e moderne |
Fino almeno al 1817, sul lato sinistro dell'arco di ingresso si trovava la medievale statua del barone di Carinola Giacomo del Gaudio, fatta trasferire qui nel 1549 dal picoclo villaggio di Valogno per ordine del governatore Lope de Herrera. | |
Storia e trasformazioni |
Non è noto quando il seggio sia stato costruito. La datazione si basa sulla lettura stilistica dell’architettura. A un restauro XVI secolo risalgono i 12 pannelli in pietra, quattro con il leone simbolo di Sessa e otto con panoplie: originariamente i pannelli componevano una transenna che chiudeva l’arcata verso la piazza. | |
Note | ||
Fonti iconografiche |
Chenavard nel 1817 pubblica una incisione in cui si vede il Seggio prima della ristrutturazione neogotica 800esca. L’incisione è riprodotta in Villucci 1995, p. 17. Il disegno originale di Chenavard è nel quarto tomo dei suoi volumi di disegni del viaggio in Italia, attualmente in INHA a Parigi | |
Piante e rilievi |
Pianta e sezione trasversale in Alisio 1971. | |
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia |
Alisio 1971: Giancarlo Alisio, "Il sedile di S. Matteo a Sessa Aurunca", in Scritti in onore di Roberto Pane, Napoli 1971, 261-273.
Borrelli 1917: Nicola Borrelli, La nobiltà Sessana e le aggregazioni al Seggio di San Matteo, Maddaloni 1917.
Broccoli 1889-1894: Angelo Broccoli, “Il codice municipale sessano. Copia di tutti li capituli e gratie concesse alla città di Sessa per la felice memoria della Maestà di Re Ferrante, et anco dalli Ill.mi et Ecc.mi Duchi di detta città”, Archivio Storico Campano, vol. I, 1889, fasc. 1, pp. 243-260; 1889-1890, fasc. 2-3, pp. 251-280; 1891, pp. 193-202; vol. II, parte I, fasc. 1-2, 1893, pp. 221-240; vol. II, parte II, fasc. 3, 1893-1894, pp. 595-608.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014, 188-189.
Martone 2005: Maria Martone, "I sedili a Napoli e fuori la città", in Verso un repertorio dell’architettura catalana. Architettura catalana in Campania, province di Benevento, Caserta, Napoli, a cura di Cesare Cundari, Roma 2005, 109-122.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Tommasino 1997: Attilia Tommasino, Sessa Aurunca nel periodo aragonese, Ferrara 1997.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995, 17, 77-78. | |
Link esterni |
Disegno di Chenavard online nel sito dell'INHA all'URL: | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 30/05/2012 06:42:55 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:11:08 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/9 |
Oggetto | Sessa Aurunca, torre di San Biagio | |
---|---|---|
Tipologia | torre (esistente) | |
Nome attuale | torre di San Biagio | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Torre San Biagio, torre San Biase, torre Santa Caterina | |
Cronologia | 1276: Carlo d'Angiò costruisce un piccolo castello nel borgo superiore della città di Sessa (Sacco 1640, 93). 1308: nelle decime viene citata la chiesa di San Biagio. 1453-1463: il duca di Sessa Marino Marzano istalla presso il castello una zecca per il conio delle monete (Sacco 1640, 27) 1507: Gonzalo I de Cordoba dona la torre superstite a Giovanni Bruno, medico e astrologo. 1523: la donazione viene confermata (Sacco 1640, 93). | |
Autore | ||
Committente | Carlo I d'Angiò | |
Famiglie e persone | Carlo I d'Angiò | |
Descrizione | La torre, a base quadrata, è interamente in pietra: in blocchi sqauadrati di tufo agli angoli e in pietrame irregolare nelle porzioni murarie. Conserva parte del coronamento, con beccadelli sporgenti, ma è imbrigliata in una struttura metallica che ne impedisce il crollo. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | Stemma in tufo dei Marzano al di sopra di una delle finestre dell'ultimo livello. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | La torre è l'unico elemento superstite di un castello attualmente distrutto. Alla sua base rimangono, soltanto allo stato di rudere, i resti della chiesa omonima. Donata a Giovanni Bruno nel 1507, apparteneva ancora ai suoi discendenti nel 1640 (Sacco 1640, 93). | |
Note | ||
Fonti iconografiche | La torre è visibile nella Veduta di Sessa pubblicata da Pacichelli nel 1703, dove è identificata con la lettera "N", e nella pala con San Leone che protegge Sessa (XVIII sec.), nel transetto sinistro della chiesa dell'Annunziata | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
De Marco 1995: Giampiero De Marco, Sessa e il suo territorio tra medioevo ed età moderna, Marina di Minturno (LT) 1995.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 02/09/2012 13:43:17 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 15:12:09 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/114 |
Oggetto | Sessa Aurunca, torre Transo | |
---|---|---|
Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | torre Transo | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XIV secolo. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | famiglia Transo | |
Descrizione | Si tratta di una torre a pianta quadrata, con una trifora al livello superiore sormontata da uno stemma. Al di sotto del complesso medievale si sviluppano ambienti antichi forse pertinenti a un edificio termale. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | Sopra la trifora è uno stemma a fasce orizzontali. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Villucci 1995: Antonio Marcello Villucci, Sessa Aurunca: storia ed arte, Marina di Minturno (Lt) 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:28:46 | |
Data ultima revisione | 06/03/2013 11:54:12 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/177 |
Oggetto | Sessa Aurunca, criptoportico | |
---|---|---|
Tipologia | Edificio con porticati e volte | |
Nome attuale | ||
Nomi antichi | ||
Materiali e tecniche edilizie | ||
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Il braccio seminterrato è occluso da un forte interro. | |
Immagine | ![]() | |
Cronologia | I secolo a. C. | |
Fattori di datazione | Tipologia monumentale. | |
Storia e trasformazioni medievali e moderne | Al di sopra del criptoportico si sviluppò in epoca più recente il convento di San Giovanni Battista. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il criptoportico si sviluppa in prossimità dell'altura su cui insisteva in epoca romana il centro di Suessa. L'edificio monumentale, noto già nel XVI secolo, fu costruito in un settore della città contiguo ad altri edifici pubblici di un certo pregio monumentale, come le basiliche e il teatro. Edifici del genere erano solitamente impiegati sin dal II secolo a. C. per svariati usi, anche se erano chiaramente connotati da aspetti monumentali suggeriti dalle soluzioni architettoniche voltate e seminterrate, che sfruttavano i terrazzamenti naturali. Nel caso specifico, la presenza di dislivelli tra il teatro e il criptoportico favovira un certo aspetto scenografico e architettonico. | |
Iscrizioni | ||
Apparato decorativo | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti e documenti | Sacco 1640, p. 37: "vicino à quello[anfiteatro] in sito superiore, [sono] dui Corridori sotterranei à volta, alquanto lunghi, e mediocremente alti: fatti di stucco tale, che par che di bianco, e fino marmo sia tutta la fabrica, che fan pomposa mostra, e maraviglioso spettacolo à riguardanti, e questi situati sono sotto l’antico Monastero del Precursor di Christo, e paiono appunto due belle, e spatiose strade, ch’à parer de savi erano in quell’antico tempo accomodate per passeggio, e diporto di color: che ò Spettatori, ò pur rappresentanti di eroiche cose haveano ad essere nel detto Amfiteatro". | |
Bibliografia | Johannowsky 1973: Werner Johannowsky, "Note sui criptoportici pubblici in Campania", in Les cryptoportiques dans l'architecture romaine. Actes du Colloque de Rome (19-23 avril 1972), Rome 1973, 143-165
Maiuri 1961: Amedeo Maiuri, “Il criptoportico di Sessa Aurunca”, Rendiconti dell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle arti di Napoli, 35, 1961, 55-62.
Maiuri 1964: Amedeo Maiuri, “Il criptoportico di Sessa Aurunca”, Rassegna Aurunca, II 4-5, 1964.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
Villucci 1990: A. M. Villucci, I monumenti di Sessa Aurunca, Scauri 1980 | |
Link esterni | ||
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 07/12/2012 21:42:55 | |
Data ultima revisione | 06/11/2016 18:38:36 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/17 |
Oggetto | Sessa Aurunca, ponte Ronaco | |
---|---|---|
Tipologia | Ponte romano | |
Nome attuale | 'Ponte Ronaco' | |
Nomi antichi | ||
Materiali e tecniche edilizie | ||
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | ||
Immagine | ![]() | |
Cronologia | Età traianea o adrianea | |
Fattori di datazione | Tecniche edilizie in uso | |
Storia e trasformazioni medievali e moderne | Le arcate furono adibite a stalle e magazzini agricoli in epoca moderna.Restauri anni '80 del secolo scorso. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il ponte romano sorge su un diverticolo della via Appia che metteva in comunicazione Sinuessa con Suessa fino a Teano e Alife. La carreggiata stradale era realizzata in basoli in trachite, in parte conservatisi. Il tracciato della strada, piuttosto ampia, si restringeva in parte all'altezza del ponte. L'opera consta di 21 arcate a tutto sesto sostenute da 20 pile di diversa altezza. Simile al ponte di Eclanum, se se ne diversifica per le due ‘gobbe’ poste all’altezza delle due estremità, realizzate probabilmente per risovere problemi di natura idraulica. È ipotizzabile che, per la tipologia in uso, l’architetto romano si fosse ispirato agli impianti degli acquedotti d'età imperiale. Alla sua costruzione, datata per l’uso del laterizio e dei bipedali al II sec. d. C., è stata connessa un’epigrafe reimpiegata in corso Lucilio (CIL, X, 4756) che menziona la costruzione di una strada da parte dell’imperatore Adriano nel 122 d. C. | |
Iscrizioni | ||
Apparato decorativo | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | Il ponte appare nella veduta che fa da sfondo alla pala di sant'Agata nella chiesa dell'Annunziata di Sessa Aurunca | |
Piante e rilievi | Rocco 1996. | |
Fonti e documenti | Sacco 1640, p. 38: "In oltre dell’istessa antica, e maravigliosa fabrica un superbo, ed artificiosissimo Ponte, chiamato al presente di Ronaco, poco dalla Città discosto, qual tiene ventidue arcate: fatto su la strada somigliante all’Appia da Sessani, per comodità di andare alle salutifere acque de’ bagni dell’antica Sinuessa: palesatrice in vero della lor grande, e generosa potenza, e finalmente li vestigij del famoso Tempio d’Ercole, di cui picciola orma appare, ch’il tutto porge irrefragabile argomento della mutatione di quell’antica potenza, ed inestimabil maestà sua”. | |
Bibliografia |
Colletta 1987: Teresa Colletta, “Considerazioni preliminari alla ricerca conservativa sul Ponte Ronaco a Sessa Aurunca”, in Esperienze di storia dell'architettura e di restauro, a cura di Gianfranco Spagnesi, Roma 1987, 489-599.
Colletta 1989: Teresa Colletta, “Gli antichi itinerari romani per Sessa Aurunca e per il Ponte Ronaco”, in La struttura antica del territorio di Sessa Aurunca. Il ponte Ronaco e le vie per Sessa, a cura di Teresa Colletta, Napoli 1989, 35-62.
Colletta 2002: Teresa Colletta, “Architecture and mechanics in the Ronaco Bridge in Sessa Aurunca”, in Towards a history of construction: dedicated to Edoardo Benvenuto, a cura di Antonio Becchi, Basel 2002, 33-52.
Rocco 1996: T. Rocco, “Due ponti della Campania: il ponte aurunco e il ponte di Faicchio”, in Strade romane ponti e viadotti, a cura di L. Quilici, S. Quilici Gigli, Roma 1996, pp. 29 ss.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'Antichissima Sessa Pometia: discorso istorico…, Napoli 1640.
Struttura del territorio 1989: La struttura antica del territorio di Sessa Aurunca. Il ponte Ronaco e le vie per Sessa, a cura di Teresa Colletta, Napoli 1989. | |
Link esterni | Fotografie del ponte di fine XIX si trovano alla British Academy di Roma: | |
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 31/05/2012 13:40:41 | |
Data ultima revisione | 06/11/2016 18:40:54 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/3 |
Oggetto | Sessa Aurunca, strutture termali in piazza Tiberio | |
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Tipologia | ||
Nome attuale | ||
Nomi antichi | ||
Materiali e tecniche edilizie | ||
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | ||
Immagine | ![]() | |
Cronologia | ||
Fattori di datazione | ||
Storia e trasformazioni medievali e moderne | gli ambienti sotterranei si sviluppano al di sotto della torre Transo. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Apparato decorativo | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti e documenti | Sacco 1640, p. 37: "non molto da questi discosto, sono tre stanze pur sotterranee, che si giudica fusse stato un suntuoso, e maestoso Tempio, nel quale ce si cala dal giardino di S. Benedetto con una scala di pietra lavorata (che somiglia al travertino) di dodici scalini incirca, quale entra nella prima stanza, in cui è una porta per entrar nella seconda; le cui Ante di massiccio di pietra selce bianca, sono da palmi diece incirca, tutte uguali, come anche l’architrave, e questa è l’entrata del Tempio, di cui sono i vani palmi sette di largo, e quattordici d’alto, e nel mezo di quello à man sinistra si trova una Nave molto lunga, che si giudica, ch’arriva fin di sotto il Castello, e dentro d’essa à man destra si vede una alquanto spatiosa, ed alta, Nicchia. Sono dunque tutte queste stanze di gran capacità fatte à volta, non poco riguardevoli, e maestose così nella fabrica, come nell’architettura, e nelle mura, che s’ergono sopra, dalla parte destra (fatte di mattoni con una antichissima mistura di calce, ch’oggidì i moderni Fabricatori non sanno fare) sono alquanti buchi nel mezo, ugualmente compartiti, che mostrano esser stati Aquedotti, ove nella fine di quella dal lato sinistro, e sopra alle dette stanze è un luogo, chiamato le due Porte, che dal tempo del Consolato di L. Lentolo, e di Publio Iulio fin’al presente rattiene l’istesso nome, conforme si trova scritto nell’Istorie di Livio in questa guisa /p. 38/ A Suessa nunciatum est, duas portas, quodq. Inter eas muri erant de Coelo tactum" | |
Bibliografia | Sacco 1640: Lucio Sacco, L'Antichissima Sessa Pometia: discorso istorico…, Napoli 1640 | |
Link esterni | ||
Schedatore | ||
Data di compilazione | 08/12/2012 14:33:40 | |
Data ultima revisione | 08/12/2012 21:04:29 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/19 |
Oggetto | Sessa Aurunca, teatro romano | |
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Tipologia | Edificio per spettacoli | |
Nome attuale | ||
Nomi antichi | ||
Materiali e tecniche edilizie | ||
Dimensioni | Diametro: 90 m | |
Stato di conservazione | ||
Immagine | ![]() | |
Cronologia | Costruito in età augustea, dopo la deduzione coloniale, e restaurato alla metà II sec. d. C. a spese di Matidia minor | |
Fattori di datazione | Tecniche edilizie in uso; epigrafi. | |
Storia e trasformazioni medievali e moderne | L'edificio, abbandonato a partire dal Tardoantico, era stato già in parte distrutto in seguito ad eventi sismici. Venne precocemente interrato, per quanto le murature e gli arredi marmorei furono certamente a vista per tutto il periodo medievale. Alla fase di spoliazione normanna risale la perdita della maggior parte degli elementi architettonici d'età medio e tardo imperiale che decoravano la frons scaenae. I capitelli e i fusti di colonna in marmo colorati servirono per la costruzione del duomo. I soffitti marmorei di architrave furono impiegati come architravi dei due portali d'ingresso al duomo. Scavi moderni: primo intervento di scavo di Amedeo Maiuri (1926). Campagna sistematica di scavi: 1999-2004. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il teatro romano di Suessa venne costruito sul fianco ovest di un'altura su cui si sviluppò in epoca romana l'abitato di Suessa. L'edificio è noto almeno dal XVI secolo, come confermano le fonti letterarie locali. Per quanto attraverso l'analisi della pianta fosse stato identificato con un teatro, si deve solo agli scavi moderni la messa in luce delle strutture murarie e delle partiture dell'edificio. Il teatro fu costruito adagiando la gradinate al fianco naturale del pendio collinare, in una posizione periferica rispetto al Foro e in un’area in precedenza priva di costruzioni monumentali. Il materiale da costruzione della prima fase fu recuperato dallo sbancamento della collina tufacea. Edificato in opera reticolata con ammorsature in laterizi e opera quadrata di tufo, conserva le gradinate in blocchi squadrati di calcare, che precedevano quattro cunei di 28 gradoni di cui restano in sito solo quattro relativi alla ima cavea. Le strutture murarie messe in luce durante i recenti scavi hanno permesso di individuare due fasi, una d’età tardo-repubblicana/augustea contraddistinta da murature in opera quadrata e una d’età medio-imperiale, con muri in laterizi e opera mista. L’edificio teatrale era affiancato da due basiliche laterali. Un ambiente laterale era adibito a latrina. In quest’ambiente un grosso foro sembra suggerire l’incasso di un labrum in porfido, come confermerebbero i resti in marmo rinvenuti durante lo scavo. È probabile che l’edificio sia crollato già in età tardo-imperiale a causa di una calamità naturale. I dati di scavo confermano una spoliazione sistematica dei materiali già dal IV sec. d. C. Si è ipotizzato che la causa dell’abbandono potesse essere stato il terremoto del 346 sec. d. C., che colpì il Sannio e la Campania settentrionale. Restano lacerti di marmi in opus sectile e tracce della preparazione in malta del tessellato. P. Pensabene ha ricostruito le tipologie di marmi in uso per la monumentalizzazione della scena: si usarono colonne in portasanta, cipollino e marmi africani che suggeriscono l'evergetismo di Matidia che contribuì al restauro del monumento. A questo proposito, furono impiegate maestranze scultoree d’età provenienti dall’urbe; contrariamente alla costruzione del coevo teatro di Teano, in cui furono impiegate officine locali formatesi sul cantiere di Sessa. Fasi costruttive: Fase tardo repubblicana: sbancamento dell’area per il recupero dei materiali da costruzione Fase giulio-claudia: costruzione dell’orchestra, della scena, porticus post scenam e le aule laterali Fase antonina: restauro scenam e porticus IV-V secolo: abbandono in seguito ad un evento traumatico XII secolo: spogliato dalle maestranze normanne per la costruzione del duomo normanno. | |
Iscrizioni | Dalla basilica meridionale è stata di recente recuperata l'iscrizione dedicatoria: AVG FIL DIVA MARCI /OR MP ANTONIN AVG PI/LAPS M ITEM PORTICV CONIVNG Vibia Matidia morì nel 165 d. C., a lei furono dedicate basi nel Foro suessano e il suo nome è menzionato su un miliario. | |
Apparato decorativo | 35.000 mila frammenti marmorei Sculture in marmi colorati: satiro recumbente; statua di Matidia rappresentata come Aura (sala espositiva presso il Castello Ducale, inv. n. 297048) e realizzata in marmo bigio morato e marmo bianco (h 2,60 x 1,50 m ). Da questo complesso provengono una coppia di soffitti marmorei reimpiegati nel duomo di Sessa Aurunca e una tipologia di capitello ionico, recuperato nel centro storico come spolium. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Archivio della Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta | |
Fonti e documenti | Così nel 1761 il De Masi descriveva la summa cavea del teatro dell’antica Suessa, che ai suoi tempi doveva essere ancora in gran parte visibile: Al di dietro del giardino dei PP.Conventuali, e propriamente nell’oliveto, che dicesi Gagliardella, si trovano gli avanzi del piano e della volta di un Porticato disposto in un perfetto semicerchio di lunghezza circa palmi cento. Ha egli de’ Uomitorj, ed è appoggiato sovra del montuoso, che ivi si trova, come pure in quel sodo si veggon degli scalini, che conducevano ad un altro Portico superiore, di cui, e delle nicchie, che in esso erano per riponervi delle statue, se n’osservano parimente le reliquie; e si scorge eziandio ch’egli era collocato in modo retrogrado sovra il primo. L’uno, e l’altro è di opera non meno a getto, che reticolata nel prospetto, con de’mattoni in pari simmetria frapposti, coverto il tutto da un finissimo e bianco stucco macerato col marmo, che Tectorium Opus dicevasi. Avanzi sono questi di un ampio Teatro quivi disposto, come chiaramente si ravvisa dall’essere conformi al modo, con cui gli Antichi, al riferir di Vitruvio, disponevano una tal macchina. E’l luogo stesso sen mostra assolutamente capace, per essere riparato da’ venti meridionali, e molto sano: per aver del sodo, che di un Teatro facilitava la struttura.
| |
Bibliografia | Carafa 1989: Rosa Carafa, “Sessa Aurunca e il ponte Ronaco dall’antichità ai nostri giorni. Rassegna storiografica delle fonti documentarie”, in La struttura antica del territorio di Sessa Aurunca. Il ponte Ronaco e le vie per Sessa, a cura di Teresa Colletta, Napoli 1989, 75-84.
Cascella 2002: S. Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca, Marina di Minturno 2002
Cascella 2006: S. Cascella, “Il teatro romano e la topografia di Sessa Aurunca”, in La forma della città e del territorio, 3, a cura di L. Quilici e S. Quilici Gigli, Roma 2006, 79-106
Cascella 2007: S. Cascella, “Nota preliminare sullo scavo della porticus post scaenam e della latrina pubblica del teatro romano di Sessa Aurunca”, in In Itinere, a cura di F. Sirano, Roma 2007, 45 ss.
Cascella 2009: S. Cascella, “Uso del marmo nella decorazione architettonica del teatro romano di Sessa Aurunca (CE)”, Marmora, 5, 2009, 30 ss.
De Masi 1761: Tommaso De Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, raccolte dal Signor D. Tommaso De Masi del Pezzo, Napoli 1761
Granata 1763: F. Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno 1763, Napoli 1763
Ruggi d'Aragona 2002: M. G. Ruggi d’Aragona, “Statua di Matidia”, in I marmi colorati della Roma imperiale, Venezia 2002, 325 n. 23
Sacco 1640: D. Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Napoli 1640
Tosi 2003: G. Tosi, Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana, Roma 2003, 333-334 | |
Link esterni | http://www.campaniabeniculturali.it/luoghi-della-cultura/criptoportico-teatro-romano-di-suessa http://www.panoramio.com/photo/6823023 ritrovamento della statua del Nilo (da "Il Mattino", 10/02/2000): http://xoomer.virgilio.it/armatano/aldo_m/sessa/mattino1.html busto di Traiano (da "Il Mattino", 4/05/2000): http://xoomer.virgilio.it/armatano/aldo_m/sessa/mattino2.html | |
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 31/05/2012 13:48:31 | |
Data ultima revisione | 06/11/2016 18:48:05 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/4 |
Oggetto | Sessa Aurunca, iscrizione in onore di Marco Romano | |
---|---|---|
Supporto | marmo | |
Cronologia | 1543 | |
Immagine | ![]() | |
Prima attestazione | L'iscrizione risulta trascritta per la prima da Sacco 1633, p. 22 e poi da Sacco 1640, p. 57. | |
Trascrizione | MARCO ROMANO / QUOD IS C AUREOS / NUMMOS PRO DUORUM / GRAMMATICORUM / PRO MEDICI VERO / UNIUS MERCEDE / QUOD RELIQUUM / EX SUIS BONIS / PROVENIT OMNE / IN SINGULOS ANNOS / REI PUB. / TESTAMENTO LEGAVIT / SUESSANI / VIRO / DE PATR. B.M. / POSUERE / MDXXXXIII | |
Famiglie e persone | ||
Note | L'iscrizione è apposta sotto il busto ritratto di Marco Romano, sulla facciata della chiesa di San Giovanni a Piazza | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.
Di Marco 1997: Giampiero Di Marco, Sessa e il suo territorio, Minturno 1997.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.
Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico di Lucio Sacco sovra l’antiche e moderne cose dell’antichissima Sessa Pometia sua patria, Napoli 1633.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 08/12/2012 17:03:45 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 00:01:49 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/12 |
Oggetto | Sessa Aurunca, iscrizione per Consalvo de Cordoba | |
---|---|---|
Supporto | marmo | |
Cronologia | 1548 | |
Immagine | ||
Prima attestazione | Prima trascrizione in Sacco 1640, p. 33. | |
Trascrizione | CONSALVVS FERD. LVDOVICI FIL[ius] CORDVBA / SVESSAE PRINCEPS / QVVM SINVESSANAS AQVAS ANTIQVAE CELEBRITATIS / COLLAPSO AEDIFICIO, ET OBLIMATA SCATVRIGINE PEREVNTES / PVBLICAE COMMODITATI RESTITVERET / LOCI GENIO ADMONITVS / QVOD MAGNVS CONSALVVS MATERNVS AVVS / GALLOS AD LYRIM INSIGNI PARTA VICTORIA DEBELLARIT / MARMOREVM TROPHAEUM AVITAE VIRTUTIS MEMORIAE | |
Famiglie e persone | Paolo Giovio | |
Note | L'iscrizione viene composta da Paolo Giovio per il Trofeo dei bagni di Rocca Mondragone, e poi rimontata insieme all'apparato scultoreo, sulla porta del Trofeo a Sessa Aurunca. | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Agosti, Amirante, Naldi 2001: Barbara Agosti, Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Su Paolo Giovio, don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa, Giovanni da Nola (tre lettere, epigrafia, scultura)", Prospettiva, 103-104, 2001, 47-76
Amirante, Naldi 2007: Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Con Paolo Giovio al servizio di don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa", in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria. Sculture ritrovate tra 'Napoli' e Terra di Lavoro 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 61-93.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 07/12/2012 21:07:08 | |
Data ultima revisione | 06/11/2016 16:36:35 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/11 |
Oggetto | Sessa Aurunca, iscrizioni per Carlo V | |
---|---|---|
Supporto | cippi in pietra calcarea | |
Cronologia | 1536 | |
Immagine | ![]() | |
Prima attestazione | Le iscrizioni sono state volute da Agostino Nifo (che probabilmente ne compose anche il testo) in occasione del passaggio di Carlo v da Sessa e collocate presso il Seggio di San Matteo (cfr. De Lellis 1663, p. 330). Sono trascritte da Schrader 1592, II, f. 159v, e da De Masi Del Pezzo 1761, p. 170-171. | |
Trascrizione | Su un cippo: IMP. CAESARI / CAROLO V AUG / SULEYMANO / TURCORUM REGE / PANNONIA PULSO / SUESSANI Sull’altro: IMP. CAESARI / CAROLO V AUG / PHILIPPI FILIO / TUNETO EXPUGNATO / HAC ITER FACIENTI / SUESSANI | |
Famiglie e persone |
Carlo V | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cluverius 1624: Philippi Cluveri Italia antiqua: opus post omnium curas elaboratissimum; tabulis geographicis aere expressis illustratum ... cum indice locupletissimo, Lugduni Batavorum, Ex officina Elseviriana, 1624, lib. IV, cap. XIV, p. 667.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 150.
De Lellis 1663: Carlo De Lellis, Famiglie nobili napoletane, Napoli 1663, II. De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761.
Schrader 1592: Lorenz Schrader, Monumentorum Italiae, Helmstadii 1592. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 07/12/2012 20:22:57 | |
Data ultima revisione | 12/11/2018 10:06:12 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/10 |
Oggetto | Capua, Museo Campano, (già Sessa Aurunca), Trofeo del Gran Capitano da Sessa Aurunca | |
---|---|---|
Luogo di conservazione | Capua | |
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1550 circa | |
Autore | Annibale Caccavello | |
Descrizione | I resti del Trofeo del Gran Capitano si trovano oggi custoditi nel Museo Campano di Capua. In un primo momento fu innalzato a Rocca Mondragone, per poi essere spostato dal governatore Lope de Herrera nel 1558 sopra la cosiddetta Porta del Trofeo (già Porta del Macello) di Sessa Aurunca. Nel 1872 la porta venne smantellata e le sculture ricoverate nel Museo Campano. Del Trofeo rimangono: la lorica e l'elmo impalati (che dovevano essere al centro della composizione all'antica); un frammento di scudo laterale con la testa di Gorgone; un rilievo con prigioni nudi (che doveva essere alla base); gli stemmi di Gonzalo I e di Gonzalo II de Córdoba; una segmento di fregio dorico; e infine l'iscrizione, che però si conserva ancora a Sessa Aurunca ed è stata riutilizzata nel passetto di accesso alla cantoria. La commissione del Trofeo va circoscritta al attorno al 1550, quando Gonzalo II de Córdoba visitò il suo feudo di Sessa Aurunca, e quando a Napoli era imperante la bottega dello scultore Giovanni da Nola. È stato giustamente notato che ciò che resta del Trofeo denuncia lo stile dei più validi collaboratori di Giovanni, e nello specifico di Annibale Caccavello. Tuttavia sarà necessario riflettere sul processo creativo. Ciò che si richiedeva era un’opera che aveva un modello antico ben preciso, ossia i Trofei di Mario, in un complesso marmoreo dalle dimensioni ambiziose e con un soggetto non certo praticato dagli scultori attivi a Napoli, e tantomeno da quelli fiorentini o lombardi. Guardando all’indietro un primo, e forse troppo eccezionale esempio, è costituito dai trofei per la Sacrestia Nuova di Michelangelo in San Lorenzo, destinati probabilmente agli attici delle sepolture dei duchi e lasciati incompiuti da Silvio Cosini. La bottega di Giovanni da Nola non aveva certo all’attivo produzione di trofei alla romana, nonostante in quegli anni fosse impegnata nel monumentale sepolcro di Pedro de Toledo e Maria Pimentel, molto insolito non solo per le dimensioni davvero ragguardevoli, ma anche perché si ritrova un florilegio di motivi all’antica, scene a rilievo e sculture a tutto tondo, senza il benché minimo soggetto cristiano o religioso. Nel caso del Trofeo di Sessa – così come probabilmente nel caso della tomba di Pedro de Toledo – è plausibile pensare che alla bottega fu fornito un preciso modello a cui attenersi, dietro il quale ci potrebbe essere l’illustre intellettuale Paolo Giovio, che compose anche l’epigrafe (cfr. Agosti in Agosti, Amirante, Naldi 2001). Una committenza coltissima, quindi, innestata dall’alto, dalla corte di un feudatario cosmopolita, ma riconosciuta come di grande prestigio, preservata e riutilizzata nell’arredo urbano cittadino. La vicenda del Trofeo è stata riportata alla luce in un articolo di Agosti, Amirante, Naldi (2001) e in un saggio di Amirante, Naldi (2007). | |
Immagine | ![]() ![]() | |
Committente | Gonzalo II de Córdoba | |
Famiglie e persone | Gonzalo I de Córdoba | |
Iscrizioni | "CONSALVUS FERDINANDUS LUDOVICI FIL[IUS] CORDUBA / SUESSAE PRINCEPS / QUUM SINUESSANAS AQUAS ANTIQUAE CELEBRITATIS / COLLAPSO AEDIFICIO ET OBLIMATA SCATURIGINE PEREUNTES / PUBLICAE COMMODITATI RESTITUERET / LOCI GENIO ADMONITUS / QUOD MAGNUS CONSALVUS MATERNUS AVUS / GALLOS AD LYRIM INSIGNI PARTA VICTORIA DEBELLARIT / MARMOREUM TROPHAEUM AVITAE VIRTUTIS MEMORIAE". | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemmi di Gonzalo I e Gonzalo II de Córdoba. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Agosti, Amirante, Naldi 2001: Barbara Agosti, Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Su Paolo Giovio, don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa, Giovanni da Nola (tre lettere, epigrafia, scultura)", Prospettiva, 103-104, 2001, 47-76.
Amirante, Naldi 2007: Francesca Amirante, Riccardo Naldi, "Con Paolo Giovio al servizio di don Gonzalo II de Córdoba duca di Sessa", in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria. Sculture ritrovate tra 'Napoli' e Terra di Lavoro 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 61-93. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 20/02/2013 13:01:45 | |
Data ultima revisione | 14/11/2016 12:37:02 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/180 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Annunziata, lastra tombale di Lope de Herrera | |
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Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1564-1565 | |
Autore | Salvatore Caccavello | |
Descrizione | La lapide, collocata nella chiesa dell'Annunziata di Sessa Aurunca, raffigura il defunto Lope de Herrera in armatura, con una corazza sulla quale appare la croce di Calatrava. Reclinato su un fianco, poggia il capo su uno scudo, nella mano sinistra la spada, ai piedi l’elmo. Intorno un fregio di armi, panoplie e strumenti musicali. Nella parte inferiore si trova l’epigrafe. Dal testamento di Lope de Herrera si deducono anche i suoi desiderata: “In primis voglio et lasso che se accaderà chio mora per la città de Sessa che mio corpo sia seppellito dentro la Veneranda Ecclesia de la Ann[unzia]ta de la dittà città de Sessa nanzj lo altare magiore sotto terra con una preta sopra et se debba portare ad sepellire senza lusso et pompa. Et se per adventura morirò in altra parte de dicto Regno de Napoli in tale caso esecutori mej infrascritti debiano fare traspoertare et condurre mio corpo in Sessa et farlo ponere in ditta Ecclesia de la Ann[unzia]ta de Sessa nanzj lo altare maggiore […]” (Di Marco 1992, 34-35). Dal Diario dello scultore Annibale Caccavello risulta che la tomba venne realizzata da Salvatore Caccavello fra il 1564 e il 1565 (Filangieri 1896, 84, n. 572), su incarico di Antonio Villano, avuto il 30 novembre 1564, e per un compenso di 70 ducati. Benché non di originale o ottima fattura, si tratta di un'opera particolarmente interessante, poiché l'unica riconducibile con certezza a Salvatore (probabilmente il figlio di Annibale), scultore documentato sempre in opere di collaborazione, ma dai profili stilistici davvero fumosi (per ipotesi sulla personalità di questo artista cfr. Abbate 1976; Abbate 1996; e Gaeta 2000, 63-74). Il pagamento fu estinto in tre rate: 25 al momento del contratto, altri 25 il 21 febrbaio 1565 e il saldo di 20 ducati il 4 aprile 1565 da parte di Lucrezia Brancaccio, consorte di Antonio Villano. Un prodotto analogo della prolifica bottega è la lastra tombale di Filippo Arcamone nella chiesa di Sant'Antonio a Mercato San Severino del 1560 che mostra impaginato e disposizione delle rappresentazioni con fortissime somiglianze costituendone, con la lastra tombale di Pedro de Toledo (1559), un significativo precedente e modello della tomba di Sessa.
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Committente | Lucrezia Brancaccio | |
Famiglie e persone |
Lucrezia Brancaccio (suocera ed erede del defunto) Antonio Villano | |
Iscrizioni | ILLUSTRI DON LUPO DE HERRERA MILITI STRENUISSIMO CUM SVA TUM PROGENITORUM GLORIA AC NOBILITATE CLARISSIMA QUI DUM APRUTINAS PROVINCIAS CATHOLICI PHILIPPI REGIS VICE GERENS MODERARETUR OBIIT DIE XXVII AUGUSTI MDLXIII LUCRETIA BRANCATIA SOCERA AC PORTIA VILLANA CONIUX MULTIS CUM LACRIMIS POSUERE | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | Archivio di Stato di Caserta, notaio Giacomo Antonio Pollano, vol. 359: copia del testamento di Lope de Herrera (trascritto in Di Marco 1992) | |
Bibliografia | Abbate 1976: Francesco Abbate, "Il sodalizio tra Annibale Caccavello e Gian Domenico D’Auria, e un’ipotesi per Salvatore Caccavello", Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, serie III, VI, 1976, 129-145
Abbate 1996: Francesco Abbate, "Percorso di Salvatore Caccavello", in Studi in onore di Michele D’Elia, a cura di Clara Gelao, Matera 1996, 286-296
Amirante 2007: Francesca Amirante, "Il trofeo del Gran Capitano", in Giovanni da Nola, Annibale Caccavello, Giovan Domenico D'Auria. Sculture 'ritrovate' tra Napoli e Terra di Lavoro 1545-1565, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2007, 67-70
Di Marco 1992: Giampiero Di Marco, “Un frammento di hidalguìa nella Sessa spagnola durante la Rinascenza”, Civiltà Aurunca, 8, 1992, 19, 27-43 Filangieri 1896: Antonio Filangieri di Candida, Diario di Annibale Caccavello, scultore napoletano del secolo XVI, Napoli 1896
Gaeta 2000: Letizia Gaeta, Le sculture della Sagrestia dell’Annunziata a Napoli. Nuove presenze iberiche nella prima metà del Cinquecento, Galatina (Lecce) 2000
Naldi 2013: Riccardo Naldi, “Annibale Caccavello. Lastre tombali e serialità della memoria tra scultura e poesia”, Ricerche sull’arte a Napoli in età moderna. Saggi e documenti 2012-2013, Napoli 2013, 62-77 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 01/06/2012 12:30:02 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:43:50 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/2 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Annunziata, Pietà | |
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Materiale | olio su tela (?) | |
Dimensioni | ||
Cronologia | fine XV o inizi XVI secolo | |
Autore | ||
Descrizione | Il dipinto si trova in una cappella del transetto dell'Annunziata di Sessa Aurunca. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | ||
Data di compilazione | 18/08/2013 10:58:15 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:28:14 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/316 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, ambone e cero pasquale | |
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Materiale | marmi policromi | |
Dimensioni | ||
Cronologia | ||
Autore | ||
Descrizione | L’ambone con annesso cero pasquale è posto tra la quinta e la sesta colonna della navata centrale della cattedrale di Sessa Aurunca, prima delle scale di accesso alla cripta e al presbiterio. A cassa quadrangolare con podio sporgente sul fronte, è innalzato su sei arcate rette da altrettante colonne poggianti su leoni stilofori. Il parapetto è interamente rivestito di lastre lavorate a mosaico con motivi geometrici e floreali. Al centro del lato lungo, verso il presbiterio, il supporto del lettorino è costituito da un’aquila che afferra per il capo una figura maschile avvolta da un serpente. Sul bordo inferiore della cassa corre una cornice a tralcio abitata da animali e protomi umane. Sotto il podio è scolpita a rilievo la raffigurazione dell’Abyssus, secondo un’iconografia molto diffusa in Campania tra XII e XIII secolo (pulpito Aiello di Salerno). Figure di profeti con cartigli occupano i pennacchi delle arcate sui lati maggiori. Figure allegoriche e personificazioni delle sibille sono scolpite nei pilastrini divisori delle lastre. Eleganti figure femminili e animali sono intagliati a rilievo nei capitelli, lavorati a foglie di acanto spinoso nella parte inferiore. Il candelabro, agganciato al lato lungo rivolto verso la navata, presenta una base figurata con tre personaggi maschili e tre femminili che inscenano una processione pasquale. Il fusto della colonna tortile, in marmo bianco e mosaico, è suddiviso in tre sezioni da due anelli con rilievi. In quello inferiore, il vescovo in cattedra è circondato da cinque ministri; in quello superiore, Cristo in trono, affiancato da un angelo su ciascun lato, corrisponde all’immagine del vescovo nell’anello sottostante. Completano la scena tre santi, uno dei quali identificabile in San Pietro, gli altri due interpretati come San Paolo e San Casto, vescovo e martire sessano. Diverse iscrizioni sull’ambone indicano che l’opera fu iniziata dal vescovo Pandolfo (1223-1259) e portata a compimento, dopo molti anni, dal successore Giovanni (1259-1283), cui si deve la committenza del cero pasquale, come attesta l’iscrizione alla base del candelabro. Quest’ultima epigrafe reca il nome e le lodi dell’autore del manufatto, Pellegrino da Sessa, e ricorre identica nel ciclo di rilievi con Storie di Giona nella stessa chiesa. | |
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Committente | Vescovi Pandolfo (1223-1259) e Giovanni (1259-1283) | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Ambone Lato occidentale: HOC OPUS ET STUDIO PANDULFI PRESULIS ACTUM. QUEM LOCET PROPRIO REGNO. VERBUM CARO FACTUM Sull'arco in cima alla scala (moderna): HOC PRIUS INCEPTUM PANDYLFUS PRESUL AD APTUM FUNEM PERDUXII. CUI CELICA CONCIO DUX SIT. Iscrizione perduta (da Bertaux 1903): HOC OPUS A PATRIBUS CEPTUM JAM PLURIBUS ANNIS PRESULIS / EXPLEVIT PROBITAS MEMORANDA JOANNIS
Cero pasquale Base: PULCHRA COLUMPNA NITE DANS NOBIS LUMINA VITE (in alto) HOC OPUS EST MAGNE LAUDIS FACIENTE JOHANNE. MUNERE DIVINO DECUS ET LAUS SIT PEREGRINO TALIA QUI SCULPSIT. OPUS EIUS UBIQUE REFULXIT (in basso) Cornice superiore: AD LUMEN SANCTUM NOSTRUM DEUS ACCIPE CANTUM | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | Come la maggior parte degli amboni campani di XII e XIII secolo, anche quello di Sessa riprende il modello del pulpito Aiello della cattedrale di Salerno. Privato nel XVIII secolo della scala d’accesso con rilievi raffiguranti Storie di Giona (ora murati nella navata destra), si presenta quasi integro e nella stessa posizione in cui doveva trovarsi sin dall’origine. Lo stile dei rilievi figurati e dei capitelli suggerisce l’esecuzione da parte di più maestranze nell’arco di un lungo periodo. Secondo Francesco Gandolfo, l’autore dei capitelli potrebbe essere lo stesso Pellegrino che firma il candelabro e i citati rilievi di Giona, mentre nel resto del pulpito sarebbero stati impiegati elementi precedentemente eseguiti da un maestro più vicino allo stile dei rilievi del portico della chiesa. Del tutto inedita invece la struttura del candelabro, l’unico in Campania a presentare una base figurata, con eleganti figure danzanti, vestite alla moda e lavorate con eccezionale sensibilità naturalistica. Non altrettanto può dirsi delle figure negli anelli superiori, da riferire a un più modesto collaboratore di Pellegrino, secondo Francesco Gandolfo. Più che una trasposizione visiva della cerimonia del Sabato Santo, il singolare ciclo iconografico del candelabro sembra incentrato sulla celebrazione dell’autorità vescovile, derivata direttamente da Cristo attraverso la mediazione apostolica (D’Ovidio 2015). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Bertaux 1903: É. Bertaux, L’art dans l’Italie méridionale. De la fin de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, II, Paris–Rome 1903, 602-605, 778-771
Capomaccio 2002: C. Capomaccio, “Monumentum resurrectionis”. Ambone e candelabro per il cero pasquale. Iconografia e iconologia del monumento nella cattedrale di Sessa Aurunca, Città del Vaticano 2002
Carotti 1978: A. Carotti in L’art dans l’Italie méridionale. Aggiornamento all’opera di Bertaux sotto la direzione di Adriano Prandi, V, Roma 1978, 751-755, 975-977
Cochetti Pratesi 1958: L. Cochetti Pratesi, “Rilievi nella cattedrale di Sessa Aurunca e lo sviluppo dei marmorari «neocampani» nel XIII secolo”, Commentari, 9, 1958, 75-87
Di Lella 1904: A. Di Lella, Studi di storia e di archeologia nell’arte medioevale “neo-campana”, Cassino 1904
D’Ovidio 2015: Stefano D’Ovidio, “Pellegrino (Peregrino) da Sessa”, in Dizionario Biografico degli Italiani, 82, Roma 2015, 155-157
Gandolfo 1999: F. Gandolfo, La scultura normanno-sveva in Campania, Roma-Bari 1999, 111-119
Glass 1991: D. Glass, Romanesque sculpture in Campania. Patrons, programs and style, University Park PA 1991, 148-159; 209-217
Scirocco 2015: E. Scirocco, “Jonah, the Whale and the Ambo. The Reconstruction of Architectural Contexts through Iconography and Function in Medieval Campania”, in Antique Memory and Medieval Art, ed. I. Foletti, Roma 2015, 87-123
Venturi 1904: L. Venturi, Storia dell’arte italiana, III, Milano 1904, 581-590 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Stefano D'Ovidio | |
Data di compilazione | 09/09/2012 14:22:34 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:18:00 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/86 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, botola con stemma del vescovo Francesco Guastaferro | |
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Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | ||
Autore | ||
Descrizione | La lapide si trova incastonata nel pavimento del duomo di Sessa Aurunca. | |
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Committente | Francesco Guastaferro vescovo di Sessa Aurunca | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | FRANCISCUS GUASTAFERRO GAIETANUS EP(ISCO)PUS SUESSE | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 09/09/2012 14:26:12 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:26:41 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/87 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, cona di Santa Maria del Popolo | |
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Materiale | ||
Dimensioni | 150 cm x 101 cm | |
Cronologia | 1539 | |
Autore | Marco Cardisco e collaboratore | |
Descrizione | L'immagine della Madonna col Bambino sul settecentesco altare maggiore della Cattedrale di Sessa Aurunca è lo scomparto centrale di uno smembrato polittico cinquecentesco, del quale facevano parte anche le tavole dei santi Pietro e Paolo (125 x 63 cm), oggi ricoverate nei depositi diocesani. Secondo la ricostruzione di Naldi (2009), la cona fu commissionata dal vescovo Francesco Guastaferro (in carica dal 1516 al 1543, il cui stemma compare su una botola della sagrestia), come ricordato dal canonico Gaspare Fuscolillo: "A' dì 20 de novembro 1539 fo messa la cona nova ad lo Episcopato de Sessa, ad lo autale mayore, in tempo dello episcopo Guastaferro gaietano. La dicta cona fa de preczo ducati duicento". Il rifacimento barocco è databile negli anni cinquanta, per volere del vescovo Francesco Caracciolo (1729-1759). L'attribuzione a Marco Cardisco proposta da Villucci (1986, 5-6), è stata abbracciata e argomentata da Naldi (2009), con la proposta di intervento di un collaboratore, e nella fattispecie di Pietro Negroni. | |
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Committente | Francesco Guastaferro vescovo di Sessa Aurunca | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Naldi 2009: Riccardo Naldi, "Il polittico dell'altare maggiore nella cattedrale di Sessa Aurunca e il culto di Santa Maria avvocata del popolo", in Marco Cardisco, Giorgio Vasari: pittura, umanesimo religioso, immagini di culto, a cura di Riccardo Naldi, Napoli 2009, 74-105 Villucci 1986: Antonio Marcello Villucci, Testimonianze inedite di arte sacra a Sessa Aurunca tra Cinquecento, Seicento e Settecento, Sessa Aurunca 1986 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 28/03/2013 20:26:30 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:36:03 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/228 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, monumento funebre del vescovo Alessandro Riccardo | |
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Materiale | marmi policromi | |
Dimensioni | ||
Cronologia | post 1604 | |
Autore | ||
Descrizione | Il monumento si trova nel transetto sinistro della Cattedrale di Sessa Aurunca. L'iscrizione ci informa che il vescovo di Sessa Alessandro Riccardo (dal 1591) aveva seguito il cardinal Enrico Caetani per legazioni in Francia ed in Polonia, e morì nel 1604. Il fratello Fabio volle erigere questo monumento. Lo stile del sepolcro è tipicamente tardomanierista, con diffuso uso di marmi policromi. Probabilmente di bottega napoletana, dovrebbe mancare di una figura centrale, posta in origine tra i due putti, forse una Vergine, o ancor meglio un busto del defunto; non sappiamo se sia mai stato realizzato, e/o trafugato in seguito. | |
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Committente | Fabio Riccardo | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ALEXAN. RICCARDO EPISCOPO SUESS. INTEREGG. AC LIBERALISS. IN PAUPERES VIRO OMNIUM DISCIPLINARUM COGNITIONE PERFECTO GRAVISSIMIS LABORIBUS APUD HENR. CARD. CAIETANUM. LEG. IN GALLIA IN PARISIENSI PRAESERTIM OBSIDIONE ET IN POLONIA PRO CHRISTIANA REPUB. DEFUNCTO DEMUM NE GREGEM MUTATO COELO DESERERET EREPTO FABIUS RICCARDUS REG. CONSILIAR. FRATRI DE FAMILIA UNIVERS. OPT. MER. POS. OBIIT FUNDATAE SAL. AN. MDCIV XVI KAL. IUNIAS NATUS AN. LVI | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemmi Riccardo sui basamenti delle colonne | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 09/09/2012 14:19:08 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:45:41 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/85 |
Oggetto | Sessa Aurunca, fontana d'Ercole | |
---|---|---|
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1824 | |
Autore | ||
Descrizione | ||
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Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Nella fontana sono reimpiegati due cippi antichi con iscrizioni (CIL.X.4763; CIL.X.4752) già facenti parte della porta del Trionfo | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia |
Cicale 2003: Vito Cicale, “Le fontane monumentali di Sessa Aurunca nei documenti inediti dell'Archivio di Stato di Caserta”, Civiltà Aurunca, 19, 2003, 43-67.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883.
Parolino 1992: Giuseppe Parolino, “Della porta del Trofeo a Sessa detta in antico Porta del Macello”, Civiltà Aurunca, 8, 1992, 9-29.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640.
| |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 08/12/2012 15:03:55 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:39:42 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/112 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Museo diocesano, lastra tombale di Galeazzo Guindazzo | |
---|---|---|
Materiale | marmo | |
Dimensioni | 202 cm x 95 cm | |
Cronologia | 1522 circa | |
Autore | ||
Descrizione | La lastra proviene dalla chiesa di San Francesco di Sessa ed è conservata nel Museo Diocesano (Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca 2002, 20). L'epigrafe ci dice che il defunto è Galeazzo Guindazzo, sindaco di Sessa morto nel 1522, e che l'opera fu commissionata dalla moglie, Diana Dentice (la Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca 2002, 20, indica come data di morte il 1510; Amirante 2001, invece il 1522). Secondo Amirante (2001, 201-202) sarebbe da avvicinare alla bottega di Tommaso Malvito. Qualitativamente il rilievo ha i suoi pregi (si notino il volto e i piedi immaginati in prospettiva) e merita di essere indagato ulteriormente. | |
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Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | GALEATIO GUINDATIO E NOBILITATE NAPOLITANA DIANA DENTICES CONIUGI BENEMERENTISSIMO OB FIDEI TESTIMONIUS AC PIETATIS POSUIT OBIIT XIIII IANUARIUS MDXXII | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemma Guindazzo e uno stemma Dentice | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 201-202
Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca. Musei Diocesani della Campania. Diocesi di Sessa Aurunca, [schede a cura di Antonio Marcello Villucci] Napoli 2002 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 20/08/2012 14:55:12 | |
Data ultima revisione | 14/11/2016 12:43:12 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/49 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Museo diocesano, lastra tombale di Giovanni Antonio Marzano | |
---|---|---|
Materiale | marmo | |
Dimensioni | 170 cm x 67 cm | |
Cronologia | 1453 | |
Autore | ||
Descrizione | Si tratta della lastra tombale di Giovanni Antonio Marzano, duca di Sessa morto nel 1453, come recita l'epigrafe (Sacco 1640, 64; Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca 2002, 20), proveniente dalla chiesa di San Francesco e oggi nel Museo Diocesano. La figura del defunto, in abiti da cavaliere, è scolpita a rilievo in una nicchia gotica. La superficie del marmo è molto abrasa e non permette specifiche analisi stilistiche. | |
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Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | IO ANTONIVS MARZANO / DVX SVESSAE / COMES ALIFIAE REGNIQVE SICILIAE / ADMIRATVS / HIC SITVS EST ANN. D. MCCCCLIII | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemmi Marzano | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Guida al Museo Diocesano di Sessa Aurunca. Musei Diocesani della Campania. Diocesi di Sessa Aurunca, [schede a cura di Antonio Marcello Villucci] Napoli 2002 Sacco 1640: Lucio Sacco, L'Antichissima Sessa Pometia: discorso istorico…, Napoli 1640 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 20/08/2012 14:46:33 | |
Data ultima revisione | 14/11/2016 12:42:45 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/48 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Museo diocesano, statua di Jacobo del Gaudio | |
---|---|---|
Materiale | marmo e inserti in pasta vitrea | |
Dimensioni | 150 cm x 35 cm | |
Cronologia | 1272 | |
Autore | ||
Descrizione | La scultura ad altorilievo rappresenta Jacobo del Gaudio, barone di Carinola e cittadino suessano. Nel 1549, per ordine di Lope de Herrera, viene trasferita dal villaggio di Valogno alla città di Sessa e collocata su un cippo antico davanti al Seggio di San Matteo (Fuscolillo 2008, p. 107). È riprodotta nel disegno di Chenavard del 1817, ed è citata ancora in loco da Weatherthead (1834, p. 219). Si trova attualmente tra i materiali in deposito presso la Cattedrale di Sessa Aurunca. Le caratteristiche formali collimano con una datazione nella seconda metà del XIII secolo. Una croce mosaicata corona la testa della figura, che regge tra le mani un testo di lode alla Santa Croce tratto dalla prima antifona mattutina delle lodi cantate durante la festa di Sant'Andrea (cfr. Fassler-Baltzer 2000, pp. 168ss.). L'insolita l'iconografia si deve probabilmente alla funzione dedicatoria dell'immagine, che si può immaginare nelle pertinenze di un altare intitolato alla Santa Croce fondato dallo stesso Del Gaudio. | |
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Committente | Giacomo Capece del Gaudio | |
Famiglie e persone | Giacomo Capece del Gaudio | |
Iscrizioni | Ai due lati della testa: IACOB(us) / DE GA/VDIO / SERV/VS D(omin)I DOMI/NE ME/MENT/O MEI
Sulla tabella che regge fra le mani: SALVE CRVX P(re)CIOSA SALVE CRVX S(an)C(t)A ET FORMOSA SALVE CRVX DEDICATA DE MENBRI S(ancti) CHR(ist)I FVISTI ORNAT A AVE SIGNVM S(an)C(t)E CRVCIS
Secondo Sacco (1640, p. 78, poi ripreso da Schulz 1860, II, p. 149) e De Masi Del Pezzo (1761, pp. 169-170) un'altra iscrizione era incisa nel piedistallo, adesso disperso, su cui poggiava la statua. Il testo recitava: IACOBVS DE GAVDIO MILES / BARO CALENI / SVESSAE CIVIS / AD HONOREM SANCTAE CRVCIS / POSVIT / ANNO D. MCCLXXII | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | Chenavard, Seggio di San Matteo a Sessa | |
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Fassler-Baltzer 2000: Margot E. Fassler, Rebecca A. Baltzer, The Divine Office in the Latin Middle Ages: Methodology and Source Studies, Regional Developments, Hagiography, New York 2000.
Fuscolillo 2008: Gasparro Fuscolillo, Croniche, edizione critica e studio linguistico a cura di Nadia Ciampaglia, Arce 2008.
Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino Boezio, 1761, pp. 169-170.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640, p. 78.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, pp. 145-149.
Weatherthead 1834: George Hume Weatherthead, A Pedestrian Tour through France and Italy, London 1834. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo, Elisabetta Scirocco | |
Data di compilazione | 06/03/2013 10:13:45 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:04:33 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/204 |
Oggetto | Sessa Aurunca, pala di Sant'Agata | |
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Materiale | ||
Dimensioni | ||
Cronologia | 1601 | |
Autore | Vespasiano Friozzo | |
Descrizione | La pala, collocata nella chiesa dell'Annunziata di Sessa Aurunca, raffigura la martire in posizione stante, con la palma del martirio nella mano sinistra e le mammelle in un piatto sostenuto con la mano destra. Sullo sfondo è una veduta della città di Sessa dove sulla destra, appena fuori dall'abitato, si dinstingue il profilo del Ponte Ronaco. | |
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Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | QVI ME DIGNATVS EST AB OMNI PLAGA CVRARE ET MA[m]MILLAM MEA[m] MEO PECTORI RESTITVERE IPSVM INVOCO DEVM VIVVM | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 01/06/2012 12:38:02 | |
Data ultima revisione | 01/12/2012 12:21:54 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/4 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Giovanni a Piazza, busto di Marco Romano | |
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Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1543-1544 | |
Autore | ||
Descrizione | Il ritratto e l’epigrafe commemorativa murati in facciata della chiesa di San Giovanni a Piazza furono commissionati, come recita l’iscrizione, dalla Citta di Sessa per commemorare la donazione fatta da Marco Romano al fine di stipendiare due maestri e un medico. La datazione del busto non è sicura, ma naturalmente posteriore al 1543, e forse più vicina all’anno della morte di Romano, nel 1544 (Capasso 1876, 545). La memoria marmorea fu innalzata nella “piazza principale, di rimpetto alle due schuole” (Sacco 1633), non sappiamo se su un monumento a parte oppure già sulla facciata della chiesa di San Giovanni a Piazza, sul campanile della quale fu poi murata in séguito ai rifacimenti settecenteschi dell’edificio (De Masi 1761), e dove è collocato tutt’oggi. Questo busto ritratto, benché il genere sia davvero poco praticato a Napoli e in Campania, ha una bibliografia molto stringata, che si riduce alle menzioni di Di Marco (1992/1993 e 1997, 97) e alla scheda di Francesca Amirante (2001). Secondo la Amirante il ritratto sarebbe riconducibile alla società Caccavello/d’Auria, ipotesi che non pare percorribile per le evidenti divergenze stilistiche tra quella bottega, anchilosata sul linguaggio di Giovanni da Nola, e questo busto dalla fattura secca e tagliente, connotato da forti grafismi nelle linee della fronte rugosa e negli occhi espressivi, con le iridi disegnate e le pupille scavate. L’opera sembra invece derivare da una cultura non napoletana, e per ragioni non solo di maniera, ma anche di genere: se si pensa a qualche esempio di busto ritratto a Napoli più o meno coevo, bisogna ricorrere al Sannazaro del toscano Giovann’Angelo Montorsoli per la chiesa di Santa Maria del Parto di Mergellina (Laschke/Deramaix 1992), o al Giovan Battista Castaldo di Leone Leoni in San Bartolomeo a Nocera de’ Pagani (Zezza 1999); entrambi prodotti d’importazione, dunque. Il Marco Romano è un prodotto di qualità non eccellente, considerando anche la destinazione periferica e l’infelice collocazione a una ventina di metri d’altezza; parrebbe comunque sensato ascriverlo ad un artista esterno alla tradizione partenopea. | |
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Committente | Eletti della Città di Sessa | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | Sacco 1633, 32: “La possiede [una parte del demanio] per l’eredità avuta da Marco Romano, a cui ella non ingrata, ma più tosto ricordevole del suo benefattore, debitamente drizzò una marmorea statua nella sua piazza principale, dirimpetto alle due schuole, con l’iscrittione seguente in un fin marmo [...]”. De Masi 1761: “Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni a Piazza ritrovasi la statua di Marco de Romanis, con l’iscrizione che ne ricorda la donazione per il mantenimento dei medici”. | |
Bibliografia | Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 199-200, scheda n. 14.
Capasso 1876: Bartolommeo Capasso, “Le croniche de li antiqui ri del Regno di Napoli di D. Gaspare Fuscolillo”, Archivio Storico per le Province Napoletane, I, 1876, 35-81, 533-564, 621-648.
De Masi del Pezzo 1761: L. De Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell’Italia e delle loro principali città, Napoli 1761
Di Marco 1992/1993: G. Di Marco, “La donazione di Marco Romano”, Il mensile suessano, 10, 1992, nn. 103, 104, 1362-1366, 1383-1386; 11, 1993
Di Marco 1997: G. Di Marco, Sessa e il suo territorio, Minturno 1997, 97 Laschke/Deramaix 1992: Birgit Laschke, Marc Deramaix, "Maroni musa proximus ut tumulo. L’église et le tombeau de Jacques Sannazaro", Revue de l’art, 1992, 95, pp. 25-40. Sacco 1633: L. Sacco, Breve discorso historico di Lucio Sacco sovra l’antiche e moderne cose dell’antichissima Sessa Pometia sua patria, Napoli 1633
Zezza 1999: Andrea Zezza, “Giovan Battista Castaldo e la chiesa di Santa Maria del Monte Albino : un tondo di Raffaello, un dipinto di Marco Pino e un busto di Leone Leoni a Nocera de’ Pagani”, Prospettiva, 93/94, 1999, 29-41
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Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 08/08/2012 16:30:26 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:27:10 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/16 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Giovanni a Villa, Croce sagomata | |
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Materiale | tempera su tavola | |
Dimensioni | ||
Cronologia | primo quarto del '400 | |
Autore | ||
Descrizione | Questo crocifisso è realizzato su di una tavola lignea sagomata e dipinta a tempera, ed è conservato nella chiesa di San Giovanni a Villa di Sessa Aurunca. E' stato giustamente messo in stretta relazione con un altro Crocifisso dello stesso genere, di dimensioni leggermente maggiori, che si trova nella chiesa dei Gesuiti di Nola. Si tratta di opere di altissima qualità e precisione esecutiva, le cui figure sono caratterizzate da un'esasperata espressività e da un forte grafismo. Sulla croce sagomata di Sessa Aurunca, resa nota – come la sua gemella di Nola – da Scavizzi (1967, 23) non si hanno notizie storiche, né di committenza. Per Scavizzi si tratterebbe di un pittore di cultura meridionale sotto un possibile influsso senese, invece Abbate (1974, 500 e 507, nota 9) intravvede un legame coi pittori abruzzesi del tempo, e in particolare col Maestro di Piedimonte Matese, nel quale, secondo la Navarro (1987, 448), bisognerebbe intercettare la mano del giovane Perinetto da Benevento. De Marchi (1991, 128, nota 33) – seppur con cautela – ha accolto quest’identificazione della Navarro e ha inserito nel catalogo anche i due crocifissi. La Navarro, tornata sull’argomento nel 1993 (74, nota 18), ha ribadito la sua convinzione di sovrapporre il Maestro di Piedimonte Matese con Perinetto da Benevento, ma si è mostrata più dubbiosa in merito considerare le croci sagomate campane come parte del corpus dell’artista. Dall’altro lato Leone de Castris già nel 1988 (58-59, e 65 nota 35) ha proposto di avvicinare i crocifissi di Sessa e Nola all’opera del Maestro di Antonio e Onofrio Penna; ipotesi seccamente rifiutata da De Marchi (1991, 128, note 32 e 33) e dalla Navarro (1993, 74, nota 18). Infine Angiolillo (2004, 113, n. 28), tenendo presente il solo parere di Scavizzi e non il dibattito successivo, assegna la croce alla cerchia di Giovanni da Gaeta. | |
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Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Abbate 1974: Francesco Abbate, “La pittura in Campania prima di Colantonio”, in Storia di Napoli, IV.1, Cava de’ Tirreni 1974
Angiolillo 2004: Marialuisa Angiolillo, Giovanni da Gaeta "magister caietanus", Roma 2004
De Marchi 1991: Andrea De Marchi, “Andrea de Aste e la pittura tra Genova e Napoli all’inizio del Quattrocento”, Bolettino d’arte, 76, 1991, 113-130
Leone de Castris 1988: Pier Luigi Leone de Castris, “Il «Maestro dei Penna» uno e due, ed altri problemi di pittura primo quattrocentesca a Napoli”, in Scritti di storia dell’arte in onore di Raffaello Causa, Napoli 1988, 53-66
Leone de Castris 2000: Pier Luigi Leone de Castris, in La Croce. Dalle origini agli inizi del secolo XVI, a cura di Boris Ulianich, Napoli 2000, 118-119, scheda n. 28
Navarro 1987: Fausta Navarro, La pittura in Italia. Il Quattrocento, Milano 1987
Navarro 1993: Fausta Navarro, “Ferrante Maglione, Alvaro Pirez d’Evora ed alcuni aspetti della pittura tardogotica a Napoli e in Campania”, Bollettino d’arte, 78, 1993, 55-76
Scavizzi 1967: Giuseppe Scavizzi, “Nuovi appunti sul Quattrocento campano”, in Bollettino d’arte, 52, 1967, 20-29.
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Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 08/08/2012 16:07:39 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 11:37:13 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/14 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Castello, capitello reimpiegato come base | |
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Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sessa Aurunca, cortile interno del castello. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Il capitello è stato segato orizzontalmente in due tronconi, entrambi reimpiegati come basi di colonne. La superficie è fortemente dilavata e presenta numerose scheggiature. | |
Cronologia | Metà II sec. d.C. | |
Descrizione | Il capitello, segato orizzontalmente in due è analizzabile soprattutto nella parte inferiore dal momento che la superiore mostra più forti danneggiamenti. Il kalathos nella parte inferiore è formato da due corone di foglie d'acanto, che presentano lobi lanceolati e profondi e dritti solchi interni che delimitano le costolature. Le zone d'ombra poste tra i lobi hanno una forma triangolare. Ciò che rimane della parte superiore dei kalathos sono gli steli centrali che terminano nel fiore d'abaco e alcune parti delle volute e delle elici che nascono da caulicoli presenti nella prima parte del capitello. Il capitello è perfettamente confrontabile con quelli rinvenuti nello scavo del teatro di Sessa Aurunca che sono stati datati ad età antonina (sul teatro vd. soprattutto Cascella 2002). | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cascella 2002: Sergio Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca, Marina di Minturno 2002 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 08/12/2012 14:35:58 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:48:01 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/149 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, colonne e capitelli | |
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Collocazione attuale | Sessa Aurunca, all'interno del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Buono | |
Cronologia | II sec. d.C. | |
Descrizione | Nelle navate della chiesa sono reimpiegate numerose colonne in granito grigio Troadense, in marmo pavonazzetto e in un caso due fusti in cipollino e pavonazzetto sono assemblati per formare una unica colonna. Questi marmi erano utilizzati nella decorazione della scenae frons del locale teatro dal quale probabilmente furono spoliati (Cascella 2002, Cascella 2012). Alcuni capitelli antichi sono reimpiegati sulle colonne che separano le navate della chiesa. Si tratta di capitelli prodotti da una stessa officina e probabilmente provenienti da uno stesso edificio. A questi capitelli se ne aggiunge un altro reimpiegato sulla facciata della stessa chiesa. I capitelli interni del duomo presentano una doppia corona di foglie d'acanto piuttosto appiattite e caratterizzate da cinque lobi ognuno composto da quattro fogliette di forma lanceolata. Queste ultime presentano una costolatura centrale evidenziata da profondi solchi laterali. Le zone d'ombra tra i lobi sono di forma triangolare. Alle spalle delle foglie della corona inferiore nascono i caulicoli e da questi le volute e le elici accompagnate da calici di foglie d'acanto. Per il tipo di resa delle foglie d'acanto gli esemplari si possono datare tra l'età traianea e quella adrianea.
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cascella 2002: Sergio Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca, Marina di Minturno 2002 Cascella 2012: Sergio Cascella, "Uso e riuso dell'antico a Sessa Aurunca (Ce): il caso dei marmi del teatro romano", in L. Campanella, C. Piccioli (a cura di), Diagnosis for the Conservation and Valorization of Cultural Heritage, Atti del terzo convegno internazionale, Naples 2012, 62-84 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 05/01/2015 18:30:13 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:55:53 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/485 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, cripta, capitello con foglie d'acqua | |
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Collocazione attuale | Sessa Aurunca, reimpiegato nella cripta del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | L'abaco è fortemente frammentario. Si vede solo una porzione del capitello poiché esso è murato in una parete | |
Cronologia | Età paleocristiana | |
Descrizione | Il capitello presenta un kalathos composto da foglie d'acqua molto affusolate, solcate centralmente e gradualmente sporgenti verso l'esterno. Sopra questo si imposta un abaco sottile e semplicemente squadrato. Come confronto si possono citare due capitelli di Ostia che presentano una simile resa del motivo del kalathos e sono datati in età paleocristiana (Pensabene 1973, nn. 766 e 770). | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Pensabene 1973: Patrizio Pensabene, I Capitelli, Scavi di Ostia VII, Roma 1973. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 03/12/2012 14:02:00 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:38:42 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/89 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, frammenti di iscrizione | |
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Collocazione attuale | Sessa Aurunca, reimpiegati nel fianco meridionale del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Buono. | |
Cronologia | Età augustea | |
Descrizione | I blocchi visibili nella foto sono riferiti al lato meridionale esterno della cattedrale e conservano le seguenti iscrizioni: MID .S
Sullo stesso lato, non visibile nella foto sono presenti altri due blocchi che conservano la testimonianza di altre due lettere: S O
Presso il fianco settentionale si conservano altri tre blocchi con le seguenti iscrizioni: LIANVS .M E R(??) I(??)
Sulla facciata principale si conserva un blocco con: VIR
All'interno dell'edificio nella navata sinistra sono murati sei blocchi con scritto: M.MAEC M.MAEC F.AEM F.AEM EX E
Presso la navata destra altri tre blocchi con scritto: T LLI P.S
Le epigrafi presentano ancora i fori utili per l'inserimento delle lettere bronzee. Secondo Sergio Cascella (Cascella 2013, pp. 162-167) queste lastre decoravano la pavimentazione dell'antico foro della città, costituito da un lastricato in calcare locale. Le iscrizioni sono di due tipi: il primo è caratterizzato da lettere che corrono lungo il lato breve delle lastre e le lettere laterali sono in parte ricavate nei blocchi adiacenti, denotando, pertanto, un tipo di lavorazione a posteriori. Il secondo tipo è caratterizzato da lettere più piccole che corrono lungo il lato lungo della lastra. Oltre alle iscrizioni qui riportate e visibili nel Duomo ve ne sono altre riportate da De Masi (De Masi 1761, p. 180) e dal CIL (Mommsen 1883, n. 4743) attraverso le quali Cascella ricostruisce il dedicante in M. Maecius Aemilianus, il quale, in qualità di duovir, evidentemente dovette restaurare il pavimento del foro. Le iscrizioni infine erano doppie e dunque dovevano essere replicate in almeno due zone del foro. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cascella 2013: Sergio Cascella, "Matidia Minore, la Bibliotheca Matidiana e il Foro di Suessa (Sessa Aurunca - Ce): considerazioni preliminari allo scavo del cd. Aerarium", Oebalus, 8, 2013, 147-218
De Masi 1761: Tommaso De Masi Del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci… e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761 Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470. Villucci et alii 1983: A.M. Villucci et alii, La cattedrale di Sessa Aurunca: dal medioevo ai giorni nostri, Sessa Aurunca 1983 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 03/12/2012 14:10:46 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:58:20 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/92 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, lastra animata con un fregio vegetale e maschere teatrali | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Murata accanto al portale d'ingresso alla Cattedrale. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco (proconnesio) | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Resecata lungo i lati. Superficie consunta. | |
Cronologia | ||
Descrizione | Manca l'epistilio inferiore presente negli altri due esemplari. Resta la parte laterale destra di un rilievo decorato da una maschera tragica angolare e un fregio continuo con tralci di foglie di vite e grappoli d'uva, animati da una pantera. L'esemplare risulta identico ai due blocchi di trabeazione con epistilio, reimpiegati nel complesso della Cattedrale di Sessa, provenienti dal teatro romano. Il blocco in esame, evidentemente rinvenuto in condizioni frammentarie, fu ritagliato a mo' di lastra per consentire il recupero come rilievo sulla facciata del pronao. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Inedito. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 06/02/2013 20:05:37 | |
Data ultima revisione | 06/01/2019 18:15:44 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/238 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, pronao, colonne e capitelli | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Sessa Aurunca, presso la facciata del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Buono | |
Cronologia | Età imperiale | |
Descrizione | Nel portico antistante la facciata del duomo di Sessa Aurunca sono reimpiegate diverse colonne in granito Troadense, lo stesso utilizzato nel teatro dell'antica Suessa (Cascella 2012), uno in marmo bardiglio, mentre due fusti in pavonazzetto e africano provengono sicuramente dal teatro (Cascella 2012, p. 79). Sulla colonna in marmo bardiglio è reimpiegato un capitello, che presenta una doppia corona di foglie d'acanto piuttosto appiattite e caratterizzate da cinque lobi ognuno composto da quattro fogliette di forma lanceolata. Queste ultime presentano una costolatura centrale evidenziata da profondi solchi laterali. Le zone d'ombra tra i lobi sono di forma triangolare. Alle spalle delle foglie della corona inferiore nascono i caulicoli e da questi le volute e le elici accompagnate da calici di foglie d'acanto. Per il tipo di resa delle foglie d'acanto l'esemplare si può datare tra l'età traianea e quella adrianea. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cascella 2012: Sergio Cascella, "Uso e riuso dell'antico a Sessa Aurunca (Ce): il caso dei marmi del teatro romano", in L. Campanella, C. Piccioli (a cura di), Diagnosis for the Conservation and Valorization of Cultural Heritage, Atti del terzo convegno internazionale, Naples 2012, 62-84 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 05/01/2015 18:06:52 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:54:17 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/484 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, pronao, rilievo con Hermes | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Murato sulla facciata del pronao duomo di Sessa Aurunca, in posizione centrale. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco (pentelico) | |
Dimensioni | h 0,40; lungh. 0,48. | |
Stato di conservazione | Ritagliato in basso e sul lato destro. In parte scheggiato. | |
Cronologia | Fine II secolo d. C. | |
Descrizione | Rilievo frammentario di tipo neoattico. Resta la parte superiore di un rilievo arcaizzante raffigurante Ermes, di profilo, che indossa una tunichetta sfrangiata che lascia le braccia scoperte. Reca nella mano destra il caduceo, attributo tipico della divinità. Il rilievo, di tradizione neoattica, rientra nella rappresentazione della media età imperiale con il corteo di divinità, tra cui il dio con in mano il caduceo o un fiore di loto, con accanto le ninfe (Zagdoun 1989, p. 93 s.). Un rilievo analogo, anche per il taglio dovuto alla rilavorazione nella lunetta di un portale, è noto al Metropolitan Museum di New York. Materiali del genere costitutiscono solitamente l'arredo delle ville d'epoca imperiale. L'iconografia del dio ha suggerito la costruzione della basilica romanica sulle rovine di un tempio in onore di Mercurio, dato non riscontrato dallo scavo archeologico che invece ha rilevato tracce di pavimentazioni antiche, forse pertinenti a domus romane. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | De Franciscis 1979: A. De Franciscis, Sculture di età romana a Suessa Aurunca, Studia Suessana. Contributo alla storia di Sessa Aurunca, 1979, 22 tav. VIII fig. 15
De Masi 1761: Tommaso De Masi Del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci… e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761, 179 Noehles 1962: K. Noehles, Zur Wiederverwendung antiken Spolienmaterials an der Kathedrale von Sessa Aurunca, 95 figg. 64-65
Zagdoun 1989: M. A. Zagdoun, La sculpture archaïsante dans l’art hellénistique et dans l’art romain du Haut-Empire, Paris 1989 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 03/12/2012 13:54:02 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:05:10 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/87 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, pronao, soffitto d'architrave con motivi vegetali | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Il frammento è murato nella facciata del pronao del duomo, in una posizione molto elevata da non permettere un'analisi stilistica accurata. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco (proconnesio) | |
Dimensioni | Non rilevate | |
Stato di conservazione | Il blocco è stato ruotato di 90 gradi rispetto all'assetto antico, per consentirne l'uso come rilievo. | |
Cronologia | Metà del II secolo d. C. | |
Descrizione | Resta la metà di un soffitto di architrave d'epoca romana. Il blocco presenta una decorazione a foglie di quercia raccolte da un nastro, delimitato da un kyma lesbio. La tipologia del pezzo e lo stile dei rilievi rimanda ad un edificio pubblico, della seconda metà del II secolo d. C., dove era impiegato come soffito. Venne reimpiegato nel XIII secolo con una funzione decorativa, esaltando il rilievo antico, secondo una pratica comune alle botteghe romaniche, che rifunzionalizzavano marmi antichi modificando la funzione antica. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Inedito. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 03/12/2012 13:58:17 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:11:18 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/88 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Cattedrale, soffitto di architrave | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Reimpiegato come architrave nel portale principale del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco, proconnesio | |
Dimensioni | h 0,80; lung. 3,00 | |
Stato di conservazione | Visibile solo la fronte e la parte sottostante. Scheggiato in superficie | |
Cronologia | Primi decenni del II sec. d. C. | |
Descrizione | Trabeazione animata con un fregio vegetale e maschere teatrali. Trabeazione di cui si conserva il fregio decorato in alto da una serie di tralci di vite e grappoli, animati da protomi di pantere disposte simmetricamente ai lati di un kantharos centrale, decorato nella parte inferiore e superiore da una serie di baccellature. Il fregio è delimitato da due maschere teatrali, una maschile e una femminile, poste ai lati, dove sono sorrette da due giovani puttini. Un listello al di sotto lo separa dall'epistilio decorato da un kyma lesbio, una fila di astragali e perline, una semplice fascia modanata e da uno sguscio decorato da una cimasa di foglie d'acanto. Fine e raffinato, l'architrave fu ritenuto da de Franciscis parte della decorazione della scena del teatro romano di Sessa, all'epoca non ancora indagato. I recenti scavi hanno contribuito a confermare la provenienza del marmo da quest'edificio, insieme ad un altro esemplare integro recuperato in tempi recenti sul portale di ingresso alla vicina Curia arcivescovile, e ad una lastra di rivestimento frammentaria reimpiegata nel paramento del pronao della cattedrale (un quarto esemplare, perduto, fu visto nella cripta ma se ne sono perse le tracce). Questi oggetti sono frutto di un progetto di restauro del teatro romano, realizzato all'indomani del | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cascella 2012: S. Cascella, M. Grazia Ruggi D’Aragona, Memorie Suessane di Matidia: Suessa, città territorio dagli Aurunci ell’età romana, Oxford 2012 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 03/12/2012 14:05:19 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:12:21 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/90 |
Oggetto | Sessa Aurunca, cippo con iscrizione | |
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Luogo di reimpiego | ||
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | ||
Prima attestazione | ||
Materiale | ||
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | ||
Cronologia | ||
Descrizione | Attualmente collocato in posizione libera nel cortile di palazzo Di Transo | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | ||
Data di compilazione | 07/12/2012 20:17:19 | |
Data ultima revisione | 08/12/2012 12:40:25 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/144 |
Oggetto | Sessa Aurunca, cippo con iscrizione CIL, X, 4752 | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo. | |
Prima attestazione | XVII secolo. | |
Materiale | Calcare | |
Dimensioni | alt.: cm 133 larg.: cm 65.50 spessore: cm 58 altezza lettere: cm 2-5,5 | |
Stato di conservazione | ||
Cronologia | 328 d.C. / 333 d.C. | |
Descrizione |
Testo (da Camodeca): "Q(uinto) Fl(avio) Messio Egnatio / Lolliano, v(iro) c(larissimo), / q(uaestori) k(andidato), praet(ori) urbano, / auguri publico p(opuli) R(omani) / Quiritium, comiti / dd. (dominorum) nn. Aug(ustorum) et Caesarum, curatori albei Tiberis / et cluacarum sacre urbis, / curatori operum publico/rum, consulari aquarûm / et Minuciae, consulari / Campaniae, / ordo populusque / Suessanus". | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | Sacco 1640, p. 8v: "il seguente, ritrovato pochi anni sono da Monsignor Vescovo, sotto il Campanile del’antico Tempio di S. Silvestro, e trasportato poi nel sindicato di Erasmo di Paolo, Leone Cirelli, e Lucio Marchesi l’anno 1638 nella Piazza del Trofeo, ed ivi con altri Marmi posto di loro ordine, con lettere intiere.." | |
Bibliografia | Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.
Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.
Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Allegati | ||
Link esterni | Scheda di G. Camodeca nel database epigrafico EAGLE: http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR115525 | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 04/12/2012 18:38:22 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:51:07 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/101 |
Oggetto | Sessa Aurunca, cippo con iscrizione CIL, X, 4763 | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo, dove venne trasferito a metà XVI secolo. Prima era enlla chiesa di Sant'Eustachio. | |
Prima attestazione | 1489-1495: descritta da Fra Giocondo nella chiesa di Sant'Eustachio. | |
Materiale | Calcare | |
Dimensioni | alt.: cm 105.50 larg.: cm 55 spessore: cm 61 altezza lettere: cm 2,7-6,5 | |
Stato di conservazione | ||
Cronologia | 328 d.C. / 333 d.C. | |
Descrizione | Si tratta di un cippo funerario con iscrizione CIL, X, 4763. Testo (da Camodeca): "D(is) M(anibus) s(acrum). / Iulia Firma / sita tumulo / quae commune / torum servavit cas/ta mariti et fidei ple/na pietate nobili vixit / subrepta est oculis / iuvenis fato dictan/te iniquo. Mocimus / Sabinae Augusti /sororis lib(ertus), tabul(arius), / coiugi / b(ene) m(erenti) f(ecit)". | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | Il cippo, adesso nella sistemazione della fontana d'Ercole, era un tempo nella porta del trofeo, dove venne trasferito a metà XVI secolo. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.
Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.
Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Allegati | ||
Link esterni | Scheda di G. Camodeca nel database epigrafico EAGLE: http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR115524 | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 04/12/2012 18:16:02 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:53:08 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/100 |
Oggetto | Sessa Aurunca, cippo con iscrizione CIL, X, 4767 | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Attualmente murata all'esterno del Seggio di San Matteo, anticamente attestata “in foro”. | |
Prima attestazione | 1607: Capaccio 1607, p. 235. | |
Materiale | Calcare | |
Dimensioni | alt.: cm 130 larg.: cm 60 altezza lettere: cm 4,5-7 | |
Stato di conservazione | il cippo è fratto orizzontalmente | |
Cronologia | 101 d.C. / 200 d.C. | |
Descrizione | Si tratta di un cippo funerario con coronamento curvilieno e campo epigrafico incassato entro una cornice. Testo (da Stefanile): "D(is) M(anibus) s(acrum) / L(ucio) Domitio / Iusto / Firidia Naice̲ / coniugi ben(e) / m(erenti) f(ecit)". | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | Attualmente murato all'esterno del Seggio di San Matteo, anticamente attestato “in foro”. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237. De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761. Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221. Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Idem, Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470. Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633. Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Allegati | ||
Link esterni | Scheda di M. Stefanile nel database epigrafico EAGLE: http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR112174 | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:18:10 | |
Data ultima revisione | 14/11/2016 12:48:43 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/99 |
Oggetto | Sessa Aurunca, lapide con iscrizione CIL, X, 4756 | |
---|---|---|
Collocazione attuale | L'iscrizione è murata in facciata della chiesa di San Matteo. | |
Prima attestazione | 1489-1495: trascritta da Fra Giocondo. | |
Materiale | marmo | |
Dimensioni | alt.: cm 140 larg.: cm 112 altezza lettere: cm 9-11 | |
Stato di conservazione | manca la porzione superiore | |
Cronologia | 122 d.C. | |
Descrizione | Testo: “... [pa]RTHICI.FIL /DIVI.NERVAE.NEP / TR.AIANI.HADRIANI / AVG.PONTIF.MAX / TRIB.POT.VI.COS.III / VIAM.SVESSANIS / MVNICIPIBVS / SVA.PEC.FEC.” | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | La lastra è descritta dagli epigrafisti di XV e XVII in connessione con il Seggio di San Matteo. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | Trascritta da Fra Giocondo (“Suessae ante ecclesiam S. Matthaei ante sessionem”), da Antonio Augustin (“al seggio grande”), Smetio, Pighio, Ligorio (Torino 16), Matal (Vat. Lat. 6039 f. 353v da Budé). A stampa in Capaccio 1607, p. 233; Sacco 1633 p. 15; Sacco 1640 p. 22; De Masi del Pezzo p. 155 [76]; Granata 1766, II, p. 192. | |
Bibliografia | Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237. De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761. Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221. Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Idem, Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.
Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Allegati | ||
Link esterni | Scheda M. Stefanile nel database epigrafico EAGLE: http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR112242 | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:07:24 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:02:49 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/97 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Benedetto, capitello di lesena | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sessa Aurunca, il capitello è murato all'esterno della chiesa di San Benedetto. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Spezzato poco sotto l'inizio della colonna. La lastra conserva solo la parte superiore del bordo originario. Sul collarino è presente una scheggiatura | |
Cronologia | Età augustea | |
Descrizione | La lastra presenta una parte liscia al centro della quale campeggia una lesena liscia e un capitello a sofà, formato da un collarino a sezione semicircolare e un kalathos composto da un nastro a sezione concava che terminano in due volute laterali e creano una sorta di lira, e un motivo fitomorfo centrale, forse un fiore di loto. Come confronto per questo capitello, che doveva comporre parte della decorazione di un monumento funerario, si possono citare un esemplare del Museo Nazionale Romano, di qualità, tuttavia, estremamente maggiore (MNR I, 11, pp. 21-22, n. 36 (A. Gallottini)) ed uno di Ostia (Pesanbene 1973, n. 672), databili in età augustea. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | MNR I, 1-11: A. Giuliano (a cura di), Museo Nazionale Romano. Le sculture, I, 1-11, Roma 1979-1991.
Pensabene 1973: Patrizio Pensabene, Scavi di Ostia, VII. I capitelli, Roma 1973. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 05/12/2012 16:43:32 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:40:26 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/108 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Domenico, cippo con iscrizione CIL, X, 4753 | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Il cippo iscritto è incastonato alla base dello spigolo del vecchio campanile di San Domenico. | |
Prima attestazione | 1633: Lucio Sacco 1633, p. 54, e poi in Sacco 1640, p. 76. | |
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | h. 1,33; lung. 0,73 | |
Stato di conservazione | La base è murata in uno spigolo dell'edificio e per questo due delle quattro facce non sono visibili. Sono presenti diverse scheggiature negli angoli e negli spigoli. | |
Cronologia | Seconda metà del III sec. d.C. | |
Descrizione | L'iscrizione riporta: C(aio) Lievrio Tran quillio tocio soimo con svlari vi ro et patri cio ordo spl endidissimus svessan. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometiae, Napoli 1633. Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. De Masi 1761: Tommaso De Masi Del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci… e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761, p. 171 [86]
Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, p. 193
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, p. 468, n. 4753. | |
Allegati | ||
Link esterni | È presente la scheda di Giuseppe Camodeca sul portale web EAGLE: http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=&provinz=&land=&fo_antik=&Bibliografia=&Testo=tranquillio&booltesto=AND&Testo2=&bool=AND&ordinamento=id_nr&javasi=javascriptsi&se_foto=tutte&lang=ita | |
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 03/12/2012 16:18:50 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:52:40 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/94 |
Oggetto | Sessa Aurunca, San Matteo, frammento di trabeazione dorica | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sessa Aurunca, murato sulla facciata laterale della chiesa di San Matteo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Il blocco è probabilmente integro su tre lati mentre è spezzato sul lato destro. Forti scheggiature sono presenti nell'angolo sinistro alto così come sulla metopa centrale. Il capitello risulta quasi interamente illeggibile. | |
Cronologia | Età tardo repubblicana | |
Descrizione | Il blocco di forma rettangolare presenta nella zona inferiore una parte liscia a fianco della quale si pone un capitello corinzio composto da una corona di foglie d'acanto dai lobi arrotondati, uno degli originari due caulicoli nascente dietro di essi da cui si sviluppa la voluta e l'elice. Il capitello di lesena sorregge un fregio dorico, realizzato a rilievo nello stesso blocco, composto da due triglifi e due metope. La metopa di destra è quasi interamente spezzata ma si riesce a vedere un volto umano posto di profilo e rivolto verso sinistra. La seconda metopa rappresenta, invece, un cespo d'acanto composto da due foglie rivolte verso l'alto e pendenti all'esterno mentre altre due foglie sono rivolte verso il basso. Dal cespo d'acanto, un po' come accade per i capitelli corinzieggianti, crescono due steli che si attorcigliano a spirale verso l'esterno e terminano in un fiore. Questo tipo di metope non sono attestate su altri esemplari di fregi dorici, i quali solitamente sono diffusi in età tardo-repubblicana e sono utilizzati nella decorazione di monumenti funerari (su questi fregi vd. Maschek 2012). | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Maschek 2012: Dominik Maschek,Rationes decoris. Aufkommen und Verbreitung dorischer Friese in der mittelitalischen Architektur des 2. und 1. Jahrhunderts v. Chr., Wien 2012. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 03/12/2012 16:56:10 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:02:04 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/95 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Santa Maria del Piano, blocco con cornice modanata | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sessa Aurunca, murato alla base di uno spigolo del vecchio campanile di Santa Maria del Piano. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Gli angoli presentano diverse scheggiature ma in generale ben conservato | |
Cronologia | ||
Descrizione | Il blocco, di forma rettangolare, presenta un campo centrale liscio circondato da una cornice modanata molto semplice, composta da una gola dritta e uno spesso listello lisco. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 05/12/2012 13:34:44 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:32:52 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/102 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Santa Maria del Piano, blocco con incassi quadrati | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sessa Aurunca, reimpiegato alla base della muratura perimetrale superstite della chiesa di Santa Maria del Piano. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | La superficie presenta diverse abrasioni mentre i bordi sono fortemente scheggiati | |
Cronologia | ||
Descrizione | Il blocco, di forma rettangolare, presenta due grossi e simmetrici incassi di forma quadrata in cui è inscritto un secondo incasso sempre di forma quadrata. Potrebbe trattarsi di incassi per un torcularium, utilizzato per la produzione di vino o olio (sui torcularia reimpiegati in area campana vd. Palmentieri 2008). | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, "Conoscenza e riuso dell’antico nel medioevo: torcularia d’età romana nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti", Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-97. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 05/12/2012 13:38:24 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:33:44 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/103 |
Oggetto | Sessa Aurunca, sarcofago | |
---|---|---|
Luogo di reimpiego | ||
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | ||
Prima attestazione | ||
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | ||
Cronologia | ||
Descrizione | Attualmente collocato nel cortile del palazzo Di Transo pezzo non di reimpiego | |
Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | ||
Data di compilazione | 07/12/2012 20:20:59 | |
Data ultima revisione | 31/01/2013 14:57:42 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/145 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Seggio di San Matteo, CIL, X, 4748 | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Dispersa. | |
Prima attestazione | 1489-1495: trascritta da Fra Giocondo. | |
Materiale | ||
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | ||
Cronologia | ||
Descrizione | Testo (da Mommsen 1883, p. 467): “IMP.CAES./ L. SEPTIMIO/ SEVERO.PERTI/NACI AVG.PIO.P.P. / SVESSANI”. | |
Immagine | ||
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | Nel Seggio di San Matteo. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | Forse identificabile con il cippo visibile nel disegno del Seggio di San Matteo di A.M. Chenavard (1817). | |
Rilievi | ||
Fonti e documenti | Trascritta da Fra Giocondo (“Suessae ante ecclesiam S. Matthaei ad sessionem”), Antonio Augustin (scrive di averla vista ma non trascritta), Smetio, Panvinio, Matal (Vat.Lat. 6039, f. 25 da Budé). A stampa in Capaccio 1607, p. 233; Sacco 1633, p. 67; Sacco 1640, p. 105. | |
Bibliografia | Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237. De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761. Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221. Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.
Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:14:40 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:48:33 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/98 |
Oggetto | Sessa Aurunca, Seggio di San Matteo, cippo con iscrizione CIL, X, 4744 | |
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Collocazione attuale | Il cippo è reimpiegato all'esterno del Seggio di San Matteo. | |
Prima attestazione | 1489-1495: trascritta da Fra Giocondo. | |
Materiale | Calcare | |
Dimensioni | alt.: cm 114 larg.: cm 64 altezza lettere: cm 3-6 | |
Stato di conservazione | tracce di rilavorazione. Mancano frammenti delle cornici superiore e inferiore. | |
Cronologia | 139 d.C. / 161 d.C. | |
Descrizione | Testo: “MATIDIAE / AVG.FIL.DIVAE / MARCIANAE.AVG /NEPTI.DIVAE.SABINAE /AVG.SORORI /IMP. ANTONINI /AVG.PII.P.P.MATERERE (sic) /MINTVRNENSES /D.D.”. | |
Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | Descritta nel Seggio di San Matteo. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | Trascritta da Fra Giocondo (“ante ecclesiam S. Matthaei apud Sessionem”) e Antonio Augustin (“nel seggio grande”). Presente anche nelle sillogi di Bembo, Marcanova, Smetio, Pighio, Manuzio, Ligorio. Cfr. Mommsen 1883, pp. 466-467. | |
Bibliografia | Capaccio 1607: Giulio Cesare Capaccio, “Formiae, Minturnae, Sinuessa, Suessa, Linternum”, in Historia Neapolitana, (Neapoli 1607) ed. Napoli, suntibus Joannis Gravier, 1771, II, 226-237.
De Masi Del Pezzo 1761: Tommaso de Masi del Pezzo, Memorie istoriche degli Aurunci antichissimi popoli dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa, Napoli 1761.
Granata 1763: Francesco Granata, Ragguaglio istorico della fedelissima città di Sessa dalla sua antica fondazione sino all'anno MDCCLXIII, [Napoli 1763], poi in Storia sacra della Chiesa metropolitana di Capua, Napoli 1766, II, 187-221.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Suessa", in Corpus Inscriptionum Latinarum, X, Berolini 1883, 467-470.
Sacco 1633: Lucio Sacco, Breve discorso historico... sovra l'antiche e moderne cose dell'antichissima Sessa Pometia, Napoli 1633.
Sacco 1640: Lucio Sacco, L'antichissima Sessa Pometia. Discorso istorico di D. Lucio Sacco suo cittadino, Seconda inpressione, Napoli, appresso Ottauio Beltrano, 1640. | |
Allegati | ||
Link esterni | Scheda di M. Stefanile nel database epigrafica EAGLE: http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?id_nr=EDR112173 | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/12/2012 17:03:31 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 12:50:10 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/96 |
Oggetto | Sessa Aurunca, soffitto d'architrave | |
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Collocazione attuale | Reimpiegato come architrave nel portale del palazzo episcopale presso il duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Resecata lungo i lati. Superficie consunta. Manca l'epistilio inferiore presente negli altri due esemplari sessani | |
Cronologia | II secolo d. C. | |
Descrizione | Visibile solo la fronte e la parte sottostante. Al centro della cornice reca un tassello di restauro antico, evidentemente perduto in seguito al riuso. Presenta una frattura obliqua sul lato sinistro. Scheggiato sul margine destro. Simile all'esemplare impiegato sul portale d'ingresso della cattedrale, se ne differenzia per la superficie del kalathos liscia. Dal punto di vista stilistico quest'esemplare si caratterizza per un maggiore uso del trapano per delineare la peluria dell'animale e i tratti della capigliatura delle maschere. Il blocco era in origine posizionato su una porta di ingresso, che metteva in comunicazione il duomo con l'episcopio. | |
Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cascella 2012: S. Cascella, M. Grazia Ruggi D’Aragona, Memorie Suessane di Matidia: Suessa, città territorio dagli Aurunci ell’età romana, Oxford 2012 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Angela Palmentieri | |
Data di compilazione | 03/12/2012 14:07:15 | |
Data ultima revisione | 23/11/2016 13:09:49 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/91 |
Nome | Sessa Aurunca | |
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Status amministrativo | Comune | |
Estensione del territorio comunale | 162 kmq c.a | |
Popolazione | 21.840 (ISTAT 2015) | |
Musei | Museo civico archeologico; Museo capitolare | |
Archivi | Archivio storico del comune; Archivio storico diocesano | |
Biblioteche | Biblioteca Comunale; Biblioteca Diocesana | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Citta/3 |