NomeFondi
TipoCittà
Luogo superioreLAZIO
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OggettoFondi, Annunziata
Tipologiachiesa (esistente, chiusa al culto)
Nome attualeSan Bartolomeo
Immagine
Nomi antichi

Chiesa dell’Annunziata

Cronologia

1363, ante: fondazione (citata nel testamento di Onorato I Caetani del 1363)

1428: costruzione di una cappella imprecisata (cfr. infra, Iscrizioni).

1491 (ante): esecuzione della pala d'altare

Autore
Committente

La chiesa era juspatronato della universitas  e amministrata (insieme all’annesso ospedale) da due procuratori della città di Fondi (cfr. Forte 1992, 36, 367).

Famiglie e persone

Onorato I Caetani: nel testamento di Onorato I Caetani del 26 marzo 1363, fra i molti lasciti del conte, viene annotata la somma di 40 once “in gillatis argenti” a favore della chiesa “Annunptiate Fundorum de novo constructa” (Archivio Colonna, prg. LIV, n. 3, Reg. II, 215; cfr. Forte 1972, 674).

Descrizione

È un edificio a pianta rettangolare con paramento esterno in blocchi di pietra isodomi. Sorge appena fuori la cinta muraria e il portale di accesso risulta in asse con la porta di accesso alla città.

Attualmente la chiesa è sconsacrata e destinata ad usi privati. Rimangono tracce del protiro quadrato addossato al portale d’ingresso e poggiato su due pilastri quadrati. I resti del protiro addossati alla facciata lasciano leggere una copertura voltata a crociera archiacuta. L’interno non è visitabile.

Iscrizioni

 

Su uno dei pilastri del protiro di facciata è ancora leggibile una epigrafe che ricorda la fondazione di una cappella nel 1428:

“In nomine D. Jesu Christi Amen. Anno nativitatis eius MCCCCXXVIII die primo mensis martii VI indict…  praesens cappella edificata fuit per ecclesiam Annunciatam Fundorum tempore procurationis Nicolai Petri de Dilla et Susuali procuratorum ipsius ecclesiae ad honorem et reverentiam Annuntiatae virginis Mariae. Ad expensas et de pecunia ipsius Ecclesiae”. (Conte Colino 1901, 200; Forte 1972, 674).

 

Stemmi o emblemi araldici

Secondo quanto riporta Conte Colino (1901, 200), nell’arco di mezzo era un’aquila scolpita emblema dei conti dell’Aquila. Uno stemma Caetani era sul trittico di Cristoforo Scacco probabile committenza di Onorato II Caetani e quindi opera eseguita prima del 1491 (cfr. infra, Opere d’arte medievali e moderne).

Elementi antichi di reimpiego

L'altare maggiore poggiava su antico cippo con l'iscrizione CIL, X, 6243 (De Sivo 1860-1865, p. 61), distrutto nell'incendio del 1871. Prima dell'incendio era stato visto e descritto da Notarjanni 1813, p. 206, e da Sivo 1860-1865, p. 61, il quale specifica di avere visto l'iscrizione di persona  "nella chiesa di S. Bartolomeo fuori Fondi, e che servì molti secoli da base all'altare".

Opere d'arte medievali e moderne

All’interno era un affresco rievocante il tentato ratto di Giulia Gonzaga (Amante 1872, 84).

All’interno della chiesa era il trittico dell'Annunciazione di Cristoforo Sacco poi trasferito nella cattedrale di San Pietro probabile commissione di Onorato II Caetani e, quindi, databile prima della sua morte (1491).

Storia e trasformazioni

L’apprezzo del 1690 descrive la “chiesa dell’Annuntiata con atrio avanti: consiste in una nave a tetti con il coro a lamia nel fronte dove stava l’altare maggiore. Al presente sta derelitta senza nessun ornamento; solo ad uno lato d’essa vi è una cappella sotto il titolo di San Bartolomoeo, con la confraternita” (p. 11; cit. da Forte 1972, p. 675 nota 88). Alla sinistra della chiesa era l’oratorio di San Bartolomeo, sede della confraternita omonima, e il cui titolo è stato successivamente esteso a tutta la chiesa. Dalla chiesa dipendeva un ricovero delle fanciulle “esposte” e un ospedale, con dieci posti letto donati dal nobile fondano Albino Saratta (Forte 1972, 674).

Nel 1871 viene gravemente danneggiata da un incendio. Dopo questa data non più adibito al culto.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Sacra visitatio 1983: Sacra visitatio totius fundanae dioecesis ab. Ill.mo et r.mo episcopo Joanne Baptista Comparini peracta anno 1599, ed. a cura di Dario lo Surdo, Carlo Macaro e Giovanni Pesiri, 3 voll., Marina di Minturno 1981-1983, I, p. 248: “aderat etiam deaurata cum imagine beatae Mariae Virginis in medio, et Angelus annuncians, et a latere dextero aderat imago Sancti Honorati, a sinistra vero Sancti Mauri”. 

Bibliografia

Amante 1872: Errico Amante, Statuti della città di Fondi del 1474 con quelli del comune in Fieri di Villa-Galba, Macerata 1872.

 

Apprezzo 2008:  Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell'anno 1690, a cura di Bruna Angeloni e Giovanni Pesiti, Firenze 2008.

 

Conte Colino 1901: Giovanni Conte Colino, Storia di Fondi. Cenni dei paesi formaniti il suo ex stato e delle città limitrofe Elena, Gaeta, Formia e Terracina, Napoli 1901.


Cristoforo Scacco 1984: Cristoforo Scacco, a cura di Dario Lo Sordo, Fondi 1984.

 

De Sivo 1860-1865: Giacinto De Sivo, Storia di Galazia Campana e di Maddaloni, Napoli 1860-1865.

 

Forte 1972: Mario Forte, Fondi nei tempi, (Fondi 1972), Fondi 1998.

 

Forte 1992: Mario Forte, Statuti medioevali della città di Fondi. Concessi nell'anno 1300 da Roffredo III Caetani e nuovamente compilati nel 1474 con l'assenso di Onorato II Gaetani dell'Aquila-d'Aragona. Capitoli e grazie in volgare accordati dai Colonna e dai Gonzaga in epoca rinascimentale, Fondi 1992.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, “Fundi”, in Inscriptiones Bruttiorum, Lucaniae, Campaniae, Siciliae, Sardiniae latinae. Pars I, Inscriptiones Bruttiorum Lucaniae Campanie, Berolini 1883, 617-623.


Naldi 1986; Riccardo Naldi, “Riconsiderando Cristoforo Scacco”, in Prospettiva, 45, 1986, 35-55.

 

Notarjanni 1813: Francesco Antonio Notarjanni, "Viaggio per l'Ausonia", Giornale enciclopedico di Napoli, a. VII, 1813, tomo IV, 151-229.


Sacra visitatio 1983: Sacra visitatio totius fundanae dioecesis ab. Ill.mo et r.mo episcopo Joanne Baptista Comparini peracta anno 1599, ed. a cura di Dario lo Surdo, Carlo Macaro e Giovanni Pesiri, 3 voll., Marina di Minturno 1981-1983.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione30/05/2012 13:20:20
Data ultima revisione12/11/2016 15:14:59
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OggettoFondi, castello
Tipologiacastello
Nome attualecastello Caetani
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1232 requisito il mastio normanno e abbattuto parzialmente su ordine di Federico II

1319 il conte Rodolfo III Caetani ricostruisce la cinta muraria e dà inizio ad interventi per il miglioramento urbanistico e abitativo di Fondi e della sua rocca

1378 sono ospiti del castello i cardinali francesi che in conclave eleggono l'antipapa Clemente VII

1491 costruzione del rivellino

1534 assalto al castello di Ariadeno Barbarossa per rapire Giulia Gonzaga, nuora di Prospero Colonna e vedova del figlio Vespasiano

1840 demolizione della merlatura del maschio

1861 trasformazione in carcere mandamentale

1944 abbattimento di torri del castello ricostruite nel dopoguerra

Autore
Committente

Roffredo III Caetani, primo conte di Fondi della famiglia Caetani (1299-1336)

Onorato I Caetani (1348-1400) promuove lavori nella rocca

Onorato II Caetani (1441-1491) adatta la struttura difensiva alla funzione residenziale; realizza il coronamento e la merlatura della rocca

Famiglie e persone
Descrizione

Il castello con il palazzo e la Porta Napoli è stato parte integrante della cinta muraria cittadina e conserva, nel suo severo aspetto, le caratteristiche della residenza-fortezza, preceduta dal maschio a pianta quadrangolare e torrione cilindrico, poderoso resto nella base quadrangolare con conci squadrati di reimpiego dell'originaria fortificazione eretta in età normanna e fatta abbattere parzialmente da Federico II su cui venne innalzato il torrione circolare. Il mastio difende la residenza su due livelli con poche aperture e serie di sale all'interno difesa da tre torri che si integrano alla cinta muraria e al maschio addossato alla porta. Il maniero conserva l'aspetto originario come rivela il particolare della città nella Pala dell'Annunciata della Cattedrale, dove palazzo Caetani e fortezza si rispecchiano assurgendo a simboli monumentali della città.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma in marmo di Prospero Colonna, feudatario di Fondi dal 1504

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Nel Museo civico sono esposti:

stemma Caetani d'Aragona in pietra (sec. XV, seconda metà: dal camino del palazzo baronale)

Rilievo con Madonna con bambino (1458 circa, attribuita a Domenico Gagini: dalla chiesa di S. Maria del Soccorso)

Storia e trasformazioni

Il castello, di origine normanna nel mastio quadrangolare e edificato ai tempi della famiglia Dell'Aquila (cui seguiranno i Caetani dal 1299) , si conserva nella forma originaria frutto degli interventi paralleli alla costruzione dell'adiacente palazzo della famiglia Caetani (1466-1477) cui era collegato da un passaggio sopra la porta Napoli, con stanze allineate a pianterreno e ampi saloni al piano nobile, dalle alte volte che ospitarano a fine Trecento i cardinali per un conclave. Manca, rispetto all'assetto quattrocentesco, il rivellino antistante, con torrioncini e cinta, andato distrutto in età moderna. Nel passaggio ai Colonna (1504), il nucleo centrale del maniero conservò le forme assunte con il maschio e la pianta rettangolare che ha mantenuto nei secoli successivi con l'aspetto di residenza-fortezza senza gli aggiornamenti dovuti ai mutamenti delle tecniche militari. Nel tempo subisce alcune modifiche come la scomparsa del rivellino, la distruzione della merlatura del maschio, l'eliminazione della Porta Napoli e la chiusura delle finestre per l'uso come carcere e, con i bombardamenti, l'abbattimento delle due torri accoppiate (ricostruite parzialmente nel dopoguerra). Oggi vi è ospitato il Museo Civico.

Note
Fonti iconografiche

Nella pala dell'Annunciata (Cristoforo Scacco, attr., 1491, ante) abbiamo una veduta della città con il castello.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Amante, Bianchi 1903: Bruto Amante, Romolo Bianchi, Memorie storiche e statutarie del ducato, della contea e dell’episcopato di Fondi in Campania, dalle origini fino ai tempi più recenti, Roma 1903


Apprezzo 2008: Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell’anno 1690, edizione con note di commento a cura di Bruna Angeloni e Giovanni Pesiri, Firenze 2008


Carnevale 2002: G. Carnevale, Immagini e documenti fondani. Raccolta di vedute antiche e carte rare, Fondi 2002


Conte Colino 1901: G. Conte-Colino, Storia di Fondi: cenni dei paesi formanti il suo ex stato e delle città limitrofe Elena, Gaeta, Formia e Terracina, Napoli 1901


Forte 1974: M. Forte, Fondi: guida storico-turistica, Fondi 1974


Forte 1998: Mario Forte, Fondi nei tempi, (Fondi 1972), Fondi 1998


Negri Arnoldi et al. 1981: Fondi e la Signoria dei Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia, Sandra Vasco Rocca, Roma 1981

 

Pesiri, Pistilli 2013: Giovanni Pesiri, Pio Francesco Pistilli (a cura di), Il Palazzo Caetani di Fondi. cantiere di studi, Roma 2013

 

Quadrino 1999: Emidio Quadrino, La torre di Apollo. Il maschio del castello Gaetani di Fondi: nuove ipotesi sull'origine della città, Fondi 1999


Saccoccio 1999: Alfredo Saccoccio, Il castello medievale di Fondi e la sua più bella castellana donna Giulia Gonzaga, Fondi 1999


Santoro 1963-1964: Lucio Santoro, “Il castello di Fondi”, Napoli nobilissima, s. III, 3.1963-1964, 195-200


Scalesse 1990: Tommaso Scalesse, “Aspetti dell'architettura nei feudi dei Caetani tra Quattro e Cinquecento”, in Ninfa: una città, un giardino,  a cura di L. Fiorani, Roma 1990, 207-221


Sotis 1838: G. Sotis, Cenno istorico della città di Fondi, Napoli 1838

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione01/06/2012 09:10:33
Data ultima revisione12/11/2016 17:42:06
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/64
OggettoFondi, Cattedrale
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualeSan Pietro
Immagine
Nomi antichi

chiesa di Santa Maria                              

Cronologia

secc. XII-XIII edificazione della cattedrale

1441, post Onorato II Caetani fa edificare la cappella con la tomba per il padre Cristoforo

1473-1481 costruzione del campanile

1601 data apposta sul portale laterale

Autore
Committente
Famiglie e persone

San Paolino vescovo di Nola è ritenuto il primo fondatore.

Papa Innocenzo II (1130-1143) e Leone Caetani sono citati nell’epigrafe in controfacciata. L’epigrafe è apposta dal vescovo Maurizio Rogano.

Marcantonio Prospero Colonna era sepolto nella prima  cappella a destra entrando (Madonna di Loreto).

Descrizione

La chiesa ha un impianto basilicale a tre navate suddivise da arcate ogivali poggiate su pilastri in pietra a pianta quadrata. Le navate hanno copertura a capriate lignee a vista, mentre il presbiterio quadrato è voltato a crociera. Altre strutture voltate sono presenti nelle prime campate laterali verso la controfacciata, di cui quella di destra entrando faceva parte del vecchio campanile. A destra del presbiterio si apre la cappella Caetani, costituita da due campate coperte da volte a crociera. La facciata è in conci di pietra isodomi: la porzione destra è stata compromessa dalla caduta del campanile, quella di sinistra è parzialmente occupata dalla sporgenza del palazzo comitale dei Caetani. Addossato al fianco destro della chiesa, in contiguità con la cappella Caetani, si erge il nuovo campanile. Al centro della facciata è il portale scolpito.

Iscrizioni

In controfacciata epigrafe posta nel 1638 al tempo del vescovo Maurizio Rogano riassume le tappe principali della chiesa e ne fa risalire la ricostruzione ai tempi di papa Innocenzo II, durante il consolato di Leone.

D.O.M. /MAVRITIVS ROGANVS CAIETAN[Vs] DEI ET S. SED. AP[osto]LICAE / EPISCOPVS FVNDANVS / IN HOC TEMPLO, QVOD S. PAVLIN[Vs] NOLAN[nVs] EP[iscop]VS P.MV, VT IN IPSI / PIST. XII AD SEVER., ET DEI DE TE[m]PORE INNOCEN. PP.II, LEO / COMES DVNDOR[Vm], POST QVA[m] A FV[n]DAMENTIS RENOVAVER/T IN ACTIS HVIVS FV[n]DANAE ECCLESIAE DEDICA[n]DV[m] CV/RV[n]T, CV[m] SOLE[m]NITAS CO[n]GREGATIONIS SAC. RITVV[m] XIII MAR/TII MDCXXXVIII P A[n]NIVERS.O Pt[...] AEDI[fi]CAT.NIS DIE[m] XII. X[m]BR / DE EGIT, INDVLGENTIAM Q XL DIER.. INF. E. C. O[mn]IBVS XPI FIDE/LIBVS ILLVD P[...]TA DIE VISITA[n]TIBVS CONCESSIT. / A.P.R.M. / CAPITVLV[m] ET CANONICI CATHED. POSVERE / XII X[m]BRIS MDCXXXVIII

 

Iscrizione sul pulpito:

+ TABVLA MARMOREIS VITREIS DIXTINCTA LAPILLIS/ DOCTORIS STVDIO SIC [es]T ERECTA IOH[ann]IS / ROMANO GENITO COGNOMINE NICOLAO

 

Iscrizione sul sepolcro Caetani:

CRISTOPHORO HEC HONORATVS AC[R]I MONVM[EN]TA PARE[E]TI / ER[E]XIT POSVITQVE / SVO DE NOMI[N]E SIGNA  CAIETANA DOMVS REGNI LOGOTHETA COMESQ[VE] / FVNDORVM ATQVE ARMIS TIT[V]LVS LVSTRAVIT VTRV[M]QVE

 

Il portale marmoreo laterale che si apre sulla navata sinistra è datato 1601:

BEATI OMNES QVI TIMET DOMINVM / QVI AMBVLANT INVIIS EIUS MDCI.

 

Stemmi o emblemi araldici

Stemma aragonese dipinto in facciata.

Stemma Caetani sui fianchi del sarcofago

Stemma non identificato ai lati del rilievo con San Pietro murato in uno dei pilastri interni.

Stemma Caetani nella predella del trittico di Cristoforo Scacco.

Perduti sono gli stemmi Caetani che si trovavano nel soffitto e che sono ricordati in Sacra visitatio 1981-1983.

Elementi antichi di reimpiego

Nei pilastri della navata sono reimpiegati frammenti di epigrafi imperiali romane.

Nel pulpito è reimpiegato un frammento di fregio.

Opere d'arte medievali e moderne

Portale scolpito, poggiante su leoni stilofori e  sormontato da edicola con statua di san Pietro coronato da triregno.

All’interno della navata, incastonato nel terzo pilastro a sinistra, è un rilievo in calcare policromo raffigurante san Pietro.

La prima  cappella a destra entrando, dedicata alla Madonna di Loreto, ospita dipinti del XV secolo. Nella prima campata a sinistra entrando è il fonte battesimale con frammenti di mosaico.

Al penultimo pilastro di destra è addossato il pulpito scolpito e mosaicato, sostenuto da colonne su leoni e arieti.

Nella cappella Caetani monumento funebre di Cristoforo Caetani (+1441), erettogli dal figlio Onorato II Caetani; trittico di Antoniazzo Romano rappresentante la Madonna in trono; trittico di Cristoforo Scacco rappresentante l’Annunciazione già nella chiesa dell'Annunziata di Fondi; trono cosmatesco ritenuto dell’antipapa Clemente II.

Dietro l’altare maggiore crocifisso ligneo altomedievale.

È andato perduto, poiché trasferito all’abbazia di Montecassino e perito nei bombardamenti, l’antico rotolo dell’Exultet un tempo conservato nel tesoro della chiesa.

Madonna col Bambino di Tino da Camaino, marmo, anni venti del ’300 (Leone de Castris 1986, pp. 204, 211 nota 88).

Storia e trasformazioni

Secondo la tradizione la chiesa sarebbe stata fondata da san Paolino vescovo di Nola: l’attestazione deriva da una lettera di Gregorio Magno (trascritta in Remondini, II, pp. 370-372; cfr. Forte 1972, pp. 655-656). Un’epigrafe posta in controfacciata data la ricostruzione al pontificato di Innocenzo II (1130-1143), ma l’edificio attuale, secondo Pinto 2009, mostra caratteri riferibili a un periodo compreso fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo.

Nel XV secolo Onorato II Caetani (1441-1491) fa costruire la cappella funeraria per il padre Cristoforo. Il campanile è riedificato fra il 1473 e il 1481 e affidato al maestro di muro Giovanni da Milano (Archivio Colonna, pergamena XXI, 73; in Caetani 1925-1936, VI, 29).

Il vecchio pavimento medievale in mosaico (parzialmente riscoperto durante i restauri degli anni ’30 del XX in corrispondenza del fonte battesimale) è andato perduto. Il vescovo Matteo Gagliani (1693-1703) a fa rifare sue spese il pavimento in cotto e probabilmente è in questa occasione che viene rialzato di mezzo metro (Pinto 2009, p. 81). Durante l’episcopato di Giovanni Calcagnini (1764-1775) viene restaurato il tetto e vengono realizzati gli stucchi della  Cappella del Santissimo, in fondo alla navata destra. Nel 1778 sono rifatti in marmo gli altari maggiore e del Santissimo (Conte Colino 1901, p. 177).

Nel 1798 un incendio distrugge il soffitto ligneo originario (Amante, Bianchi 1903, p. 212), dove si trovavano stemmi Caetani già ricordati dalla Sacra visitatio 1981-1983.

Restauri dal 1925 al 1936. altri restauri nel 1945-46, 1965, poi un’altra campagna fra il 1970 e il 1978, e quindi fra 2001 e 2003 restauro delle coperture e della torre campanaria, e pulitura del paramento lapideo esterno (Pinto 2009, pp. 81-82).

Note
Fonti iconografiche

Il portale è riprodotto in un disegno di François Debret del 1841 ca. oggi presso l'Ecole des Beaux-Arts di Parigi:

http://www.ensba.fr/ow2/catzarts/images/M5051_PC77832_06_100_P-34206.JPG

Piante e rilievi

Rilievi della chiesa sono in Pinto 2009.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Amante, Bianchi 1903: Bruto Amante, Romolo Bianchi, Memorie storiche e statutarie del ducato, della contea e dell’episcopato di Fondi in Campania, dalle origini fino ai tempi più recenti, Roma 1903.

 

Apprezzo 2008: Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell’anno 1690, edizione con note di commento a cura di Bruna Angeloni e Giovanni Pesiri, Firenze 2008.


Caetani 1925-1936: Gelasio Benedetto Anatolio Caetani, Regesta Chartarum, Perugia - Sancasciano Val di Pesa, 1925-1932, 6 voll., VI, 15, 29.

 

Conte Colino 1901:  Giovanni Conte Colino, Storia di Fondi. Cenni dei paesi formanti il suo ex stato e delle città limitrofe Elena, Gaeta, Formia e Terracina, Napoli 1901.

 

Fondi e la Signoria dei Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia,  Sandra Vasco Rocca, Roma 1981.

 

Forte 1972: Mario Forte, Fondi nei tempi, (Fondi 1972) Fondi 1998.

 

Forte 1992: Mario Forte, Statuti medioevali della città di Fondi. Concessi nell'anno 1300 da Roffredo III Caetani e nuovamente compilati nel 1474 con l'assenso di Onorato II Gaetani dell'Aquila-d'Aragona. Capitoli e grazie in volgare accordati dai Colonna e dai Gonzaga in epoca rinascimentale, Fondi 1992.


Iudicone 1978: Geremia Iudicone, Profilo storico artistico della chiesa di S. Pietro apostolo ex cattedrale di Fondi, Fondi 1978.

 

Leone de Castris 1986: Pierluigi Leone de Castris, Arte di Corte nella Napoli angioina, Firenze 1986.

 

Naldi 1986: Riccardo Naldi, "Riconsiderando Cristoforo Scacco", Prospettiva, 45, 1986, 35-55. 


Pinto 2009: Medea Pinto, "La chiesa di San Pietro Apostolo a Fondi", Palladio, 43, gennaio-giugno 2009, 77-94.

 

Remondini 1747-1757: Gianstefano Remondini, Della nolana ecclesiastica storia alla santità di nostro signore ... Benedetto 14. dedicata dal padre D. Gianstefano Remondini ... tomi 1-3. In Napoli, nella stamperia di Giovanni di Simone, 1747-57. [tomo Itomo IItomo III], II, 370-372.

 

Sacra visitatio 1981-1983: Sacra visitatio totius fundanae dioecesis ab. Ill.mo et r.mo episcopo Joanne Baptista Comparini peracta anno 1599, ed. a cura di Dario lo Surdo, Carlo Macaro e Giovanni Pesiri, 3 voll., Marina di Minturno 1981-1983Savona 1993: Ugo Savona, La sedia dell’antipapa, Fondi 1993.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, II,  131-133.

Link esterni

Album di François Debret

http://www.ensba.fr/ow2/catzarts/images/M5051_PC77832_06_100_P-34206.JPG

 

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione05/06/2012 08:59:40
Data ultima revisione12/11/2016 18:22:55
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/104
OggettoFondi, Hosteria del Montone
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi

Hosteria del Montone

Cronologia

1547: completamento.

Autore
Committente

Giacomo Spataro

Famiglie e persone

famiglia Spataro

Descrizione

L'elemento più interessante è il portale superstite, ad arco con doppia ghiera con bugne diamantate. Sopra il portale è un bassorilievo rappresentante un montone e iscrizione.

Iscrizioni

M[AGIST]RI IACOBI SPATARII PRINCIPIVM DOMV[S] / FILII  / EXACTVM / OPVS / DE/DERVNT / 1547.

Stemmi o emblemi araldici

Rilievo di un montone sopra il portale.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Negli atti della Sacra Visita del 1599 la casa risulta registrata come "Hostaria del Montone" e di proprietà degli eredi di Giacomo Spataro. L'edificio è stato in seguito completamente trasformato, e il portale è adesso la vetrina di un locale commerciale.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Forte 1972: Mario Forte, Fondi nei tempi, (Fondi 1972), Fondi 1998.

 

Sacra visitatio 1983: Sacra visitatio totius fundanae dioecesis ab. Ill.mo et r.mo episcopo Joanne Baptista Comparini peracta anno 1599, ed. a cura di Dario lo Surdo, Carlo Macaro e Giovanni Pesiri, 3 voll., Marina di Minturno 1981-1983.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione07/03/2013 12:10:25
Data ultima revisione12/11/2016 17:48:32
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/331
OggettoFondi, Palazzo Caetani
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIII secolo: fondazione

1466-85 Onorato II Caetani rinnova il palazzo

1925 Gelasio Caetani lo visita prima che sia trasformato in Comune.

Autore
Committente

Famiglia Dell’Aquila, poi Caetani; rinnovato da Onorato II Caetani.

Famiglie e persone

Dell'Aquila

Onorato I Caetani

Onorato II Caetani

Descrizione

Il palazzo sorge a ridosso delle mura romane (sillane?), in collegamento con il torrione del castello e Porta Napoli da un lato e con il Duomo dall’altro. Nel lato meridionale sorge a ridosso dell’antica cinta muraria che correva da Porta Napoli; su questo lato si trovava un giardino esterno al palazzo, citato nelle fonti e riconoscibile nel particolare dell’Annunciazione di Scacco. Probabilmente già palazzo comitale dei Dell’Aquila, diventa residenza dei Caetani e particolarmente significativo è la ristrutturazione a opera di Onorato II dopo il 1466, al termine della guerra contro il pretendente francese e la prima Congiura dei Baroni.

Dalle fonti documentarie (1491; 1690) si evince che il palazzo era diviso in 22 ambienti al pianterreno e 21 al primo piano. Il palazzo si sviluppa attorno a un cortile centrale quadrangolare e vi si accede al palazzo dall’attuale corso Appio Claudio, asse principale della città alle spalle della Porta Napoli; l’androne non è in asse con il portale a causa delle preesistenti massicce strutture portanti; a fianco, nell’angolo tra Piazza Duomo e il Corso Appio Claudio, sembra esserci stata una loggia a due campate coperta da crociere (A22 ; la B14 è definita infatti “camera supra porticale”). Il cortile presenta una scala aperta (in origine coperta da una tettoria lignea, ora rifatta e raddoppiata con una speculare sullo stesso lato),  che conduce a un loggiato ogivale con tre archi a sesto acuto. Attraverso un grande portale, dal loggiato si accede alla Gran Sala (B3), che insiste sul muro dall’antica cinta. La Sala presentava due camini (di cui uno monumentale con stemma di cui restano le foto) e quattro finestre in pietra tenera, due sul cortile e due all’esterno verso il giardino lungo il muro antico. Le finestre in pietra dolce presentano decorazioni “maiorchine” diverse tra di loro (si è ipotizzata la presenza di Matteo Forcimayra) ed è da notare il particolare in una delle finestre del cortile con le modanature rette da capitelli antropomorfi confrontabili con analoghi capitelli nella cappella Caetani nella chiesa di San Michele a Sonnino (figure simili sono presenti in una finestra su Corso Appio Claudio). In origine la Sala era coperta da un soffitto ligneo su mensole di forma antropomorfa e zoomorfa, ancora visibili nel 1929. Dalla Sala si accedeva a una cappella con volta a crociera (B4), alla Saletta delle donne (B5) e alla “stanza dove morì il conte” (B10). Quest’ultima era collegata a sua volta con la camera dell’oratorio (B7-B9) a partire dalla quale una passerella lignea scavalcava Porta Napoli e e conduceva alla Sala del Tesoro posta nel torrione del Castello.

All’estremo opporto il piano nobile aveva un camerino d’accesso a una tribuna posta sopra il portale della cattedrale (B19) che consentiva di assistere alle messe.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Annunciazione di Cristofaro Scacco (ora nel duomo e proveniente dall'Annunziata, secondo una tradizione in origine era collocata nella Saletta delle donne del palazzo).

Affresco murato all’interno di una nicchia centinata sopra una porta nella Gran Sala che rappresentava l’Eterno incoronato da angeli; sotto due angeli che pongono l’infula sulla fronte di un personaggio regale vestito di ermellino, con spada e globo d’oro. E’ stato ipotizzato che l’incoronazione del personaggi sia un’aggiunta di Onorato II fatta in occasione della visita dell’imperatore Federico III in viaggio verso Napoli nel 1452.  (Pensiri 2008, p. 759).

Camera picta  citata nell’inventario (B12-13)

Storia e trasformazioni

A metà Trecento nella cappella del palazzo vengono conservate per dodici anni le spoglie di San Tommaso d’Aquino che Onorato I Caetani aveva fatto traslare dal vicino monastero di Fossanova; dal palazzo poi verranno trasferite nella chiesa di San Domenico.

Nel 1452 nel palazzo viene ospitato l’imperatore Federico III in viaggio verso Napoli con la moglie Eleonora di Portogallo.

Il rinnovamento del palazzo va inserito all’interno della serie di interventi patrocinati da Onorato II post 1466

Note
Fonti iconografiche

Veduta nel pannello centrale dell’Annunciazione di Cristofaro Scacco.

Piante e rilievi

Pensini 2008 pubblica pianta del pianterreno e del primo piano con indicazioni degli ambienti ricostruiti a partire dai due documenti del 1491 e del 1690 (vedi sotto).

Fonti/Documenti

Inventarium Honorati Caietani del 25 aprile 1491 (Inventarium Honorati Gaitani, trascrizione  di C. Ramadori, revisione di S. Pollastri, Roma 2006).

Apprezzo dello Stato di Fondi del 1690 (cfr. Pensini 2008)

Memorie di Gelasio Caetani (Caetani 1927).

Bibliografia

Andrisani 1991: G. Andrisani, "Il palazzo Caetani di Fondi", in Palazzi baronali del Lazio, a cura di R. Lefevre, Roma 1991, 5-26.

 

Caetani 1927: G. Caetani, Domus Caietana: storia documentata della famiglia Caetani, I/2, Sancasciano Val di Pesa 1927-1933, 168-174.

 

Inventarium 2006: Inventarium Honorati Gaitani, trascrizione  di C. Ramadori, revisione di S. Pollastri, Roma 2006.

  

Scalesse 1990: Tommaso Scalesse, "Aspetti dell'architettura nei feudi dei Caetani tra Quattro e Cinquecento", in Ninfa: una città, un giardino,  a cura di L. Fiorani, Roma 1990, 207-221. 

 

Pesiri 2008: G. Pesiri, "Il palazzo Caetani a Fondi nel Quattrocento: prime indagini", in Scritti per Isa: raccolta di studi offerti a Isa Lori Sanfilippo, a cura di A. Mazzon, Roma 2008, 747-780.

 

Vasco Rocca 1981: S. Vasco Rocca, "Il palazzo baronale di Fondi", in Fondi e la Signoria dei Caetani, a cura di F. Negri Arnoldi , A. Pacia, S. Vasco Rocca, Roma 1981, 27-58. 

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SchedatoreBianca de Divitiis
Data di compilazione31/05/2012 12:31:49
Data ultima revisione30/12/2018 21:37:30
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OggettoFondi, San Domenico
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1292: insediamento dei domenicani a Fondi.

1466: Onorato II Caetani ricostruisce la chiesa e il convento.

1534: la chiesa viene saccheggiata dai pirati turchi.

1830: il complesso passa agli ospedalieri di San Giovanni di Dio.

1997: l'ospedale viene trasferito e iniziano i lavori di restauro.

Autore

Roberto Pane (1975-1977, I, p. 201 nota 74) attribuisce a Matteo Forsimaya la finestra con decorazione a traforo nel chiostro.

Committente

Onorato II Caetani

Famiglie e persone

Onorato II Caetani

Cristoforo Scacco

Descrizione

La chiesa presenta una navata principale e una navatella minore a sinistra. Il chiostro si sviluppa a destra della chiesa, su impianto quadrato, con archi ogivali impostati su pilastrini ottagonali e fusti di colonne antiche. Uno dei lati del chiostro è occupato dalla precedente chiesa medievale (Santa Maria Antiqua), riutilizzata come aula capitolare.

Iscrizioni

Iscrizione sull'architrave del portale della chiesa:

HOC OPVS FIERI FECIT ILL.MVS ET EXC.MVS D.NVS D. HONORATVS CAYTANVS SECVNDVS PRIMVS DICTVS DE ARAGONIA, COMES  / FVNDORVM LOGOTHETA ET PROTONOTARIVS REGNI SICILIAE AD HONOREM DEI ET BEATI PATRIS NOSTRI DOMINICI / SVB ANNO MCCCCLXVI DIE XII MAII XIII INDIC.

Nella lunetta sopra il portale era un affresco, perduto, raffigurante la Madonna del Rosario fra i santi Domenico e Caterina, e sulla cui cornice si legge la scritta: “SCACCO DE VERONA PINXIT HOC OPVS P.MO IANII 14...3”.

Stemmi o emblemi araldici

Stemma Caetani sul portale della chiesa. Altro stemma apposto in navata fra il secondo e il terzo arco.

Elementi antichi di reimpiego

Nel chiostro sono reimpiegati fusti di colonne antiche (in particolare uno in granito) e un frammento di fregio scolpito a motivi fitomorfi, reimpiegato come architrave di un portale.

Opere d'arte medievali e moderne

Affreschi negli ambienti già appartenuti alla chiesa di Santa Maria Antiqua.

Perduto l'affresco firmato da Cristoforo Scacco nella lunetta del portale (cfr. supra, Iscrizioni).

Storia e trasformazioni

Il complesso è sorto su un precedente insediamento: la chiesa più antica (Santa Maria Antiqua) è stata inglobata come sala capitolare del chiostro, e nel corso dei restauri intrapresi dopo il 1997 sono venuti alla luce ampi lacerti di affreschi in strati sovrapposti, databili dal X al XV secolo.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta di Santa Maria Antiqua in De Filippis 2004; pianta del complesso in Iudicone 2006.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Brui 2009: Ilaria Brui, Cristoforo Scacco. Un bramantesco nel Meridione, Roma 2009.

 

Caetani 1927-1933: Gelasio Caetani, Domus Caietana: storia documentata della famiglia Caetani, 2 voll., Sancasciano Val di Pesa 1927-1933, I, 174-175.

 

Cristoforo Scacco 1984: Cristoforo Scacco, a cura di Dario Lo Sordo, Fondi 1984.

 

De Filippis 2004: Raniero De Filippis, “Una antica chiesa nel convento di San Domenico sull’Appia a Fondi”, in  Viabilità e insediamenti nell'Italia antica, a cura di Lorenzo Quilici, Stefania Gigli Quilici, Roma 2004, 74-78.

 

Forte 1972: Mario Forte, Fondi nei tempi, (Fondi 1972), Fondi 1998.

 

Iudicone 2006: Geremia Iudicone, La chiesa e il convento di San Domenico in Fondi, Fondi 2006.

 

Pane 1975-1977: Roberto Pane, Il rinascimento in Italia meridionale, 2 voll., Milano 1975-1977.

 

Scalesse 1990: Tommaso Scalesse, “Aspetti dell'architettura nei feudi dei Caetani tra Quattro e Cinquecento”, in Ninfa: una città, un giardino,  a cura di L. Fiorani, Roma 1990, 207-221.

 

Vasco Rocca 1981/a: Sandra Vasco Rocca, “L'architettura sacra”in Fondi e la Signoria dei Caetani, a cura di F. Negri Arnoldi , A. Pacia, S. Vasco Rocca, Roma 1981, 58-68.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione01/06/2012 09:15:27
Data ultima revisione12/11/2016 18:16:23
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OggettoFondi, San Francesco
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSan Francesco
Immagine
Nomi antichi

San Francesco

Cronologia

 

XIII secolo: fondazione cenobio.

1375-1399: costruzione chiesa.

1479-1490: ricostruzione.

Autore

 

Non si conoscono gli artefici dell’impianto. Le parti in piperno realizzate nel 1479 sono opera del tagliapietra Jaymo Sagrera di Maiorca (cfr. infra, Documenti).

Committente

 

La prima costruzione si deve al conte di Fondi Onorato I Caetani nel 1375 circa (Amante, Bianchi 1903, p. 300), la ricostruzione del 1479 al successore Onorato II Caetani (iscrizione sul portale). Alla morte di Onorato II (1491) i lavori di ricostruzione della  chiesa vengono portati a termine grazie a un finanziamento di 1200 ducati erogati da re Ferrante d’Aragona (Vasco Rocca 1981/a, p. 60).

Famiglie e persone

 

Onorato I Caetani (fonda  il complesso).

Onorato II Caetani (ricostruisce chiesa e convento).

Ferrante d’Aragona (completa la ricostruzione avviata da Onorato II).

Descrizione

 

La chiesa è preceduta da un portico a tre arcate a tutto sesto su pilastri in piperno; il portico procede con ritmo diverso sul fianco sinistro, in corrispondenza del monastero. Il portale d’ingresso alla chiesa in marmo, inquadrato da due colonnine su leoni stilofori probabilmente di spoglio. L’interno è a due navate, di cui quella principale coperta da capriate lignee a vista, quella laterale voltata a crociera: nel XVII secolo le capriate erano mascherate da un soffitto a cassettoni (Apprezzo 2008; Forte 1972, pp. 699-700). Entro il convento è un chiostro con volte a crociera ogivali sostenute da pilastri ottagonali in piperno. Alle spalle della chiesa sorge il campanile con coronamento ottagonale.

Iscrizioni

Sull’architrave del portale: "1479/ HONORAT[u]S CAITA[n]US SEC[un]D[u]S DE ARAGO[n]IA FIE[ri] F[ecit]".


Sul monumento funebre di Onorato II Caetani nel coro (distrutto) era l'iscrizione: "IN HOC MAUSOLEO REPOSITUM EST CORPUS ILL[ustrissi]MI HONORATI SECUNDI / GAYETANI DE ARAGONIA FUNDORUM COMITIS QUI IN VITA SUA DILEXIT / DEUM ET MULTAS ECCLESIAS REPARAVIT OBIIT A D. MCCCCLXXXXI DIE / XXV APRILIS IX INDICTIONE".

Stemmi o emblemi araldici

 

Stemma Caetani sul portale della chiesa.

Elementi antichi di reimpiego


Rilievo funerario del I sec. d. C. con scena di  dextrarum iunctio, rilavorato nel XV secolo.

Nel chiostro erano conservati 8 blocchi di un epistilio marmoreo in parte dispersi.

Urna con iscrizione CIL, X, 6260 in sagrestia.

Frammento di lapide con epigrafe CIL, X, 6220  nella colonna destra del pronao, proveniente da monumento onorario dedicato a Domizia Paolina (Soris 1838, p. 53; Palmentieri in c.s.)

Opere d'arte medievali e moderne

 

Monumento funebre di Onorato II, fatto realizzare in marmo dal conte fra il 1489 e il 1490 (cfr. Infra, Documenti) distrutto dalle truppe francesi  tra 1806 e il 1814 (Amante, Bianchi 1903, p. 301; Caetani 1926-1933, I, 2, p. 175).

Trittico di Cristoforo Scacco da Verona (1483): disperso al principio del XX secolo. La pala raffigurava la Vergine col bambino tra San Francesco e Sant’Antonio; ai piedi della Vergine era genuflesso  Onorato II Caetani, come nell’analoga pala di Antoniazzo Romano nella chiesa di San Pietro.

Storia e trasformazioni

 

La fondazione della chiesa e del convento a opera di Onorato I Caetani, sul luogo di un primo insediamento francescano, risale al 1363 c.a. Successivamente il complesso viene ricostruito da Onorato II Caetani nel 1477, come attestato dall’epigrafe sul portale, sia dai documenti (1479) per la fornitura di piperni lavorati per la scalinata del portico e i pilastri del chiostro (Filangieri 1883-1891, vol. VI, p. 404).

Il complesso è stato affidato ai frati Minori Osservanti della provincia di Napoli dal 1466 fino al decennio francese. Restituito nel 1843, fu chiuso di nuovo nel 1866. I frati ritornarono nel 1881 ma vi rimasero per poco tempo. L’intero complesso è stato gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale.

Note
Fonti iconografiche

 

La chiesa è visibile nella Veduta di Fondi incisa da Hoefnagel nel 1578, e nella Veduta di Fondi di Megiser del 1605.

L'interno del portico è visibile in un disegno di François Debret (1840 ca.) oggi all'Ecole des Beaux-Arts di Parigi

Piante e rilievi
Fonti/Documenti

 

5 febbrajo 1479. Jaymo Sagrera di Magliorica (Maiorca), piperniere, vende 1500 palmi di piperni lavorati al conte di Fondi, da servire per gradini innanzi la chiesa di San Francesco di Fondi. Protocollo di notar Cesare Malfitano, anno 1478-79, f. 104. Documento regestato in Gaetano Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane, Napoli 1883–1891, vol. VI, p. 404

 

1479. Compromesso fra Jaymo Sagrera di Magliorica (Maiorca), piperniere, e il conte di Fondi Onorato Caetani, per la fornitura di 24 colonne di piperno con le loro basi da servire per il chiostro del monastero di San Francesco a Fondi. Protocollo di notar Cesare Malfitano, anno 1478-79, f. 113. Documento regestato in Gaetano Filangieri, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane, Napoli 1883–1891, vol. VI, p. 404

 

1489-1490: il conte Onorato II fa arrivare a Fondi una “gran quantità di marmo gentile” da utilizzare per la realizzazione della propria sepoltura “che se debba fornire per mano de Massone” (Archivio Caetani, perg. C. 2382.I, del 1 luglio 1491; cfr. Vasco Rocca 1981/a, p. 59).

Bibliografia

 

Amante, Bianchi 1903: Bruto Amante, Romolo Bianchi, Memorie storiche e statutarie del ducato, della contea e dell’episcopato di Fondi in Campania, dalle origini fino ai tempi più recenti, Roma 1903.

 

Apprezzo 2008: Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell’anno 1690, edizione con note di commento a cura di Bruna Angeloni e Giovanni Pesiri, Firenze 2008.

 

Caetani 1925-1936: Gelasio Benedetto Anatolio Caetani, Regesta Chartarum, 6 voll., Perugia - Sancasciano Val di Pesa 1925-1932,  VI, 15, 29.

 

Andrisani 1985: Gaetano Andrisani, "Fondi: dal convento dei francescani al municipio", in Lunario romano. Palazzi municipali del Lazio, Roma 1985, 557-577.

 

Caetani 1927-1933: Gelasio Caetani, Domus Caietana: storia documentata della famiglia Caetani, 2 voll., Sancasciano Val di Pesa 1927-1933.

 

Conte Colino 1901:  Giovanni Conte Colino, Storia di Fondi. Cenni dei paesi formanti il suo ex stato e delle città limitrofe Elena, Gaeta, Formia e Terracina, Napoli 1901.

 

Forte 1972: Mario Forte, Fondi nei tempi, (Fondi 1972) Fondi 1998.

 

Gonzaga 1587: Francesco Gonzaga, De Origini Seraphicae Religionis Francescanae, Romae 1587, 524.

 

Scalesse 1990: Tommaso Scalesse, “Aspetti dell'architettura nei feudi dei Caetani tra Quattro e Cinquecento”, in Ninfa: una città, un giardino,  a cura di L. Fiorani, Roma 1990, 207-221.

 

Vasco Rocca 1981/a: Sandra Vasco Rocca, “L'architettura sacra”in Fondi e la Signoria dei Caetani, a cura di F. Negri Arnoldi , A. Pacia, S. Vasco Rocca, Roma 1981, 58-68.

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SchedatoreFulvio Lenzo - Angela Palmentieri
Data di compilazione14/04/2012 14:53:17
Data ultima revisione12/11/2016 18:17:39
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OggettoFondi, Santa Maria Assunta
Tipologiachiesa
Nome attualeSanta Maria Assunta
Immagine
Nomi antichi

Sancta Maria ad Plateam, Sancta Maria de Platea

Cronologia

1490: Onorato II Caetani  fonda la chiesa attuale sul sito di una precedente (epigrafe in facciata).

1508, 30 aprile: la chiesa viene consacrata (epigrafe su porta sagrestia).

Autore
Committente

Onorato II Caetani

Famiglie e persone

Fondata da Onorato II Caetani.

La committenza Caetani è attestata dagli stemmi presenti anche nel ciborio eucaristico del 1491 e sui due pulpiti.

Nicola Pellegrino, arciprete e poi vescovo di Fondi (1500-1520), per la cui volontà fu costruita la chiesa che consacrò nel 1508.

Descrizione

Preceduta da un’ampia scalinata che occupa tutta la larghezza della facciata, sul tipo di  Sant’Agostino e Santa Maria del Popolo a Roma. La facciata è interamente in pietra isodoma, con tre portali, di cui il portale centrale è con stipiti a candelabri  e sormontato da lunetta con Onorato II Caetani inginocchiato di fronte alla Vergine. A sinistra della facciata è il campanile, eretto su arco di passaggio della strada.

La chiesa ha pianta a croce latina (m. 54x 22) a tre navate divise da archi ogivali su pilastri quadrati. Le navate laterali sono voltate, mentre la navata centrale e il transetto sono coperti a capriate.  Presbiterio poligonale coperto da volta costolonata ogivale. Anche le absidi laterali sono poligonali e voltate.

Iscrizioni

Epigrafe di fondazione in facciata: 

HONORATVS CAIETA/NVS SECVND[VS] ARAGONI/VS PRIMVS FVND[ORVM] COM/ES / ILL[VSTRISTRIS] PRINC[EPS] MAGNAN[IME] /TEMPL[VM] HOC MARIAE  / VIRG[INI] DICATVM / PROPR/IA IMPENSA EREXIT 1490.

 

Epigrafe relativa alla consacrazione sulla porta della  sagrestia:

HONORATVS CAIETANVS FVNDORVM COMES /HOC TEMPLVM FIERI FECIT AD PRECES NICOLAI PELLEGRINI / FVNDORVM ARCHIPRESBITERI /AD HONOREM VIRGINIS / DEINDE EFFECTVS EPISCOPVS/ HANC BASILICAM CONSECRAVIT /A.D. MDVII VLTIMO APRILIS

Stemmi o emblemi araldici

In corrispondenza del transetto si trovano i due pulpiti marmorei con stemmi Caetani. Stemma Caetani ricorre anche nel ciborio eucaristico del 1491.

Elementi antichi di reimpiego

I blocchi del paramento di facciata sono antichi: su uno si legge un lacerto di iscrizione “MO”.

Una testina antica è inserita nel coronamento della bifora al terzo livello del campanile.

Il leggio attuale è sostenuto da frammento di colonna a tronco d’albero.

Opere d'arte medievali e moderne

Ciborio dell’altare del Sacramento, con stemma Caetani e data 1491. Attribuito a Tommaso Malvito. Oggi nel transetto sinistro.

Pulpiti marmorei gemelli con stemmi Caetani. Attribuiti a Tommaso Malvito.

Sculture sul portale. Alla base del trono la Santa Caterina è datata 1490. Il portale è stato attribuito a Tommaso Malvito (Pacia 1981, p. 89).

Pala con la Dormizione della Vergine datata 1534.

Polittico di Gabriele da Feltre del 1568 (primo altare a destra).

Coro ligneo.

Pala con la Pietà, forse di Giovanni da Gaeta.

Pala della Natività, forse di Giovanni da Gaeta.

Lavabo in sacrestia, con testina di putto al centro e stemmi Caetani ai lati. Iscrizione “Vivat in Eternum”.

Storia e trasformazioni

La chiesa sorge su un edificio precedente, la cui più antica testimonianza risale al 1126. Le scale della  chiesa sono citate negli statuti  (Forte 1992, pp. 92-95), dove si vieta di giocare a dadi o a carte “in schalis ecclesiae Sanctae Mariae”, quindi preesistevano alla costruzione di Onorato II.

Codex diplotaticus Cajetanus, II, p. 315: nel 1194 Celestino V conferma all’arciprete di San Pietro e ai canonici di Santa Maria le donazioni fatte dal vescovo Daniele.

Vari atti e documenti successivi (in Forte 1972, pp. 713-714, citano come attori o testimoni membri del capitolo di Santa Maria.

L’odierna Chiesa di Santa Maria in Piazza, è costruita da Onorato II Caetani, Conte di Fondi nel 1490. Deve trattarsi della data di fine lavori, anche se la consacrazione sarebbe avvenuta soltanto nel 1508: già nel 1491, infatti la chiesa doveva essere completa, se veniva approntato il tabernacolo eucaristico datato appunto 1491.

Nel 1491, l’edificio era già funzionante ma non consacrato, cosa che avvenne il 30 aprile del 1508 per mano del Vescovo Nicola Pellegrino. Tale ritardo è da spiegarsi col fatto che dopo la morte di Onorato II, il suo successore Onorato III, a causa dei molteplici conflitti per il possesso del Contado di Fondi, non ebbe un istante di tregua per disporre la solenne consacrazione del tempio. Nonostante ciò, possiamo dire con certezza che prima della ricostruzione del tempio ordinata da Onorato II, vi era già una vecchia chiesa, di cui l’atto più antico in nostro possesso ne fa risalire l’esistenza all’anno 1126.

Per il portale principale della Pacia 1981 ha notato la stretta affinità con quelli del Gesù Nuovo di Napoli (all’epoca palazzo Sanseverino) e dell’Annunziata di Napoli, quest’ultimo opera documentata di Tommaso Malvito.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Apprezzo 2008: Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell'anno 1690, a cura di Bruna Angeloni e Giovanni Pesiti, Firenze 2008.

 

Conte Colino 1901:  Giovanni Conte Colino, Storia di Fondi. Cenni dei paesi formanti il suo ex stato e delle città limitrofe Elena, Gaeta, Formia e Terracina, Napoli 1901.

 

Forte 1972: Mario Forte, Fondi nei tempi, (Fondi 1972), Fondi 1998. 

 

Forte 1992: Mario Forte, Statuti medioevali della città di Fondi. Concessi nell'anno 1300 da Roffredo III Caetani e nuovamente compilati nel 1474 con l'assenso di Onorato II Gaetani dell'Aquila-d'Aragona. Capitoli e grazie in volgare accordati dai Colonna e dai Gonzaga in epoca rinascimentale, Fondi 1992.

 

Pacia  1981:  Amalia Pacia, La decorazione scultorea di S. Maria Assunta, in Fondi e la Signoria dei Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia,  Sandra Vasco Rocca, Roma 1981,89-110.

 

Pane 1975-1977: Roberto Pane, Il rinascimento in Italia meridionale, 2 voll., Milano 1975-1977, II, 147-149.

 

Sacra visitatio 1983: Sacra visitatio totius fundanae dioecesis ab. Ill.mo et r.mo episcopo Joanne Baptista Comparini peracta anno 1599, ed. a cura di Dario lo Surdo, Carlo Macaro e Giovanni Pesiri, 3 voll., Marina di Minturno 1981-1983.

 

Scalesse 1990: Tommaso Scalesse, “Aspetti dell'architettura nei feudi dei Caetani tra Quattro e Cinquecento”, in Ninfa: una città, un giardino,  a cura di L. Fiorani, Roma 1990, 207-221.

 

Vasco Rocca 1981/a: Sandra Vasco Rocca, “L'architettura sacra”in Fondi e la Signoria dei Caetani, a cura di F. Negri Arnoldi , A. Pacia, S. Vasco Rocca, Roma 1981, 58-68.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione01/06/2012 09:16:19
Data ultima revisione12/11/2016 20:19:54
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OggettoFondi, muro di confine del c.d. Varronianum
TipologiaMuro di confine (di una villa?)
Nome attuale[scheda in corso di aggiornamento]
Nomi antichiVarronianum
Materiali e tecniche edilizieMuro in opera reticolata.
Dimensionilung. 120 m; h 2,50 m. I cubilia misurano 0,08 cm di lato.
Stato di conservazione

La fodera del muro è stata in parte rilavorata attraverso l'aggiunta di nuove aperture.

Immagine
CronologiaMetà I sec. a. C./I sec. d. C.
Fattori di datazione

Tecnica edilizia.

Storia e trasformazioni medievali e moderne

Restauro del XVI secolo attestato da un’epigrafe. Un portale cinquecentesco fu ricavato nel taglio del muro in reticolato. Ai lati del portale, in alto, erano murate specularmente  due lapidi, ora disperse, documentate da una fotografia del 1976 (Apolloni Ghetti 1976). In basso vi sono le tracce di due incassi per l’inserimento di due lapidi di forma rettangolare e dimensioni minori, perdute.

In epoca non meglio precisata, lungo il paramento murario esterno furono ricavate delle lettere alte 0,55 m che riproducevano il testo seguente: ]PV VAR(r)ONIANVS. PPFC.

Famiglie e persone

Cardinale Francesco Soderini

Descrizione

Muro in opera reticolata del tipo E secondo la classificazione del Lugli (1957). Descrizione recente in Quilici 2004 (cf. anche Lacam 2016).

Il lacerto murario rettilineo è stato ritenuto parte di un muro di confine, forse di una villa, che doveva sorgere sulla via Appia, in un'area extraurbana rispetto al centro di Fondi.

In età moderna, in un'epoca non meglio precisata, furono inserite in facciata, in modo ben visibile ai viandanti, grosse lettere incise e, pare, completate con materiale bronzeo. L’iscrizione, composta da lettere troppo distanziate le une dalle altre - circa otto metri -, riporta il testo PV VARONIANUM PPFC.

Il testo, frammentario, potrebbe essere la riproduzione di  un’iscrizione antica, pittorica, o derivata da un bollo laterizio o più propriamente da una fistula acquaria rinvenuta nell’area. A favore di quest’ultima ipotesi potrebbe aiutare la forma delle lettere a grandi capitali e a forte rilievo, ricoperte di bronzo, che imiterebbero il profilo epigrafico assunto solitamente nelle fistule plumbee. La mancanza di dati archeologici purtroppo non consente al momento di favorire una tesi piuttosto che un’altra.

Forte, come Lugli e Quilici, reputa falsa l’iscrizione, inserita al contrario nel CIL (X, 6280) tra quelle autentiche. Hoare legge nel XVIII secolo PIFC invece di PPFC, trascritto di persona dal Mommsen che interpreta PP come primi pilaris. Il testo quindi andrebbe letto: Varoniano primi pilare fecit. 

Altra possibilità di interpretazione è: ]PV Var[r]onianus p(ecunia?) p(ublica?) f(aciendum?) c(uravit?), quindi Varroniano si sarebbe occupato di fare qualcosa mediante lo stanziamento di soldi pubblici.

Iscrizioni

Iscrizioni del 1519 attestanti il restauro e trascritte sulla base di Apolloni Ghetti 1976:

 

VARRONIANV RESTITV / TV  P F  DE SODERINIS  / CAR VVLTERRANUM / AN M D XIX. Il rilievo è attualmente disperso.

 

NON INVENI TANTAM FIDEM IN ISRAEL. Il rilievo è attualmente  disperso.

Apparato decorativo
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Apolloni Ghetti 1976: Fabrizio M. Apolloni Ghetti, “Il cardinale Francesco Soderini restauratore nel 1519 a Fondi di un monumento classico”, Strenna dei Romanisti, 1976, 258-270.

 

Lacam 2016: Jean-Claude Lacam, “Fondi. Colle delle Monachelle. Lieu de culte ?”, in Fana, templa, delubra. Corpus dei luoghi di culto dell’Italia antica (FTD), 4: Regio I: Fondi, Formia, Minturno, Ponza, a cura di Cristina Ferrante, Jean-Claude Lacam, Daniela Quadrino, Paris 2016.

 

Lugli 1957:  G. Lugli, La tecnica edilizia romana con particolare riguardo a Roma e Lazio, Roma 1957, 511.

 

Quilici 2004: Lorenzo Quilici, “Santuari, ville e mausolei sul percorso della via Appia al valico degli Aurunci”, in Viabilità e insediamenti nell’Italia anticaAtlante tematico di topografia antica, 13, a cura di Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli, Roma 2004, 441-543.

 

Quilici 2007: Lorenzo Quilici, “Studi di topografia su Fondi”, in Architettura pubblica e privata nell’Italia antica, a cura di Lorenzo Quilici and Stafania Quilici Gigli, Rome 2007, 193-318.

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SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione06/03/2013 20:41:49
Data ultima revisione24/04/2017 17:04:47
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/49
OggettoFondi fondazione di Santa Maria Assunta
Supportomarmo
Cronologia1490
Immagine
Prima attestazione
Trascrizione

HONORATVS CAIETA/NVS SECVND[VS] ARAGONI/VS PRIMVS FVND[ORVM] COM/ES / ILL[VSTRIS] PRINC[EPS] MAGNAN[IME] /TEMPL[VM] HOC MARIAE  / VIRG[INI] DICATVM / PROPR/IA IMPENSA EREXIT 1490.

Famiglie e persone

Onorato II Caetani 

Note

L'epigrafe è apposta in facciata della chiesa di Santa Maria Assunta a Fondi

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione06/03/2013 18:58:44
Data ultima revisione12/11/2016 20:15:10
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/27
OggettoFondi, Cattedrale, Cattedra vescovile
Materialemarmo bianco e marmi policromi
Dimensioni
CronologiaXIII secolo, prima metà
Autore
Descrizione

La cattedra vescovile – che dobbiamo immaginare proveniente dall’area dell’altare maggiore della Cattedrale di Fondi, si trova nella cappella della Croce, che si apre al termine della navata laterale destra. Mostra segni di manomissione.

La cattedra consiste in un sedile con schienale basso e gradino di appoggio. Le lastre marmoree che compongono la struttura sono decorate con motivi a mosaico che per materiali, ornamentazione e particolari decorativi si legano alle testimonianze di di arredo liturgico (lastre con animali mostruosi) conservate nella Cattedrale di Terracina e nella cappella di San Bruno nella Cattedrale di Segni, tutte databili entro la prima metà del XIII secolo.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gianandrea 2006: Manuela Gianandrea, La scena del sacro. L’arredo liturgico nel basso Lazio tra XI e XIV secolo, Viella 2006, p. 171.

Allegati
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SchedatoreElisabetta Scirocco
Data di compilazione08/09/2013 20:02:51
Data ultima revisione15/07/2016 10:59:45
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/380
OggettoFondi, Cattedrale, Madonna col Bambino
Materialemarmo
Dimensioni50 cm
Cronologia1330-1332
AutoreTino di Camaino
Descrizione

La statuina, concepita probabilmente per un altarolo privato, si trova oggi esposta nella ex Cappella Caetani della cattedrale di San Pietro a Fondi. La Vergine, a figura intera, riccamente drappeggiata e finemente lavorata anche sul tergo, sostiene, inarcandosi, il Bambino (purtroppo acefalo), secondo un modello fortemente francesizzante.

L'altissima qualità e il punto di stile permettono un'attribuzione sicura al periodo napoletano di Tino di Camaino (Leone de Castris 1986, 204, 211; Baldelli 2007, 92, 383, 414; e da ultimo Aceto 2011, 202, n. 19). Pare plausibile avvicinare la sua commissione alla famiglia Caetani, tenendo a mente in particolar modo l'arca realizzata da Pacio Bertini di cui rimangono dei frammenti riutilizzati nella tomba di Cristoforo Caetani.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Aceto 2011: Francesco Aceto, "Tino di Camaino a Napoli", in Scultura gotica senese, 1260-1350, a cura di Roberto Bartalini, Torino 2011, 183-211.

 

Baldelli 2007: Francesca Baldelli, Tino di Camaino, Morbio Inferiore 2007. 

 

Iudicone 1977: Geremia Iudicone, Profilo storico-artistico della chiesa di S. Pietro Apostolo ex cattedrale di Fondi, Fondi 1977.

 

Leone de Castris 1986: Pierluigi Leone de Castris, Arte di corte nella Napoli angioina, Firenze 1986.

Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione16/08/2012 09:00:40
Data ultima revisione05/07/2016 19:44:26
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/33
OggettoFondi, Cattedrale, Monumento funebre di Cristoforo Caetani
Materialemarmo
Dimensioni418 cm x 292 cm x 118 cm
Cronologiapost 1441 (e terzo quarto del '300 per le parti bertiniane)
Autore
Descrizione

Il monumento funebre di Cristoforo Caetani, appoggiato alla parete nord-ovest della cappella di famiglia nella chiesa di San Pietro, è totalmente realizzato in marmo bianco, con evidenti tracce di dorature, e poggia su un alto zoccolo spurio (di circa 50 cm), su di un piano di calpestio che sicuramente non è quello originario. Tre Virtù cariatidi (da sinistra a destra Fortezza, Carità e Temperanza), sostenute da leoni, sorreggono il sarcofago sul quale riposa il gisant di Cristoforo Caetani. Sulla fronte dell’arca, a rilievo, due coppie di santi (San Giovanni Evangelista e il Battista, a sinistra; Santa Caterina e Santa Margherita, a destra), in altrettante nicchie ogivali, accompagnano la scena centrale, non scandita da spazi architettonici, nella quale sant’Onorato presenta il defunto alla Vergine e al Bambino in trono, accompagnati da due angeli reggicortina; sui lati minori, invece, compaiono uno stemma Caetani e la figura di un condottiero in armi inginocchiato, con una bandiera al vento, forse il ritratto Onorato. Sullo zoccolo dove poggia il gisant è incisa l’epigrafe – non di eccezionale qualità –, e sullo stesso piano due Angeli fanno scorrere le tende della camera mortuaria coperta da un baldacchino lasciando intravvedere il corpo del defunto. In alto, quasi a toccare la volta, un Crocifisso con ai lati Maria e Giovanni dolenti, scolpiti a tutto tondo, coronano il complesso.

Immagine
CommittenteOnorato II Caetani
Famiglie e persone

Onorato II Caetani;

Cristoforo Caetani;

Pacio e Giovanni Bertini;

Donatello.

Iscrizioni

"Christophoro hec honoratus ac(r)i monum(en)ta pare(n)ti er(e)xit posuitque / suo de nomi(n)e signa caietana domus regni logotheta comesq(ue) / fundorum atque armis tit(u)lus lustravit utru(m)que".

Stemmi o emblemi araldici

stemma Caetani

Note

Il monumento con tutte le sue peculiarità, è un tipico prodotto della scultura regnicola della metà del ’400. La sua collocazione, invero ambiziosa, è rimasta quella originaria, a coronamento della parete di fondo della profonda cappella a due campate costruita – insieme col campanile (documentato 1473-1481) – sotto Onorato II Caetani (1441-1491), in memoria del padre, Cristoforo Caetani († Fondi 1441), nella Cattedrale di San Pietro. Per la sua ampiezza, e in virtù del fatto che la Chiesa matrice, è parzialmente inglobata nel palazzo principesco dei Caetani, essa pare avere dei connotati della cappella palatina, compresa l’ubicazione della tomba del monumento sepolcrale dietro l’altare privato.

Benché per il complesso non si possa fare il nome d’un autore preciso, si distinguono chiaramente due mani (cfr. Negri Arnoldi, in Fondi 1981, 83-88): sul fronte del sarcofago, i pannelli con coppie di santi  e l’Angelo reggicortina a sinistra della Vergine sono evidente opera d’uno scultore di cultura affine a quella di Pacio e Giovanni Bertini, e probabilmente dell'inizio del terzo quarto del ’300; il resto del monumento, invece, è opera d’uno scultore attivo nel Regno, sicuramente databile a qualche anno dopo la morte di Cristoforo Caetani (1441). In ogni caso la parte quattrocentesca mi pare omogenea nello stile, e riconducibile ad una singola bottega (come si evince dalla somiglianza dei volti della Madonna, degli Angeli e delle Virtù, o delle morbide capigliature a ciocche spesse delle figure umane e dei leoni stilofori).

Conferma quest’ipotesi la scelta inventiva che nella posa della Fortezza e della Temperanza imita spudoratamente due delle virtù del Monumento Brancaccio di Donatello e Michelozzo in Sant’Angelo a Nilo, giunto a Napoli nel 1431 (cfr. Caglioti 2000). Anche l’impostazione con tre virtù cariatidi trova rispondenze in ambito napoletano: cfr. Monumento Sanseverino in Santa Monica; Tomba di Malizia Carafa in San Domenico; Tomba di Diego Cavaniglia in San Francesco a Montella; questi esempi hanno tutti un baldacchino che corona e custodisce il monumento, ma nel caso Caetani è difficile ipotizzarne la presenza, a causa della Crocefissione posta sul tetto della camera funeraria che rasenta la volta (anche se lo zoccolo dove poggia il monumento è spurio, e non è chiaro quale fosse il livello originario). Un’altra differenza sostanziale con i casi sù elencati consiste nella sostituzione delle tradizionali immagini della Vergine e santi in oculi con la scena narrativa della presentazione del defunto alla Madonna da parte di Sant’Onorato (e per questa è stato – felicemente – utilizzato l’Angelo reggicortina bertiniano).

La scelta d’integrare parti più antiche in un monumento funebre non credo sia stata attuata dalla bottega, ma forse è dipesa da una precisa volontà del committente (che magari si trovava con un residuo di sarcofago familiare), e comunque non è nuova in ambito napoletano, essendovi il perlopiù contemporaneo caso del Monumento di Malizia Carafa, dov’è riutilizzato un sarcofago tipicamente trecentesco a losanghe lobate (Leppien 1960, 76-80; De Divitiis 2007).

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Caglioti 2000: Francesco Caglioti, Donatello e i Medici: storia del David e della Giuditta, Olsckhi, Firenze 2000.

 

De Divitiis 2007: Bianca de Divitiis, Architettura e committenza nella Napoli del Quattrocento, Marsilio, Venezia 2007.

 

Fondi 1981: Fondi e la signoria del Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia, Sandra Vasco Rocca, Roma 1981.

 

Garms, Sommerlechner, Telesko 1994: Jörg Garms, Andrea Sommerlechner, Werner Telesko, Die mittelalterlichen Grabmäler in Rom und Latium vom 13. bis zum 15. Jahrhundert. 2. Band: Die Monumentalgräber, Wien 1994, 192-195, n. 72.

 

Pinto 2009: Medea Pinto, “La chiesa di San Pietro Apostolo a Fondi”, Palladio, n. 43, 2009, 77-94.

 

Leppien 1960: Helmut R. Leppien, Die neapolitanische Skulptur des späteren Quattrocento, tesi di dottorato, Tübingen 1960.

 

Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione07/08/2012 13:04:29
Data ultima revisione12/11/2016 19:16:09
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/8
OggettoFondi, Cattedrale, nicchia con statua di San Pietro
Materialemarmo
Dimensioni
CronologiaSecondo quarto del Quattrocento
Autore
Descrizione

La nicchia si trova al di sopra del portale (di cui non è però coeva) della ex-cattedrale di San Pietro a Fondi.

Con i tipici stilemi del gotico fiorito, si può datare approssimativamente a cavallo tra il primo e il secondo quarto del Quattrocento.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione24/08/2012 10:00:32
Data ultima revisione05/07/2016 19:47:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/58
OggettoFondi, Cattedrale, pulpito
Materialemarmo bianco e marmi policromi, mosaico
Dimensioni
CronologiaXII-XIII secolo
AutoreGiovanni, figlio di Nicola
Descrizione

Il pulpito della chiesa cattedrale di Fondi è situato su una piattaforma nella parte destra della navata centrale, addossato al pilastro della penultima arcata verso il presbiterio. Si tratta di un riassemblaggio moderno di pezzi medievali di diversa provenienza, realizzato al termine del XVI secolo per volontà del vescovo Giovan Battista Comparini, in sostituzione di un pulpito ligneo. Consta di una cassa quadrangolare su archetti, ed è sorretto da tre colonne ottagonali poggianti su altrettanti animali stilofori (due leoni e un ariete) sicuramente in origine non pertinenti allo stesso monumento. Un quarto animale stiloforo sorregge la moderna scala in ferro di accesso al pulpito.

 

Gli archetti e le lastre che formano la cassa sono decorati con mosaico a paste vitree e smalti a motivi geometrici; la lastra rivolta verso l’ingresso presenta i simboli degli Evangelisti. Tutti questi elementi sono databili intorno alla metà del XIII secolo.

Gli animali stilofori risalgono invece presumibilmente alla metà del secolo precedente.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

Sulla cornice di due archi di sostegno:

"+ TABVLA MARMOREIS VITREIS DIXTINCTA LAPILLIS/ DOCTORIS STVDIO SIC [es]T ERECTA IOH[ann]IS / ROMANO GENITO COGNOMINE NICOLAO".

Stemmi o emblemi araldici
Note

In Nicola, “Romano genito”, figlio di Nicola, si è spesso identificato un marmoraro romano, figlio di Nicola d’Angelo o di Nicola di Ranuccio. Gianandrea (2006) propone piuttosto, per le ragioni formali e tipologiche dell’arredo a cui appartenevano le parti firmate, che si sia trattato di un maestro laziale influenzato dai modelli d’arredo della Terra di Lavoro.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gianandrea 2006: Manuela Gianandrea, La scena del sacro. L’arredo liturgico nel basso Lazio tra XI e XIV secolo, Viella 2006, pp. 167-170.

Allegati
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SchedatoreElisabetta Scirocco
Data di compilazione08/09/2013 19:54:34
Data ultima revisione12/11/2016 19:19:09
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/379
OggettoFondi, Cattedrale, Rilievo con San Pietro benedicente
Materialemarmo con tracce di policromia
Dimensioni
Cronologia
Autore
Descrizione

Il rilievo raffigura San Pietro benedicente su un trono dai braccioli leonini, con le chiavi nella mano sinistra, con due stemmi ai lati.

Si trova murato nel primo pilastro di sinistra della ex cattedrale di San Pietro a Fondi.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione24/08/2012 09:50:40
Data ultima revisione30/06/2016 12:01:23
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/57
OggettoFondi, Cattedrale, Trittico dell'Annunciazione
Materialetempera su tavola
Dimensioni215 cm x 230 cm
Cronologiapost 1477 e ante 1491
AutoreCristoforo Scacco da Verona
Descrizione

La tavola centrale del grande trittico mostra l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria in uno spazio architettonico rinascimentale con pilastri dipinti all’antica (che richiamano quelli della cornice originale), nella cui volta si apre un oculo mantegnesco. Al di sotto del piano dell’Annunciazione, fra due angeli che porgono la giara con il giglio, si apre una splendida, quanto esatta, vista del castello di Fondi. I pannelli laterali raffigurano a destra San Mauro e a sinistra San Onorato, che tiene nella mano sinistra la torre fondiana rappresentata in maniera prospettica e realistica, come se si trattasse di un brano d’una veduta. Nella predella è raffigurata l’Ultima cena, con ai lati gli stemmi Caetani inquartati con quelli della casa d’Aragona. La cornice è quella originale, ma quasi sicuramente manca delle cuspidi che la dovevano coronare.

Il retablo dell’Annunciazione, originariamente destinato alla chiesa dell’Annunziata di Fondi, è documentato nella Cappella della Croce della ex-cattedrale di San Pietro dal 1724 (Vasco Rocca, in Fondi 1981, 81, nota 15). Almeno fino ad un articolo di Riccardo Naldi (1986, 35-36) era stata data per buona la presenza della data “1499” accanto alla firma, ma proprio questo studioso, ripercorrendo tutta la vicenda critica di Scacco (cfr. ivi nota 1, pp. 50-51), ha fatto notare che in realtà sul cartellino non compare nessuna data. Fino ad allora quel “1499” aveva creato non pochi corti circuiti storici, non solo perché veniva ad essere una delle date estreme dell’attività di Scacco (documentato al massimo fino al 1500), ma anche perché sarebbe ricaduta in un raggio cronologico ormai fuori dal periodo della signoria Caetani, poiché nel 1495 essa era passata a Prospero Colonna. Per questo motivo, come committente, si era proposto Pietro Caetani vescovo di Fondi fino al 1500 (Vasco Rocca, in Fondi 1981, 76). Proprio grazie a Naldi è stato possibile reintrodurre la pala nel contesto della grande committenza di Onorato II Caetani (morto nel 1491), per il programma iconografico dell’opera (cfr. la presenza di Sant’Onorato con la torre di Fondi nella mano sinistra e la veduta del palazzo nobiliare), e ancorarla possibilmente a una datazione forse di poco successiva al 1477, quando lo stesso faceva donazioni per l’Annunziata fondana (Caetani 1927, 175), nella quale si trovava in origine. In quegli stessi anni Onorato II doveva aver commissionato la perduta tavola della Madonna col Bambino, con San Francesco, Sant’Antonio e il committente inginocchiato destinata alla chiesa fondana dedicata al Poverello d’Assisi, che recava la seguente epigrafe: “Illustriss. Honoratus Caetanus II / de Aragonia Fundorum / comes vi Regni Siciliae logotheta / et protonotarius / anno MCCCCLXXXIII I Decembris / [e a seguire, forse in un altro luogo della tavola] Cristophorus da Verona pinxit” (da ultimo Brui 2009, 50-51). È facile dunque che le due commissioni siano cadute nello stesso lustro, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80.

 

Immagine
Committente
Famiglie e persone

Onorato II Caetani

Onorato III Caetani

Pietro Caetani vescovo di Fondi

Iscrizioni

Sul cartellino di gusto veneto, centrato in primo piano, vi è apposta la firma del pittore: “[C]ris[tof]orus Scaccho de / V[ero]na pinxit ho[c] [op]us”. 

Stemmi o emblemi araldici

due stemmi Caetani/Aragona nella predella 

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Brui 2009: Ilaria Brui, Cristoforo Scacco: un bramantesco nel Meridione, Roma 2009.

 

Caetani 1927: G. Caetani, Domus Caietana, San Casciano Val di Pesa 1927.

 

Naldi 1986; Riccardo Naldi, “Riconsiderando Cristoforo Scacco”, in Prospettiva, 45, 1986, 35-55.

 

Fondi 1981: Fondi e la signoria del Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia, Sandra Vasco Rocca, Roma 1981.

 

Pinto 2009: Medea Pinto, “La chiesa di San Pietro Apostolo a Fondi”, Palladio, 43, 2009, 77-94.

 

Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione08/08/2012 17:07:20
Data ultima revisione12/11/2016 15:13:17
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/19
OggettoFondi, Cattedrale, Trittico della Madonna col Bambino, Onorato II Caetani orante, San Pietro e San Paolo
Materialetempera su tavola
Dimensioni280 cm x 165 cm
Cronologia1476
AutoreAntoniazzo Romano
Descrizione

Il trittico è un’opera di eccellente qualità e in stato di conservazione tutto sommato discreto, fatte salve alcune cadute di colore e del fondo oro, e la perdita delle porzioni laterali della cornice originale.  

Il pannello centrale raffigura la Vergine col Bambino in trono e ai suoi piedi Onorato II Caetani orante: un intenso e veritiero ritratto di profilo (a cui avrebbe fatto eco quello marmoreo nella lunetta di Santa Maria Assunta). Nel pannello di destra compare San Paolo e a sinistra San Pietro, a cui è dedicata la ex-cattedrale, e ciò si lega al fatto che la pala fu commissionata per la Cappella della Croce della Cattedrale di San Pietro, nella quale ancora oggi si trova.

La firma sul gradino del trono della Vergine ne comunica a chiare lettere l'autore, Antoniazzo Romano, mentre l'iscrizione su fondo nero che corre alla base del trittico dà informazioni sul committente, Onorato II Caetani, e sulla data d'esecuzione. Per alcune cadute di colore la data non è più leggibile, e ampio è stato il dibattito sulla datazione dell'opera (di cui appresso), fino al recente ritrovamento di Giovanni Pesiri (in corso di stampa), il quale ha rintracciato una trascrizione della dedica nel De familia Caietana dell'abate Costantino Caetani (Roma, Biblioteca Universitaria Alessandrina, ms. 104, c. 117r; notizia anticipata da Anna Cavallaro in Antoniazzo 2013, 85), che andrà completata con la datazione maggio 1476.

Lo studio di questo dipinto è andato di pari passo con quello del trittico dell’Anunciazione di Cristoforo Scacco (che oggi si trova nella stessa cappella, ma che in origine era destinato all’Annunziata); ciò ha avuto peso anche sulla sua datazione (fino al 2013 molto dibattuta) e sulle riflessioni sulle influenze stilistiche. Tenendo qui a mente che il trittico di Scacco era erroneamente considerato datato al 1499, Fogolari (1902) collocava il dipinto di Antoniazzo verso la fine del ’400; Negri Arnoldi (1965), invece, pensava incorrettamente che Scacco avesse sostituito nella cappella il quadro di Antoniazzo, che quindi considerava ben precedente (cfr. Vasco Rocca in Fondi 1981, 74). Negri Arnoldi lo data tra il 1475 e il 1479, ossia tra gli anni di collaborazione di Antoniazzo con Ghirlandaio a Roma, e l’inizio della ricostruzione del convento di San Francesco a Fondi, che avrebbe distolto l’attenzione di Onorato II e avrebbe portato le sue commissioni dalla cattedrale a San Francesco appunto (datazione confermata dalla Vasco Rocca). Precisando che quest’ultima argomentazione non mi pare pienamente valida, poiché Onorato portò avanti un capillare piano di mecenatismo e magnificenza per tutta la città di Fondi durante il suo lungo 'principato' (1441-1491), il periodo indicato da Negri Arnoldi (gli anni '70) si è rivelato quello giusto per più ragioni. Innanzitutto il termine post quem è la costruzione della Cappella della Croce, che va datata tra il 1441 (anno della morte di Cristoforo Caetani al quale Onorato fece erigere il monumento funebre) e il 1473 (quando si costruiva il campanile che insiste su quello spazio). Vicinissima alla soluzione era arrivata la sensata proposta cronologica di Casanova (1976, 54), che datava il trittico poco dopo il 1476, quando alla cattedra fondana veniva data da Sisto IV a Pietro Caetani, che sicuramente avrebbe agevolato Onorato nei suoi progetti per la cappella di famiglia.

Dal punto di vista stilistico, valutando l’influenza su Scacco, molti studiosi (cfr. Vasco Rocca in Fondi 1981, 88, nota 11) hanno insistito sul fatto che Cristoforo dovesse avere a disposizione il trittico di Antoniazzo e a lui si fosse ispirato; tuttavia datando – erroneamente – l’Annunciazione di Scacco al 1499 non era difficile collocare prima l’opera del Romano. Alla luce della nuova cronologia del dipinto di Scacco, che abbiamo datato a cavallo tra gli anni '70 e '80, l’opera di Antoniazzo potrà cadere in un periodo quasi contemporaneo ed è ben plausibile che trittico di Antoniazzo (probabilmente inviato da Roma) non abbia relazione alcuna con quello di Scacco (invece inviato da Napoli).

Più tardi il fratello di Onorato, Giordano Caetani vescovo di Capua, avrebbe ordinato ad Antoniazzo una pala per la propria cappella funeraria che stava predisponendo nella cattedrale campana. La cronologia di questa pala è molto controversa a causa di una data iscritta che esisteva ma che è stata compromessa da pesanti restauri; ad ogni modo si collocherebbe tra la fine degli anni '80 e il primo lustro dei '90.

Immagine
CommittenteOnorato II Caetani
Famiglie e persone

Cristoforo Scacco

Pietro Caetani vescovo di Fondi

Onorato II Caetani (conte di Fondi, 1441-1491)

Giordano Caetani vescovo di Capua

Iscrizioni

sul gradino del trono della Vergine: "ANTONIATUS ROMANUS PINXIT";

e quasi a mo’ di piccola predella: "HONORATUS CAE[TA]NUS SECUNDUS // DE ARAGONIA FUNDORUM COMES REGNI // SICILIE LOGOTHETA ET PROTHONO/TARIU[S] AD HONOREM DEI // MATRIS PIISSIME HOC FIERI FECIT // [OPU]S [A(NNO) D(OMINI) MCCCCLXXVI] M[ENSE] MADI[I] IND[ICTIONE] X".

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Antoniazzo 2013: Antoniazzo Romano Pictor Urbis 1435/1440-1508, catalogo della mostra (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica), a cura di Anna Cavallaro e Stefano Pedrocchi, Cinisello Balsamo (Milano) 2013, 84-85 scheda n. 9 (di Anna Cavallaro).

 

Casanova 1976: M. L. Casanova, Arte a Gaeta, Firenze 1976.

 

Fogolari 1902: Gino Fogolari, “Cristoforo Scacco da Verona pittore: a proposito di un trittico del R. Museo Nazionale di Napoli”, Le Gallerie Nazionali Italiane, 5, 1897-1902, 188-207.

 

Fondi 1981: Fondi e la signoria del Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia, Sandra Vasco Rocca, Roma 1981.

 

Negri Arnoldi 1965: Francesco Negri Arnoldi, “Maturità di Antoniazzo”, Commentari, 1965, 225-227.

 

Pinto 2009: Medea Pinto, “La chiesa di San Pietro Apostolo a Fondi”, Palladio, 43, 2009, 77-94.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione07/08/2012 11:11:31
Data ultima revisione12/11/2016 19:25:15
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OggettoFondi, Chiesa dell'Assunta, Pala della Morte e Assunzione della Vergine
Materialeolio su tavola
Dimensioni400 x 600 cm ca.
Cronologia1534
AutoreGiovan Filippo Criscuolo (?)
Descrizione

La tavola, di non comuni dimensioni, è disposta sul fondo del presbiterio della chiesa dell'Assunta di Fondi.

Datata 1534, è stata attribuita a Giovan Filippo Criscuolo (Casanova Uccella 1976, 80), ascrizione accettata da Leone de Castris (1996, 40).

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Casanova Uccella 1976: Arte a Gaeta. Dipinti dal XII al XVIII secolo, catalogo a cura di Maria Letizia Casanova Uccella, Firenze 1976.

 

Leone de Castris 1996: Pier Luigi Leone de Castris, Pittura del Cinquecento a Napoli. 1540-1573, fasto e devozione, Napoli 1996.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione10/01/2013 19:41:14
Data ultima revisione30/06/2016 11:56:30
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OggettoFondi, Chiesa dell'Assunta, Pala della Pietà con un donatore
Materialetempera su tavola
Dimensioni120 x 60 cm
Cronologia
AutoreGiovanni da Gaeta
Descrizione

La pala si trova nella chiesa dell'Assunta di Fondi. Presenta al centro la Pietà, con angeli dolenti e i simboli della passione, e in basso a sinistra il donatore orante.  E' stata ascritta a Giovanni da Gaeta da Zeri (1950, 23-24) e confermata da Casanova Uccella (1976, 46). 

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Casanova Uccella 1976: Arte a Gaeta. Dipinti dal XII al XVIII secolo, catalogo a cura di Maria Letizia Casanova Uccella, Firenze 1976.


Zeri 1950: Federico Zeri, "Il maestro del 1456", in Paragone, I, 1950, 3, 19-25.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione10/01/2013 20:06:11
Data ultima revisione30/06/2016 11:58:46
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OggettoFondi, Chiesa dell'Assunta, Portale
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1490
Autore
Descrizione

Il portale di Santa Maria Assunta è in marmo bianco, con tracce di policromia e dorature, di pieno stile rinascimentale e molto vicino ad esempi napoletani contemporanei. E' formato da paraste con grottesche sormontate da mensole squamate, alle quali sono virtualmente appesi con nastri due stemmi Caetani/Aragona. La trabeazione è decorata con una teoria di cherubini che sostengono ghirlande. Sopra la cornice all’antica si apre una profonda lunetta, impreziosita da un importante quanto sobrio archivolto (la cui decorazione richiama direttamente quella degli stipiti), all’interno della quale trovano posto le statue, di dimensioni leggermente più piccole del naturale, raffiguranti la Madonna col Bambino (datata “1490” sul plinto), Santa Caterina d’Alessandria e Onorato II Caetani inginocchiato, senza dubbio un interessante precedente per l’Oliviero Carafa del Succorpo di San Gennaro nella Cattedrale di Napoli.

La commissione da parte di Onorato II, fondatore dell’Assunta, sarà da datare in prossimità di quel “1490” apposto sulla base della statua della Madonna (che è anche la data che compare sull’epigrafe dedicatoria in facciata), e dovette essere una delle ultime del Caetani, il quale morì nel 1491. La chiesa fu consacrata solo nel 1508 dal vescovo Nicola Pellegrino, come testimonia un’altra epigrafe in pietra grigia nel transetto destro.

Lo stile degli ornati del portale e delle sculture della nicchia è il medesimo, come si può notare, ad esempio, da un confronto tra i volti dei cherubini della trabeazione o quelli di putti che affiorano nel girale delle mensolette degli stipiti e quelli del Bambin Gesù o della Santa Caterina, dove si ritrovano le stesse soluzioni morelliane, dal taglio degli occhi, allungati e profondi, con le palpebre pronunciate, al disegno scolastico delle ciocche, alla resa pomatata degli incarnati. Tutto il portale sarà dunque da considerare opera d’una sola bottega.

L'autore rimane ad oggi sconosciuto, nonostante il complesso sia ambizioso, non solo per le dimensioni, ma soprattutto per la presenza nella nicchia di sculture a tutto tondo (benché il retro di esse ovviamente non sia finemente lavorato). Ben poca è, difatti, la bibliografia in merito, che si riduce sostanzialmente alle pagine di Roberto Pane (1977, vol. II, 147-149) e al saggio di Amalia Pacia (in Fondi 1981, 89-101). Proprio Pane ha rilevato correttamente la vicinanza tra il portale fondano e quelli contemporanei napoletani del Palazzo Sanseverino (poi Gesù Nuovo) e dell’Ospedale dell’Annunziata, quest’ultimo documentato di Tommaso Malvito. Le strette relazioni di Onorato II con la Santa Casa di Napoli (ampiamente attestate e intercorse nel trentennio 1460-1490) e con la stessa Annunziata di Fondi (per la quale fu commissionato il trittico di Cristoforo Scacco), hanno fatto giungere la Pacia alla conclusione che anche il portale dell’Assunta sia stato commissionato da Onorato II a Malvito ed eseguito dalla sua bottega. Per le statue a tutto tondo, sicuramente la parte più rilevante del complesso, invece la Pacia pensa ad un collaboratore, più o meno vicino a Malvito, e influenzato dalla cultura toscana.

Come già detto, è più sensato ricondurre il portale, negli ornati come nelle sculture, ad una stessa mano (o ad un medesimo capobottega), probabilmente ad uno scultore vicino a Malvito, nel quale non riconosco una forte influenza fiorentina, bensì un gusto sulla lunga scia di Francesco Laurana (che con Malvito aveva lavorato), con quelle superfici epidermiche arrotondate e dai chiaroscuri quasi assenti, dalle quali risaltano occhi formati da una mandorla di impronta lombarda. L’opera dell’Assunta sarebbe allora da attribuire ad un artista lombardo attivo a Napoli nell’ultimo quarto del '400, sicuramente malvitesco e facente parte di quell’articolata bottega che dominò nella capitale del Regno in quegli anni. Non sarà però da avvicinare alla bottega di Jacopo della Pila.

Immagine
CommittenteOnorato II Caetani
Famiglie e persone

Onorato II Caetani

Iscrizioni

sul plinto della statua della Madonna: “AVE GRACIA 1490”.

Stemmi o emblemi araldici

stemmi Caetani/Aragona alle paraste

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Caetani 1927: G. Caetani, Domus Caietana, San Casciano Val di Pesa 1927.

 

Fondi 1981: Fondi e la signoria del Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia, Sandra Vasco Rocca, Roma 1981.

 

Pane 1977: Roberto Pane, Il Rinascimento nell’Italia Meridionale, 2 voll., Milano 1977.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione07/08/2012 11:44:15
Data ultima revisione12/11/2016 20:14:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/6
OggettoFondi, Chiesa dell'Assunta, Tabernacolo eucaristico
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1491
Autore
Descrizione

Il piccolo tabernacolo marmoreo a parete, collocato nel transetto sinistro della chiesa dell'Assunta di Fondi, si basa su un modello molto comune a Napoli a cavallo tra ’400 e ’500. Una ricca mensola adorna di cornucopie con al centro lo stemma Caetani/Aragona sostiene una base (dove compare la data), sulla quale poggiano due piccole paraste con grottesche. La scena centrale raffigura Cristo (sopra lo sportello dell’eucarestia sostenuto da un cherubino) che pone l’ostia e versa il proprio sangue nel calice, accompagnato da quattro angeli, in un interessante ambiente rinascimentale con soffitto a cassettoni in prospettiva. Sulla piccola trabeazione compare un’altra iscrizione e al centro del fastigio la figura a mezzo busto del Padre Eterno benedicente.

Si tratta di un prodotto abbastanza seriale, che ha la particolarità di essere datato e di conservare lo stemma del committente. È quindi interessante come tassello del complesso piano di incarichi per la chiesa dell’Assunta assegnati da Onorato II Caetani a Napoli.

Amalia Pacia, che ha pubblicato per prima il tabernacolo (in Fondi 1981, 103-105), lo ha attribuito a Tommaso Malvito, alla luce dell’ascrizione del portale. Pur non potendo entrare a far parte del catalogo di Malvito, il tabernacolo è sicuramente accostabile all'attività di scultori lombardi attivi a Napoli.

Immagine
CommittenteOnorato II Caetani
Famiglie e persone
Iscrizioni

Sulla trabeazione: “TRANSSUBSTANTIATUS CERNI/TUR VELATUR”; sul basamento “† ANNO D(OMI)NI MCCCCXXXXI”.

Stemmi o emblemi araldici

alla base, tra cornucopie, stemma Caetani/Aragona

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Fondi 1981: Fondi e la signoria del Caetani, a cura di Francesco Negri Arnoldi, Amalia Pacia, Sandra Vasco Rocca, Roma 1981.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione07/08/2012 12:58:29
Data ultima revisione30/06/2016 12:02:10
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/7
OggettoFondi, Chiesa dell'Assunta, Trittico della Natività
Collocazione originaria
Materialetempera su tavola
Dimensioni235 x 260 cm
Cronologia
AutoreGiovanni da Gaeta
Descrizione

Il trittico si trova nella chiesa dell'Assunta di Fondi, ma non se ne conosce la provenienza. Nel pannello centrale è raffigurata la Natività e in quelli laterali San Marciano (a sinistra) e San Michele Arcangelo (a destra). Conserva ancora le cuspidi con al centro il Cristo benedicente e sui lati l'Annunciazione.

E' stato attribuito da Zeri (1950, 20-24; cfr. anche Casanova Uccella 1976, 42) a Giovanni da Gaeta.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Casanova Uccella 1976: Arte a Gaeta. Dipinti dal XII al XVIII secolo, catalogo a cura di Maria Letizia Casanova Uccella, Firenze 1976.


Zeri 1950: Federico Zeri, "Il maestro del 1456", Paragone, I, 1950, 3, 19-25.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione10/01/2013 20:14:34
Data ultima revisione30/06/2016 12:12:13
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/159
OggettoFondi, Assunta, Ritratto virile
Collocazione attuale

La testina è murata al secondo livello del campanile di Santa Maria Assunta a Fondi.

Prima attestazione
Materiale
Dimensioni
Stato di conservazione
Cronologia
Descrizione
Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione06/02/2013 21:12:34
Data ultima revisione12/11/2016 19:39:34
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/241
OggettoFondi, San Domenico, fregio con motivo ad anthemion
Collocazione attuale
Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Probabilmente tagliato sui lati e nella parte superiore, peresenta alcune scheggiature nel listello di chiusura in basso. Complessivamente l’intaglio è ben conservato.

CronologiaEtà giulio-claudia
Descrizione

Il blocco appartiene a una serie di 8 elementi relativi a un unico complesso monumentale che, eccetto un secondo più piccolo frammento pure reimpiegato, sono stati recuperati in occasione degli scavi realizzati a Fondi nella prima metà del XX secolo.

La partitura decorata ripropone il motivo dell’anthemion in una versione molto raffinata, chiaramente dipendente dalla tradizione decorativa affermatasi a Roma nei grandi cantieri augustei. Da una sequenza di tralci intermittenti orizzontali, le cui estremità sono unite da un nastro piatto, nascono alaternativamente un rigoglioso cespo acantino e un fiore di loto; gli elementi decorativi si caratterizzano per la ricchezza delle inflorescenze per quanto riguarda l’acanto, si notano i due racemi laterali termianti in boccioli riccolmi di semi (chiarmente discendenti dagli schemi elaboarti con l’Ara Pacis) cui corrisponde il carattere quasi metallico del fiore di loto nel quale i dettagli del calice hanno una precisione e nitidezza toreutica.

La morfologia del fiore di loto trova una precisa rispondenza nella decorazione della Basilica Emilia risalente alla fase augustea.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreStefania Tuccinardi
Data di compilazione06/07/2016 23:49:36
Data ultima revisione12/11/2016 18:03:21
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/589
NomeFondi
Status amministrativoComune in provincia di Latina
Estensione del territorio comunale144 kmq c.a
Popolazione39.773 (ISTAT 2015)
MuseiMuseo Civico di Fondi
Archivi
BibliotecheBiblioteca Comunale
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