NomeConversano
TipoCittà
Luogo superiorePUGLIA
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OggettoConversano, veduta urbana (1703)
Collocazionea stampa
Immagine
Materiali e tecnicheincisione
Dimensioni
Cronologia1703
Autore
SoggettoConversano
Descrizione

La veduta raffigura la città di Conversano con le varie cinte murarie e i principali edifici: Castello, la cattedrale, San Benedetto, la porta Tarantina, la Porta Maggiore, San Francesco, la torre dell'orologio, il convento di Santa Maria dell'Isola.

Iscrizioni

In basso è la legenda:

A. Castello

B. Domo

C. Città

D. Casalnovo

E. Casalvecchio

F. Palazzo Vescovale

G. S. Benedetto

H. S. Chiara

I. Santi Cosma e Damiano

L. Conventuali

M. Porta della Città

N. Pailini

O. Capucini

P. Santa Maria dell'Isola

Q. Bellvedere detto il Palo.

Famiglie e persone
Note
Riproduzioni

A stampa in Pacichelli 1703.

Fonti e documenti
Bibliografia

Pacichelli 1703: Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici provincie […], Parte seconda, in Napoli, nella Stamperia di Michele Luigi Mutio, 1703.

Allegati
Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione12/02/2014 10:40:51
Data ultima revisione29/01/2017 09:58:32
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OggettoConversano, castello
Tipologiacastello
Nome attualecastello
Immagine
Nomi antichi

castello

Cronologia

1640: inizio del ciclo di tele della Gerusalemme liberata di Paolo Finoglio commissionato dagli Acquaviva.

1710: apertura di un ingresso monumentale nel lato sud-ovest.

1856: fitto della struttura, poi alienata.

Autore
Committente

Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano (1456-1481).

Andrea Matteo Acquaviva, conte di Conversano (1496-1529).

Famiglie e persone
Descrizione

Il castello, dalla forma articolata e complessa, sorge a guardia della città in posizione sopraelevata sui resti delle mura megalitiche peucezie e a chiudere il circuito della cinta medievale e rinascimentale. L'attuale ingresso, del 1710, dà sul cortile riorganizzato al tempo, che conduce all'interno del maniero e alla cavallerizza (in un androne, affresco del sec. XVII con i santi Cosma e Damiano). Il circuito esterno è segnato dalle pareti del castello, che oggi comprendono residenze private (su Piazza Castello si nota un prospetto con aperture ottocentesche), intervallato dalle torri: quella circolare di Giulio Antonio (entro 1480) e quella di difesa dodecagonale, di Andrea Matteo (entro 1503). La parte centrale è dominata dalla grande torre quadrangolare che prospetta sullo stretto cortile abbellito da una scala con loggia angolare a colonne di forme rinascimentali.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma di Giulio Antonio Acquaviva e della moglie Del Balzo Orsini (sul torrione circolare).

Stemma di Andrea Matteo Acquaviva e della moglie Piccolomini (sulla torre dodecagonale).

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il castello sorge in posizione elevata a ridosso della cinta muraria antica (di cui si conservano resti alla base della torre quadrata centrale, la parte più antica del complesso) e con i suoi bastioni e torrioni circolari in collegamento con la cinta muraria medievale e rinascimentale della città. Con gli Acquaviva il castello prende la forma attuale con i torrioni circolari angolari che chiudono dal lato esterno la fortificazione: la torre cilindrica entro il 1480 voluta da Giulio Antonio e la torre dodecagonale dello spigolo est, fatta costruire dal figlio Andrea Matteo, entro il 1503. Nel Seicento la residenza fu abbellita con sale decorate e affrescate e la presenza di una notevole collezioni di opere d'arte, tra cui la Gerusalemme liberata di Finoglio (1640 circa). Nel 1710 fu aperto l'attuale ingresso monumentale nel lato sud-ovest e risistemato il cortile corrispondente. Il grandioso complesso nel sec. XIX è stato alienato e frammentato. Nel quarto nobile è ospitata dal 1999 la Pinacoteca Comunale dove è esposta la serie della Gerusalemme liberata del pittore Paolo Finoglio.

Note
Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Appulus 1935: Norbanus Appulus (Domenico Ramunni), Il castello di Conversano. Note storico-artistiche, Conversano 1935.

 

Canali 2014: Ferruccio Canali, “Gli ‘aggiornamenti’ urbanistici e i ‘fulcri’ architettonici di Conversano, Atri e Teramo nel XV secolo. Note sulla committenza urbanistica ‘moderna’ dei baroni Acquaviva d’Aragona (Giulio Antonio, Andrea Matteo e Belisario) e del vescovo Giovanni Antonio Campano nell’orizzonte di Leon Battista Alberti e di Francesco di Giorgio Martini (1463 - 1502)”, Annali di storia dell’urbanistica e del paesaggio, Università degli Studi di Firenze, DIDA Dipartimento di Architettura Firenze, 2, 2014, 8-34.

 

L'Abbate 1984: Vito L'Abbate, Storia e cultura in terra di Bari, vol. II, Galatina, 1984, 231.

 

L'Abbate, 2005: Vito L'Abbate, Ricerche storiche su Conversano e dintorni, voll. 2, Conversano 2005.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 09:43:40
Data ultima revisione25/02/2017 21:42:41
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/697
OggettoConversano, Cattedrale
Tipologiachiesa cattedrale (esistente)
Nome attualechiesa cattedrale di santa Maria Assunta
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1359-1374: il vescovo Pietro di Itri fa realizzare interventi alla chiesa agli esterni e all'interno dell'edificio.

1431: erezione da parte del vescovo Domininardi della cappella di Sant'Antonio Abate (oggi sagrestia) addossata alla testata meridionale del transetto.

1456: rifacimento del tetto.

1473: Giulio Antonio Acquaviva fonda una cappella con l'iscrizione "MCCCCLXXIII. IN HONOREM INCARNATI VERBI HOC IULIUS DUX ET COMES" (De Tarsia 1649, 80).

1484: Andrea Matteo Acquaviva dona a Sulpicio Acquaviva D'Aragona, vescovo di Conversano (1483-1494) un reliquiario con il braccio di San Flaviano, patrono di Giulianova.

1500: interventi del magister Palmerius de Rosis de Aquaviva.

1504: il vescovo Donato Acquaviva concede alle famiglie nobili il permesso di costruire sepolcri di padronato nella cattedrale.

1660: consacrazione della chiesa ad opera del vescovo Giuseppe Palermo.

1775-1778: interventi alla veste interna della chiesa.

1911: incendio danneggia gravemente la cattedrale.

1912-1924: restauri.

Autore
Committente

Giulio Antonio Acquaviva fonda nel 1473 una cappella nella cattedrale di Conversano con l'iscrizione MCCCCLXXIII. IN HONOREM INCARNATI VERBI HOC IULIUS DUX ET COMES (De Tarsia 1649, 80).

Famiglie e persone

conte Ludovico d'Enghien e la moglie Giovanna di Sanseverino, conti di Conversano (1357-1381).

Pietro di Itri vescovo di Conversano (1359-1374).

Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano.

Andrea Matteo Acquaviva, conte di Conversano.

Magister Palmerius de Rosis di Acquaviva (attivo nell'anno 1500).

vescovo Donato Acquaviva (1499-1528).

Descrizione

La chiesa appare all'esterno come un edificio romanico che replica il modello barese del duomo e presenta portali che ripetono soluzioni dell'età romanica e sono databili nei decenni a cavallo tra XII e XIII secolo; in quello centrale, un protiro addossato con leoni stilofori e ghiere riccamente scolpite mentre nella lunetta si vede la statuetta della Vergine affiancata dagli angeli a rilievo; nel portale di sinistra, nella lunetta un santo a cavallo (Giorgio che uccide il drago) dal profilo acuto; in quello di destra, una statua di santo con abito da monaco domina sul culmine del profilo arcuato; un ampio rosone con l'Agnus Dei al centro, frutto degli interventi trecenteschi, completa l'immanente prospetto. Nei fianchi si aprono portali gotici, databili al pieno sec. XIV (il primo di sinistra risale ai secc. XV-XVI), con stilemi e morfemi ancora tardo-romanici. L'interno, completamente appiattito dai restauri novecenteschi su un aspetto romanico, ha perduto l'aura del tempo e conserva diverse opere e iscrizioni, tra cui l'affresco tardotrecentesco o del primo Quattrocento con il Redentore, la Vergine con il vescovo committente inginocchiato nell'abside sinistra del presbiterio (si notano tracce di affreschi precedenti). La sagrestia è l'antica cappella di Sant'Antonio Abate eretta nel 1431 e conserva una volta ogivale. All'esterno del transetto si ergono, ai lati, i due campanili (come nelle chiese baresi) e, nella parete absidale dritta si apre una grande monofora riccamente decorata, con una cornice a risega e l'arcangelo al centro databile al tardo Duecento o ai primi del secolo XIV.

Iscrizioni

A destra del portale centrale: Iscrizione dei lavori promossi dal vescovo Pietro di Itri (1359-1374) per gli anni 1369-1373, con stemma:

"A(nno) D(omini) MCCCLXIX PRAESENS ECCLESIA CU(M) EI(US) ALIS I(N)CEPTA FUIT/ PR(AE)SIDE(N)TE D(OMIN)O P(ETR)O DE ITRO EP(ISCOP)O CUP(ERSAN)I PR(AE)T(ER) T(EC)T(A) IP(S)I(US) EC(CLESIA)E/ ET FINITA TE(M)PORE EIUSDE(M) ANNO MCCCLXXIII. Q(UI) FIERI FE/CIT P(RO)P(RI)IS SU(M)PTIB(US) HOSPICIUM NOVU(M) SIC(UT) P(RO)TE(N)DIT(UR) A CAPPE/LLA IP(S)I(US) HOSPICII USQ(UE) AD ECCL(ESI)A(M) ET M(U)LTA ALIA B(E)N(E)F(IC)IA/ FECIT I(N)TUS ET EX(TRA) CIVITATE(M) CUIS ANIMA REQUIE/SCAT I(N) PAC(E). AMEN".

De Tarsia 1649, 121 menziona una seconda iscrizione sulla falsariga della precedente che sintetizza l'opera del vescovo Pietro di Itri alla cattedrale, datata 1373 e posta alle porte della "domus episcopalis"

A sinistra del portale centrale: iscrizione che ricorda la consacrazione della chiesa ad opera del vescovo Giuseppe Palermo nel 1660

Iscrizione erratica e mutila nell'interno che ricorda l'opera del maestro Palmerius de Rosis de Aquaviva promossa dal vescovo Donato Acquaviva, datata 1500:

"ANNO D(OMINI) MCCCC IN/DICT(IONE) III IAC PNTEM EC/ REPARAVIT AC REFECIT/ M(AGISTER) PALMERIUS DE ROSIS DE/ AQUAVIVA S(u)B PRESULATU R(EVERENDISSI)MI/ DO(MINI) DONATI ACQUEVIVI EP(ISCOP)I Q(UINT)US."

Stemmi o emblemi araldici

Stemma del vescovo Pietro di Itri presso l'iscrizione in facciata.

Stemmi dei conti di Conversano Ludovico d'Enghien e Giovanna Sanseverino sui capitelli dell'ottava trifora del matroneo destro, presso l'arco trionfale.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Pala lignea del Cristo Risorto.

Affreschi nell'abside sinistra.

Storia e trasformazioni

L'edificio, che rappresenta uno dei punti focali della storia e dell'urbanistica della città di Conversano insieme al castello e a San Benedetto, risale nel suo impianto originario all'età romanica, come rivela la pianta e la struttura generale ma subì significativi interventi tra la metà del Trecento e gli inizi del Cinquecento, con l'apertura di finestre e rosoni, il rifacimento di portali, l'annessione di cappelle e l'apertura di spazi sepolcrali all'interno, grazie all'intervento dei vescovi e dei conti locali. Nel secolo XVIII, secondo una prassi consueta per le cattedrali e le principali chiese pugliesi del tempo, si assiste ad un radicale riallestimento dell'arredo e della decorazione dell'interno. Nell'Ottocento si programmano interventi di restauro per riportare la chiesa al presunto stato originario, ma un gravissimo incendio nel 1911 distrugge quasi completamente l'interno dell'edificio che sarà ripristinato in stile neo-romanico negli anni successivi.

Note
Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Tarsia 1649: Paolo Antonio De Tarsia, Historiarum Cupersanensium libri tres, Mantuae Carpethanorum, typis Iuliani de Paredes, 1649, 60, 63, 80.

 

Pepe 1985: Adriana Pepe, “La cattedrale di Conversano: considerazioni sulla cultura del restauro”, in Società, cultura, economia nella Puglia medievale, Atti del convegno (Conversano, 13-15 maggio 1983) a cura di Vito L'Abbate, Bari 1985, 205-234.

 

Pepe 1989: Adriana Pepe, “Note sulla decorazione scultorea della cattedrale di Conversano, in Cultura e società in Puglia in età sveva e angioina, Atti del convegno (Bitonto, dicembre 1987) a cura di Felice Moretti, Bitonto 1989, 243-262.

 

Simone 1878: Sante Simone, La cattedrale di Conversano, Bari 1878.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 09:42:13
Data ultima revisione25/02/2017 21:55:34
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OggettoConversano, Chiesa di Santa Maria dell'Isola
Tipologiachiesa (esistente)
Nome attualeSanta Maria dell'Isola
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1462 (6 maggio): data di fondazione della chiesa riportata nell'iscrizione murata nella parete sinistra della navata sud della chiesa. Prima campagna di lavori.

1463: la chiesa passa all'Ordine dell'Osservanza Francescana. Comincia la seconda campagna di lavori

1481: con la morte di Giulio Antonio Acquaviva inizia la terza campagna di lavori.

1523: lo scultore Nuzzo Barba avvia l'erezione del mausoleo di Giulio Antonio Acquaviva e della moglie Caterina Orsini del Balzo.

1528: nuova campagna di lavori con l'aggiunta della seconda navata.

1617: consacrazione della chiesa.

Autore
Committente

Giulio Antonio Acquaviva

Famiglie e persone

Giulio Antonio Acquaviva

Andrea Matteo Acquaviva

Pietro de Mingolla, vescovo di Conversano

Nuzzo Barba

Descrizione

La fondazione dell’edificio di culto, ad opera del conte di Conversano Giulio Antonio Acquaviva, risale al 1462, ed è legata alla scoperta, in quegli anni, di una cripta, sita nella località conversanese detta “dell’Isola”, recante dipinta l’immagine della Vergine. L'impianto originario della chiesa era caratterizzato da un'unica aula costituita da due o tre campate coperte da cupole divise da archi trasversali. Del nucleo primitivo restano due campate, corrispondenti a quelle centrali dell'attuale navata destra.

L'originaria pianta della chiesa riprendeva una tipologia a navata unica coperta da cupole in successione diffusa nelle chiese pugliesi medievali. Il modello più vicino è quello adottato nella chiesa conversanese di San Benedetto, dalla quale verosimilmente proviene il monumentale altare maggiore ligneo (datato 1756) che forse prese il posto del Mausoleo di Giulio Antonio Acquaviva e di Caterina Orsini del Balzo, attualmente addossato alla parete absidale (Gelao 1983, 22, nota 29). Nel 1463 la fabbrica passò all'osservanza francescana: all'ordine minorita apparteneva il vescovo di Conversano Pietro de Mingolla, mentre alla dissidenza osservante facevano riferimento sia gli Orsini del Balzo che gli Acquaviva.

A partire dal 1463 fu aggiunta una campata verso ovest, coperta da una volta a crociera costolonata, e un'abside poligonale a est, simile a quello della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina. Contestualmente fu costruito il convento con il chiostro piccolo su archi acuti poggianti su pilastri cruciformi agli angoli e colonnine binate lungo i lati. Con la morte di Giulio Antonio Acquaviva (1481), fu il figlio Andrea Matteo Acquaviva a proseguire l'opera del padre, e si diede così avvio alla terza campagna di lavori, che previde anche l'aggiunta di un secondo e più grande chiostro. Durante questa fase la chiesa fu trasformata in un vero e proprio santuario degli Acquaviva, avente come fulcro il mausoleo di Giulio Antonio e di sua moglie progettato ed eretto, a partire dal 1523, dallo scultore galatinese Nuzzo Barba. Intorno al 1528 si ampliò l'edificio di culto con l'innesto di una seconda navata, che fu completata a fine Cinquecento. 

Iscrizioni

Nella parete sinistra della navata meridionale della chiesa:

"AD HONOREM GLORIOSAE VIRGINIS MARIAE ILLUSTRIS[SIMUS] IULIUS ANTONIUS DE AQUAVIVA DUX ADRIAE THERAMI S[ANCTI] FLAVIANI AC CUPERSANI COMES HOC COENOBIUM COEPIT CONST(R)UERE ANNO DOM[INI] MCCCCLXII VI MAII".

 

Nella parete settentrionale del chiostro grande:

"ANDREAS MATTHEUS AQUAVIVA ARAGONIUS ILL[USTRIUS] DUX ADRIAE ET THERAMI ET BITONTI MARCHIO CO[N]VERS[ANI] ET IULIAE COMES IULII ANTONII MAG[NIFICI] PATRIS SUI HUIUS RELIGIOSIS[SIMI] COENOBII CO[N]DITORIS SUCCESSOR ET FIL[IUS] CLAUSTRA HAEC COMPINGERE FECIT ANNO DOMINI MCCCCLXXXI 4 IDUS SEPTEMBRE QUO DIE ET TE[M]P[O]RE ALFONSUS REGIUS PRIMOGENITUS CALABRIAE DUX ILL[USTRISSI]MUS A TURCIS DIUTIUS EXPUGNATIS HIDRUNTUM RECEPIT".

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Mausoleo di Giulio Antonio Acquaviva e Caterina del Balzo Orsini

Edicola dell'icona di Santa Maria dell'Isola

Statua orante di Giulio Antonio Acquaviva

Statua orante di Caterina Del Balzo Orsini

Pulpito sorretto da un angelo telamone.

Edicola nell'alzata dell'altare di Sant'Antonio.

Lastra tombale del vescovo Paolo de Turculis (1482, post).

Storia e trasformazioni

La chiesa fu fondata nella località dell'Isola in seguito alla scoperta, avvenuta dopo la metà del Quattrocento, di una grotta con tracce di un affresco a soggetto mariano. Sul luogo del ritrovamento, fatto grazie alle miracolose visioni di una "octennis virguncula Cupersanensis", fu fatta una processione condotta dal vescovo di Conversano Pietro de Mingolla (1448-1464).

Note
Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Gelao 1983: Clara Gelao, Isabella La Selva, La chiesa e il monastero di Santa Maria dell'Isola a Conversano, Conversano 1983.

 

Gelao 2005:  "La chiesa e il convento di Santa Maria dell'Isola a Conversano", in Clara Gelao, Puglia rinascimentale, Milano 2005, 47-59.

 

Tarsia 1648: [Paolo Antonio Tarsia], Divae Virginis Insulanae Cupersanensis Historia, auctore D. Paullo Antonio de Tarsia […], Mantuae Carpethanorum, Typis Iuliani de Paredes, 1648.

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SchedatoreBianca de Divitiis, Paola Coniglio
Data di compilazione23/01/2014 11:20:37
Data ultima revisione25/02/2017 22:05:04
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/660
OggettoConversano, corte Altavilla
Tipologiapalazzo
Nome attualecorte Altavilla
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

In pieno centro storico, nella strada di fronte alla Cattedrale, si presenta il prospetto di un edificio dai caratteri tardomedievali, detto tradizionalmente Corte Altavilla in memoria dei primi conti di Conversano, di stirpe normanna ma che nulla mostra in relazione ai signori dei secc. XI-XII. Il prospetto, sviluppato in altezza in forma di casa-torre e realizzato con piccoli conci di calcare squadrato, presenta un ampio portone al piano terreno e tre livelli, in cui si aprono balconi e finestre decorati con stemmi. Sopra il balcone moderno del primo piano è infisso uno stemma con cimiero, mentre nel secondo troviamo un'apertura centinata; all'ultimo piano, la finestra (oggi monofora ma in origine bifora) presenta forme tardo-gotiche, con decorazioni circolari di gusto flamboyant e, nella chiave di volta dell'arco acuto, un secondo stemma. Nella parte interna dell'edificio è presenta una seconda finestra, a bifora, con un cane che regge la colonnina centrale e il capitello con un piccolo stemma con un maialino (probabilmente della famiglia Porcaro).

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma con leone rampante fasciato (al primo livello).

Stemma a bande inclinate e fascia (sulla chiave di volta della bifora del terzo livello).

Stemma con maialino (della famiglia Porcaro, probabilmente), nella bifora della corte interna.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio, chiuso in una stretta strada, conserva nel prospetto l'impianto di una casa-torre tardomedievale e risale, come confermano gli elementi decorativi, al sec. XV. Numerose trasformazioni nel corso dei secoli hanno permesso la conservazione di poche tracce dell'impianto e della struttura originaria.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

L'Abbate 2005: Vito L'Abbate, Ricerche storiche su Conversano e dintorni, voll. 2, Conversano 2005, vol. II, 58-59.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 11:35:59
Data ultima revisione25/02/2017 22:19:04
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OggettoConversano, mura
Tipologiamura urbiche
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone

Giulio Antonio Acquaviva

Descrizione

Delle mura urbiche di Conversano sussistono oggi alcuni tratti, inglobanti anche le antiche mura megalitiche. Delle porte esistono ancora la Porta delle Gabelle, la Porta Tarantina, e la Porta nord, mentre è stata distrutta la Porta maggiore. Sei sono invece le torri ancora esistenti: torre “Capone” (dal nome della famiglia che la possedeva) in corso Umberto 46; resti di un'altra torre sono presenti sullo stesso Corso al n. 22; torre in via Dante 19, via Dante 42, torre “Zaccaria” in via San Gaetano, torre in via Battisti, torre “Martucci” presso villa Garibaldi, su cui è apposta una lapide in memoria dell'architetto Sante Simone (1900).

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Sulla torre di corso Umberto è lo stemma di Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano (1456-1481)

Elementi antichi di reimpiego

Parte delle mura insiste sulle antiche mura megalitiche.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'antico centro cittadino era munito di una cinta muraria, arricchita nel corso del sec. XV da una serie di torri cilindriche, che persero la loro funzione quando la cerchia fu ampliata inglobando Casalnuovo.

Note
Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

L’Abbate 1984: Vito L’Abbate, Storia e cultura in terra di Bari, vol. II, Galatina, 1984, 231-233.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 10:40:30
Data ultima revisione25/02/2017 22:21:28
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/701
OggettoConversano, Porta delle Gabelle
TipologiaPorta urbica
Nome attualeArco delle Gabelle
Immagine
Nomi antichi

La porta era detta "delle Gabelle" perché nelle immediate vicinanze sorgeva l'ufficio destinato alla riscossione delle gabelle sulla farina.

Cronologia

1338 (epigrafe)

Autore
Committente

Gualtieri di Brienne (stemma).

Famiglie e persone

Gualtieri di Brienne (stemma).

Descrizione

L'Arco delle Gabelle è la più antica porta urbica ancora esistente fra quelle che si aprono nelle mura di Conversano.

Iscrizioni

Iscrizione datata 1338:

"+ AN[N]NO DNI MCCCXXXVIII / REGNA[N]T D[OMI]NO N[OST]RO ROBERTO /I[N]CLITO REGE D[OMI]NA[N]TE VERO /DNO  […] GUALTERIO ILLUS/TRI DUCE ATHENARUM / COSTRUCTU[M] E[ST] HOC OP[US]"

Stemmi o emblemi araldici

Stemma di Gualtieri di Brienne.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Esposito, Miratondo 1999: Marina Esposito, Laura Mitarotondo, Chiesa e Convento del Carmine a Conversano, Galatina 1999, 72.

 

L'Abbate 1984: Vito L'Abbate, Storia e cultura in terra di Bari, vol. II, Galatina, 1984, 231.

Link esterni

 

 

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/02/2014 10:44:02
Data ultima revisione30/12/2018 21:23:07
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/702
OggettoConversano, Porta Maggiore
Tipologiaporta urbica (distrutta)
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi

Porta Maggiore o Porta del Castello

Cronologia

1828: Risalente all'età medievale, la porta viene abbattuta in quest'anno.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Della porta, ormai distrutta, che si apriva nelle mura dal lato verso il castello, sussistono due rilievi decorativi raffiguranti rispettivamente San Michele e lo stemma della città.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici

Stemma della città di Conversano.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Rilievo di san Michele Arcangelo.

Storia e trasformazioni

La porta. che si apriva nello spazio tra il castello e la città ed era affiancata, secondo quanto si vede nella veduta Pacichelli, da due torre  circolari, probabilmente analoghe a quelle quattrocentesche ancora visibili in altri punti della cinta muraria, è stata distrutta nel 1828.

Note
Fonti iconografiche

La porta è raffigurata racchiusa fra due torri cilindirche nella veduta di Conversano pubblicata nel 1703 da Pacichelli.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Vito L'Abbate, 2005: Vito L'Abbate, Ricerche storiche su Conversano e dintorni, voll. 2, Conversano 2005.

Link esterni

 

 

SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 10:59:43
Data ultima revisione30/12/2018 21:23:55
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/705
OggettoConversano, Porta Tarantina
TipologiaPorta urbica
Nome attualePorta Tarantina
Immagine
Nomi antichi

Porta del Lauro

Cronologia

1823: risistemazione dell'accesso.

Autore
Committente

Sindaco Antonino Accolti Gil Vitale.

Famiglie e persone
Descrizione

La porta si apre nel tratto orientale delle mura urbiche di Conversano, nei pressi della strada d'accesso al convento di San Benedetto, accanto ad un tratto delle mura che conserva i resti della cinta megalitica. La porta, in conci di calcare squadrati, modificata intorno al 1823, presenta un'apertura con arco a tutto sesto e semplici stipiti cui segue un tratto coperto con volta a botte: Sopra la chiave di volta l'iscrizione del 1823 che ricorda l'intervento di restauro. Al di sopra un volume aperto a loggia che richiama la copertura a cupola con croce a forma di campanile visibile nella veduta Pacichelli.

Iscrizioni

Iscrizione del 1823 che ricorda il restauro della porta.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La porta, tra gli accessi più importanti della cinta muraria, ubicato tra il castello, il convento di San Benedetto e la cattedrale, è stata modificata, semplificandola, con il restauro del 1823.

Note
Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

L'Abbate 2005: Vito L'Abbate, Ricerche storiche su Conversano e dintorni, voll. 2, Conversano 2005.

Link esterni
SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 10:46:16
Data ultima revisione25/02/2017 22:28:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/703
OggettoConversano, San Benedetto
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeSan Benedetto
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

X secolo: probabile epoca di fondazione del cenobio benedettino.

1110: l'abbazia ottiene il titolo di diocesi nullius.

1267: la comunità benedettina maschile viene sostituita da una femminile di monache cistercensi greche, profughe dal Peloponneso, guidate dalla badessa Dameta Paleologa. Insieme al monastero passano alle monache anche tutti i diritti e i privilegi a esso legati, compresi quelli vescovili e feudali su Castellana. 

XVI secolo: lavori di ampliamento del convento e decorazione della chiesa.

1658: spostamento del portale dalla facciata principale a quella laterale.

XVI-XVIII secolo: costruzione della torre campanaria sopra l'ingresso del recinto monastico e ampliamento del monastero.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa è situata all’interno di un recinto conventuale preceduto da un portale sormontato da un'alta torre campanaria settecentesca. In asse con l’ingresso al complesso monastico si apre il portale laterale della chiesa.

L’impianto si struttura come una successione di tre cupole lungo la navata centrale.

Adiacente al fianco meridionale della chiesa sopravvivono resti del primitivo chiostro medievale a pianta trapezoidale e con capitelli a stampella.

Iscrizioni

Iscrizione sopra il portale della chiesa.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

Il caso eccezionale di un vescovado dipendente da una comunità femminile è noto nelle fonti come “monstrum Apuliae”.

Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Belli D'Elia 1987: Pina Belli D'Elia, Italia romanica. La Puglia, Milano 1987, 442-444.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/02/2014 10:28:10
Data ultima revisione25/02/2017 22:30:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/698
OggettoConversano, San Francesco
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeChiesa di san Francesco
Immagine
Nomi antichi

Chiesa di san Francesco

Cronologia

1289: Fondazione, come riferisce un'iscrizione di età moderna.

1781: rifacimento della chiesa.

1809: alienazione del convento.

1886: incendio della sede municipale.

1886-1893: restauri a cura dell'architetto Sante Simone.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa sorge a sinistra del convento, in posizione arretrata dovuta alle modifiche intervenute nella fabbrica monastica dopo l'incendio del 1886, in un'area che dal sec. XIV ospita il mercato cittadino e rappresenta uno dei poli urbanistici del centro storico. Presenta una facciata squadrata ravvivata dal portale in posizione asimmetrica per l'avanzamento del corpo del prospetto municipale. L'interno, a navata unica, conserva dipinti sei-settecenteschi.

Iscrizioni

Iscrizione di età moderna che ricorda la fondazione dell'edificio nel 1289 (sembra essere una copia di un'originale):

D.O.M. [IN NOMINE SANCTE ET INDIVIDUE TRINITATIS MCCLXXXIX QU(ARTO) DIE PENTECOSTIS]/ QVARTO DIE PENTECOS. MCCLXXXIX / IN NICOLAI IV PONTIFICATV [NICOLAUS IV SUM(MO) PONTEFICE]/ REGNANTE CAROLO ANDEG. ET DO/MINANTE VGONE CVM BEATRICE DE / TAREN. BRENNE ET CVPERS. MAGNI/FICIS COMITIBVS PRAESENS ECCLESIA / AD HONOREM S. FRANCISCI [CONFESSORIS CHRISTI] MVNI/FICIENTIA NEAPOLIONIS VRSIN. CARDINA [S(ANCTAE) R(OMANAE) E(CCLESIAE)] / VOTOR[VM] CIVIV[M] LARGITATE FV[N]DAME[N]TA / POSITA IN DOMINO LABORA[N[TIBV[S] FR. STEFANO / DE SA[NC]TORO DE CVP(ERSANO). F.FR. GE[R]BRA[N]DO CAVATELLA / DE TARE[N]TO [DOMINE COMITISSE CONFESSORE EPISCOPO IOANNE DE GROPIS DOMINI MATTHAEI CARDINALIS SANCTI LAURENTII ALUMNO PATRIA FANENSIS DE GENTE TYPAR. CANONUM DOCTORE ET PASTORE VIGILANTISSIMO]

(tra [...] le varianti o integrazioni riportate in De Tarsia 1649, 108)

Iscrizione sull'architrave del portale (1781) che ricorda il rifacimento della chiesa a spese del convento.

Stemmi o emblemi araldici

Stemma Orsini a sinistra del portale della chiesa, forse riferibile al cardinale Napoleone Orsini (1288-1342), come sembrerebbe suggerire la presenza del cappello sopra lo stemma e che risulta menzionato nell'iscrizione di età moderna che riporta la data di fondazione del convento (si ricorda anche che Marino Orsini è stato amministratore apostolico della diocesi di Conversano: 1432-1437).

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il complesso monastico, fondato nel 1289 con l'intervento del cardinale Napoleone Orsini secondo quanto riferisce un'iscrizione di età moderna, sorge in un'area adiacente al centro antico e, in origine, fuori della cinta muraria medievale, divenuto poi parte integrante della città. Del complesso originario si conservano poche tracce (alcune volte a crociera ad arco acuto nella parete dell'attuale municipio ex convento adiacente alla chiesa). Forse ai tempi della fondazione risale lo stemma Orsini con cappello cardinalizio in facciata (a meno che non si ricolleghi ad interventi al tempo di Marino Orsini, amministratore della diocesi, dal 1432 al 1437). La chiesa venne rifatta nel 1781, come ricorda un'iscrizione sul portale di facciata. Il convento, alienato nel 1809, fu adattato a nuova sede municipale con una veste neoclassica, dovuta anche ad interventi sotto la direzione dell'architetto Sante Simone (1886-1893) in seguito ad un incendio che devastò l'edificio in occasione di tumulti cittadini.

Note
Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Lorusso Romito 1983: R. Lorusso Romito, “Chiesa e Convento di San Francesco (Conversano)”, in Il territorio a sud-est di Bari in età medievale. Società e ambienti, a cura di Vito L’Abbate, Fasano 1983.


Lorusso Romito-Tagarelli 1997: R. Lorusso Romito, A. M. Tagarelli, La chiesa e il Convento di San Francesco a Conversano, Galatina 1997.

Link esterni

 

 

SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 10:35:02
Data ultima revisione25/02/2017 22:39:50
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/699
OggettoConversano, torre dell'orologio
TipologiaTorre civica
Nome attualetorre dell'orologio
Immagine
Nomi antichi

Porta di Casalnuovo

Cronologia

1585: Erezione della porta tra il mercato e il nuovo insediamento di Casalnuovo.

1831: Abbattimento della porta.

1833-1834: costruzione della Torre dell'Orologio su progetto dell'architetto Saverio Alfarano.

Autore

Saverio Alfarano, architetto di Conversano, attivo nel sec. XIX.

Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La torre civica si presenta in forme tardo-rinascimentali, con due livelli, il primo più alto con il portale d'ingresso, con toro marcapiano e angoli in bugnato liscio. Il coronamento è un cupolino retto da colonne.

Iscrizioni

Iscrizione del 1834 che ricorda l'erezione della nuova torre civica con l'orologio.

Iscrizione di monito sullo scorrere del tempo posta sul cornice del fastigio.

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La torre civica eredita la funzione della vicina Porta di Casalnuovo che era dominata dalla cella cupolata con l'orologio, oggi presente nel secondo ordine della torre, eretta nel 1834, dopo che nel 1831 era stata abbattuta la Porta edificata nel 1585.

Note
Fonti iconografiche

Veduta Pacichelli 1703

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

L'Abbate 2005: Vito L'Abbate, Ricerche storiche su Conversano e dintorni, voll. 2, Conversano 2005.

Link esterni
SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 10:38:12
Data ultima revisione25/02/2017 22:40:38
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/700
OggettoConversano, mura
TipologiaMura urbiche
Nome attualeMura
Nomi antichi
Materiali e tecniche edilizieGrandi blocchi di calcare locale squadrati e sbozzati, disposti in ricorsi non regolari
Dimensioni
Stato di conservazione

Della cinta muraria antica restano solo alcuni tratti inglobati in strutture più tarde.

Immagine
CronologiaV-IV secolo a.C.
Fattori di datazione

Tecnica edilizia

Storia e trasformazioni medievali e moderne
Famiglie e persone
Descrizione

La città di Conversano sorge sull’antico centro peuceta di Norba, la cui testimonianza più evidente è costituita ora dalle mura "megalitiche".

Numerosi tratti di mura antiche, che dovevano formare un poligono irregolare intorno all’acropoli (lunghezza complessiva di circa 800 m), sono ancora visibili; sono particolarmente consistenti i resti nei pressi del castello e del monastero di San Benedetto.

Le fortificazioni di Conversano sono generalmente riferite, in coincidenza con la fioritura del centro peuceta, ad una cronologia compresa tra il V e il IV secolo a.C. (De Juliis 1988).

Iscrizioni
Apparato decorativo
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

De Juliis 1988: Ettore Maria De Juliis, Gli Iapigi. Storia e civiltà della puglia preromana, Milano 1988, 131

 

Cera, Landriscina 2014: Giovanna Cera, Sabrina Landriscina, "Conversano-Norba", in Puglia, a cura di Giuseppe Ceraudo, Bologna 2014, 154-158.

Link esterni
Schedatore
Data di compilazione05/02/2014 19:01:57
Data ultima revisione16/05/2017 20:42:49
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Monumento Archeologico/60
OggettoConversano, iscrizione in San Francesco
Supporto
Cronologia
Immagine
Prima attestazione
Trascrizione

D.O.M. [IN NOMINE SANCTE ET INDIVIDUE TRINITATIS MCCLXXXIX QU(ARTO) DIE PENTECOSTIS]/ QVARTO DIE PENTECOS. MCCLXXXIX / IN NICOLAI IV PONTIFICATV [NICOLAUS IV SUM(MO) PONTEFICE]/ REGNANTE CAROLO ANDEG. ET DO/MINANTE VGONE CVM BEATRICE DE / TAREN. BRENNE ET CVPERS. MAGNI/FICIS COMITIBVS PRAESENS ECCLESIA / AD HONOREM S. FRANCISCI [CONFESSORIS CHRISTI] MVNI/FICIENTIA NEAPOLIONIS VRSIN. CARDINA [S(ANCTAE) R(OMANAE) E(CCLESIAE)] / VOTOR[VM] CIVIV[M] LARGITATE FV[N]DAME[N]TA / POSITA IN DOMINO LABORA[N[TIBV[S] FR. STEFANO / DE SA[NC]TORO DE CVP(ERSANO). F.FR. GE[R]BRA[N]DO CAVATELLA / DE TARE[N]TO [DOMINE COMITISSE CONFESSORE EPISCOPO IOANNE DE GROPIS DOMINI MATTHAEI CARDINALIS SANCTI LAURENTII ALUMNO PATRIA FANENSIS DE GENTE TYPAR. CANONUM DOCTORE ET PASTORE VIGILANTISSIMO]

(tra [...] le varianti o integrazioni riportate in De Tarsia 1649, 108)

Famiglie e persone

Niccolò IV pontefice (1288-1292).

Carlo II d'Angiò.

Napoleone Orsini, cardinale (dal 1288), finanziatore dell'opera insieme alla città.

Ugo di Brienne e Beatrice, conti di Conversano.

Vescovo di Conversano Giovanni de Cropis.

Note

L'iscrizione, murata nel cortile del municipio, riporta la notizia della fondazione del convento francescano cittadino, originariamente ubicato nell'attuale casa municipale, ex convento di San Francesco. Si tratta della copia, o meglio adattamento, dell'iscrizione originale, realizzata prima del 1649 (De Tarsia 1649, 107) che la riporta in una versione in parte diversa e più lunga.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

De Tarsia 1649: Paolo Antonio De Tarsia, Historiarum Cupersanensium libri tres, Mantuae Carpethanorum, typis Iuliani de Paredes, 1649.

 

Lorusso Romito 1983: R. Lorusso Romito, “Chiesa e Convento di San Francesco (Conversano)”, in Il territorio a sud-est di Bari in età medievale. Società e ambienti, a cura di Vito L’Abbate, Fasano 1983.


Lorusso Romito-Tagarelli 1997: R. Lorusso Romito, A. M. Tagarelli, La chiesa e il Convento di San Francesco a Conversano, Galatina 1997.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione04/02/2014 10:33:26
Data ultima revisione25/02/2017 22:38:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/58
OggettoConversano, Duomo, pala con la Resurrezione di Cristo
Materialeolio su tavola
Dimensioni
Cronologiafine XV-inizi XVI secolo
Autoreignoto
Descrizione

Collocata nell'abide destra della Cattedrale di Conversano, la tavola raffigura la scena della Resurrezione di Cristo dal sepolcro, ambientata in un paesaggio aperto e roccioso.

Il Cristo, avvolto di luce, balza prepotentemente dal sarcofago, posando il piede destro sul bordo di quest'ultimo; la mano destra è sollevata, benedicente, la mano sinistra stringe il vessillo trionfante sulla morte. Sulle mani e nel costato mostra le cicatrici della Passione.

Nel basso, in primo piano, i due soldati di guardia sono ritratti in atteggiamenti opposti: a quello di destra, ancora immerso nel sonno notturno, si contrappone il secondo, destato dall'accecante luce pasquale, dalla quale cerca di schermirsi con la mano e voltando il capo.

In prospettiva, sulla sinistra, emerge la figura di un angelo, mentre sullo sfondo l'aspro paesaggio si staglia su un cielo illuminato da una pallida alba.

Il dipinto, di ignoto autore, che richiama per composizione e iconografia Piero della Francesca, è databile tra l'ultimo decennio del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

La tavola era un tempo sormontata da un baldacchino ligneo, eseguito nel 1715 e recante questa iscrizione: "In quo est salus vita et resurrectio nostra". Tra il 1961 e il 1996 il dipinto ha subito ripetuti restauri; dopo il primo restauro il baldacchino non è stato più restituito dalla Soprintendenza.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreMichela Tarallo
Data di compilazione28/04/2015 20:03:03
Data ultima revisione12/02/2017 16:09:11
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/521
OggettoConversano, Santa Maria dell'Isola, edicola
Materialepietra calcarea dipinta
Dimensioni
Cronologiaante 1479
AutoreNuzzo Barba
Descrizione

L'altare si trova nella parete laterale destra di Santa Maria dell'Isola di Conversano ed è racchiusa all'interno di un altare settecentesco. L'edicola ospitava un'icona trecentesca della Vergine e il Bambino, poi trafugata e sostituita oggi da una copia.

L'immagine è racchiusa tra paraste che reggono una trabeazione completa e un timpano semicircolare con baltei ai lati, derivante dagli altari antichi. Più in particolare, il modello sembra essere quello dell'altare Cavalcanti di Donatello in Santa Croce a Firenze, anche se la Gelao considera l'opera un'ibridazione con modelli adriatici. 

Il fregio reca l'iscrizione in cui Giulio Antonio Acquaviva dichiara di aver costruito l'edicola in onore della Vergine. Tale iscrizione permette di datare l'opera anteriormente al 1481, anno della morte di Giulio Antonio Acquaviva. Inoltre lo stemma nel timpano con leone rampante consente di anticipare ulteriormente l'opera a prima del 30 aprile 1479, anno in cui re Ferrante concesse a Giulio Antonio il diritto di aggiungere il nome d'Aragona e di inquartare il suo stemma con le insegne della casa regnante.

L'edicola è stata attribuita a Nuzzo Barba e rappresenterebbe una delle prime opere dello scultore originario di Galatina, coeva alla tomba Bove di Bitonto. Essa anticipa di circa quattro decenni l'intervento dello scultore per la tomba di Giulio Antonio e di Caterina Orsini nel presbiterio della stessa Santa Maria dell'Isola.

Immagine
CommittenteGiulio Antonio Acquaviva
Famiglie e persone

Giulio Antonio Acquaviva

Nuzzo Barba

Caterina del Balzo Orsini

Iscrizioni

"+ VIRGINIS HOC STRUXIT IULIUS DUX COMES HONORI".

Stemmi o emblemi araldici

Stemma del leone rampante isolato Acquaviva al centro del timpano terminale dell'edicola (ante 1479).

Note

È possibile che l'edicola fosse collocata sull'altare maggiore e che fossero rivolte verso di essa le due statue di oranti genuflessi di Giulio Antonio e di Caterina del Balzo Orsini.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gambacorta 1971: Antonio Gambacorta, “Artisti salentini dei secc. XIV-XVIII in Terra di Bari”, in Studi di storia pugliese in onore di Nicola Vacca, Galatina 1971, 203-244.

 

Gelao 1987: Clara Gelao, “Ancora su Nuzzo Barba a Conversano. Un’ipotesi sulla sua formazione”, in Storia e cultura in Terra di Bari. Studi e ricerche, Galatina 1986 (1987), 27-42.

 

Gelao 1988: Clara Gelao, “L’attività di Nuzzo Barba a Conversano e le influenze veneto-dalmate nella scultura pugliese del Rinascimento”, Saggi e memorie di storia dell’arte, 16, 1988, 9-19.

 

Gelao 1996: Clara Gelao, “Monumenti funerari cinquecenteschi legati alla committenza degli Acquaviva d’Aragona”, in Territorio e feudalità nel Mezzogiorno rinascimentale, Atti del I Convegno Internazionale di studi sulla casa Acquaviva d’Atri e di Conversano (Conversano, Atri, 13-16 settembre 1991), a cura di Caterina Lavarra, Galatina 1996, 303-348.

 

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.

Allegati
Link esterni
SchedatoreBianca de Divitiis
Data di compilazione04/02/2014 09:59:15
Data ultima revisione12/02/2017 19:20:44
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/433
OggettoConversano, Santa Maria dell'Isola, lastra tombale del vescovo Paolo de Turculis
Materialepietra calcarea
Dimensioni
Cronologiaultimo quarto del XV secolo (post 1482)
Autoreignoto scultore locale
Descrizione

La lastra tombale, che si trova nella chiesa di Santa Maria dell'Isola di Conversano, commemora la figura di Paolo de Turculis, vescovo della diocesi di Conversano dal 1465 al 1482. Il prelato è ritratto orante con le mani giunte nei consueti abiti vescovili, ed il pastorale esibisce un'inconsueta terminazione decorata dalla testa di un drago. A giudicare dallo stato di conservazione dell'opera, piuttosto buono, non si direbbe che si tratti di una lastra terragna. È un buon lavoro di un'ignota bottega locale.

Immagine
Committente
Famiglie e persone

Paolo de Turculis, di Giovinazzo

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

Da Cesare Lambertini sappiamo che il nome di battesimo del vescovo era Turco de Turculis, e che questi lo cambiò in Paolo per ostilità nei confronti dei Turchi. Paolo de Turculis era amico del padre del Lambertini, Petruccio.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Crucitti 2004: Filippo Crucitti, "Lambertini, Cesare", in Dizionario Biografico degli Italiani, LXIII, Roma 2004, ad vocem.

 

D'Avino 1848: Vincenzo D'Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili, e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie, Napoli 1848, 200.

 

Gioja 1842: Pietro Gioja, Conferenze istoriche sulla origine e sui progressi del comune di Noci in Terra di Bari, in cui si associa la biografia dei conti di Conversano Acquaviva d'Aragona, 3, Napoli 1842, 300.

 

Lambertini 1533: Tractatus de iure patrona. Basilica sancti Hieronymi Lambertina nuncupatus, utilis et quotidianus, editus per r.p. dominum Cesare Lambertini Tranensem, Venetiis, per Thomam Ballarinum de Ternengo Vercellensem, 1533 die. xx. mensis Martii.


Toppi 1678: Niccolò Toppi, Biblioteca napoletana et apparato agli huomini illustri in lettere di Napoli e del Regno, delle famiglie, terre, città e religioni che sono nello stesso Regno, dalle loro origini per tutto l'anno 1678, Napoli 1678, 240.

 

Ughelli 1721: Ferdinando Ughelli, Complectens Metropolitanas, earumque suffraganeas ecclesias, quae in Lucaniae seu Basilicatae, et Apuliae tum Dauniae, cum Peucetiae Regni Napolitani praeclaris Provinciis continetur, Venetiis 1721, 713. 

Allegati
Link esterni
SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione28/04/2015 18:59:39
Data ultima revisione12/02/2017 16:32:26
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/520
OggettoConversano, Santa Maria dell'Isola, mausoleo Acquaviva-Del Balzo Orsini
Materiale
Dimensioni
Cronologia1523
AutoreNuzzo Barba
Descrizione

Il monumentale mausoleo, che occupa il presbiterio della chiesa di Santa Maria dell'Isola di Conversano, fu commissionato da Andrea Matteo Acquaviva per ospitare le spoglie del padre Giulio Antonio, morto a Otranto nel 1481 e sepolto nella chiesa matrice di Sternatia nel leccese, e della madre Caterina del Balzo Orsini. Nel testamento di Andrea Matteo, datato 1524, esso risulta "principiato".

La struttura generale del monumento, come pure la collocazione ricordano quelle della tomba di re Roberto d'Angiò nella chiesa di Santa Chiara a Napoli.

Il monumento si presenta come un grande polittico in pietra policromato. La struttura poggia su quattro Virtù cardinali, che ricordano quelle del monumento Brancaccio nella chiesa di Sant'Angelo a Nilo a Napoli, del monumento a Sergianni Caracciolo in San Giovanni a Carbonara a Napoli e infine quelle del monumento Caetani nella Cattedrale di San Pietro a Fondi. La parte centrale del monumento si presenta come un attico trionfale scandito da pilastrini contenenti nicchie con statue di santi ai lati e angeli al centro. Le effigi dei due defunti in abito francescano sono mostrate all'interno di un baldacchino mentre vengono disvelate dai due putti in volo e dai due angeli nelle nicchie laterali. Il terzo ordine culmina in una grande nicchia centrale con la Vergine in trono con il Bambino e Santi nelle nicchie laterali.

L'opera fu realizzata dallo scultore Nuzzo Barba, che vent'anni prima aveva realizzato nella stessa chiesa il pulpito.

Immagine
CommittenteAndrea Matteo Acquaviva
Famiglie e persone

Giulio Antonio Acquaviva

Caterina del Balzo Orsini

Andrea Matteo Acquaviva

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

In origine il corpo di Giulio Antonio Acquaviva era custodito nella chiesa matrice di Sternatia nel leccese e poi trasferito a Conversano dopo la costruzione del mausoleo.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, 21-22 marzo 2001), a cura di Clara Gelao, Bari 2004, 11-53.

 

Gelao 2005: Clara Gelao, "La chiesa e il convento di Santa Maria dell'Isola a Conversano", in Clara Gelao, Puglia rinascimentale, Milano 2005, 47-59.

Allegati
Link esterni
SchedatoreBianca de Divitiis
Data di compilazione24/01/2014 10:58:55
Data ultima revisione12/02/2017 16:39:34
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/427
OggettoConversano, Santa Maria dell'Isola, pulpito
Materialepietra
Dimensioni
Cronologia1505, ante
AutoreNuzzo Barba
Descrizione

Il pulpito si trova nella chiesa di Santa Maria dell'Isola di Conversano. Addossato alla parete vicino all'edicola (anch'essa attribuita a Nuzzo Barba), il pulpito, privo di alcuna funzione liturgica, vista l'assenza della scala d'accesso, si caratterizza per la forma ad emiciclo ed esibisce al centro lo stemma della famiglia Acquaviva d'Aragona inquartato con quello Todeschini Piccolomini, retto da una coppia di putti. Ciò induce a pensare che l'opera sia stata commissionata da Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona e dalla moglie Isabella Todeschini Piccolomini. La linearità della cassa semi-cilindrica, interrotta solo dalla presenza dell'impresa araldica, è complicata, e notevolmente arricchita, dalla serie di cornici concentriche, occupate da modanature ornate da raffinate decorazioni digradanti verso il basso, dove un mensolone accoglie la figura di un piccolo telamone in atto di sostenere l'intera opera.

Immagine
CommittenteAndrea Matteo Acquaviva d'Aragona, Isabella Todeschini Piccolomini
Famiglie e persone

Acquaviva d'Aragona

Todeschini Piccolomini

Iscrizioni

Tra i due angeli reggistemma, in basso, è incisa la firma dello scultore: "OPVS NUTII BARBE".

Stemmi o emblemi araldici

Stemma di Andrea Matteo Acquaviva d'Aragona inquartato con quello della prima moglie, Isabella Todeschini Piccolomini, morta nel 1505 (Gelao 2004, 51, nota 62).

Note

I putti reggistemma e il telamone si confrontano bene con le tre testine di serafini scolpiti da Nuzzo Barba nel fregio della tomba di Petruccio Bove nella chiesa di San Domenico a Bitonto: in tutte queste figure si riscontra la stessa cura nella resa dei dettagli fisionomici. Allo stesso modo l'attenzione concessa dall'autore all'esecuzione della serie di minute decorazioni nella terminazione a cono del pulpito è analoga a quella che Nuzzo riserva al variegato repertorio figurativo esibito nell'edicola in Santa Maria dell'Isola. Tali modi stilistici non si ritrovano, al contrario, nel monumentale sepolcro di Giulio Antonio Acquaviva e di Caterina del Balzo Orsini, pure all'interno del medesimo edificio di culto, a riprova del fatto che il Barba molto verosimilmente non partecipò personalmente all'impresa. 

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gambacorta 1971: Antonio Gambacorta, "Artisti salentini dei secc. XIV-XVIII in Terra di Bari", in Studi di storia pugliese in onore di Nicola Vacca, Galatina 1971, 203-244.

 

Gelao 1987: Clara Gelao, “Ancora su Nuzzo Barba a Conversano. Un’ipotesi sulla sua formazione”, in Storia e cultura in Terra di BariStudi e ricerche, Galatina 1986 (1987), 27-42.

 

Gelao 1988: Clara Gelao, “L’attività di Nuzzo Barba a Conversano e le influenze veneto-dalmate nella scultura pugliese del Rinascimento”, Saggi e memorie di storia dell’arte, 16, 1988, 9-19.

 

Gelao 1996: Clara Gelao, “Monumenti funerari cinquecenteschi legati alla committenza degli Acquaviva d’Aragona”,in Territorio e feudalità nel Mezzogiorno rinascimentale, Atti del I Convegno Internazionale di studi sulla casa Acquaviva d’Atri e di Conversano (Conversano, Atri, 13-16 settembre 1991), a cura di Caterina Lavarra, Galatina 1996, 303-348. 

 

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.

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SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione04/02/2014 09:53:32
Data ultima revisione12/02/2017 16:49:21
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/430
OggettoConversano, Santa Maria dell'Isola, statua di Caterina del Balzo Orsini
Materialepietra calcarea dipinta
Dimensioni
Cronologia
AutoreNuzzo Barba
Descrizione

La statua, che si trova nel presbiterio di Santa Maria dell'Isola a Conversano, raffigura Caterina del Balzo Orsini, moglie di Giulio Antonio Acquaviva. La contessa è raffigurata con le mani giunte in atto di pregare e lo sguardo rivolto verso il basso.

L'opera va in coppia con la statua genuflessa di Giulio Antonio Acquaviva. Le due statue, delle stesse dimensioni e dello stesso materiale, erano orientate verso l'altare maggiore che in origine ospitava l'icona trecentesca della Vergine con Bambino, racchiusa in un'edicola commissionata dallo stesso Giulio Antonio Acquaviva, databile a prima del 1479. Anche le statue potrebbero datarsi a un periodo compreso tra il 1463, anno di fondazione della chiesa, e il 1479.

La statua attualmente è poggiata su un sostegno a sbalzo in pietra moderno, ma in origine potrebbe essere stata collocata a terra.

Immagine
CommittenteGiulio Antonio Acquaviva
Famiglie e persone

Caterina del Balzo Orsini

Giulio Antonio Acquaviva

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

La statua di Caterina del Balzo Orsini rientra in una serie di statue votive o funerarie in cui l'effigiato è rappresentato in dimensioni naturali, genuflesso e in atto di pregare, tutte riconducibili a circa la metà del XV secolo, all'ambito pugliese e legate alla committenza Del Balzo-Orsini. Rientrano in questo gruppo la statua di Raimondello del Balzo nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, quella di Tristano Chiaromonte a Copertino, quella di Giovanni Antonio Orsini del Balzo nella chiesa di Sant'Antonio a Taranto. Attualmente non conosciamo altre statue di donne simili, e di rappresentazioni di coppie di coniugi. Statue genuflesse di Giulio Antonio Acquaviva e Caterina del Balzo Orsini erano collocate ai lati del grande polittico sull'altare della Cattedrale di Noci.

Questo insieme di statue, della stessa tipologia e riconducibile allo stesso tipo di committenza nobiliare, costituisce un valido precedente della statua che ritrae il cardinale Oliviero Carafa nella Cappella del Succorpo nella Cattedrale di Napoli.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gambacorta 1971: Antonio Gambacorta, “Artisti salentini dei secc. XIV-XVIII in Terra di Bari”, in Studi di storia pugliese in onore di Nicola Vacca, Galatina 1971, 203-244.

 

Gelao 1987: Clara Gelao, “Ancora su Nuzzo Barba a Conversano. Un’ipotesi sulla sua formazione”, in Storia e cultura in Terra di BariStudi e ricerche, Galatina 1986 (1987), 27-42.

 

Gelao 1988: Clara Gelao, “L’attività di Nuzzo Barba a Conversano e le influenze veneto-dalmate nella scultura pugliese del Rinascimento”, Saggi e memorie di storia dell’arte, 16, 1988, 9-19.

 

Gelao 1996: Clara Gelao, “Monumenti funerari cinquecenteschi legati alla committenza degli Acquaviva d’Aragona”in Territorio e feudalità nel Mezzogiorno rinascimentale, Atti del I Convegno Internazionale di studi sulla casa Acquaviva d’Atri e di Conversano (Conversano, Atri, 13-16 settembre 1991), a cura di Caterina Lavarra, Galatina 1996, 303-348.

 

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.

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SchedatoreBianca de Divitiis
Data di compilazione04/02/2014 09:56:51
Data ultima revisione12/02/2017 17:32:28
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/432
OggettoConversano, Santa Maria dell'Isola, statua di Giulio Antonio Acquaviva
Materialepietra calcarea dipinta
Dimensioni
Cronologiaante 1479
AutoreNuzzo Barba
Descrizione

La statua, che si trova nella chiesa di Santa Maria dell'Isola di Conversano, raffigura Giulio Antonio Orsini genuflesso. Il conte è raffigurato in armatura, ma senza elmo, con le mani giunte in atto di pregare e lo sguardo rivolto verso il basso.

L'opera va in coppia con la statua genuflessa di Caterina del Balzo Orsini, moglie dell'Acquaviva. Le due statue, delle stesse dimensioni e dello stesso materiale, erano orientate verso l'altare maggiore che in origine ospitava l'icona trecentesca della Vergine con Bambino, racchiusa in un'edicola commissionata dallo stesso Giulio Antonio Acquaviva, databile a prima del 1479. Anche le statue potrebbero datarsi a un periodo compreso tra il 1463, anno di fondazione della chiesa, e il 1479.

La statua attualmente è poggiata su un sostegno a sbalzo in pietra moderno, ma in origine potrebbe essere stata collocata a terra. 

Immagine
CommittenteGiulio Antonio Acquaviva
Famiglie e persone

Giulio Antonio Acquaviva

Caterina del Balzo Orsini

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

La statua di Giulio Antonio Acquaviva, come anche quella di Caterina del Balzo Orsini, rientra in una serie di statue votive o funerarie in cui l'effiggiato è rappresentato in dimensioni naturali, genuflesso e in atto di pregare, tutte riconducibili a circa la metà del XV secolo, all'ambito pugliese e legate alla committenza Del Balzo-Orsini. Rietrano in questo gruppo la statua di Raimondello del Balzo nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, quella di Tristano Chiaromonte a Copertino, quella di Giovanni Antonio Orsini del Balzo nella chiesa di Sant'Antonio a Taranto. Statue genuflesse di Giulio Antonio Acquaviva e Caterina del Balzo Orsini erano collocate ai lati del grande polittico sull'altare della Cattedrale di Noci.

Questo insieme di statue - della stessa tipologia, e tutte riconducibili allo stesso tipo di committenza nobiliare - costituisce un valido precedente della statua che ritrae il cardinale Oliviero Carafa nella Cappella del Succorpo nella Cattedrale di Napoli.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Gambacorta 1971: Antonio Gambacorta, “Artisti salentini dei secc. XIV-XVIII in Terra di Bari”, in Studi di storia pugliese in onore di Nicola Vacca, Galatina 1971, 203-244.

 

Gelao 1987: Clara Gelao, “Ancora su Nuzzo Barba a Conversano. Un’ipotesi sulla sua formazione”, in Storia e cultura in Terra di BariStudi e ricerche, Galatina 1986 (1987), 27-42.

 

Gelao 1988: Clara Gelao, “L’attività di Nuzzo Barba a Conversano e le influenze veneto-dalmate nella scultura pugliese del Rinascimento”, Saggi e memorie di storia dell’arte, 16, 1988, 9-19.

 

Gelao 1996: Clara Gelao, “Monumenti funerari cinquecenteschi legati alla committenza degli Acquaviva d’Aragona”in Territorio e feudalità nel Mezzogiorno rinascimentale, Atti del I Convegno Internazionale di studi sulla casa Acquaviva d’Atri e di Conversano (Conversano, Atri, 13-16 settembre 1991), a cura di Caterina Lavarra, Galatina 1996, 303-348.

 

Gelao 2004: Clara Gelao, “La scultura pugliese del Rinascimento. Aspetti e problematiche”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 11-53.

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SchedatoreBianca de Divitiis
Data di compilazione04/02/2014 09:55:28
Data ultima revisione12/02/2017 17:31:30
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/431
OggettoVenezia, Gallerie dell'Accademia (già Conversano), Polittico (dipinto)
Luogo di conservazioneVenezia
Materialetempera su tavola
DimensioniTavola centrale: cm 154 x 46; Tavole laterali: cm 138 x 23 (ciascuna); Predella: cm 25 x 270; Cimasa: cm 46 x 45
Cronologia1475
AutoreBartolomeo Vivarini e bottega
Descrizione

Il polittico si compone di una tavola centrale raffigurante l’Adorazione del Bambino; di otto tavole laterali con rappresentazione dei seguenti santi: Francesco, Andrea, Giovanni Battista, Pietro, Paolo, Girolamo, Domenico Teodoro; una cimasa con Cristo passo e due angeli; la predella con Cristo e gli Apostoli a mezzobusto.
Nel Catalogo (1887, 88), l’ultimo dei santi è identificato come Liberale.

Il polittico proviene dalla Cattedrale di Conversano. L'iscrizione riporta l'autore - Bartolomeo Vivarini - e la committenza del canonico Antonio de Charitate.

Di un certo interesse risulta la scena dell'Adorazione del Bambino, ambientata in uno scenario aperto e non, come gli altri scomparti, dipinta su fondo oro.

 

Immagine
CommittenteAntonio de Charitate (canonico)
Famiglie e persone

De Charitate

Iscrizioni

Tavola centrale, in basso:

HOC OPUS SUMPTIBUS DOMNI ANTHONII DE CHARITATE CA/NONICI ECCLESIAE DE CONVERSANO IN FORMAM REDACTUM · EST · 1475

Predella:

OPUS FACTUM VENETIIS PER BARTHOLOMEUM VIVARINUM...

Stemmi o emblemi araldici
Note

Lionello Venturi (1907, 181) ritiene l’ancona «spedita in un paesello della provincia di Bari» realizzata non da Bartolomeo ma «da una schiera di garzoni più o meno rozzi». Lo assegna completamente agli allievi anche Berenson (1932, 602). Planiscig (1921-22, 433) coglie dei paralleli tra la tavola centrale e quella con medesimo soggetto del polittico di Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna già a Padova in San Francesco (ora Praga, Národní Galerie, n. O11983-O11987), datato 1447. Paoletti (1929, 100) ritiene che la cronologia possa essere anticipata rispetto a quella dichiarata nel cartiglio. Moschini Marconi (1955, 161-162) ritiene il polittico opera di collaborazione tra maestro e bottega, con l’Adorazione del Bambino (o Presepe) indicata come la porzione meglio riuscita della composizione.
L’opera è stata restaurata nel 1948 (Arrigoni) e nel 1995.


Grazie alla ricostruizione di Iudice (2017) delle intricate e, a tratti, illecite vicende dell’acquisizione del dipinto nel 1883 da parte delle Gallerie dell’Accademia di Venezia presso l’antiquario veneziano Antonio Della Rovere – il quale, per il tramite dell’intromettitore Zaccaria Greco era riuscito a ottenre il polittico, per una cifra irrisoria, dalle suore dell’opera pia che aveva sede nel Conservatorio di San Giuseppe in Conversano – è possibile aggiungere un ulteriore tassello alla storia esterna dell’opera, inserendo il passaggio per il Conservatorio conversanese intitolato a San Giuseppe presso il quale sarebbe giunto, come da tradizione orale, tramite la donazione di una suora.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Berenson 1932: B. Berenson, Italian pictures of the Renaissance. A list of the principal artists and their works with an index of places, Oxford 1932, 602.

Borenius 1912: Tancred Borenius, Nota, in J. Crowe, G. B. Cavalcaselle, A History of Painting in North Italy, edited by Tancred Borenius, I, London 1912, 44.

Catalogo 1887: Catalogo delle RR. Gallerie di Venezia, Venezia 1887, 88.

Fleischmann 1940: B. Fleischmann, Vivarini Antonio, in U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart, XXXIV, Leipzig 1940, 445-449, 448.

Gelao 2008: Clara Gelao, «Il San Pietro Martire di Giovanni Bellini nella Pinacoteca Provinciale di Bari tra arte e storia», in Giovanni Bellini. San Pietro Martire, storia, arte, restauro, a cura di Clara Gelao, Venezia 2008, 7-52, 14-15, 29.
Iudice 2017: C.A. Iudice, «La provenienza del “Polittico di Conversano” di Bartolomeo Vivarini e alcune dinamiche del mercato antiquario ottocentesco», Ateneo Veneto, 203, 15/2, (2016), 2017, 25-57.

Moschini 1946: V. Moschini, I Vivarini, Milano 1946, 14.

Moschini Marconi 1955: S. Moschini Marconi, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Venezia 1955, I, 161-162.

Mostra dell’arte in Puglia 1964: Mostra dell’arte in Puglia dal tardo-antico al rococò, a cura di Michele D’Elia, cat. mostra, Bari, Pinacoteca provinciale, Roma 1964, 57.

Nepi Scirè 1998: G. Nepi Scirè, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Milano 1998, 233.

Nepi Scirè, Valcanover 1985: G. Nepi Scirè, F. Valcanover, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Milano 1985, 321

Pallucchini 1962: R. Pallucchini, I Vivarini (Antonio, Bartolomeo, Alvise), Venezia 1962, 47, 122.

Paoletti 1929: P. Paoletti, La Scuola Grande di San Marco, Venezia 1929, 100.

Planiscig 1921-1922: L. Planiscig, «Un polittico sconosciuto di Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna», Bollettino d’Arte, 15, 1921-1922, 427-433, 433.

Ramunni 1883: G.A. Ramunni, «Il polittico di Bartolomeo Vivarini già a Conversano», Quaderni conversanesi, 11, 1883, 23-24.

Russo 2020: Giammarco Russo, «Vivarini, Bartolomeo», in Dizionario Biografico degli Italiani, C, Roma 2020, 56-60, 58.

Testi 1909: L. Testi, La storia della pittura veneziana. Il divenire, II, Bergamo 1909, 451, 466, 469, 530, 554.

Venturi 1900: A. Venturi, La Galleria Crespi in Milano. Note e raffronti, Milano 1900, 55.

Venturi 1914: A. Venturi, Storia dell’arte italiana. La pittura del Quattrocento, VII, 3, Milano 1914, 308, 336.

Venturi 1907: L. Venturi, Le origini della pittura veneziana. 1300-1500, Venezia 1907, 181.

Allegati
Link esterni

https://www.gallerieaccademia.it/polittico-di-conversano

 

https://cartapulia.it/un-polittico-veneto-per-conversano-andata-e-ritorno

 

https://www.beni-culturali.eu/opere_d_arte/scheda/polittico-di-conversano-adorazione-di-gesu-bambino-con-la-madonna-san-giuseppe-e-santi-vivarini-bartolomeo-1430-ca-post-1491-05-00402048/503772

 

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0500402048

SchedatoreStefania Castellana
Data di compilazione13/12/2023 16:44:35
Data ultima revisione13/12/2023 16:44:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/716