NomeAltamura
TipoCittà
Luogo superiorePUGLIA
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OggettoAltamura, Cattedrale
Tipologiachiesa cattedrale
Nome attualeSanta Maria Assunta
Immagine
Nomi antichi

Santa Maria, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Assunta

Cronologia

1232-1245: inizio dei lavori di costruzione.

1260-1262: da un decreto di Manfredi, letto “in publico, intus in dicta ecclesia” si deduce che i lavori erano giunti a uno stadio avanzato.

1267-1274: l’edificio viene consacrato dall’arciprete Nicola di Catamarra.

1301: l’arciprete Pietro de Angeriac fa realizzare “quoddam opus pro aliqua calcaria seu materia agnoscitur opus est”.

1302: è documentata la fornitura di legname e calce per la chiesa e le abitazioni annesse.

1304: si organizza una colletta per la “ecclesiae fabrica”.

1308: disposizione testamentaria in favore di “fabrice predicte ecclesie sanctae Marie Maioris de eadem terra”. In questa fase vengono costruiti una serie contrafforti sul fianco settentrionale, collegati da archi sorreggenti una galleria di trifore.

1316: un crollo di vaste proporzioni coinvolge il cantiere. Secondo quanto riportato nell’iscrizione sul fianco sud (cfr. infra, Iscrizioni), il danno sarebbe stato riparato da maestranze provenienti dalla città di Bitonto. È probabile che il cantiere prevedesse l’inserimento di un grande transetto nell’area delle torri, dove si trova il grande contrafforte poligonale.

1321: re Roberto d'Angiò conferma il regio patronato sulla chiesa.

1316-1330: sono documentati numerosi lasciti testamentari in favore della fabbrica, che doveva quindi essere interessata da un cantiere di notevoli dimensioni. Deve essere maturata in questa fase la decisione di invertire l’orientamento della chiesa, aprendo il portale principale al posto dell’abside di età fridericiana.

XV secolo: sorgono una serie di cappelle che sfondando le pareti laterali comprese fra i contrafforti della fiancata settentrionale le occludono.

1474: viene eretta la parte alta del campanile sull’angolo nord est della facciata.

1485: la cattedrale viene elevata al rango di “collegiata insigne”  da papa Innocenzo VIII.

1494: viene costruito un nuovo presbiterio.

1521: vari lasciti testamentari in favore della “ecclesia nova”. Acquisti di materiale da cantiere attestano una ripresa dei lavori di fabbrica, concentrati sulle coperture del presbiterio.

1523: il campanile nord-est crolla e viene ricostruito entro l’anno successivo.

1533-1534: si rimonta per anastilosi il portale, per il quale vengono riscolpiti due nuovi leoni stilofori. Contestualmente gli stalli del vecchio coro vengono smantellati e se ne realizza uno nuovo.

1554-1556: si ricostruiscono i campanili su progetto fornito da tale “mastro Rogerio”, e il rosone.

1729: sopraelevazione dei campanili.

1745: apertura della loggia dell’Assunta nella parte alta della facciata inquadrata fra i due campanili.

1854-1862: l’architetto Federico Travaglini consolida la fabbrica e modifica sostanzialmente l’interno conferendogli una veste neogotica.

Autore

Nel 1299 i lavori risultano affidati al magister Domenico Senex.

Maestro Rogerio realizza i campanili e il rosone (1554-1556).

Committente

Federico II

Famiglie e persone

Federico II

Manfredi

Roberto d'Angiò

Pedro de Toledo

Descrizione

L'edificio si presenta come un volume compatto, articolato in facciata da due alte torri e da un unico portale riccamente decorato e inserito entro una edicola inquadrata da colonne su leoni stilofori. Il fianco settentrionale è caratterizzato da una galleria, in alto, e da un unico portale scolpito. Lo spigolo nord-occidentale è rinforzato da un possente contrafforte poligonale di età angioina.

L'interno si configura come un invaso a tre navate, con matronei sulle navatelle e profondo presbiterio quadrato.

Iscrizioni

Sul fianco nord iscrizione di Roberto d'Angiò:

"ANNVS MILLENVS SEXTVS DENVSQVE TRIGENVS / CVRREBAT CERTVS REGIT ET REX REGNA ROBERTVS / LVX NON SORTE BONA IANI VIGESIMA NONA / O SCELLVS O QVANTVM TEMPLVM RVIT HOC FLEO SANCTVM / CONSILII NATI REPARAVERVNT ARTE PROBATI / VRBE BITONTINA VIVAT GENS ALTAMVRINA".

Sull’architrave della porta laterale:

"REGIA CAPPELLA SVM NVLLVS DET MIHI BELLA / PROTEGO PROTECTVS COLEI REX REGE ROBERTVS/ IANVA CELORVMSVM PORTVS DVX QVE PIORVM / DOGMATA DOCTORVM SERVANT QVI SACRA MEORVM"

In facciata iscrizione di Carlo V e Pedro de Toledo:

"MEMORIAE CAVSA IMP. FEDER. II POSVIT ROBER. NEAPOLIT. REX COL/LAPSVM RESTITVIT TE[M]PLI PRIMV[M] SACERDOTIVM IVRIS REGII IN ALIO/RVM MANCIPIVM PRAETER IVS REDACTV[M] PETRVS TOLETVS PRO RE/GE CVRA[N]TE VINCENTIO SALAZARO EIVS ARCHISACERDOTE IN PRISTI/NVM IVS VINDICAVIT MDL".

Sullo stipite ligneo della porta principale:

"POSSIDET HANC CAESAR REGIT AT VINCENTIVS AEDEM RESTITVIT CAROLO PERDITA IVRA PETRVS 1550 REST.".

Stemmi o emblemi araldici

Sopra il portale laterale sono due stemmi angioini del re Roberto d'Angiò e del principe di Taranto. 

Un altro stemma angioino è nel timpano del portale principale.

In facciata si trovano  un grande stemma di Carlo V accompagnato da quelli di Pedro de Toledo e Vincenzo Salazaro.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Leoni stilofori (1533-34)

Statua della Vergine in trono con Bambino (1534)

Storia e trasformazioni

L'edificio attuale porta traccia di tre fasi differenti: le navate medievali, il coro rifatto nel tardo XV secolo e l'interno restaurato in stile neogotico dall'architetto Travaglini nel XIX secolo.

Note

La cattedrale di Altamura era una delle quattro basiliche palatine, cioè di patronato regio, della Puglia, insieme a San Nicola di Bari, Santa Maria a Barletta e alla Cattedrale di Acquaviva delle Fonti.

Il principale problema storiografico della cattedrale di Altamura risiede nel suo orientamento invertito, cui corrisponde la posizione, analogamente invertita rispetto ai modelli pugliesi, delle due torri, che invece di essere ai lati dell'abside (come in San Nicola di Bari e nelle cattedrali di Bari, Bitonto, Giovinazzo etc.) sono posizionate in facciata.

La storiografia ha risposto al problema con due ipotesi alternative, ovvero ipotizzando una inversione dell'orientamento in una fase successiva alla fondazione (identificata nell'importante campagna di lavori del XVI secolo), o, in alternativa, propendendo per identificare quali modelli della cattedrale esempi nordeuropei caratterizzati da torri in facciata.

I più recenti esami della fabbrica e della documentazione d'archivio hanno confermato che effettivamente vi sia stato un ribaltamento dell'orientamento, e che tuttavia tale operazione è di molto anteriore al XVI secolo e va collocato nella tarda età angioina.

Un altro interessante dato, finora messo in evidenza soltanto da Belli D'Elia 1991-1992, è quello del restauro "neoromanico" della facciata, con il rifacimento parziale e il rimontaggio del portale nel 1533-34 e la ricostruzione del rosone nel 1554.

Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Sezione e rilievi dei capitelli in Schulz 1860; rilievi dei prospetti in De Vita 1972.

Fonti/Documenti

1232: diploma emesso da Federico II, nel quale l’imperatore nomina arciprete della cattedrale Riccardo da Brindisi(Giannuzzi 1935, doc. I) .

1248: bolla papale di conferma, emessa da Innocenzo IV (Giannuzzi 1935, doc. II).

Bibliografia

Attolico, Fiore 1997: Alessandro Attolico, Nicola Giovanni Fiore, “Verifica di stabilità strutturale sulle configurazioni storiche della Cattedrale di Altamura”, Altamura, 28, 1997, 149-162.

 

Belli D'Elia 1991-1992: Pina Belli D'Elia, "La facciata ed il portale della Cattedrale di Altamura. Riletture e riflessioni", Altamura, 23-24, 1991-1992, 17-48 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 217-245).

 

Benedettelli, Fragasso 1989-1990: Marcello Benedettelli, Giuseppe Fragasso, “Il restauro del portale, del rosone e della bifora della cattedrale di Altamura”, Altamura, 21-22, 1989-1990, 269-304.

 

Bertaux 1904: Émile Bertaux, L’art dans l’Italie Méridionale, tome premier: De la fine de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, Paris 1904.

 

Bonelli, Bozzoni 1982: Renato Bonelli, Corrado Bozzoni, “Federico II e la Cattedrale di Altamura”, Antichità Viva, 21.2-3, 1982, 5-20 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 143-166).

 

Bozzoni 1979: Corrado Bozzoni, “Il Duomo di Altamura: vicende e restauri”, Palladio, ser. 3, 29, 1979-1980, 109-122 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 109-139).

 

Calò Mariani, Cristiana Testi 1978: Maria Stella Calò Mariani, Maria Laura Cristiana Testi, L'Art dans l'Italie Meridionale. Aggiornamento all'opera di Bertaux, a cura di Corrado Bozzoni, tomo V, Roma 1978 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 97-106).

 

Chierico 1894: Vincenzo Chierico, Alcune illustrazioni sul Duomo di Altamura, Altamura 1894 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 29-35).

 

Civita 1994: Mauro Civita, "Il contributo di Federico Travaglini e di Corrado de Judicibus ai restauri ottocenteschi della cattedrale di Altamura", in La parabola del restauro stilistico nella rilettura di sette casi emblematici, a cura di Giuseppe Fiengo et al., Milano 1994, 133-180 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 299-335).

 

De Vita 1972: Raffaele De Vita, "Rilievo fotogrammetrico dei prospetti della Cattedrale di Altamura", Altamura, 14, 1972, 13-24.

 

Fiore 1997: Nicola Giovanni Fiore, “Le vicende urbanistiche di Altamura nel Medioevo e l’orientamento della sua Cattedrale”, Altamura, 28, 1997, 141-148.

 

Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, vol. XII, Le carte di Altamura (1232-1509), ed. a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935.

 

Haseloff 1920: Arthur Haseloff, Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, Leipzig 1920 (TextbandTafelband).

 

Kappel, Kemper 1992: Kai Kappel, Dorothee Kemper, “Die Marienkirche Friedrichs II. in Altamura (Apulien). Probleme der Baugeschichte”, Zeitschrift für Kunstgeschichte, 55, 1992, 482-506 (riedito in traduzione italiana in Altamura, 26, 1994-1995, 255-297).

 

Milella 1997: Nicola Milella, “La cattedrale di Altamura. Ricostruzione di un enigma storico”, Altamura, 28, 1997, 99-139.

 

Pepe, Civita 1995: Adriana Pepe, Mauro Civita, “La cattedrale di Altamura”, in Federico II. Immagine e potere, a cura di Maria Stella Calò Mariani, Venezia 1995, 277-283 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 339-345).

 

Pepe, Civita 1997: Adriana Pepe, Mauro Civita, “Le trasformazioni della Cattedrale di Altamura dalle absidi all’attuale facciata”, Altamura, 28, 1997, 63-97.

 

Petrucci 1969: Alfredo Petrucci, "Il Duomo di Altamura", in Cattedrali di Puglia, Roma 1960 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 91-93).

 

Pupillo 1990: Giuseppe Pupillo, “La Cattedrale, segno del Medioevo”, in Altamura. Segni e percorsi di un’evoluzione urbana, Torre di Nebbia 1990 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 169-175).

 

Rossi 2018: Maria Cristina Rossi, "Il portale della cattedrale di Altamura. La scultura nel contesto del Trecento pugliese", in Conversano nel Medioevo. Storia, arte e cultura del territorio tra IX e XIV secolo, a cura di Gaetano Curzi et al., Roma 2018, pp. 107-116.

 

Salazaro 1878: Demetrio Salazaro, "La cattedrale di Altamura", in Studi sui monumenti dell'Italia meridionale dal IV al XIII secolo, II, Napoli 1878 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 13-15).

  

Santoro 1959: Orazio Santoro, La Cattedrale di Altamura e le sue opere d'arte. Notizie storiche, Altamura 1959 (riedito in Altamura, 26, 1994-1995, 69-87).

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 81-89; Atlas, tav. XV.

 

Serena 1887: Ottavio Serena, Una lapide del 1316, Trani 1887 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 19-25)

 

Serena 1903: Ottavio Serena, La Chiesa di Altamura, la serie dei suoi prelati e le sue iscrizioni, Trani 1903 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 44-58).

 

Tragni 2009: Bianca Tragni, La cattedrale di Altamura fra restauri, scoperte, interpretazioni, Bari 2009.

 

Vinaccia 1915: Antonio Vinaccia, "Le Cattedrali del terzo periodo dell'Arte pugliese", in I monumenti medievali di Terra di Bari, vol. I, Bari 1915 (riedito come articolo in Altamura, 26, 1994-1995, 61-65).

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione23/01/2014 21:09:09
Data ultima revisione08/02/2019 14:56:37
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OggettoAltamura, mura
Tipologiamura urbiche
Nome attualeMura
Immagine
Nomi antichi

Cinta muraria

Cronologia

1285 Concessione della città a Sparano di Bari (m. 1294) che intraprende la costruzione della cinta muraria.

1357 Giovanni di Pipino, detto il Palatino, signore della città viene fatto giustiziare dal conte di Gravina Luigi di Durazzo.

Autore
Committente

Sparano da Bari, giurista e feudatario, signore di Altamura (1285-1294).

Famiglie e persone
Descrizione

La cinta muraria, che racchiudeva l'intero centro urbano e fu costruita da Sparano da Bari a partire dal 1285, venne eretta sfruttando in parte resti della cinta antica interna (resti sono ancora visibili nel cortile di Palazzo Del Balzo). Della antiche porte rimane integra Porta Bari, adiacente a Palazzo Del Balzo, che molto probabilmente si innesta, come Porta Foggiali, sul tracciato murario antico (di qui a Porta Sant'Antonio ci si innesta sulla cinta interna antica nel tratto in cui coincide il perimetro esterno e quello interno). La Porta del Carmine, che recava il motto cittadino, doveva essere costituiti di conci di grandi dimensioni, forse riutilizzati dalle mura più antiche. Nel tratto vicino Porta Matera è visibile un pezzo delle mura con il camminamento superiore e nella parete è infisso il rilievo che ricorda il supplizio del Palatino ordinato dal conte di Gravina nel 1357. Si vede ancora un torrioncino con toro superiore e camminamento nei pressi di Porta Foggiali.

Iscrizioni

Sulla Porta del Carmine si leggeva il motto (presente anche sullo stemma cittadino): Rothlandus/Orlandus me destruxit, Federicus me reparavit, la cui prima attestazione rinvenuta in una versione differente per alcuni particolari ("Orlandus me vicit Federicus a me reparavit"), risale alla veduta della città nelle carte Rocca del 1584 circa (Muratore-Munafò 1991, 114-115).

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

La cinta ingloba in alcuni settori resti della cinta muraria antica.

Opere d'arte medievali e moderne

Rilievo con raffigurazione della gamba del signore della città Giovanni di Pipino (detto il Palatino) giustiziato nel castello di Altamura da Luigi di Durazzo conte di Gravina nel 1357.

Storia e trasformazioni

La cinta, il cui valore simbolico è palese dal nome stesso della città, racchiude la città e si è sviluppata dopo la fondazione voluta da Federico II, tra età medievale e moderna, occupando in alcuni tratti i resti delle mura antiche. Di forma ellittica e lunga circa km 2, era circondata in tutto il suo perimetro da un fossato; fu innalzata a partire dalla signoria di Sparano da Bari, cui fu concessa la città nel 1285 e che morì nel 1294. In essa si aprivano sei porte: quattro in corrispondenza dei punti cardinali e due intermedie, in direzione delle città vicine: Porta Bari sopravvive, e presso Porta Matera era stato posto il rilievo con la gamba di Pipino (le altre erano Porta Foggiali, Porta Carmine, Porta Sant'Antonio, Porta S. Teresa, Porticella ai Martiri). Le strade che partivano dalle porte si chiudevano a raggiera nella piazza principale della città ampliata da Federico d'Aragona nel 1494 (Orlandi 1770). Nel Settecento avanzavano anche i resti del castello (dove era stato giustiziato Giovanni di Pipino) con le torri. Oggi poco resta della cinta urbica, un torrione di difesa con il toro superiore e il camminamento di guardia presso Porta Foggiali sull'attuale Corso Vittorio Emmanuele II, la Porta Bari e il tratto presso Porta Matera con i beccatelli.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Berloco 1985: Tommaso Berloco, Storie inedite della città di Altamura, Bari 1985.

 

Di Cicco 1901: V. Di Cicco, "Ricerche archeologiche nei territori di Altamura e di Gravina", Notizie degli scavi di antichità, 1901, 210-217.

 

Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, XII, Le carte di Altamura, a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935, n° 49.

 

Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991, 112-115.

 

Orlandi 1770: Cesare Orlandi, Delle città d’Italia e sue isole adiacenti compendiose notizie sacre e profane, vol. I, Perugia 1770, 402-403.

 

Ponzetti 1984: F. M. Ponzetti, "Le mura appenniniche preromane di Altamura", Altamura, 25-26, 1983-1984, 10-11.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 20:00:24
Data ultima revisione24/02/2017 18:00:45
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OggettoAltamura, ospedale della Trinità
Tipologiaospedale
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1515: Francesco Rossi fonda l'ospedale.

1579: la confraternita che ha sede nella cappella annessa all'ospedale viene aggregata alla omonima confraternita di Roma.

1629: nella sacra visita effettuata da Rodrigo de Anaya de Guevara l'ospedale risulta registrato come ospizio di pellegrini.

1667: la struttura è definita "Hospitale degli infermi e Pellegrini" (Magri 1667, 76).

Autore
Committente

Francesco Rossi

Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni

Sul portale corre la scritta:

"SISTE GRADV[M] / PEREGRINE  TIBI / VNIVS DEITATIS ET TRINAE FRATRES HV[N]C POSVERE LOCV[M]."

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Regio assenso del 1522 (in Berloco 1971, pp. 116-119).

Magri 1667: Relazione della Città e Chiesa di Altamura scritta a Sua Eminenza per la Sacra Congregazione Concistoriale da Mons. D. Pietro Magri anno 1667,  ms. Archivio Capitolare di Altamura (cfr. Altamura, 3, 1955, 72-85.

Bibliografia

Berloco 1971: Tommaso Berloco, "L'assistenza medica e ospedaliera in Altamura fino al XIX secolo", Altamura, 1971, 105-132.

 

Magri 1667: Relazione della Città e Chiesa di Altamura scritta a Sua Eminenza per la Sacra Congregazione Concistoriale da Mons. D. Pietro Magri anno 1667, Altamura, 3, 1955, 72-85.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/02/2014 19:59:06
Data ultima revisione24/02/2017 18:12:01
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/679
OggettoAltamura, Palazzo Baldassarre
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Baldassarre
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1799 esponenti della famiglia Baldassarre partecipano alla difesa della città dall'assalto delle truppe sanfediste del cardinale Ruffo.

Autore
Committente
Famiglie e persone

Famiglia Baldassare, in origine muratori, nel corso del tempo hanno accresciuto il loro status in città; loro esponenti parteciparono alla liberazione della città con l'innalzamento dell'albero della libertà nel 1799 e la difesero dall'assalto dei sanfedisti.

Descrizione

Il palazzo, di forma allungata, sorge nel centro storico, nei pressi di Porta Foggiali. L'edificio è su tre livelli con il pianterreno che conserva parte della base in bugnato rustico, appartenente alla fase più antica della costruzione, nel secolo XV, che segue su tutti lati visibili della pianta oblunga. Il palazzo, residenza della famiglia di costruttori più importanti della città, subì un radicale rifacimento in età barocca; al secolo XVII è attribuibile la decorazione di tutti i piani superiori, con ringhiere in ferro battuto che adornano balconi con arcate a tutto sesto in forma di loggia che caratterizzano il piano nobile, mentre l'ultimo livello, con semplici finestre quadrate, reca una cornice ad arcatelle tipica dell'archtettura del Regno tra XVI e XVII secolo.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio sorto nel centro storico nei pressi di Porta Foggiali occupa un intero isolato oblungo e risale nella sua fase originaria al secolo XV, come rivelano i resti della base con bugnato rustico. Nel secolo XVII l'edificio è stato completamento riadattato con l'apertura di logge con balconi e la cornice superiore ad arcatelle.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

 

Mongiello 2008: Luigi Mongiello, “Edifici di epoca rinascimentale ad Altamura”, in Luigi Mongiello, Architettura del Rinascimento in Puglia, Bari 2008, 163-165.


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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 20:30:47
Data ultima revisione24/02/2017 18:14:21
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/683
OggettoAltamura, Palazzo Del Balzo
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo De Angelis
Immagine
Nomi antichi

Palazzo del Balzo, Palazzo De Angelis, Palazzo Viti

Cronologia

XV secolo: data di edificazione dell'edificio attuale.

XVI secolo: rimaneggiamento complessivo del palazzo e costruzione del portale.

XVII secolo, inizi: viene abbattuta l'attigua chiesetta dell'Annunziata e la sua area è inglobata nel palazzo.

XIX secolo, inizi: il palazzo passa dalla famiglia De Angelis alla famiglia De Viti.

Autore
Committente

La tradizione locale ha ritenuto che il nucleo originario del palazzo sia stato edificato da Pirro Del Balzo su un precedente impianto medievale che si ritiene risalente all'età di Federico II.

Famiglie e persone
Descrizione

Il palazzo occupa un lotto urbano attestato nel primo tratto di corso Federico II, estendendosi fino ad addossarsi alle mura urbane in prossimità di Porta Bari.

Si struttura come un blocco compatto, con piano terra, mezzanino, primo piano nobile e secondo piano. Al centro della facciata si apre un portale cinquecentesco centinato, inquadrato da semicolonne piuttosto snelle e sormontato da un timpano triangolare. In corrispondenza dello spigolo si collocano due logge angolari sovrapposte: quella del primo piano, composta da due archi a tutto sesto è oggi tamponata e ha un affaccio su un balcone sporgente su mensole lapidee e con parapetto in ferro; quella al secondo piano nobile, ancora aperta, si caratterizza per due aperture angolari trabeate, poggianti su una colonnina centrale, e un arco laterale.

All'interno il palazzo è organizzato intorno a una grande corte centrale, cui si accede attraverso un androne voltato a botte, da cui era anche l'accesso alla cappella. Sul cortile si affaccia la grande loggia a due livelli, con aperture ad arco al livello inferiore e trabeazione a quello superiore. I capitelli della loggia sono tutti di foggia diversa.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma Farnese murata sullo spigolo nord est.

Stemma De Angelis sul portale e su uno dei capitelli della loggia.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Gelao 2005: Clara Gelao, "Il palazzo Viti De Angelis ad Altamura", in Puglia rinascimentale, Milano 2005, 275-276.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/02/2014 19:47:41
Data ultima revisione24/02/2017 18:35:23
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OggettoAltamura, palazzo prelatizio
Tipologiapalazzo
Nome attualepalazzo prelatizio
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1571: notizie di lavori eseguiti dall'artefice mastro Cola de Gessa.

1619 Istituzione del fondo Monte a Moltiplico per la fondazione del vescovado (mai realizzata).

1748 Decreto di Carlo III per istituzione della Regia Università.

1799 Moti rivoluzionari in città.

1811 Chiusura del Regio Studio.

Autore

Fra le maestranze risulta attivo Nicola de Gessa, che lavora anche alla costruzione del campanile nuovo della Cattedrale e al portale della chiesa di San Nicola dei Greci.

Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L'edificio, con un'ampia facciata caratterizzata da una lunga loggia arcuata superiore, secondo i canoni dell'architettura moderna civile pugliese, presenta un imponente portale centrale fiancheggiato da colonne a rocchi a bugnato che dà accesso al cortile, sul cui lato destro campeggia il fianco sinistro della Cattedrale con arcate e matronei con polifore. Il loggiato è caratterizzato da una lunga balconata con pilastrini segnati da stemmi e, sul culmine, si vede un tondo con il ritratto a rilievo del prelato Pietro Magri, di origine palermitano (1664-1688), datato 1681. L'edificio è addossato all'arco del duomo e prospetta su corso Federico II, l'asse principale della città. L'elemento architettonico di maggiore interesse è la struttura che sorge sull'arco del duomo, passaggio segnato da un portale a punte di diamanti con stemmi e profilo con toro, che presenta, al piano nobile, due balconi con colonnini con un'ampia bifora di forme rinascimentali con capitelli figurati di stampo ancora romanico e una profonda arcata superiore con protomi a rilievi nella volta a botte costolonata, con soluzioni che lasciano coesistere elementi medievali con forme moderne.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio è stato la sede della prelatura di Altamura, istituita da Federico II con la fondazione della chiesa di Santa Maria, istituita come chiesa regia, esentata dal controllo vescovile della vicina diocesi di Gravina (dal 1976 un unico vescovo regge le concattedrali di Altamura, Gravina e Acquaviva delle Fonti, prelatura dal sec. XIX). Il palazzo attuale fu eretto intorno al 1571, quando risultano pagamenti a mastro Cola de Gessa per la costruzione della casa prelatizia e delle carceri, addossandolo alla Cattedrale. Lo stesso maestro aveva lavorato all'erezione della torre campanaria e all'arco del duomo (1550-1560). Il lungo prospetto con il portale a bugnati presenta interventi successivi, riferibili al tempo del prelato Magri (intorno al 1681). Nell'edificio, che conserva nel cortile e nell'alzato la facies tardo-rinascimentale, fu ospitata la Regia università di Altamura dal 1748 al 1811.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

“Die 10 mensis Marcii 1571 Altamure / per tenore de la presente io donno Paulo de Paladinis de ditta cita procuratore del Reverendo capitulo et eletto sopra alla fabrica de la maggiore Ecclesia de le carcere che al presente se fanno me confesso havere receputo et manualmente havuto ducati vinti quatri in questo modo videlicet docati novi faciamo bono a mastro Janno Antonio de Chironno et docati cinque a mastro Cola de Gessa  et docati dui ho receputo de conotazione [...]” (Ponzetti 1960, p. 47, nota 7).

Bibliografia

Ponzetti 1960: Francesco Maria Ponzetti, “Il portale di S. Nicola dei Greci di Altamura”, Altamura, 7, 1960, 43-71.

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SchedatoreFulvio Lenzo, Antonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 20:01:56
Data ultima revisione20/12/2018 17:00:41
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OggettoAltamura, Palazzo Tricarico
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Tricarico
Immagine
Nomi antichi

Palazzo Castelli

Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone

Famiglia Castelli, proprietaria originaria del palazzo.

Angelo Tricarico, medico e professore dell'università di Altamura (1757-1765).

Descrizione

Il Palazzo, sito nel Claustro Tricarico di via Santa Lucia, secondo una caratteristica urbanistica della città che presenta numerosi cortili chiusi che si collegano alle strade principali, presenta un elemento di forte richiamo nel portale che immette nel cortile, non centrale rispetto al palazzo ma in posizione avanzata e decentrata per immettere nell'ampio cortile interno aperto, con una rampa di scala e tracce di una macina per cereali a indicare la destinazione ad uso lavorativo del pianterreno della corte interna. Il portale, architravato e senza arco, è fiancheggiato da colonne su pilastri che nel dado inferiore recano la conseuta rappresentazione rinascimentale in Puglia di due profili, uno maschile e uno femminile (con abbigliamento di signori a simboleggiare probabilmente i proprietari dell'edificio) come nei palazzi di Bari. La struttura trilitica di stipiti e architravi, di una semplicità arcaizzante, è arricchita da una notevole balconata con colonnini fioriti e pilastri con decorazioni (in uno lo stemma della famiglia Castelli, proprietaria all'origine dell'edificio, negli altri due, un leone rampante e uno stemma muto), databile all'età tardo-rinascimentale. La corte aperta dominata dalla rampa unica della scala, con i gradini in pietra originari, lisci e con toro, presenta la parte residenziale del complesso, che conserva ancora, dell'assetto tardorinascimentale, i balconi e le finestre con cornici modanate e alte fasce architravate, con decorazioni animali e vegetali scolpite, con coronamento liscio di pretta derivazione classicheggiante.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma della famiglia Castelli (sul pilastrino destro della loggia esterna)

Stemma muto (sul pilastrino centrale della loggia esterna)

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio, sorto in un claustro, conserva l'impianto originario con il portale d'ingresso, la corte con la scala e la parte residenziale, attribuibile alla famiglia Castelli e databile ai decenni tra XVI e XVII secolo. Sono intervenute modifiche successive, specie nel lato del palazzo di fronte al portale d'ingresso, dove si avverte una sopraelevazione dell'ultimo piano, riferibile ai secoli XVIII-XIX, forse ai tempi dell'acquisto da parte della famiglia Tricarico.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Mongiello 2008: Luigi Mongiello, Architettura del Rinascimento in Puglia, Bari 2008, 432.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 20:26:41
Data ultima revisione24/02/2017 18:27:31
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OggettoAltamura, Porta Bari
TipologiaPorta urbica
Nome attualePorta di Bari
Immagine
Nomi antichi

Porta Baresana

Cronologia

1490 la cappella dell'Annunziata sorge sopra la porta.

1602 la cappella è ancora esistente presso la porta.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La cinta muraria della città medievale di Altamura aveva sei porte in direzione dei centri principali dell'area. Di tutte si conserva la porta Bari, che si apre nelle mura della città con un arco acuto con conci di bugnato squadrato, che permette di datarla al secolo XIV, ai tempi dell'erezione della cinta, a partire dalla signoria di Sparano di Bari (1285-1294). La porta sorge accanto alla residenza rinascimentale della famiglia Del Balzo (oggi nota come Palazzo Viti-De Angelis) e nel secolo XV vi si era addossata la cappella dell'Annunziata, abbattuta nel secolo XVII; in seguito a ciò è stata risistemata la parte superiore con una loggia con doppio balcone, due paraste laterali con coronamento a volute e spirali (dei secoli XVII-XVIII). La volta della porta è a tutto sesto, frutto anch'essa di rimaneggiamenti successivi.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La Porta di Bari, che presenta il profilo archiacuto della luce che permette di datarla al secolo XIV, ha subito numerose trasformazioni. Addossata a Palazzo Del Balzo, edificio del secolo XV, aveva visto la costruzione superiormente della chiesa della SS. Annunziata, già esistente nel 1490 (all'erezione della chiesa deve essere associata la volta a botte dell'intradosso che non prosegue il profilo acuto della porta esterna). Dopo la distruzione della cappella, nel secolo XVII, la porta fu risistemata, tra i secoli XVII-XVIII, con un restyling barocco, con paraste e volute e con un doppio balcone superiore.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

 

Berloco 1972: Tommaso Berloco, "Le chiese di Altamura. VI. SS. Annunziata", Altamura, 14, 1972, 171-174.


Berloco 1985: Tommaso Berloco, Storie inedite della città di Altamura, Bari 1985.

 

Di Cicco 1901: V. Di Cicco, "Ricerche archeologiche nei territori di Altamura e di Gravina", Notizie degli scavi di antichità, 1901, 210-217.

 

Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, XII, Le carte di Altamura, a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935, n° 49.

 

Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991, 112-115.

 

Orlandi 1770: Cesare Orlandi, Delle città d’Italia e sue isole adiacenti compendiose notizie sacre e profane, vol. I, Perugia 1770, 402-403.

 

Ponzetti 1984: F. M. Ponzetti, "Le mura appenniniche preromane di Altamura", Altamura, 25-26, 1983-1984, 10-11.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 19:52:53
Data ultima revisione24/02/2017 18:51:26
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OggettoAltamura, San Liberatore
Tipologiachiesa (trasformata)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi

San Liberatore, San Salvatore, Sant'Imperatore

Cronologia

1527 Peste con numerosi morti in città sepolti nell'ipogeo della chiesa e del vicino bastione.

1593, 1647 chiesa di diritto patronato della famiglia Priore.

1751 chiesa ancora officiata ma bisognosa di restauri.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa, posta accanto alla chiesa barocca di S. Maria dei Martiri, nella piazzetta omonima, e adiacente alla Portella, uno degli ingressi secondari della cinta muraria, alle spalle dei bastioni e della cinta muraria fu eretta, deve risalire al tempo della peste del 1527, come rivela l'iscrizione sull'architrave del portale che reca negli stipiti due parole greche che alludono all'intitolazione: Liberatore e Salvatore. La chiesa che appare come una piccola cappella ha il portale semplicemente architravato con una lunetta, rivela una pianta quadrata e la copertura con una cupola dall'ampio e alto tiburio e il tetto a spioventi.

Iscrizioni

Sull'architrave del portale, iscrizione del 1527.

Sugli stipiti del portale, iscrizione con parole greche.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio, ubicato alle spalle alle mura, sembra essere sorto in sostituzione di un edificio precedente diruto in occasione della peste del 1527, probabilmente per ringraziamento della liberazione dal contagio. L'edificio si presenta sotto forma di piccola cappella con pianta centrale e cupola, secondo canoni rinascimentali. Officiata fino al 1751, quando risultava in cattive condizioni di conservazione, in seguito divenne di proprietà privata e versa ancora oggi in uno stato precario (attualmente l'immobile risulta in vendita).

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Berloco 1989-1990: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura (XLVIII): S. Liberatore”, Altamura, 31-32, 1989-1990, 185-193.

 

Ponzetti 1936: Francesco Maria Ponzetti, "Osservazioni su 'Le Carte di Altamura' raccolte da Angelantonio Giannuzzi", Japigia, 7, 1936, 426-427.

 

Ponzetti 1977: Francesco Maria Ponzetti, "Intervento per il recupero della chiesa greca di San Salvatore e San Liberatore in Altamura", Antiqua, 2, 1977, 6.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione13/09/2015 22:53:25
Data ultima revisione24/02/2017 18:52:56
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OggettoAltamura, San Lorenzo
Tipologiachiesa (esistente)
Nome attualeSan Lorenzo
Immagine
Nomi antichi

San Lorenzo extra moenia

Cronologia

1330, 1334 primi documenti che attestano l'esistenza della chiesa.

1717 rifacimento dell'edificio a cura di Giuseppe Carlucci, la cui famiglia possedeva il beneficio.

1907 donazione della chiesa al canonico Genco.

Autore
Committente

Giuseppe Carlucci, promotore del rifacimento dell'edificio (1717).

Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa sorta extra moenia nei pressi di Porta Foggiali si presenta in una forma tardobarocca, con la facciata caratterizzata dal portale architravato con volute, che potrebbe anche risalire per la sua forma ad un intervento cinque-seicentesco, e che contiene una iscrizione tardomedievale che proviene dal primitivo edificio.

Iscrizioni

Nell'architrave del portale è inserita una iscrizione tardomedievale.

Stemmi o emblemi araldici

Giglio presso l'iscrizione tardomedievale del portale.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio, fondato in età medievale, si presentava in cattive condizioni già tra i secc. XVI e XVII e venne rifatto nel 1717 in una forma che conserva ancora attualmente, riutilizzando parti della costruzione precedente (probabilmente il portale con l'iscrizione medievale).

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Berloco 1991-1992: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura, XLIX: San Lorenzo extra Moenia”, Altamura, 33-34, 1991-1992, 51-70.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione10/09/2015 19:18:22
Data ultima revisione17/12/2018 12:06:31
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/841
OggettoAltamura, San Nicola dei Greci
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Nicola dei Greci
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1232: fondazione come parrocchia per la comunità di rito greco.

1493: il clero della chiesa supplica Ferrante d’Aragona per ottenere 20 once d’oro dovute dall’università (Giannuzzi 1935, doc. CCLXXIII, p. 550).

1568: rifacimento dell’interno.

1576: rifacimento del portale “perento” a opera del tagliapietra locale Nicola de Gessa.

Autore

Nicola de Gessa (portale).

Committente

Capitolo della chiesa di San Nicola dei Greci.

Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa presenta un interno ad aula unica. L'esterno è un volume rettangolare compatto, con basamento bugnato che corre alla base. La facciata è caratterizzata nella parte bassa dal portale, con stipiti cinquecenteschi inquadrati dall'edicola medievale, e nella parte alta dal rosone.

Iscrizioni

Data 1576 incisa sul portale.

Stemmi o emblemi araldici

Sul portale, in alto a sinistra lo stemma dei Palagano, a destra quello dei Farnese, alla base della fascia di destra lo stemma di Altamura sormontato dalla corona regale.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

Il portale cinquecentesco presenta una sequenza di scene figurate dell'antico e del nuovo testamento che ripropone modelli medievali, probabilmente ispirati anche dalla vicina cattedrale.

Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Nella riunione capitolare del 18 settembre 1574 si stabilisce che:

“per far la porta magiore di detta Chiesa et per stare detta Chiesa perchè mena ruguina et staj da di indi cascar seria bene lavorare ditta porta et assettarla et trovare il meglio portaro che si può et essendo porgiuto partito per Mastro Cola de Gessa et non ci essendo alcun mastro nè citatino nè forastiero de far ditta lavorero et porta lo sopraditto Mastro è offerto far ditta porta iuxta lo modello presentato farlo per tutta la quadragesima per priezo de docati centi et che li detti de la predetta Chiesa siano tenuri darci la calce solamente et che dopo fatto detto lavorero sia licito al detto Capitolo far venir uno dui o più Mastri ad apprezar ditto lavorero et si per sorte per li detti Mastri fusse apprezato manco deli centi docati manco di detti centi se li diano et si più lo lassa in poter de ditto Capitolo sindi li vole dar si o no” (Ponzetti 1960, p. 44).

Bibliografia

 

Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, vol. XII, Le carte di Altamura (1232-1509), ed. a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935.

 

Ponzetti 1941: Francesco Maria Ponzetti, “Cripte ed eremi medievali di Altamura”, Japigia, 12, 1941-1942, 77-11.

 

Ponzetti 1960: Francesco Maria Ponzetti, “Il portale di S. Nicola dei Greci di Altamura”, Altamura, 7, 1960, 43-71.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione03/02/2014 18:59:49
Data ultima revisione24/02/2017 18:58:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/676
OggettoAltamura, seggio
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attuale(distrutto)
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1586: il sedile risulta esistente (cfr. infra, Fonti iconografiche).

1815: il seggio viene adibito a sala da spettacolo teatrale e ristrutturato.

1858: viene abbattuto e al suo posto è elevata la torre dell'orologio, su progetto dell'architetto Corrado de Judicibus.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni

“LVDIS SCENIS  / TEMPORIBVSQVE MENSVRAE DICATVM / NOVA DESCRIPTIONE RESTITVI / ET LATIVS EXTRVI / ORDO DECVRIONVM CVRAVIT / VOTA POPVLI PERFECTA / A.S. MDCCCXV” (Moramarco 2003, p. 169).

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il seggio, documentato nel XVI secolo, è stato profondamente manomesso nel XIX secolo, quando è stato prima trasformato in teatro, poi sostituito dalle strutture di basamento per la torre dell'orologio.

Note
Fonti iconografiche

Il seggio è raffigurato e identificato come tale nella veduta manoscritta di Altamura del 1586.

Orazio Leraro, “Pianta delle strade che circondano quella del nuovo Teatro ed Orologio in Altamura”, Biblioteca - Archivio - Museo Civico di Altamura  (Moramarco 2003, p. 169).

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Civita 1994: Mauro Civita, "Il contributo di Federico Travaglini e di Corrado de Judicibus ai restauri ottocenteschi della cattedrale di Altamura", in La parabola del restauro stilistico nella rilettura di sette casi emblematici, a cura di Giuseppe Fiengo et al., Milano 1994, 133-180; poi Altamura, 1994-1995, 299-335.

 

Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.

 

Moramarco 2003: Carmela Moramarco, “Il teatro comunale di Altamura”, Altamura, XLIV, 2003, 165-208.

 

Santoro 1959: Orazio Santoro, La Cattedrale di Altamura e le sue opere d'arte. Notizie storiche, Altamura 1959, riedito in Altamura, XXXVI, 1994-1995, 69-87.

 

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione24/01/2014 12:38:42
Data ultima revisione20/12/2018 22:29:12
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/662
OggettoAltamura, mura
TipologiaFortificazioni
Nome attualeMura megalitiche
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizieLa cinta esterna presenta due cortine di blocchi non squadrati in calcare, disposti a secco secondo il piano di sfaldatura; la cinta interna è realizzata da grossi blocchi calcarei sbozzati, disposti di testa e di taglio in maniera irregolare.
Dimensioni
Stato di conservazione
Immagine
CronologiaUltimo venticinquennio del V secolo a.C. - ultimi decenni del IV secolo a.C.
Fattori di datazione

Tecnica edilizia; accertamenti archeologici (stratigrafia).

Storia e trasformazioni medievali e moderne

La cinta interna, ora rintracciabile solo in pochi tratti (cortile interno di Palazzo del Balzo, attualmente De Angelis), è stata recuperata da Sparano da Bari intorno al 1293 e riutilizzata come tracciato per le fortificazioni della città medievale. La cinta esterna, mai interessata dall'edificazione del centro urbano, fino a tempi recenti, ha conservato il suo aspetto antico nonostante la progressiva decadenza. A partire dal 1982 sono stati attuati diversi interventi di recupero, restauro e riqualificazione delle strutture (Rinaldi 2009-2010, 48-49).

Famiglie e persone
Descrizione

Il doppio sistema di fortificazioni, una più interna a chiudere l'acropoli e una esterna più ampia, è tuttora l'evidenza archeologica più significativa della cittadina dell'Alta Murgia. Delle mura, elemento identificativo e caratterizzante del territorio, porta una chiara testimonianza il toponimo che, probabilmente preesistente, fu adottato dalla fondazione federiciana (nell' Atto di delimitazione del territorio del 1243 ricorre, infatti, questa espressione: terra que dicta est antiquitus Altamura, cfr. Giannuzzi 1935, 5).

Recenti analisi di natura topografica, corredate dall'inserimento dei dati disponili in un sistema GIS, hanno consentito di verificare la lunghezza dei due circuiti murari e stabilirne, ricostruendo ipoteticamente alcuni tratti, il tracciato originario (Rinaldi 2009-2010).

La cinta interna è ora individuabile in pochi settori, poiché riutilizzata come base per le fortificazioni medievali; uno stato di migliore conservazione è goduto dalle mura esterne, che restano ancora visibili per lungo tratto in una zona poco edificata nel settore Nord dell'abitato (da via delle Mura Megalitiche procedendo in direzione Sud-Est fino alla strada Provinciale per Santeramo), dove si conserva l'unica porta antica dell'intero sistema fortificato: la porta Alba, meglio nota dalla tradizione antiquaria come porta Aurea (a m 350 dalla provinciale per Bari, in corrispondenza di via Chiancone).

Le altre porte di accesso all'acropoli e alla più vasta area dell'insediamento peuceta sono state individuate grazie all'analisi incrociata delle fonti documentarie, delle evidenze archeologiche e dei risultati delle indagini effettuate (Ponzetti 1984; Rinaldi 2009-2010, 45-48). É molto probabile che le porte medievali di Porta Bari e Porta Foggiali siano state impostate sulle fortificazioni antiche, mentre la posizione degli accessi nel circuito esterno sembra ancora leggibile nel tracciato degli assi viari che collegavano il centro peuceta a quelli vicini (Ceglie, Bari, Gravina, Matera, Taranto e Cassano Murge). Risulta dunque possibile ubicare complessivamente sei porte, tante quante vengono descritte in un manoscritto anonimo dei primi dell'ottocento (Anonimo 1810), in parte coincidenti con quelle, più numerose, rappresentate nella celebre veduta della città del XVI secolo (Muratore, Munafò 1991, 115, fig. 45).

Iscrizioni

Porta del Carmine: Orlandus me destruxit Federicus me reparavit (la più antica attestazione dell'iscrizione risale alla veduta della città, realizzata alla fine del XVI secolo per Angelo Rocca, in Muratore, Munafò 1991, 115, fig. 45; per l'iscrizione si veda anche: Anonimo 1810 citato in Ponzetti 1984, 11).

Apparato decorativo
Note

Le "alte mura" sono state sin dal Medioevo, come confermano anche le carte notarili (cfr. fonti e documenti), un importante elemento di definizione spaziale della città e del suo territorio, nonché un forte simbolo identitario e una solida base materiale per la costruzione di una storia antica locale.

Tutte le fonti antiquarie riconoscono come antico il circuito esterno riferendo talvolta, come nel caso di Domenico  Santoro (cfr. Berloco 1985, 126 s.), la sovrapposizione delle fortificazioni moderne a quelle antiche solo nel tratto più esterno (compreso tra Porta Sant'Antonio e porta Foggiali); mentre la forma del doppio circuito non pare compresa.

L'anonimo del 1810 riferisce che la Porta del Carmine, fino al 1715, doveva essere costituita da massi di grandi dimensioni e conservare ancora l'arco con l'iscrizione che celebrava la ricostruzione federiciana della città ditrutta ad opera di Orlano (Orlandus me destruxit Federicus me reparavit, Ponzetti 1984, 11).

Fonti iconografiche

- 1584-1585: veduta a volo di uccello (Roma, Archivio Generale degli Agostiniani, Carte Rocca, p/32; Muratore, Munafò 1991, 112-113, fig. 44).

- 1584-1585: veduta a volo d'uccello (Roma, Archivio Generale degli Agostiniani, Carte Rocca, p/33; Muratore, Munafò 1991, 114-115, fig. 45).

- XVIII secolo: veduta della città e pianta (manoscritto anonimo non classificato conservato presso la biblioteca del Museo civico della città di Altamura in Ponzetti 1984-1985, 12, fig. 1-2).

Piante e rilievi

Ricostruzione grafica del percorso delle fortificazioni su base cartografica in Rinaldi 2009-2010, tav. VI.

 

Fonti e documenti

Il nome della città:

- Atto di delimitazione del territorio del 1243: terra que dicta est antiquitus Altamura (cfr. Giannuzzi 1935, 5; Rinaldi 2010, 41);

- Deposizioni relative ad un atto processuale datato 1299: recordatur quando in terra Altamure nulus habitabat, tamen vocabatur tunc eodem nomine locus ille ita desertus (Giannuzzi 1935, 111, 118; Rinaldi 2010, 41-42,  nota 6);

Antichità delle mura:

- Atto processuale del 1299: si definisce la città di Altamura con la seguente espressione que est circumdata parietibus antiquis (Giannuzzi 1935, 93; Rinaldi 2010, 42);

- Atto privato del 13 giugno 1306: notazione riguardante l’antichità delle mura (Giannuzzi 1935, 240; Rinaldi 2010, 42);

Attestazioni della Porta Aurea:

- Nell'Inventarium Bonorum del 1530, tav. 6, f. 31 (Archivio capitolare della Cattedrale di Altamura) si trova l’espressione: in contrata muri veteri in porta que dicitur Aurea (cfr. Ponzetti 1983-1984, 11 nota 6);

- Negli Atti della Visita del 1558 (Archivio capitolare della Cattedrale di Altamura) si trova un’altra menzione della porta: ortum unum porta Aurea in murum vetere (cfr. Ponzetti 1983-1984, 11 nota 6);

Descrizione dell’impianto del circuito murario:

- Domenico Santoro, Descrizione della città di Altamura 1688 (in Berloco 1985, 26-27).

Bibliografia

Anonimo 1810: Manoscritto inedito non classificato conservato presso l’Archivio della Biblioteca del Museo civico della città di Altamura.

 

Berloco 1985: Tommaso Berloco, Storie inedite della città di Altamura, Bari 1985.

 

Di Cicco 1901: Vittorio Di Cicco, "Ricerche archeologiche nei territori di Altamura e di Gravina", Notizie degli scavi di antichità 1901, 210-217.

 

De Juliis 1988: Ettore Maria De Juliis, Gli Iapigi. Storia e civiltà della puglia preromana, Milano 1988, 130-132.

 

Giannuzzi 1935: A. Giannuzzi, Le carte di Altamura (1532-1502), in Codice Diplomatico Barese, XII, Bari 1935.

 

Muratore, Munafò 1991: Nicoletta Muratore, Paola Munafò, Immagini di città raccolte da un frate agostiniano alla fine del XVI secolo, Roma 1991.

 

Ponzetti 1984: Francesco Maria  Ponzetti, "Le mura appenniniche preromane di Altamura", Altamura, 25-26, 1983-1984, 8-120.

 

Rinaldi 2009-2010: Annunziata Rinaldi, "L'impianto difensivo dell'insediamento peucezio di Altamura: alcune considerazioni", Taras, 29-30, 2009-2010, 41-72.

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SchedatoreStefania Tuccinardi
Data di compilazione23/02/2014 17:44:27
Data ultima revisione13/05/2017 19:46:42
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OggettoAltamura, iscrizione dei Mirmidoni
SupportoPietra calcarea
Cronologiasec. XIV
Immagine
Prima attestazione
Trascrizione

MIRMIDONVM GENTI SIT LAVS SIT CELICA VITA / QVE TIBI LAVRENTI TEMPLI DEDIT ALME LEVITA / IN QVO LAVDERIS CVM CHRISTO GENTE FIDELI / IMPETRET VT VELIS PATRIOTIS DEGERE CELI

Famiglie e persone
Note

L'iscrizione è visibile, reimpiegata nel portale di età moderna della chiesa di San Lorenzo, per la quale era stata realizzata in origine. Presenta caratteri onciali fortemente incisi e senza grazie, assimilabili a quelli delle iscrizioni presenti nei fianchi della chiesa di Santa Maria di Altamura, di età angioina e riferibili ai lavori svolti per quella chiesa ai tempi di re Roberto d'Angiò (1316). L'epigrafe proviene dalla chiesa originaria ed è stata inserita nel portale (riferibile alla ricostruzione del 1717): presenta una croce e un giglio (riferibile ai D'Angiò) e una rosa, che rappresenta probabilmente un inserto seriore. Essa, inoltre, appare tagliata alla base, per cui sono state intaccate sia il giglio che la croce.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Berloco 1991-1992: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura, XLIX: San Lorenzo extra Moenia”, Altamura, 33-34, 1991-1992, 51-70.

 

Ponzetti 1936: Francesco Maria Ponzetti, "Osservazioni su 'Le Carte di Altamura' raccolte da Angelantonio Giannuzzi", Japigia, 7, 1936, 424-427.

 

Tubito 1702: Massimo Santoro Tubito, Divinum Theatrum reverendi d. Maximi Xanthori Tubiti Altiliensis seu Altmurani, Neapoli, Parrino, MDCCII, [vi-vii].

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SchedatoreFulvio Lenzo, Antonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 19:53:54
Data ultima revisione23/02/2017 00:20:44
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/54
OggettoAltamura, iscrizione di Pedro de Toledo
SupportoPietra calcarea
CronologiaXVI secolo
Immagine
Prima attestazione

L'iscrizione si trova affissa sulla facciata principale della cattedrale di Altamura. Adesso è quasi completamente illegibile: delle due lastre su cui era incisa, risulta parzialmente decifrabile soltanto la prima lastra. Il testo è comunque noto dalle fonti bibliografiche.

Trascrizione

"MEMORIAE CAVSA IMP. FEDER. II POSVIT ROBER. NEAPOLIT. REX COL/LAPSVM RESTITVIT TE[M]PLI PRIMV[M] SACERDOTIVM IVRIS REGII IN ALIO/RVM MANCIPIVM PRAETER IVS REDACTV[M] PETRVS TOLETVS PRO RE/GE CVRA[N]TE VINCENTIO SALAZARO EIVS ARCHISACERDOTE IN PRISTI/NVM IVS VINDICAVIT MDL".

Famiglie e persone

Federico II

Roberto d'Angiò

Carlo V

Pedro de Toledo

Vincenzo Salazaro

Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Chierico 1894: Vincenzo Chierico, Alcune illustrazioni sul Duomo di Altamura, Altamura 1894 (riedito come articolo in Altamura, 36, 1994-1995, 29-35).

 

Salazaro 1878: Demetrio Salazaro, "La cattedrale di ALtamura", in Studi sui monumenti dell'Italia meridionale dal IV al XIII secolo, II, Napoli 1878 (riedito come articolo in Altamura, 36, 1994-1995, 13-15).

 

Santoro 1959: Orazio Santoro, La Cattedrale di Altamura e le sue opere d'arte. Notizie storiche, Altamura 1959 (riedito in Altamura, 36, 1994-1995, 69-87).

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 81-89.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione07/02/2014 15:03:05
Data ultima revisione23/02/2017 00:23:28
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/59
OggettoAltamura, iscrizione di San Liberatore
SupportoPietra calcarea
Cronologia1527
Immagine
Prima attestazione
Trascrizione

AEDIS FOEDA SITU FUERAS: TU ALTILIA PESTE

NAMQUE OMEN VERI SPERNERE SACRA DEI

CUM TAMEN O CIVES REPARASTIS TEMPLA PRECESQUE

FUNDITIS URBIS ADEST IUNTA SALUTE QUIES

A.D. 1527

(Berloco 1989-1990, p. 186)

 

Sullo stipite sinistro:

ΛΕΥΘΑΙΡΟCΙC [sic, evid. per ΕΛΕΥΘΕΡΩCΙC]

Sullo stipite destro:

C(ΩΤ)ΗΡ(ΙΑ)

Famiglie e persone
Note

ISCRIZIONE LATINA

L'iscrizione del 1527, incisa sull'architrave del portale della chiesa di San Liberatore, che contiene sui capitelli degli stipiti due parole greche, di età coeva, che richiamano la titolazione dell'edificio: Liberazione e Salvatore, ricorda la ricostruzione dell'edificio nel tempo della peste e contiene il richiamo all'antico nome della città, Altilia, ragion per cui ha attirato l'attenzione degli storici cittadini fin dal sec. XVII. Occorre tuttavia notare che tale denominazione, pur essendo legata alla tradizione storiografica, trova, a differenza dell'iscrizione di S. Lorenzo dei Mirmidoni, un appiglio nei documenti medievali, nei quali troviamo, alla fine del sec. XIII, diverse testimonianze che assicurano, come riferisce un ottuagenario in un documento del 1299: "audivit ab antiquioribus suis vocabatur idem locus Altilia quando erat locus Saracenorum" (Giannuzzi 1935, 111).

 

ISCRIZIONI GRECHE

La prima delle due iscrizioni in greco ai lati del portale, quella di sinistra, presenta vari problemi. Perché il testo abbia senso (per poter cioè restituire la parola ἐλευθέρωσις, 'liberazione'), va ipotizzata la caduta dell'epsilon incipitale, benché il margine a sinistra sia ampio: l'errore dunque dovrebbe essersi verificato già al momento dell'incisione, se non già nel modello di copia.

Si registrano inoltre due errori dovuti a omofonia: l'uso erroneo del dittongo AI per E, e omicron al posto di omega.

Da notare infine il nesso di tipo corsivo EY.

 

Nell'iscrizione di destra, il consueto nesso CHP è qui da sciogliere con il sostantivo femminile σωτηρία, 'salvezza', sia per la presenza del tratto obliquo sopra P, sia per simmetria con il sostantivo ἐλευθέρωσις sullo stipite di sinistra.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Berloco 1985: Tommaso Berloco (a cura di), Storie antiche di Altamura, Altamura 1985.

 

Berloco 1989-1990: Tommaso Berloco, “Le chiese di Altamura (XLVIII): S. Liberatore”, Altamura, 31-32, 1989-1990, 185-193.

 

Giannuzzi 1935: Codice Diplomatico Barese, vol. XII, Le carte di Altamura (1232-1509), ed. a cura di A. Giannuzzi, Bari 1935, 111.

 

Ponzetti 1936: Francesco Maria Ponzetti, "Osservazioni su 'Le Carte di Altamura' raccolte da Angelantonio Giannuzzi", Japigia, 7, 1936, 426-427.

 

Ponzetti 1977: Francesco Maria Ponzetti, "Intervento per il recupero della chiesa greca di San Salvatore e San Liberatore in Altamura", Antiqua, 2, 1977, 6

 

Tubito 1702: Massimo Santoro Tubito, Divinum Theatrum reverendi d. Maximi Xanthori Tubiti Altiliensis seu Altmurani, Neapoli, Parrino, MDCCII, [vi-vii].

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SchedatoreLorenzo Miletti, Antonio Milone
Data di compilazione03/02/2014 19:56:32
Data ultima revisione23/02/2017 00:24:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/55
OggettoAltamura, Cattedrale, leoni stilofori
Materialepietra
Dimensioni
Cronologia1533-1534
AutoreAntonio da Andria, Paolo da Cassano
Descrizione

I due leoni sostituiscono probabilmente analoghe sculture medievali e sono inseriti nel portale principale della Cattedrale di Altamura.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

I mandati di pagamento mostrano la compresenza di Antonio da Andria e Paolo da Cassano, quest’ultimo insieme “con doi figlioli” nei lavori di risistemazione del portale.

Il 18 settembre 1533 viene emesso il primo mandato di pagamento “a mastro Antonio [...] perché have ingomminciato ad faro lo leone” e due mesi dopo, il primo novembre, si ha un altro pagamento allo stesso perché “hando ad Fornello per schavare la petra de lo altro leone” (Altamura, Archivio capitolare, Reg. Ass., vol. 16, 1533-1534, c. 42). È invece del 7 luglio 1534 il pagamento a Pietro da Cassano e ai suoi assistenti “che hanno posto la porta penta stanziata presenti” (Altamura, Archivio capitolare, Reg. Ass., vol. 17, 1534-1535, cc. 35, 36, 46v).

I pagamenti sono citati e parzialmente trascritti in Bozzoni 1979, ed. 1994-1995, 111, e Belli D’Elia 1991-1992, 29.

Bibliografia

Belli D'Elia 1991-1992: Pina Belli D'Elia, "La facciata ed il portale della Cattedrale di Altamura. Riletture e riflessioni", Altamura, XXXIII-XXIV, 1991-1992, 17-48.

 

Bozzoni 1979-1980: Corrado Bozzoni, “Il Duomo di Altamura: vicende e restauri”, Palladio, serie 3, XXIX, 1979-1980, 109-122.

 

Calò Mariani, Cristiana Testi 1978: Maria Stella Calò Mariani, Maria Laura Cristiana Testi, L'Art dans l'Italie Meridionale. Aggiornamento all'opera di Bertaux, a cura di Corrado Bozzoni, tomo V, Roma 1978 (riedito come articolo in Altamura, XXVI, 1994-1995, 97-106).

 

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno internazionale (Bitonto, palazzo municipale, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.

 

Santoro 1959: Orazio Santoro, La Cattedrale di Altamura e le sue opere d'arte. Notizie storiche, Altamura 1959 (riedito in Altamura, XXXVI, 1994-1995, 69-87).

Allegati
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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/02/2014 17:37:57
Data ultima revisione23/02/2017 10:56:45
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/446
OggettoAltamura, Cattedrale, Madonna in trono con Bambino
Materialepietra calcarea dipinta
Dimensioni
Cronologia1534
AutorePaolo da Cassano
Descrizione

La statua raffigura la Vergine seduta, con in braccio il Bambino, e si trova in una cappella laterale della Cattedrale di Altamura. La policromia mostra tracce di ridipintura.

Immagine
Committente
Famiglie e persone

Paolo da Cassano

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

Il pagamento di 18 ducati in favore di Paolo Cassano per la realizzazione della Madonna di Costantinopoli risale al 1534 (Altamura, Archivio capitolare, Reg. Ass., vol. 17, 1534-1535; pubblicato in Belli D’Elia 1991-1992, 29, nota 27).

Bibliografia

Belli D'Elia 1991-1992: Pina Belli D'Elia, "La facciata ed il portale della Cattedrale di Altamura. Riletture e riflessioni", Altamura, XXXIII-XXIV, 1991-1992, 17-48.

 

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno internazionale (Bitonto, palazzo municipale, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.

Allegati
Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/02/2014 17:36:09
Data ultima revisione19/01/2017 10:47:45
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/445
OggettoBari, Pinacoteca provinciale (già Altamura), tavole di polittico
Luogo di conservazioneBari
Materialetempera su tavola
Dimensioni
Cronologiaottavo decennio del XV secolo
AutoreBartolomeo Vivarini
Descrizione

Le quattro tavolette raffigurano, da sinistra a destra, i Santi Nicola di Bari, Caterina d'Alessandria, Chiara e Bernardino da Siena. Esse facevano parte di un polittico (smembrato) originariamente collocato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Altamura, e sono pervenute nella Pinacoteca provinciale di Bari nel 1937.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni

Scheda sull'opera nel sito della pinacoteca Provinciale di Bari.

SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione06/01/2015 14:50:09
Data ultima revisione07/02/2017 12:39:01
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/490
NomeAltamura
Status amministrativoComune, in provincia di Bari
Estensione del territorio comunale428 kmq.
Popolazione70.406 (marzo 2016)
MuseiMuseo nazionale archeologico; Museo della civiltà rurale; Museo etnografico dell'Alta Murgia
Archivi.
BibliotecheArchivio Biblioteca museo civico; Biblioteca del Capitolo della Cattedrale palatina; Biblioteca del Centro regionale servizi educativi e culturali; Biblioteca del monastero di Santa Chiara; Biblioteca del Museo statale
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Citta/24