Oggetto | Mercato San Severino, castello | |
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Tipologia | castello | |
Nome attuale | Parco naturalistico archeologico regionale del Castello dei Sanseverino | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1098: prima menzione del castello in un documento 1161 notizia di un assedio al castello da parte del re Guglielmo per una congiura ordita da Ruggero d'Aquila, conte di Avellino, marito di Marotta Sanseverino; castello acquisito al demanio 1166 alla morte del re, Guglielmo Sanseverino rientrò nel regno e riottenne il castello 1222-1229 il castello e i beni dei Sanseverino vengono acquisiti alla regia curia per volontà di Federico II 1350 la fortificazione fu presa da Ludovico d'Ungheria e consegnato ad un suo governatore 1397 assedio 1418 assedio 1437 saccheggio 1485-1486 assedio delle truppe aragonesi dopo la congiura capeggiata da Antonello Sanseverino 1496-1497 nuova congiura di Antonello e presa del castello, affidato al demanio e conseguente abbandono della fortificazione | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il complesso fortificato sorse nel corso del secolo XI in concomitanza con l'insediamento della famiglia del normanno Troisio che prenderà il nome dalla chiesa di San Severino sorta nella località altomedievale di Rota, nei pressi di Mercato (entrambi i toponimi segnalano la presenza di un luogo di passaggio), nel quale edificio Troisio depositerà una reliquia del santo legando il martire ai destini della sua famiglia e del territorio. Infatti, il castello sorse in un punto altamente strategico, a controllo dei percorsi della Campania interna a ridosso alla pianura capuano-vesuviana, lungo le direttrici che si diramavano verso Salerno e Avellino-Benevento, in un fulcro dei commerci con la parte meridionale della penisola e in direzione orientale, verso la Lucania e la Puglia. La sua posizione di controllo sembra anticipare il ruolo della famiglia feudale dei Sanseverino che, con i suoi molteplici rami, arriverà a controllare un'ampia fetta del Regno di Napoli, tra Campania, Lucania e Calabria. Il castello ha una triplice cinta muraria, da quella più alta e ristretta, che conserva tracce della piazza d'armi, della residenza e di una chiesa con cripta e conserva ampi tratti della primitiva cinta, cuore della fortificazione e primo insediamento difeso da mura, con un'area abitata testimoniata dai resti di una seconda chiesa, probabilmente quella plebana (S. Nicola de Castro) a servizio dell'abitato posto nella parte più bassa. Tutto questo complesso si è sviluppato nei secoli, come testimoniano tracce di interventi dell'età angioino-aragonese, come la cisterna, le merlature e le pareti della cappella palatina (S. Maria a Castello), con volte a crociera archiacuta in muratura e tracce di affreschi trecenteschi, ormai quasi del tutto perduti ma ancora visibili agli inizi del secolo scorso. Nella seconda cinta, difesa da torri a pianta circolare di età normanna, sono state individuate negli scavi numerose abitazioni e i resti di un edificio ecclesiastico forse identificabile con la chiesa di San Severino in Monte, a navata unica e con la parete presbiteriale con tre absidi contenute nello spessore murario e racchiuse nel perimetro di una delle torri della cinta. La terza cinta muraria, la più recente e posta in prossimità dell'abitato di Mercato, che guarda e custodisce, presenta un impianto a sperone con una grande torre al vertice e la cinta muraria con base leggerente scarpata. La torre a rondella, dalla forma tronco-piramidale, presenta un coronamento con beccatelli in tufo grigio e si articola su tre livelli con aperture e feritoie adatte per le nuove tecniche militari a significare una sua edificazione nel periodo angioino con ammodernamenti successivi. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Nel corso degli scavi, sono stati rinvenuti numerosi frammenti di ceramica medievale e resti della decorazione architettonica degli edifici, tra cui fusti di colonnine e capitelli in marmo. | |
Storia e trasformazioni | Il castello, noto dal secolo XI, fu il centro del potere della famiglia comitale dei Sanseverino per tuttà l'età normanna. Il maniero fu oggetto di contesa in occasione dei dissidi tra la famiglia e il potere centrale e più volte, tra XII e XIII, il castello fu requisito per essere poi riconsegnato ai Sanseverino. Allo stesso modo, nel 1350 la fortificazione fu presa da Ludovico d'Ungheria e consegnato ad un suo governatore, come subì diversi assedi nel 1397, nel 1418 e un saccheggio nel 1437. Infine, con Antonello le sue ripetute congiure contro la corona aragonese (1485-1486, 1496-1497) determinarono la requisizione del complesso militare e, nel 1556, dopo la fuga di Ferrante Sanseverino in Francia, il passaggio dell'intero feudo dello Stato di San Severino a Ferrante Gonzaga e l'abbandono definitivo del complesso, nei secoli caduto in rovina e spoliato e solo negli ultimi tempi oggetto di studi e di campagne di scavo e del tentativo di recupero da parte dell'amministrazione comunale con l'aquisizione, il restauro delle parti superstiti e l'istituzione del Parco naturalistico archeologico regionale del Castello dei Sanseverino. Nel perimetro del castello è nota la presenza di tre chiese: Santa Maria a Castello (interna al palazzo), la chiesa di San Nicola de Castro (al limite della cinta più alta) e San Severino in Monte, nella parte più bassa. Negli scavi 2002-2005 è stata ritrovata la pianta di questa chiesa di età normanna nei pressi delle torri della seconda cinta, con tre absidi e tracce di affreschi. Nella parte sommitale si conservano le tracce della chiesa di S. Maria a Castello, nella quale, secondo la tradizione, S. Tommaso d'Aquino, ospite della sorella Teodora, moglie di Ruggero Sanseverino, ebbe una visione nel 1274, e nella quale si conservava la reliquia della mano del santo, poi trasferita nel 1317 nella chiesa di San Domenico a Salerno, dove vennero sepolte due sue sorelle in un sarcofago antico di reimpiego. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Corolla 2008 = Angela Corolla, “La terra dei Sanseverino: i castelli e l’organizzazione militare, insediativa ed economica del territorio”, in Paolo Peduto (a cura di), Mercato San Severino nel Medioevo, il castello ed il suo territorio, Firenze 2008, 33-142
Corolla 2011: Angela Corolla, “Decastellamento a nord di Salerno: gli esempi di Mercato San Severino, Cava e Nocera”, in Paolo Peduto, Alfredo Maria Santoro (a cura di), Archeologia dei castelli nell’Europa angioina (secoli XIII-XV), atti del convegno (Salerno, 10-12 novembre 2008), Firenze 2011, 133-144
Corolla et alii 2003 = Angela Corolla, Rosa Fiorillo, Antonia Guarino, Antonella Iovane, Sandra Lo Pilato, Paolo Peduto, Tiziana Saccone, Alfredo Maria Santoro, “Prime indagini nel castello di Mercato S. Severino (SA)”, in Rosa Fiorillo, Paolo Peduto (a cura di), III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, atti del convegno (Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, Salerno, 2-5 ottobre 2003), Firenze 2003, 376-392
Corolla, Santoro 2004 = Angela Corolla, Alfredo Maria Santoro, “Dalla città di Rota al castello dei Sanseverino”, in J.C. Martin de La Cruz e A.M. Lucena Martin (a cura di), I Encuentro International Informática Aplicada alla Investigación y Gestión Archeológicas, atti del convegno (Cordoba, 5-7 mayo 2003), Cordova 2004, 137-149
Corolla, Santoro, Lo Pilato 2010 = Angela Corolla Alfredo Maria Santoro, Sandra Lo Pilato, “Indagini archeologiche nei castelli di Cava de’ Tirreni, Nocera e Mercato San Severino (SA): un primo bilancio”, in Stella Patitucci Uggeri (a cura di), Archeologia castellana nell’Italia centro-meridionale. Bilanci e aggiornamenti, Atti del IV Congresso di Archeologia Medievale (Roma, CNR, 27-28 novembre 2008), Palermo, 107-138
Iovane 2003 = Antonella Iovane, “Il gastaldato di Rota. Prime indagini”, in Aurelio Musi, Paolo Peduto, Luigi Rossi (a cura di), Mercato S. Severino e la sua storia. Dall’antica Rota alle trasformazioni moderne, Salerno 2003, 53-81
Peduto 2008 = Paolo Peduto (a cura di), Mercato San Severino nel Medioevo. Il castello ed il suo territorio, Firenze 2008
Portanova 1924: Gregorio Portanova, Il Castello di S. Severino nel secolo XIII e S. Tommaso d’Aquino, Cava de’ Tirreni 1924
Rescigno 2005: Giuseppe Rescigno, Guida al Castello di Mercato S. Severino, Fisciano 2005
Natella 1980 = Pasquale Natella, I Sanseverino di Marsico. Una terra, un Regno, Mercato S. Severino 1980
Natella 2003: Pasquale Natella, Per la storia del castello di Mercato S. Severino, in Aurelio Musi, Paolo Peduto, Luigi Rossi (a cura di), Mercato S. Severino e la sua storia. Dall’antica Rota alle trasformazioni moderne, Salerno 2003, 84-93
Natella 2008 = Pasquale Natella, I Sanseverino di Marsico. Una terra, un Regno. I. Il gastaldato di Rota (VIII-XI secolo), Salerno 2008
Natella, Peduto 1965: Pasquale Natella, Paolo Peduto, Il castello di Mercato San Severino, Napoli 1965
Saccone 2003 = Tiziana Saccone, “Il castello di Mercato S. Severino. Studio delle tipologie murarie in Aurelio Musi, Paolo Peduto, Luigi Rossi (a cura di), Mercato S. Severino e la sua storia. Dall’antica Rota alle trasformazioni moderne, Salerno 2003, 113-120
Santoro 2011: Alfredo Maria Santoro, “Produzione consumo di oggetti in metallo nel castello di Mercato San Severino (secc. XIII-XV)”, in Paolo Peduto, Alfredo Maria Santoro (a cura di), Archeologia dei castelli nell’Europa angioina (secoli XIII-XV), atti del convegno (Salerno, 10-12 novembre 2008), Firenze 2011, 31-40
Santoro 2016: Alfredo Maria Santoro, “Per il controllo e la difesa della città di Salerno nel Medioevo : l’insediamento fortificato del Monte Bastiglia”, Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, 128, 2016, 1
Santoro 1924: Raffaele Santoro, I ruderi di Rota ovvero il castello di San Severino, Napoli 1924 (Bari 1976)
Santoro 2003 = U. Santoro, “Castello di S. Severino. Metodologie e tecniche utilizzate per l’esecuzione di rilievi aerofotogrammetrici e fotogrammetrici numerici. Costituzione di atlante in orthofoto e fotopiani digitali”, in Aurelio Musi, Paolo Peduto, Luigi Rossi (a cura di), Mercato S. Severino e la sua storia. Dall’antica Rota alle trasformazioni moderne, Salerno 2003, 95-111 | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 21/10/2016 23:55:26 | |
Data ultima revisione | 27/11/2016 21:45:51 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/955 |
Oggetto | Mercato San Severino, San Giovanni in Palco | |
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Tipologia | Chiesa e complesso monastico (trasformati) | |
Nome attuale | San Giovanni in Parco | |
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Nomi antichi | Chiesa e convento domenicano di San Giovanni in Palco | |
Cronologia | 1444 Giovanni Sanseverino dispone nel testamento un lascito di 6000 ducati per la costruzione di un complesso monastico per i domenicani a Mercato San Severino e vuole che vi sia sepolto 1466 bolla papale per la costruzione del complesso ottenuta da Roberto Sanseverino 1468 il capitolo generale dei domenicani dichiara il convento priorato 1579 erezione della confraternita del Rosario nella chiesa di S. Giovanni in Palco e contratto per l'esecuzione di una pala d'altare per la Confraternita del Rosario ad opera del pittore Cornelis Smet (opera probabilmente non eseguita) 1585 commissione di una pala d'altare per la Confraternita del Rosario allo scultore Bartolomeo Clarino e al pittore Fabrizio Santafede (pagamento finale nel 1586) 1750 completamento dei radicali restauri alla chiesa 1809 alienazione del monastero in favore del comune 1857 affidamento della chiesa all'Arciconfraternita del Rosario 1941 rifacimento del pavimento 1943 danni dal bombardamento del 14 settembre 1965 erezione della chiesa a parrocchia | |
Autore | ||
Committente | Giovanni Sanseverino dispone un lascito testamentario per la fondazione del complesso domenicano Roberto Sanseverino (1428-1474) ottiene il breve papale per l'erezione del complesso monastico | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il complesso, con il grandioso monastero completamente trasformato nel secolo XVIII e sede comunale dal 1809, sorgeva fuori del centro cittadino, ai piedi della collina del castello, lungo l'asse che congiungeva la residenza cittadina dei Sanseverino con il maniero. La chiesa appare oggi nelle forme dovute alle trasformazioni di metà Settecento e presenta il prospetto con atrio con stemma, mentre sul lato destro sorge l'imponente mole del campanile, in pietre squadrate e monofore in tufo grigio nocerino con cornici marcapiani con toro, modanata e con mensole, frutto di una meditata esposizione per registri, esempio notevole della facies originaria quattro-cinquecentesca (per una pura coincidenza cronologica con la costruzione del palazzo napoletano della famiglia, si è fatto il nome di Novello di San Lucano); il campanile trova un gemello presso la chiesa sanseverinese di San Giacomo e notevoli analogie con la torre campanaria del convento francescano di Nocera Inferiore (datato 1507) e con altri monumenti analoghi della regione tra XV e XVI secolo. L'interno, completamente ammodernato, conserva l'impianto originario a navata unica con cappelle e coro presbiteriale a pianta quadrata, anch'esso di origine quattrocentesca (vi si conserva la lapide del 1466 in onore di Giovanni Sanseverino). Nella cappella dei Correale (Curiale di San Severino, ramo della famiglia vicina ai Sanseverino tra XV e XVI secolo, presenti a San Severino e in Cilento), intitolata a San Tommaso d'Aquino e già dell'Adorazione dei magi, troviamo una tomba composta da frammenti dei secc. XIV-XVI che custodirebbe i resti dei coniugi Lavinia Pignatellli e Berardino Correale. Del monastero si conserva l'impianto con il chiostro centrale, radicalmente trasformato tra i secc. XVIII e XIX, sebbene recentemente l'edificio sia stato attribuito al sec. XV per i caratteri albertiani che presenterebbe, senza tuttavia apportare elementi convincenti per la nuova ipotesi attributiva. | |
Iscrizioni | Nella parete sinistra del coro, lapide in ricordo di Giovanni Sanseverino (m. 1445) che dispose la fondazione con un lascito e chiese che vi venisse sepolto; l'epigrafe, incisa per la tomba del conte, ricorda il principe di Salerno Roberto (senza menzionarlo), figlio di Giovanni, le cui ceneri sono lì conservate, il quale donò il complesso monastico meritando una più grande ricompensa in cielo, con la gratitudine dei padri del convento sanseverinese: CUIUS CINERES PROPE CERNIS/ SALERNI PRINCEPS SANCTI SEVE/RINI COMES EX SANSEVERINA/ STIRPE PROGENITUS IOANNIS./ HIC EST QUI BEATO IOANNI/ PALATIUM HOC SACRAS AEDES/ DICAVIT CUM ANNEXA DOMINI/CANOR(UM) DOMO QUO IN EVUM/ VICTURUS CELESTE SIBI FELICIUS/ COMPARAVIT PALACIUM. PATRES/ CONVENTUS PIO AFFECTU GRA/TANTER HOC POSUERUNT/ AN(N)O D(OMI)NI MCCCCLXVI. | |
Stemmi o emblemi araldici | Prospetto: stemma della chiesa con insegne Sanseverino | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Lastra tombale del conte Giovanni Sanseverino (m. 1445) (1466) Lastra sepolcrale della famiglia Correale (1482) Tomba di Lavinia Pignatelli e di Berardino Correale (datata 1500 ma frutto di ricomposizione di frammenti da sepolcri di metà del sec. XIV; nella cappella vi è anche memoria dei diversi esponenti della famiglia Curiale: il giurisperito Corrado, Berardino, Vincenzo con la data 1412) Tomba del vescovo di Scala Giovanbattista Sirignano, domenicano originario di Mercato San Severino (1594) Dipinto con Madonna del Rosario (Fabrizio Santafede, 1585) | |
Storia e trasformazioni | La famiglia Sanseverino mostrò fin dal secolo XIII interesse e favore nei confronti dell'ordine domenicano, anche in ragione del matrimonio di una sorella di San Tommaso, Maria, con un esponente della famiglia, Guglielmo II (m. 1246). Infatti, i Sanseverino custodivano una reliquia del dottore, la mano destra, ottenuta dall'altra sorella Teodora nel 1288 (moglie di Ruggero II, m. 1284) che nel 1317 fu donato al monastero domenicano di Salerno, dove erano custodite in un sarcofago di reimpiego, le spoglie di Maria (m. 1279) e Teodora d'Aquino (m. 1317 circa), come ricorda un'epigrafe del 1642. Il complesso, voluto per lascito testamentario (1444) da parte di Giovanni Sanseverino principe di Salerno e conte di San Severino (m. 1445) che dispose anche la sua sepoltura nella costruenda chiesa, fu eretto con bolla di papa Paolo II nel 1466, con la quale si dava facoltà di dar principio alla fondazione per esaudire il desiderio di Roberto Sanseverino, figlio di Giovanni. Non è chiaro se sul luogo estesse o meno una precedente chiesa che, secondo le fonti, sarebbe stata fondata alla fine del sec. XIV dalla famiglia Sanseverino e intorno al 1412 affidata ai canonici lateranensi. L'attuale complesso è frutto di radicali trasformazioni operate tra XVIII e XIX secolo (con ulteriori restauri dopo i danni bellici del 1943), mentre dell'impianto originario si conserva solo il campanile. | |
Note | Nella chiesa è sepolto il padre domenicano Giovanbattista Sirignano (1531-1594), teologo di stanza a Roma, creato da Clemente VIII vescovo di Scala nel gennaio 1594 dove mori ad ottobre; sembra che il corpo, inumato a Scala, venisse trafugato dai nipoti per sotterrarlo nella cappella di famiglia della chiesa di S. Giovanni di Mercato. | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | ||
Link esterni | Caputo 1984: Ottavio Caputo, Mercato S. Severino. S. Giovanni in Palco nella storia e nell'arte, Salerno 1984
Morrica 1999: Giuliana Morrica, Il palazzo vanvitelliano a Mercato San Severino. Restauro e riuso, Napoli 1999
Natella 1980: Pasquale Natella, I Sanseverino di Marsico: una terra, un regno, Mercato San Severino 1980, 98-101 Pizzo 2012: Giuseppe Pizzo, Il palazzo albertiano del principe Sanseverino a Mercato, Napoli 2012 Portanova 1924: d. Gregorio Portanova, Il castello di S. Severino nel secolo XIII e S. Tommaso d'Aquino, Cava de' Tirreni 1924 (II edizione a cura di Massimo Del Regno, Mercato San Severino 1998)
Rescigno 1996: Giuseppe Rescigno, La famiglia meridionale. Trasmissione parentale, società, lavoro nell'età moderna. Il quartiere Mercato dello 'stato' di San Severino nel Seicento, Lancusi 1996, 229-231
Rescigno 2004: Giuseppe Rescigno, Chiese, palazzi e giardini. Itinerari ambientali e culturali a Mercato S. Severino, Mercato S. Severino 2004, 20-22, 129-140
Salierno, Piccolo 1998: Guglielmo Salierno, Vincenzo Piccolo, Il Convento di S. Antonio in Nocera Inferiore, Nocera Inferiore 1998, 61-69 | |
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 14/10/2016 16:42:13 | |
Data ultima revisione | 14/11/2016 13:07:21 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/948 |
Oggetto | Mercato San Severino, Sant'Antonio | |
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Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (esistenti) | |
Nome attuale | Sant'Antonio | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | San Francesco, Annunziata. | |
Cronologia | 1358: fondazione (bolla di papa Innocenzo VI). 1358: epigrafe sul monumento funebre di Tommaso Sanseverino 1368: costruzione del campanile. 1517: fusione di nuova campana (Cuomo Caputo 1976, p. 38, nota 100). XVIII secolo, prima metà: la chiesa è gravemente danneggiata da un'alluvione. 1760: data iscritta sul portale principale della facciata, corrispondente alla conclusione dei lavori di rifacimento della chiesa. | |
Autore | ||
Committente | La bolla di fondazione cita come supplicante Andrea da Sanseverino vescovo di Larino, insieme agli abitanti dell'universitas. Il fatto che la fondazione sia esattamente contemporanea alla realizzazione del monumento funebre di Tommaso Sanseverino, signore del feudo, porta ovviamente a concludere che siano stati appunto i Sanseverino a richiedere l'arrivo dei francescani in città e a patrocinare la fondazione del convento e della chiesa. | |
Famiglie e persone |
Scipione de Sanctis Filippo Arcamone | |
Descrizione | Il complesso si compone di convento e chiesa. Il convento si sviluppa intorno a un chiostro quadrangolare cinto su tre lati da archi ogivali poggianti su pilastri. La chiesa è a navata unica, con copertura piana in legno e cappelle ai lati; è conclusa da un presbiterio poligonale voltato. A sinistra del presbiterio si innalza il campanile. | |
Iscrizioni | Sul portale principale della chiesa: NON EST HIC ALIVD / NISI DOMVS DEI ET PORTA COELI / GEN. CAP. XVIII / A.D. MDCCLX. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Monumento funebre di Tommaso III Sanseverino (1358). Lastra funeraria di Filippo Arcamone (1560) collocata in origine nella cappella della famiglia dello Spirito Santo, utilizzata come sagrestia ai piedi del campanile. Lastra funeraria di Scipione de Sanctis (1580). Altare maggiore in marmi mischi (XVIII secolo). Pala dell'Immacolata di Giovanni Bernardo Lama (XVI sec.). Pala dell'Annunciazione di Vincenzo Conforti (1879). Tela al centro del soffitto firmata e datata da Michele Ricciardi (MICHAEL. AB / RICCIARDI / PINCEBAT / a.d. MAR 1731) | |
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Pianta della chiesa in Cuomo, Caputo 1976, tav. a fronte p. 97. | |
Fonti/Documenti | Bolla di fondazione del 1358: Papa Innocenzo VI, con bolla emanata in Avignone il 6 agosto 1358 su istanza di Andrea "episcopi Alarinensi ac dilectorum filiorum universorum nobilium et aliorum incolarum castri S. Severini Salernitanae dioecesis", concede ai francescani la fondazione di "unum locum cum ecclesia seu oratorio, campana, campanili, coemiterio, domibus et aliis necessariis officinis". (Eubel 1902, p. 147 n. 269; p. 315 n. 751). Testamento di Ruggero di Montoro, del 1368, per la costruzione del campanile (Mongelli 1956-1958, 3652). Niccolò Gasparino da Spinazzola, Cronaca della Provincia Riformata di Principato, ms. 1641-1642. Tetsamento di Filippo Arcamone (1570, letto alla morte nel 1572) | |
Bibliografia | Bologna 1955: Ferdinando Bologna, Opere d'arte nel Salernitano dal XII al XVII secolo, Napoli 1955.
Cuomo, Caputo 1976: Gabriele Cuomo, Ottavio Caputo, Mercato Sanseverino. La chiesa di S. Antonio dei Frati Minori nella Storia e nell'Arte, Mercato Sanseverino 1976.
Eubel 1902: Konrad Eubel, Bullarium Franciscanum, Romae 1902.
Izzo, Noia, Trotta 2008: Gaetano Izzo, Luigi Noia, Pasquale Trotta, La Terra di San Severino nel XVI secolo. Momenti di vita sociale ed economica. Archivio di Stato di Avellino. Protocolli notarili, Fisciano 2008
Mongelli 1956-1958: Giovanni Mongelli, Regesto delle pergamene. Abbazia di Montevergine, 6 voll., Roma 1956-1958.
Pergamo 1958-1959: Arcangelo Pergamo, "Il convento della Santissima Trinità di Baronissi", Rassegna storica Salernitana, XIX, 1958, 101-141; XX, 1959, 123-174.
Raspi Serra 1981: Joselita Raspi Serra, "L'architettura degli ordini mendicanti nel Principato Salernitano", Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, 93, 1981, 605-681. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 01/12/2012 12:30:24 | |
Data ultima revisione | 14/11/2016 13:08:56 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/144 |
Oggetto | Mercato San Severino, lastra di Scipione e Lucio de Sanctis | |
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Materiale | marmo | |
Dimensioni | 2 m x 1 m circa | |
Cronologia | 1580 | |
Autore | ||
Descrizione | La lastra funeraria si trova attualmente murata sulla parete destra del presbiterio della chiesa di Sant'Antonio a Mercato Sanseverino. Non se ne conosce l'originaria collocazione. Si tratta della lastra terragna in memoria di Scipione e Lucio de Sanctis, fratelli, che vivevano il primo a Mercato San Severino e fu esecutore testamentario di Filippo Arcamone sepolto sotto la lastra conservata nella stessa chiesa di Sant'Antonio, il secondo, signore di Castel San Giorgio, dimorante a Napoli. Un solo defunto è rappresentato disteso su armi e scudi. E' opera corsiva d'una bottega napoletana dell'ultimo quarto del '500.
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Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Scipio de Sanctis aeques Sanseverinas pluries / pedestrium copiar(um) duptor, vivens adhuc / et Lutius Sancti Georgi Terrae dominus ut / se dilexerunt in vita fratres post obitum / separari non passi fuerunt. A(nno) D(omi)ni MDLXXX | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cuomo, Caputo 1976: Gabriele Cuomo, Ottavio Caputo, Mercato S. Severino . La chiesa di S. Antonio dei frati minori nella storia e nell'arte, Mercato San Severino 1976, 68 Izzo, Noia, Trotta 2008: Gaetano Izzo, Luigi Noia, Pasquale Trotta, La Terra di San Severino nel XVI secolo. Momenti di vita sociale ed economica. Archivio di Stato di Avellino. Protocolli notarili, Fisciano 2008
Naldi 2013: Riccardo Naldi, “Annibale Caccavello. Lastre tombali e serialità della memoria tra scultura e poesia”, in Ricerche sull’arte a Napoli in età moderna. Saggi e documenti 2012-2013, Napoli 2013, 62-77 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 01/12/2012 13:18:35 | |
Data ultima revisione | 29/10/2016 15:20:56 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/91 |
Oggetto | Mercato San Severino, monumento funebre di Tommaso Sanseverino | |
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Materiale | ||
Dimensioni | ||
Cronologia | post 1358 (primi anni '60) | |
Autore | ||
Descrizione | Il monumento funebre di Tommaso Sanseverino si trova sul fianco destro del presbiterio delle chiesa francescana di Sant'Antonio a Mercato Sanseverino. Ci sono pervenute le parti figurate, ma nulla rimane dell'architettura e del supposto baldacchino. Il programma iconografico del monumento è eccezionalmente ambizioso (cfr. Bock 2001, 276-280, e scheda n. 13, p. 450). Quattro virtù cariatidi (Fede, Giustizia, Temperanza e Fortezza) sostengono il sarcofago, sulla cui fronte in sette nicchie trovano posto la Madonna col Bambino e sei santi, sul quale trova posto uno zoccolo con l'epitaffio dov'è disteso il gisant in abito francescano. Tommaso è rappresentato nuovamente in trono e nelle vesti di gran connestabile in quella che doveva essere la lunetta in alto. Tommaso Sanseverino morì, come indica l'iscrizione, nell'aprile del 1358, e nell'agosto dello stesso anno fu fondato il convento francescano (scheda di Adriano Caffaro, in Raspi Serra 1981, 629-631, n. 3), la cui chiesa doveva essere in fase conclusiva nel 1368, poiché in quella data si approntava il campanile. L'edificazione della tomba sarà da datare a braccetto con quella dell'edificio (Braca 2006), e non sarebbe peregrina l'idea di una fondazione ad hoc come mausoleo familiare dei Sanseverino. Più ambigua è la questione della committenza. Braca (2006, 149) individua giustamente la committente del mausoleo nella donna raffigurata inginocchiata sulla fronte del sarcofago, che viene presentata da sant'Agnese al cospetto della Vergine. Secondo Braca questa donna sarebbe Margherita Clignetta, seconda moglie di Tommaso. Normalmente è il santo eponimo che presenta un pio defunto alla Madonna in trono, e, benché non sia impossibile una discordanza, sarebbe più facile pensare che la donna committente si chiamasse Agnese. Non si conoscono persone di questo nome vicine al Sanseverino (la figlia risulta chiamarsi Luisa), e bisogna mettere in conto anche un possibile errore nella composizione dell'albero genealogico di Ammirato (1580, 10), che riporta anche l'epigrafe funeraria di Tommaso. Il monumento, già noto a Emile Bertaux (1902), è stato messo in relazione soprattutto con il gigantesco mausoleo di Roberto d'Angiò (anch'esso di committenza femminile) e con la tomba commissionata da Tommaso Sanseverino per suo padre Enrico nella Cattedrale di Teggiano.
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Committente | ||
Famiglie e persone | Tommaso III Sanseverino | |
Iscrizioni | + HIC IACET CORPUS MAGNIFICI VIRI DOMINI THOMASII DE SANTO SEVERINO COMITIS / MARSICI BARONIARUM SANTI SEVERINI CILENTI LAURIE ET CASTRI SANTI GEORGII / DOMINI ET MAGNI REGNI SICILIE COMESTABULI QUI OBIIT ANNO DOMINI MCCCLVIII XXVII / APRELIS XII INDICTIONIS CUIUS ANIMA REQUIESCAT IN PACE AMEN AMEN | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Ammirato 1580: Scipione Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, Firenze 1580 Bertaux 1902: Emile Bertaux, "Le Mausolée de l'Empereur Henry VII a Pise", in Mélanges Paul Fabre. Etudes d'Histoire du Moyen Age, Paris 1902, 365-379 Bock 2001: Nicolas Bock, Kunst am Hofe der Anjou-Durazzo. Der Bildhauer Antonio Baboccio (1351 – ca. 1423), München/Berlin 2001 Braca 2006: Antonio Braca, "Il monumento funebre di Tommaso III Sanseverino (1358). Alcuni problemi della scultura gotica napoletana del Trecento", in Massimo Del Regno (a cura di), Studi in onore di p. Gabriele Cuomo o.f.m., Mercato S. Severino 2005, 167-195 (anche in Ottant'anni di un maestro: omaggio a Ferdinando Bologna, Napoli 2006)
Cuomo, Caputo 1976: Gabriele Cuomo, Ottavio Caputo, Mercato S. Severino . La chiesa di S. Antonio dei frati minori nella storia e nell'arte, Mercato San Severino 1976, 67-68
Raspi Serra 1981: Joselita Raspi Serra, "L'architettura degli ordini mendicanti nel principato salernitano", in Mélanges dell'Ecole française de Rome, XCIII, 1981, n. 2, 605-681 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 01/12/2012 13:13:37 | |
Data ultima revisione | 28/10/2016 12:50:15 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/90 |
Oggetto | Mercato San Severino, Pala dell'Immacolata | |
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Materiale | olio su tavola | |
Dimensioni | 3 m x 1,90 m circa | |
Cronologia | terzo quarto del XVI secolo | |
Autore | Giovan Bernardo Lama | |
Descrizione | La tavola dell'Immacolata si trova sull'altare della cappella omonima, che si apre sul lato sinistro della navata unica della chiesa di Sant'Antonio a Mercato San Severino. E' attribuita al pittore napoletano del pieno Cinquecento Giovan Bernardo Lama (Bologna 1955, p. 52; Cuomo, Caputo 1976, 62; Zezza 1991, 18). | |
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Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Bologna 1955: Ferdinando Bologna, Opere d'arte nel Salernitano dal XII al XVIII secolo, Napoli 1955 Cuomo, Caputo 1976: Gabriele Cuomo, Ottavio Caputo, Mercato S. Severino . La chiesa di S. Antonio dei frati minori nella storia e nell'arte, Mercato San Severino 1976 Zezza 1991: Andrea Zezza, "Giovan Bernardo Lama: ipotesi per un percorso", Bollettino d'arte, serie sesta, LXXVI, 1991, n. 70, 1-30 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo | |
Data di compilazione | 08/02/2013 18:36:37 | |
Data ultima revisione | 29/10/2016 15:48:03 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/166 |
Oggetto | Mercato San Severino, tomba di Filippo Arcamone | |
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Materiale | marmo | |
Dimensioni | 2,50 x 1 m circa | |
Cronologia | 1560 | |
Autore | Bottega Caccavello-d'Auria | |
Descrizione | La lastra si trova attualmente murata sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa di Sant'Antonio a Mercato Sanseverino. Non se ne conosce l'originaria collocazione. Come recita l'iscrizione, si tratta della lastra terragna che Filippo Arcamone, vivente, commissionò per sé stesso nel 1560. Il personaggio è rappresentato disteso, con il capo appoggiato su uno scudo e l'elmo ai piedi. Sulla cornice e sullo scudo sono scolpite le armi degli Arcamone. Un accenno solo descrittivo all'opera si trova in Cuomo, Caputo 1976, 68-69. Essa è un tipico prodotto della bottega degli allievi di Giovanni da Nola, Annibale Caccavello e Giovan Domenico d'Auria, molto attivi in quegli anni a Napoli e, secondo Naldi 2013, riprende modelli elaborati a Napoli intorno al 1560, come rivela il confronto con la lastra di Pedro de Toledo, cugino del vicerè (1559). Un prodotto analogo della prolifica bottega di Annibale Caccavello è la lastra tombale di Lope de Herrera nella chiesa dell'Annunziata di Sessa Aurunca (1564-1565) che mostra impaginato e disposizione delle rappresentazioni con fortissime somiglianze.
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Committente | Filippo Arcamone (m. 1572) | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Philippus Arcamonius / nobilis Neapolitanus / humanis diu casibus agitatus / certam hic vivens requiem / futuram posuit / MDLX | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemmi Arcamone | |
Note | Sul committente dell'opera e personaggio raffigurato sulla lastra tombale, cui era destinato, Filippo Arcamone di Napoli, detto 'de Franzia, apprendiamo numerose notizie nel testamento del 1570, aperto alla sua morte, nel maggio 1572. Egli, originario di Napoli (dove la famiglia aveva due cappelle: in S. Pietro Martire, nel Presepe che si trovava nel chiostro; in San Domenico, presso la cappella del Crocefisso dove era un S. Nicola scolpito con lo stemma Arcamone e egli deteneva il giuspatronato della cappella di S. Maria dei Bagni nel Sedile di Porto), abitava in Mercato nella casa detta 'La torre' che aveva fatto riparare con grandi spese (costruendovi due stanze nuove e una cisterna) insieme alla propria casa (che aveva trovato diroccata e in un luogo deserto), ubicate nei pressi della dogana del grano ai piedi della collina all'imbocco dell strada per Avellino. Egli nominava erede la cappella di famiglia, intitolata allo Spirito Santo, posta nella chiesa di san Francesco de Foro "davanti alla tribuna che serve per sacrestia, sotto il campanile" e dispone una somma per la costruzione di una stanza nel chiostro per alloggiare i ministri commissari. Nel testamento ricorda che il padre, che si era trasferito da Napoli a Mercato, quando morì, circa 65 anni prima, pur avendo disposto di essere sepolto a Napoli, venne tumulato in S. Francesco a Mercato San Severino (Filippo chiede ai padri di Mercato di poter trasferire i resti a San Domenico a Napoli). Lascia il figlio adottivo Pompilio Calvano e Scipione de Santis (probabilmente lo stesso, sepolto con il fratello Lucio, della lastra conservata nella stessa chiesa, datata 1580). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Cuomo, Caputo 1976: Gabriele Cuomo, Ottavio Caputo, Mercato S. Severino. La chiesa di S. Antonio dei frati minori nella storia e nell'arte, Mercato San Severino 1976, 68-69
Izzo, Noia, Trotta 2008: Gaetano Izzo, Luigi Noia, Pasquale Trotta, La Terra di San Severino nel XVI secolo. Momenti di vita sociale ed economica. Archivio di Stato di Avellino. Protocolli notarili, Fisciano 2008
Naldi 2013: Riccardo Naldi, “Annibale Caccavello. Lastre tombali e serialità della memoria tra scultura e poesia”, in Ricerche sull’arte a Napoli in età moderna. Saggi e documenti 2012-2013, Napoli 2013, 62-77 | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fernando Loffredo, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 01/12/2012 13:20:03 | |
Data ultima revisione | 29/10/2016 16:25:00 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/92 |