NomeAversa
TipoCittà
Luogo superioreCAMPANIA
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OggettoAversa, Annunziata
Tipologiachiesa e ospedale AGP
Nome attualeAnnunziata
Immagine
Nomi antichi

Annunziata

Cronologia

1477: erezione del campanile (ricostruito fra 1712 e 1734).

1518-1519: costruzione del portale esterno al complesso.

1520: ampliamento del conservatorio.

1520: l’architetto Francesco Donadio detto Mormando erige il conservatorio.

1539: pala dell’altare maggiore (attr. a Ferdinando Maglione).

1548: Francesco Donadio detto Mormando fornisce consulenza per l’ampliamento della tribuna della chiesa.

1566: ampliamento della tribuna della chiesa.

1582: inizia la costruzione del nuovo ospedale su progetto dell’architetto Giovan Vincenzo Casale.

1612-14: si costruiscono le nove cappelle laterali della chiesa sotto la direzione di Costantino Avellone.

1622: l’architetto Fra Giuseppe Nuvolo ricostruisce la sagrestia.

1677: l’architetto certosino Bonaventura Presti sostituisce il soffitto piano della navata con una volta a botte lunettata; i governatori dell’AGP chiedono consulto anche a Francesco Antonio Picchiatti.

1683: si realizzano gli stucchi della navata centrale.

1687: inizia su progetto di Francesco Antonio Picchiatti la costruzione del nuovo atrio di ingresso alla chiesa e del coro soprastante.

1694: altare maggiore di Gian Domenico Vinaccia con puttini capo altare di Lorenzo Vaccaro.

1695: l’atrio d’ingresso è ultimato, con una variante di progetto introdotta da Giovan Battista Manni, il quale sostituisce ai pilastri in mattoni proposti da Picchiatti le colonne in marmo già destinate al Seggio di San Luigi (all’epoca ancora in ricostruzione) e acquistate dai rappresentati dello stesso Seggio nel 1691.

1697: realizzazione degli stucchi dell’atrio (stuccatore Pietro Scarola).

1702: i marmorari Giuseppe de Filippo e Giovanni Ragozzino si impegnano a realizzare gli altari in marmo per i cappelloni nelle testate del transetto.

1703: costruzione di un piccolo volume ad uso dei diaconi.

1703-6: erezione della nuova cupola della chiesa su progetto di Giovan Battista Nauclerio.

1712: inizia la ricostruzione del campanile su progetto di Giuseppe Lucchese.

1713: posa in opera del nuovo pavimento marmoreo della chiesa.

1728: la sagrestia dei diaconi viene consolidata dall’architetto Giovan Battista Nauclerio.

1728: rifacimento del conservatorio delle fanciulle.

1734: termina la ricostruzione del campanile.

1735: costruzione dello scalone dell’ospedale su progetto di Filippo Marinelli.

1735: realizzazione dello scalone dell’ospedale.

1757: l’architetto Luca Vecchione ricostruisce la sagrestia realizzata nel 1622 da Fra Nuvolo.

1766 l’architetto Luca Vecchione ricostruisce l’arco di collegamento fra il complesso e il campanile.

1767: nuovi lavori all’ospedale sotto la direzione dell’architetto Bartolomeo Vecchione.

1825: crolla la cupola nel 1703-6.

1836: viene ricostruita la cupola.

1858: il complesso ospedaliero viene profondamente rimaneggiato e adattato a orfanotrofio ed educandato.

1859: ampliamento del complesso di ricovero.

1932: riapertura del brefotrofio

1938: chiusura del brefotrofio.

1947-1949: restauri dei danni bellici.

1983: interventi di urgenti per opere provvisionali alla chiesa.

1992: diventa sede universitaria della Seconda Università di Napoli, facoltà di Ingegneria e architettura.

2003-2005: restauro.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il complesso si compone di chiesa, e ambienti già destinati ad ospedale, racchiusi entro una cinta cui dà ingresso un importante portale marmoreo. Alla destra del portale un grande arco scavalca la via Roma e unisce il complesso all’imponente campanile settecentesco in mattoni, piperno e pietra di Caserta, che sorge come torre isolata.

Oltre il portale marmoreo esterno si apre un cortile, sul quale prospetta la chiesa, introdotta da un atrio porticato a tre arcate su quattro colonne libere di marmo. L’interno è a navata unica voltata con cappelle laterali, ampio transetto con crociera cupola, e coro rettangolare che si sviluppa in profondità dietro l’altare.

Iscrizioni

Nel portico, parete destra:

VERGINI DEIPARAE ANNVNTIATAE / TEMPLVM COENOBIVM NOSOCOMIVM / RELIGIONI PVDICITIAE VALETVDINI / AB AVERSANIS INSTITVTA DICATA / IOANNA II IVRE PATRONATVS FVNDAT / ALFONSVS I ET PHILIPPVS II REGG. / NVNDIRARVM IMMVNITATE DONANT / PVBLICAMQ LVCEM ASPICIVNT / IO. BAPTISTA ALDOMARE / FRANCISCO BERNARDIS I.V.C. / PRAEFECTIS / ANNO A.P.V. / MDCXXV

 

Portico esterno, parete sinistra:

D.O.M. / PHILIPPO III REGNANTE / DENEGATAE HVIVS REGIAE DOMVS VISITATIONIS D. / PETRO VRSINO AVERSANORVM EPISCOPO EAM AFFECTANTI / COLLATERALI CONSILIO ITA SANCIENTE ANNO 1597 VT / ADMINISTRATIONVM LIBROS TABELLIONVMQVE SRCIPITA [sic] / HVIC LOCO PIE LEGATA PRAETIOSAQVE AD DEI CVLTVM / SERVANDI GRATIA SVB / OECONOMIA / IOANNIS TVFI POMPEI ANT. FVLGVRIS I.C. ET FABRITII CAPPABIANCA / FIERI RVRATVM EST ANNO DOMINI / MDCXI / ET Q[V]A PER ACTVM NEGOTIATORIB[Vs] INCOMMODVM VIDEBATVR / IO BAPTISTA ALTOMARI FRANCISCVS DE BERNARDIS V.I.D. / ET D.R HOTATIVS REGNONIBVS / GVBERNATORES AMPLIFICARE CVRARVNT / A.D. 1625.

Stemmi o emblemi araldici

Numerosi stemmi marmorei e lapidei murati nell’atrio della chiesa.

Elementi antichi di reimpiego

Sono di reimpiego le quattro colonne in marmo cipollino del portico.

Opere d'arte medievali e moderne

portale esterno del complesso (1518-19).

 

In controfacciata:

monumento funebre di Aloise Zurlo (1546);

monumento funebre di Giovanni di Martuccio (1615).

 

sui pilastri delle prime cappelle: acquasantiere in marmi policromi di Gaetano Sacco (1710-11).

 

Prima cappella destra: Madonna delle Grazie di Angelillo Arcuccio; San Giovanni Evangelista dello stesso pittore.

 

Prima cappella sinistra: monumento funebre di Pompeo Antonio de Folgore (1623).

 

Sesta cappella sinistra: Crocifisso ligneo (XVI secolo).

 

Ai pilastri fra navata e transetto due organi gemelli in legno intagliato e dorato (1687-88).

 

Transetto destro: Deposizione di Marco Pino (1571).

 

Transetto sinistro: Adorazione dei Pastori di Francesco Solimena (1688); Strage degli innocenti di Giuseppe Simonelli (XVIII sec.).

 

Sull’altare maggiore: Annunciazione attribuita a Ferrante Maglione. 

Proviene probabilmente dalla chiesa dell'Annunziata la pala di San Donato, oggi al museo diocesano di Aversa allestito negli ambienti del deambulatorio della cattedrale.

Storia e trasformazioni

La fondazione della chiesa e dell’ospedale annesso risale agli anni compresi tra il 1318 e il 1320 (CDS 1888, 149-150; Cammarano 1989, 16). Papa Urbano VI (1378-1389) concesse indulgenze a quanti visitavano e aiutavano con elemosine la chiesa e l’ospedale dell'Annunziata (Platea, 47v).

Nel 1423 la regina Giovanna II donò all’Annunziata l’ospedale di S. Eligio, di suo patronato, in considerazione del fatto che il luogo pio accoglieva e nutriva gli esposti e i malati (Parente, II, 35; Platea 54r-v). Nel 1440, in considerazione del fatto che l'ospedale aveva difficoltà a erogare servizi di assistenza ai poveri, e in particolare ad allattare i bambini lì accolti, dietro suppliche dell'università della stessa città, Alfonso il Magnanimo donò all'ente tutti i diritti, beni e rendite spettanti alla chiesa della Maddalena, situata fuori le mura della città, e inoltre concesse all’Annunziata di poter ospitare, negli spazi a essa attigui e a quelli della chiesa di S. Eligio, una fiera di otto giorni esente da gabelle e altre imposte (Platea, 55v-56r). Nei giorni della fiera, l’ente ospedaliero faceva sgomberare alcuni locali di sua proprietà, che durante l’anno locava a uso di taverne e botteghe, probabilmente per fittarli a giornata ai mercanti forestieri (Nunziata 2005, 8). Come a Napoli, anche ad Aversa si era sviluppata nel Quattrocento un’area commerciale e artigianale che gravitava intorno all’ospedale; del resto, l’ente stesso possedeva circa quindici taverne e botteghe, di cui una spezieria e una macelleria, che locava a commercianti con contratti a uno, tre o cinque anni (Cammarano 1989, 36-37).

Per quanto riguarda l’amministrazione dell’ente, negli atti notarili del XV secolo l’Annunziata è rappresentata da due o tre maestri economi, i cui nomi sono spesso preceduti da appellativi onorifici, quali, providus o egregius o nobilis vir, magnificus dominus, a indicare la loro elevata condizione sociale, ipotesi peraltro confermata da taluni cognomi riconducibili al ceto patrizio della città. Tra essi figurano anche due giudici, due notai, un milite, uno speziale e tre medici (Cammarano 1989, 44). Tra gli amministratori figura anche una donna, la vedova Polosena, che prestò servizio come maestra dell’ospedale per due anni, tra il 1468 e il 1470, ricevendo in cambio dall’ente vitto e vestiario (Nunziata 2005, 12).

Tra il Tardo Medioevo e la prima Età moderna iniziarono i lavori di rifacimento dell’intero complesso architettonico, secondo la cronologia riportata qui di seguito. La fabbrica gotica della chiesa è stata gradualmente sostituita da strutture moderne fra la seconda metà del XVI secolo e i primi decenni del secolo successivo. Il complesso delle strutture di ricovero, di fondazione angioina, è stato continuamente rimaneggiato nel tempo, adattandole alle funzioni che doveva assolvere.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Piante e sezioni in Fiengo, Guerriero 2002; Fiengo 2007;

Fonti/Documenti

Cammarano 1989: “Il protocollo inedito della chiesa e dell’ospedale dell’Annunziata di Aversa. Gli atti del notaio Salvatore de Marco nell’Archivio di Stato di Caserta (1424-1487)”, a cura di A. Cammarano, Archivio storico di Terra di Lavoro, XI (1988-1989), 5-291.

 

CDS 1888: Codice diplomatico sulmonese, raccolto da Nunzio Federigo Faraglia, Lanciano, Carabba 1888.

 

Platea: Archivio storico del Comune di Aversa, Platea dell'Annunciata di Aversa.

 

Nunziata 2005: Aversa. Notai diversi 1423-1487, a cura di Nunzia Nunziata, Napoli, Athena 2005.

Bibliografia

Amirante 1998: Giosi Amirante, Aversa. Dalle origini al Settecento, Napoli 1998.

 

Cammarano 1990: “Il protocollo inedito della chiesa e dell’ospedale dell’Annunziata di Aversa : gli atti del notaio Salvatore De Marco nell'Archivio di Stato di Caserta [1424 - 1487]”, a cura di Andrea Cammarano, Archivio Storico di Terra di Lavoro, IX, 1990, 51-276.

 

Capone 1988-1991: F. Capone, “La Biblioteca dell’Annunziata”, Consuetudini aversane, 2, 6, 1988-1989, 21-23; 3, 7/8, 1989, 23-34; 4, 11/12, 1990-1991, 26-34.

 

Cecere 1998: Tiberio Cecere, Aversa. La città consolidata, Napoli 1998.

 

D’Aprile 1997: Marina d’Aprile, “L’urbanizzazione seicentesca dei territori della Starza dell’Arco nelle registrazioni enfiteutiche della Real Casa Santa dell’Annunziata”, in Lo sviluppo settecentesco di Aversa e l’episodio urbanistico del Lemitone, a cura di Giuseppe Fiengo, Napoli 1997, 19-68.

 

Divenuto 2006: Francesco Divenuto, Architetture del rinascimento. Fortuna e diffusione di un linguaggio, Napoli 2006.

 

Fiengo 2007: Pasquale Fiengo, La chiesa della SS. Annunziata in Aversa e l'omonimo complesso. Vicende costruttive e restauri, Tesi di Dottorato in Conservazione dei Beni Architettonici, XIX Ciclo, Università degli Studi di Napoli Federico II, 2007.

 

Fiengo, Guerriero 2002: Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, Napoli 2002. 


Fiengo, Russo 1995: Giuseppe Fiengo, Maria Russo, “Un singolare monumento della Campania: l’insieme del campanile e dell’arco di Aversa”, Apollo. Bollettino dei musei provinciali del Salernitano, n.s., 11, 1995, 129-138.

 

Giorgi 1995: Lucia Giorgi, “L’intervento di Francesco Donadio detto il Mormando nell’Annunziata di Aversa”, Consuetudini aversane, 9, 31-32, 1995, 33-34. 

 

Guida 2007: Iolanda Guida, “Aversa. Chiesa della Santissima Annunziata”, in Architettura del classicismo tra Quattro e Cinquecento in Campania. Ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 109-114.

 

Jacazzi 1995: Danila Jacazzi, Aversa. Dieci secoli di storia (catalogo della mostra), Aversa 1995.

 

Martullo 1971: Maria Martullo, Regesto delle pergamene della SS. Annunziata di Aversa, Napoli 1971.


Marino 1988-1989: A. Marino, “L’archivio dell’Annunziata”, Consuetudini aversane, 2, 6, 1988-1989, 34-36. 


Mattei 1844: Pasquale Mattei, “Arco di trionfo all’ingresso della S. Annunziata in Aversa”, Poliorama Pittoresco, 9, 1844, 15 del 16 novembre, 117-118;  16 del 23 novembre, 127-129.

 

Moscia 1997: Lello Moscia, Aversa. Tra vie, piazze e chiese, Roma 1997.

 

Parente 1858-1859: Gaetano Parente, Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa, 2 voll., Napoli 1857-1858.

 

Rizzo 2001: Vincenzo Rizzo, Lorenzo e Domenico Antonio Vaccaro, Apoteosi di un binomio, Napoli 2001.


Russo 1997: Maria Russo, “Giuseppe Lucchese, Bartolomeo Vecchione e il cantiere di Porta Napoli”, in Lo sviluppo settecentesco di Aversa e l’episodio urbanistico del Lemitone, a cura di Giuseppe Fiengo, Napoli 1997, 69-116.


Vitale 1939: Roberto Vitale, Il quadro della SS. Annunziata ne la chiesa omonima di Aversa ed il suo presunto autore, Aversa 1939. 


Zezza 1999: Andrea Zezza, "Ferrante Maglione e Marco Pino: una rilettura dei documenti per l'altar maggiore dell'Annunziata di Aversa", Bollettino d'arte, 84, 1999, 108, 77-88.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo, Salvatore Marino
Data di compilazione30/05/2012 13:32:28
Data ultima revisione05/11/2016 14:46:43
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OggettoAversa, Cattedrale
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualeSan Paolo Apostolo
Immagine
Nomi antichi

San Paolo Apostolo

Cronologia

1053-1078: fondazione.

1090: completamento della prima fase.

1127-1135: nuova fase costruttiva a opera del principe Roberto II

1145: un incendio devasta la cattedrale.

1255, 3 giugno: Alessandro IV consacra il nuovo altare maggiore.

1474-93: costruzione della torre campanaria per volere del vescovo Giovanni Paolo Vassallo.

XIV secolo: restauri alla cupola ottagonale.

1630: nel transetto sinistro viene costruita una copia in scala della Santa Casa di Loreto.

1702-1714: il corpo longitudinale della cattedrale viene ammodernato dall’architetto romano Carlo Buratti per conto del vescovo Innico Caracciolo.

Autore

Rifacimento settecentesco: Carlo Buratti.

Committente

Prima fondazione voluta dal principe Riccardo (+1078).

Completamento (1090 circa) a opera di suo figlio Giordano.

Terza fase (1127-1135): principe Roberto II.

Ricostruzione settecentesca (1702-1714): vescovo Innico Caracciolo.

Famiglie e persone

Riccardo

Giordano

Roberto II

Innico Caracciolo

Carlo Buratti

Alessio Simmaco Mazzocchi

Descrizione

La Cattedrale si erge libera su tre lati: le fiancate e le parti alte conservano ancora la muratura di età medievale, mentre risale al rifacimento settecentesco il prospetto, suddiviso in tre campate, di cui la centrale aggettante, e articolato da paraste giganti di ordine corinzio. A destra facciata si eleva la torre campanaria, costruita nel XV secolo e rimaneggiata nel XVIII.

All’interno la chiesa si presenta suddivisa in tre navate separate da ampi pilastri. Oltre la navata laterale sinistra si aprono quattro cappelle quadrangolari, mentre in corrispondenza di quella destra sono ambienti diversi. Il transetto risulta suddiviso in due corpi, un transetto minore, in corrispondenza dell’ultima campata della navata, e uno maggiore, in corrispondenza della cupola della crociera. Il transetto maggiore di sinistra è interamente occupato dal volume della Santa Casa, replica seicentesca di quella lauretana.

La parte certamente più interessante dell’edificio, e quella su cui più si sono appuntate le attenzioni degli studiosi, è il profondo coro semicircolare circondato da ampio deambulatorio voltato a crociera e con cappelle radiali semicircolari aggettanti all’esterno.

Iscrizioni

Sul portale laterale:

PRINCEPS IORDANVS RICHARDO PRINCIPE NATVS / QVAM PATER INCEPIT PRIVS / IMPLENDA RECEPIT

 

Iscrizione già su altro portale, adesso dispersa (da Summonte 1602, III, p. 232):

VVLTV IVCVNDO ROBERTO DANTE SECVNDO / PVLCHRA FIT HAEC EXTRA SATIS / INTVS ET AMPLA FENESTRA.

Nel campanile:

RAYNVLPHO / PRINCIPI GENTIS NORTHMANNORVM / QVI SE MILITE AC DVCE / MARSORVM POTITVS COMITATV / GRAECIS HOSTIBVS DEVICTVS / CVM CAMPANIS PRINCIPIBVS / LONGOBARDIS / FOEDERE FIRMATO / ANNO CIRCITER / MILLESIMO VIGESIMO SECVNDO / PRIMVS VRBEM CONDIDIT AVERSAM / TVRRIBVS ARCE MOENIBVS QVE / EXTRVCTIS / EAM QVE APERTO AVXIT ASYLO / ET DITIONE GARGANI MONTIS / ARMIS COMPARATA / APPVLIS QVE / IN DEDITIONEM RECEPTIS / AVERSANVM INSTITVIT COMITATVM / REBVS QVE OMNIBVS / ET BELLI ET PACIS / PRAECLARE GESTIS / AVERSAE TANDEM ANNO / MILLESIMO QVADRAGESIMO SEPTIMO / FATO CONCESSIT / HOC A MAJORIBVS POSITVM / MONVMENTVM / SED TEMPORIS VI ATQVE / INJVRIA DISJECTVM / ERVTVM QVE EX RVDERIBVS / VETVSTI TEMPLI MAJORIS / IN APERTVM HVNC / HONESTIOREM QVE LOCVM / PONI CVRACERE / ORDO POPVLVSQVE AVERSANORVM / A. AE. CHRISTIANAE MDCCLXII.

 

Stemmi o emblemi araldici

Stemma nel campanile.

Elementi antichi di reimpiego

Ai tre angoli liberi del campanile sono incastonate 8 colonne e altrettanti capitelli antichi. Nei due angoli liberi sono due terne di colonne con capitelli corinzi: un gruppo con colonna centrale in marmo bianco e laterali in granito grigio, l'altro gruppo di colonne con due fusti contigui in granito grigio e il terzo in marmo; nei due restanti spigoli sono rispettivamente una colonna in marmo grigio con capitello cubico, e una colonna in cipollino con capitello ionico

Opere d'arte medievali e moderne

Navata destra:

Vergine e San Bonaventura, 1710, tela di Francesco Solimena.

Cappella del Capitolo: pala d’altare con Madonna col Bambino, XVII sec., attr. Michele Ragola. 

Cappella della reliquie, 1637: affreschi, cartigli e reliquiari.

 

Transetto grande destro:

altare marmoreo della famiglia Lucarelli (1563);

Crocifissione e Santo Stefano, 1452, pala di Giacomo Andrea Donzelli.

 

Presbiterio:

Cattedra episcopale (1493) commissionato dal vescovo Giovanni Paolo Vassallo;

cona marmorea di Luigi Vanvitelli;

pala d’altare con Conversione di San Paolo, 1642, di Carlo Mercurio;

affreschi della volta con episodi della vita di San Paolo, 1857-1858, di Camillo Guerra.

 

Deambulatorio:

lacerti di affreschi (XV sec.);

portale marmoreo degli ebdomadari, con lunetta e protomi umane (XI sec.);

frammento di rilievo con cavaliere (forse San Giorgio e il drago, XI sec.);

altro frammento con elefante e due leoni (XI sec.);

monumento funebre del vescovo Balduino de Balduinis (+ 1582);

monumento funebre (sec. XIV) su colonne marmoree antiche;

monumento funebre del vescovo Giorgio Manzolo (1591);

Madonna col Bambino (1495), dipinto di Cristoforo Faffeo;

monumento funebre del filosofo Luca Prassicio (XVI sec.); 

Pala di San Donato, probabilmente proveniente dalla chiesa dell'Annunziata;

lastra terragna di Paolo Merenda (post 1544);

rilievo con San Giovanni Evangelista (XVI sec.);

rilievo di San Paolo (XVI sec.) proveniente dalla chiesa di San Domenico.

 

Transetto sinistro:

Crocifissione (1770);

affreschi di Carlo Mercurio (XVII sec.);

Santa Casa di Loreto (1630, architetto Giuseppe De Majo).

 

Transetto minore sinistro (cappella del Sacramento):

monumento funebre del cardinale Innico Caracciolo, realizzato nel 1736 da Paolo Posi e Pietro Bracci su progetto di Filippo Barigioni, con epigrafe composta da Alessio Simmaco Mazzocchi

 

Quarta cappella sinistra: crocifisso ligneo (metà XIII sec.) su tela del XVIII.

Storia e trasformazioni

Fondata nell’XI secolo, la Cattedrale di Aversa ha subito numerosi rifacimenti. Nel 1145 un incendio devasta l’edificio. Lavori di ricostruzione sono documentati un secolo dopo, quando viene riconsacrato l’altare maggiore nel 1255. Danni all’edificio vengono apportati dai terremoti del 1349, nel 1456, 1457, 1464, 1468 e soprattutto 1494, quando crolla parte della  torre campanaria a lato della cupola centrale.

Danni consistenti vengono infine apportati dai terremoti del 1694 e del 1702: è probabilmente a causa della necessità di intervenire sulle strutture che il vescovo Innico Caracciolo ne commissiona il rifacimento quasi integrale, in forme moderne, all’architetto romano Carlo Buratti.

Intorno al 1857-59 il vescovo Domenico Zelo promuove la risistemazione del presbiterio con la decorazione della volta e la pavimentazione marmorea.

Le campagne di restauro intraprese nei primi anni del XX secolo hanno eliminato completamente le decorazioni settecentesche dal deambulatorio, per riportarne in luce le strutture più antiche. Nuovi restauri sono stati intrapresi nel 2010.

Note

La data esatta della fondazione del duomo è ancora incerta, poiché si basa essenzialmente sull’iscrizione dedicataria del principe Giordano (sul portale laterale, cfr. Iscrizioni), il quale nel 1090 circa dichiarava di avere portato a compimento la costruzione iniziata dal padre Riccardo. Va comunque circoscritta fra il 1053, anno nel quale viene consacrato il primo vescovo di Aversa, e il 1078, anno di morte del principe Riccardo.

Il deambulatorio riflette l’importazione di modelli transalpini e anglonormanni. In Italia meridionale altri esempi coevi al caso di Aversa sono i deambulatori della Cattedrale di Acerenza e dell’abbazia della Trinità di Venosa, entrambi in Lucania.

Fonti iconografiche

La rappresentazione più antica della Cattedrale è nella pala di San Sebastiano di Angelillo Arcuccio, del 1468: vi si scorge ancora la torre campanaria a lato della cupola centrale.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Per la demolizione del campanile vecchio, il 9 gennaio 1492, «con gran festa foro sparate bombarde, e sonate tutte le campane, e si ferno le processioni con grande sollenitade»; il successivo 1 ottobre «lo detto Episcopo se trovò a fare la processione, e vedere ponere la prima petra». L'inaugurazione, il 21 settembre 1493 coincise con la  messa in opera della campana grossa «e sende fatta grande allegrezza e sonare campane» (Guarino 1780, p. 211).

Bibliografia

Borsi 2000: Stefano Borsi, “Intorno alla cattedrale di Aversa: culto locale tra Normanni e papato”, Archivum historiae pontificiae, 38, 2000, 15-21.

 

Cattedrale di Aversa 1990: La cattedrale nella storia. Aversa 1090-1990 nove secoli d’arte, catalogo della mostra a cura di Ugo Chiaiese e Giuseppina Torriero, Aversa 1990.

 

Gallo 1927: Il codice normanno di Aversa, edizione a cura di Alfonso Gallo, Napoli 1927.

 

Guarino 1780: Guarino Silvestro di Aversa, Diario, in Raccolta delle varie croniche, diari, et altri opuscoli [...] appartenenti alla storia del regno di Napoli, vol. I, Napoli 1780.

 

D'Onofrio 1991:Mario D'Onofrio, "Aversa", in Enciclopedia dell'arte medievale, Roma 1991.

 

D’Onofrio 1993: Mario D’Onofrio, “Precisazioni sul deambulatorio della cattedrale di Aversa”, Arte medievale, 2.Ser., 7, 1993, 65-79.

 

D’Onofrio, Pace (1981) 1997: Mario D’Onofrio, Valentino Pace, La Campania, Milano 1981, 209-217.

 

Fabozzi 1770: Ferdinando Fabozzi, Istoria della fondazione della città di Aversa, Napoli 1770.

 

Gallo 1938: Alfonso Gallo, Aversa normanna, Napoli 1938. 


Grimaldi 2010: Anna Grimaldi, La decorazione del duomo di Aversa in età moderna: storia di una committenza tra aristocrazia e clero, Napoli 2010.

 

Jacazzi 1995: Danila Jacazzi, Aversa. Dieci secoli di storia, Aversa 1995.

 

Navarro 1993: Fausta Navarro, “Ferrante Maglione, Alvaro Pirez d'Evora ed alcuni aspetti della pittura tardogotica a Napoli e in Campania”, Bollettino d'arte, 78, 1993,  55-76.

 

Pace 1995/a: Valentino Pace, “Der Dom von Aversa: Misserfolg eines Baukonzepts und seines Concepteur”, in Fuer irdischen Ruhm und himmlischen Lohn: Stifter und Auftraggeber in der mittelalterlichen Kunst; Beat Brenk zum 60. Geburtstag, a cura di Hans-Rudolf Meier, Carola Jaeggi, Berlin  1995, 108-115. 


Pace 1995: Valentino Pace, “La sconfitta di un modello e del suo progettista: la cattedrale di Aversa”, Napoli nobilissima, s. IV, 34, 1995, 123-129.

 

Pace 2002: Valentino Pace, “La scultura della cattedrale di Aversa”, Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte, 3.Ser., 25, 2002, 57, 231-257. 


Pace 2003: Valentino Pace, “Nuovi spazi e nuovi temi nella scultura italo-meridionale della prima età normanna”, in Medioevo: immagine e racconto, a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Milano 2003, 265-277. 


Parente 1845: Gaetano Parente, Cenno storico sulla cattedrale di Aversa, Napoli 1845.

 

Parente 1857: Gaetano Parente, Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa, Napoli 1857.

 

Pezone 1996: Maria Gabriella Pezone, “Una rifattione settecentesca: i lavori alla cattedrale di Aversa (1702 - 1714)”, in Dal Barocco al Razionalismo. Studi di architettura, a cura di Alfonso Gambardella, Napoli 1996, 247-264.

 

Pezone 2008: Maria Gabriella Pezone, Carlo Buratti. Architettura tardo barocca tra Roma e Napoli, Firenze 2008.

 

Ranucci, Tenenti 2003: Mara Ranucci, Massimo Tenenti, Sei riproduzioni della Santa Casa di Loreto in Italia: Aversa, Parma, Catania, Venezia/San Clemente, Venezia/San Pantalon, Vescovana, Loreto 2003.

 

Rascato 1992: Ernesto Rascato, “Aversa normanna nel IX centenario della cattedrale”, Arte cristiana, N.S. 80, 1992, 211-212.

 

Scavizzi 1962: Giuseppe Scavizzi, “Nuovi affreschi del '400 campano”, Bollettino d'arte, 4.Ser., 47,1962, 196-206. 


Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, II, 189-198.

 

Simi 1969: Emma Simi, “Il deambulatorio del duomo di Aversa. Il problema cronologico e stilistico nel processo di evoluzione delle volte a crociera ogivali dell’area europea”, Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata, II, 1969, 223-310.

 

Summonte 1602: Giovanni Antonio Summonte, Istoria del Regno di Napoli, in Napoli, appresso Io. Iacomo Carlino, 1602.

 

Urban 1996: Guenter Urban, “Der Normannendom von Aversa: Untersuchungen zur Baustruktur”, in Kunst im Reich Kaiser Friedrichs II. von Hohenstaufen, Akten des Internationalen Kolloquiums; (Rheinisches Landesmuseum Bonn, 2. bis 4. Dezember 1994), a cura di Kai Kappel e Dorothee Kemper, Muenchen 1996, 94-105. 


Valentiner 1953: William R. Valentiner, “The Relief of Aversa”, The Art Quarterly, 16, 1953, 181-194.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 13:12:42
Data ultima revisione20/12/2018 17:16:42
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OggettoAversa, Palazzo Azzolini
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Azzolini
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

Palazzo Azzolini

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo si sviluppa intorno a un cortile quadrangolare e prospetta con uno spigolo verso piazza San Domenico. Il portale principale è invece su via Santa Marta: è composto da un arco ogivale in pietra, con ghiera esterna decorata da una cornice a foglie; al centro è uno stemma, a campo liscio ma inquadrato da cornice con emblemi araldici (due dragoni alati che intrecciano le lingue forcute). All’interno l’andito di ingresso, quadrangolare, è coperto da volta a crociera ogivale, denunciando una fase tardo medievale di costruzione, probabilmente coeva al portale. Le due grandi bifore ora parzialmente tamponate, che si aprivano verso la piazza e verso il vicolo adiacente, risalgono certamente a una fase successiva, fra XVI e XVI secolo, alla quale potrebbero riferirsi anche le paraste doriche in piperno, con fusto a quattro scanalature e capitello decorato a ovoli e dardi, visibili sul fondo del cortile interno.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Sulla volta del vestibolo di ingresso è affrescato uno stemma bipartito orizzontalmente: nella  porzione inferiore due bande rosse diagonali su fondo bianco, nella porzione superiore un pettine a tre denti.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Rilievi Fiengo, Guerriero 2002, 360-362.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Amirante 1998: Giosi Amirante, Aversa. Dalle origini al Settecento, Napoli 1998, 150-158.

 

Fiengo, Guerriero 2002: Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, Napoli 2002, 360-362.

 

Guida 2007: Iolanda Guida, “Aversa, palazzo Azzolini”, in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania, ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 115-116.

 

Parente 1858-1859: Gaetano Parente, Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa, 2 voll., Napoli 1857-1858, I, 94; II, 209.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 13:31:51
Data ultima revisione20/12/2018 17:20:20
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OggettoAversa, Palazzo De Folgore
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo De Folgore
Immagine
Nomi antichi

Palazzo Del Tufo

Cronologia

1562: data di probabile completamento del palazzo (incisa su un arco della facciata)

1717: il palazzo risulta di proprietà della famiglia Del Tufo, marchesi di Lavello e Chiupperi.

1807: la proprietà passa alla famiglia de Folgore

XIX secolo: rifacimento del prospetto esterno e degli ambienti interni.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo si sviluppa intorno a una corte quadrata, il cui accesso avviene da un atrio voltato a botte collocato in posizione decentrata. A sinistra del cortile si apre la scala che conduce ai piani superiori, mentre il fondo è aperto da una loggia a due arcate che immette nel giardino. Gli ambienti del piano terra conservano coperture voltate riferibili al XVI secolo. Il portale principale su strada, in piperno, è del tipo noto come “portale mormandeo”, ad arco a tutto poggiante su piedritti con capitelli ionici. Sempre in piperno sono le finestre architravate che prospettano verso il cortile, anch'esse databili alla metà del XVI secolo.

Iscrizioni

Sul cantone orientale del prospetto principale è incisa la data: MDLXII.

Stemmi o emblemi araldici

Sulla volta del vestibolo di ingresso è affrescato uno stemma (non riferibile ai De Folgore)  rappresentante un cavallo rampante su tre monti, sormontanto da tre stelle.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Piante e prospetto principale in Fiengo, Guerriero 2002, pp. 248-249.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Fiengo, Guerriero 2002: Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, Napoli 2002, 248-249.

 

Guida 2007: Iolanda Guida, “Aversa. Portali mormandei”, in Architettura del classicismo tra Quattro e Cinquecento in Campania. Ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 117-118.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 13:37:34
Data ultima revisione20/12/2018 17:21:20
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OggettoAversa, palazzo Giudice di pace
Tipologiapalazzo
Nome attualepalazzo del Giudice di Pace
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
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Data di compilazione31/05/2012 14:06:16
Data ultima revisione06/12/2012 11:25:50
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OggettoAversa, palazzo in via Monserrato 9
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Cangemi-Lombardo
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIV: del primitivo impianto del palazzo, di età angioina, sopravvivono tracce di finestre al piano nobile.

XVI sec.: portale mormandeo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo si svolge lungo via Monserrato con un prospetto a du piani più un sottotetto, e presenta una complessa stratificazione, con elementi tardogotici visibili al piano nobile e un portale cinquecentesco di tipo "mormandeo" al piano terreno. Il sottotetto è traforato da una successione di finestrelle centinate.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Amirante 1998: Giosi Amirante, Aversa. Dalle origini al Settecento, Napoli 1998.


Fiengo, Guerriero 2002: Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, 2 voll., Napoli 2002.

 

Guida 2007: Iolanda Guida, "Aversa. Portali mormandei", in Architettura del classicismo tra Quattro e Cinquecento in Campania. Ricerche, a cura di A. Gambardella e D. Jacazzi, Roma 2007, 117-118.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 14:10:37
Data ultima revisione20/12/2018 17:27:50
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OggettoAversa, palazzo in vico San Giovanni 18
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIII secolo

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Si tratta di un edificio dalle condizioni di conservazione piuttosto precarie, risultato dall’aggregazione e dal rimaneggiamento di corpi di fabbrica succedutisi nel tempo. L'episodio notevole è costituito dall'insieme di portale e atrio al piano terra.

Il portale principale è ad arco policentrico, probabilmente settecentesco. La caduta parziale degli intonaci esterni rende comunque visibile che il portale attuale si innesta su uno più antico, a tutto sesto e di dimensioni maggiori; il portale seriore si compone di due ghiere sovrapposte, una liscia più interna, e una più esterna scolpita a motivi geometrici.

All’interno si sviluppa un atrio monumentale, a pianta quadrangolare allungata, voltato a botte ogivale suddiviso in due campate da un arco acuto poggiante su fusti di colonna parzialmente inglobati nelle pareti laterali. La prima campata, più profonda, ha una volta segnata da una successione di lacunari in pietra, a corsi regolari. Altri due fusti di colonna segnano gli spigoli della seconda campata, che dà accesso al cortile retrostante e al vano scala.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Sono di reimpiego i fusti di colonna in marmo cipollino reimpiegati all'interno.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

La copertura a lacunari in pietra della prima campata trova confronti diretti nel vano di passaggio sottoposto al campanile della cattedrale di Casertavecchia (del 1234) e negli ambienti superstiti del campanile angioino della cattedrale di Napoli (del 1233). Una datazione vicina a queste date pare dunque probabile anche per l’atrio aversano. 

Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Piante e sezioni in Fiengo, Guerriero 2002, pp. 364-365.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Fiengo, Guerriero 2002: Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, Napoli 2002.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 14:13:35
Data ultima revisione07/03/2013 19:46:15
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OggettoAversa, Palazzo Masoli
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
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Schedatore
Data di compilazione11/12/2012 17:45:56
Data ultima revisione20/12/2018 17:29:24
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OggettoAversa, Porta San Nicola
TipologiaPorta urbica
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione11/12/2012 17:29:25
Data ultima revisione20/12/2018 17:30:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/288
OggettoAversa, San Domenico
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Domenico
Immagine
Nomi antichi

San Luigi IX re di Francia

Cronologia

1278: costruzione.

1742: la chiesa viene quasi completamente rifatta, conservando dell'originaria costruzione angioina soltanto il presbiterio.

Autore

Filippo Raguzzini (ricostruzione settecentesca)

Committente

Carlo I d'Angiò

Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Proviene dalla chiesa di San Domenico il rilievo di San Paolo (XVI sec.) oggi esposto nel deambulatorio musealizzato della cattedrale di Aversa.

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Bruzelius 2004: Caroline Astrid Bruzelius, The Stones of Naples, New Haven-London 2004.


Fiengo, Guerriero 2002: Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, Napoli 2002.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione31/05/2012 14:15:44
Data ultima revisione05/11/2016 18:17:38
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OggettoAversa, Sant'Antonio
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSant'Antonio
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Affresco con Vergine e santi Giacomo e Ludovico di Tolosa (sec. XVI)

Pala d'altare con Madonna e ss. Andrea e Pietro (sec. XVI: dalla chiesa di Sant'Andrea, distrutta)

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione31/05/2012 16:01:59
Data ultima revisione05/11/2016 18:25:37
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OggettoAversa, Santi Filippo e Giacomo
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione11/12/2012 17:41:39
Data ultima revisione11/12/2012 17:41:39
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/289
OggettoAversa, seggio nuovo di San Luigi
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attualesedile di San Luigi
Immagine
Nomi antichi

sedile di San Luigi

Cronologia

1569: vengono avviati i lavori per l'edificazione del nuovo seggio. Da testimonianze relative a un processo più tardo, risulta che il progetto prevedeva "fabrica de piperno, con archi" e "colonne di marmo".

1688: si chiude l'annosa questione con la famiglia Masola, proprietaria del palazzo contiguo.

1691: modifica del progetto originario con eliminazione delle colonne in marmo, che vengono vendute all'Annunziata, dove l'architetto Francesco Antonio Picchiatti le incorpora nell'atrio della chiesa.

1692: data di ultimazione dei lavori (epigrafe)

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La struttura si compone di un portico esterno e un vano interno. Il portico, in piperno, ha pianta rettangolare, aperto a sud da un'arcata e a ovest da altre due: gli archi sono a tutto sesto e poggiano su  pilastri quadrangolari. All'interno il portico è scandito in due campate quadrate, la prima delle quali dà accesso a un vano interno.

Iscrizioni

Lapide sopra la porta laterale che dà accesso all'attiguo ambiente chiuso:

ILLUSTRIVM FAMILIARIVM CIVITATIS AVERSAE / MONVMENTVM EDIT ENRICVS VI ROM. IMP. ET SICILIAE REX / BARONIBVS AC MILITIBVS ILLIVS / ANNO 1195 / ELARGITVS SEDILIA / QVIBVS VETVSTATE FERE LABEFACTIS / HOC VNO INSTAVRATO / ET AD POLITIOREM FORMAM REDACTO / ANNO 1692 / EORVM ANTIQUISSIMAE NOBILITATIS MEMORIAM / A TEMPORVM INIURIA VINDICARVNT / PROCERES / EIVSDEM VRBIS.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Piante in Fiengo, Guerriero 2002, p. 414.

Fonti/Documenti

Archivio di Stato di Caserta, Notai, Mauro Bove, vol. 4599, anno 1689, foll. 122-124 (cit. in Fiengo, Guerriero 2002, 414-415).

 

Archivio di Stato di Napoli, Archivi Privati, Masola di Trentola, busta 6 (cit. in Fiengo, Guerriero 2002, 414-415).

Bibliografia

Amirante 1998: Giosi Amirante, Aversa. Dalle origini al Settecento, Napoli 1998.

 

Cecere 1998: Tiberio Cecere, Aversa. La città consolidata, Napoli 1998.

 

Fiengo, Guerriero 2002: Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, Napoli 2002.

 

Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione30/05/2012 13:23:42
Data ultima revisione20/12/2018 17:32:30
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/13
OggettoAversa, Annunziata, Annunciazione
Materialetempera su tavola
Dimensioni
Cronologiasec. XV, prima metà
Autore
Descrizione

La tavola dell'Annunciazione si trova sull'altare del coro della chiesa dell'Annunziata di Aversa. Si trovava sull'altar maggiore (accompagnata in controparte dalla Deposizione di Marco Pino) almeno fino al '600 (cfr. da ultimo Zezza 2003, 261).

Era stata attribuita all'inesistente pittore tardogotico Ferrante Maglione (cfr. Navarro 1993) per via della lettura errata di un documento, chiarita da Zezza (1999), che si riferiva all'architetto cinquecentesco Ferdinando Manlio.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Navarro 1993: Fausta Navarro, “Ferrante Maglione, Alvaro Pirez d’Evora ed alcuni aspetti della pittura tardogotica a Napoli e in Campania”, Bollettino d’arte, 78, 1993, 55-76.


Zezza 1999: Andrea Zezza, "Ferrante Maglione e Marco Pino: una rilettura dei documenti per l'altar maggiore dell'Annunziata di Aversa", Bollettino d'arte, 84, 1999, 108, 77-88.


Zezza 2003: Andrea Zezza, Marco Pino. L'opera completa, Napoli 2003, 261.

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione28/03/2013 19:22:05
Data ultima revisione05/11/2016 17:30:55
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/226
OggettoAversa, Annunziata, Deposizione dalla Croce
Materialeolio su tavola
Dimensioni500 cm x 300 cm circa
Cronologia1571
AutoreMarco Pino
Descrizione

La tavola raffigura la Deposizione di Cristo dalla Croce e si trova nella chiesa dell'Annunziata di Aversa, ed è stata restaurata nel 2012. L'opera è firmata e datata 1571 dal pittore senese Marco Pino.

Fu commissionata dagli amministratori dell'Annunziata in occasione della costruzione della nuova tribuna, e per il nuovo altar maggiore i lavori sono documentati dal 1567 al 1574. L'altare a due facce doveva alloggiare dalla parte della navata la quattrocentesca pala dell'Annunciazione, e verso il nuovo coro il dipinto di Marco Pino. Nel corso del '600 l'altare fu smontato e l'opera fu spostata nel transetto destro, dove si trova tutt'oggi (per queste informazioni ed approfondimenti si veda Zezza 2003, 261-262, n. A.4 e ad indicem).

 

Immagine
CommittenteAmministratori dell'Annunziata di Aversa
Famiglie e persone
Iscrizioni

In basso su di un sasso: "MARCCUS DE PINO SENENSIS FACIEBAT / MDLXXI".

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

Documentazione sull'altar maggiore e sulla tavola in Zezza 2003, 357-359, nn. 38-39.

Bibliografia

Zezza 2003: Andrea Zezza, Marco Pino. L'opera completa, Napoli 2003, 261-262, n. A.4.

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione28/03/2013 19:00:17
Data ultima revisione13/07/2016 12:41:09
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/225
OggettoAversa, Annunziata, Portale
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1519
Autore
Descrizione

Il portale del convento e ospedale dell’Annunziata di Aversa si presenta come un prodotto eccezionale per qualità e complessità iconografica nel panorama campano e meridionale. Ciò nonostante, dopo l’articolo interpretativo di Mattei del 1844, e la menzione di Parente (1857-1858, II, 77-78), non ha goduto di puntuali attenzioni. Se il committente, Giacomo Mormile, è specificato a chiare lettere nell’iscrizione, così come la data (1519), che parrebbe confermata da una platea del convento (Amirante 1998), nulla si sa della bottega che eseguì gli intagli, e ancor meno dell’ideatore del programma iconografico del ciclo, troppo elaborato e raffinato per pensare sia stato affidato agli artefici materiali.

Francesca Amirante ha messo in relazione l’arco aversano con quelli della Cappella Carafa di Santaseverina in San Domenico a Napoli, realizzati a partire dal 1508 da Andrea Ferrucci prima, e dal suo allievo Romolo Balsimelli poi (cfr. Naldi 2002, 144-148; Caglioti 2004; Naldi/Speranza 2008). Essa è senza dubbio vicina per tipologia, ma non lo è per matrice stilistica (come nota in sordina la stessa Amirante), poiché le arcate della cappella napoletana denotano un gusto fiorentino, invece il portale aversano è chiaramente il prodotto d’una bottega lombarda, e forse non malvitesca, dunque non comasca, ma piuttosto caronese.

Immagine
CommittenteGiacomo Mormile
Famiglie e persone

Annecchino Mormile

Iscrizioni

"IACOBI MORIMINUS ANNECHINIS MORIMINE PATRUI PECUNIA LIMEN POSUIT ANNO MDVIIII / HOSPES SUM MISERIS SEMPER APERTA DOMUS".

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi Mormile

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

Archivio Comunale di Aversa, Platea dell’Annunziata, vol. I: “[1518-1519] In questo ano si fe’ l’arco di marmo nella Porta Maggiore della nostra casa, e la porta della chiesa con tavole di pigna comprate da uno di Castello a Mare di Stabia a’ 29 novembre, con instrumento per mano del cancelliere; si fe’ l’orologio nuovo da mastro Antonio telese di Nocera; si pagò il falegname e ferraro per li ferri fatti alla detta porta della chiesa […]”.

 

Parente 1857-1858, II, 77-78: “La marmorea porta principale d’ingresso, bellamente illustrata nel Poliorama (n. 15°, fascicolo de’ 16 7bre, 1844) è piena di stemmi, di simboli, di allegorie in bassorilievi, che furono attribuiti a Rainolfo fondatore della città, là dove essi stemmi alla famiglia Mormile appartengono, come pure la iniziale A non ad Atella, ma si deve riferire ad Annecchino Mormile, zio di Giacomo, che questa porta erigeva nel 1518, così leggendo la iscrizione, da cui volle – non so perché – dipartirsi lo scrittore di quella più ingegnosa che vera spiegazione […]. Dal lato poi dell’arte – o che io fallo – tampoco all’undecimo secolo risalirebbero queste sculture, che il rozzo scalpello di quei tempi non avrebbe mai saputo fare”.

Bibliografia

Amirante 1998: Giosi Amirante, Aversa. Dalle origini al Settecento, Napoli 1998, 247.

 

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 256-257, scheda senza numero nell’Allegato alle schede di Aversa.

 

Caglioti 2004: Francesco Caglioti, “Due Virtù marmoree del primo Cinquecento napoletano emigrate a Lawrence, Kansas. I Carafa di Santa Severina e lo scultore Cesare Quaranta per San Domenico Maggiore”, Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 48, 2004, 333-358.

 

Mattei 1844: Pasquale Mattei, “Arco di trionfo all’ingresso della S. Annunziata in Aversa”, Poliorama Pittoresco, 9, 1844, (n. 15, del 16 novembre), 117-118; (n. 16, del 23 novembre), 127-129.

 

Naldi 2008: Riccardo Naldi, Fabio Speranza, “Aby Warburg, Giordano Bruno and the Chapel of Andrea Carafa di Santa Severina in San Domenico Maggiore”, Cassirer Studies, I, 2008, 173-185.

 

Naldi 2002: Riccardo Naldi, Andrea Ferrucci. Marmi gentili tra la Toscana e Napoli, Napoli 2002.

 

Gaetano Parente, Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa, 2 voll., Napoli 1857-1858.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione08/08/2012 17:00:22
Data ultima revisione05/11/2016 17:36:32
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/18
OggettoAversa, Annunziata, Rilievo di Sant'Antonio
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia
Autore
Descrizione

Il rilievo si trova murato nella prima cappella a destra della chiesa dell'Annunziata di Aversa, in una cornice moderna, che non è quella originaria (non se ne conosce la prima collocazione). Raffigura sant'Antonio di Padova, come è chiaro dall'iconografia e come recita l'iscrizione ai lati. L'iscrizione in basso, sul saio del santo, cita un possibile committente. Ad ogni buon conto le due iscrizioni sembrerebbero tardoseicentesche o settecentesche, e posteriori rispetto allo stile del rilievo.

Immagine
CommittenteGiovann'Antonio
Famiglie e persone
Iscrizioni

In alto: "S. ANTONIO D. PADUA".

In basso, sul saio: "b IOE ANT.O DEL HOMO DARMA".

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione20/08/2013 19:26:49
Data ultima revisione13/07/2016 13:42:22
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/337
OggettoAversa, Annunziata, Tomba di Luigi Zurlo
Materialemarmo
Dimensioni400 cm x 172 cm x 40 cm
Cronologia1546
AutoreAndrea Cicca
Descrizione

La tomba di Luigi Zurlo si trova nella controfacciata della chiesa dell'Annunziata di Aversa.

Amirante (2001) ha ricostruito precisamente la vicenda storica del monumento: Luigi (defunto l'8 aprile 1546) aveva lasciato molti dei suoi beni gli Incurabili di Napoli e all'Annunziata di Aversa. Il sepolcro era stato  subito commissionato dai governatori aversani all'altrimenti sconosciuto scultore attivo a Napoli, Andrea Cicca, probabilmente vicino a Giovanni da Nola.

Immagine
CommittenteGovernatori dell'Annunziata di Aversa
Famiglie e persone
Iscrizioni

"LOISIUS ZURLUS CLARO GENERE PARTHENOPEUS SUB DIVO K(A)ROLO QUINTO SEMPER AUGUSTO MILITUM AC VELITUM DIU NON INAUSPICATUS TRIBUNUS AC ANNONAE PRAEFECTUS POST DOMI FORISQUE ASPERRIMAM MILITIAM EXACTO ANNO SEXAGESIMO SECUNDO DEO MENTEM HUIC MAUSOLEO EXUVIAS QUAM RELIGIOSE REDDIDIT. QUARTUS IDUS APRILI MDXXXXVI".

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 233-235, scheda n. 18.

 

Weise 1977: Georg Weise, Studi sulla scultura napoletana del primo Cinquecento, Napoli 1977.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/12/2012 19:05:20
Data ultima revisione03/09/2016 16:55:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/125
OggettoAversa, Cattedrale, Altare Lucarelli
Materialemarmo
Dimensioni450 cm x 300 cm
Cronologia1553
AutoreBottega Caccavello-d'Auria
Descrizione

L'altare cinquecentesco si trova nel transetto sinistro della Cattedrale di Aversa. Nel rilievo centrale, inquadrato in una maestosa cornice di coppie di semicolonne ioniche, è rappresentata l'Annunciazione in un ambiente dall'ardua veduta prospettica; nella lunetta il Padre Eterno con Crocifisso, accompagnato da putti laterali, e al di sopra l'iscrizione. Ai lati dell'altare, su basi con stemmi e in bizzarri ambienti timpanati, gli altorilievi di San Pietro e San Paolo.

A prima vista è chiaro che sia il frutto di un riassemblaggio più recente. L'iscrizione ci informa che fu innalzato nel 1553 da Santillo Lucarelli in ottemperanza al lascito testamentario del padre Iacopo. La cappella risulta "noviter erepta" nella visita pastorale di Balduino de Balduinis del 1559 (Archivio Diocesano di Aversa, c. 29r) e nella visita del vescovo Ursino del 1597 (Archivio Diocesano di Aversa, c. 103r) non vengono ricordati i santi laterali (entrambe le notizie in Amirante 2001, 240). Amirante ipotizza che i Santi Pietro e Paolo provengano da un altare dedicato alla Madonna di Loreto che era stato approntato negli stessi anni.

L'altare è stato ricondotto alla bottega di Annibale Caccavello e Giovan Domenico d'Auria, e anche se i rilievi laterali non sono pertinenti al progetto originario, pur pertinente è il loro stile alla medesima bottega. Si tratta senza dubbio di una delle opere più ambiziose del sodalizio tra questi due scultori, che raggiunge inaspettate vette qualitative. Non è da escludere però che un terzo artista vi abbia messo mano, visti i frequenti passaggi dallo loro bottega.

Immagine
CommittenteSantillo Lucarelli in memoria di Iacopo Lucarelli
Famiglie e persone

Dalle platee dell'Annunziata sappiamo che Santillo fu governatore negli anni 1557 e 1562, e borsiero nel 1568 (Amirante 2001, 240, nota 52). 

Iscrizioni

"OPT. MAX. NUMINI SANTISS. SPIRITUS. DEI / EX TESTAMENTO IACOBI LUCHARELLI VIRI INTEGERRIMI / SANTILLUS FILIUS LIBENS LUBENSQ. DIC. MDLIII".

Stemmi o emblemi araldici

Sulle basi di San Pietro e San Paolo stemmi Lucarelli?

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 239-244, scheda n. 20.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/12/2012 18:51:00
Data ultima revisione13/07/2016 12:36:26
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/123
OggettoAversa, Cattedrale, Cattedra marmorea
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1493 (riallestito nel XVIII secolo)
Autore
Descrizione

La cattedra vescovile del Duomo di Aversa si trova oggi addossata al primo pilastro alla sinistra dell'abside. E' formata da un nucleo marmoreo databile, secondo Parente (1845, 24), al 1493, di cui fanno parte il banco marmoreo, la spalliera con la nicchia a valva di conchiglia decorata con due cherubini e i braccioli a forma di delfino; questo trono rinascimentale sarebbe stato eseguito su commissione del vescovo Giovan Paolo Vassallo. Il complesso è incorniciato con volute laterali e una trabeazione chiaramente settecentesche (secondo Parente, aggiunte dal vescovo Innico Caracciolo). La cattedra è coronata da una statuetta di San Paolo (cui è dedicata la Cattedrale), anch'essa rinascimentale. 

Immagine
Committentevescovo Giovan Paolo Vassallo
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Parente 1845: Gaetano Parente, Cenno storico sulla cattedrale di Aversa, Napoli 1845

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione21/08/2013 10:48:38
Data ultima revisione13/07/2016 12:38:59
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/338
OggettoAversa, Cattedrale, Lastra terragna di Paolo Merenda
Materialemarmo
Dimensioni185 cm x 135 cm
Cronologiapost 1544
Autore
Descrizione

Si tratta di una pregevole lastra terragna che si trova nel deambulatorio della Cattedrale di Aversa, probabilmente in quella che doveva essere la cappella dei Merenda, come desume Amirante (2001), che per prima ha riflettuto sull'opera inserendola nella sua tesi di dottorato.

L'iscrizione ci informa che Antonio Merenda volle commissionarla in memoria del fratello Antonio. Stilisticamente, è stata messa in relazione con l'opera di Giovanni da Nola, ma non mi sembra che la lastra denunci forti debiti in tal senso; pare invece, ma solo in via ipotetica, più vicina al fare dei Quaranta, e all'altezza di quegli anni, forse del misterioso Matteo. 

Immagine
CommittenteAntonio Merenda
Famiglie e persone
Iscrizioni

"PAULO MERENDA CANTORI QUINQ. SUB INTE ANTISTITUM XXX AVERSAE SUMMA OMNIUM LAUDE VICARIO SPECTATO VIRTUTIS EXEMPLARI AC AN. LXXX AD SUPERO REVERSO MDXLIIII JANUARII. ANTONIU(S) FRATER AMATISS(IMUS) HOC POS(UIT)".

Stemmi o emblemi araldici

Originariamente ai lati dell'iscrizione c'erano stemmi Merenda, oggi consunti.

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 236-238, scheda n. 19.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione09/02/2013 18:13:29
Data ultima revisione13/07/2016 13:31:51
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/168
OggettoAversa, Cattedrale, Monumento funebre di Balduino de Balduinis
Materialemarmo bianco e marmi policromi
Dimensioni500 cm x 316 cm 252 cm
Cronologia1581
Autore
Descrizione

Il monumento si trova nel deambulatorio della Cattedrale di Aversa. Abbastanza strambo di fattura, presenta il vescovo gisant sul sarcofago in una struttura a colonne tuscaniche in marmi colorati che sorreggono un frontone. Nel timpano trovano posto dei rilievi marmorei: un tondo della Madonna col Bambino e una coppia di angeli. L'iscrizione al di sopra del sarcofago, con una cornice in marmi policromi, parrebbe aggiunta in un secondo momento.

L'iscrizione sotto il sarcofago ci informa che fu commissionato in vita dal pisano Balduino de Balduinisvescovo di Aversa, nel 1581. L'altra lunga iscrizione in alto ricorda le tribolate vicende dell'episcopato del Balduinis. Già vescovo di Mariana, in Corsica, fu vescovo d'Aversa dal 1554 fino alla morte nel 1582 (un anno dopo la data della commissione del sepolcro). Protetto di Paolo IV Carafa, fu costretto a ritirarsi a Roma negli anni sessanta per uno scandalo legato ai benefici in terra aversana concessi al nipote Orazio. Nel 1571, nell'epoca del perdono ai Carafa e ai suoi sodali, sotto Pio V, poté fare ritorno ad Aversa (cfr. Amirante 2001; Orabona 2003, 36-37). Fu oggetto di un sonetto di scherno del poeta Paolo Pacello.

Stilisticamente è stato messo in relazione da Amirante (2001) con la maniera di Tenerello e dei suoi collaboratori.

Immagine
CommittenteBalduino de Balduinis
Famiglie e persone

Orazio de Balduinis

Iscrizioni

"D.O.M. / BALDUINUS BALDUINIS PISANUS, EPISCOPUS / AVERSANUS, MONUMENTUM / HOC QUOD CAETERIS / MORTALIBUS HUMANAE VICIS / MONIMENTO FORET / VIVENS IPSE SIBI / POSUIT / MDLXXXI".

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi de Balduinis sul sarcofago

Note

Sonetto di Paolo Pacello:

"Fu il vescovo d'Aversa qui sepolto:

Dico fu ch'hor so ben che non vi sia;

Ch'ognun ha visto, quando il Diavolo via

Sul fil del Mezzogiorno se l'ha tolto

Ghiezzi e Simon in mezzo l'hanno accolto

come si seppe qui per buona spia,

Giuda gli fe' del luogo cortesia,

Poi disse al Diavolo: ve' se tu sei stolto

Quand'io dicea, e verrà un assassino

Al doppio assai più di me traditore,

tu nol credevi; hor ecco Balduino!

Io vene', sai, et fu sol un errore

Trecento scudi; et ei per un quattrino

Mille volte ha venduto il suo Signore".

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 245-247, scheda n. 22.

 

Orabona 2003: Luciano Orabona, Religiosità meridionale del Cinque e Seicento. Vescovi e società in Aversa tra Riforma cattolica e Controriforma. Documenti inediti, Napoli 2003.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/02/2013 12:29:15
Data ultima revisione03/09/2016 16:57:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/170
OggettoAversa, Cattedrale, Pala di San Donato
Materialeolio su tavola
Dimensioni
Cronologia1532
AutoreBernardo Pizzuto
Descrizione

La pala fu commissionata probabilmente per l'altare di San Donato nell'Annunziata di Aversa. Dopo essere transitata dal Museo del Territorio nella Reggia di Caserta (cfr. Zezza 1999), è oggi esposta nel deambulatorio musealizzato della Cattedrale di Aversa.

San Donato appare in trono accompagnato da angeli. Molto interessante la base dello scanno marmoreo con rilievi dipinti che ricordano grottesche romane di gusto raffaellesco. L'autore della tavola è il misconosciuto Bernardo Pizzuto, come dimostrato per via documentaria da Zezza (1999, 78-79), e i committenti sarebbero Antonio "de Siia" - forse De Sio? - e Battista Corvino.

Immagine
CommittenteAntonio de Siia e Battista Corvino (suo genero)
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

"[1532] A mastro Bernardo Piczuto pittore di Napoli ducati 36 per avere pittato la cona di San Donato per legato d'Antonio de Siia e Battista Corvino suo genero"; Aversa, Biblioteca Comunale Gaetano Parente, Archivio della SS. Annunziata, platea 22, c. 147r; in Zezza 1999, 86.

Bibliografia

Zezza 1999: Andrea Zezza, "Ferrante Maglione e Marco Pino: una rilettura dei documenti per l'altar maggiore dell'Annunziata di Aversa", Bollettino d'arte, s. VI, 84, 1999, 108, 77-88.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione09/02/2013 17:41:08
Data ultima revisione05/11/2016 18:05:11
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/167
OggettoAversa, Cattedrale, Rilievo con San Giovanni Evangelista
Collocazione originaria
Materialemarmo
Dimensioni52 cm x 39 cm
Cronologiaprima metà del XVI secolo
Autore
Descrizione

Non si hanno notizie su questo piccolo e malconcio rilievo, raffigurante San Giovanni Evangelista, oggi custodito nel deambulatorio della Cattedrale di Aversa. Si tratta di una formella per una predella o simili (il cartellino del museo suggerisce la provenienza dall'altare di San Paolo, ma non specifica di quale chiesa). Lo stile fa pensare ad uno scultore senza dubbio della prima metà del XVI secolo, e, nonostante le piccole dimensioni e le condizioni di conservazione, si nota ancora un afflato di buona qualità, nel panneggio madido e schiacciato, che ricorda soluzioni ispirate agli scultori spagnoli attini a Napoli nel primo quarto del secolo. Francesca Amirante (2001, 253) lo ha attribuito alla bottega di Giovanni da Nola.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 253.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione12/02/2013 12:06:56
Data ultima revisione13/07/2016 13:38:50
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/174
OggettoAversa, Cattedrale, Rilievo di San Paolo
Materialemarmo
Dimensioni89 cm
Cronologiametà XVI secolo
Autore
Descrizione

Questa mezza figura di San Paolo si trova esposta nel deambulatorio della Cattedrale di Aversa, ma proviene dalla chiesa di San Domenico, dove originariamente si trovava esposto in coppia con un San Pietro (oggi trafugato) in due cornici ovate di marmi policromi, sopra due acquasantiere.

E' un'opera abbastanza pregevole, in particolar modo nella leggerezza del panneggio. Amirante (2001) lo ha messo in cauta relazione con l'attività di Antonino de Marco. Sembrerebbe più vicino al giovane Annibale Caccavello.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 254-255.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione11/02/2013 13:07:49
Data ultima revisione13/07/2016 13:39:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/171
OggettoAversa, Sant'Antonio, Affresco della Madonna in trono tra i santi Giacomo e Ludovico di Tolosa
Materialeaffresco
Dimensioni
Cronologiainizi XVI secolo
Autore
Descrizione

L'affresco si trova in una nicchia della chiesa di Sant'Antonio ad Aversa.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione20/08/2013 18:49:53
Data ultima revisione13/07/2016 12:22:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/335
OggettoAversa, Sant'Antonio, Madonna col Bambino e i santi Andrea e Pietro
Materialeolio su tavola
Dimensioni
Cronologiaseconda metà del XVI secolo
Autore
Descrizione

La tavola si trova nella chiesa di Sant'Antonio ad Aversa, ma proviene dall'altare maggiore della distrutta chiesa di Sant'Andrea. Raffigura infatti la Madonna col Bambino assisa sulle nuvole, con i santi fratelli Andrea e Pietro, e sullo sfondo la loro chiamata da parte di Cristo. In basso a destra si nota la figura del committente orante.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione20/08/2013 19:10:03
Data ultima revisione13/07/2016 13:33:06
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/336
OggettoAversa, Santo Spirito, Ciborio
Collocazione originaria
Materialemarmo
Dimensioni90 cm x 55 cm
Cronologiaprimo quarto del '500
Autore
Descrizione

Il piccolo tabernacolo si trova nella sacrestia della chiesa di Santo Spitito di Aversa.

Opera minuta, ma di alta qualità esecutiva, questo ciborio aversano non ha una storia sicura. La prima notizia pare risalire solo a Parente (1857-1858, II, 501), come ritrovato da Francesca Amirante (2001), l’unica studiosa ad aver analizzato il pezzo, dopo una segnalazione di Weise (1977, 237-239).

Parente identificava gli stemmi come quelli della famiglia Fulgure e attribuiva il ciborio a Giovanni da Nola. Effettivamente la chiesa era commenda di Santo Spirito in Sassia a Roma (cfr. De Angelis 1958, 133) e retta dal suo priore, e intorno al 1565 questa carica era rivestita da “Fabius de Furca, alias Fulgore, clericus Aversanus” (Parente 1857-1858, II, 501; Amirante 2001).

Secondo la Amirante (che vede giustamente forti affinità con i modi di Andrea Sansovino) il ciborio sarebbe da avvicinare allo stile di Andrea Ferrucci, e forse alla società con Romolo Balsimelli (figura d’artista davvero umbratile, poi smontata da Caglioti [2004], in favore di Cesare Quaranta). La Amirante  intravvede una soluzione plausibile per la committenza, ipotizzando che il ciborio sia stato solo risistemato dal priore Fabio De Fulgore, con l’aggiunta delle paraste e dunque degli stemmi. Tale possibilità va senza dubbio indagata, poiché in tal caso si potrebbe pensare che l’opera sia stata prodotta a Roma nel primo quarto del ’500 e successivamente portata ad Aversa dal priore De Fulgore, e precisamente negli anni ’60 del secolo, ed adattata con i suoi stemmi.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

Parente 1857-1858, II, 501: “Questa chiesa [di Santo Spirito], di cui s’ignora la fondazione, era un’antica commenda de’ cavalieri di Santo Spirito in Sassia […]. È ormai noto che il rinomato ospedale di Roma (detto di Santo Spirito in Sassia) fu da papa Innocentio III assai protetto fin dal ’200, e poscia crebbero tali commende; una fu questa di Aversa, di cui trovasi menzione nell’archivio vescovile fin dal 1565. Esisteva dunque in quest’epoca, colla denominazione di Rettoria o Priorato, ecclesiae s. Spiritus erectae extra (allora) muros civitatis Aversae. Era investito di quel priorato un Fabius de Furca, alias de Fulgore clericus Aversanus, il quale leggesi che fu spodestato da Berardino Cirillo, allora priore e maestro generale dell’ordine”; ibidem, p. 503: “In sagrestia [si vede] un ciborio di marmo del ’500, con le armi di casa Fulgori e gli stromenti della passione di Gesù Cristo. Probabilmente del Merliano da Nola”.

Bibliografia

Amirante 2001: Francesca Amirante, La scultura del ’500 in Terra di Lavoro, tesi di dottorato, Seconda Università degli Studi di Napoli, XIV ciclo, 2001, relatrice Alessandra Perriccioli Saggese, 248-252, scheda n. 22.

 

Caglioti 2004: Francesco Caglioti, “Due Virtù marmoree del primo Cinquecento napoletano emigrate a Lawrence, Kansas. I Carafa di Santa Severina e lo scultore Cesare Quaranta per San Domenico Maggiore”, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XLVIII, 2004, 333-358.

 

De Angelis 1958: Pietro De Angelis, L’ospedale di Santo Spirito in Saxia e le sue filiali nel mondo. L’assistenza medica e sociale dal secolo XII al secolo XIX in Europa, Asia, Africa, America, Roma 1958.

 

Parente 1857-1858: Gaetano Parente, Origini e vicende ecclesiastiche della città di Aversa, 2 voll., Napoli 1857-1858.

 

Weise 1977: Georg Weise, Studî sulla scultura napoletana del Cinquecento, Napoli 1977.

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione08/08/2012 16:55:11
Data ultima revisione13/07/2016 12:39:47
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/17
OggettoAversa, capitello
Luogo di provenienzaAtella
Collocazione attuale

Reimpiegato in un angolo del primo dado del campanile del duomo di Aversa.

Prima attestazione
MaterialeCalcare locale
DimensioniNon rilevabili.
Stato di conservazione

Visibile solo una faccia.

CronologiaI secolo a. C.
Descrizione

Capitello di tipo ionico (a quattro facce) - decorato alla base da un collarino ad astragali e perline -reimpiegato su una colonna in marmo caristio. L'echino presenta tre ovoli tondeggianti alternati a lancette. Il nastro della voluta, a spirale e piuttosto aggettante, termina sull'echino con una semipalmetta di tipo naturalistico. 

Il soggetto di dimensioni monumentali rimanda ad una porticus pubblica della fine dell'età repubblicana/del principio dell'età imperiale. Materiali simili, noti in altri centri campani (Nola, Capua) si trovano solitamente impiegati in edifici forensi.

La tradizione erudita e l'analisi epigrafica suggerisce la provenienza della maggior parte dei materiali di spoglio di Aversa dal centro osco-romano di Atella (sugli scavi dell'antico centro si veda Bencivenga Trillmich 1984). E' possibile ipotizzare il recupero del capitello da un edificio  pubblico di Atella in seguito alla costruzione del campanile d'epoca normanna.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Inedito.

Bencivenga Trillmich 1984: C. Bencivenga Trillmich, "Risultati delle più recenti indagini archeologiche nell’area dell’antica Atella", Rendiconti della Accademia di archeologia, lettere e belle arti di Napoli, 59,1984, 3-26.

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SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione02/12/2012 20:48:46
Data ultima revisione05/11/2016 17:56:41
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/75
OggettoAversa, capitelli corinzi
Luogo di provenienzaAtella
Collocazione attuale

Reimpiegato in un angolo del primo dado del campanile del duomo di Aversa.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco (proconnesio?)
DimensioniNon rilevabili
Stato di conservazioneVisibile solo alcuni lati del kalathos.
Cronologia
Descrizione

A. Capitello di tipo corinzio asiatico (III secolo d. C.) - Lato sinistro.

B. Capitello di tipo corinzio asiatico (età adrianea) - Posizione centrale.

C. A. Capitello di tipo corinzio asiatico (III secolo d. C.) - Lato destro.

Un gruppo di tre capitelli è posizionato al di sopra di tre fusti di colonna in granito bianco e nero (ai due lati)  e in marmo bianco (al centro).

A. C. I due esemplari, di tradizione microasiatica, sono caratterizzati dall'uso di una foglia di acanto di tipo spinoso. L'analogia nell'esecuzione dell'apparato vegetale rimanda ad una comune provenienza da un edificio atellano o cpauano di tradizione tardoantica. Materiali del genere potevano decorare la porticus di un monumento pubblico o il peristilio di una villa.

B. L'esemplare, fine e elegante nella resa dell'apparato vegetale, rimanda ad una produzione della media età imperiale. Esemplari del genere sono noti comunemente a Capua (in particolare nelle fasi di restauro d'epoca adrianea dei principali edifici pubblici - teatro e anfiteatro).

Dal punto di vista estetico, si segnala il riuso dei tre capitelli posti in posizione angolare nel campanile del duomo normanno, al di sopra di basi di colonna attiche rilavorate appositamente.

Si segnala l'uso insolito del gruppo in luogo di una sola colonna con capitello angolare (si vedano i casi dei campanili di Capua, Salerno, Amalfi, Nola).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Materiali inediti.

Allegati
Link esterni
SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione02/12/2012 20:53:37
Data ultima revisione08/03/2013 20:29:13
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/76
OggettoAversa, capitelli corinzi
Luogo di provenienzaAtella
Collocazione attuale

Il gruppo di colonne occupa uno degli angoli del campanile del duomo di Aversa.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
DimensioniNon rilevabili
Stato di conservazione

Visibili alcune parti del kalathos.

Cronologia
Descrizione

A. Capitello di tipo corinzio asiatico. Una doppia di foglie di acanto spinoso avvolgono il kalathos di medie dimensioni. La tipologia rimanda ad una coppia di capitelli simili reimpiegati sull'angolo opposto del campanile. Si può ipotizzare il recupero da uno stesso monumento tardoantico.

B. Capitello di tipo corinzio occidentale. Una doppia fila di foglie di acanto avvolgono il kalathos del capitello di medie dimensioni. Le elici spiraliformi sono leggeremente ridotte; i cauli sono caratterizzati da una coroncina di sepali. Il fiore d'abaco è formato al centro da una serpentina spiraliforme. La tipologia dell'apparato vegetale e lo stile rimandano ad una produzione d'età flavia.

I capitelli di tipologie diverse e derivati da edifici cronologicamente differenti furono reimpiegati su una coppia di colonne in granito bianco e nero (simili per forma e dimensioni) provenienti da uno stesso contesto antico. 

Il riuso risale all'età normanna.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Materiali inediti.

Allegati
Link esterni
SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione02/12/2012 20:59:14
Data ultima revisione05/11/2016 17:52:42
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/77
OggettoAversa, colonna
Luogo di provenienzaAtella
Collocazione attuale

La colonna, con fusto in marmo caristio, è reimpiegata in un angolo del campanile del duomo.

Prima attestazione
MaterialeMarmo caristio
Dimensioni
Stato di conservazione

Visibile parte della colonna inglobata nel paramento murario.

CronologiaEtà imperiale
Descrizione

Fusto di colonna in marmo reimpiegato al di sotto di un capitello d'epoca medievale (probabilmente frutto di una rilavorazione di un elemento marmoreo antico).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Inedito.

Allegati
Link esterni
SchedatoreAngela Palmentieri
Data di compilazione02/12/2012 21:03:47
Data ultima revisione05/11/2016 17:54:02
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/78
DenominazioneAversa, Archivio dell'Universitas
Scheda Città
Sede storica
Tipologia
Soggetti produttori

Universitas di Aversa

Storia dell'archivio
Consistenza dell'Archivio

Il fondo archivistico contiene la documentazione superstite più antica relativa all’amministrazione della città di Aversa, a partire dal 1509. Le unità archivistiche sono costituite, in prevalenza, dai volumi manoscritti redatti dai 'cassieri' della città, quindi libri d’introito e di esito, di mandati e ricevute, anche se non manca documentazione diversa da quella di natura finanziaria, come il catasto onciario del 1648 e i libri d’amministrazione degli Eletti della città.

Tutti i volumi manoscritti, che sono 78, sono stati restaurati, quindi si presentano in buono stato di conservazione.

 

Il fondo è attualmente conservato presso l'Archivio storico del comune, Biblioteca Comunale "G. Parente" Palazzo Gaudioso, piazza S. Nicola, 81031 – Aversa (Ce)

Fondi archivistici
Strumenti di corredo
Raccolte e miscellanee
Note
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreSalvatore Marino
Data di creazione10/12/2012 19:12:02
Data ultima revisione05/04/2017 16:31:06
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Scheda Archivio/5