Oggetto | Taranto, pianta della città e del porto | |
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Collocazione | Modena, Biblioteca Estense | |
Immagine | ||
Materiali e tecniche | ||
Dimensioni | ||
Cronologia | ||
Autore | ||
Soggetto | ||
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Famiglie e persone | ||
Note | ||
Riproduzioni | Porsia, Scionti 1989, p. 59. | |
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Porsia, Scionti 1989: Franco Porsia, Mauro Scionti, Le città nella storia d'Italia. Taranto, Roma-Bari 1989 | |
Allegati | ||
Link esterni | Visibile on line.
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Schedatore | ||
Data di compilazione | 12/11/2015 18:22:27 | |
Data ultima revisione | 19/07/2017 13:17:38 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Disegno/248 |
Oggetto | Taranto, veduta del porto | |
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Collocazione | a stampa | |
Immagine | ||
Materiali e tecniche | incisione | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1783 | |
Autore | ||
Soggetto | Taranto | |
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Famiglie e persone | ||
Note | ||
Riproduzioni | A stampa in Saint-Non 1781-1786. | |
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Saint-Non 1781-1786: Jean-Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, 4 voll., Paris, s.n., 1781-1786. [vol. 1.1; vol. 1.2;vol. 3; vol. 4.1; vol. 4.2]. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | ||
Data di compilazione | 03/12/2013 11:51:13 | |
Data ultima revisione | 29/01/2017 10:50:29 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Disegno/197 |
Oggetto | Taranto, veduta della città | |
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Collocazione | ||
Immagine | ||
Materiali e tecniche | ||
Dimensioni | ||
Cronologia | 1783 | |
Autore | ||
Soggetto | Taranto | |
Descrizione | ||
Iscrizioni | ||
Famiglie e persone | ||
Note | ||
Riproduzioni | A stampa in Saint-Non 1781-1786. | |
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Saint-Non 1781-1786: Jean-Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, 4 voll., Paris, s.n., 1781-1786. [vol. 1.1; vol. 1.2;vol. 3; vol. 4.1; vol. 4.2]. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | ||
Data di compilazione | 03/12/2013 11:52:07 | |
Data ultima revisione | 29/01/2017 10:50:52 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Disegno/198 |
Oggetto | Taranto, castello | |
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Tipologia | castello | |
Nome attuale | castello | |
Immagine | ||
Nomi antichi | Castel Sant'Angelo | |
Cronologia | X secolo: costruzione di una fortificazione bizantina. 1241-1245: restauri promossi da Federico II. 1269-1270: nei documenti angioini è citata la cappella, intitolata alla Vergine. 1271-1275: Carlo I d'Angiò ordina riparazioni nel castello (Schulz 1860, I, 271-272 e infra, Documenti). 1277: la cappella risulta intitolata a san Leonardo. 1404: Raimondo Orsini del Balzo, principe di Taranto, completa alcuni lavori di ristrutturazione. 1406: "in castro Tarenti in sala magna dicti Castri" avviene il giuramento di fedeltà a Maria d'Enghien. 1481: viene scavato un canale artificiale che trasforma la città in isola, di cui il castello diviene caposaldo. 1482, 1 aprile: re Ferrante ordina "reparationem et fortificationem murorum ac munitionem civitatis" (Carducci 1995, 119). 1486: iniziano gli interventi di ammodernamento al castello per adeguarlo alla difesa dalle armi da fuoco. Il castello assume un impianto quadrilatero difeso agli angoli da quattro torri. 1491: viene aggiunto il rivellino triangolare fra le torri della Bandiera e di San Cristofalo, inglobando la torre Sant'Angelo, che invece faceva parte delle mura cittadine. Poiché le mura erano pagate dall'universitas e a essa appartenevano, mentre il castello era di proprietà regia, la città chiese una compensazione per quello che considerava un esproprio. 1492: data dell'iscrizione apposta sul torrione dell'Annunziata. 1577: viene allargato il fossato che corre intorno al castello e di conseguenza allungato il ponte che ne permette l'accesso dal lato della città. 1883: per la realizzazione del ponte girevole viene abbattuto il torrione di Sant'Angelo. | |
Autore | Speziale (1930, 39-43) ha attribuito il rifacimento tardo quattrocentesco (1487-1491) a Francesco di Giorgio Martini: l'attribuzione, ritenuta convincente su base stilistica, è stata poi accettata da altri studiosi (Pane 1975-1977, II, 224; Dechert 1984, 243, 247; e più cautamente da Adams 1994, 132, 135), ma non ha finora trovato riscontri documentari. | |
Committente | Federico II Carlo I d'Angiò Ferrante d'Aragona | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il castello ha un impianto quadrangolare con un'appendice costituita da un rivellino triangolare, che in origine congiungeva il castello a una delle torri della murazione cittadina (torre Sant'Angelo), poi abbattuta nel 1883 per la realizzazione del ponte girevole che unisce l'isola del centro storico alla terraferma. Ai vertici del quadrilatero sono altrettante torri (San Cristofalo, San Lorenzo, della Bandiera, dell'Annunziata). All'interno, nei pressi dell'ingresso al castello, è la cappella, a navata unica e con cupola emisferica. Benché sia stata talvolta proposta anche per questa cappella un'attribuzione a Francesco di Giorgio, in questo caso non appare convincente: le paraste con specchiature incassate e le cornici di imposta della volta e della cupola suggeriscono una datazione già pienamente cinquecentesca. | |
Iscrizioni | Iscrizione sulla torre dell'Annunziata. | |
Stemmi o emblemi araldici | Lo stemma di Ferrante d'Aragona, inquadrato fra altri due stemmi minori è murato sul torrione dell'Annunziata. | |
Elementi antichi di reimpiego | Il castello sorge su un'area fortificata bizantina, a sua volta insediata in un sito importante della città. Per i ritrovamenti archeologici all'interno del castello, cfr. Giletti 2012; Giletti 2013. | |
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | La trasformazione più importante dle castello risale alla tarda età aragonese, quando viene configurato come un quadrilatero con torri cilindriche ai vertici e viene congiunto a una delle torri della murazione tramite un corpo di fabbrica triangolare. La torre al vertice di questo avancorpo triangolare è stata abbattuta nel 1883 per la costruzione del ponte girevole. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Piante e rilievi sono pubblicati in Speziale 1930; Ceschi 1936; Gelao 2005; D'Angela, Ricci 2006; D'Angela, Ricci 2009; Ricci 2011; Giletti 2013. | |
Fonti/Documenti | Nel 1271, e poi nuovamente nel 1275 Carlo I d'Angiò enumera coloro che sono obbligati a provvedere alle riparazioni del castello di Taranto (Schulz 1860, IV, docc. XCVIII, CXI). Nel 1284 il sovrano ordina a Liberto Aureliano, Giustiziere di Terra d'Otranto, di provvedere alle riparazoni della residenza reale di Villanova e dei castelli di Taranto e Oria, affinché egli vi spossa abitare (Schulz 1860, IV, doc. CCLXXXVIII).
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Bibliografia | Adams 1994: Nicholas Adams, "L’architettura militare di Francesco di Giorgio", in Francesco di Giorgio architetto, a cura di Francesco Paolo Fiore e Manfredo Tafuri, Milano 1994, 114-150. Brunetti 2006: Oronzo Brunetti, L’ingegno delle mura. L’Atlante Lemos della Bibliothèque Nationale de France, Firenze 2006, 90-95.
Canali, Galati 2000: Ferruccio Canali, Virgilio Galati, “Architetture e ornamentazioni dalla Toscana al Lazio, agli 'umanesimi baronali' del Regno di Napoli (1430-1510). II. Francesco di Giorgio Martini e i 'suoi seguaci'. I Da Maiano e Giuliano da Sangallo per le committente del Duca di Calabria nelle corti dell’umanesimo baronale, a Tuscania, in Umbria e nel Salento", Bollettino della Società di Studi Fiorentini, 6, 2000, 23-46.
Carducci 1995: Giovangualberto Carducci, "La ricostruzione del castello di Taranto nella strategia difensiva aragonese (1487-1492)", Archivio Storico Pugliese, 48, 1995, 101-178.
Carducci 2009: Giovangualberto Carducci, Il castello di Taranto: dalla ricostruzione aragonese alla fine del Cinquecento, Bari 2009.
Ceschi 1936: Carlo Ceschi, "Opere militari e civili nel Rinascimento un Puglia: Una torre e la cappella del castello di Taranto", Japigia, 7.3, 1936, 259-288.
D'Angela, Ricci 2006: Il Castello aragonese di Taranto: Studi e ricerche 2004-2006, Atti del II Seminario (Taranto, Castello aragonese, 17 novembre 2004) a cura di Cosimo D'Angela e Francesco Ricci, Taranto 2006.
D'Angela, Ricci 2009: Dal Kàstron bizantino al Castello aragonese, Atti del Seminario (Taranto, Castello aragonese, 17 novembre 2004), a cura di Cosimo D'Angela e Francesco Ricci, Taranto 2009.
Dechert 1984: Michael S. A. Dechert, City and Fortress in the Works of Francesco di Giorgio: The Theory and Practice of Defensive Architecture and Town Planning, Ph. D. diss., Catholic University of America, Washington D.C. 1984.
De Pascalis 2004: Giancarlo De Pascalis, "Francesco di Giorgio e l’architettura militare in area pugliese”, in Francesco di Giorgio Martini. Rocche, città, paesaggi, Atti del convegno nazionale di studio (Siena, 30-31 maggio 2002), a cura di Barbara Nazzaro e Gugliemo Villa, Roma 2004, 161-172.
Gelao 2005: Clara Gelao, Puglia rinascimentale, Milano 2005, 179-184.
Giletti 2012: Federico Giletti, Prima del castello. Ricerche archeologiche nel castello aragonese di Taranto, Taranto 2012.
Kiesewetter 1995: Andreas Kieswetter, “Le strutture castellane tarantine nell’età angioina”, Cenacolo, n.s., 7, 1995, 21-51. Pane 1975-1977: Roberto Pane, Il Rinascimento in Italia meridionale, Milano 1975-1977, II, 221-224.
Speziale 1930: Giuseppe Carlo Speziale, Storia militare di Taranto negli ultimi cinque secoli, Bari 1930.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860. | |
Link esterni |
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Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 26/05/2014 00:11:11 | |
Data ultima revisione | 04/03/2017 10:44:09 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/741 |
Oggetto | Taranto, Cattedrale | |
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Tipologia | chiesa cattedrale | |
Nome attuale | Santa Maria Assunta e San Cataldo | |
Immagine | ||
Nomi antichi | Santa Maria; San Cataldo. | |
Cronologia | VII secolo: la chiesa è certamente già esistente. 1070 ca.: ricostruzione a opera dell'arcivescovo Drogone 1094: la chiesa è già in gran parte costruita e si provvede ai vetri delle finestre. 1160: il magister Petroius realizza il mosaico pavimentale. 1412-1421: l'arcivescovo Rainaldo Brancaccio fa costruire una nuova sagrestia alla base del campanile. 1523: edificazione della cappella di San Sebastiano, a spese dell'universitas come ex voto dopo una pestilenza. 1570: a memoria della vittoria di Lepanto, il vescovo De Corrigio fa realizzare un monumentale ciborio per l'altare maggiore. 1588: la chiesa viene rinnovata. 1652: il ciborio dell'altare maggiore viene trasferito nella cappella battesimale. 1713: l'architetto leccese Mauro Manieri ricostruisce la facciata. 1943: i bombardamenti danneggiano il campanile, che viene abbattuto. Con l'abbattimento sparice anche la sagrestia quattrocentesca | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La Cattedrale ha uno sviluppo longitudinale, l'aula principale divisa in tre navate da due file di colonne di spoglio è preceduta da un profondo avancorpo e seguita dal transetto sporgente oltre il quale si sviluppano il presbiterio e, alla sua destra, il grande cappellone barocco di San Cataldo. Prescindendo dalle aggiunte di età moderna, una netta discontinuità si riconosce già nelle strutture medievali fra il corpo longitudinale con copertura lignea e il capocroce - transetto e coro - coperti da strette volte a botte. Al di sotto di quest'area si sviluppa la cripta. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | Sono di reimpiego le colonne della navata e i tronchi di colonna della cripta. Capitello corinzio sulla prima colonna a sinistra. | |
Opere d'arte medievali e moderne | Sepolcro Del Balzo. Acquasantiera cinquecentesca. Ciborio della cappella battesimale. Fonte battesimale (conca medievale rilavorata nel XVI secolo). Formelle a rilievo all'esterno del transetto destro. Rilievo della Madonna della Candelora. | |
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Blandamura 1923: Giuseppe Blandamura, Duomo di Taranto nella storia e nell’arte, Taranto 1923.
Belli D’Elia 1977: Pina Belli D’Elia, "La cattedrale di Taranto. Aggiunte e precisazioni”, in La chiesa di Taranto. Studi storici in onore di mons. Guglielmo Motolese arcivescovo di Taranto nel XXV anniversario del suo episcopato, vol. I, Dalle origini all’avvento dei Normanni, Galatina 1977, 129-161.
Bertelli 1990: Gioia Bertelli, "Modelli bizantini in età normanna. I capitelli della cattedrale di Taranto", in Roberto il Guiscardo tra Europa Oriente e Mezzogiorno, Atti del convegno internazionale di studio promosso dall’Università degli Studi della Basilicata in occasione del IX centenario della morte di Roberto il Guiscardo (Potenza-Melfi-Venosa, 19 - 23 ottobre 1985) a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Galatina 1990, 283-295.
Canali, Galati 2000: Ferruccio Canali, Virgilio Galati, “Architetture e ornamentazioni dalla Toscana al Lazio, agli ‘umanesimi baronali’ del Regno di Napoli (1430-1510). II. Francesco di Giorgio Martini e i ’suoi seguaci’, I Da Maiano e giuliano da Sangallo per le committente del Duca di Calabria nelle corti dell’umanesimo baronale, a Tuscania, in Umbria e nel Salento", Bollettino della Società di Studi Fiorentini, 6, 2000, 23-46.
Damiano Fonseca 1992: Cosimo Damiano Fonseca, Taranto: la Chiesa, le Chiese, Taranto 1992.
D’Angela 1986: La cripta della cattedrale di Taranto, a cura di Cosimo D’Angela, Taranto 1986.
De Luca 1997: Patrizia De Luca, La Cattedrale di San Cataldo, Taranto 1997.
Gandolfo 1975: Francesco Gandolfo, “La ‘galilea’ della Cattedrale di Taranto”, Archivio Storico Pugliese, 28, 1975, 344-352.
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 272. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 26/05/2014 00:12:11 | |
Data ultima revisione | 02/01/2019 16:23:15 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/742 |
Oggetto | Taranto, San Domenico | |
---|---|---|
Tipologia | Chiesa e complesso monastico annesso (riutilizzato) | |
Nome attuale | Chiesa di San Domenico | |
Immagine | ||
Nomi antichi | San Pietro Imperiale | |
Cronologia | 1228: benedettini abbandonano il complesso di San Pietro Imperiale. 1302: data sul portale. 1578 circa: fondazione della Confraternita della Madonna del Rosario nella chiesa di San Domenico. 1580: fondazione della Confraternita del Santissimo Nome di Gesù nella chiesa di san Domenico per volontà dei padri domenicani. 1670: fondazione della Confraternita della Madonna Addolorata e di San Domenico Soriano. | |
Autore | ||
Committente | Giovanni Taurisaniense (1302) | |
Famiglie e persone | Giovanni Taurisanense | |
Descrizione | La chiesa e il complesso monastico sorgono nel centro storico nei pressi della cattedrale e il prospetto presenta un'alta rampa settecentesca d'accesso frutto di una risistemazione urbanistica dell'area. La facciata a capanna conserva l'aspetto trecentesco, con il portale archiacuto e lo stemma nella chiave di volta con l'iscrizione del committente e la data 1302 e il rosone. L'interno, ad aula unica, con cappelle sfondate conserva tracce dell'impianto originario nell'arcone trionfale ogivale e nel coro a pianta quadrata e volta a crociera archiacuta costolonata. La cupola, come gli inserti delle cappelle e la decorazione con statue nei pennacchi è riferibile all'età moderna, come le volte ribassate del transetto e nelle cappelle laterali, che ospitano gli altari delle confraternite, tra cui quello con la Circoncisione di Gesù di Fabrizio Santafede. Il chiostro, sotto il quale sono stati ritrovati i resti di un tempio classico della frequentazione antica del sito, presenta archi a sesto ribassato con pilastri di età moderna, mentre sotto i corridoi si conservano tracce dell'impianto e della decorazione originaria gotica, anche con il reimpiego di pezzi antichi. | |
Iscrizioni | Sull'arcone d'ingresso con lo stemma: "HOC OPUS FIERI FECIT NOBILIS VIR IOHANNES TAURISANENSIS SUB ANNO DOMINI MCCCII" | |
Stemmi o emblemi araldici | Sopra la chiave di volta dell'arcone del portale d'ingresso: stemma con toro del committente Giovanni Tauriniense. | |
Elementi antichi di reimpiego | Un frammento di iscrizione romana reimpiegata come stipite del portale d'ingresso alla sala capitolare nel chiostro | |
Opere d'arte medievali e moderne | Tela con Circoncisione di Gesù di Fabrizio Santafede (sull'altare della terza cappella della Confraternita del SS.Nome di Gesù). | |
Storia e trasformazioni | Il complesso sorge in un'area frequentata fin dall'età antica e nella quale insisteva un tempio di cui si sono ritrovate ampie tracce. Prima del convento domenicano era presente la chiesa di San Pietro Imperiale, abbandonata dai benedettini nel 1228. La chiesa e il convento hanno origini nel secolo XIV, come rivela la data 1302 presente in facciata e l'erezione fu dovuta all'impegno di un committente locale con il beneplacito di Filippo d'Angiò. Il monastero sembra sia sorta con l'arrivo dei domenicani sui resti di una fortificazione, forse un edificio legato a Federico II (di qui la denominazione di San Pietro Imperiale). Il complesso ha subito notevoli trasformazioni lungo tutta l'età moderna, visibili nelle parti alte, nel presbiterio e nelle cappelle della chiesa, oltre che nel chiostro, che oggi ospita con quel che resta del monastero, la locale Soprintendenza archeologica. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Alfonzetti 1997: Mariolina Alfonzetti, "La chiesa e il convento di San Domenico di Taranto: contributi per la storia", Cenacolo, n.s., 9, 1997, 73-82.
Amuso 1997: Giacomo Amuso, La Chiesa di San Domenico Maggiore a Taranto, Taranto 1997.
Fella-La Gioia 1985: F. Fella - E. La Gioia, S. Domenico Maggiore in Taranto. Chiesa e convento, Taranto 1985.
Rubino 1995: Antonio Rubino, Le confraternite laicali a Taranto dal XVI al XIX secolo, Fasano 1995. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 26/05/2014 00:12:56 | |
Data ultima revisione | 04/03/2017 11:12:37 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/743 |
Oggetto | Taranto, Sant'Antonio | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa e convento francescano | |
Nome attuale | Sant'Antonio | |
Immagine | ||
Nomi antichi | ||
Cronologia |
1444-1448: costruzione della chiesa e del convento per volontà di Giovanni Orsini del Balzo. 1488, gennaio: Alfonso duca di Calabria in visita a Taranto si occupa del convento di Sant'Antonio. 1597: giungono i padri riformati. XVIII secolo: lavori di ristrutturazione. 1809: soppressione. 1820: riprendono le attività del convento. 1867: cessione del convento al Municipio di Taranto. 1880: adibito a carcere. 1957: di nuovo adibito a convento per padre riformati e padri osservanti. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Fondata da Giovanni Antonio Orsini del Balzo nel 1447, la chiesa presentava un interno a croce latina con una sola grande navata, scandita da cappelle laterali e tetto in legno. Con le pareti affrescate, aveva anche quadri di pregio e sculture diverse, e tra queste una in legno raffigurante S: Antonio da Padova, e una statua in pietra raffigurante Giovanni Antonio Orsini del Balzo, entrambe commissionate da lui. La chiesa e il convento sorgevano extra moenia, ed erano in origine circondati dai giardini di S. Antonio “alla Spartitora” e di S. Antonio “sotto il monastero” che facevano parte dell’originaria donazione dell' Orsini. La chiesa presentava una facciata monocuspide simile a quella di San Pietro Imperiale a Taranto, con grande rosone a raggiera e sculture in alto (abbattuto). Il convento presentava un chiostro con quattro porticati su grandi colonne che reggevano archi e decorato con “vaghe pitture”. Al piano superiore, due corridoi, di cui uno con stanze e copertura lignea. | |
Iscrizioni | Iovene (ed. Fonseca 1998), 180 riporta le tre iscrizioni che attestano la costruzione della chiesa da parte di Giovanni Antonio Orsini del Balzo e l'anno della fondazione. Le prime due, in caratteri latini e gotici, sono coeve alla fondazione, mentre la terza risulta più tarda: "Ioannes Antonius de Baucio de Ursinis Tarenti princeps, dux Barii, Lycii comes, regni Siciliæ magnus Conestabulus, &c." "Hanc construi fecit ecclesiam sub vocabulo et nomine beati Antonii annis Christi M.CCCC.xlviii." "Hoc domus Antonio Patavino sacra locatur Principe Ioanne Antonio dominante Tarenti, Sub qui præses erat fidus Nicolaus ibidem De Cupressano Leonardo milite cretus, Mille quatercentum septem Solaureus orbes Arce sub æterea Christi quadragina arotabat." | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Statua in legno di Sant'Antonio da Padova, commissionata da Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Statua in pietra genuflessa di Giovanni Antonio Orsini. | |
Storia e trasformazioni | Tre lapidi all’ingresso riportavano il nome del fondatore Giovanni Antonio Orsini del Balzo e gli anni di costruzione della chiesa e del convento 1444-1448. Il convento fu terminato nel 1448 e tale data segna l’inzio dell’insediamento a Taranto dei frati della Regolare Osservanza. Merodio nella Istoria Tarentina descrive il sito: “ sopra una collina molto vaga che sovrasta al mar piccolo antico porto della città, che però non invisia le delizie del famoso Pausillipo di Napoli" (Merodio [ed. Fonseca 1998], 455). Nel XVII secolo lavori di ampliamento dell’edificio: si interviene sul convento e costruiscono scarpate murarie per consolidare l’edificio sorto su fondamenta argillose. Sostituiscono copertura lignea con volta di pietra, poi abbattuta e sostituita nuovamente con una volta in legno. Nel convento sorge lo studio provinciale di teologia che raggiunge una posizione di rilievo tra le case della Serafica Riforma di S. Nicolò. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | A. Merodio, Istoria Tarentina, ms. 12.1, Biblioteca comunale Acclavio di Taranto, sec. XVII | |
Bibliografia | Coco 1923: A.P. Coco, Il convento di S. Pasquale Babylon di Taranto, Lecce 1923.
Coco 1928: A.P. Coco, I Francescani nel Salento, III, Taranto 1928.
D'Angela 2013: Cosimo D'Angela, "Taranto: testimonianze archeologico-monumentali del principato: documenti superstiti tra memoria e oblio", in Un principato territoriale nel Regno di Napoli? Gli Orsini del Balzo principi di Taranto (1399-1463), Atti del convegno (Lecce. 20-22 ottobre 2009) a cura di Luciana Petracca e Benedetto Vetere, Roma 2013, 607-613
De Vincentiis 1983: D.L. De Vincentiis, Storia di Taranto, Taranto 1878, rist. Anast. Bologna 1983.
D’Ippolito 1996: Lucia D'Ippolito, Il convento di S. Antinio, in Sulle orme dei viaggiatori. Luoghi della città di Taranto attraverso i documenti, Taranto 1996, 173-187.
Iovene 1589: G.G. Iovene, De antiquitate et varia Tarantinorum fortuna, Napoli 1589.
Merodio (ed. Fonseca 1998): A. Merodio, Istoria Tarentina, a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Taranto 1998.
Perrone 1981: B. F. Perrone, I conventi della Serafica Riforma di S. Nicolò in Puglia (1590-1835), voll. 3, Galatina 1981.
Perrone 1981-1982: B. F. Perrone, I frati minori in Puglia della Serafica Riforma di S. Nicolò (1590-1835), voll. 2, Bari 1981-1982.
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Link esterni | ||
Schedatore | Bianca de Divitiis | |
Data di compilazione | 03/03/2015 12:47:05 | |
Data ultima revisione | 04/03/2017 12:15:13 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/839 |
Oggetto | Taranto, seggio | |
---|---|---|
Tipologia | edificio pubblico: sedile | |
Nome attuale | (distrutto) | |
Immagine | ||
Nomi antichi | teatro | |
Cronologia | ||
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il sedile di Taranto, adesso scomparso, era situato nel pictagio di San Pietro, di fronte alla Cattedrale. Stando alle informazioni tramandate dal Libro Rosso di Taranto, redatto nel 1528, l’universitas possedeva «in lo pittagio di santo Pietro et proprie a fronte la maiore ecclesia de Santo Cataldo [...] lo loco dove novamente è principiato farsice uno Seggio» (Taranto, Biblioteca del Liceo «Archita», Codice Architano, c. 10v; cfr. Putingani 1967). La presenza del sedile a Taranto è ricordata anche da Sacco 1795-1799, IV, 6. All’inizio del Quattrocento esistevano tre diversi edifici di seggio, i theatri «Sancti Angeli, Sancti Cataldi et dohane» (Cassandro 1973, 39). Il theatrum Sancti Cathaldi era probabilmente sulla stessa area dove poi sarebbe stato costruito il nuovo seggio nel 1528. Quello della dogana corrisponde probabilmente con le strutture dell’attuale torre dell’orologio. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | Ordinamento della città di Taranto. Nel 1491 il re decide che Taranto debba eleggere un consiglio formato da 24 persone, parte nobili e parte civili, che si riuniranno convocati su licenza del Capitano "ad sono de campana secundo lo solito de dicta cità". Il sigillo e le scritture dell'università dovranno essere conservate in una cassa nella cappella di San Cataldo, e la cassa chiusa da tre chiavi, di cui una in possesso del capitano, una dei nobili, la terza dei popolari (Codice Aragonese, III, 147) | |
Note | All’inizio del Quattrocento, a esclusione di alcune festività religiose, sia ai nobili che ai populares era consentito giocare in «theatris Sancti Angeli, Sancti Cataldi et dohane» senza dover pagare alcuna tassa. «Verum, ludentes in theatris Sancti Angeli, Sancti Cataldi et dohane, tam nobiles quam populares, ludentes ibidem, nichil debent solvere, nec cabelloti possint eos compellere ut non ludant in dictis locis vel ut solvant, exceptis eciam noctibus atque diebus Nativitatis domini, Circumcisionis et Epifanie». La norma è inclusa nell’inventario dei beni del principe di Taranto Raimondo Orsini, databile fra il 1420 e il 1435 (Cassandro 1973, 39).
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Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | Libro rosso di Taranto, 1330-1603 (Taranto, Biblioteca del Liceo «Archita», codice architano), c. 10v, secondo capoverso: "Item la preditta Università tene et possede in lo pittaggio di Sancto Pietro et proprie a fronte la maiore ecclesia de Sancto Cataldo, confine le case del predetto quondam Rafaele Prothonobilissimo et la strata publica, lo loco dove novamente è principiato farsice uno Seggio per lo quale loco l’università paga ogni anno de censo carlini vinti ... allo Cantorato, calrini 13 et carlini 7 allo beneficio de santo Iovanne et Paulo dentro santo Cataldo per due apoteche che erano in detto loco de detti beneficii quale apoteche le foro .... dall’università censuate per me notaro Francesco predetto come sindaco d’essa università in anno septimae indictione 1503 secondo appare per un contratto fatto per mano del quondam notaro vincenzo Speciario al quale s’habbia relatione” (Putignani 1967). | |
Bibliografia | Cassandro 1973: Giovanni Cassandro, "Un inventario dei beni del Principe di Taranto", in Studi di Storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a cura di Michele Paone, II, Galatina 1973, 5-57.
Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.
Putignani 1967: Adiuto Stefano Leonardo Putignani, "Il Libro Rosso di Taranto, I: Inventario dei beni dell’Università", Studi Francescani Salentini, 2, 1967, 7-39.
Sacco 1795-1799: Francesco Sacco, Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli, 4 voll., in Napoli, presso Vincenzo Flauto, 1795-1799. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 07/04/2014 17:53:06 | |
Data ultima revisione | 04/03/2017 12:09:23 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/738 |
Oggetto | Taranto, anfiteatro | |
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Tipologia | Edificio per spettacoli | |
Nome attuale | ||
Nomi antichi | Teatro; anfiteatro | |
Materiali e tecniche edilizie | Opera reticolata con ammorsature in carparo | |
Dimensioni | D m 100; d m 49,35 (ricostruite in Mastrocinque 2010, 91) | |
Stato di conservazione | L'edificio non è più visibile al giorno d'oggi; gli avanzi murari sono stati obliterati dalle strutture dell'ex-mercato, da via Anfiteatro e dalle costruzioni dell'isolato a nord di questa. | |
Immagine | ||
Cronologia | Metà del I secolo d.C. | |
Fattori di datazione | Tecnica edilizia, stratigrafia. | |
Storia e trasformazioni medievali e moderne | - XVIII secolo secolo: i ruderi erano inglobati all’interno delle strutture del convento di Santa Teresa; - 1888: scavo del settore nord-ovest eseguito dal Viola; - 1900: costruzione del mercato coperto; - 1961-1963: scavo sistematico del settore sud-est; - 2005: scavo sistematico del settore nord-est. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | I ruderi dell'anfiteatro, rimasti visibili fino agli inizi del secolo scorso, hanno rappresentato per Taranto una delle più significate testimonianze del passato antico. L'edificio per spettacoli era stato impiantato all'interno della maglia urbana a chiudere il lato occidentale del Foro, nell'area compresa tra le attuali vie Anfiteatro, Acclavio, Principe Amedeo e De Cesare; probabilmente una tale sistemazione dell'anfiteatro trova giustificazione nella necessità di rispettare le ampie zone di necropoli che si estendevano nell'immediata periferia di Tarentum (Mastrocinque 2007, 216) e contestualmente pare rispondere a un progetto urbanistico tendente a valorizzare la zona prospiciente il Mar Grande (Lippolis 2002, 164). La struttura era stata realizzata, in analogia con l'anfiteatro di Lecce, sfruttando nella parte più bassa il banco roccioso nel quale erano stati incassati l'arena e una porzione della cavea e alzando, a partire da questa quota, la costruzione in opera reticolata con ammorsature in blocchetti di carparo (Lippolis 2002, 164; Mastrocinque 2010, 92). | |
Iscrizioni | ||
Apparato decorativo | Dalla documentazione disponibile emerge, per ora, una sostanziale assenza di indicazioni da riferire alla decorazione architettonica e statuaria dell'edificio (cfr. Mastrocinque 2010, 92). | |
Note | Tutte le fonti antiquarie menzionano l'edificio, identifcandolo in genere con il teatro della città greca, monumento famosissimo al quale era singolarmente legato un evento decisivo della storia della polis di Taranto. Eloquente è a tal proposito la testimonianza di Pietro Ranzano (ed. Di Lorenzo et al. 2007, 217), che per primo menziona le vestigia del theatrum maius, ricordando esplicitamente il celebre passo di Lucio Floro sull'insolenza dei tarentini e sull'origine del conflitto con Roma, che risultò fatale alla città libera (Flor. Epit., I 13). Non è possibile però collegare con certezza alle emergenze monumentali le parole di Ranzano che vengono poi seguite, quasi alla lettera, nella trattazione dell'Alberti (1550, 231). Più circostanziata appare, invece, la descrizione di Giovan Giovine che sembra alludere ad avanzi edilizi consistenti, notando anche la raffinatezza dell'ordito dell'opera muraria costruita con magna arte e summa impensa (Giovine [ed. Fonseca 2015], 15). Ulteriori dettagli, con indicazione precisa della collocazione del monumento, vengono da Ambrogio Merodio, che per primo ne identifica correttamente la tipologia. Dalla descrizione del Sanit Non si evince che ancora nel Settecento i resti erano indicati dalle guide locali come quelli del teatro; l'abate non nasconde la sua delusione nel trovarsi davanti ai ruderi di un anfiteatro, racchiuso nel giardino del convento e del quale riusciva ad intuire la pianta ovale e le dimensioni modeste (Fiorino 1993, 226 s.; così anche Johann Hermann Von Riedesel che documenta il buono stato delle murature, cfr. Scamardi 1988, 96 s.). | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti e documenti | Ranzano (ed. Di Lorenzo et al. 2007), 217: "Veteris Tarenti quantus fuerat ambitus apparet hec aetate manifestissime. Apparent et aedificiorum veterum etiam magni theatri, cuius meminit Florus, vestigia".
Alberti 1550, 231: "dell'antica città veggonsi vestigi della sua grandezza e del teatro, di molti edifici suntuosi e del largo porto".
Giovine (ed. Fonseca 2015), 15: "[...] molti ai nostri giorni, durante la costruzione della nuova fortezza, ne supponevano la presenza vicino al luogo in cui si venivano scoprendo le tracce del teatro [...]".
Merodio (ed. Fonseca 1998), 26: "la magnificenza degli edifici di detta città era ammirabile e fin'oggi se ne vedono gli avanzi, come dell'anfiteatro vicino al nuovo convento delli padri Carmelitani Scalzi, dove si rappresentavano le commedie e fu dopo chiamato Colosseo, perchè ivi era il mirabile colosso di Giove, fatto di bronzo [...] vi era vicino la rocca di un nobile teatro, nel quale si facevano gli giochi in onore degli dei , dove furono maltrattati gli ambasciatori dei romani [...]". | |
Bibliografia | Alberti 1550: Leandro Alberti, Descrittione di tutta Italia, in Bologna, per Anselmo Giaccarelli, 1550. Carducci 1771: Deliciae Tarantinae di Tommaso Niccolo D’Aquino Patrizio della Città di Taranto, Prima Edizione da Cataldantonio Atenisio Carducci Nobile Fiorentino, ed anche Patrizio di quella. Con Sua versione in ottava rima e comento, Pubblicata in Napoli, Stamperia Raimondiana 1771, 22-23.
Fiorino 1993: Fulvia Fiorino, Viaggiatori francesi in Puglia dal Quattrocento al Settecento, Fasano 1993.
Giovine 1589: De antiquitate et varia Tarentinorum fortuna libri octo. Ioanne Iuvene eorum cive auctore..., Neapoli, apud Horatium Salvianum, 1589, 7. Giovine (ed. Fonseca 2015): Giovan Giovine, Antichità e mutevole sorte dei Tarantini, a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Taranto 2015.
Lippolis 1997: Enzo Lippolis, Fra Taranto e Roma: società e cultura urbana in Puglia tra Annibale e l’Età imperiale, Taranto 1997, 144-148.
Lippolis 2002: Enzo Lippolis, "Taranto. Forma e sviluppo della topografia urbana", in Taranto e il Mediterraneo, atti del quarantunesimo Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 12-16 ottobre 2001, Taranto 2002, 119-169.
Mastrocinque 2007: Gianluca Mastrocinque, "Il paesaggio urbano a Taranto nella prima età imperiale tra continuità e innovazione", in Epigrafia e territorio, politica e società 8, Bari 2007, 201-238.
Mastrocinque 2010: Gianluca Mastrocinque, Taranto: il paesaggio urbano di età romana tra persistenza e innovazione, Pozzuoli 2010, 90-93, cp 3.
Merodio (ed. Fonseca 1998): Ambrogio Merodio, Istoria Tarentina, a cura di Cosimo D. Fonseca, Taranto 1998, 26.
Ranzano (ed. Di Lorenzo et al. 2007): Pietro Ranzano, Descriptio totius Italiae (Annales, XIV-XV), a cura di Adele Di Lorenzo, Bruno Figliuolo, Paolo Pontari, Firenze 2007.
Scamardi 1988: Teodoro Scamardi, Viaggiatori tedeschi in Puglia nel Settecento, Fasano 1988. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 01/07/2015 17:39:45 | |
Data ultima revisione | 17/05/2017 19:03:47 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/70 |
Oggetto | Taranto, Castel Saraceno | |
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Tipologia | Castellum aquae | |
Nome attuale | ||
Nomi antichi | Arcis latericiae quae a Sarracenis nomen adhuc servat (Giovine 1589, 165); Castel Saraceno | |
Materiali e tecniche edilizie | Opera laterizia | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Non più esistente; i pochi resti della struttura sono andati distrutti nel secolo scorso. | |
Immagine | ||
Cronologia | Età imperiale | |
Fattori di datazione | ||
Storia e trasformazioni medievali e moderne | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | L'edificio antico, che sorgeva nell'area a Est dell'attuale piazza Ebalia, sopraelevato sull'altura detta della Chianca, è stato per la prima volta descritto da Giovan Giovine, che usa in merito la definizione di arx latericia, fornendo un notizia precisa sulla tecnica edilizia utilizzata. All'epoca del viaggio del Saint Non la struttura, benchè ridotta allo stato di rudere, era perfettamente riconoscibile come antica, mentre era ancora in auge la tradizione locale che la voleva costruita dai Saraceni o, secondo un'altra versione, dai bizantini come baluardo contro le incursioni saracene (Fiorino 1993, 229). L'ubicazione topografica e le descrizioni disponili, nonostante siano piuttosto stringate, consentono di interpretare la "torre" come un castellum aquae, molto probabilmente legato al corso dell'Acqua Nymphalis (da ultimo Mastrocinque 2010, 98), che entrava nella città provenendo da Sud; d'altra parte la testimonianza di Giovan Giovine non permette di escludere un contestuale riuso della struttura come fortificazione, forse già ad opera dei bizantini (Ibid.). Il castellum di distribuzione, dove l'acquedotto, dopo un lungo tratto aereo, giungeva per via sotterranea, riforniva un grande impianto termale privato, in gran parte distrutto alla fine del XIX secolo, che si ritiene pertinente a un'importante domus, costruita nel corso del I secolo d.C. (Mastrocinque 2010, loc. cit.); é molto probabile che si debbano riferire a questo lussuoso impianto residenziale i cospicui ritrovamenti ricordati dalle fonti settecentesche nei pressi della torre (Carducci 1771, 111). | |
Iscrizioni | ||
Apparato decorativo | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti e documenti | Giovine (ed. Fonseca 2015), 172: "Nel porto di Taranto e nel mar Grande restano tracce di un castello di mattoni che conserva anche ora il nome derivato dai Saraceni. [...]".
Merodio (ed. Fonseca 1998), 223: "onde nel meglio della città fabbricò un forte castello, quale oggi si vede rovinato lontano dalla moderna fabbrica della città mezzo miglio incirca e si chiama dai paesani Castello Saraceno. Vi si cavano in quel luogo spesse volte pezzi di marmo e di acquedotti di piombo, per i quali veniva l’acqua da Saturo, da dove anco veniva per tutta la città; e vicino detto castello si vedono i residui dell’antico fonte". | |
Bibliografia | Carducci 1771: Deliciae Tarantinae di Tommaso Niccolo D’Aquino Patrizio della Città di Taranto, Prima Edizione Da Cataldantonio Atenisio Carducci Nobile Fiorentino, ed anche Patrizio di quella. Con sua versione in ottava rima e comento, pubblicata in Napoli, Stamperia Raimondiana 1771, 111.
Fiorino 1993: Fulvia Fiorino, Viaggiatori francesi in Puglia dal Quattrocento al Settecento, Fasano 1993, 229.
Giovine 1589: De antiquitate et varia Tarentinorum fortuna libri octo. Ioanne Iuvene eorum cive auctore..., Neapoli, apud Horatium Salvianum, 1589, 165.
Giovine (ed. Fonseca 2015): Giovan Giovine, Antichità e mutevole sorte dei Tarantini, a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Taranto 2015.
Lippolis 2002: Enzo Lippolis, "Taranto. Forma e sviluppo della topografia urbana", in Taranto e il Mediterraneo, Atti del quarantunesimo Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 12-16 ottobre 2001, Taranto 2002, 119-169.
Mastrocinque 2007: Gianluca Mastrocinque, "Il paesaggio urbano a Taranto nella prima età imperiale tra continuità e innovazione" , in Epigrafia e territorio, politica e società 8, Bari 2007, 201-238.
Mastrocinque 2010: Gianluca Mastrocinque, Taranto: il paesaggio urbano di età romana tra persistenza e innovazione, Pozzuoli 2010, 98, cp7.
Merodio (ed. Fonseca 1998): Ambrogio Merodio, Istoria Tarentina, a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Taranto 1998, 223. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 02/07/2015 00:46:30 | |
Data ultima revisione | 17/05/2017 19:13:05 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/71 |
Oggetto | Taranto, iscrizione del castello | |
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Supporto | ||
Cronologia | 1492 | |
Immagine | ||
Prima attestazione | L'iscrizione è in una lastra marmorea con stemmi reali affissa sulla torre dell'Annunziata all'esterno del castello di Taranto. | |
Trascrizione | FERDINA(N)DVS REX / DIVI ALFONSI FILIVS / DIVI FERIDNANDI NEPOS / ARAGONIVS ARCEM HA(N)C VETVSTATE / COLLABENTE(M) AD IM(PE)TVS TORMENTORVM SVB/STINE(N)DOS QUAE (NI)MIO FERVTVR SPIRITV / IN AMPLIOREM FIRMIOREMQ(VE) FORMAM RE/STITVIT MILLESIMO CCCCLXXXXII. | |
Famiglie e persone | ||
Note | La trascrizione inesatta di Speziale (1930, 40, nota) è corretta da Carducci (1995, 170). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Carducci 1995: Giovangualberto Carducci, "La ricostruzione del castello di Taranto nella strategia difensiva aragonese (1487-1492)", Archivio Storico Pugliese, 48, 1995, 101-178. Pane 1975-1977: Roberto Pane, Il Rinascimento in Italia meridionale, Milano 1975-1977, II, 223. Speziale 1930: Giuseppe Carlo Speziale, Storia militare di Taranto negli ultimi cinque secoli, Bari 1930. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo, Veronica Mele | |
Data di compilazione | 26/05/2014 00:31:52 | |
Data ultima revisione | 23/02/2017 01:05:01 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/60 |
Oggetto | Taranto, Sant'Antonio, statua (perduta) di Giovanni Antonio Orsini del Balzo | |
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Materiale | pietra | |
Dimensioni | ||
Cronologia | circa 1448 | |
Autore | ||
Descrizione | La statua, attualmente perduta, ritraeva il principe Giovanni Antonio Orsini del Balzo con armatura ed elmo, genuflesso, in atto di pregare. Commissionata dallo stesso principe per la chiesa di Sant'Antonio a Taranto, da lui fondata nel 1447, la scultura sembra si trovasse in origine all'interno della chiesa, nella cappella di Sant'Antonio fondata dallo stesso principe, rivolta verso una tabula in legno dipinta del santo, commissionata da Giovanni Antonio. Il rapporto tra la statua del principe e l'icona sacra è confermato dalla descrizione di Giovine nella seconda metà del Cinquecento: "Ab eodem principe fuit constructum sacellum beati eiusdem Antonii, quod cratibus ferreis voluit circundari, et ibi apparet ipsius statua genuflexa" (Giovine 1589, 180). Stando a Tafuro da Lequile, l'"immagine miracolosissima di Sant'Antonio" era in origine venerata da Giovanni Antonio nella stanza da letto più interna della sua casa (Tafuro da Lequile [ed. De Sanctis 2004], 106-107). Nella Istoria Tarentina (1681) Ambrogio Merodio ricordava che la cappella dedicata a Sant'Antonio, all'interno della quale era custodita la statua orante del principe, in origine era collocata nei pressi dell'ingresso della chiesa: "oltre della cappella di Sant'Antonio, trasferita nel luogo dove ora si vede, perché prima era vicino la porta della chiesa, fatta fare dal detto principe dove stava la sua statua in atto di orare" (Merodio [ed. Fonseca 1998], 341-342). Si potrebbe dunque ipotizzare che la statua, rivolta appunto verso la sacra immagine dipinta raffigurante Sant'Antonio, non fosse pertinente al monumento funebre di Giovanni Antonio, che secondo Tafuro da Lequile s'innalzava alle spalle dell'altare maggiore: "Retro ad altare maius antiquum erigitur mausoleum, columnis, imaginibus lapideis, et statuis in altum protensum ubi corpus fundatoris requiescit" (Tafuro da Lequile [ed. De Sanctis 2004], 106-107) . Non sappiamo perché né Merodio né le fonti successive riportino altri dettagli in merito, tantomeno in quale parte dell'edificio di culto fosse stata trasferita la cappella di Sant'Antonio, insieme - è da credere - a tutti i suoi arredi, incluse la statua orante di Giovanni Antonio e la tavola dipinta del Santo titolare della chiesa. Stando a Litta 1846, nell'Ottocento la statua era ormai stata trasferita nell'atrio del convento, all'interno di una nicchia, Nel disegno inciso di Chiari, infatti, l'opera appare all'interno di una nicchia/cavità sormontata dall'iscrizione (1448) e da uno stemma. Lo stemma e l'iscrizione, simili a quella di fondazione attestata all'esterno della chiesa, non sono pertinenti alla statua, che doveva essere isolata, come le altre statue votive o funerarie dello stesso tipo commissionate nel Quattrocento in ambito pugliese, tutte riconducibili alla cerchia del Balzo Orsini. | |
Immagine | ||
Committente | Giovanni Antonio Orsini del Balzo | |
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | Iscrizione (in caratteri latini e gallici, cioè gotici, secondo Giovine) con stemma: "Iohan(n)es Antonius de Baucio de Ursinis Tare(n)ti pri/nceps, dux Bari, Licii comes, Regni Siciliæ magnus Conistabulus, etc. ha(n)c co(n)strui fecit eccl(es)iam/ sub vocabulo et nomine beati Antonii an(n)is Chr(ist)i M.CCCC.XLVIII." (Giovine 1589, 180; Litta 1846, tav. XII e incisione non numerata) | |
Stemmi o emblemi araldici | Stemma Orsini del Balzo, coronato. | |
Note | La statua è confrontabile con altre statue genuflesse degli stessi anni, come quella del cenotafio di Raimondello del Balzo nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, quella di Tristano Chiaromonte nella chiesa di Copertino e quelle di Giulio Antonio Acquaviva e Caterina Del Balzo Orsini nella chiesa di Santa Maria dell'Isola a Conversano e nella Chiesa Madre di Noci. Anticipa la statua di Oliviero Carafa nella cappella del Succorpo nel Duomo di Napoli. | |
Fonti iconografiche | Litta 1846, incisione non numerata | |
Fonti e documenti | Giovine 1589, 180: "Ab eodem principe fuit constructum sacellum Beati eiusdem Antonii, quod cratibus ferreis voluit circundari, et ibi apparet ipsius statua genuflexa". Tafuro da Lequile (ed. De Sanctis 2004), 106: 1. "In Ecclesia extat miraculosissima Imago Sancti Antonii in tabula depicta mirae pulchiritudinis, quam Princeps Tarenti Joannes de Baucio fundator in secretiori suae domus cubiculo, ubi dormiebat, venerabatur". 2. "Retro ad Altare maius antiquum erigitur mausoleum, columnis, imaginibus lapideis, et statuis in altum protensum ubi corpus fundatoris requiescit". Merodio (ed. Fonseca 1998), 341-342: "oltre della cappella di Sant'Antonio, trasferita nel luogo dove ora si vede, perché prima era vicino la porta della chiesa, fatta fare dal detto principe dove stava la sua statua in atto di orare".. | |
Bibliografia | Coco 1923: Antonio Primaldo Coco, Il convento di S. Pasquale Baylon di Taranto, Lecce 1923.
Coco 1921-1928: Antonio Primaldo Coco, I Francescani nel Salento, voll. 3, Lecce-Taranto 1921-1928, III, 330-332.
Coco 1937: Antonio Primaldo Coco, L’archidiocesi di Taranto nella luce della sua storia, Taranto 1937, 107.
De Vincentiis 1878: Domenico Ludovico De Vincentiis, Storia di Taranto, Taranto 1878, *** (pagine).
D’Ippolito 1996: Lucia D’Ippolito, “Il convento di S. Antonio”, in Sulle orme dei viaggiatori. Luoghi della città di Taranto attraverso i documenti, Taranto 1996, 173-187.
Giovine 1589: Giovanni Giovine, De antiquitate et varia Tarentinorum fortuna libri octo, Ioanne Iuvene eorum cive auctore..., Neapoli, apud Horatium Salvianum MDLXXXIX, 179-180
Litta 1846: Pompeo Litta, “Orsini di Roma”, in Pompeo Litta, Famiglie celebri d’Italia, fascicolo 42 del vol. VI, Milano 1846, tav. XII.
Merodio (ed. Fonseca 1998): Ambrogio Merodio, Istoria Tarentina [1680-81], edizione a cura di Cosimo Damiano Fonseca, Taranto 1998, 342.
Perrone 1981: Benigno Francesco Perrone, I conventi della Serafica Riforma di S. Nicolò in Puglia (1590-1835), voll. 3, Galatina 1981.
Perrone 1981-1982: Benigno Francesco Perrone, I frati minori in Puglia della Serafica Riforma di S. Nicolò (1590-1835), voll. 2, Bari 1981-1982.
Tafuro da Lequile (ed. De Santis 2004): Diego Tafuro da Lequile, Relatio historica huius reformationis Sancti Nicolai, a cura di Luigi De Santis, Lecce 2004, 29-30, 100-101,106-107. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Bianca de Divitiis, Paola Coniglio | |
Data di compilazione | 03/03/2015 13:06:30 | |
Data ultima revisione | 31/03/2017 13:35:18 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/505 |
Oggetto | Taranto, Duomo, capitello corinzio | |
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Luogo di provenienza | ||
Collocazione attuale | Il capitello è reimpiegato in San Cataldo sulla prima colonnna a sinistra dell'entrata. | |
Prima attestazione | ||
Materiale | Marmo | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | Sono presenti rilavorazioni sull'abaco (inizio di scalpellatura negli angoli) e alla base del calato per adattare il capitello alla colonna, sempre di reimpiego.
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Cronologia | seconda metà del II secolo d.C. | |
Descrizione | Il capitello corinzio si classifica come asiatico per le digitazioni aguzze delle foglie. Le due corone acantine sono costituite da foglie separate, quella superiore presenta foglie articolate nelle tre digitazioni del lobo mediano, mentre la canonica sagoma di sfondo che viene a crearsi tra queste terminazioni aguzze non è molto sviluppata e i caulicoli risultano piuttosto organici, appena tendenti all'angolare. La parte alta del calato è sviluppata e con elici e volute a nastro concavo che terminano in spirali a chiocciola, anche l'abaco è ben conformato con ampio cavetto e listello superiore. Il capitello tarantino trova confronti nella serie ostiense dalle Terme del Foro, datata all'età antonina e unanimemente riconosciuta come un prodotto di officine attiche impegnate in un repertorio microasiatico (Pensabene 2007, 272), da qui deriverebbe la resistenza di alcuni elementi "normali" nella tettonica del capitello, caratteri questi che si individuano anche nell'esemplare in esame. la differenza nella resa della costolatura della foglia del calato superiore, che è scolpita solo nella seconda metà mentre nella parte inferiore si fonde con la sagoma di sfondo, e i cauli, poco naturalistici, indurrebbero però a prospettare una datazione più tarda (cfr. per i capitelli ostiensi dal Tempio Rotondo, Pensabene 2007, 305-306, tav. 96.1) | |
Immagine | ||
Famiglie e persone | ||
Collezioni di antichità | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Rilievi | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Pensabene 1997: Patrizio Pensabene, "Marmi di importazione, pietre locali e committenza nella decorazione architettonica di età severiana in alcuni centri delle province Syria et Palestina e Arabia", Archeologia Classica, 49, 1997, 275-422.
Pensabene 2007: Patrizio Pensabene, Ostiensium marmorum decus et decor: studi architettonici, decorativi e archeometrici, Collana: Studi Miscellanei, 33, Roma 2007.
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Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 08/07/2015 17:08:40 | |
Data ultima revisione | 27/02/2017 17:54:53 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/519 |
Denominazione | Taranto, Archivio dell'Universitas | |
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Scheda Città | Taranto | |
Sede storica | Almeno dal 1471 due casse contenenti scritture divise per materia erano conservate nella sacrestia della chiesa di Sant'Antonio di Padova. A partire dal 1491 le casse contenenti scritture, sigillo e bussole furono trasferite, per ordine del re, nella sacrestia della Cattedrale di San Cataldo. | |
Tipologia | ||
Soggetti produttori | Universitas di Taranto | |
Storia dell'archivio | Le vicende dell'Archivio dell'Universitas di Taranto, ricostruite da Airò 2009, furono segnate dalla morte del principe Giovanni Antonio del Balzo Orsini, e dalla conseguente devoluzione della città al re Ferrante. L'esperienza di governo e di organizzazione burocratica vissuta durante gli anni del Principato orsiniano venne implementata sia dal dibattito interno dei cives relativamente all’ordinamento delle scritture amministrative, sia da parallele sperimentazioni di sistemi archivistici, "calibrati sul controllo del corretto funzionamento dell'attività di organi collegiali e singole magistrature, attraverso la pubblicità delle scritture in registro" (Airò 2009, 527). Tali sperimentazioni erano il frutto di tre interventi regi e del duca di Calabria Alfonso: lo statuto del novo regimento del 1465, i capitoli del 1471 accordati dal duca Alfonso, ma concordati con la società politica tarantina, le ordinationes di Ferrante "per lo bono et quieto vivere" del 1491. ll documento del 1465 (cd. Architano, doc. 35, capp. 11-16, cc. 83v-84v), che è di contenuto prettamente finanziario, istituisce un’embrionale distinzione tra scritture politiche e scritture contabili. Per le scritture politiche abbiamo il Libro de Reformanze, che raccoglie i punti dell’agenda politica universitaria stilata dal sindaco (le cause e le proposictioni), ma anche le propositioni e le deliberationi del regimento e del consiglio. Per la parte finanziaria si dispongono i libri contabili. La prima menzione di un luogo fisico in cui si conservassero le scritture è nei capitoli del 1471, in cui si parla della sacrestia di Sant'Antonio da Padova. L’Università avrebbe dovuto acquisire 2 casse da collocare nella sacrestia, nelle quali le scritture andavano distinte per materia. Nella prima cassa, chiusa da 3 chiavi affidate al sindaco e a 2 auditori, erano da riporre le scritture economiche; nella seconda, anch’essa chiusa da 3 chiavi, erano da riporre il sigillo e le scritture politiche (cd. Architano, c. 210r; Pergamene dell’Università di Taranto, doc. 51, c. 7). Un’altra importante novità fu la sostituzione del sindaco con un cancelliere con mansioni di ufficiale tecnico delle scritture, in grado di confezionare e conservare le scritture. L’importanza della conservazione delle chiavi da parte di ufficiali universitari indusse i sindaci a rivolgersi al viceré per protestare contro l’abuso del Capitano che pretendeva la chiave, innovando il consueto et solito. Il legame tra chiavi dell’archivio e ufficiali dell’Università rendeva esplicite l’appartenenza delle scritture e l’avocazione della loro tutela alla sfera istituzionale universitaria, anche per quelle scritture di cui l’Università non fosse stata l’autore diplomatico. A fine '500 il possesso delle chiavi fu invocato come prova ed elemento identificativo del ruolo ufficiale di chi le possedeva. Il tecnico delle scritture di ordine finanziario era invece lo scriptore notaro de la università. Gli auditori del sindaco, invece, ogni due mesi dovevano effettuare la rendicontazione sui libri del sindaco. Quanto alle scritture politiche, invece, il solo libro delle deliberazioni era già in forma di libro, mentre rimanevano sciolte le pergamene originali. Fu con il duca Alfonso che si realizzò una complessa struttura dell’impianto archivistico nelle Universitates del Regno. Quest’attenzione archivistica alfonsina rappresentò la messa a fuoco di un capillare progetto politico di controlli incrociati e di bilanciamento dei poteri universitari. L’esistenza di più libri e registri per un sistema di controllo incrociato non era solo funzionale dal punto di vista contabile, ma comportava anche un sistema di reciproche delimitazioni degli spazi istituzionali, studiato per mantenere fisiologicamente in equilibrio il meccanismo delle istituzioni. Le ordinationes del 1491 mantennero immutato lo schema archivistico del 1471, ma una novità sostanziale fu il cambio della sede dell’archivio, dalla sacrestia di Sant'Antonio da Padova alla Cappella di San Cataldo. La cassa doveva essere chiusa da quattro chiavi tenute dal sindaco, il capitano, un "gentilhomo" e un "populare" (cd. Architano, doc. 51, cap. 26). | |
Consistenza dell'Archivio | ||
Fondi archivistici | Nonostante il capillare controllo della scrittura e della conservazione, sia in epoca orsiniana che negli anni demaniali aragonesi, la dispersione del patrimonio documentario, ad eccezine dei privilegi principeschi e sovrani, è stata ineluttabile per effetto del momento di più traumatica frattura politico-istituzionale di vasto raggio. Oltre al Libro Rosso, conservato in duplice copia, restano dell'antico archivio universitario 82 pergamene e 2 documenti cartacei, che abbracciano l'arco cronologico 1312-1652, e sono conservati ora all'Archivio di Stato di Taranto. Si tratta di 79 originali, 25 inserti, 2 copie autentiche, 3 copie semplici, per un totale di 109 documenti databili dal XIV al XVII secolo. 67 diplomi regi e signorili (1326-1646); 5 bolle pontificie e vescovili (1312-1652); 12 istrumenti notarili (1428-1592). | |
Strumenti di corredo | ||
Raccolte e miscellanee | Libro Rosso di Taranto (Codice Architano). | |
Note | ||
Bibliografia | Airò 2000: Anna Airò, “Per una storia dell’Universitas di Taranto nel Trecento”, Archivio Storico Italiano, 158, 2000, 29-84.
Alaggio 2004: Rosanna Alaggio, Le pergamene dell’Università di Taranto (1312-1652), Galatina 2004.
Carducci 2000: Giovangualberto Carducci, “Il Principato di Taranto. Osservazioni critiche e annotazioni bibliografiche”, Cenacolo, n.s., 24, 2000, 59-90.
Cassandro 1973: Giovanni Cassandro, “Un inventario dei beni del Principe di Taranto”, in Studi di Storia Pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a cura di Michele Paone, II, Galatina 1973, 5-57.
Coco 1928: Antonio Primaldo Coco, “Vicende del Libro Rosso e di altri vetusti diplomi della Città di Taranto”, Taras, 3-4, 1928, 461-480.
Coco 1929: Antonio Primaldo Coco, “Diplomi dei principi di Taranto”, Taras, 1-2, 1929, 7-16.
Massafra 1959-60: Giovan Battista Massafra, “I privilegi di Ferdinando I di Aragona alla città di Taranto”, Annuario del Liceo Ginnasio Archita, 3, 1959-60.
Massafra 1960-61: Giovan Battista Massafra, “Questioni di precedenza nel Consiglio di Governo della città di Taranto”, Annuario del Liceo Ginnasio Archita, 4, 1960-61.
Massafra 1962-63: Giovan Battista Massafra, “Ferdinando I d’Aragona e la Magnifica Università di Taranto – Privilegi, benefici e concessioni dall’anno 1463 al 1494”, Annuario del Liceo Ginnasio Archita, 5, 1962-63.
Mazzoleni 1973: Jole Mazzoleni, “Fonti per la storia di Puglia: Le pergamene di Taranto”, in Studi di Storia Pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a cura di Michele Paone, II, Galatina 1973, 103-129.
Mele 1989-90: Adolfo Mele, “La Biblioteca dell’Archita e il Libro Rosso”, Galaesus. Studi e ricerche del Liceo Archita, 14, 1989-90, 101-111.
Mele 1994-95: Adolfo Mele, “Il Libro Rosso della città di Taranto e il Codice architano”, Galaesus. Studi e ricerche del Liceo Archita, 19, 1994-1995, 131-149.
Monti 1930: Gennaro Maria. Monti, “Il Libro Rosso del Comune di Taranto e le fortificazioni cittadine”, Japigia, 8, 1930, 397-407.
Pastore 1973: Michela Pastore, “Fonti per la Storia di Puglia: Regesti dei Libri Rossi e delle pergamene di Gallipoli, Taranto, Lecce, Castellaneta e Laterza”, in Studi di Storia Pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a cura di Michele Paone, II, Galatina 1973, 153-295.
Putignani 1967: Stefano Adiuto Putignani, “Il Libro Rosso di Taranto: I: Inventario dei beni dell’Università”, Studi Francescani Salentini, 2, 1967, 7-39.
Putignani 1972a: Stefano Adiuto Putignani, “Documenti aragonesi e del periodo aragonese esistenti in Taranto”, in Atti del Congresso internazionale di studi sull'età aragonese (Bari, 15-18 dicembre 1968), Bari 1972, 487-585.
Putignani 1972b: Stefano Adiuto Putignani, "Il Libro Rosso di Taranto", Galaesus. Studi e ricerche del Liceo Archita, 5, 1972, 161-163.
Putignani 1973: Stefano Adiuto Putignani, “Diplomi dei Principi di Taranto”, Cenacolo, 2, 1972, fasc. 1 (5-24), fasc. 2 (89-104), fasc. 3 (173-202); 3, 1973, fasc. 1-3 (5-42).
Ridola 1945: Pasquale Ridola, “Gli Statuti municipali e lo Statuto di Taranto ‘Per lo bono regimento et quieto vivere’”, Japigia, 16, 1945, 67-85. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Veronica Mele | |
Data di creazione | 19/07/2014 18:48:18 | |
Data ultima revisione | 07/04/2017 11:02:57 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Scheda Archivio/15 |
Nome | Taranto | |
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Status amministrativo | Comune capoluogo di provincia | |
Estensione del territorio comunale | 249.86 kmq | |
Popolazione | 201.100 (ISTAT gennaio 2016) | |
Musei | Museo archeologico nazionale; Museo diocesano | |
Archivi | Archivio di Stato di Taranto; Archivio storico del Comune di Taranto | |
Biblioteche | Biblioteca civica | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Citta/33 |