Oggetto | Altamura, Cattedrale | |
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Tipologia | chiesa cattedrale | |
Nome attuale | Santa Maria Assunta | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Santa Maria, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Assunta | |
Cronologia | 1232-1245: inizio dei lavori di costruzione. 1260-1262: da un decreto di Manfredi, letto “in publico, intus in dicta ecclesia” si deduce che i lavori erano giunti a uno stadio avanzato. 1267-1274: l’edificio viene consacrato dall’arciprete Nicola di Catamarra. 1301: l’arciprete Pietro de Angeriac fa realizzare “quoddam opus pro aliqua calcaria seu materia agnoscitur opus est”. 1302: è documentata la fornitura di legname e calce per la chiesa e le abitazioni annesse. 1304: si organizza una colletta per la “ecclesiae fabrica”. 1308: disposizione testamentaria in favore di “fabrice predicte ecclesie sanctae Marie Maioris de eadem terra”. In questa fase vengono costruiti una serie contrafforti sul fianco settentrionale, collegati da archi sorreggenti una galleria di trifore. 1316: un crollo di vaste proporzioni coinvolge il cantiere. Secondo quanto riportato nell’iscrizione sul fianco sud (cfr. infra, Iscrizioni), il danno sarebbe stato riparato da maestranze provenienti dalla città di Bitonto. È probabile che il cantiere prevedesse l’inserimento di un grande transetto nell’area delle torri, dove si trova il grande contrafforte poligonale. 1321: re Roberto d'Angiò conferma il regio patronato sulla chiesa. 1316-1330: sono documentati numerosi lasciti testamentari in favore della fabbrica, che doveva quindi essere interessata da un cantiere di notevoli dimensioni. Deve essere maturata in questa fase la decisione di invertire l’orientamento della chiesa, aprendo il portale principale al posto dell’abside di età fridericiana. XV secolo: sorgono una serie di cappelle che sfondando le pareti laterali comprese fra i contrafforti della fiancata settentrionale le occludono. 1474: viene eretta la parte alta del campanile sull’angolo nord est della facciata. 1485: la cattedrale viene elevata al rango di “collegiata insigne” da papa Innocenzo VIII. 1494: viene costruito un nuovo presbiterio. 1521: vari lasciti testamentari in favore della “ecclesia nova”. Acquisti di materiale da cantiere attestano una ripresa dei lavori di fabbrica, concentrati sulle coperture del presbiterio. 1523: il campanile nord-est crolla e viene ricostruito entro l’anno successivo. 1533-1534: si rimonta per anastilosi il portale, per il quale vengono riscolpiti due nuovi leoni stilofori. Contestualmente gli stalli del vecchio coro vengono smantellati e se ne realizza uno nuovo. 1554-1556: si ricostruiscono i campanili su progetto fornito da tale “mastro Rogerio”, e il rosone. 1729: sopraelevazione dei campanili. 1745: apertura della loggia dell’Assunta nella parte alta della facciata inquadrata fra i due campanili. 1854-1862: l’architetto Federico Travaglini consolida la fabbrica e modifica sostanzialmente l’interno conferendogli una veste neogotica. | |
Autore | Nel 1299 i lavori risultano affidati al magister Domenico Senex. Maestro Rogerio realizza i campanili e il rosone (1554-1556). | |
Committente | Federico II | |
Famiglie e persone | Federico II Manfredi Roberto d'Angiò Pedro de Toledo | |
Descrizione | L'edificio si presenta come un volume compatto, articolato in facciata da due alte torri e da un unico portale riccamente decorato e inserito entro una edicola inquadrata da colonne su leoni stilofori. Il fianco settentrionale è caratterizzato da una galleria, in alto, e da un unico portale scolpito. Lo spigolo nord-occidentale è rinforzato da un possente contrafforte poligonale di età angioina. L'interno si configura come un invaso a tre navate, con matronei sulle navatelle e profondo presbiterio quadrato. | |
Iscrizioni | Sul fianco nord iscrizione di Roberto d'Angiò: "ANNVS MILLENVS SEXTVS DENVSQVE TRIGENVS / CVRREBAT CERTVS REGIT ET REX REGNA ROBERTVS / LVX NON SORTE BONA IANI VIGESIMA NONA / O SCELLVS O QVANTVM TEMPLVM RVIT HOC FLEO SANCTVM / CONSILII NATI REPARAVERVNT ARTE PROBATI / VRBE BITONTINA VIVAT GENS ALTAMVRINA". Sull’architrave della porta laterale: "REGIA CAPPELLA SVM NVLLVS DET MIHI BELLA / PROTEGO PROTECTVS COLEI REX REGE ROBERTVS/ IANVA CELORVMSVM PORTVS DVX QVE PIORVM / DOGMATA DOCTORVM SERVANT QVI SACRA MEORVM" In facciata iscrizione di Carlo V e Pedro de Toledo: "MEMORIAE CAVSA IMP. FEDER. II POSVIT ROBER. NEAPOLIT. REX COL/LAPSVM RESTITVIT TE[M]PLI PRIMV[M] SACERDOTIVM IVRIS REGII IN ALIO/RVM MANCIPIVM PRAETER IVS REDACTV[M] PETRVS TOLETVS PRO RE/GE CVRA[N]TE VINCENTIO SALAZARO EIVS ARCHISACERDOTE IN PRISTI/NVM IVS VINDICAVIT MDL". Sullo stipite ligneo della porta principale: "POSSIDET HANC CAESAR REGIT AT VINCENTIVS AEDEM RESTITVIT CAROLO PERDITA IVRA PETRVS 1550 REST.". | |
Stemmi o emblemi araldici | Sopra il portale laterale sono due stemmi angioini del re Roberto d'Angiò e del principe di Taranto. Un altro stemma angioino è nel timpano del portale principale. In facciata si trovano un grande stemma di Carlo V accompagnato da quelli di Pedro de Toledo e Vincenzo Salazaro. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Leoni stilofori (1533-34) | |
Storia e trasformazioni | L'edificio attuale porta traccia di tre fasi differenti: le navate medievali, il coro rifatto nel tardo XV secolo e l'interno restaurato in stile neogotico dall'architetto Travaglini nel XIX secolo. | |
Note | La cattedrale di Altamura era una delle quattro basiliche palatine, cioè di patronato regio, della Puglia, insieme a San Nicola di Bari, Santa Maria a Barletta e alla Cattedrale di Acquaviva delle Fonti. Il principale problema storiografico della cattedrale di Altamura risiede nel suo orientamento invertito, cui corrisponde la posizione, analogamente invertita rispetto ai modelli pugliesi, delle due torri, che invece di essere ai lati dell'abside (come in San Nicola di Bari e nelle cattedrali di Bari, Bitonto, Giovinazzo etc.) sono posizionate in facciata. La storiografia ha risposto al problema con due ipotesi alternative, ovvero ipotizzando una inversione dell'orientamento in una fase successiva alla fondazione (identificata nell'importante campagna di lavori del XVI secolo), o, in alternativa, propendendo per identificare quali modelli della cattedrale esempi nordeuropei caratterizzati da torri in facciata. I più recenti esami della fabbrica e della documentazione d'archivio hanno confermato che effettivamente vi sia stato un ribaltamento dell'orientamento, e che tuttavia tale operazione è di molto anteriore al XVI secolo e va collocato nella tarda età angioina. Un altro interessante dato, finora messo in evidenza soltanto da Belli D'Elia 1991-1992, è quello del restauro "neoromanico" della facciata, con il rifacimento parziale e il rimontaggio del portale nel 1533-34 e la ricostruzione del rosone nel 1554. | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Sezione e rilievi dei capitelli in Schulz 1860; rilievi dei prospetti in De Vita 1972. | |
Fonti/Documenti | 1232: diploma emesso da Federico II, nel quale l’imperatore nomina arciprete della cattedrale Riccardo da Brindisi(Giannuzzi 1935, doc. I) . 1248: bolla papale di conferma, emessa da Innocenzo IV (Giannuzzi 1935, doc. II). | |
Bibliografia | Attolico, Fiore 1997: Alessandro Attolico, Nicola Giovanni Fiore, “Verifica di stabilità strutturale sulle configurazioni storiche della Cattedrale di Altamura”, Altamura, 28, 1997, 149-162.
Belli D'Elia 1991-1992: Pina Belli D'Elia, "La facciata ed il portale della Cattedrale di Altamura. Riletture e riflessioni", Altamura, 23-24, 1991-1992, 17-48 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 217-245).
Benedettelli, Fragasso 1989-1990: Marcello Benedettelli, Giuseppe Fragasso, “Il restauro del portale, del rosone e della bifora della cattedrale di Altamura”, Altamura, 21-22, 1989-1990, 269-304.
Bertaux 1904: Émile Bertaux, L’art dans l’Italie Méridionale, tome premier: De la fine de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, Paris 1904.
Bonelli, Bozzoni 1982: Renato Bonelli, Corrado Bozzoni, “Federico II e la Cattedrale di Altamura”, Antichità Viva, 21.2-3, 1982, 5-20 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 143-166).
Bozzoni 1979: Corrado Bozzoni, “Il Duomo di Altamura: vicende e restauri”, Palladio, ser. 3, 29, 1979-1980, 109-122 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 109-139).
Calò Mariani, Cristiana Testi 1978: Maria Stella Calò Mariani, Maria Laura Cristiana Testi, L'Art dans l'Italie Meridionale. Aggiornamento all'opera di Bertaux, a cura di Corrado Bozzoni, tomo V, Roma 1978 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 97-106).
Chierico 1894: Vincenzo Chierico, Alcune illustrazioni sul Duomo di Altamura, Altamura 1894 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 29-35).
Civita 1994: Mauro Civita, "Il contributo di Federico Travaglini e di Corrado de Judicibus ai restauri ottocenteschi della cattedrale di Altamura", in La parabola del restauro stilistico nella rilettura di sette casi emblematici, a cura di Giuseppe Fiengo et al., Milano 1994, 133-180 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 299-335).
De Vita 1972: Raffaele De Vita, "Rilievo fotogrammetrico dei prospetti della Cattedrale di Altamura", Altamura, 14, 1972, 13-24.
Fiore 1997: Nicola Giovanni Fiore, “Le vicende urbanistiche di Altamura nel Medioevo e l’orientamento della sua Cattedrale”, Altamura, 28, 1997, 141-148.
Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, vol. XII, Le carte di Altamura (1232-1509), ed. a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935.
Haseloff 1920: Arthur Haseloff, Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, Leipzig 1920 (Textband; Tafelband).
Kappel, Kemper 1992: Kai Kappel, Dorothee Kemper, “Die Marienkirche Friedrichs II. in Altamura (Apulien). Probleme der Baugeschichte”, Zeitschrift für Kunstgeschichte, 55, 1992, 482-506 (riedito in traduzione italiana in Altamura, 26, 1994-1995, 255-297).
Milella 1997: Nicola Milella, “La cattedrale di Altamura. Ricostruzione di un enigma storico”, Altamura, 28, 1997, 99-139.
Pepe, Civita 1995: Adriana Pepe, Mauro Civita, “La cattedrale di Altamura”, in Federico II. Immagine e potere, a cura di Maria Stella Calò Mariani, Venezia 1995, 277-283 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 339-345).
Pepe, Civita 1997: Adriana Pepe, Mauro Civita, “Le trasformazioni della Cattedrale di Altamura dalle absidi all’attuale facciata”, Altamura, 28, 1997, 63-97.
Petrucci 1969: Alfredo Petrucci, "Il Duomo di Altamura", in Cattedrali di Puglia, Roma 1960 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 91-93).
Pupillo 1990: Giuseppe Pupillo, “La Cattedrale, segno del Medioevo”, in Altamura. Segni e percorsi di un’evoluzione urbana, Torre di Nebbia 1990 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 169-175).
Rossi 2018: Maria Cristina Rossi, "Il portale della cattedrale di Altamura. La scultura nel contesto del Trecento pugliese", in Conversano nel Medioevo. Storia, arte e cultura del territorio tra IX e XIV secolo, a cura di Gaetano Curzi et al., Roma 2018, pp. 107-116.
Salazaro 1878: Demetrio Salazaro, "La cattedrale di Altamura", in Studi sui monumenti dell'Italia meridionale dal IV al XIII secolo, II, Napoli 1878 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 13-15).
Santoro 1959: Orazio Santoro, La Cattedrale di Altamura e le sue opere d'arte. Notizie storiche, Altamura 1959 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 69-87).
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 81-89; Atlas, tav. XV.
Serena 1887: Ottavio Serena, Una lapide del 1316, Trani 1887 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 19-25)
Serena 1903: Ottavio Serena, La Chiesa di Altamura, la serie dei suoi prelati e le sue iscrizioni, Trani 1903 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 44-58).
Tragni 2009: Bianca Tragni, La cattedrale di Altamura fra restauri, scoperte, interpretazioni, Bari 2009.
Vinaccia 1915: Antonio Vinaccia, "Le Cattedrali del terzo periodo dell'Arte pugliese", in I monumenti medievali di Terra di Bari, vol. I, Bari 1915 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 61-65). | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 23/01/2014 21:09:09 | |
Data ultima revisione | 08/02/2019 14:56:37 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/661 |
Oggetto | Altamura, mura | |
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Tipologia | mura urbiche | |
Nome attuale | Mura | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Cinta muraria | |
Cronologia | 1285 Concessione della città a Sparano di Bari (m. 1294) che intraprende la costruzione della cinta muraria. 1357 Giovanni di Pipino, detto il Palatino, signore della città viene fatto giustiziare dal conte di Gravina Luigi di Durazzo. | |
Autore | ||
Committente | Sparano da Bari, giurista e feudatario, signore di Altamura (1285-1294). | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La cinta muraria, che racchiudeva l'intero centro urbano e fu costruita da Sparano da Bari a partire dal 1285, venne eretta sfruttando in parte resti della cinta antica interna (resti sono ancora visibili nel cortile di Palazzo Del Balzo). Della antiche porte rimane integra Porta Bari, adiacente a Palazzo Del Balzo, che molto probabilmente si innesta, come Porta Foggiali, sul tracciato murario antico (di qui a Porta Sant'Antonio ci si innesta sulla cinta interna antica nel tratto in cui coincide il perimetro esterno e quello interno). La Porta del Carmine, che recava il motto cittadino, doveva essere costituiti di conci di grandi dimensioni, forse riutilizzati dalle mura più antiche. Nel tratto vicino Porta Matera è visibile un pezzo delle mura con il camminamento superiore e nella parete è infisso il rilievo che ricorda il supplizio del Palatino ordinato dal conte di Gravina nel 1357. Si vede ancora un torrioncino con toro superiore e camminamento nei pressi di Porta Foggiali. | |
Iscrizioni | Sulla Porta del Carmine si leggeva il motto (presente anche sullo stemma cittadino): Rothlandus/Orlandus me destruxit, Federicus me reparavit, la cui prima attestazione rinvenuta in una versione differente per alcuni particolari ("Orlandus me vicit Federicus a me reparavit"), risale alla veduta della città nelle carte Rocca del 1584 circa (Muratore-Munafò 1991, 114-115). | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | La cinta ingloba in alcuni settori resti della cinta muraria antica. | |
Opere d'arte medievali e moderne | Rilievo con raffigurazione della gamba del signore della città Giovanni di Pipino (detto il Palatino) giustiziato nel castello di Altamura da Luigi di Durazzo conte di Gravina nel 1357. | |
Storia e trasformazioni | La cinta, il cui valore simbolico è palese dal nome stesso della città, racchiude la città e si è sviluppata dopo la fondazione voluta da Federico II, tra età medievale e moderna, occupando in alcuni tratti i resti delle mura antiche. Di forma ellittica e lunga circa km 2, era circondata in tutto il suo perimetro da un fossato; fu innalzata a partire dalla signoria di Sparano da Bari, cui fu concessa la città nel 1285 e che morì nel 1294. In essa si aprivano sei porte: quattro in corrispondenza dei punti cardinali e due intermedie, in direzione delle città vicine: Porta Bari sopravvive, e presso Porta Matera era stato posto il rilievo con la gamba di Pipino (le altre erano Porta Foggiali, Porta Carmine, Porta Sant'Antonio, Porta S. Teresa, Porticella ai Martiri). Le strade che partivano dalle porte si chiudevano a raggiera nella piazza principale della città ampliata da Federico d'Aragona nel 1494 (Orlandi 1770). Nel Settecento avanzavano anche i resti del castello (dove era stato giustiziato Giovanni di Pipino) con le torri. Oggi poco resta della cinta urbica, un torrione di difesa con il toro superiore e il camminamento di guardia presso Porta Foggiali sull'attuale Corso Vittorio Emmanuele II, la Porta Bari e il tratto presso Porta Matera con i beccatelli. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Berloco 1985: Tommaso Berloco, Storie inedite della città di Altamura, Bari 1985.
Di Cicco 1901: V. Di Cicco, "Ricerche archeologiche nei territori di Altamura e di Gravina", Notizie degli scavi di antichità, 1901, 210-217.
Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, XII, Le carte di Altamura, a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935, n° 49.
Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991, 112-115.
Orlandi 1770: Cesare Orlandi, Delle città d’Italia e sue isole adiacenti compendiose notizie sacre e profane, vol. I, Perugia 1770, 402-403.
Ponzetti 1984: F. M. Ponzetti, "Le mura appenniniche preromane di Altamura", Altamura, 25-26, 1983-1984, 10-11. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 03/02/2014 20:00:24 | |
Data ultima revisione | 24/02/2017 18:00:45 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/680 |
Oggetto | Altamura, Palazzo Del Balzo | |
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Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | Palazzo De Angelis | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Palazzo del Balzo, Palazzo De Angelis, Palazzo Viti | |
Cronologia | XV secolo: data di edificazione dell'edificio attuale. XVI secolo: rimaneggiamento complessivo del palazzo e costruzione del portale. XVII secolo, inizi: viene abbattuta l'attigua chiesetta dell'Annunziata e la sua area è inglobata nel palazzo. XIX secolo, inizi: il palazzo passa dalla famiglia De Angelis alla famiglia De Viti. | |
Autore | ||
Committente | La tradizione locale ha ritenuto che il nucleo originario del palazzo sia stato edificato da Pirro Del Balzo su un precedente impianto medievale che si ritiene risalente all'età di Federico II. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il palazzo occupa un lotto urbano attestato nel primo tratto di corso Federico II, estendendosi fino ad addossarsi alle mura urbane in prossimità di Porta Bari. Si struttura come un blocco compatto, con piano terra, mezzanino, primo piano nobile e secondo piano. Al centro della facciata si apre un portale cinquecentesco centinato, inquadrato da semicolonne piuttosto snelle e sormontato da un timpano triangolare. In corrispondenza dello spigolo si collocano due logge angolari sovrapposte: quella del primo piano, composta da due archi a tutto sesto è oggi tamponata e ha un affaccio su un balcone sporgente su mensole lapidee e con parapetto in ferro; quella al secondo piano nobile, ancora aperta, si caratterizza per due aperture angolari trabeate, poggianti su una colonnina centrale, e un arco laterale. All'interno il palazzo è organizzato intorno a una grande corte centrale, cui si accede attraverso un androne voltato a botte, da cui era anche l'accesso alla cappella. Sul cortile si affaccia la grande loggia a due livelli, con aperture ad arco al livello inferiore e trabeazione a quello superiore. I capitelli della loggia sono tutti di foggia diversa. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | Stemma Farnese murata sullo spigolo nord est. Stemma De Angelis sul portale e su uno dei capitelli della loggia. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Gelao 2005: Clara Gelao, "Il palazzo Viti De Angelis ad Altamura", in Puglia rinascimentale, Milano 2005, 275-276. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/02/2014 19:47:41 | |
Data ultima revisione | 24/02/2017 18:35:23 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/677 |
Oggetto | Altamura, palazzo prelatizio | |
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Tipologia | palazzo | |
Nome attuale | palazzo prelatizio | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1571: notizie di lavori eseguiti dall'artefice mastro Cola de Gessa. 1619 Istituzione del fondo Monte a Moltiplico per la fondazione del vescovado (mai realizzata). 1748 Decreto di Carlo III per istituzione della Regia Università. 1799 Moti rivoluzionari in città. 1811 Chiusura del Regio Studio. | |
Autore | Fra le maestranze risulta attivo Nicola de Gessa, che lavora anche alla costruzione del campanile nuovo della Cattedrale e al portale della chiesa di San Nicola dei Greci. | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | L'edificio, con un'ampia facciata caratterizzata da una lunga loggia arcuata superiore, secondo i canoni dell'architettura moderna civile pugliese, presenta un imponente portale centrale fiancheggiato da colonne a rocchi a bugnato che dà accesso al cortile, sul cui lato destro campeggia il fianco sinistro della Cattedrale con arcate e matronei con polifore. Il loggiato è caratterizzato da una lunga balconata con pilastrini segnati da stemmi e, sul culmine, si vede un tondo con il ritratto a rilievo del prelato Pietro Magri, di origine palermitano (1664-1688), datato 1681. L'edificio è addossato all'arco del duomo e prospetta su corso Federico II, l'asse principale della città. L'elemento architettonico di maggiore interesse è la struttura che sorge sull'arco del duomo, passaggio segnato da un portale a punte di diamanti con stemmi e profilo con toro, che presenta, al piano nobile, due balconi con colonnini con un'ampia bifora di forme rinascimentali con capitelli figurati di stampo ancora romanico e una profonda arcata superiore con protomi a rilievi nella volta a botte costolonata, con soluzioni che lasciano coesistere elementi medievali con forme moderne. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | L'edificio è stato la sede della prelatura di Altamura, istituita da Federico II con la fondazione della chiesa di Santa Maria, istituita come chiesa regia, esentata dal controllo vescovile della vicina diocesi di Gravina (dal 1976 un unico vescovo regge le concattedrali di Altamura, Gravina e Acquaviva delle Fonti, prelatura dal sec. XIX). Il palazzo attuale fu eretto intorno al 1571, quando risultano pagamenti a mastro Cola de Gessa per la costruzione della casa prelatizia e delle carceri, addossandolo alla Cattedrale. Lo stesso maestro aveva lavorato all'erezione della torre campanaria e all'arco del duomo (1550-1560). Il lungo prospetto con il portale a bugnati presenta interventi successivi, riferibili al tempo del prelato Magri (intorno al 1681). Nell'edificio, che conserva nel cortile e nell'alzato la facies tardo-rinascimentale, fu ospitata la Regia università di Altamura dal 1748 al 1811. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | “Die 10 mensis Marcii 1571 Altamure / per tenore de la presente io donno Paulo de Paladinis de ditta cita procuratore del Reverendo capitulo et eletto sopra alla fabrica de la maggiore Ecclesia de le carcere che al presente se fanno me confesso havere receputo et manualmente havuto ducati vinti quatri in questo modo videlicet docati novi faciamo bono a mastro Janno Antonio de Chironno et docati cinque a mastro Cola de Gessa et docati dui ho receputo de conotazione [...]” (Ponzetti 1960, p. 47, nota 7). | |
Bibliografia | Ponzetti 1960: Francesco Maria Ponzetti, “Il portale di S. Nicola dei Greci di Altamura”, Altamura, 7, 1960, 43-71. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 03/02/2014 20:01:56 | |
Data ultima revisione | 20/12/2018 17:00:41 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/681 |
Oggetto | Altamura, Porta Bari | |
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Tipologia | Porta urbica | |
Nome attuale | Porta di Bari | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | Porta Baresana | |
Cronologia | 1490 la cappella dell'Annunziata sorge sopra la porta. 1602 la cappella è ancora esistente presso la porta. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La cinta muraria della città medievale di Altamura aveva sei porte in direzione dei centri principali dell'area. Di tutte si conserva la porta Bari, che si apre nelle mura della città con un arco acuto con conci di bugnato squadrato, che permette di datarla al secolo XIV, ai tempi dell'erezione della cinta, a partire dalla signoria di Sparano di Bari (1285-1294). La porta sorge accanto alla residenza rinascimentale della famiglia Del Balzo (oggi nota come Palazzo Viti-De Angelis) e nel secolo XV vi si era addossata la cappella dell'Annunziata, abbattuta nel secolo XVII; in seguito a ciò è stata risistemata la parte superiore con una loggia con doppio balcone, due paraste laterali con coronamento a volute e spirali (dei secoli XVII-XVIII). La volta della porta è a tutto sesto, frutto anch'essa di rimaneggiamenti successivi. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | La Porta di Bari, che presenta il profilo archiacuto della luce che permette di datarla al secolo XIV, ha subito numerose trasformazioni. Addossata a Palazzo Del Balzo, edificio del secolo XV, aveva visto la costruzione superiormente della chiesa della SS. Annunziata, già esistente nel 1490 (all'erezione della chiesa deve essere associata la volta a botte dell'intradosso che non prosegue il profilo acuto della porta esterna). Dopo la distruzione della cappella, nel secolo XVII, la porta fu risistemata, tra i secoli XVII-XVIII, con un restyling barocco, con paraste e volute e con un doppio balcone superiore. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia |
Berloco 1972: Tommaso Berloco, "Le chiese di Altamura. VI. SS. Annunziata", Altamura, 14, 1972, 171-174. Berloco 1985: Tommaso Berloco, Storie inedite della città di Altamura, Bari 1985.
Di Cicco 1901: V. Di Cicco, "Ricerche archeologiche nei territori di Altamura e di Gravina", Notizie degli scavi di antichità, 1901, 210-217.
Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, XII, Le carte di Altamura, a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935, n° 49.
Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991, 112-115.
Orlandi 1770: Cesare Orlandi, Delle città d’Italia e sue isole adiacenti compendiose notizie sacre e profane, vol. I, Perugia 1770, 402-403.
Ponzetti 1984: F. M. Ponzetti, "Le mura appenniniche preromane di Altamura", Altamura, 25-26, 1983-1984, 10-11. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 03/02/2014 19:52:53 | |
Data ultima revisione | 24/02/2017 18:51:26 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/678 |
Oggetto | Altamura, San Liberatore | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa (trasformata) | |
Nome attuale | ||
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | San Liberatore, San Salvatore, Sant'Imperatore | |
Cronologia | 1527 Peste con numerosi morti in città sepolti nell'ipogeo della chiesa e del vicino bastione. 1593, 1647 chiesa di diritto patronato della famiglia Priore. 1751 chiesa ancora officiata ma bisognosa di restauri. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La chiesa, posta accanto alla chiesa barocca di S. Maria dei Martiri, nella piazzetta omonima, e adiacente alla Portella, uno degli ingressi secondari della cinta muraria, alle spalle dei bastioni e della cinta muraria fu eretta, deve risalire al tempo della peste del 1527, come rivela l'iscrizione sull'architrave del portale che reca negli stipiti due parole greche che alludono all'intitolazione: Liberatore e Salvatore. La chiesa che appare come una piccola cappella ha il portale semplicemente architravato con una lunetta, rivela una pianta quadrata e la copertura con una cupola dall'ampio e alto tiburio e il tetto a spioventi. | |
Iscrizioni | Sull'architrave del portale, iscrizione del 1527. Sugli stipiti del portale, iscrizione con parole greche. | |
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | L'edificio, ubicato alle spalle alle mura, sembra essere sorto in sostituzione di un edificio precedente diruto in occasione della peste del 1527, probabilmente per ringraziamento della liberazione dal contagio. L'edificio si presenta sotto forma di piccola cappella con pianta centrale e cupola, secondo canoni rinascimentali. Officiata fino al 1751, quando risultava in cattive condizioni di conservazione, in seguito divenne di proprietà privata e versa ancora oggi in uno stato precario (attualmente l'immobile risulta in vendita). | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Berloco 1989-1990: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura (XLVIII): S. Liberatore”, Altamura, 31-32, 1989-1990, 185-193.
Ponzetti 1936: Francesco Maria Ponzetti, "Osservazioni su 'Le Carte di Altamura' raccolte da Angelantonio Giannuzzi", Japigia, 7, 1936, 426-427.
Ponzetti 1977: Francesco Maria Ponzetti, "Intervento per il recupero della chiesa greca di San Salvatore e San Liberatore in Altamura", Antiqua, 2, 1977, 6. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 13/09/2015 22:53:25 | |
Data ultima revisione | 24/02/2017 18:52:56 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/842 |
Oggetto | Altamura, San Lorenzo | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa (esistente) | |
Nome attuale | San Lorenzo | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | San Lorenzo extra moenia | |
Cronologia | 1330, 1334 primi documenti che attestano l'esistenza della chiesa. 1717 rifacimento dell'edificio a cura di Giuseppe Carlucci, la cui famiglia possedeva il beneficio. 1907 donazione della chiesa al canonico Genco. | |
Autore | ||
Committente | Giuseppe Carlucci, promotore del rifacimento dell'edificio (1717). | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La chiesa sorta extra moenia nei pressi di Porta Foggiali si presenta in una forma tardobarocca, con la facciata caratterizzata dal portale architravato con volute, che potrebbe anche risalire per la sua forma ad un intervento cinque-seicentesco, e che contiene una iscrizione tardomedievale che proviene dal primitivo edificio. | |
Iscrizioni | Nell'architrave del portale è inserita una iscrizione tardomedievale. | |
Stemmi o emblemi araldici | Giglio presso l'iscrizione tardomedievale del portale. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | L'edificio, fondato in età medievale, si presentava in cattive condizioni già tra i secc. XVI e XVII e venne rifatto nel 1717 in una forma che conserva ancora attualmente, riutilizzando parti della costruzione precedente (probabilmente il portale con l'iscrizione medievale). | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Berloco 1991-1992: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura, XLIX: San Lorenzo extra Moenia”, Altamura, 33-34, 1991-1992, 51-70. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 10/09/2015 19:18:22 | |
Data ultima revisione | 17/12/2018 12:06:31 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/841 |
Oggetto | Altamura, San Nicola dei Greci | |
---|---|---|
Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | San Nicola dei Greci | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 1232: fondazione come parrocchia per la comunità di rito greco. 1493: il clero della chiesa supplica Ferrante d’Aragona per ottenere 20 once d’oro dovute dall’università (Giannuzzi 1935, doc. CCLXXIII, p. 550). 1568: rifacimento dell’interno. 1576: rifacimento del portale “perento” a opera del tagliapietra locale Nicola de Gessa. | |
Autore | Nicola de Gessa (portale). | |
Committente | Capitolo della chiesa di San Nicola dei Greci. | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | La chiesa presenta un interno ad aula unica. L'esterno è un volume rettangolare compatto, con basamento bugnato che corre alla base. La facciata è caratterizzata nella parte bassa dal portale, con stipiti cinquecenteschi inquadrati dall'edicola medievale, e nella parte alta dal rosone. | |
Iscrizioni | Data 1576 incisa sul portale. | |
Stemmi o emblemi araldici | Sul portale, in alto a sinistra lo stemma dei Palagano, a destra quello dei Farnese, alla base della fascia di destra lo stemma di Altamura sormontato dalla corona regale. | |
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | ||
Storia e trasformazioni | ||
Note | Il portale cinquecentesco presenta una sequenza di scene figurate dell'antico e del nuovo testamento che ripropone modelli medievali, probabilmente ispirati anche dalla vicina cattedrale. | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | Nella riunione capitolare del 18 settembre 1574 si stabilisce che: “per far la porta magiore di detta Chiesa et per stare detta Chiesa perchè mena ruguina et staj da di indi cascar seria bene lavorare ditta porta et assettarla et trovare il meglio portaro che si può et essendo porgiuto partito per Mastro Cola de Gessa et non ci essendo alcun mastro nè citatino nè forastiero de far ditta lavorero et porta lo sopraditto Mastro è offerto far ditta porta iuxta lo modello presentato farlo per tutta la quadragesima per priezo de docati centi et che li detti de la predetta Chiesa siano tenuri darci la calce solamente et che dopo fatto detto lavorero sia licito al detto Capitolo far venir uno dui o più Mastri ad apprezar ditto lavorero et si per sorte per li detti Mastri fusse apprezato manco deli centi docati manco di detti centi se li diano et si più lo lassa in poter de ditto Capitolo sindi li vole dar si o no” (Ponzetti 1960, p. 44). | |
Bibliografia |
Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, vol. XII, Le carte di Altamura (1232-1509), ed. a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935.
Ponzetti 1941: Francesco Maria Ponzetti, “Cripte ed eremi medievali di Altamura”, Japigia, 12, 1941-1942, 77-11.
Ponzetti 1960: Francesco Maria Ponzetti, “Il portale di S. Nicola dei Greci di Altamura”, Altamura, 7, 1960, 43-71. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 03/02/2014 18:59:49 | |
Data ultima revisione | 24/02/2017 18:58:00 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/676 |
Oggetto | Altamura, mura | |
---|---|---|
Tipologia | Fortificazioni | |
Nome attuale | Mura megalitiche | |
Nomi antichi | ||
Materiali e tecniche edilizie | La cinta esterna presenta due cortine di blocchi non squadrati in calcare, disposti a secco secondo il piano di sfaldatura; la cinta interna è realizzata da grossi blocchi calcarei sbozzati, disposti di testa e di taglio in maniera irregolare. | |
Dimensioni | ||
Stato di conservazione | ||
Immagine | ||
Cronologia | Ultimo venticinquennio del V secolo a.C. - ultimi decenni del IV secolo a.C. | |
Fattori di datazione | Tecnica edilizia; accertamenti archeologici (stratigrafia). | |
Storia e trasformazioni medievali e moderne | La cinta interna, ora rintracciabile solo in pochi tratti (cortile interno di Palazzo del Balzo, attualmente De Angelis), è stata recuperata da Sparano da Bari intorno al 1293 e riutilizzata come tracciato per le fortificazioni della città medievale. La cinta esterna, mai interessata dall'edificazione del centro urbano, fino a tempi recenti, ha conservato il suo aspetto antico nonostante la progressiva decadenza. A partire dal 1982 sono stati attuati diversi interventi di recupero, restauro e riqualificazione delle strutture (Rinaldi 2009-2010, 48-49). | |
Famiglie e persone | ||
Descrizione | Il doppio sistema di fortificazioni, una più interna a chiudere l'acropoli e una esterna più ampia, è tuttora l'evidenza archeologica più significativa della cittadina dell'Alta Murgia. Delle mura, elemento identificativo e caratterizzante del territorio, porta una chiara testimonianza il toponimo che, probabilmente preesistente, fu adottato dalla fondazione federiciana (nell' Atto di delimitazione del territorio del 1243 ricorre, infatti, questa espressione: terra que dicta est antiquitus Altamura, cfr. Giannuzzi 1935, 5). Recenti analisi di natura topografica, corredate dall'inserimento dei dati disponili in un sistema GIS, hanno consentito di verificare la lunghezza dei due circuiti murari e stabilirne, ricostruendo ipoteticamente alcuni tratti, il tracciato originario (Rinaldi 2009-2010). La cinta interna è ora individuabile in pochi settori, poiché riutilizzata come base per le fortificazioni medievali; uno stato di migliore conservazione è goduto dalle mura esterne, che restano ancora visibili per lungo tratto in una zona poco edificata nel settore Nord dell'abitato (da via delle Mura Megalitiche procedendo in direzione Sud-Est fino alla strada Provinciale per Santeramo), dove si conserva l'unica porta antica dell'intero sistema fortificato: la porta Alba, meglio nota dalla tradizione antiquaria come porta Aurea (a m 350 dalla provinciale per Bari, in corrispondenza di via Chiancone). Le altre porte di accesso all'acropoli e alla più vasta area dell'insediamento peuceta sono state individuate grazie all'analisi incrociata delle fonti documentarie, delle evidenze archeologiche e dei risultati delle indagini effettuate (Ponzetti 1984; Rinaldi 2009-2010, 45-48). É molto probabile che le porte medievali di Porta Bari e Porta Foggiali siano state impostate sulle fortificazioni antiche, mentre la posizione degli accessi nel circuito esterno sembra ancora leggibile nel tracciato degli assi viari che collegavano il centro peuceta a quelli vicini (Ceglie, Bari, Gravina, Matera, Taranto e Cassano Murge). Risulta dunque possibile ubicare complessivamente sei porte, tante quante vengono descritte in un manoscritto anonimo dei primi dell'ottocento (Anonimo 1810), in parte coincidenti con quelle, più numerose, rappresentate nella celebre veduta della città del XVI secolo (Muratore, Munafò 1991, 115, fig. 45). | |
Iscrizioni | Porta del Carmine: Orlandus me destruxit Federicus me reparavit (la più antica attestazione dell'iscrizione risale alla veduta della città, realizzata alla fine del XVI secolo per Angelo Rocca, in Muratore, Munafò 1991, 115, fig. 45; per l'iscrizione si veda anche: Anonimo 1810 citato in Ponzetti 1984, 11). | |
Apparato decorativo | ||
Note | Le "alte mura" sono state sin dal Medioevo, come confermano anche le carte notarili (cfr. fonti e documenti), un importante elemento di definizione spaziale della città e del suo territorio, nonché un forte simbolo identitario e una solida base materiale per la costruzione di una storia antica locale. Tutte le fonti antiquarie riconoscono come antico il circuito esterno riferendo talvolta, come nel caso di Domenico Santoro (cfr. Berloco 1985, 126 s.), la sovrapposizione delle fortificazioni moderne a quelle antiche solo nel tratto più esterno (compreso tra Porta Sant'Antonio e porta Foggiali); mentre la forma del doppio circuito non pare compresa. L'anonimo del 1810 riferisce che la Porta del Carmine, fino al 1715, doveva essere costituita da massi di grandi dimensioni e conservare ancora l'arco con l'iscrizione che celebrava la ricostruzione federiciana della città ditrutta ad opera di Orlano (Orlandus me destruxit Federicus me reparavit, Ponzetti 1984, 11). | |
Fonti iconografiche | - 1584-1585: veduta a volo di uccello (Roma, Archivio Generale degli Agostiniani, Carte Rocca, p/32; Muratore, Munafò 1991, 112-113, fig. 44). - 1584-1585: veduta a volo d'uccello (Roma, Archivio Generale degli Agostiniani, Carte Rocca, p/33; Muratore, Munafò 1991, 114-115, fig. 45). - XVIII secolo: veduta della città e pianta (manoscritto anonimo non classificato conservato presso la biblioteca del Museo civico della città di Altamura in Ponzetti 1984-1985, 12, fig. 1-2). | |
Piante e rilievi | Ricostruzione grafica del percorso delle fortificazioni su base cartografica in Rinaldi 2009-2010, tav. VI.
| |
Fonti e documenti | Il nome della città: - Atto di delimitazione del territorio del 1243: terra que dicta est antiquitus Altamura (cfr. Giannuzzi 1935, 5; Rinaldi 2010, 41); - Deposizioni relative ad un atto processuale datato 1299: recordatur quando in terra Altamure nulus habitabat, tamen vocabatur tunc eodem nomine locus ille ita desertus (Giannuzzi 1935, 111, 118; Rinaldi 2010, 41-42, nota 6); Antichità delle mura: - Atto processuale del 1299: si definisce la città di Altamura con la seguente espressione que est circumdata parietibus antiquis (Giannuzzi 1935, 93; Rinaldi 2010, 42); - Atto privato del 13 giugno 1306: notazione riguardante l’antichità delle mura (Giannuzzi 1935, 240; Rinaldi 2010, 42); Attestazioni della Porta Aurea: - Nell'Inventarium Bonorum del 1530, tav. 6, f. 31 (Archivio capitolare della Cattedrale di Altamura) si trova l’espressione: in contrata muri veteri in porta que dicitur Aurea (cfr. Ponzetti 1983-1984, 11 nota 6); - Negli Atti della Visita del 1558 (Archivio capitolare della Cattedrale di Altamura) si trova un’altra menzione della porta: ortum unum porta Aurea in murum vetere (cfr. Ponzetti 1983-1984, 11 nota 6); Descrizione dell’impianto del circuito murario: - Domenico Santoro, Descrizione della città di Altamura 1688 (in Berloco 1985, 26-27). | |
Bibliografia | Anonimo 1810: Manoscritto inedito non classificato conservato presso l’Archivio della Biblioteca del Museo civico della città di Altamura.
Berloco 1985: Tommaso Berloco, Storie inedite della città di Altamura, Bari 1985.
Di Cicco 1901: Vittorio Di Cicco, "Ricerche archeologiche nei territori di Altamura e di Gravina", Notizie degli scavi di antichità 1901, 210-217.
De Juliis 1988: Ettore Maria De Juliis, Gli Iapigi. Storia e civiltà della puglia preromana, Milano 1988, 130-132.
Giannuzzi 1935: A. Giannuzzi, Le carte di Altamura (1532-1502), in Codice Diplomatico Barese, XII, Bari 1935.
Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991.
Ponzetti 1984: Francesco Maria Ponzetti, "Le mura appenniniche preromane di Altamura", Altamura, 25-26, 1983-1984, 8-120.
Rinaldi 2009-2010: Annunziata Rinaldi, "L'impianto difensivo dell'insediamento peucezio di Altamura: alcune considerazioni", Taras, 29-30, 2009-2010, 41-72. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 23/02/2014 17:44:27 | |
Data ultima revisione | 13/05/2017 19:46:42 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/62 |
Oggetto | Altamura, iscrizione dei Mirmidoni | |
---|---|---|
Supporto | Pietra calcarea | |
Cronologia | sec. XIV | |
Immagine | ![]() | |
Prima attestazione | ||
Trascrizione | MIRMIDONVM GENTI SIT LAVS SIT CELICA VITA / QVE TIBI LAVRENTI TEMPLI DEDIT ALME LEVITA / IN QVO LAVDERIS CVM CHRISTO GENTE FIDELI / IMPETRET VT VELIS PATRIOTIS DEGERE CELI | |
Famiglie e persone | ||
Note | L'iscrizione è visibile, reimpiegata nel portale di età moderna della chiesa di San Lorenzo, per la quale era stata realizzata in origine. Presenta caratteri onciali fortemente incisi e senza grazie, assimilabili a quelli delle iscrizioni presenti nei fianchi della chiesa di Santa Maria di Altamura, di età angioina e riferibili ai lavori svolti per quella chiesa ai tempi di re Roberto d'Angiò (1316). L'epigrafe proviene dalla chiesa originaria ed è stata inserita nel portale (riferibile alla ricostruzione del 1717): presenta una croce e un giglio (riferibile ai D'Angiò) e una rosa, che rappresenta probabilmente un inserto seriore. Essa, inoltre, appare tagliata alla base, per cui sono state intaccate sia il giglio che la croce. | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Berloco 1991-1992: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura, XLIX: San Lorenzo extra Moenia”, Altamura, 33-34, 1991-1992, 51-70.
Ponzetti 1936: Francesco Maria Ponzetti, "Osservazioni su 'Le Carte di Altamura' raccolte da Angelantonio Giannuzzi", Japigia, 7, 1936, 424-427.
Tubito 1702: Massimo Santoro Tubito, Divinum Theatrum reverendi d. Maximi Xanthori Tubiti Altiliensis seu Altmurani, Neapoli, Parrino, MDCCII, [vi-vii]. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 03/02/2014 19:53:54 | |
Data ultima revisione | 23/02/2017 00:20:44 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/54 |
Oggetto | Altamura, iscrizione di Pedro de Toledo | |
---|---|---|
Supporto | Pietra calcarea | |
Cronologia | XVI secolo | |
Immagine | ![]() | |
Prima attestazione | L'iscrizione si trova affissa sulla facciata principale della cattedrale di Altamura. Adesso è quasi completamente illegibile: delle due lastre su cui era incisa, risulta parzialmente decifrabile soltanto la prima lastra. Il testo è comunque noto dalle fonti bibliografiche. | |
Trascrizione | "MEMORIAE CAVSA IMP. FEDER. II POSVIT ROBER. NEAPOLIT. REX COL/LAPSVM RESTITVIT TE[M]PLI PRIMV[M] SACERDOTIVM IVRIS REGII IN ALIO/RVM MANCIPIVM PRAETER IVS REDACTV[M] PETRVS TOLETVS PRO RE/GE CVRA[N]TE VINCENTIO SALAZARO EIVS ARCHISACERDOTE IN PRISTI/NVM IVS VINDICAVIT MDL". | |
Famiglie e persone | Federico II Roberto d'Angiò Carlo V Pedro de Toledo Vincenzo Salazaro | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Chierico 1894: Vincenzo Chierico, Alcune illustrazioni sul Duomo di Altamura, Altamura 1894 (riedito come articolo in Altamura, 36, 1994-1995, 29-35).
Salazaro 1878: Demetrio Salazaro, "La cattedrale di ALtamura", in Studi sui monumenti dell'Italia meridionale dal IV al XIII secolo, II, Napoli 1878 (riedito come articolo in Altamura, 36, 1994-1995, 13-15).
Santoro 1959: Orazio Santoro, La Cattedrale di Altamura e le sue opere d'arte. Notizie storiche, Altamura 1959 (riedito in Altamura, 36, 1994-1995, 69-87).
Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 81-89. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 07/02/2014 15:03:05 | |
Data ultima revisione | 23/02/2017 00:23:28 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/59 |
Oggetto | Altamura, iscrizione di San Liberatore | |
---|---|---|
Supporto | Pietra calcarea | |
Cronologia | 1527 | |
Immagine | ![]() | |
Prima attestazione | ||
Trascrizione | AEDIS FOEDA SITU FUERAS: TU ALTILIA PESTE NAMQUE OMEN VERI SPERNERE SACRA DEI CUM TAMEN O CIVES REPARASTIS TEMPLA PRECESQUE FUNDITIS URBIS ADEST IUNTA SALUTE QUIES A.D. 1527 (Berloco 1989-1990, p. 186)
Sullo stipite sinistro: ΛΕΥΘΑΙΡΟCΙC [sic, evid. per ΕΛΕΥΘΕΡΩCΙC] Sullo stipite destro: C(ΩΤ)ΗΡ(ΙΑ) | |
Famiglie e persone | ||
Note | ISCRIZIONE LATINA L'iscrizione del 1527, incisa sull'architrave del portale della chiesa di San Liberatore, che contiene sui capitelli degli stipiti due parole greche, di età coeva, che richiamano la titolazione dell'edificio: Liberazione e Salvatore, ricorda la ricostruzione dell'edificio nel tempo della peste e contiene il richiamo all'antico nome della città, Altilia, ragion per cui ha attirato l'attenzione degli storici cittadini fin dal sec. XVII. Occorre tuttavia notare che tale denominazione, pur essendo legata alla tradizione storiografica, trova, a differenza dell'iscrizione di S. Lorenzo dei Mirmidoni, un appiglio nei documenti medievali, nei quali troviamo, alla fine del sec. XIII, diverse testimonianze che assicurano, come riferisce un ottuagenario in un documento del 1299: "audivit ab antiquioribus suis vocabatur idem locus Altilia quando erat locus Saracenorum" (Giannuzzi 1935, 111).
ISCRIZIONI GRECHE La prima delle due iscrizioni in greco ai lati del portale, quella di sinistra, presenta vari problemi. Perché il testo abbia senso (per poter cioè restituire la parola ἐλευθέρωσις, 'liberazione'), va ipotizzata la caduta dell'epsilon incipitale, benché il margine a sinistra sia ampio: l'errore dunque dovrebbe essersi verificato già al momento dell'incisione, se non già nel modello di copia. Si registrano inoltre due errori dovuti a omofonia: l'uso erroneo del dittongo AI per E, e omicron al posto di omega. Da notare infine il nesso di tipo corsivo EY.
Nell'iscrizione di destra, il consueto nesso CHP è qui da sciogliere con il sostantivo femminile σωτηρία, 'salvezza', sia per la presenza del tratto obliquo sopra P, sia per simmetria con il sostantivo ἐλευθέρωσις sullo stipite di sinistra. | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Berloco 1985: Tommaso Berloco (a cura di), Storie antiche di Altamura, Altamura 1985.
Berloco 1989-1990: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura (XLVIII): S. Liberatore”, Altamura, 31-32, 1989-1990, 185-193.
Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, vol. XII, Le carte di Altamura (1232-1509), ed. a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935, 111.
Ponzetti 1936: Francesco Maria Ponzetti, "Osservazioni su 'Le Carte di Altamura' raccolte da Angelantonio Giannuzzi", Japigia, 7, 1936, 426-427.
Ponzetti 1977: Francesco Maria Ponzetti, "Intervento per il recupero della chiesa greca di San Salvatore e San Liberatore in Altamura", Antiqua, 2, 1977, 6
Tubito 1702: Massimo Santoro Tubito, Divinum Theatrum reverendi d. Maximi Xanthori Tubiti Altiliensis seu Altmurani, Neapoli, Parrino, MDCCII, [vi-vii]. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Lorenzo Miletti, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 03/02/2014 19:56:32 | |
Data ultima revisione | 23/02/2017 00:24:35 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/55 |
Oggetto | Altamura, Cattedrale, leoni stilofori | |
---|---|---|
Materiale | pietra | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1533-1534 | |
Autore | Antonio da Andria, Paolo da Cassano | |
Descrizione | I due leoni sostituiscono probabilmente analoghe sculture medievali e sono inseriti nel portale principale della Cattedrale di Altamura. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | I mandati di pagamento mostrano la compresenza di Antonio da Andria e Paolo da Cassano, quest’ultimo insieme “con doi figlioli” nei lavori di risistemazione del portale. Il 18 settembre 1533 viene emesso il primo mandato di pagamento “a mastro Antonio [...] perché have ingomminciato ad faro lo leone” e due mesi dopo, il primo novembre, si ha un altro pagamento allo stesso perché “hando ad Fornello per schavare la petra de lo altro leone” (Altamura, Archivio capitolare, Reg. Ass., vol. 16, 1533-1534, c. 42). È invece del 7 luglio 1534 il pagamento a Pietro da Cassano e ai suoi assistenti “che hanno posto la porta penta stanziata presenti” (Altamura, Archivio capitolare, Reg. Ass., vol. 17, 1534-1535, cc. 35, 36, 46v). I pagamenti sono citati e parzialmente trascritti in Bozzoni 1979, ed. 1994-1995, 111, e Belli D’Elia 1991-1992, 29. | |
Bibliografia | Belli D'Elia 1991-1992: Pina Belli D'Elia, "La facciata ed il portale della Cattedrale di Altamura. Riletture e riflessioni", Altamura, XXXIII-XXIV, 1991-1992, 17-48.
Bozzoni 1979-1980: Corrado Bozzoni, “Il Duomo di Altamura: vicende e restauri”, Palladio, serie 3, XXIX, 1979-1980, 109-122.
Calò Mariani, Cristiana Testi 1978: Maria Stella Calò Mariani, Maria Laura Cristiana Testi, L'Art dans l'Italie Meridionale. Aggiornamento all'opera di Bertaux, a cura di Corrado Bozzoni, tomo V, Roma 1978 (riedito come articolo in Altamura, XXVI, 1994-1995, 97-106).
Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno internazionale (Bitonto, palazzo municipale, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.
Santoro 1959: Orazio Santoro, La Cattedrale di Altamura e le sue opere d'arte. Notizie storiche, Altamura 1959 (riedito in Altamura, XXXVI, 1994-1995, 69-87). | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 04/02/2014 17:37:57 | |
Data ultima revisione | 23/02/2017 10:56:45 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/446 |
Oggetto | Altamura, Cattedrale, Madonna in trono con Bambino | |
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Materiale | pietra calcarea dipinta | |
Dimensioni | ||
Cronologia | 1534 | |
Autore | Paolo da Cassano | |
Descrizione | La statua raffigura la Vergine seduta, con in braccio il Bambino, e si trova in una cappella laterale della Cattedrale di Altamura. La policromia mostra tracce di ridipintura. | |
Immagine | ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | Paolo da Cassano | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | Il pagamento di 18 ducati in favore di Paolo Cassano per la realizzazione della Madonna di Costantinopoli risale al 1534 (Altamura, Archivio capitolare, Reg. Ass., vol. 17, 1534-1535; pubblicato in Belli D’Elia 1991-1992, 29, nota 27). | |
Bibliografia | Belli D'Elia 1991-1992: Pina Belli D'Elia, "La facciata ed il portale della Cattedrale di Altamura. Riletture e riflessioni", Altamura, XXXIII-XXIV, 1991-1992, 17-48.
Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno internazionale (Bitonto, palazzo municipale, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53. | |
Allegati | ||
Link esterni | ||
Schedatore | Fulvio Lenzo | |
Data di compilazione | 04/02/2014 17:36:09 | |
Data ultima revisione | 19/01/2017 10:47:45 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/445 |
Oggetto | Bari, Pinacoteca provinciale (già Altamura), tavole di polittico | |
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Luogo di conservazione | Bari | |
Materiale | tempera su tavola | |
Dimensioni | ||
Cronologia | ottavo decennio del XV secolo | |
Autore | Bartolomeo Vivarini | |
Descrizione | Le quattro tavolette raffigurano, da sinistra a destra, i Santi Nicola di Bari, Caterina d'Alessandria, Chiara e Bernardino da Siena. Esse facevano parte di un polittico (smembrato) originariamente collocato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Altamura, e sono pervenute nella Pinacoteca provinciale di Bari nel 1937. | |
Immagine | ![]() ![]() | |
Committente | ||
Famiglie e persone | ||
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | ||
Allegati | ||
Link esterni | Scheda sull'opera nel sito della pinacoteca Provinciale di Bari. | |
Schedatore | Paola Coniglio | |
Data di compilazione | 06/01/2015 14:50:09 | |
Data ultima revisione | 07/02/2017 12:39:01 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/490 |
Nome | Altamura | |
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Status amministrativo | Comune, in provincia di Bari | |
Estensione del territorio comunale | 428 kmq. | |
Popolazione | 70.406 (marzo 2016) | |
Musei | Museo nazionale archeologico; Museo della civiltà rurale; Museo etnografico dell'Alta Murgia | |
Archivi | . | |
Biblioteche | Archivio Biblioteca museo civico; Biblioteca del Capitolo della Cattedrale palatina; Biblioteca del Centro regionale servizi educativi e culturali; Biblioteca del monastero di Santa Chiara; Biblioteca del Museo statale | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Citta/24 |