NomeAriano Irpino
TipoCittà
Luogo superioreCAMPANIA
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OggettoAriano Irpino, Duomo
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualeSanta Maria Assunta
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

988 data tradizionale di fondazione 

1502-1512 ricostruzione della facciata

1736 nuovo rifacimento dell'edificio

Autore
Committente
Famiglie e persone

Donato de Laurentiis, vescovo di Ariano Irpino (1563-1584)

Descrizione

La facciata è in pietra arenaria detta di Roseto, la Vergine al centro, accompagnata a destra da Sant’Ottone e a sinistra da Sant’Elziario, con relative iscrizioni (trascritte da Vitale). Sulle porte gli scudi de Hippolitiis, sulla facciata armi Carafa e Carafa-Orsini, sul timpano quelle del vescovo Bonilla.

L’altare maggiore, barocco, fu fatto dal vescovo Sanchez de Luna.

Il coro dovrebbe essere quello della chiesa di San Francesco distrutta nell’80.

Il battistero è del ’600, fatto dal vescovo Ridolfi. L’arco di pietra fu pagato con 300 ducati offerti dalla popolazione (ci sono le armi della città sulle basi) per la cappella di Sant’Ottone, poi riformata nel 1769 e trasportato in quest’ambiente. Il fonte battesimale ricorda che il vescovo Meinardo lo fece trasportare nel 1070 dalla chiesa di Sant’Ermolao al Duomo.

Cappella di Sant’Elziario. Già conte di Ariano (marito della beata Delfina), fu canonizzato nel 1371 ed eletto secondo patrono della città (anche il servizio della cappella era pagato dagli eletti [c’è almeno un atto del 1648]). L’altare era dal 1760 nella chiesa domenicana nella cappella del santo eponimo, e cacciati i domenicani nel 1807 fu posto qui, danneggiato nel 1930 e restaurato.

Cappella del Sacramento. Sede dell’omonima confraternita dal 1543, poi aggregata a quella sempre omonima della Minerva a Roma, aveva una pala di Marco Pino, probabilmente distrutta nel 1613.

Nella navata destra c’è l’arme del vescovo Tipaldi con iscrizione che narra tutte le vicissitudini del duomo per i vari terremoti.

Immagine di Santa Maria del Parto. Nel 1470 Giacomo Porfida (1470-1480) appose sulla porta della tesoreria una pala della Vergine col bambino in trono (e sopra un’annunciazione). Nel 1590 il dipinto miracolosamente scampò alle fiamme di un incendio, e le sante visite del vicario Marcantonio Conditiis (1591) e del cardinal Ridolfi (1613) parlano del processo per l’autenticità del miracolo (cfr. Vitale 1794, p. 224).

La tesoreria, già Cappella Carafa. Probabilmente molto ricca d’oggetti, fu argomento di contrasto tra il vescovo Paolo de Brachiis (1481-1497) e il parlamento cittadino che chiese al re un curato idoneo alla gestione. La struttura dove oggi si trova era la cappella voluta dal vescovo Carafa, con le reliquie dei cranii dei santi Nereo e Achilleo donate da Paolo IV. Trovarono posto i corpi del padre Giovan Francesco duca di Ariano, e il suo, destinato a essere posizionato sotto una lastra terragna da porre sotto all’arco di accesso alla Cappella di Sant’Ottone. Questo episodio di Diomede che si appropria del santo di Ariano ricorda quello di Oliviero con San Gennaro nel duomo di Napoli; egli viene posizionato nel passaggio verso il luogo di culto principale come nella Cappella del Crocifisso in San Domenico. Nel 1664 in questa cappella fu posta la tesoreria dal Luis Morales (1659-1667), murando l’arco di accesso alla Cappella di Sant’Ottone. La tesoreria fu riadornata nel 1793, ma i napoleonici nel 1799 rubarono tutti i reliquiari, tranne la statua in argento di Sant’Ottone (riscattata con denaro), l’ostensorio di Vannelli del 1452 (cfr. anche Catello 1974).

Cappella di Sant’Ottone. Il santo morì nel 1127, si approntò una tomba per il culto di massa, ma il corpo fu trasferito a Benevento nel 1220 per paura delle incursioni saracene. Del ritorno, molto difficile a quanto pare, si interessarono Alfonso I e il cardinal Cerdano, e per quell’occasione la cappella dovette essere rinnovata. Continue donazioni della comunità arianese ne permisero l’arricchimento (nel 1528 dodici ducati di rendita, nel 1585 l’altare nuovo, oggi nel battistero, e nel 1769 il nuovo altare). La statua fu commissionata a Benevento dal vescovo cardinal Ridolfi (reca dedica e data 1618).

Il campanile, completato nel 1309 con la chiesa, venne distrutto nel sisma del 1456. Su interessamento della comunità nel 1492 un donativo al vescovo lo spronava alla riedificazione, ma forse bisogna aspettare fino al 1530, quando Diomede Carafa stipula un contratto per i lavori con maestri della famiglia Mastracchio da Cerreto (pubblicato e trascritto da Vitale 1794, p. 413). Probabilmente danneggiato ben presto (per provvedimenti di restauro del 1577) fu raso al suolo dal sisma del 1732, e riedificato nell’800.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Cattedra vescovile (1563) fatta realizzare da mons. Donato de Laurentiis

Storia e trasformazioni

La principale fonte per la Cattedrale è il manoscritto di Emerico Pisapia, che non esplicita fonti né pone note, ma riferisce fatti puntuali e spesso allude a documenti, quindi parrebbe attendibile.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta fu fondata nel 988 (o nel biennio successivo) per poi essere distrutta da Manfredi nel 1255, quando saccheggiò la città rimaste fedele al papa. Carlo I d’Angiò la ricostruì, e i lavori si conclusero nel 1309, ma i terremoti del 1349 e del 1456 compromisero molto la struttura. Il vescovo Orso Leone (1449-1470) iniziò la riforma dell’edificio con sussudi pontifici e del capitolo, che si concluse sotto il successore Giacomo Porfida (1470-1480). I vescovi Niccolò de Ippolitis (1499-1511) e Diomede Carafa dei duchi di Ariano (1511-1560[?]) costruirono la facciata, come ricordano ivi due iscrizioni (una con la data di inizio dei lavori nel 1502, e un’altra con quella di conclusione nel 1512), e il secondo atrio meridionale, distrutto dal terremoto del 1732, di cui rimane solo il portale minore.

Il terremoto del 1688 danneggiò ancora il tempio, che fu rialzato dal vescovo spagnolo Giovanni Bonilla (1689-1696), con sovvenzioni anche da Innocenzo I, e lo stesso prelato dovette intervenire dopo il sisma del 1694, mentre minori furono i danni di quello del 1702, sotto il vescovo Giacinto della Calce. Devastante fu il sisma del 1732: il vescovo Filippo Fittipaldi (1717-1748) fu costretto a traslocare nel convento cappuccino e la curia fu installata in una capanna della piazza, mentre la cattedrale veniva riformata in stile barocco e conclusa nel 1736. Tutta la navata destra e le corrispettive cappelle furono invece riformate dal vescovo Domenico Russo (1808-1837). Alcuni restauri furono portati avanti dal vescovo Andrea d’Agostino nel 1895-1896, ma un’altra scossa del 1905 rese il duomo inagibile per più di un anno. Il terremoto del 1930 causò la caduta della volta del presbiterio e del transetto, dell’altare di Sant’Elziario, del Battistero e della parte superiore destra della facciata. Danni ha causato anche il terremoto del 1980.

Eccezionali accadimenti in cattedrale furono le constitutiones di re Ruggiero, convocate ad Ariano nel 1040 e la promulgazione del Concilio di Trento nel 1564 da parte del vescovo Donato de Laurentiis (1563-1584).

Note
Fonti iconografiche

Pacichelli 1703.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Capriglione 2014: Francesco Capriglione, Un vescovo tra i roditori. Donato de Laurentiis (± 1510-1584), Foggia 2014

 

Marchese 2007: Paola Marchese, "Ariano Irpino, cattedrale", in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania, ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 36-39.

 

Muollo 2007: La Cattedra del vescovo De Laurentiis e la ricollocazione nella cattedrale di Ariano Irpino, a cura di Giuseppe Muollo, Napoli 2007

 

Pacichelli 1703: Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703.

 

Pisapia 2000: Emerico Pisapia, Il Duomo di Ariano [post 1934 ante 1956], Generoso Procaccini, Napoli 2000.

 

Ughelli 1721: Ferdinando Ughelli, “Ariani episcopi”, in Italia sacra, cura et studio Nicola Coleti, tomo VIII, Venetiis 1721, coll.  212-224.

 

Vitale 1794: Tommaso Vitale, Storia della regia città di Ariano e sua diocesi, nella stamperia Salomoni, in Roma 1794.

Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione30/05/2012 13:21:47
Data ultima revisione21/12/2018 15:44:50
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/11
OggettoAriano Irpino, seggio
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attuale(distrutto)
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Dall'incisione di Pacichelli il seggio appare come un edificio caratterizzato da un passaggio voltato a botte (di cui si intravvede l'interno) e da un piccolo corpo aggiunto sul lato destro.

Iscrizioni

Una lapide era murata nel pavimento del seggio nel 1601, a ricordo della costruzione di una cappella nel carcere a opera del governatore Francesco Antonio Salinas: “ D.O.M. / FRANCISCVS ANTONIVS SALINAS V.I.D. / REGIVS ARIANI GVBERNATOR / AD DEI CVLTVM ET CARCERATORVM COMMODVM / SACELLVM HOC AERE SVO / FACIVNDVM CVRAVIT / ANNO DOMINI 1602 / IDIBVS IANVARII” (Vitale 1794, p. 179).

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

In occasione di alcuni tumulti popolari, nel 1738 nel seggio “di piazza” viene collocato un grande trono con il ritratto di Carlo di Borbone attorniato da ceri accesi (Vitale 1794, p. 172).

Note
Fonti iconografiche

Il seggio è raffigurato nella veduta di Ariano pubblicata nel 1703 da Pacichelli, dove è identificato anche in legenda con la lettera "D".

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.

 

Pacichelli 1703: Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici provincie […], Parte prima, in Napoli, nella Stamperia di Michele Luigi Mutio, 1703.

 

Vitale 1794: Tommaso Vitale, Storia della città di Ariano e sua diocesi, in Roma 1794, nella Stamperia Salomoni.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione20/03/2013 17:59:17
Data ultima revisione20/12/2018 16:28:12
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/359
OggettoAriano Irpino, Duomo, Cattedra
Materialepietra di Roseto
Dimensioni
Cronologia1563
Autore
Descrizione

La cattedra fu realizzata attraverso l'assemblaggio di quattro lastre di pietra che compongono lo scanno, la spalliera e i braccioli. La composizione architettonica e scultorea riprende quella di una struttura di stile tardo gotico. In particolare i due pannelli laterali presentano negli angoli un doppio registro di pilastrini quadrangolari con decorazione terminale, che inquadrano una versione stilizzata e goticizzante di una nicchia conchigliata. Al centro della nicchia di uno dei due lati è incisa una lunga iscrizione che celebra il committente. La spalliera è decorata con un doppio motivo di scanalatura con estremi semicircolari. La spalliera culmina nel cappello vescovile da cui diparte l'iscrizione con la data 1563 e lo stemma del committente. 

Il pannello sottostante il profilo presenta una decorazione a intaglio di derivazione catalana, che ritroviamo in diversi palazzi quattrocenteschi a Napoli e negli altri centri del Regno, come Fondi e Carinola. Un simile motivo scolpito nel legno ricorre sul portale di Santa Maria dei Lattani di inizio Cinquecento.

Immagine
CommittenteDonato De Laurentiis
Famiglie e persone

Donato De Laurentiis, vescovo di Ariano Irpino (1563-1584)

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

La cattedra fu commissionata dal vescovo di Ariano Donato De Laurentiis nell'anno del suo insediamento nella Diocesi per la Collegiata di San Michele, dii cui era abate. La cattedra fu gravemente danneggiata quando con il terremoto del 1930 la chiesa crollò. Dopo il restauro del 2007, la cattedra è stata collocata sull'altare maggiore della cattedrale di Ariano.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Capriglione 2014: Francesco Capriglione, Un vescovo tra i roditori. Donato de Laurentiis (± 1510-1584), Foggia 2014

 

Marchese 2007: Paola Marchese, "Ariano Irpino, cattedrale", in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania, ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 36-39.

 

Muollo 2007: La Cattedra del vescovo De Laurentiis e la ricollocazione nella cattedrale di Ariano Irpino, a cura di Giuseppe Muollo, Napoli 2007

 

Pisapia 2000: Emerico Pisapia, Il Duomo di Ariano [post 1934 ante 1956], Generoso Procaccini, Napoli 2000.

 

Ughelli 1721: Ferdinando Ughelli, “Ariani episcopi”, in Italia sacra, cura et studio Nicola Coleti, tomo VIII, Venetiis 1721, coll.  212-224.

 

Vitale 1794: Tommaso Vitale, Storia della regia città di Ariano e sua diocesi, nella stamperia Salomoni, in Roma 1794

Allegati
Link esterni
SchedatoreBianca de Divitiis
Data di compilazione17/01/2014 11:45:22
Data ultima revisione03/01/2017 20:22:25
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/425