NomeSant'Agata dei Goti
TipoCittà
Luogo superioreCAMPANIA
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OggettoSant'Agata dei Goti, castello
Tipologiacastello
Nome attualecastello
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XI secolo: il castello viene costruito in epoca normanna forse su una presistente fortificazione.

1266: riparazioni sotto Carlo I d'Angiò (Sthamer 1914, p. 112)

XV-XVI secolo: rifacimenti e costruzione del piano nobile sui fronti settentrionale e meridionale.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il castello ha un impianto rettangolare allungato, con quattro torri quadrangolari ai vertici, ed è organizzato intorno a un cortile rettangolare molto stretto e profondo, il cui accesso avviene da uno dei lati brevi. A uno degli spigoli esterni del complesso sorge un possente torrione circolare.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Uno stemma è posto al di sopra del secondo portale, e un altro si trova nel cortile.

Elementi antichi di reimpiego

Frammento antico con iscrizione CIL, IX, 2154.

Opere d'arte medievali e moderne

Al primo piano ciclo di affreschi di Tommaso Giaquinto.

Storia e trasformazioni

Il castello ha subito nel corso dei secoli numerosi rifacimenti, prima dettati da esigenze militari, poi dalla trasformazione in palazzo ducale. Delle torri originarie sopravvive oggi soltano una a impianto cilindrico.

Note
Fonti iconografiche

Il castello e la torre sono ben visibili nella veduta di Sant'Agata disegnata nel 1727 da G. Stendardo.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Abbate, Di Resta 1994: Francesco Abbate, Isabella Di Resta, Sant’Agata dei Goti, Roma-Bari 1994.


Dalla Negra, Maggiobello, Montuori 2009: "Episodi di riutilizzo dell'architettura rinascimentale in Campania", in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania. Saggi, a cura di A. Gambardella e D. Jacazzi, Roma 2009, 72-87.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 196-198.

 

Montuori 2007: Manlio Montuori, "Sant'Agata dei Goti, castello", in Architettura del classicismo tra Quattro e Cinquecento in Campania. Ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 85-90.


Sthamer 1914: Eduard Sthamer, Die Verwaltung der Kastelle im Königreich Sizilien unter Kaiser Friedrich II. und Karl I. von Anjou, Leipzig 1914.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione11/12/2012 20:22:44
Data ultima revisione21/11/2016 16:33:03
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OggettoSant'Agata dei Goti, cattedrale
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

970: la cattedrale risulta già esistente.

XII: la chiesa è riedificata da Roberto (1088-1116), conte di Caiazzo e Alife.

1585: apposizione della lapide in onore di Sisto V.

1723-1734: restauri all'interno.

1750 c.a: due colonne del portico, in marmo verde antico, vengono trasferite alla reggia di Portici.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Al di sotto del presbiterio si sviluppa la cripta.

Iscrizioni

All'esterno iscrizione in onore di Sisto V:

SIXTO QVINTO PONT. OPT. MAX/ QVONDA[M] EP[ISCOPIO] SVO BENEMERITO / ECCLESIA AGATHEN. /GRATITVDINIS ERGO / POSVIT / ANNO DOMINI MDLXXXV.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Sono di reimpiego, nel portico:

le colonne e i capitelli;

una stele con tre togati;

un frammento di iscrizione CIL, IX, 2150;

blocchi di torcularia;

iscrizione CIL, IX, 2142;

fregio dorico;

una coppia di architravi.

All'interno della chiesa, nel pavimento, è reimpiegata l'epigrafe CIL, IX, 2159.

Opere d'arte medievali e moderne

Madonna in trono col bambino

Tabernacolo eucaristico (sec. XVI, inizi)

Storia e trasformazioni

La chiesa, eretta nel X secolo, è stata completamente ricostruita nel XII, e poi ampiamente rifatta nel XVIII.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Bertaux 1896: Emile Berteaux, "Per la storia dell’arte nel napoletano. Sant’Agata dei Goti", Napoli Nobilissima, V, 1896, 3-9.

 

Cielo 1979: Luigi Cielo, “I capitelli della cripta nella cattedrale di Sant’Agata dei Goti”, Napoli Nobilissima, ser. III, 18, 1979, 105-116.

 

Cielo 1980: Luigi Cielo, Monumenti romanici a Sant’Agata dei Goti: il duomo e la chiesa di San Menna, Roma 1980.

 

Cielo 2005: Luigi Cielo, “Insediamento e incastellamento nell’area di Sant’Agata dei Goti”, Rivista Storica del Sannio, ser. III, 12, 2005, 39-86.

 

Divenuto 2002: Francesco Divenuto, “Il cantiere infinito delle cattedrali di Sant’Agata dei Goti e di Sessa Aurunca”, Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura, n.s., 34-39, 1999-2002, 209-216.

 

D’Onofrio, Pane 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, La Campania, Milano 1981, 204-208.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 196-198.

 

Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, “Conoscenza e riuso dell'Antico nel Medioevo. Torcularia d'età romana nel duomo di Sant'Agata dei Goti”, Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-76.

 

Rainone 1788: Fileno Rainone, Dell’origine di Sant’Agata dei Goti, Napoli 1788.

 

Ughelli 1721: Ferdinando Ughelli, “S. Agathae Gothorum episcopi”, in Italia sacra, cura et studio Nicola Coleti, tomo VIII, Venetiis 1721, coll. 344-358.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione01/06/2012 10:26:10
Data ultima revisione21/11/2016 16:39:33
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OggettoSant'Agata dei Goti, San Menna
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Menna
Immagine
Nomi antichi

San Pietro

Cronologia

1102-1107: costruzione come cappella palatina dedicata a san Pietro

1110: papa Pasquale II la ridedica "in onore del Signore Salvatore e della Santa Vergine Maria e della Santa Croce e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e di San Menna Confessore" (cfr. Iscrizioni).

1317, 11 gennaio: re Roberto d'Angiò scrive lettera di protezione all'abate di San Menna (Schulz 1860, p. 333)

Autore
Committente

Conte Roberto, figlio di Rainulfo

Famiglie e persone
Descrizione

Preceduta da un portico, la chiesa si sviluppa internamente in tre navate suddivise da arcate su colonne antiche. Eccezionale è la ricchezza dei marmi policromi, sia nei fusti delle colonne, che nel pavimento cosmatesco e negli arredi liturgici della "schola cantorum" ancora esistente al centro della navata.

Iscrizioni

Sul portale: CRIMINA DIMITTAT QVI LIMINIS ALTA SVBINTRAT / TEMPLVM SI POSCAT SVB PETRO PRINCIPE NOSCAT / QVOD CVM FVNDASTI ROBERTE COMES DECORASTI.

 

In lapide sotto l'altare: + HIC REQVIESCIT /  CORPVS BEATI / MENNE CONFESSORIS / + HIC REQVIESCVNT CORPORA / S[an]C[t]ORVM BRICII ET SOCII M[a]R[tiris] / DE VNOQVOQVE / MEDIETAS.

 

Epigrafe affissa a destra dell'ingresso della chiesa:

+ANNO AB INCARNATION[E] D[OMI]NI MCX / II NONAS SEPTEMBRIS INDICTIONE QVARTA /HEC ECCL[ESI]A CONSECRATA FVIT IN HONORE[M] / D[OMI]Nl SALVATORIS S[ANC]TEQ[VE] MARIE VIRG[INIS] / ET S[AN]C[T]E CRVCIS S[AN]C[T]ORV[M]Q[VE] AP[OSTO]LOR[VM] PETRI ET / PAVLI ET S[AN]C[TI] MENNE CONF[ESSORIS] P[ER] MANVS / D[OMl]NI PASCHALIS S[E]C[VN]DI P[A]P[AE] P[RE]SENTIBVS / TAM CARDINALIBVS QVA[M] COEPIS[COPIS]. EAMQ[VE] / D[O]M[INV]S PAPA SVB IVRE ROMANE ECCL[ESI]AE / BEATI PETRI AP[OSTO]LI IN SVA DEFENSIONE / SVSCEPIT ET DONANTE ATQ[VE] CONCE/DENTE DO[MI]NO R[OBERTO] COMITE HVIVS AECCL[ESl]AE FVN/DATORE TAM P[RO] SE QVAM S[VI]S HEREDIB[VS] / VNDE BENEFACIENTES S[ANCTA] BENEDICTIONEI DONAVIT / IBI VERO MALEFACIENTES EXCOMVNICATIONE DA[M]NAV[IT].

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Sono di reimpiego i fusti e molti dei capitelli delle colonne.

Nel pavimento, oltre a numerosi frammenti di marmo fra cui tondi in porfido rosso, si trovano frammenti delle iscrizioni: CIL, IX, 2144; CIL, IX, 2156; CIL, IX, 2157; CIL, IX, 2160.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche

La chiesa è ben visibile nella veduta urbana di Sant'Agata dei Goti disegnata nel 1727 da Giuseppe Stendardo.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Abbate, Di Resta 1984: Francesco Abbate, Isabella Di Resta, Sant'Agata dei Goti, Roma-Bari 1984.

 

Bertaux 1896: Emile Bertaux, "Per la storia dell’arte nel napoletano. Sant’Agata dei Goti", Napoli Nobilissima, V, 1896, 3-9.

 

Cielo 1979: Luigi Cielo, “Una lastra paleocristiana inedita a Sant’Agata dei Goti”, Studi meridionali, 12, 1979, 17-28.

 

Cielo 1980: Luigi Cielo, Monumenti romanici a Sant’Agata dei Goti: il duomo e la chiesa di San Menna, Roma 1980.

 

Corsi 1997: Anna Maria Corsi, “La decorazione pavimentale nella chiesa di S. Menna a Sant’Agata dei Goti”, in Atti del IV colloquio dell’Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del Mosaico (Palermo, 9 - 13 dicembre 1996), Ravenna 1997, 675-686.

 

D’Onofrio, Pane 1981: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, La Campania, Milano 1981, 204-208.

 

Gandolfo 1999: Francesco Gandolfo, La scultura normanno-sveva in Campania, Roma-Bari 1999, 41-46.

 

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 196-198.

 

Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, “Conoscenza e riuso dell'Antico nel Medioevo. Torcularia d'età romana nel duomo di Sant'Agata dei Goti”, Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-76.

 

Schulz 1860:  Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 333-334.

 

Videtta 1965: Antonio Videtta, “Note sulla chiesa di S. Menna restaurata”, Samnium, 28, 1965, 232-237.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione01/06/2012 10:27:23
Data ultima revisione21/11/2016 16:47:50
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OggettoSant'Agata dei Goti, Sant'Angelo in Munculanis
Tipologiachiesa
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, “Conoscenza e riuso dell'Antico nel Medioevo. Torcularia d'età romana nel duomo di Sant'Agata dei Goti”, Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-76.

 

Pensabene 2014: Patrizio Pensabene, "Il reimpiego a Sant'Agata de' Goti: San Menna, il Duomo e Sant'Angelo de Munculanis", in F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant'Agata de' Goti, Atti del convegno di studi, (9 giugno 2010, Sant'Agata de' Goti), Salerno 2014, 193-256

 

Rubino, De Vega 1979: Gregorio Rubino, Vega De Martini, “Strutture medioevali nella chiesa di S. Angelo in Munculanis a S. Agata dei Goti”, Napoli Nobilissima, ser. 3, 18, 1979, 221-226.

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Schedatore
Data di compilazione11/12/2012 20:43:15
Data ultima revisione22/11/2016 12:15:40
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OggettoSant'Agata dei Goti, Santissima Annunziata
Tipologiachiesa e ospedale AGP
Nome attualeAnnunziata
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1237: papa Gregorio IX riconosce giuridicamente lo “hospitale extra portam civitatis” voluto dal vescovo Giovanni IV (Iannotta 1982).

1354: documenti dell'archivio storico diocesano di Sant’Agata dei Goti parlano di "chiesa di patronato comunale fondata dai cittadini che la dotarono e nella sua fondazione avvenuta nel 1354 vi furono stabiliti 16 Cappellani corali" .

1534: papa Paolo III riconosce lo iuspatronato della Universitas civitatis di Sant’Agata dei Goti sulla chiesa e sull’Ospedale.

1564: realizzazione del portale marmoreo.

1571: viene costruita la cappella della Deposizione.

1587: viene costruita la cappella della Madonna del Rifugio.

1591: gli Eletti della città (Narcisio Melluso, Giulio Stampolillo) e il “magnifico Pompilio Calandrella, medico” affidano le cure degli ammalati all’ordine di San Giovanni di Dio, con atto rogato a Napoli il 19 febbraio davanti al giudice  Giovanni Battista Pacifico.

1593: è ricostruito il campanile.

1596: si costruisce la cella campanaria a coronamento del campanile.

1608: gli affreschi vengono ricoperti con calce per timore di pestilenze.

1619: si costruisce la cappella di San Biagio.

1658:  costruzione di un’altra cappella in onore di San Rocco.

1711: si demolisce la cappella del SS. Salvatore per allargare la sagrestia.

1725-1740: costruzione di una volta a botte in gesso a sostituzione delle capriate lignee.

1805: il terremoto danneggia le strutture.

1865: restauro alla copertura su progetto dell’ingegner R. Mosera.

1965-1977: restauro che riporta in luce gli affreschi del presbiterio.

Autore
Committente

La chiesa è patrocinio dell'Universitas.

La cappella di Santa Maria degli Angeli (oggi San Biagio) viene edificata nel 1619 dai figli di Mastrantonio, cavalieri del conte di Calduni (cfr. Iscrizioni).

Famiglie e persone
Descrizione

Chiesa a navata unica coperta a capriate lignee, con due cappelle per lato. La navata è chiusa da presbiterio quadrato con crociera costolonata.

Iscrizioni

Epigrafe per la costruzione del portale maggiore.

 

Epigrafe di fondazione cappella Santa Maria degli Angeli:

"Deo Optimo Maximo / Palladinus vir egregius Tiberius Silvius / et Albentius Mastrantoni fratres una/nimes comitis calsantuni equitum legiona/ry sed omnium maxime signifer Albentius / sacellum hoc sibi suisque tantum haeredibus / A fundamentis singulis diebus et eorum fune/ra sacra fiant et quoto anno instaurentur / inferiae anno domini MDCXIX".

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Portale marmoreo

Affreschi XIV-XV nell’abside (Annunciazione, Crocefissione, Storie di sant’Orsola, san Nicola da Bari, altri santi e diaconi).

Affreschi in controfacciata. Giudizio finale (1412)

1664. pulpito (già nel duomo).

Cappella di San Giacomo (seconda a destra): altare del 1714 di Lorenzo Fontana; statua di Giovan Battista Antonini del 1719.

Cappella di San Biagio (seconda a sinsitra): stucchi del 1703 e affreschi di Tommaso Giaquinto con santi nella gloria del Paradiso.

Cappella dell’Annunziata: custodisce la pala lignea dell’Annunziata dipinta nel 1483 da Angiolillo Arcuccio, già sull’altare principale.

Storia e trasformazioni

È probabile che la chiesa sia stata costruita solo molto tempo dopo la bolla di Gregorio IX del 1237. documenti archivio storico diocesano di Sant’Agata dei Goti parlano di "chiesa di patronato comunale fondata dai cittadini che la dotarono e nella sua fondazione avvenuta nel 1354 vi furono stabiliti 16 Cappellani corali" . Poco prima del 1441 la chiesa subisce un saccheggio (cfr. infra, Documenti). Nel 1483 viene commissionata la pala dell’Annunziata ad Angiolillo Arcuccio. Nel 1531 inizia una lunga vertenza fra il vescovo e le autorità civili della città per lo ius patronato della fondazione, risolta nel 1534 da papa Paolo III a favore della cittadina contro il vescovo. Nei primi anni del XVIII secolo la chiesa presenta una grande navata coperta da travi indorate, 4 cappelle a destra (San Giovanni di Dio, San Giacomo Apostolo, Pietà, SS. Salvatore) e due a sinistra (San Rocco, San Biagio). Nel 1764 la chiesa viene eretta a sede parrocchiale per volontà di Alfonso De Liguori.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

 

1441. cedola di tesoreria aragonese documenta un avvenuto saccheggio della chiesa: "Idem lo dit dia doni a micer Marino Bellota de Santagate per cents dans fets per sacomanos a la Iglesia de la Nunciata per smena de aquelles s(olvit) VIII due" (Fonti aragonesi, vol. I, 1957, p. 119).


Bibliografia
Link esterni

Abbate 2004: Francesco Abbate, "Gli affreschi nell'abside di Sant'Agata dei Goti", in Per la storia dell'arte in Italia e in Europa: studi in onore di Luisa Mortari, a cura di M. Pasculli Ferrara, Roma 2004, 435-44.

 

Abbate 2004\a: Francesco Abbate, "Il Maestro del Giudizio", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 151-165.

 

Abbate, Di Resta 1984: Francesco Abbate, Isabella Di Resta, Sant'Agata dei Goti, Roma-Bari 1984.

 

Causa 1950: Raffaello Causa, "Angiolillo Arcuccio", Proporzioni, III (1950), 99-110.

 

Fonti aragonesi 1957: Fonti aragonesi, a cura degli archivisti napoletani, vol. I, Accademia Pontaniana, Napoli 1957.

 

Iannotta 1982: Franco Iannotta, "La chiesa dell'Annunziata in Sant'Agata de' Goti e una inedita bolla di Gregorio IX", Samnium, 55, 1982, 116-125.

 

Iannotta 2004: Franco Iannotta, "Sulle tracce della storia", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 17-28.

 

Lavorare all’inferno 2004: Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004.

 

Montuori 2007: Manlio Mantuori, “Sant’Agata dei Goti, chiesa della Santissima Annunziata”, in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania, ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 91-95.

 

Navarro 1983: Fausta Navarro, "Ferrante Maglione, Alvaro Pirez d'Evora ed alcuni aspetti della pittura tardogotica a Napoli e in Campania", Bollettino d'Arte, n. 78 , 1993, 55-76.

 

Palleschi 2004: Roberta Palleschi, "Il Giudizio Universale", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 29-93.

 

Palleschi 2004/a: Roberta Palleschi, "Gli affreschi dell’abside", in Lavorare all’inferno. Gli affreschi di Sant’Agata de’ Goti, a cura di C. Frugoni, Roma-Bari 2004, 95-150.

 

Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, “Conoscenza e riuso dell'Antico nel Medioevo. Torcularia d'età romana nel duomo di Sant'Agata dei Goti”, Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-76.

 

Scavizzi 1962: Giuseppe Scavizzi, "Nuovi affreschi del '400 campano",  Bollettino d'arte, 4.Ser. 47,1962,  196-206.

 

Schulz 1860:  Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresden 1860, 333-334.

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione30/05/2012 13:39:41
Data ultima revisione21/11/2016 17:00:15
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/16
OggettoSant'Agata dei Goti, epigrafe dell'Annunziata
Supportomarmo
Cronologia1564
Immagine
Prima attestazione
Trascrizione

Deo optimo Maximo / et deiparae Virgini Annunciationis / titulo insigni sacellum tectum / portamque marmoream et pone altare / subsellia ioannis baptista burzillus / ioannis nlcolaus saxa et caelius benedictus / collegae operisque praefecti diligenter / et fideliter instaurarunt posueruntque / Anno a salutari Christi ortu MDLXIIII / tempore vero gubernationis istius Civitatis magnificorum Marcelli Sabaste / Ioannis Caroli De Stabile Ioannis / Antonii Ferraiolo et Dominici Cosse

Famiglie e persone
Note

L'iscrizione è collocata sopra il portale della chiesa dell'Annunziata di Sant'Agata dei Goti, e si riferisce alla sua edificazione.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione11/12/2012 19:52:15
Data ultima revisione27/02/2013 13:46:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/16
OggettoSant'Agata dei Goti, Annunziata, affreschi del presbiterio
Materialeaffresco
Dimensioni
Cronologiafine XIV secolo e inizi XV
Autore
Descrizione

Gli affreschi, raffiguranti l'Annunciazione, la Crocefissione, e le Storie di sant’Orsola, san Nicola da Bari, altri santi e diaconi, occupano le pareti del presbiterio della chiesa dell'Annunziata.

Una completa descrizione iconografica, con ottimo apparato fotografico, è fornita da Roberta Pallecchi (in Lavorare all'inferno 2004, 95-50).

Francesco Abbate (in Lavorare all'inferno 2004, 151-165), in una recente trattazione sullo stile dell'anonimo pittore primoquattrocentesco del Giudizio, ha riassunto l'annodata vicenda critica, proponendo il nome di un "Maestro Marco" con un bagaglio senese, catalano e provenzale, che sarebbe l'autore in due fasi diverse sia degli affreschi dell'abside, che - successivamente - del Giudizio.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Frugoni 2004: Chiara Frugoni (a cura di), Lavorare all'inferno. Gli affreschi di Sant'Agata de' Goti, Roma-Bari 2004

 

Scavizzi 1962: Giuseppe Scavizzi, "Nuovi affreschi del '400 campano", Bollettino d'arte, ser. IV, 47, 1962, 196-206

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/12/2012 19:39:48
Data ultima revisione22/11/2016 11:27:53
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/127
OggettoSant'Agata dei Goti, Annunziata, affresco del Giudizio finale
Materialeaffresco
Dimensioni
Cronologia1412
Autore
Descrizione

L'affresco occupa l'intera controfacciata della chiesa dell'Annunziata di Sant'Agata dei Goti. Una completa e diffusa lettura iconografica del ciclo è stata pubblicata da Roberta Palleschi (in Lavorare all'inferno 200429-93).

Il Giudizio è stato attribuito in buona parte della letteratura artistica all'inesistente pittore quattrocentesco Ferrante Maglione per via di un confronto stilistico con una pala dell'Annunciazione ad Aversa: Andrea Zezza (1999, 77-78) ha chiarito che il documento cinquecentesco si riferiva all'altare e non alla pala, e dunque all'architetto Ferdinando Manlio - o Maglione -. Caduta l'ascrizione aversana, è caduta anche quella di Sant'Agata dei Goti.

Francesco Abbate (in Lavorare all'inferno 2004, 151-165), in una recente trattazione sullo stile dell'anonimo pittore primoquattrocentesco del Giudizio, ha riassunto l'annodata vicenda critica, proponendo il nome di un "Maestro Marco" con un bagaglio senese, catalano e provenzale, che sarebbe l'autore in due fasi diverse sia degli affreschi dell'abside, che - successivamente - del Giudizio.  

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Frugoni 2004: Chiara Frugoni (a cura di), Lavorare all'inferno. Gli affreschi di Sant'Agata de' Goti, Roma-Bari 2004


Zezza 1999: Andrea Zezza, "Ferrante Maglione e Marco Pino: una rilettura dei documenti per l'altar maggiore dell'Annunziata di Aversa", Bollettino d'arte, ser. VI, 1999, 108, 77-88

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/12/2012 19:41:50
Data ultima revisione22/11/2016 11:31:26
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/128
OggettoSant'Agata dei Goti, Annunziata, pala dell'altare
Materialetempera su tavola
Dimensioni
Cronologia1483
AutoreAngelillo Arcuccio
Descrizione

La pala è collocata nell'omonima cappella della chiesa dell'Annunziata ed è incastonata in una cornice lignea del 1619. La scena si svolge in una sala con volte di gusto gotico catalano ed è impreziosita dai damaschi degli abiti della Vergine e dell'angelo.

Causa (1950, 103) l'ha ricondotta al pittore Angiolillo Arcuccio, citato anche da Bernardo De Dominici, e messa in relazione con un documento del 1483 pubblicato da Gaetano Filangieri, nel quale il pittore si impegnava a fornire una pala per la chiesa di San Francesco di Sant'Agata dei Goti - che Causa pensa sia una cappella, oggi diruta.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Causa 1950: Raffaello Causa, "Angiolillo Arcuccio", Proporzioni, III, 1950, 99-106

 

Iavasile 1976: Diodorino Domenico Iavasile, Monumenti ed opere d'arte di S. Agata dei Goti, Benevento 1976, 53

 

Ferrari 1962: Oreste Ferrari, "Arcuccio, Angiolillo", Dizionario Biografico degli Italiani, IV, Roma 1962, ad vocem 

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/12/2012 19:44:32
Data ultima revisione22/11/2016 11:35:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/129
OggettoSant'Agata dei Goti, Annunziata, portale
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1564
Autore
Descrizione

Il portale della chiesa dell'Annunziata si presenta in forme senza dubbio ambiziose: interamente in marmo, con capitelli compositi su semicolonne scanalate e rudentate, timpano (dove trova posto un piccolo rilievo del Padre Eterno benedicente) e un altorilievo dell'Annunciazione nella lunetta centrale. Sulle basi delle semicolonne sono scolpiti gli stemmi della città.

Il portale è datato 1564. Iavasile (1976, 52) e Abbate (1984) lo mettono in relazione con la bottega di Annibale Caccavello, un accostamento senza dubbio non sbagliato: ciò nondimeno non pare un'opera direttamente uscita dalla bottega caccavelliana, risente molto delle influenza del sodale di questi, Giovan Domenico d'Auria. Per questi motivi va per ora attribuita ad un anonimo scultore attivo a Napoli in quegli anni e sicuramente in contatto con la bottega congiunta di Caccavello e d'Auria.

Immagine
CommittenteEletti della città di Sant'Agata dei Goti
Famiglie e persone
Iscrizioni

Iscrizione con dedica e data

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi della città di Sant'Agata dei Goti

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Abbate 1984: Francesco Abbate, "La civiltà artistica", in Sant'Agata dei Goti, a cura di Francesco Abbate e Isabella Di Resta, 39-64

 

Iavasile 1976: Diodorino Domenico Iavasile, Monumenti ed opere d'arte di S. Agata deo Goti, Benevento 1976, 52

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/12/2012 19:10:13
Data ultima revisione22/11/2016 11:36:54
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/126
OggettoSant'Agata dei Goti, cattedrale, Madonna in trono col Bambino
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1402
Autore
Descrizione

La statuetta si trova in una cappella laterale della navata destra del duomo di Sant'Agata dei Goti. Reca un'iscrizione goticheggiante, sulla grossa base unghiata, datata 1402. Ma un'altra iscrizione alla base del blocco della Vergine ricorda un restauro nel 1571.

La scultura è di gusto baboccesco, ossia vicino ad Antonio Baboccio da Piperno,  e si può ricondurre a quella cultura presente a Napoli all'inizio del secolo XV. 

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/12/2012 20:11:09
Data ultima revisione22/11/2016 11:33:36
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/130
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, tabernacolo eucaristico
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologiaprimo decennio del XVI secolo
AutoreCesare Quaranta (?)
Descrizione

Il tabernacolo eucaristico della Cattedrale di Sant'Agata dei Goti denuncia lo stile dello scultore Cesare Quaranta, e potrebbe esserci una connessione tra questa piccola opera e il monumento funebre di Caterina della Ratta (in San Francesco delle Monache a Napoli) di mano dello stesso autore, poiché ella era contessa di Sant'Agata (sul monumento napoletano cfr. Caglioti 2004, 354, n. 21).

Immagine
CommittenteCaterina della Ratta (?)
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Abbate 1984: Francesco Abbate, "La civiltà artistica", in Sant'Agata dei Goti, a cura di Francesco Abbate e Isabella Di Resta, Roma-Bari 1984, 47


Caglioti 2004: Francesco Caglioti, “Due Virtù marmoree del primo Cinquecento napoletano emigrate a Lawrence, Kansas. I Carafa di Santa Severina e lo scultore Cesare Quaranta per San Domenico Maggiore”, Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 48, 2004, 333-358

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/02/2013 13:46:28
Data ultima revisione22/11/2016 11:50:01
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/172
OggettoSant'Agata dei Goti, Palazzo vescovile, statua di San Paolo
Collocazione originaria
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologiaprimo decennio del XVII secolo
AutoreTommaso Montani
Descrizione

La scultura si trova in una nicchia ovata sulla grande scalinata settecentesca della corte del Palazzo Vescovile di Sant'Agata dei Goti. San Paolo è rappresentato, come di consueto, barbuto e con la spada.

La statua parrebbe inedita. E' collocata in una posizione poco felice (troppo in alto a giudicare dalle dimensioni dell'opera), frutto di una decorazione architettonica posteriore e non se ne conosce la collocazione originaria. Non essendo un particolare protettore di Sant'Agata ci si aspetterebbe l'originaria esistenza di un pendant raffigurante San Pietro.

Stilisticamente rientra facilmente nel catalogo dello scultore fiorentino attivo a Napoli, Tommaso Montani (sul quale cfr. Loffredo 2010).

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Loffredo 2010: Fernando Loffredo, "Pietro Bernini e Giovanni Caccini per le tombe angioine nel Duomo di Napoli", Prospettiva, 139-140, 2010, 81-107

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione12/02/2013 11:29:02
Data ultima revisione22/11/2016 11:42:59
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/173
OggettoSant'Agata dei Goti, San Francesco, tomba di Ludovico d'Artus
Materialemarmo con tracce di policromia
Dimensioni
Cronologiapost 1370
Autore
Descrizione

Il monumento si trova nella chiesa di San Francesco di Sant'Agata dei Goti (cfr. anche Rotili 1952, 104). Fu innalzato in memoria di Ludovico d'Artus, conte della città dal 1343, probabilmente dopo la sua morte avvenuta nel 1370. Il modello di questo monumento è stato messo in relazione con quello, effettivamente molto simile, di Giovanna d'Aquino (+ 1345) in San Domenico Maggiore a Napoli (cfr. Vitolo 2008, 86-87), come anche con la tomba del conte di Caserta Francesco de la Rath.

Immagine
Committente
Famiglie e persone

Ludovico d'Artus conte di Sant'Agata e Montedorisio

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

Rotili 1952: Mario Rotili, L'arte nel Sannio, Benevento 1952

 

Vitolo 2008: Paolo Vitolo, La chiesa della Regina. L'Incoronata di Napoli, Giovanna I d'Angiò e Roberto d'Oderisio, Roma 2008

Bibliografia
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione28/02/2013 11:18:32
Data ultima revisione22/11/2016 11:34:17
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/196
OggettoSant'Agata dei Goti, blocco con iscrizione
Luogo di provenienza
Collocazione attuale
Prima attestazione
Materiale
Dimensioni
Stato di conservazione
Cronologia
Descrizione
Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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Schedatore
Data di compilazione02/04/2013 15:02:24
Data ultima revisione02/04/2013 15:02:24
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/277
OggettoSant'Agata dei Goti, blocco con iscrizione
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, reimpiegata nel centro storico.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Il campo epigrafico presenta un buono stato di conservazione mentre sul lato destro inferiore vi è una forte frattura.

Cronologia
Descrizione

La base presenta uno spesso plinto di base sul quale si pone un campo epigrafico di forma rettangolare delimitato in basso e in lato da una cornice costituita da una semplice gola. La base proviene da lavori eseguiti presso la curia vescovile.

L'iscrizione recita:

i(ove) O(ptimo) M(aximo)

C(eterisque) O(mnibus) D(is) I(mmortalibus)

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Questa base ha generato l'idea in passato che fosse esistito a Saticula un tempio dedicato a tutti gli dei.

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2141.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 5, fig. 3b.


Rainone 1788: F. Rainone, Dissertazione sull'origine, ed antichità di Sant'Agata dei Goti, e di alcuni avvertimenti memorabili che concernono la sua storia nella decadenza dell'impero, e nelli secoli posteriori, Napoli 1788, XIII.


Trutta 1776: G. Trutta, Dissertazioni istoriche delle antichità alifane, Napoli 1776, 343.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione02/04/2013 15:06:45
Data ultima revisione22/11/2016 11:54:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/278
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, blocco con iscrizione CIL, IX, 2150
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, il blocco iscritto è murato in facciata del portico del duomo.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Il blocco presenta diverse scheggiature sulla superficie e lungo i bordi

CronologiaI sec. d.C.
Descrizione

Su un blocco di forma rettangolare compare la seguente iscrizione:

d(is) m(anibus) s(acrum)

N(umerio) Oppio

Saturnino

coniugi

[B]enemerenti

fecit

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, n. 2150


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 6, fig. 4b.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione11/12/2012 20:00:10
Data ultima revisione22/11/2016 12:11:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/180
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, CIL IX, 2142
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, murata sulla parete del pronao del duomo.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

La superficie è molto abrasa e il blocco presenta numerose scheggiature

Cronologia43-40 a.C.
Descrizione

Il blocco, probabilmente pertinente ad una base di statua, riporta un'importante epigrafe, la quale fa riferimento alla fondazione della locale colonia in periodo triumvirale. L'epigrafe fu rinvenuta durante i lavori di edificazione del pronao.

Questa è l'iscrizione riportata:

C(aio) Ivlio C(ai) F(ilio) Caesari

imp(eratori) triumviro r(ei) p(ublicae) c(ostituendae)

patrono d(ecreto) d(ecurionum)

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Falcando 1994: E. Falcando, "Il patronato di comunità in Apulia e Calabria", in M. Pane (a cura di), Epigrafia e temi di politica e società, temi di antichità romana, Bari 1994, 77, n. 29.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2142.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 9, fig. 10.


Rainone 1788: F. Rainone, Dissertazione sull'origine, ed antichità di Sant'Agata dei Goti, e di alcuni avvertimenti memorabili che concernono la sua storia nella decadenza dell'impero, e nelli secoli posteriori, Napoli 1788, X.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione22/02/2015 19:19:10
Data ultima revisione22/11/2016 12:12:36
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/497
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, colonne e capitelli
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, pronao del duomo.

Prima attestazione
MaterialeMarmo e granito
Dimensioni
Stato di conservazione

Buono

Cronologia
Descrizione

Nel pronao del duomo sono reimpiegati dodici fusti di colonna, undici in granito della Troade e uno in marmo africano. Mentre le basi, attiche e ioniche, non sono uniformi e spesso sono rilavorate per sopperire alla disomogeneità dei fusti, i capitelli mostrano forti somiglianze e una volontà di uniformità alla base delle scelte dell'architetto medievale che ne ha scelto il riutilizzo. I capitelli infatti sono tutti corinzi e di epoca imperiale, tranne uno medievale. I capitelli più antichi sono del tipo occidentale e sono attribuibili ad officine urbane della fine del I a.C. - inizio I d.C., altri tre sono di epoca flavia-traianea mentre una coppia di tipo asiatico sottintende un'esecuzione da parte di maestranze microasiatiche di epoca adrianea. I restanti capitelli sono databili tra l'età antonina e il IV sec. d.C. e sono legati ad officine locali.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 16-21.


Pensabene 2014: Patrizio Pensabene, "Il reimpiego a Sant'Agata de' Goti: San Menna, il Duomo e Sant'Angelo de Munculanis", in F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant'Agata de' Goti, Atti del convegno di studi, (9 giugno 2010, Sant'Agata de' Goti), Salerno 2014, 193-256

.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione23/02/2015 11:20:17
Data ultima revisione22/11/2016 12:05:01
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/502
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, coppia di cornici
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, reimpiegati nel pronao del duomo.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Numerose scheggiature e fratture.

Cronologia
Descrizione

Il primo blocco è formato da una sottocornice composta da una fascia di dentelli cui si sovrappone un kyma ionico, formato da ovuli molto plastici contenuti all'interno di sgusci dal profilo spesso e separati da lancette. La cornice è invece formata da un soffitto a cassettoni, decorati con rosette a doppia fila di petali e incorniciatura con fiori di loto. Il soffitto è sostenuto da mensole, di cui ne rimane una, decorate con una grossa foglia d'acanto a quattro lobi e fogliette lanceolate. Questa prima cornice è probabilmente databile in età flavia.

Un secondo blocco si distinge invece per la sua semplicità. La sottocornice è composta da semplici gole e listelli mentre il soffitto, decorato a cassettoni con rosette a sei petali, è sorretto da quattro mensole sagomate. Questa seconda cornice è probabilmente databile nella prima età imperiale.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 22, figg. 42-43.

 

Pensabene 2014: Patrizio Pensabene, "Il reimpiego a Sant'Agata de' Goti: San Menna, il Duomo e Sant'Angelo de Munculanis", in F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant'Agata de' Goti, Atti del convegno di studi, (9 giugno 2010, Sant'Agata de' Goti), Salerno 2014, 193-256

 

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione22/02/2015 21:02:50
Data ultima revisione22/11/2016 12:06:22
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/499
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, fregio dorico
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, murata sulla parete del pronao del duomo.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Spezzata sui lati brevi. Numerose scheggiature e incrostazioni

CronologiaEtà tardo-repubblicana
Descrizione

L'epistilio di forma rettangolare presenta in un sol blocco un fregio dorico, costituito da metope e triglifi con sei guttae di forma conica arrotondata. Le due metope rimaste raffigurano un fiore con quattro petali più larghi posti in obliquamente e altri quattro più stretti posti in senso orizzontale e verticale e un bucranio cui si avvolge una sottile benda.

Il fregio doveva comporre la decorazione architettonica di un monumento funerario come è ben attestato in ambito italico in età tardo-repubblicana.

Un simile fiore accostato ad un bucranio del tutto identico, tranne che per la presenza di un fiore al centro della fronte, è presente sulla decorazione di un monumento funerario presso Carsulae (Maschek 2012, cat. DF 166, tav. 36, 3-4), ma d'altronde in forme diverse il motivo del fiore e del bucranio sono tra i più comuni nelle decorazioni di queste trabeazioni.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Maschek 2012: Dominik Maschek,Rationes decoris. Aufkommen und Verbreitung dorischer Friese in der mittelitalischen Architektur des 2. und 1. Jahrhunderts v. Chr., Wien 2012, cat. DF 90, tav. 21, 4.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 16, fig. 19.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione22/02/2015 19:59:49
Data ultima revisione22/11/2016 12:07:33
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/498
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, stele con togati
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, su una parete del pronao del duomo, ruotata di 90 gradi.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Presenta diverse scheggiature lungo i bordi. La superficie delle figure è fortemente danneggiata.

CronologiaEtà tardo-repubblicana
Descrizione

In un blocco rettangolare è ricavata un'edicola dai tratti molto semplificati poiché costituita da un riquadro figurato e da contorni squadrati. Nel campo figurativo compaiono tre personaggi, i primi due vestiti di toga, stanti e rigidamente rivolti verso l'osservatore mentre il terzo ha il capo velato e la mano sinistra poggiata sulla spalla sinistra del secondo personaggio. 

Lo stato di conservazione non permette di avanzare ipotesi relative al linguaggio stilistico delle figure, che tuttavia si connotano per le proporzioni armoniche e un profilo sottile. Si tratta indubbiamente di una stele funeraria, probabilmente proveniente da una vicina necropoli. Questo tipo di stele con figure intere all'interno di edicole sono molto diffuse nel territorio di Capua e di Teano. Si può quindi accettare una datazione in età tardo-repubblicana.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, "Conoscenza e riuso dell’antico nel medioevo : torcularia d’età romana nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti", Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, p. 73, fig. 11.


Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 878.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 15, fig. 18.


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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione11/12/2012 20:08:34
Data ultima revisione22/11/2016 12:10:04
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/181
OggettoSant'Agata dei Goti, Cattedrale, turcularia
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, reimpiegati in diverse parti del duomo.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
Dimensioni
Stato di conservazione

Buono stato di conservazione

Cronologia
Descrizione

Nel duomo, così come in altri luoghi della città, sono reimpiegati blocchi con incavo a forma rettangolare, solitamente due per blocco (noti come lapis pedicinus) o a "L", riconducibili ad incassi per il torcularium, solitamente utilizzati nelle ville tardo-repubblicane per la produzione di vino e olio. I blocchi con doppi incavi rettangolari servivano per posizionare a terra il torchio mentre quelli ad "L" erano posti ai lati per l'alloggiamento degli ingranaggi.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Palmentieri 2008: Angela Palmentieri, "Conoscenza e riuso dell’antico nel medioevo: torcularia d’età romana nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti", Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, 23, 2008, 57-97.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione22/02/2015 21:31:35
Data ultima revisione22/11/2016 12:10:25
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/500
OggettoSant'Agata dei Goti, San Menna, capitelli e colonne
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, chiesa di San Menna.

Prima attestazione
MaterialeMarmo
Dimensioni
Stato di conservazione
Cronologia
Descrizione

Nella chiesa si conservano una serie di colonne in marmi colorati, capitelli e basi, le quali separano in tre navate l'edificio.

A partire dall'ingresso, tra la navata sinistra e quella centrale vi sono:

- una colonna in marmo bigio (alt. 295 cm, diam. 48 cm), che si imposta su una base in marmo bianco con plinto inserito nel pavimento, databile forne nel IV sec. d.C. Sul fusto è un capitello ionico formato da due volute collegate da un kyma ionico molto piatto e ai lati da pulvini. Il collarino è composto da una corona di foglie lisce con sommità ripiegata in avanti. Il capitello è probabilmente di origine medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 1, Pensabene 2014, p. 197, n. 1d);

- una colonna (alt. 295 cm, diam. max 48 cm), il cui fusto è diviso in due tronconi, il maggiore in granito rosso di Assuan, il minore in cipollino. Inferiormente poggia su una base in calcare, il cui plinto è inserito nel pavimento, e superiormente si imposta un capitello ionico del tutto identico al precedente, tranne che per la decorazione dell'echino, il quale presenta un kyma lesbio nella parte più alta, nel posto in cui doveva esserci il canale delle volute, poi un listello con dentelli e infine un astragalo composto da perline cilindriche e coppie di fusarole (Cielo 1980, p. 109, n. 2, Pensabene 2014, p. 198, n. 2d);

- una colonna scanalata in marmo portasanta (alt. 282 cm, diam. 37 cm). Si imposta su una base attica in marmo proconnesio, il quale presenta delle rilavorazione e un incasso. Superiormente il fusto è completato da un capitello medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 3, Pensabene 2014, p. 198, n. 3d);

- una colonna (alt. 298 cm, diam. max 38 cm), divisa in due tronconi, il superiore in proconnesio, l'inferiore forse in breccia corallina. Inferiormente poggia su una base attica fortemente rilavorata mentre superiormente si trova un capitello corinzio, la cui corona inferiore del kalathos è stata eliminata per adeguare il capitello all'altezza del colonnato. Le corone sono comunque composte da foglie d'acanto divise da profondi solchi che segnano le nervature e caratterizzate da lobi a fogliette corte e lanceolate. Le zone d'ombra tra i lobi sono a forma di goccia. Per questi elementi il capitello si può datare in età flavia (Cielo 1980, p. 109, n. 4, Pensabene 2014, p. 199, n. 4d);

- un'ultima colonna (alt. 296 cm), anche questa divisa in due tronconi, quello inferiore in marmo africano e quello superiore forse in bardiglio. La base è in calcare mentre il capitello, che presenta un motivo stellare è medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 5, Pensabene 2014, p. 200, n. 5d).

 

A partire dall'ingresso, tra la navata centrale e quella di destra vi sono:

- una colonna (alt. 296 cm, diam. max 45 cm), divisa in due tronconi, il superiore in cipollino, quello inferiore in bigio antico. In basso poggia su una base in marmo bianco mentre in alto è posto un capitello ionico in marmo proconnesio, il quale presenta un echino con kyma ionico piuttosto piatto e disegnativo e ai lati pulvini con foglie d'acqua molto plastiche. È probabile una datazione nella prima età imperiale cui ha fatto seguito una rilavorazione dell'echino in età medievale (Cielo 1980, p. 108, n. 10, Pensabene 2014, p. 197, n. 1s);

- una colonna (alt. 296 cm, diam. 40 cm) in marmo cipollino. La base è in marmo bianco mentre il capitello è del tutto simile al precedente (Cielo 1980, p. 108, n. 9, Pensabene 2014, p. 198, n. 2s);

 - una colonna scanalata in marmo bianco (alt. 270 cm, diam. 37 cm). Poggia su una base in marmo bianco mentre superiormente si trova un capitello corinzieggiante. Quest'ultimo si compone di due corone, di cui la prima è stata eliminata per adeguarlo all'altezza della colonna, che presentano profonde scanalature verticali che fungono da nervature e da lobi caratterizzati da foglie lanceolate e zone d'ombra ogivali. Ai lati delle foglie centrali hanno origine i caulicoli da cui fuoriescono le corone composte da una sola foglia e le volute ricoperte di foglie. Al centro nascono due tralci simmetricamente contrapposti che salgono verso l'alto e si avvolgono a spirale. Sotto l'abaco infine vi è un bucranio. Il capitello è databile in età giulio-claudia (Cielo 1980, p. 108, n. 8, Pensabene 2014, p. 199, n. 3s);

- una colonna (alt. 297 cm, diam. 37), divisa in due tronconi, il primo in proconnesio e il secondo in africano. La base presenta una scozia molto alta mentre il capitello, di forma tronco conica a foglie lisce è probabilmente medievale (Cielo 1980, p. 108, n. 7, Pensabene 2014, pp. 199-200, n. 4s);

- un'ultima colonna (alt. 297 cm, diam. max 38 cm), divisa in due tronconi, uno in granito della Troade e un altro in marmo africano. La base è in calcare ed è stata ottenuta dalla rilavorazione di un capitello tuscanico rilavorato. Il capitello, che presenta i motivi stellari, è di epoca medievale (Cielo 1980, p. 109, n. 6, Pensabene 2014, p. 200, n. 5s).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Cielo 1980: L.R. Cielo, Monumenti romanici a Sant'Agata dei Goti, Roma 1980

 

Pensabene 2014: Patrizio Pensabene, "Il reimpiego a Sant'Agata de' Goti: San Menna, il Duomo e Sant'Angelo de Munculanis", in F. Iannotta (a cura di), La chiesa di San Menna a Sant'Agata de' Goti, Atti del convegno di studi, (9 giugno 2010, Sant'Agata de' Goti), Salerno 2014, 193-256

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione21/02/2015 13:24:23
Data ultima revisione22/11/2016 12:11:58
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/492
OggettoSant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2144
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, reimpiegata nella pavimentazione della chiesa di San Menna.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Lastra frammentaria su tutti i lati

Cronologia
Descrizione

Ciò che rimane dell'iscrione recita:

[..]icina[..]

[..]cereris[..]

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 197, n. 2144.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 14, fig. 16b.

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Data di compilazione21/02/2015 17:53:49
Data ultima revisione22/11/2016 12:12:56
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/493
OggettoSant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2156
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, reimpiegata nella pavimentazione della chiesa di San Menna.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Lastra frammentaria su tutti i lati

Cronologia
Descrizione

Ciò che rimane dell'iscrizione recitava secondo Mommsen 1883:

[..]ardanus sibi fecit

 

mentre oggi l'epigrafe visibile è:

[..]s sibi fe(c)[..]

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2156.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 14, fig. 16a.

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Data di compilazione21/02/2015 18:02:47
Data ultima revisione22/11/2016 12:13:19
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/494
OggettoSant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2157
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, reimpiegato nel pavimento della chiesa di San Menna.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Lastra frammentaria su tutti i lati

Cronologia
Descrizione

Ciò che resta dell'iscrizione recita:

[..]en[..]

[..]qu(a)[..]

[..]n[..]

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, p. 198, n. 2157.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 15, fig. 17.

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Data di compilazione21/02/2015 18:07:54
Data ultima revisione22/11/2016 12:13:41
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/495
OggettoSant'Agata dei Goti, San Menna, CIL IX, 2160
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Sant'Agata dei Goti, reimpiegato nella pavimentazione della chiesa di San Menna.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Lastra frammentaria su tutti i lati

Cronologia
Descrizione

Ciò che resta dell'iscrizione recita:

[..](m)n ivstino pp

[..](n) IIII eodemque

[..]is cons ind III[..]

 

Si tratta di una dedica a Giustino II, nipote e successore di Giustiniano, databile al 570 e così ricostruibile:

[DO]m(i)n(o) ivstino p(ater) p(atriae)

[AVG AN]n(o) IIII eodemque 

[B]is cons(ule) ind(ictione) III

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Felle 1993: A.E. Felle, Inscriptiones Christianae Italiae. Regio II. Hirpini VIII, Bari 1993, 120, n. 60.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Saticula?”, in Corpus Inscriptionum Latinarurm, IX, Inscriptiones Calabriae, Apuliae, Samnii, Sabinorum, Piceni Latinae, Berolini 1883, 198, n. 2160.


Palmentieri 2013: Angela Palmentieri, "Testimonianze romane nel centro di Sant’Agata dei Goti e i loro reimpieghi", Napoli Nobilissima, s. 6, 4, 2013, 1-2, 14, fig. 16c.

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SchedatoreLuca Di Franco
Data di compilazione21/02/2015 18:11:44
Data ultima revisione22/11/2016 12:14:01
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/496