Oggetto | Sant'Agata dei Goti, castello | |
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Tipologia | castello | |
Nome attuale | castello | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | XI secolo: il castello viene costruito in epoca normanna forse su una presistente fortificazione. 1266: riparazioni sotto Carlo I d'Angiò (Sthamer 1914, p. 112) XV-XVI secolo: rifacimenti e costruzione del piano nobile sui fronti settentrionale e meridionale. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il castello ha un impianto rettangolare allungato, con quattro torri quadrangolari ai vertici, ed è organizzato intorno a un cortile rettangolare molto stretto e profondo, il cui accesso avviene da uno dei lati brevi. A uno degli spigoli esterni del complesso sorge un possente torrione circolare. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | Uno stemma è posto al di sopra del secondo portale, e un altro si trova nel cortile. | |
Elementi antichi di reimpiego | Frammento antico con iscrizione CIL, IX, 2154. | |
Opere d'arte medievali e moderne | Al primo piano ciclo di affreschi di Tommaso Giaquinto. | |
Storia e trasformazioni | Il castello ha subito nel corso dei secoli numerosi rifacimenti, prima dettati da esigenze militari, poi dalla trasformazione in palazzo ducale. Delle torri originarie sopravvive oggi soltano una a impianto cilindrico. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | Il castello e la torre sono ben visibili nella veduta di Sant'Agata disegnata nel 1727 da G. Stendardo. | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Abbate, Di Resta 1994: Francesco Abbate, Isabella Di Resta, Sant’Agata dei Goti, Roma-Bari 1994. Dalla Negra, Maggiobello, Montuori 2009: "Episodi di riutilizzo dell'architettura rinascimentale in Campania", in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania. Saggi, a cura di A. Gambardella e D. Jacazzi, Roma 2009, 72-87. Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 196-198.
Montuori 2007: Manlio Montuori, "Sant'Agata dei Goti, castello", in Architettura del classicismo tra Quattro e Cinquecento in Campania. Ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 85-90. Sthamer 1914: Eduard Sthamer, Die Verwaltung der Kastelle im Königreich Sizilien unter Kaiser Friedrich II. und Karl I. von Anjou, Leipzig 1914. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 11/12/2012 20:22:44 | |
Data ultima revisione | 21/11/2016 16:33:03 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/293 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, cattedrale | |
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Tipologia | chiesa cattedrale (esistente) | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 970: la cattedrale risulta già esistente. XII: la chiesa è riedificata da Roberto (1088-1116), conte di Caiazzo e Alife. 1585: apposizione della lapide in onore di Sisto V. 1723-1734: restauri all'interno. 1750 c.a: due colonne del portico, in marmo verde antico, vengono trasferite alla reggia di Portici. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Al di sotto del presbiterio si sviluppa la cripta. | |
Iscrizioni | All'esterno iscrizione in onore di Sisto V: SIXTO QVINTO PONT. OPT. MAX/ QVONDA[M] EP[ISCOPIO] SVO BENEMERITO / ECCLESIA AGATHEN. /GRATITVDINIS ERGO / POSVIT / ANNO DOMINI MDLXXXV. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Sono di reimpiego, nel portico: una stele con tre togati; un frammento di iscrizione CIL, IX, 2150; blocchi di torcularia; iscrizione CIL, IX, 2142; una coppia di architravi. All'interno della chiesa, nel pavimento, è reimpiegata l'epigrafe CIL, IX, 2159. | |
Opere d'arte medievali e moderne |
Tabernacolo eucaristico (sec. XVI, inizi) | |
Storia e trasformazioni | La chiesa, eretta nel X secolo, è stata completamente ricostruita nel XII, e poi ampiamente rifatta nel XVIII. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Bertaux 1896: Emile Berteaux, "Per la storia dell’arte nel napoletano. Sant’Agata dei Goti", Napoli Nobilissima, V, 1896, 3-9.
Cielo 1979: Luigi Cielo, “I capitelli della cripta nella cattedrale di Sant’Agata dei Goti”, Napoli Nobilissima, ser. III, 18, 1979, 105-116.
Cielo 1980: Luigi Cielo, Monumenti romanici a Sant’Agata dei Goti: il duomo e la chiesa di San Menna, Roma 1980.
Cielo 2005: Luigi Cielo, “Insediamento e incastellamento nell’area di Sant’Agata dei Goti”, Rivista Storica del Sannio, ser. III, 12, 2005, 39-86.
Divenuto 2002: Francesco Divenuto, “Il cantiere infinito delle cattedrali di Sant’Agata dei Goti e di Sessa Aurunca”, Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura, n.s., 34-39, 1999-2002, 209-216.
D’Onofrio, Pane 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, La Campania, Milano 1981, 204-208.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 196-198.
Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, “Conoscenza e riuso dell'Antico nel Medioevo. Torcularia d'età romana nel duomo di Sant'Agata dei Goti”, Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-76.
Rainone 1788: Fileno Rainone, Dell’origine di Sant’Agata dei Goti, Napoli 1788.
Ughelli 1721: Ferdinando Ughelli, “S. Agathae Gothorum episcopi”, in Italia sacra, cura et studio Nicola Coleti, tomo VIII, Venetiis 1721, coll. 344-358. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 01/06/2012 10:26:10 | |
Data ultima revisione | 21/11/2016 16:39:33 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/85 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, San Menna | |
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Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | San Menna | |
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Nomi antichi | San Pietro | |
Cronologia | 1102-1107: costruzione come cappella palatina dedicata a san Pietro 1110: papa Pasquale II la ridedica "in onore del Signore Salvatore e della Santa Vergine Maria e della Santa Croce e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di San Menna Confessore" (cfr. Iscrizioni). 1317, 11 gennaio: re Roberto d'Angiò scrive lettera di protezione all'abate di San Menna (Schulz 1860, p. 333) | |
Autore | ||
Committente | Conte Roberto, figlio di Rainulfo | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Preceduta da un portico, la chiesa si sviluppa internamente in tre navate suddivise da arcate su colonne antiche. Eccezionale è la ricchezza dei marmi policromi, sia nei fusti delle colonne, che nel pavimento cosmatesco e negli arredi liturgici della "schola cantorum" ancora esistente al centro della navata. | |
Iscrizioni | Sul portale: CRIMINA DIMITTAT QVI LIMINIS ALTA SVBINTRAT / TEMPLVM SI POSCAT SVB PETRO PRINCIPE NOSCAT / QVOD CVM FVNDASTI ROBERTE COMES DECORASTI.
In lapide sotto l'altare: + HIC REQVIESCIT / CORPVS BEATI / MENNE CONFESSORIS / + HIC REQVIESCVNT CORPORA / S[an]C[t]ORVM BRICII ET SOCII M[a]R[tiris] / DE VNOQVOQVE / MEDIETAS.
Epigrafe affissa a destra dell'ingresso della chiesa: +ANNO AB INCARNATION[E] D[OMI]NI MCX / II NONAS SEPTEMBRIS INDICTIONE QVARTA /HEC ECCL[ESI]A CONSECRATA FVIT IN HONORE[M] / D[OMI]Nl SALVATORIS S[ANC]TEQ[VE] MARIE VIRG[INIS] / ET S[AN]C[T]E CRVCIS S[AN]C[T]ORV[M]Q[VE] AP[OSTO]LOR[VM] PETRI ET / PAVLI ET S[AN]C[TI] MENNE CONF[ESSORIS] P[ER] MANVS / D[OMl]NI PASCHALIS S[E]C[VN]DI P[A]P[AE] P[RE]SENTIBVS / TAM CARDINALIBVS QVA[M] COEPIS[COPIS]. EAMQ[VE] / D[O]M[INV]S PAPA SVB IVRE ROMANE ECCL[ESI]AE / BEATI PETRI AP[OSTO]LI IN SVA DEFENSIONE / SVSCEPIT ET DONANTE ATQ[VE] CONCE/DENTE DO[MI]NO R[OBERTO] COMITE HVIVS AECCL[ESl]AE FVN/DATORE TAM P[RO] SE QVAM S[VI]S HEREDIB[VS] / VNDE BENEFACIENTES S[ANCTA] BENEDICTIONEI DONAVIT / IBI VERO MALEFACIENTES EXCOMVNICATIONE DA[M]NAV[IT]. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Sono di reimpiego i fusti e molti dei capitelli delle colonne. Nel pavimento, oltre a numerosi frammenti di marmo fra cui tondi in porfido rosso, si trovano frammenti delle iscrizioni: CIL, IX, 2144; CIL, IX, 2156; CIL, IX, 2157; CIL, IX, 2160. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | La chiesa è ben visibile nella veduta urbana di Sant'Agata dei Goti disegnata nel 1727 da Giuseppe Stendardo. | |
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Abbate, Di Resta 1984: Francesco Abbate, Isabella Di Resta, Sant'Agata dei Goti, Roma-Bari 1984.
Bertaux 1896: Emile Bertaux, "Per la storia dell’arte nel napoletano. Sant’Agata dei Goti", Napoli Nobilissima, V, 1896, 3-9.
Cielo 1979: Luigi Cielo, “Una lastra paleocristiana inedita a Sant’Agata dei Goti”, Studi meridionali, 12, 1979, 17-28.
Cielo 1980: Luigi Cielo, Monumenti romanici a Sant’Agata dei Goti: il duomo e la chiesa di San Menna, Roma 1980.
Corsi 1997: Anna Maria Corsi, “La decorazione pavimentale nella chiesa di S. Menna a Sant’Agata dei Goti”, in Atti del IV colloquio dell’Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del Mosaico (Palermo, 9 - 13 dicembre 1996), Ravenna 1997, 675-686.
D’Onofrio, Pane 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, La Campania, Milano 1981, 204-208.
Gandolfo 1999: Francesco Gandolfo, La scultura normanno-sveva in Campania, Roma-Bari 1999, 41-46.
Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 196-198.
Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, “Conoscenza e riuso dell'Antico nel Medioevo. Torcularia d'età romana nel duomo di Sant'Agata dei Goti”, Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-76.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 333-334.
Videtta 1965: Antonio Videtta, “Note sulla chiesa di S. Menna restaurata”, Samnium, 28, 1965, 232-237. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 01/06/2012 10:27:23 | |
Data ultima revisione | 21/11/2016 16:47:50 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/86 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Santissima Annunziata | |
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Tipologia | chiesa e ospedale AGP | |
Nome attuale | Annunziata | |
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Nomi antichi | ||
Cronologia | 1237: papa Gregorio IX riconosce giuridicamente lo “hospitale extra portam civitatis” voluto dal vescovo Giovanni IV (Iannotta 1982). 1354: documenti dell'archivio storico diocesano di Sant’Agata dei Goti parlano di "chiesa di patronato comunale fondata dai cittadini che la dotarono e nella sua fondazione avvenuta nel 1354 vi furono stabiliti 16 Cappellani corali" . 1534: papa Paolo III riconosce lo iuspatronato della Universitas civitatis di Sant’Agata dei Goti sulla chiesa e sull’Ospedale. 1564: realizzazione del portale marmoreo. 1571: viene costruita la cappella della Deposizione. 1587: viene costruita la cappella della Madonna del Rifugio. 1591: gli Eletti della città (Narcisio Melluso, Giulio Stampolillo) e il “magnifico Pompilio Calandrella, medico” affidano le cure degli ammalati all’ordine di San Giovanni di Dio, con atto rogato a Napoli il 19 febbraio davanti al giudice Giovanni Battista Pacifico. 1593: è ricostruito il campanile. 1596: si costruisce la cella campanaria a coronamento del campanile. 1608: gli affreschi vengono ricoperti con calce per timore di pestilenze. 1619: si costruisce la cappella di San Biagio. 1658: costruzione di un’altra cappella in onore di San Rocco. 1711: si demolisce la cappella del SS. Salvatore per allargare la sagrestia. 1725-1740: costruzione di una volta a botte in gesso a sostituzione delle capriate lignee. 1805: il terremoto danneggia le strutture. 1865: restauro alla copertura su progetto dell’ingegner R. Mosera. 1965-1977: restauro che riporta in luce gli affreschi del presbiterio. | |
Autore | ||
Committente | La chiesa è patrocinio dell'Universitas. La cappella di Santa Maria degli Angeli (oggi San Biagio) viene edificata nel 1619 dai figli di Mastrantonio, cavalieri del conte di Calduni (cfr. Iscrizioni). | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Chiesa a navata unica coperta a capriate lignee, con due cappelle per lato. La navata è chiusa da presbiterio quadrato con crociera costolonata. | |
Iscrizioni | Epigrafe per la costruzione del portale maggiore.
Epigrafe di fondazione cappella Santa Maria degli Angeli: "Deo Optimo Maximo / Palladinus vir egregius Tiberius Silvius / et Albentius Mastrantoni fratres una/nimes comitis calsantuni equitum legiona/ry sed omnium maxime signifer Albentius / sacellum hoc sibi suisque tantum haeredibus / A fundamentis singulis diebus et eorum fune/ra sacra fiant et quoto anno instaurentur / inferiae anno domini MDCXIX". | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne |
Affreschi XIV-XV nell’abside (Annunciazione, Crocefissione, Storie di sant’Orsola, san Nicola da Bari, altri santi e diaconi). Affreschi in controfacciata. Giudizio finale (1412) 1664. pulpito (già nel duomo). Cappella di San Giacomo (seconda a destra): altare del 1714 di Lorenzo Fontana; statua di Giovan Battista Antonini del 1719. Cappella di San Biagio (seconda a sinsitra): stucchi del 1703 e affreschi di Tommaso Giaquinto con santi nella gloria del Paradiso. Cappella dell’Annunziata: custodisce la pala lignea dell’Annunziata dipinta nel 1483 da Angiolillo Arcuccio, già sull’altare principale. | |
Storia e trasformazioni | È probabile che la chiesa sia stata costruita solo molto tempo dopo la bolla di Gregorio IX del 1237. documenti archivio storico diocesano di Sant’Agata dei Goti parlano di "chiesa di patronato comunale fondata dai cittadini che la dotarono e nella sua fondazione avvenuta nel 1354 vi furono stabiliti 16 Cappellani corali" . Poco prima del 1441 la chiesa subisce un saccheggio (cfr. infra, Documenti). Nel 1483 viene commissionata la pala dell’Annunziata ad Angiolillo Arcuccio. Nel 1531 inizia una lunga vertenza fra il vescovo e le autorità civili della città per lo ius patronato della fondazione, risolta nel 1534 da papa Paolo III a favore della cittadina contro il vescovo. Nei primi anni del XVIII secolo la chiesa presenta una grande navata coperta da travi indorate, 4 cappelle a destra (San Giovanni di Dio, San Giacomo Apostolo, Pietà, SS. Salvatore) e due a sinistra (San Rocco, San Biagio). Nel 1764 la chiesa viene eretta a sede parrocchiale per volontà di Alfonso De Liguori. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti |
1441. cedola di tesoreria aragonese documenta un avvenuto saccheggio della chiesa: "Idem lo dit dia doni a micer Marino Bellota de Santagate per cents dans fets per sacomanos a la Iglesia de la Nunciata per smena de aquelles s(olvit) VIII due" (Fonti aragonesi, vol. I, 1957, p. 119). | |
Bibliografia | ||
Link esterni | Abbate 2004: Francesco Abbate, "Gli affreschi nell'abside di Sant'Agata dei Goti", in Per la storia dell'arte in Italia e in Europa: studi in onore di Luisa Mortari, a cura di M. Pasculli Ferrara, Roma 2004, 435-44.
Abbate 2004\a: Francesco Abbate, "Il Maestro del Giudizio", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 151-165.
Abbate, Di Resta 1984: Francesco Abbate, Isabella Di Resta, Sant'Agata dei Goti, Roma-Bari 1984.
Causa 1950: Raffaello Causa, "Angiolillo Arcuccio", Proporzioni, III (1950), 99-110.
Fonti aragonesi 1957: Fonti aragonesi, a cura degli archivisti napoletani, vol. I, Accademia Pontaniana, Napoli 1957.
Iannotta 1982: Franco Iannotta, "La chiesa dell'Annunziata in Sant'Agata de' Goti e una inedita bolla di Gregorio IX", Samnium, 55, 1982, 116-125.
Iannotta 2004: Franco Iannotta, "Sulle tracce della storia", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 17-28.
Lavorare all’inferno 2004: Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004.
Montuori 2007: Manlio Mantuori, “Sant’Agata dei Goti, chiesa della Santissima Annunziata”, in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania, ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 91-95.
Navarro 1983: Fausta Navarro, "Ferrante Maglione, Alvaro Pirez d'Evora ed alcuni aspetti della pittura tardogotica a Napoli e in Campania", Bollettino d'Arte, n. 78 , 1993, 55-76.
Palleschi 2004: Roberta Palleschi, "Il Giudizio Universale", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 29-93.
Palleschi 2004/a: Roberta Palleschi, "Gli affreschi dell’abside", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 95-150.
Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, “Conoscenza e riuso dell'Antico nel Medioevo. Torcularia d'età romana nel duomo di Sant'Agata dei Goti”, Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-76.
Scavizzi 1962: Giuseppe Scavizzi, "Nuovi affreschi del '400 campano", Bollettino d'arte, 4.Ser. 47,1962, 196-206.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 333-334. | |
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 30/05/2012 13:39:41 | |
Data ultima revisione | 21/11/2016 17:00:15 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/16 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, epigrafe dell'Annunziata | |
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Supporto | marmo | |
Cronologia | 1564 | |
Immagine | ![]() | |
Prima attestazione | ||
Trascrizione | Deo optimo Maximo / et deiparae Virgini Annunciationis / titulo insigni sacellum tectum / portamque marmoream et pone altare / subsellia ioannis baptista burzillus / ioannis nlcolaus saxa et caelius benedictus / collegae operisque praefecti diligenter / et fideliter instaurarunt posueruntque / Anno a salutari Christi ortu MDLXIIII / tempore vero gubernationis istius Civitatis magnificorum Marcelli Sabaste / Ioannis Caroli De Stabile Ioannis / Antonii Ferraiolo et Dominici Cosse | |
Famiglie e persone | ||
Note | L'iscrizione è collocata sopra il portale della chiesa dell'Annunziata di Sant'Agata dei Goti, e si riferisce alla sua edificazione. | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 11/12/2012 19:52:15 | |
Data ultima revisione | 27/02/2013 13:46:49 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/16 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Annunziata, affreschi del presbiterio | |
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Materiale | affresco | |
Dimensioni | ||
Cronologia | fine XIV secolo e inizi XV | |
Autore | ||
Descrizione | Gli affreschi, raffiguranti l'Annunciazione, la Crocefissione, e le Storie di sant’Orsola, san Nicola da Bari, altri santi e diaconi, occupano le pareti del presbiterio della chiesa dell'Annunziata. Una completa descrizione iconografica, con ottimo apparato fotografico, è fornita da Roberta Pallecchi (in Lavorare all'inferno 2004, 95-50). Francesco Abbate (in Lavorare all'inferno 2004, 151-165), in una recente trattazione sullo stile dell'anonimo pittore primoquattrocentesco del Giudizio, ha riassunto l'annodata vicenda critica, proponendo il nome di un "Maestro Marco" con un bagaglio senese, catalano e provenzale, che sarebbe l'autore in due fasi diverse sia degli affreschi dell'abside, che - successivamente - del Giudizio. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Frugoni 2004: Chiara Frugoni (a cura di), Lavorare all'inferno. Gli affreschi di Sant'Agata de' Goti, Roma-Bari 2004
Scavizzi 1962: Giuseppe Scavizzi, "Nuovi affreschi del '400 campano", Bollettino d'arte, ser. IV, 47, 1962, 196-206 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 11/12/2012 19:39:48 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 11:27:53 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/127 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Annunziata, affresco del Giudizio finale | |
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Materiale | affresco | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1412 | |
Autore | ||
Descrizione | L'affresco occupa l'intera controfacciata della chiesa dell'Annunziata di Sant'Agata dei Goti. Una completa e diffusa lettura iconografica del ciclo è stata pubblicata da Roberta Palleschi (in Lavorare all'inferno 2004, 29-93). Il Giudizio è stato attribuito in buona parte della letteratura artistica all'inesistente pittore quattrocentesco Ferrante Maglione per via di un confronto stilistico con una pala dell'Annunciazione ad Aversa: Andrea Zezza (1999, 77-78) ha chiarito che il documento cinquecentesco si riferiva all'altare e non alla pala, e dunque all'architetto Ferdinando Manlio - o Maglione -. Caduta l'ascrizione aversana, è caduta anche quella di Sant'Agata dei Goti. Francesco Abbate (in Lavorare all'inferno 2004, 151-165), in una recente trattazione sullo stile dell'anonimo pittore primoquattrocentesco del Giudizio, ha riassunto l'annodata vicenda critica, proponendo il nome di un "Maestro Marco" con un bagaglio senese, catalano e provenzale, che sarebbe l'autore in due fasi diverse sia degli affreschi dell'abside, che - successivamente - del Giudizio. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Frugoni 2004: Chiara Frugoni (a cura di), Lavorare all'inferno. Gli affreschi di Sant'Agata de' Goti, Roma-Bari 2004 Zezza 1999: Andrea Zezza, "Ferrante Maglione e Marco Pino: una rilettura dei documenti per l'altar maggiore dell'Annunziata di Aversa", Bollettino d'arte, ser. VI, 1999, 108, 77-88 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 11/12/2012 19:41:50 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 11:31:26 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/128 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Annunziata, pala dell'altare | |
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Materiale | tempera su tavola | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1483 | |
Autore | Angelillo Arcuccio | |
Descrizione | La pala è collocata nell'omonima cappella della chiesa dell'Annunziata ed è incastonata in una cornice lignea del 1619. La scena si svolge in una sala con volte di gusto gotico catalano ed è impreziosita dai damaschi degli abiti della Vergine e dell'angelo. Causa (1950, 103) l'ha ricondotta al pittore Angiolillo Arcuccio, citato anche da Bernardo De Dominici, e messa in relazione con un documento del 1483 pubblicato da Gaetano Filangieri, nel quale il pittore si impegnava a fornire una pala per la chiesa di San Francesco di Sant'Agata dei Goti - che Causa pensa sia una cappella, oggi diruta. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Causa 1950: Raffaello Causa, "Angiolillo Arcuccio", Proporzioni, III, 1950, 99-106
Iavasile 1976: Diodorino Domenico Iavasile, Monumenti ed opere d'arte di S. Agata dei Goti, Benevento 1976, 53
Ferrari 1962: Oreste Ferrari, "Arcuccio, Angiolillo", Dizionario Biografico degli Italiani, IV, Roma 1962, ad vocem | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 11/12/2012 19:44:32 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 11:35:18 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/129 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Annunziata, portale | |
---|---|---|
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1564 | |
Autore | ||
Descrizione | Il portale della chiesa dell'Annunziata si presenta in forme senza dubbio ambiziose: interamente in marmo, con capitelli compositi su semicolonne scanalate e rudentate, timpano (dove trova posto un piccolo rilievo del Padre Eterno benedicente) e un altorilievo dell'Annunciazione nella lunetta centrale. Sulle basi delle semicolonne sono scolpiti gli stemmi della città. Il portale è datato 1564. Iavasile (1976, 52) e Abbate (1984) lo mettono in relazione con la bottega di Annibale Caccavello, un accostamento senza dubbio non sbagliato: ciò nondimeno non pare un'opera direttamente uscita dalla bottega caccavelliana, risente molto delle influenza del sodale di questi, Giovan Domenico d'Auria. Per questi motivi va per ora attribuita ad un anonimo scultore attivo a Napoli in quegli anni e sicuramente in contatto con la bottega congiunta di Caccavello e d'Auria. | |
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Committente | Eletti della città di Sant'Agata dei Goti | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Iscrizione con dedica e data | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemmi della città di Sant'Agata dei Goti | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Abbate 1984: Francesco Abbate, "La civiltà artistica", in Sant'Agata dei Goti, a cura di Francesco Abbate e Isabella Di Resta, 39-64
Iavasile 1976: Diodorino Domenico Iavasile, Monumenti ed opere d'arte di S. Agata deo Goti, Benevento 1976, 52 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 11/12/2012 19:10:13 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 11:36:54 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/126 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, cattedrale, Madonna in trono col Bambino | |
---|---|---|
Materiale | marmo | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1402 | |
Autore | ||
Descrizione | La statuetta si trova in una cappella laterale della navata destra del duomo di Sant'Agata dei Goti. Reca un'iscrizione goticheggiante, sulla grossa base unghiata, datata 1402. Ma un'altra iscrizione alla base del blocco della Vergine ricorda un restauro nel 1571. La scultura è di gusto baboccesco, ossia vicino ad Antonio Baboccio da Piperno, e si può ricondurre a quella cultura presente a Napoli all'inizio del secolo XV. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 11/12/2012 20:11:09 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 11:33:36 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/130 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, San Francesco, tomba di Ludovico d'Artus | |
---|---|---|
Materiale | marmo con tracce di policromia | |
Dimensioni | ||
Cronologia | post 1370 | |
Autore | ||
Descrizione | Il monumento si trova nella chiesa di San Francesco di Sant'Agata dei Goti (cfr. anche Rotili 1952, 104). Fu innalzato in memoria di Ludovico d'Artus, conte della città dal 1343, probabilmente dopo la sua morte avvenuta nel 1370. Il modello di questo monumento è stato messo in relazione con quello, effettivamente molto simile, di Giovanna d'Aquino (+ 1345) in San Domenico Maggiore a Napoli (cfr. Vitolo 2008, 86-87), come anche con la tomba del conte di Caserta Francesco de la Rath. | |
Immagine | ![]() ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | Ludovico d'Artus conte di Sant'Agata e Montedorisio | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | Rotili 1952: Mario Rotili, L'arte nel Sannio, Benevento 1952
Vitolo 2008: Paolo Vitolo, La chiesa della Regina. L'Incoronata di Napoli, Giovanna I d'Angiò e Roberto d'Oderisio, Roma 2008 | |
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 28/02/2013 11:18:32 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 11:34:17 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/196 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, blocco con iscrizione | |
---|---|---|
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, reimpiegata nel centro storico. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Il campo epigrafico presenta un buono stato di conservazione mentre sul lato destro inferiore vi è una forte frattura. | |
Cronologia | ||
Descrizione | La base presenta uno spesso plinto di base sul quale si pone un campo epigrafico di forma rettangolare delimitato in basso e in lato da una cornice costituita da una semplice gola. La base proviene da lavori eseguiti presso la curia vescovile. L'iscrizione recita: i(ove) O(ptimo) M(aximo) C(eterisque) O(mnibus) D(is) I(mmortalibus) | |
Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | Questa base ha generato l'idea in passato che fosse esistito a Saticula un tempio dedicato a tutti gli dei. | |
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2141. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 5, fig. 3b. Rainone 1788: F. Rainone, Dissertazione sull'origine, ed antichità di Sant'Agata dei Goti, e di alcuni avvertimenti memorabili che concernono la sua storia nella decadenza dell'impero, e nelli secoli posteriori, Napoli 1788, XIII. Trutta 1776: G. Trutta, Dissertazioni istoriche delle antichità alifane, Napoli 1776, 343. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 02/04/2013 15:06:45 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 11:54:08 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/278 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Cattedrale, blocco con iscrizione CIL, IX, 2150 | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, il blocco iscritto è murato in facciata del portico del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Il blocco presenta diverse scheggiature sulla superficie e lungo i bordi | |
Cronologia | I sec. d.C. | |
Descrizione | Su un blocco di forma rettangolare compare la seguente iscrizione: d(is) m(anibus) s(acrum) N(umerio) Oppio Saturnino coniugi [B]enemerenti fecit | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, n. 2150 Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 6, fig. 4b. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 11/12/2012 20:00:10 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:11:35 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/180 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Cattedrale, CIL IX, 2142 | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, murata sulla parete del pronao del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | La superficie è molto abrasa e il blocco presenta numerose scheggiature | |
Cronologia | 43-40 a.C. | |
Descrizione | Il blocco, probabilmente pertinente ad una base di statua, riporta un'importante epigrafe, la quale fa riferimento alla fondazione della locale colonia in periodo triumvirale. L'epigrafe fu rinvenuta durante i lavori di edificazione del pronao. Questa è l'iscrizione riportata: C(aio) Ivlio C(ai) F(ilio) Caesari imp(eratori) triumviro r(ei) p(ublicae) c(ostituendae) patrono d(ecreto) d(ecurionum) | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Falcando 1994: E. Falcando, "Il patronato di comunità in Apulia e Calabria", in M. Pane (a cura di), Epigrafia e temi di politica e società, temi di antichità romana, Bari 1994, 77, n. 29. Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2142. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 9, fig. 10. Rainone 1788: F. Rainone, Dissertazione sull'origine, ed antichità di Sant'Agata dei Goti, e di alcuni avvertimenti memorabili che concernono la sua storia nella decadenza dell'impero, e nelli secoli posteriori, Napoli 1788, X. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 22/02/2015 19:19:10 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:12:36 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/497 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Cattedrale, colonne e capitelli | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, pronao del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo e granito | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Buono | |
Cronologia | ||
Descrizione | Nel pronao del duomo sono reimpiegati dodici fusti di colonna, undici in granito della Troade e uno in marmo africano. Mentre le basi, attiche e ioniche, non sono uniformi e spesso sono rilavorate per sopperire alla disomogeneità dei fusti, i capitelli mostrano forti somiglianze e una volontà di uniformità alla base delle scelte dell'architetto medievale che ne ha scelto il riutilizzo. I capitelli infatti sono tutti corinzi e di epoca imperiale, tranne uno medievale. I capitelli più antichi sono del tipo occidentale e sono attribuibili ad officine urbane della fine del I a.C. - inizio I d.C., altri tre sono di epoca flavia-traianea mentre una coppia di tipo asiatico sottintende un'esecuzione da parte di maestranze microasiatiche di epoca adrianea. I restanti capitelli sono databili tra l'età antonina e il IV sec. d.C. e sono legati ad officine locali. | |
Immagine | ||
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 16-21. Pensabene 2014: Patrizio Pensabene, "Il reimpiego a Sant'Agata de' Goti: San Menna, il Duomo e Sant'Angelo de Munculanis", in F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant'Agata de' Goti, Atti del convegno di studi, (9 giugno 2010, Sant'Agata de' Goti), Salerno 2014, 193-256 . | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 23/02/2015 11:20:17 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:05:01 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/502 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Cattedrale, coppia di cornici | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, reimpiegati nel pronao del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Numerose scheggiature e fratture. | |
Cronologia | ||
Descrizione | Il primo blocco è formato da una sottocornice composta da una fascia di dentelli cui si sovrappone un kyma ionico, formato da ovuli molto plastici contenuti all'interno di sgusci dal profilo spesso e separati da lancette. La cornice è invece formata da un soffitto a cassettoni, decorati con rosette a doppia fila di petali e incorniciatura con fiori di loto. Il soffitto è sostenuto da mensole, di cui ne rimane una, decorate con una grossa foglia d'acanto a quattro lobi e fogliette lanceolate. Questa prima cornice è probabilmente databile in età flavia. Un secondo blocco si distinge invece per la sua semplicità. La sottocornice è composta da semplici gole e listelli mentre il soffitto, decorato a cassettoni con rosette a sei petali, è sorretto da quattro mensole sagomate. Questa seconda cornice è probabilmente databile nella prima età imperiale. | |
Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 22, figg. 42-43.
Pensabene 2014: Patrizio Pensabene, "Il reimpiego a Sant'Agata de' Goti: San Menna, il Duomo e Sant'Angelo de Munculanis", in F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant'Agata de' Goti, Atti del convegno di studi, (9 giugno 2010, Sant'Agata de' Goti), Salerno 2014, 193-256
| |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 22/02/2015 21:02:50 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:06:22 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/499 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Cattedrale, fregio dorico | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, murata sulla parete del pronao del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Spezzata sui lati brevi. Numerose scheggiature e incrostazioni | |
Cronologia | Età tardo-repubblicana | |
Descrizione | L'epistilio di forma rettangolare presenta in un sol blocco un fregio dorico, costituito da metope e triglifi con sei guttae di forma conica arrotondata. Le due metope rimaste raffigurano un fiore con quattro petali più larghi posti in obliquamente e altri quattro più stretti posti in senso orizzontale e verticale e un bucranio cui si avvolge una sottile benda. Il fregio doveva comporre la decorazione architettonica di un monumento funerario come è ben attestato in ambito italico in età tardo-repubblicana. Un simile fiore accostato ad un bucranio del tutto identico, tranne che per la presenza di un fiore al centro della fronte, è presente sulla decorazione di un monumento funerario presso Carsulae (Maschek 2012, cat. DF 166, tav. 36, 3-4), ma d'altronde in forme diverse il motivo del fiore e del bucranio sono tra i più comuni nelle decorazioni di queste trabeazioni. | |
Immagine | ![]() | |
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Maschek 2012: Dominik Maschek,Rationes decoris. Aufkommen und Verbreitung dorischer Friese in der mittelitalischen Architektur des 2. und 1. Jahrhunderts v. Chr., Wien 2012, cat. DF 90, tav. 21, 4. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 16, fig. 19. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 22/02/2015 19:59:49 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:07:33 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/498 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Cattedrale, stele con togati | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, su una parete del pronao del duomo, ruotata di 90 gradi. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Presenta diverse scheggiature lungo i bordi. La superficie delle figure è fortemente danneggiata. | |
Cronologia | Età tardo-repubblicana | |
Descrizione | In un blocco rettangolare è ricavata un'edicola dai tratti molto semplificati poiché costituita da un riquadro figurato e da contorni squadrati. Nel campo figurativo compaiono tre personaggi, i primi due vestiti di toga, stanti e rigidamente rivolti verso l'osservatore mentre il terzo ha il capo velato e la mano sinistra poggiata sulla spalla sinistra del secondo personaggio. Lo stato di conservazione non permette di avanzare ipotesi relative al linguaggio stilistico delle figure, che tuttavia si connotano per le proporzioni armoniche e un profilo sottile. Si tratta indubbiamente di una stele funeraria, probabilmente proveniente da una vicina necropoli. Questo tipo di stele con figure intere all'interno di edicole sono molto diffuse nel territorio di Capua e di Teano. Si può quindi accettare una datazione in età tardo-repubblicana. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, "Conoscenza e riuso dell’antico nel medioevo : torcularia d’età romana nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti", Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, p. 73, fig. 11. Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 878. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 15, fig. 18. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 11/12/2012 20:08:34 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:10:04 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/181 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, Cattedrale, turcularia | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, reimpiegati in diverse parti del duomo. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Calcare locale | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Buono stato di conservazione | |
Cronologia | ||
Descrizione | Nel duomo, così come in altri luoghi della città, sono reimpiegati blocchi con incavo a forma rettangolare, solitamente due per blocco (noti come lapis pedicinus) o a "L", riconducibili ad incassi per il torcularium, solitamente utilizzati nelle ville tardo-repubblicane per la produzione di vino e olio. I blocchi con doppi incavi rettangolari servivano per posizionare a terra il torchio mentre quelli ad "L" erano posti ai lati per l'alloggiamento degli ingranaggi. | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, "Conoscenza e riuso dell’antico nel medioevo: torcularia d’età romana nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti", Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-97. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 22/02/2015 21:31:35 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:10:25 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/500 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, San Menna, capitelli e colonne | |
---|---|---|
Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, chiesa di San Menna. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | ||
Cronologia | ||
Descrizione | Nella chiesa si conservano una serie di colonne in marmi colorati, capitelli e basi, le quali separano in tre navate l'edificio. A partire dall'ingresso, tra la navata sinistra e quella centrale vi sono: - una colonna in marmo bigio (alt. 295 cm, diam. 48 cm), che si imposta su una base in marmo bianco con plinto inserito nel pavimento, databile forne nel IV sec. d.C. Sul fusto è un capitello ionico formato da due volute collegate da un kyma ionico molto piatto e ai lati da pulvini. Il collarino è composto da una corona di foglie lisce con sommità ripiegata in avanti. Il capitello è probabilmente di origine medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 1, Pensabene 2014, p. 197, n. 1d); - una colonna (alt. 295 cm, diam. max 48 cm), il cui fusto è diviso in due tronconi, il maggiore in granito rosso di Assuan, il minore in cipollino. Inferiormente poggia su una base in calcare, il cui plinto è inserito nel pavimento, e superiormente si imposta un capitello ionico del tutto identico al precedente, tranne che per la decorazione dell'echino, il quale presenta un kyma lesbio nella parte più alta, nel posto in cui doveva esserci il canale delle volute, poi un listello con dentelli e infine un astragalo composto da perline cilindriche e coppie di fusarole (Cielo 1980, p. 109, n. 2, Pensabene 2014, p. 198, n. 2d); - una colonna scanalata in marmo portasanta (alt. 282 cm, diam. 37 cm). Si imposta su una base attica in marmo proconnesio, il quale presenta delle rilavorazione e un incasso. Superiormente il fusto è completato da un capitello medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 3, Pensabene 2014, p. 198, n. 3d); - una colonna (alt. 298 cm, diam. max 38 cm), divisa in due tronconi, il superiore in proconnesio, l'inferiore forse in breccia corallina. Inferiormente poggia su una base attica fortemente rilavorata mentre superiormente si trova un capitello corinzio, la cui corona inferiore del kalathos è stata eliminata per adeguare il capitello all'altezza del colonnato. Le corone sono comunque composte da foglie d'acanto divise da profondi solchi che segnano le nervature e caratterizzate da lobi a fogliette corte e lanceolate. Le zone d'ombra tra i lobi sono a forma di goccia. Per questi elementi il capitello si può datare in età flavia (Cielo 1980, p. 109, n. 4, Pensabene 2014, p. 199, n. 4d); - un'ultima colonna (alt. 296 cm), anche questa divisa in due tronconi, quello inferiore in marmo africano e quello superiore forse in bardiglio. La base è in calcare mentre il capitello, che presenta un motivo stellare è medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 5, Pensabene 2014, p. 200, n. 5d).
A partire dall'ingresso, tra la navata centrale e quella di destra vi sono: - una colonna (alt. 296 cm, diam. max 45 cm), divisa in due tronconi, il superiore in cipollino, quello inferiore in bigio antico. In basso poggia su una base in marmo bianco mentre in alto è posto un capitello ionico in marmo proconnesio, il quale presenta un echino con kyma ionico piuttosto piatto e disegnativo e ai lati pulvini con foglie d'acqua molto plastiche. È probabile una datazione nella prima età imperiale cui ha fatto seguito una rilavorazione dell'echino in età medievale (Cielo 1980, p. 108, n. 10, Pensabene 2014, p. 197, n. 1s); - una colonna (alt. 296 cm, diam. 40 cm) in marmo cipollino. La base è in marmo bianco mentre il capitello è del tutto simile al precedente (Cielo 1980, p. 108, n. 9, Pensabene 2014, p. 198, n. 2s); - una colonna scanalata in marmo bianco (alt. 270 cm, diam. 37 cm). Poggia su una base in marmo bianco mentre superiormente si trova un capitello corinzieggiante. Quest'ultimo si compone di due corone, di cui la prima è stata eliminata per adeguarlo all'altezza della colonna, che presentano profonde scanalature verticali che fungono da nervature e da lobi caratterizzati da foglie lanceolate e zone d'ombra ogivali. Ai lati delle foglie centrali hanno origine i caulicoli da cui fuoriescono le corone composte da una sola foglia e le volute ricoperte di foglie. Al centro nascono due tralci simmetricamente contrapposti che salgono verso l'alto e si avvolgono a spirale. Sotto l'abaco infine vi è un bucranio. Il capitello è databile in età giulio-claudia (Cielo 1980, p. 108, n. 8, Pensabene 2014, p. 199, n. 3s); - una colonna (alt. 297 cm, diam. 37), divisa in due tronconi, il primo in proconnesio e il secondo in africano. La base presenta una scozia molto alta mentre il capitello, di forma tronco conica a foglie lisce è probabilmente medievale (Cielo 1980, p. 108, n. 7, Pensabene 2014, pp. 199-200, n. 4s); - un'ultima colonna (alt. 297 cm, diam. max 38 cm), divisa in due tronconi, uno in granito della Troade e un altro in marmo africano. La base è in calcare ed è stata ottenuta dalla rilavorazione di un capitello tuscanico rilavorato. Il capitello, che presenta i motivi stellari, è di epoca medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 6, Pensabene 2014, p. 200, n. 5s). | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cielo 1980: L.R. Cielo, Monumenti romanici a Sant'Agata dei Goti, Roma 1980
Pensabene 2014: Patrizio Pensabene, "Il reimpiego a Sant'Agata de' Goti: San Menna, il Duomo e Sant'Angelo de Munculanis", in F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant'Agata de' Goti, Atti del convegno di studi, (9 giugno 2010, Sant'Agata de' Goti), Salerno 2014, 193-256 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 21/02/2015 13:24:23 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:11:58 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/492 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2144 | |
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Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, reimpiegata nella pavimentazione della chiesa di San Menna. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Lastra frammentaria su tutti i lati | |
Cronologia | ||
Descrizione | Ciò che rimane dell'iscrione recita: [..]icina[..] [..]cereris[..] | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 197, n. 2144. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 14, fig. 16b. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 21/02/2015 17:53:49 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:12:56 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/493 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2156 | |
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Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, reimpiegata nella pavimentazione della chiesa di San Menna. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Lastra frammentaria su tutti i lati | |
Cronologia | ||
Descrizione | Ciò che rimane dell'iscrizione recitava secondo Mommsen 1883: [..]ardanus sibi fecit
mentre oggi l'epigrafe visibile è: [..]s sibi fe(c)[..] | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2156. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 14, fig. 16a. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 21/02/2015 18:02:47 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:13:19 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/494 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2157 | |
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Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, reimpiegato nel pavimento della chiesa di San Menna. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Lastra frammentaria su tutti i lati | |
Cronologia | ||
Descrizione | Ciò che resta dell'iscrizione recita: [..]en[..] [..]qu(a)[..] [..]n[..] | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, p. 198, n. 2157. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 15, fig. 17. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 21/02/2015 18:07:54 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:13:41 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/495 |
Oggetto | Sant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2160 | |
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Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Sant'Agata dei Goti, reimpiegato nella pavimentazione della chiesa di San Menna. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo bianco | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Lastra frammentaria su tutti i lati | |
Cronologia | ||
Descrizione | Ciò che resta dell'iscrizione recita: [..](m)n ivstino pp [..](n) IIII eodemque [..]is cons ind III[..]
Si tratta di una dedica a Giustino II, nipote e successore di Giustiniano, databile al 570 e così ricostruibile: [DO]m(i)n(o) ivstino p(ater) p(atriae) [AVG AN]n(o) IIII eodemque [B]is cons(ule) ind(ictione) III | |
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Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Felle 1993: A.E. Felle, Inscriptiones Christianae Italiae. Regio II. Hirpini VIII, Bari 1993, 120, n. 60. Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2160. Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 14, fig. 16c. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Luca Di Franco | |
Data di compilazione | 21/02/2015 18:11:44 | |
Data ultima revisione | 22/11/2016 12:14:01 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/496 |