NomeBarletta
TipoCittà
Luogo superiorePUGLIA
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OggettoBarletta
CollocazioneBaltimora, Walters Art Museum, manoscritto W.658
Immagine
Materiali e tecniche
Dimensioni
Cronologia
Autore

Piri Reis

SoggettoBarletta, Manfredonia
Descrizione
Iscrizioni
Famiglie e persone
Note
Riproduzioni
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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Schedatore
Data di compilazione20/01/2014 21:14:53
Data ultima revisione28/01/2017 22:36:15
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OggettoBarletta, chiesa di Santa Croce
Collocazionea stampa
Immagine
Materiali e tecnicheincisione
Dimensioni
Cronologia1783
Autore
SoggettoBarletta
Descrizione
Iscrizioni
Famiglie e persone
Note
Riproduzioni

A stampa in Saint-Non 1781-1786, III

Fonti e documenti
Bibliografia

Saint-Non 1781-1786: Jean-Claude Richard de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, 4 voll., Paris, s.n., 1781-1786. [vol. 1.1vol. 1.2;vol. 3vol. 4.1vol. 4.2].

Allegati
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Data di compilazione03/12/2013 11:05:27
Data ultima revisione28/01/2017 22:38:57
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OggettoBarletta, pianta (1780)
Collocazione
Immagine
Materiali e tecniche
Dimensioni
Cronologia1780
Autore
SoggettoBarletta
Descrizione

La pianta raffigura la città di Barletta con esatta identificazione delle mura e dei principali edifici.

Iscrizioni
Famiglie e persone
Note
Riproduzioni
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
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Consultabile on line.

Schedatore
Data di compilazione14/11/2013 14:10:13
Data ultima revisione20/02/2017 20:53:48
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OggettoBarletta, pianta Esperti (1793)
Collocazionea stampa
Immagine
Materiali e tecnicheincisione
Dimensioni
Cronologia1793
Autore

Gabriele Pastore

SoggettoBarletta
Descrizione

1 Castello

2 Chiesa di S. Andrea

3 Chiesa di S. Cataldo

4 Porto di mare

5 Molo antico

6 Molo nuovo

7 Lazzaretto

8 Chiesa del Lazzaretto

9 Porto

10 Chiesa del Carmine

11 Regia Dogana

12 Palazzo di Abate

13 Quartiere vecchio

14 Real Monte di Pietà

15 Chiesa e Monastero della Vittoria

16 Palazzo di Fraggianni

17 Chiesa e Monastero di S. Stefano

18 Largo di S. Stefano

19 Chiesa dei Teatini

20 Palazzo di Campanile

21 Mulino della Città

22 Casa dei Buonfratelli

23 Chiesa della Ss. Trinità

24 Paraticchio

25 Porta Reale

26 Largo di S. Agostino

27 Chiesa della Camerella

28 Chiesa di S. Agostino

29 Borgo

30 Chiesa di S. Giacomo

31 Largo di S. Giacomo

32 Casa di Feliù

33 Casa di Cafiero

34 Casa di Spera

35 Casa di Leoncavallo

36 Casa di Leoncavallo

37 Casa di del Vecchio

38 Porta Nuova

39 Chiesa dello Spirito Santo

40 Chiesa e Monastero dell’Annunziata

41 Largo dell’Annunziata

42 Casa di del Monaco

43 Casa di Ortona

44 Casa di De Leòn

45 Casa di Del Giudice

46 Chiesa del Santo Sepolcro

47 Strada della Cordoneria

48 Statua di Eraclio

49 Fortino di S. Antonio

50 Chiesa di S. Antonio

51 Chiesa dei Greci

52 Chiesa di S. Lucia

53 Fortino

54 Porta di Trani

55 Strada del Cambio

56 Regia Posta

57 Chiesa di S. Chiara

58 Palazzo di Esperti

59 Palazzo di Elefante

60 Palazzo di Leone

61 Palazzo di Scioti

62 Palazzo di Pappalettere

63 Palazzo di Azzariti

64 Palazzo di Bonelli

65 Chiesa del Purgatorio

66 Piazzetta

67 Casa di Bassi

68 Casa di De’ Gregorio

69 Largo di De’ Gregorio

70 Casa di Bruotski

71 Casa di Procacci

72 Chiesa Madre

73 Chiesa di S. Pietro

74 Palazzo di Santacroce

75 Strada

76 Chiesa di S. Domenico

77 Palazzo di Seccia

78 Casa di Fucilli

79 Palazzo di Gargano

80 Palazzo di Marulli

81 Palazzo del Real Monte

82 Porta della Croce

83 Strada del Pesce

84 Casa di De’ Fazio

85 Chiesa di Nazareth

86 Palazzo Arcivescovile

87 Largo del Real Monte

88 Palazzo di Affaitati

89 Largo della Vittoria

90 Strada della Corte

91 Palazzo Pretoriale

92 Casa Campanile

93 Casa di De Ruggiero

94 Abitazione di Pecorari

95 Chiesa di S. Marta

96 Teatro

97 Chiesa di S. Antonio Abate

98 Paniere del Sabato

99 Casa di Cafagna

100 Casa di Celentano

101 Fossato della Città

102 Taverna di Marulli 

Iscrizioni

Entro una ricca cornice al di sotto della pianta:

A Sua Eccellenza / Il Sig. D Giorgio Esperti / Nobile Patrizio della Città di Barletta / Regio Segreto, e Mastro Portolano / di Puglia  / Gabriele Pastore / con tutt’ossequio dedica / e rassegna".

 

Al di sotto del cartiglio:

"Amnis, et Adriacas retro fugit Aufidus Undas / Virg. Aeneid L. XI" 

 

Ancora più sotto, entro cartiglio:

"Prima pianta dimostrativa della / Fedelissima Città di Barletta/ fatta nel 1793"

 


A sinistra della pianta la prima parte della legenda:

"1 Castello

2 Chiesa di S. Andrea

3 Chiesa di S. Cataldo

4 Porto di mare

5 Molo antico

6 Molo nuovo

7 Lazzaretto

8 Chiesa del Lazzaretto

9 Porto

10 Chiesa del Carmine

11 Regia Dogana

12 Palazzo di Abate

13 Quartiere vecchio

14 Real Monte di Pietà

15 Chiesa e Monastero della Vittoria

16 Palazzo di Fraggianni

17 Chiesa e Monastero di S. Stefano

18 Largo di S. Stefano

19 Chiesa dei Teatini

20 Palazzo di Campanile

21 Mulino della Città

22 Casa dei Buonfratelli

23 Chiesa della Ss. Trinità

24 Paraticchio

25 Porta Reale

26 Largo di S. Agostino

27 Chiesa della Camerella

28 Chiesa di S. Agostino

29 Borgo

30 Chiesa di S. Giacomo

31 Largo di S. Giacomo

32 Casa di Feliù

33 Casa di Cafiero

34 Casa di Spera

35 Casa di Leoncavallo

36 Casa di Leoncavallo

37 Casa di del Vecchio

38 Porta Nuova

39 Chiesa dello Spirito Santo

40 Chiesa e Monastero dell’Annunziata

41 Largo dell’Annunziata

42 Casa di del Monaco

43 Casa di Ortona

44 Casa di De Leòn

45 Casa di Del Giudice

46 Chiesa del Santo Sepolcro

47 Strada della Cordoneria

48 Statua di Eraclio

49 Fortino di S. Antonio

50 Chiesa di S. Antonio

51 Chiesa dei Greci".

 

La seconda parte è a destra:

"52 Chiesa di S. Lucia

53 Fortino

54 Porta di Trani

55 Strada del Cambio

56 Regia Posta

57 Chiesa di S. Chiara

58 Palazzo di Esperti

59 Palazzo di Elefante

60 Palazzo di Leone

61 Palazzo di Scioti

62 Palazzo di Pappalettere

63 Palazzo di Azzariti

64 Palazzo di Bonelli

65 Chiesa del Purgatorio

66 Piazzetta

67 Casa di Bassi

68 Casa di De’ Gregorio

69 Largo di De’ Gregorio

70 Casa di Bruotski

71 Casa di Procacci

72 Chiesa Madre

73 Chiesa di S. Pietro

74 Palazzo di Santacroce

75 Strada

76 Chiesa di S. Domenico

77 Palazzo di Seccia

78 Casa di Fucilli

79 Palazzo di Gargano

80 Palazzo di Marulli

81 Palazzo del Real Monte

82 Porta della Croce

83 Strada del Pesce

84 Casa di De’ Fazio

85 Chiesa di Nazareth

86 Palazzo Arcivescovile

87 Largo del Real Monte

88 Palazzo di Affaitati

89 Largo della Vittoria

90 Strada della Corte

91 Palazzo Pretoriale

92 Casa Campanile

93 Casa di De Ruggiero

94 Abitazione di Pecorari

95 Chiesa di S. Marta

96 Teatro

97 Chiesa di S. Antonio Abate

98 Paniere del Sabato

99 Casa di Cafagna

100 Casa di Celentano

101 Fossato della Città

102 Taverna di Marulli"

Famiglie e persone

In alto, sui tre lati, sono gli stemmi di alcune famiglie nobili di Barletta, da sinistra: Bonelli, Pecoraro, Scioti, Abate, Pappalettere, Elefante,  stemma città Barletta, Marulli, Affaitati, Baldachino Sars, Leone, Santacroce, Campanile.

Note
Riproduzioni

Gelao 1988, p. 22.

Fonti e documenti
Bibliografia

Gelao 1988: Clara Gelao, "Palazzi con bugnato a punta di diamante in terra di Bari", Napoli Nobilissima, s. 4, XXVII,1988, 12-28.

Vitale 1979: Giuliana Vitale, "Note di socio-topografia della città di Trani dall'XI al XV secolo", Archivio storico per le province napoletane, s.3, XVIII (=97), 1979, 31-97.

Allegati
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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione12/01/2014 14:16:25
Data ultima revisione28/01/2017 22:39:28
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Disegno/202
OggettoBarletta, veduta del Seggio del Popolo e del Colosso
Collocazione
Immagine
Materiali e tecniche
Dimensioni
Cronologia1843
Autore
SoggettoBarletta
Descrizione
Iscrizioni
Famiglie e persone
Note
Riproduzioni
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni

Consultabile on line.

Schedatore
Data di compilazione18/12/2013 20:39:28
Data ultima revisione20/02/2017 20:54:46
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Disegno/201
OggettoBarletta, veduta della città
CollocazioneBaltimora, Walters Art Museum, manoscritto W.658
Immagine
Materiali e tecniche
Dimensioni
Cronologia
Autore
Soggetto
Descrizione
Iscrizioni
Famiglie e persone
Note
Riproduzioni
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione29/01/2017 10:55:46
Data ultima revisione17/01/2018 20:02:05
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Disegno/254
OggettoBarletta, archivio della città
Tipologiaedificio pubblico: archivio
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1491: dai capitoli concessi in quell'anno da re Ferrante risulta che il sigillo e le scritture dell'universitas si custodivano "in la ecclesia nominata lo Sepulcro" (Trinchera 1866-1874, III, p. 131).

1567: l'epigrafe con questa data attesta che all'epoca l'edificio aveva già la destinazione di archivio.

1784: l'altra epigrafe documenta la continuità di funzione.

Autore
Committente

Universitas di Barletta

Famiglie e persone
Descrizione

La sede dell'archivio della città sorge accanto alla chiesa del Santo Sepolcro e fu costruita a spese dell'Università. All'interno era custodito l'archivio della città di Barletta. Si accedeva dalla sagrestia della chiesa, salendo cinque gradini.

Iscrizioni

Iscrizione del 1567 sull'architrave della finestra

Iscrizione del  1784

Stemmi o emblemi araldici

All'esterno è lo stemma in pietra della città di Barletta.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).


Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 140.

 

Trinchera 1866-1874: Francesco Trinchera, Codice Aragonese, o sia Lettere regie, ordinamenti ed altri atti governativi de' sovrani aragonesi in Napoli riguardanti l'amministrazione interna del Reame e le relazioni all'estero, 3 voll., Napoli 1866-1874, III, 113-131.


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, II, 25.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione27/09/2013 10:38:06
Data ultima revisione24/02/2017 23:41:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/515
OggettoBarletta, cantina della Disfida
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Damato
Immagine
Nomi antichi

Osteria del Veleno

Cronologia

1503, 15 gennaio-13 febbraio: in una cena organizzata da Consalvo di Cordova in una cantina presso la sua residenza si generò un diverbio tra soldati francesi e italiani che si concluse con la Disfida del 13 febbraio.

Autore
Committente
Famiglie e persone

Consalvo di Cordova, Gran Capitano delle truppe spagnole di stanza in Italia (1503).

Famiglia Damato.

Descrizione

Il palazzo Damato che, secondo le fonti (Historia 1633) avrebbe ospitato il Gran Capitano durante le operazioni militari a Barletta, è un edificio del sec. XV, come rivela l'impianto generale, il prospetto e le parti interne. La facciata presenta al centro un portale ad arco acuto riquadrato da una cornice a piccole bugne a diamante (come nel Palazzo Santacroce) e un paramento a conci di calcare di medie dimensioni e ben connessi che, al di sopra della linea del portale, si trasformano in bugne a risparmio, secondo una tipologia presente nell'architettura della regione del primo rinascimento. Anche i locali della cantina, posti nella parte sinistra dell'edificio, presentano le strutture interne, con ampi pilastri che reggono archi acuti e volte a crociera, coevi con il prospetto.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il palazzo, oggi detto della famiglia Damato e che sarebbe stato requisito per ospitare il Gran Capitano Consalvo di Cordova durante le operazioni militari a Barletta (1503) e nel quale sarebbe avvenuto il casus belli della disfida, si presenta in un assetto ancora originale, risalente al sec. XV, come mostrano il prospetto, gli ingressi e le strutture interne.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Barone 2011-2012: Maria Teresa Barone, Elementi morfologici dell'architettura rinascimentale in Terra di Bari. Il caso del palazzo Sylos-Calò di Bitonto, Tesi Ph.D, Università di Roma "La Sapienza" 2011-2012, 135.

 

Historia 1633: Historia del combattimento de' tredici italiani con altrettanti francesi, fatto in Puglia tra Andria e Quarata, Napoli 1633 (II ed. Napoli 1725).

 

Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta, Bari 1842, 87-91.

Link esterni
SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione02/02/2014 15:28:29
Data ultima revisione24/02/2017 23:48:37
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/670
OggettoBarletta, castello
Tipologiacastello
Nome attualeMuseo Civico
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1046-1050: la costruzione del castello, posto a difesa del porto, sarebbe da attribuire  a Pietro il Normanno. Di questo primitivo edificio rimangono tracce soltanto nella porzione inferiore della torre di sud-est.

1202: prima attestazione scritta dell'esistenza del castello.

1224: Federico II promuove lavori di rinnovamento.

1269: Carlo I d'Angiò decide il rinnovamento del castello.

1273: si redige la stima dei lavori da eseguire.

1276: si dà avvio ai lavori, diretti da Pierre d’Angicourt.

1277: si rinforza il castello e si costruisce la cappella.

1278: crolla il muro verso il porto e se ne progetta la ricostruzione.

1280: si avvia il completamento della torre rotonda.

1281: si realizza la cisterna.

1291: completamento dei lavori sotto Carlo II d'Angiò.

1532-37: ha inizio il grande rifacimento promosso da Carlo V, con progetto inviato da Ferrante de Alarçon, castellano di Brindisi e soprintendente di tutte le fortificazioni pugliesi, e lavori assunti dal maestro Giovanni Filippo Terracino della Cava. Si costruisce il bastione sud-est detto della Nunziata.

1555-1559: seconda grande campagna di rinnovamento, che porta al completamento del bastione della Nunziata compreso di merlatura, e alla costruzione delle cortine est, nord e ovest, degli altri tre bastioni (di Sant'Antonio, poi San Giacomo a nord-est; di San Vincenzo a nord-ovest; di Santa Marta a sud-ovest), dei sotterranei, di due cisterne nel cortile e del nuovo ingresso da sud.

1559-1570: pavimentazioni al primo piano del lato ovest e scala del cortile.

1581-1582: primo piano del lato sud. gradinata est, e proseguimento della cortina occidentale interna.

1585-1586: copertura dei bastioni di Sant'Antonio e di San Vincenzo.

1596-1597: si scava il fossato.

1622: Filippo IV fa realizzare sul terrazzo ovest il laboratorio degli artificieri.

Autore

Pierre d'Angicourt (fase angioina)

Don Ferrante de Alarçon (riedificazione cinquecentesca)

Committente

Pietro il Normanno

Federico II

Carlo I d'Angiò

Carlo II d'Angiò

Carlo V

Universitas di Barletta (eroga 14mila ducati in rate di mille ducati annui)

Filippo IV

Famiglie e persone
Descrizione

Il castello ha un impianto quadrato, con bastioni romboidali ai quattro vertici. Poggia su un possente basamento a scarpa circondato da un fossato.

Iscrizioni

All'interno iscrizione di Carlo V

Sulla porta:

"IN PVLCHRAM FORMA(M) REDACTV(M) / DIDACI FELIZES CVRA A.D. 1584" (Seccia 1842, 97).

Stemmi o emblemi araldici

Nella lunetta di due finestre del cortile è un'aquila (sveva?).

Nell'atrio di ingresso è lo stemma di Carlo V.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Vista (1900-1904, I, 18) ricorda che alla costruzione fu chiamata a concorrere l'universitas, con il contributo di 1000 ducati annui, che vennero erogati fino al 1542.

Note
Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi

Pianta in Bacile di Castiglione 1927, p. 80.

Fonti/Documenti

1202: la prima attestazione dell'esistenza del castello di Barletta (Sthamer 1926, n. 648).

1269-1291: rinnovamento angioino (Schulz 1860, IV, doc. CCXVI; Loffredo 1893, II, 305; Vista 1900-1904, I, 12-13).

Bibliografia

Bacile di Castiglione 1927: Gennaro Bacile di Castiglione, Castelli Pugliesi, Roma 1927, 71-93.

 

Brunetti 2006: Oronzo Brunetti, L’ingegno delle mura. L’Atlante Lemos della Bibliothèque Nationale de France, Firenze 2006, 55-58.

 

Grisotti 1995: Marcello Grisotti, Barletta, il castello, la storia, il restauro, Barletta 1995.

 

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).

 

Rescio 1995: Pierfrancesco Rescio, “Il contributo dell’archeologia allo studio dei castelli e dei centri storici minori: alcuni esempi”, Archivio Storico Pugliese, 1995, 179-206.

 

Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.


Sthamer 1926: Eduard Sthamer, Dokumente zur Geschichte der Kastellbauten Kaiser Friedrichs II. Und Karls I von Anjou, band II, Apulien und Basilicata, Leipzig 1926.


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, I, 11-28.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione27/09/2013 10:31:07
Data ultima revisione24/02/2017 23:51:33
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/514
OggettoBarletta, Cattedrale
Tipologiachiesa concattedrale
Nome attualeSanta Maria
Immagine
Nomi antichi

Santa Maria de Auxilio, Sancta Maria episcopii, Sancta Maria de episcopio

Cronologia

1139: bolla di papa Innocenzo II che fissa le prerogative della chiesa di Santa Maria de Auxilio di Barulo, determinando che il vescovo di Trani, sotto la cui giurisdizione ricadeva la chiesa, non avesse se non il diritto alla Santa Visita e all’esame dei chierici ordinandi (Loffredo 1893, II, doc. VI, 265-268).

1150-53: la navata della chiesa risulta in costruzione (cfr. Iscrizioni)

XII secolo, fine: costruzione della torre campanaria.

1267: riconsacrazione della cattedrale e primi acquisti di terreni.

1276: data dell'inchiesta del vescovo di Minervino sul furto delle reliquie di san Ruggero perpetrato dai barlettani ai danni della cattedrale di Canne (Loffredo, II, doc. XXIII, 310-313).

1289-1300 ca.: acquisti di suolo e di edifici per l'ingrandimento della cattedrale con la costruzione del nuovo coro.

1307: papa Clemente V concede a Giovanni Pipino da Barletta il permesso di "ampliari et dilatari opere sumptuose Maiorem ecclesiam sanctae Marie de Barolo" (cfr. Documenti).

1459, 4 febbraio: Ferrante d'Aragona viene incoronato re di Napoli in Santa Maria di Barletta.

1470: ricordando la sua incoronazione, re Ferrante concede al Capitolo di Santa Maria cento carri di sale all’anno dalle saline di Barletta, prescrivendo che un terzo dei proventi venisse impiegato per mantenere scuole di musica, lettere e teologia designate a istruire i giovani chierici (Loffredo 1893, II, 84 e doc. XXXV, 354-358).

XVI secolo, prima metà: vengono avviati o lavori per il completamento della chiesa con la costruzione delle campate intermedie fra la navata romanica e il coro gotico. 

1562: la chiesa vecchia e la nuova abside risultano separate e chiuse da cancellate in ferro (Vista 1900-1904, I, 62)

1559: donazioni attestano la ripresa dei lavori per unificare la chiesa (Seccia 1842, 32).

1629: Viene eretto un nuovo altare maggiore a spese della famiglia Gentile, e il ciborio esistente viene trasportato nella cappella centrale del deambulatorio, dove rimane fino al 1844.

1743: a seguito di una scossa di terremoto crolla la cuspide del campanile, che dovette essere ricostruito qualche tempo dopo.

Autore

La costruzione della chiesa romanica, corrispondente alla prima parte della navata odierna, si deve al protomagister Simiacca che in un atto del 1162, in cui figura come testimone, si definisce "protomagister frabice eclesie sancte Marie" (Codice Diplomatico Barlettano, I, doc. 93, 132-133).

Committente
Famiglie e persone

Giovanni Pipino da Barletta (1307).

Ferrante d'Aragona (1459; 1470).

Descrizione

La chiesa ha un impianto a tre navate concluse da un deambulatorio radiale. Le prime quattro campate corrispondono alla vecchia chiesa romanica e sono separate da colonne; procedendo verso l'altare maggiore seguono due campate con volte a crociera su pilastri polistili, e quindi altre due campate a pianta trapezoidale che raccordano il corpo longitudinale più stretto alla più ampia abside traforata attonro alla quale corre lo stretto deambulatorio a cinque cappelle radiali.

Iscrizioni

Sulla porta laterale sinistra della facciata è murato un blocco con iscrizione:

"+ IMPENSIS RICHARDE TUIS / HEC PORTA NITEBIT / ERGO TIBI MlERITO / CELESTIS TELA PATEBIT".

Sul fianco sinistro della chiesa compaiono diverse iscrizioni graffite.  Una recita:

"DEL GRAN CAP. IMP. NEL ANNO DEL S. 1503 FO LA GRAN VITTORIA".

L'altra:

"NEL ANNO 1528 FU SACHEGIATA ET DESTRUCTA BARLECTA PER LA DISCORDIA DELI CITADINI".

 

All'interno della chiesa.

Sull'abaco di un capitello addossato al primo pilastro polistilo di sinistra:

"MUSCATUS DEDIT IN IHS DUABUS COLUMNIS CC DUCALES QUI AS LEGIT ORET PRO EO /// ANNO MCLIII MENSE AUGUSTO. INDICTIONE PRIMA A DEO CAPTA EST SCALONIA".

All'interno, nel presbiterio:

"SEPUL. EGREGI FRA/NCISCI DE ROBERTO / MERCATORIS DE BA/RULO OBIIT AN.O / D.NI 1549 DE MESE / SEPTEMBER / ORATE PRO EO".

 

Nel pavimento del coro a destra:

"HJERONIMO MAL/LIO ELETTO ARCHIPRE/SBITERO BAROLITA/NO QUEM IMMATURA / MORS NEAPOLI ERI / PUIT V. K. OCTOBRIS / 1555 MAGNIFICUS / CAMILLUS MAN/LEUS AR. ME. DOC. / PATER POSUIT / 1557 DIE / ULTIMO MARCII".

A sinistra della precedente:

"JOANNES DE LEO MAG. / V. I. D. MARIO DE LEO / MILITIQ. AURA FRATRI / CARISSIMO SIBIQ. HEREDIBUS / AC CONSANGUINEIS / SUIS POS. / MDLVIII".

Sotto l'arcone sinistro del presbiterio:

"MAG. JACOBUS BUCCUTUS SEPULCRUM SIBI AC SUIS / HEREDIBUS FACIENDUM MANDAVIT A PARTU VIRGINIS ANNO MDLX".

Entro una lapide marmorea murata in un pilastro:

"D. O. M. / BASILICAM HANC MAJORE INSIGNE COLLEGIATA MATRlCEM /DEO AC VIRGINI DEIPARAE IN COELU ASSUMPTAE / DICATAM / IN SOLO LATERANENSIS URBIS ET ORBIS MATRIS / FUNDATAM / EJUSQ. PRIVILEGIIS GRATIIS AC INDULGETIIS ONIBUS / AP.LICA LIB.RALITATE DITATAM / ILL.S ET REV.S D.NUS D. JOSEPH DAVANZATI S. T. D. PATRITIUS / FLORENTINUS EQUES .JEROSOLlIMITANUS DEI AP.LICAE SEDIS / GRATI A ARCHIEPISCOPUS TRANEN. ET SALPEN. AB.S S.TAE MARlAE DE / VICTORlA AC COES ET CATH. MAJESTATIS INTIMUS A LATERE / CONSILIARIUS SOLENI RITU SACRAVIT DlE XIII MARTII MDCCXXIX /EJUSQ. ANNIVERSARIU DEDICATIONIS AD DIEM XXIV NOV.BRlS TRAS/TULIT ONITIUSQ. CHRISTICOLIS EA VISITATITIUS XXXX DIES DE V. INDULG.COCES".

Per terra innanzi al gradino del presbiterio: 

"PUBLICA DE RE RECTORIBUS / EXTREMO FATO FUNCTIS / NE CINERES INCULT, DEPEREANT / UTQUE PIACULARIBUS HOSTIIS JUV. VALEANT / STRATO TEMPLI PAVIMENTO / SENATUS BARULENSIS / SEPULCRUM DICAVIT A. MDCCCXXIII".

Lungo le pareti laterali, nei pressi dell'altare maggiore, è oggi una lapide funeraria con testo scritto in latino e in tedesco:

"HIC SEPULTUS GENERO / SUS DOMINUS CAROLS / COMES DE BARBI ET MI/LINGEN PROFECTUS IS/TIS PROVINCIIS CONTRA / TURCAM CUM GENERO/SO DOMINO JACOBO ANI/BALE COMITE IN EMPS / REGIS HISPANIARUM CO/SILIATORE ET TRIBUS / MILLIIS MILITUM GER/MANORUM TUTORE / QUI OBIIT / MENSIS AUGUSTI UN/DECIMA HORA / MDLXVI. / AETATIS SUAE ANNO / XXIII CUlUS / ANIMA IN DEO VIVAT / AMEN."

Stemmi o emblemi araldici

Numerosi sono gli stemmi familiari apposti sui monumenti all'interno della chiesa.

All'esterno, sul portale principale, è ripetuto più volte l'emblema della testa di cinghiale entro ghirlanda. Sulle murature esterne della Cappella di San Giuliano, sul lato destro della chiesa, è uno stemma con un'aquila e la data MCCCCLXXXXXI.

Elementi antichi di reimpiego

All'esterno, alla destra dell'abside, sono collocate alcune colonne antiche in granito grigio.

Opere d'arte medievali e moderne

Pulpito.

Ciborio dell'altare maggiore.

Cattedra episcopale.

Tabernacolo eucaristico (sec. XVI).

Ritratto di Ferrante d'Aragona.

Tavola con Cristo alla colonna (sec. XV)

Tavola lignea a doppia faccia (Vergine/Cristo).

Paliotto d'altare rinascimentale a imitazione di sarcofago antico.

Storia e trasformazioni

La chiesa insiste su una precedente basilica paleocristiana, a sua volta costruita al di sopra di un'area archeologica.

L'edificio attuale è realizzato nel corso di tre diverse fasi costruttive:

1) metà XII secolo: costruzione della primitiva chiesa romanica a tre navate concluse da altrettante absidi. A parte le absidi, il resto della chiesa è ancora esistente.

2) fine XIII-inizio XIV secolo: costruzione della nuova abside con deambulatorio.

3) prima metà XVI secolo: costruzione delle campate intermedie fra la vecchia chiesa e l'abside gotica (Ambrosi 1984-1989, 68-70).

Note
Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi

Pianta in Bruzelius 1999.

Fonti/Documenti

1307, 3 agosto. Bolla di papa Clemente V con cui si concede al nobile Giovanni Pipino da Barletta il permesso di ampliare e dilatare in maniera sontuosa la chiesa di Santa Maria, accordando anche cento giorni di indulgenza:

“Clemens episcopus servus servo rum dei Universis christi fidelibus presentes licteras inspecturis, Salutem et apostolicam benedictionem. Quoniam ut ait apostolus omnes stabimus ante tribunal christi, recepturi prout in corpore gessimus sive bonum fuerit sive malum oportet nos diem messionis extreme misericordie operibus prevenire, ac eternorum intuitu seminare in terris quod reddente domino cum multiplicato fructu recolligere debeamus in celis firmam spem fiduciamque tenentes, quoniam qui parce seminat, parce et metet et qui seminat in benedictionibus de benedictionibus et metet vitam eternam, Cum itaque dilectus filius nobilis vir Iohannes Pipinus de Barolo Miles, Magister Rationalis Curie Carissimi in christo fili i nostri Caroli Regis Sicilie lllustris sicut ipse nobis insinuare curavit, Maiorem ecclesiam sancte Marie eiusdem loci de Barolo Tranensis diocesis, ampliari et dilatari procuret opere sumptuose, ad cuius cosumationem operis fidelium suffragia sunt non modicum oportuna, universitatem vestram rogamus, et hortamur in domino, in remissione vobis peccaminum iniungentes, quatinus de bonis vobis a deo collatis pias ad hoc elemosinas, et grata caritatis subsidia erogetis ut per subventionem nostram, opus ipsum valeat consumari, vosque per hoc et alia bona que domino inspirante feceritis, ad eterne possitis felicitatis gaudia pervenire. Nos enim de omnipotentis dei misericordia et beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius auctoritate confisi, omnibus vere penitentibus et confessis, qui ad confirmationem dicti operis, manum porrexerint adiutricem, Centum dies, de iniunctis eis penitentiis misericorditer relaxamus, Presentibus post quinquaginta Annos minime valituris, quas mitti per questuarios districtius inhibemus eas si secus actum fuerit carere viribus decernentes. Datum Pictavis VII Idus Augusti Pontificatus nostri Anno Secundo" (da Codice Diplomatico Barlettano, I, 1924, doc. 131, pp. 320-321).

Numerosi altri documenti sulla chiesa negli altri volumi del Codice Diplomatico Barlettano.

Bibliografia

Ambrosi 1984-1989: Angelo Ambrosi, "Revival romanico e restauri stilistici in Terra di Bari tra XVI e XVII secolo", Ricerche sul Sei-Settecento in Puglia, 3, 1984-1989, 35-107.


Ambrosi 2015: Angelo Ambrosi, Santa Maria Maggiore cattedrale di Barletta (XII-XVI sec.). L’architettura, Bari 2015.


Barletta 2000: Dalla chiesa alla “civitas”. Nuove acquisizioni dagli scavi archeologici nella Cattedrale di Barletta, Atti dell’Incontro di Studi (Barletta, 15 marzo 1997), Barletta 2000.

 

Bertaux 1904: Emile  Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, de la fin de l'Empire romain à la Conquête de Charles d'Anjou, Paris 1904, 359-360.

 

Bruzelius 1999: Caroline Bruzelius, "A torchlight procession of one. Le choeur de Santa Maria Maggiore de Barletta", Revue de l'Art, 125, 1999, 9-19.

 

Bruzelius 2005: Caroline Bruzelius, Le pietre di Napoli, L'architettura religiosa nell'Italia angioina (1266-1343), Roma 2005, 185-189.

 

Codice Diplomatico Barlettano, a cura di Salvatore Santeramo, 4 voll., Barletta 1924-1962.

 

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Iorio 2005: Raffaele Iorio, "Ecclesia Civitas barlettane nei documenti medievali”Archivio Storico Pugliese, 58, 2005, 157-278.


Enlart 1894: Camille Enlart, Origines française de l’architecture Gothique en Italie, Paris 1894, 206-208.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).


Pace 2005: Valentino Pace, “Echi della Terrasanta: Barletta e l’Oriente crociato”, in Fra Roma e Gerusalemme nel medioevo. Paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio meridionale, a cura di Massimo Oldoni, Salerno 2005, 393-408.

 

Rivera Magos 2009: Victor Rivera Magos, "Rapporti di potere a Barletta tra età sveva e primo angioina (1232 – 1282)”, Archivio Storico Pugliese, 63, 2009, 43-111.

 

Russo 2001: Renato Russo, Santa Maria Maggiore, la cattedrale di Barletta: profilo storico-architettonico, Barletta  2001.


Santeramo 1917: Salvatore Santeramo, Il simbolismo della Cattedrale di Barletta, Barletta 1917.


Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.


Testini 1986: Maria Pia Testini, "Fanzago nella cattedrale di Barletta”, Napoli nobilissima, s. 3, 25, 1986, 101-106.


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, I, 48-85.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione04/11/2013 10:25:55
Data ultima revisione25/02/2017 11:02:12
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OggettoBarletta, fognatura
Tipologiainfrastruttura
Nome attuale(distrutto)
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1274-1275: nel maggio del 1274 Carlo I dà facoltà all’università di Barletta di imporre una gabella sul grano per sostenere le spese necessarie al miglioramento dei canali di scolo. Tre mesi dopo la raccolta del denaro doveva essere già conclusa, e il sovrano incarica Galgano Sannella della pulitura dei canali. I lavori risultano ancora in corso nel settembre dell’anno successivo (Rivera Magos 2009, 85). Da quanto scritto nei documenti sembra potersi ricavare che la città fosse già dotata si un sistema di canali di scolo, di cui viene ordinato il miglioramento e la pulizia.

1300: il 24 ottobre del 1300 Carlo II emana un provvedimento per la manutenzione delle mura, l’allargamento delle strade e la risistemazione complessiva del sistema fognario della città di Barletta (Loffredo 1893, I, 309; II, 327-335, doc. XXIX).

Autore

L'appaltatore dei lavori del 1274 è il maestro Galgano Sannella.

Committente

Carlo I d'Angiò

Carlo II d'Angiò

Famiglie e persone
Descrizione

Non è nota la conformazione e l'estensione della rete di canali di scolo che attraversava la città di Barletta in età angioina.

Dai documenti relativi ai lavori del 1274 apprendiamo che erano in corso lavori di ampliamento al canale che scorreva sotto la Platea Veteri.

Il rescritto di Carlo II del 1300 fornisce alcune indicazioni in più. Il sovrano ordinava la costruzione di un sistema composto da canali principali, che dovevano scorrere sotto le strade pubbliche principali e scaricare a mare, ai quali si sarebbe dovuta innestare una rete di canali minori. I collettori principali dovevano essere costruiti come gallerie in muratura, con pavimento e murature in pietra e copertura a volta ("...fiant in omnibus viis puplicis magnarum stratarum terre predicte [Baroli] canalia proclivia funditu et fluxilia versu mare que quidem sternantur in fundo lapidibus et habeant lapidea latera et sint ad lamiam sive voltam lapidum cohoperta ita iunctis lapidibus quod nulla in superficie dictorum canalium scissura vel rimula remaneat"). Questi canali dovevano avere una altezza interna di dieci palmi e una larghezza di quattro. I canali minori "quod in ipsa magna canalia defluant", alti quattro palmi e larghi tre, non dovevano essere coperti a volta ma "ad iunctas plancas lapideas", ovvero con semplici lastre di pietra, murate in modo da non lasciare "aliquo foramine vel scissura". Il percorso del collettore principale si può dedurre dalla precisazione che si provvedesse alla realizzazione di pozzi necessari alla pulizia dei canali, nel tratto compreso fra la porta Sancti Sepulcri e la Ecclesiam Sancte Marie de Nazareth.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti

I provvedimenti emanati nel 1274 da Carlo I sono nel volume XI della Ricostruzione Angioina, 143, 152, 229, docc. 259 (5 maggio 1274), 166 (2 giugno 1274), 312 (31 agosto 1274).

Il rescritto di Carlo II del 1300 è pubblicato in Loffredo 1893, II, 327-335, doc. XXIX.

Bibliografia

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893.

 

Rivera Magos 2009: Victor Rivera Magos, "Rapporti di potere a Barletta tra età sveva e primo angioina (1232 – 1282)”, Archivio Storico Pugliese, 63, 2009, 43-111.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione09/01/2014 14:34:29
Data ultima revisione25/02/2017 12:14:25
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OggettoBarletta, mura
Tipologiamura urbiche
Nome attualemura
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XI secolo: costruzione della cinta muraria a opera del conte Pietro il Normanno.

1156-1162: primo ampliamento della cinta muraria, che si estende a inglobare anche la chiesa del Santo Sepolcro, prima extra moenia.

1268: Carlo I d'Angiò amplia nuovamente il circuito urbano, rifacendo la cortina meridionale delle mura.

1295: Carlo II d’Angiò ordina il completamento delle mura, con la chiusura dell'intera città.

1300: nuovi provvedimenti per le mura di Barletta, di cui viene definito il tracciato. Il progetto viene iniziato ma in misura ridimensionata.

1458-1481: negli statuti cittadini del 1458, del 1465 e del 1481 si fa costante riferimento alle mura, ai fortilizi e ai fossati della città, la cui manutenzione è a carico dei cittadini di Barletta.

1514-19: si realizza l'ampliamento della cinta muraria, su progetto di Antonello da Trani, per inglobare il borgo e la chiesa di San Giacomo.

1521: si dà avvio a una nuova murazione per includere il borgo di San Vitale.

1528: i borghi esterni alle mura vengono distrutti, e con essi anche il nuovo tratto di mura destinato a includere nella città di borgo di San Vitale, che non viene più ricostruito.

1840: apertura di una nuova porta.

1860: abbattimento.

Autore

Antonello da Trani (1514-1519)

Committente

Pietro il Normanno

Carlo I d'Angiò

Carlo II d'Angiò

Universitas di Barletta

Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Le mura di età normanna racchiudevano soltanto il nucleo urbano raggruppato intorno alla cattedrale. Una porta si apriva più o meno in corrispondenza dell'attuale palazzo Bonelli: sarebbe stato qui che, secondo la leggenda, Roberto signore di Barletta, dopo aver sconfitto o saraceni, avrebbe pulito la sua mano sporca di sangue su uno stipite bianco, dando così origine allo stemma della città (Vista 1900-1904, I, 5). Da qui il nome di Gloria al quartiere e allo stesso palazzo Bonelli già d'Iserio.

La porta sarebbe poi divenuta inutile dopo il primo ampliamento a metà XII secolo, quando veniva spostata in corrispondenza della chiesa del Santo Sepolcro. Un secondo ampliamento è promosso in età angioina, mentre altri si verificano tra la fine del '400 e l'inizio del '500. In particolare, fra il 1514 e il 1519 l'architetto Antonello da Trani realizza l'ampliamento che cominciando da Porta Reale e proseguendo verso Sant'Agostino raggiungono la Porta del Santo Sepolcro (Ceci 1930, 59): è in questo tratto murario che viene aperta la Porta Nuova o di San Sebastiano (Loffredo 1893, II, pp. 62-63). L'unica porta urbica ancora esistente è Porta Marina.

Note
Fonti iconografiche

Il perimetro della cinta muraria è riprodotto in una serie di piante militari tardocinquecentesche e seicentesche: Firenze, Uffizi 4285A (Brunetti 2006,  53); Napoli, Biblioteca Nazionale, ms. XII.D.69, cc. 4v-5r; Parigi, Bibliothèque Nationale, Royaume de Sicile, VI, Pr. de Bari, P. 61929 (Brunetti 2006, 55); Roma, Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio, rilievo delle fortificazioni della città (attr. a Tiburzio Spannocchi; riprodotto in Brunetti 2006, 57); Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ms. It. VI, 188. 

 

A fine XVIII secolo le mura sono raffigurate anche in:

Pianta di Barletta 1780

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi
Fonti/Documenti

1514-1519: Archivio Comunale di Barletta, Conclusioni dell'Università di Barletta, 1514-1515, 1521-1522 (cit. da Ceci 1930, 59, nota 3).

Bibliografia

Brunetti 2006: Oronzo Brunetti, L’ingegno delle mura. L’Atlante Lemos della Bibliothèque Nationale de France, Firenze 2006, 55-58.

 

Ceci 1930: Giuseppe Ceci, “Un dimenticato ingegnere militare pugliese del secolo XVI: Antonello da Trani”, Japigia, 1930, 54-60.


Faraglia 1883: Nunzio Federico Faraglia, Il comune nell’Italia meridionale, Napoli 1883.

 

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893. 


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, I, 7-9.

Link esterni

Pianta 1780 su Gallica

Ceci 1930

Vista 1900-1904

Loffredo 1893 (vol. 1vol. 2).

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/12/2013 10:08:17
Data ultima revisione25/02/2017 12:18:49
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OggettoBarletta, ospedale dei Cavalieri di Malta
Tipologiaospedale
Nome attualeresidenza privata
Immagine
Nomi antichi

Domus ospitaliera

Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L'ospedale, oggi si trova nei pressi del complesso conventuale di Santa Chiara (profondamente trasformato) ma in origine era una delle residenze cittadine dell'Ordine Ospedaliero dei Cavalieri di Malta che avevano in Barletta uno dei priorati del Regno. Recentemente restaurata, oggi è una residenza privata e conserva dell'aspetto originario, attribuibile al sec. XV, il paramento in grandi blocchi di calcare e le porte d'ingresso, tra cui le due laterali con archi acuti e quella più ampia, centrale, a tutto sesto.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio, sorto a ridosso del centro antico su una delle principali strade di attraversamento e collegamento cittadino (Strada del Cambio, odierno Corso Cavour) nei pressi di due complessi ecclesiastici importanti (le chiese conventuali di S. Chiara e S. Lucia) era una delle sedi dislocate in città dell'Ordine Ospitaliero Gerosolomitano che aveva in Barletta uno dei priorati del Regno. Dell'antico assetto si conserva solo il prospetto del pianterreno, recentemente restaurato.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carabellese 1898: Francesco Carabellese, “L’Ordine di Gerusalemme in Puglia sotto i re normanni e svevi”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 15, 1898, 2-6.

 

Fiorella 2005: Danila Fiorella, “La presenza degli Ordini monastico-cavallereschi a Barletta”, in Fra Roma e Gerusalemme nel medioevo. Paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio meridionale, a cura di Massimo Oldoni, Salerno 2005, 409-434.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione02/02/2014 15:05:26
Data ultima revisione25/02/2017 12:51:27
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OggettoBarletta, ospedale del Santo Sepolcro
Tipologiaospedale
Nome attualeOspedale del Santo Sepolcro
Immagine
Nomi antichi

Ospedale dei Pellegrini

Cronologia

1580: donazione di una rendita da parte di fra Ettore Marulli per il mantenimento della struttura.

1834: restauro della struttura.

1888: trasformazione in civili abitazioni.

Autore
Committente

Ettore Marulli lascia una rendita per la struttura (1580).

Famiglie e persone
Descrizione

L'ospedale, compreso nell'isolato della chiesa del Santo Sepolcro, presenta una semplice facciata arricchita da una iscrizione che ricorda un restauro nel 1834.

Iscrizioni

iscrizione sul portale: "HOCCE QUOD SPECTAS HOSPITIUM/ SOLUMMODO/ PERDITA VALETUDINIS EGENIS/ ADVENIS INDIGENIS QUE/ VELUT AEGRAE HUMANITATIS/ PERFUGIUM/ DICATUM/ OB/ EIUSDEM ADMINISTRATORUM SOLERTIAM/ IN MELIUS ADAUCTUM/ ANNO AERAE CHRISTIANAE MDCCCXXXIV".

Stemmi o emblemi araldici

Stemma sull'iscrizione.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio, sorto nel medioevo contestualmente alla chiesa del Santo Sepolcro quale luogo di ospitalità per pellegrini, ha subito numerosi rifacimenti e modifiche fino all'alienazione del sec. XIX.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Carabellese 1898: Francesco Carabellese, “L’Ordine di Gerusalemme in Puglia sotto i re normanni e svevi”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 15, 1898, 2-6.

 

De Leone 1888: Filippo De Leone, “Per Barletta. Passeggiata storico-artistica”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 347-348.

 

Fiorella 2005: Danila Fiorella, “La presenza degli Ordini monastico-cavallereschi a Barletta”, in  Fra Roma e Gerusalemme nel medioevo. Paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio meridionale, a cura di Massimo Oldoni, Salerno 2005, 409-434.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione02/02/2014 15:02:11
Data ultima revisione25/02/2017 12:52:50
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OggettoBarletta, Palazzo Affaitati
Tipologiapalazzo
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi

Palazzo Samuelli, Palazzo Affaitati.

Cronologia

XVI secolo: edificazione.

1754: si estingue la famiglia Samuelli che fino ad allora aveva posseduto il palazzo.

Autore
Committente
Famiglie e persone

Famiglia Samuelli.

Famiglia Affaitati.

Descrizione

Il palazzo, su tre piani fuori terra e con un'ampiezza di cinque campate, presenta una cortina esterna in bugnato, con bugne rustiche al piano terreno, e a punta di diamante ai due piani superiori; quest'ultima è però interrotta nelle tre campate centrale da un'interpolazione ottocentesca. Al piano terreno si apre il portale, con cornice centinata riccamente decorata, inquadrata da paraste corinzie scanalate che sorreggono una trabeazione dal fregio a rilievi, e raffigurazioni di vittorie alate nei pennacchi. Oltre il portone si sviluppa un atrio monumentale concluso verso il cortile da un grande arco con intradosso a cassettoni. In fondo al piccolo cortile si sviluppa uno scalone aperto settecentesco.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

 

 

Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793, n. 88.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.

 

Gelao 1988: Clara Gelao, "Palazzi con bugnato a punta di diamante in terra di Bari", Napoli Nobilissima, s. 4, 27,1988, 12-28.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione10/01/2014 16:48:16
Data ultima revisione25/02/2017 12:55:20
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OggettoBarletta, Palazzo Bonelli
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Bonelli
Immagine
Nomi antichi

Palazzo Della Marra

Cronologia

1324: Guala de Yserio costruisce il palazzo.

1326: Guala de Yserio sposa Adolisia Della Marra, figlia di Jacopo e alla sua morte senza eredi il palazzo passa ai Della Marra.

1685: Palazzo acquistato dalla famiglia Bonelli.

1902 circa: il portico rischia di essere demolito secondo quanto previsto dal Piano regolatore cittadino ma l'intervento del Direttore Generale dell'Ufficio Regionale, Adolfo Avena, sventa il pericolo.

Autore
Committente

Guala de Yserio (1324)

Famiglie e persone

Della Marra, proprietari dell'edificio dal sec. XIV al 1685.

Bonelli, proprietari dell'edificio a partire dal 1685.

Descrizione

Il palazzo sorge nel pieno centro storico, lungo l'asse di corso Garibaldi quasi all'incrocio con via Cialdini, a ridosso dell'insediamento più antico della città, sorto nei pressi della chiesa maggiore di Santa Maria. L'edificio risale al sec. XIV e della primitiva edificazione conserva l'impianto complessivo e il bel porticato con archi acuti e volte a crociera che segue il prospetto principale e un fianco (con le aperture murate). Nei piani superiori, il prospetto è abbellito dal bugnato piatto quattrocentesco a filari regolari dei livelli superiori, che parte dalla cornice marcapiano che chiude le arcate del portico ed è coronato da un cornicione modanato.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

L'edificio che sorge nel cuore del centro antico fu costruito nella prima metà del sec. XIV e a questa fase costruttiva risale il lungo porticato del pianterreno; interventi successivi modificarono l'assetto esterno, con il bugnato a filari regolari dei livelli superiori che parte dalla cornice marcapiano che chiude le arcate del portico ed è coronato da un cornicione modanato.

Note
Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793, al numero 64.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Avena 1902: Adolfo Avena, Monumenti dell’Italia meridionale, Roma 1902, 54-55.

 

Derosa 2014: Luisa Derosa, “I luoghi dei Della Marra: Palazzo Bonelli”, in Una famiglia, una città. I Della Marra di Barletta nel medioevo, a cura di Victor Rivera Magos, Bari 2014, 121-154.

 

Mongiello et alii 2012: Giovanni Mongiello, Domenico Spinelli, Cesare Verdoscia, Le architetture aragonesi e spagnole in Puglia. Materiali per la costituzione di un repertorio dei caratteri stilistici degli edifici del primo Rinascimento, Bari 2012, 36-37.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione02/12/2013 09:53:48
Data ultima revisione25/02/2017 12:57:24
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OggettoBarletta, Palazzo dell'Arco
Tipologiapalazzo pubblico
Nome attuale(distrutto)
Immagine
Nomi antichi

Palazzo dell'Arco Petorio, Palazzo del Capitano, convento dell'Annunziata

Cronologia

1473: il palazzo è costruito dallo spagnolo Francesco de Arenis (Loffredo 1893, I, 427; cfr. infra, Iscrizioni). 

1491: il palazzo è citato negli statuti come sede del Capitano.

1528: adibito a monastero per le monache dell’Annunziata (la sede dell'universitas passa al palazzo Pretorio).

Autore
Committente

Francesco de Arenis (m. 1484), giustiziere di Terra di Bari.

Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni

Un tempo era l'iscrizione (oggi scomparsa):

"FRANCISCUS DE HARENA / HISPANUS / VIR LITTERIS ET RERUM GESTARUM GLORIA INSIGNIS / PRAETORIUM EXTRUIT EX RESIDUIS VECTIGALIUM / CUM GERERET IN HAC URBE PRAETURAM / REGNANTE FERDINANDO INCLITO NEAPOLITANO REGE / A. GEN. SAL. 1473" (Vista 1900-1904, III, 4).

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Nei pressi del palazzo era la vecchia "porta della Città", divenuta inutile con l'ampliamento delle mura e l'inglobamento nel circuito urbano del borgo di San Giacomo (Loffredo 1893, II, 67).

Note
Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, III, 3-17.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione10/01/2014 20:31:04
Data ultima revisione25/02/2017 13:00:30
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OggettoBarletta, Palazzo Della Marra
Tipologiapalazzo
Nome attualePinacoteca De Nittis
Immagine
Nomi antichi

Palazzo Orsini

Cronologia

1582: il palazzo appartiene a Lelio Orsini, conte di Pacentro, Tagliacozzo e Oppido.

1591-1596: Lelio Orsini intraprende il restauro del palazzo. I numerosi documenti pubblicati nel Codice Diplomatico Barlettano consentono di precisare che risale a questi anni la realizzazione della loggia "da la parte de dietro la ditta casa verso la marina" decorata con "frisi, cornicioni, balaustri et pilastrelli con teste de imperatori de mezo rilievo da la banda de fuori, et arme et trofei seu altre teste da la banda de dentro". Il progetto prevedeva anche un rivestimento esterno in bugne a punta di diamante "conforme quello de lo domino Francesco Affatatis de Barolo" (Palazzo Affaitati): caratteristica che invece il palazzo odierno non presenta. Scomparsi sono anche gli affreschi commissionati ai pittori Alessandro Fracanzano e Giacomo Russo.

1633: venduto alla famiglia Della Marra. Risale a una data probabilmente immediatamente successiva la realizzazione dell'opulento aparato decorativo del balcone collocato sopra il portale principale del palazzo.

1650: la loggia sul cortile è decorata con dipinti raffiguranti le Quattro stagioni.

Autore
Committente

Lelio Orsini

Famiglie e persone

Orsini

Della Marra

Descrizione

Il palazzo si sviluppa come un corpo compatto a tre piani fuori terra, con basamento a bugne rustiche, organizzato intorno a un cortile centrale. Sul retro si sviluppa un giardino e al piano nobile una ampia loggia affacciata sul mare.

Iscrizioni

Nel fregio della facciata sono le lettere "DELLA / MARRA".

Stemmi o emblemi araldici

Stemma Della Marra in facciata, fra le due finestre centrali del piano nobile.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta in Gelao 2005, 225.

Fonti/Documenti

I documenti relativi alla costruzione del palazzo fra il 1591 e il 1596 sono pubblicati nel Codice Diplomatico Barlettano 1994: XI, 162; XII, 31, 48, 60, 138, 201, 250, 269, 345, 358, 359, 372, 373).

Bibliografia

Codice Diplomatico Barlettano 1994: Codice Diplomatico Barlettano, voll. XI-XII, a cura di Salvatore Santeramo, Carlo Ettore Borgia, Bari 1994.

 

Gelao 2005: Clara Gelao, “Il palazzo Della Marra a Barletta", in Clara Gelao, Puglia rinascimentale, Milano 2005, 218-225.

 

Santeramo 1923: Salvatore Santeramo, Il palazzo della Marra, Barletta 1923.

 

Sarlo 1892: Francesco Sarlo, "La nobile famiglia della Marra ed il suo palazzo in Barletta", Arte e Storia, 11, 1892, 26-27.

 

Villani 2007: Maria Pia Villani, Il Palazzo Della Marra a Barletta, Bari 2007.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione13/01/2014 10:33:42
Data ultima revisione25/02/2017 13:02:58
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OggettoBarletta, Palazzo Pretorio
Tipologiapalazzo pubblico
Nome attualemunicipio
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1528: dopo la cessione del palazzo del Capitano alle monache dell'Annunziata, la città rimane priva di un palazzo per le proprie adunanze.  Palazzo Pretorio diventa la nuova sede dei principali uffici dell'Universitas di Barletta.

1540: data di costruzione del nuovo Palazzo Pretorio (cfr. infra, Iscrizioni). 

1769: palazzo caduto in rovina, l’Universitas si riunisce nella chiesa di Sant’Antonio Abate al Paniere del Sabato (attuale Piazza Plebiscito).

1785: si decide la ricostruzione del palazzo.

Autore
Committente

Universitas di Barletta

Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni

Due iscrizioni adesso perdute e attestanti lavori eseguiti alla metà del XVI secolo sono trascritte da De Leon e poi pubblicate da  Loffredo (1893, II, 67, nota 23) e da Vista (1900-1904, IV, 88):

"SUB DIVO CAROLO V ROMANORUM IMPERATOR / RESPUBLICA BARULITANA / PRESIDENTE MAG. ANTONIO DALDANO PRAETORE CONSTRUXIT A. 1540”.

"FIDELISSIMA RESPUBLICA BARULITANA / A MAGNIF. FERDINANDO FIGUERA V. J. D. REG. CAPITANEO / ET COMMISSARIO REDEMPTIONIS IPSE ADHIBUIT ERE ALIENO / GRAVATA REDIMENTO JUSTAQUE PROVENTA FACIENDO / ET EX EO EDIFICIUM ISTUD PRO EDIS ET ASCENTIUM COMMODITATE PERFECIT A. D. 1548”.

Stemmi o emblemi araldici

Secondo De Leon (cit. in Loffredo 1893, II, 67, nota 23; Vista 1900-1904, III, 8; IV, 87) sul palazzo era un’arma aragonese con la data 1512, che secondo Loffredo era stata qui trasportata dal vecchio palazzo.

Elementi antichi di reimpiego

All'angolo sinistro della facciata è posizionato il cippo in pietra con campo epigrafico ormai totalmente abraso. Potrebbe trattarsi della iscrizione CIL, IX, 318, che Seccia 1842, 6 dice "trasportata in Barletta in aprile 1839" e Mommsen 1883, 34 precisa trovarsi "ante curiam".

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2), II, 67.


Mommsen 1883: Theodor Mommsen, "Cannae", in Corpus Inscriptionum Latinarum, IX, Berolini 1883, 34.


Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904,  IV, 85-97.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione12/01/2014 16:59:19
Data ultima revisione25/02/2017 13:06:24
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OggettoBarletta, Palazzo Santacroce
Tipologiapalazzo
Nome attualePalazzo Santacroce
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1780: acquisizione del palazzo da parte della famiglia Santacroce.

Autore
Committente
Famiglie e persone

Famiglia Queralt

Famiglia Santacroce

Descrizione

L'edificio, posto nella piazza antistante la chiesa matrice di S. Maria, ne occupa parte del sagrato e si sviluppa ad angolo affacciandosi verso la vicina chiesa rinascimentale di San Pietro. Il palazzo, di grandi dimensioni, risale al sec. XV, come rivela il pianterreno che presenta due portali ad arco acuto (dei tre originali), riquadrati da una cornice a toro sottile, secondo una tipologia diffusa in tutto il Regno. Il paramento è in conci squadrati lisci di medie dimensioni e ben connessi e gli ingressi sono l'elemento più caratterizzante, con il sesto ben definito e le cornici lisce a piccole bugne di diamante (quello laterale di destra ora è murato). Una netta cornice marcapiano segna la base dei piani superiori, con il paramento intonacato con paraste giganti e balconi che rivelano interventi seriori, databili al tardo Settecento, come indica anche il timpano neoclassico centrale.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il palazzo, sorto in pieno centro storico nei pressi della cattedrale, ha un impianto risalente al sec. XV, con interventi di radicale rifacimento nei piani superiori databili al sec. XVIII, probabilmente in concomitanza con il passaggio dalla famiglia Queralt alla famiglia Santacroce. Altre modifiche successive si notano nella parte sinistra della facciata, risalente ai secc. XIX-XX.

Note

 

 

Fonti iconografiche
Piante e rilievi

Pianta Esperti 1793, al numero 74.

Fonti/Documenti
Bibliografia

Barone 2011-2012: Maria Teresa Barone, Elementi morfologici dell’architettura rinascimentale in terra di Bari. Il caso del palazzo Sylos Calò a Bitonto, tesi di dottorato (tutor Francesco Paolo Fiore), dottorato di ricerca in Storia e restauro dell’architettura, Università di Roma “La Sapienza”, a.a. 2011-2012.

 

Borgia 1989: C. E. Borgia, La città di Barletta e il suo territorio, Barletta 1989.

 

Carbonara 1983-1984: G. Carbonara, Sviluppo urbano ed edilizia civile a Barletta dal XVI al XVII secolo, tesi di laurea, Università degli studi di Bari, a.a. 1983-1984.

 

Mongiello et alii 2012: Giovanni Mongiello, Domenico Spinelli, Cesare Verdoscia, Le architetture aragonesi e spagnole in Puglia. Materiali per la costituzione di un repertorio dei caratteri stilistici degli edifici del primo Rinascimento, Bari 2012, 32-33.

 

Russo 2005: R. Russo, Barletta. Immagini di ieri e di oggi, Barletta 2005.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione10/01/2014 16:53:06
Data ultima revisione25/02/2017 13:09:56
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OggettoBarletta, Porta Marina
TipologiaPorta urbica
Nome attualePorta Marina
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1751

Autore
Committente

Universitas di Barletta

Famiglie e persone

Carlo III di Borbone

Saverio Fraggiani (sindaco)

Giuseppe De Elia (eletto)

Vincenzo Stefanelli (eletto)

Descrizione

La porta, un tempo inserita al centro delle mura, si trova oggi isolata come edificio autonomo. Presenta uno stemma nel prospetto verso la città, e una iscrizione in quello rivolto verso il porto.

Iscrizioni

"D.O.M. / CAROLO PIO FEL. AUG. REGNANTE / QUA PORTUM RECTA ADIRI LICEAT / ORDO POPULUSQ. BAROLITANUS / ELEGANTIOREM PORTAM PATEFECIT A. MDCCLI / MARCHIONE XAVERIO FRAGGIANNI SINDICO / JOSEPHO DE ELIA ET VINCENTIO STEPHANELLI ELECTIS".

Stemmi o emblemi araldici

Sul prospetto verso la città è il grande stemma reale con ai piedi due stemmi replicati della città di Barletta. Altri due stemmi della città sono anche ai lati della grande iscrizione apposta sul fronte verso il porto.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, V, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/12/2013 10:09:22
Data ultima revisione25/02/2017 13:11:47
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OggettoBarletta, Porto
Tipologiaporto
Nome attualeporto
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

II-IV sec. d.C.: Costruzione. Pontano (De Bello Neapolitano, lib. IV) lo riteneva costruito da Eraclio (cfr. Loffredo 1893, I, 2). Alle fine del XVIII secolo erano ancora visibili tratti di grossi muri, che Mola 1796, 6-9 identificava come moli antichi.

1253-54 ca.: Corrado IV intorno al 1253-54 ne prevede il rifacimento a spese della corona, come già previsto da Federico II (Rivera Magos 2009, 55, nota 44).

1300: ricostruzione a opera di Carlo II d'Angiò (Loffredo 1893, II, 323-335).

1458: provvedimenti in merito al porto si ritrovano nei capitoli concessi alla città; da questo momento è certo che gli oneri per il mantenimento ricadono sulla città.

1465: nei nuovi capitoli della città altri interventi per il porto.

1481: ancora altri provvedimenti negli altri capitoli della città di Barletta.

1750: nuovi lavori promossi dal marchese Nicolò Fragianni.

1807: costruzione del faro.

1852: lavori di ammodernamento.

1880-1889: costruzione del nuovo porto.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La costruzione del porto sarebbe contestuale alla stessa nascita della città. Un nuovo molo viene costruito fra il II e IV secolo d.C. come sbocco portuale della vicina città di Canosa. Nel periodo svevo e poi angioino il mantenimento è della corona, ma sotto gli aragonesi l'onere passa alla città.

Note

Vista 1900-1904, I, 39-40, ricorda la presenza sul molo del porto di "un gran termine di pietra bianca", chiamato "la mamma d'Aré" e ipotizza che tale nome possa essere derivato dalla presenza in quel luogo della statua del Colosso, poi trasportato all'interno della città all'ingresso del Seggio del Popolo.

Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi
Fonti/Documenti

Documento di Carlo IV del 1254 trascritto parzialmente in Rivera Magos 2009; documenti di Carlo II d'Angiò del 1300 trascritti integralmente in Loffredo 1893. 

Bibliografia

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).

 

Miroslav Marin 1991: Meluta Miroslav Marin, “I problemi topografici di Barletta antica”, Archivio Storico Pugliese, 1991, 7-47.

 

Mola 1796: Emmanuele Mola, Peregrinazione letteraria per una parte dell’Apulia, con la descrizione delle sue sopravvanzanti antichità, dell'avvocato e prefetto de' regi studi e delle antichità dell' Apulia medesima, Bari 1796.


Rivera Magos 2009: Victor Rivera Magos, "Rapporti di potere a Barletta tra età sveva e primo angioina (1232 – 1282)”, Archivio Storico Pugliese, 63, 2009, 43-111.

 

Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, I, 85-102.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione09/01/2014 17:58:23
Data ultima revisione25/02/2017 13:12:52
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OggettoBarletta, San Domenico
TipologiaChiesa e complesso monastico
Nome attualeSan Domenico
Immagine
Nomi antichi

Santa Maria Maddalena, San Domenico

Cronologia

1528: la chiesa viene ceduta ai domenicani.

1683: riedificata.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni

"D. O. M. / NOBILISSIMA BARVLI PlETAS MIRACVLV / HOC PAVPERTATIS EREXIT NE MIRERIS SIN. / MAGNIFICV PENITENTI COLITVR OSPITI / VM HOC ANTRVM DEDIT MAGDALENAE HOS / ADlVNXIT DOMINICO AB OMNIBVS LAVD. / AB VTROQ. GRATIAS AB VNO GLORIA / VIATOR EXPECTAT VALE / A. D. MDCLXXXIII".

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

La chiesa era la sede della assemblee dell'Universitas di Barletta.

Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893.


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904.


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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/02/2014 15:15:44
Data ultima revisione25/02/2017 13:15:59
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OggettoBarletta, San Giacomo
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Giacomo
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1083, post: probabile fondazione della chiesa e del borgo annesso, dove si rifugiano i profughi della distrutta città di Canne.

1158: papa Adriano IV cita la chiesa di San Giacomo "cum hospitio extra portas Baruli" come appartenente ai benedettini di Monte Sant'Angelo (Loffredo 1893, II, doc. X, 280-283).

1205: diploma di Federico II, dal quale risulta che la chiesa è ancora possessione dell'abate di Monte Sant'Angelo (Loffredo 1893, II, doc. XI, pp. 284-285).

1514: costruzione della cappella a destra del presbiterio.

1514-1519: il borgo di San Giacomo viene incluso nel nuovo ampliamento delle mura.

1726: interventi di restauro.

1841: costruzione dell'obelisco posto al centro della facciata sulla strada, e della torre con l'orologio posta di fronte.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa è collocata parallelamente alla strada, cui offre il fianco sinistro: la facciata originaria è ormai completamente inglobata in edifici successivi. L'accesso avviene quindi lateralmente in un avancorpo aggettante: nello spazio fra l'avancorpo di ingresso e il transetto si trovano alcune botteghe, di cui la centrale sormontata da un obelisco.

L'interno è strutturato come un invaso a pianta latina, ad aula unica, concluso da un transetto su cui si aprono tre cappelle. La copertura è a capriate lignee, e una serie di cappelle di epoca e forma diseguali si aprono sul finaco destro.

Iscrizioni

Sull'arco della cappella a destra del presbiterio:

"HANC CAPPELLAM / FIERI FECIT RADICHYO / DE LACETIGNOLA / 1514".

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Monumento funebre medievale: secondo Vista 1900-1904, 77-78 ospiterebbe le spoglie dei vescovi di cannesi Guglielmo (+ 1155), Pasquale (+ 1199) e Riccardo Galimberti (+1439).

In sagrestia sono custodite: una predella del XV secolo attribuita a Tuccio d'Andria; una pala a fondo oro dipinta su entrambi i lati con raffigurazioni della Vergine e del Cristo.

Storia e trasformazioni
Note

A differenza del vecchio nucleo urbano della città, raccolto intorno alla Cattedrale e afferente alla giurisdizione del vescovo di Trani, il borgo e la chiesa di San Giacomo appartenevano alla diocesi di Canne.

Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, II, 62-89.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/12/2013 09:44:37
Data ultima revisione25/02/2017 13:17:46
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/606
OggettoBarletta, San Pietro
Tipologiachiesa
Nome attualeSan Pietro
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1549: costruzione.

1595: consacrazione.

1599: data scolpita sul portale ligneo della chiesa.

Autore
Committente

Confraternita del Santissimo Sacramento.

Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa presenta una semplicissima facciata a doppio spiovente interamente in pietra. Al centro si apre il portale architravato sormontato da un rosone nella parte alta. L'interno è ad aula unica con tetto a capriate lignee e pareti laterali scandite da arcate cieche.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

All'interno tavola quattrocentesca raffigurante Cristo con i simboli della Passione, attribuita a Giovanni di Francia (Zanino di Pietro).

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Gelao 2005: Clara Gelao, “L'oratorio di S. Pietro a Barletta", in Puglia rinascimentale, Milano 2005, 258-260.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/02/2014 15:33:04
Data ultima revisione25/11/2014 21:16:53
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OggettoBarletta, San Ruggiero
Tipologiachiesa (esistente) con annesso convento (trasformato)
Nome attualeSan Ruggiero
Immagine
Nomi antichi

Santo Stefano.

Cronologia

1162 primo documento che menziona la chiesa di Santo Stefano.

1512: Rodrigo Luxano commissiona una sepoltura per le spoglie di san Ruggero.

1593 soppressione della chiesa di san Ruggiero, fondata da un esponente della famiglia Della Marra.

1709: incendio.

1731, post: dopo il terremoto del 1731 viene restaurata e ricostruita la facciata.

1786: il corpo del santo viene trasferito sotto l’altare maggiore.

1811: dopo l'alienazione murattiana, il convento passa al Demanio dello Stato.

1813: il Comune, avendo soppresso il convento dell'Annunziata, trasferisce a Santo Stefano le benedettine e riapre la chiesa.

1861: con la nuova soppressione, la chiesa assume il titolo di san Ruggiero.

1916: riacquisto del convento da parte dell'ente ecclesiastico.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa e il compesso conventuale, sorti in periferia e poi divenuti il centro del nuovo quartiere di Santo Stefano, nella zona orientale della città, si presenta con un paramento in conci di bugnato rustico entro cui si apre il portale di facciata a tutto sesto e con una doppia ghiera passante di ricchi elementi vegetali, databile al secolo XIII. La parte alta dell'esterno, intonacata, è frutto di restauri settecenteschi. Anche l'interno, a navata unica, si presenta in un assetto attribuibile all'età moderna.

Iscrizioni

Il sepolcro di san Ruggero riedificato nel 1512 per cura di Rodrigo Luxano preside di Barletta: 

"FERDINANDO. REGE. HISP/ANIAE. IMPERITANTE. RODO/RICUS. LUXANUS. HISPAN/US. BAROLI. PRAESES. SACE/LLUM. HOC. QUO. BEATI. RO/CERII. OSSA. TRANSTULIT. EDI/FICANDUM. DILIGENTER. CURAVIT. / M. D. XII". (De Leone 1888, 313).

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il complesso conventuale di origine medievale, sorto nella zona orientale della città, frutto dell'espansione dei secoli XIII-XIV che prese il nome proprio dalla chiesa ('pictagium Sancti Stephani'), ha subito continue trasformazioni nel corso dei secoli e conserva poco del suo aspetto originario: parti del paramento e degli ingressi della chiesa e, all'interno, qualche traccia di interventi di età moderna, come il soffitto a cassettoni, le lastre sepolcrali e le iscrizioni relative agli spostamenti del corpo di San Ruggiero, trasferito, secondo la tradizione, da Canne nel 1267. Il culto si dové intensificare con la chiusura della chiesa medievale di San Ruggiero (sulla strada del Cambio, odierno Corso Cavour).

Note
Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, “Per Barletta. Passeggiata storico-artistica”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 313.

 

Tocci 1985: Michela Tocci, “Chiesa di san Ruggiero (ex Santo Stefano) Barletta”, in Insediamenti benedettini in Puglia, a cura di Maria Stella Calò Mariani, Galatina 1985, II/1, 377-382.


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SchedatoreFulvio Lenzo, Antonio Milone
Data di compilazione02/02/2014 15:13:17
Data ultima revisione25/02/2017 13:21:57
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OggettoBarletta, Sant'Andrea
Tipologiachiesa
Nome attualeSant'Andrea
Immagine
Nomi antichi

San Salvatore, Sant'Andrea

Cronologia

1180: primo documento che cita la chiesa di San Salvatore in Barletta (Vista 1900-1904, III, 19).

1528: in previsione di un pericoloso assedio della città, si decide di spianare i borghi esterni alle mura, e con essi numerose chiese e conventi. Fra essi anche la chiesa francescana di Sant'Andrea.

1532: i Della Marra cedono la chiesa del Salvatore ai francescani, che cominciano a edificare il convento e ne mutano il nome in Sant'Andrea.

XVI secolo, seconda metà: la chiesa viene ampliata con la costruzione del cappellone e delle cappelle laterali.

1592: la chiesa viene nuovamente consacrata dall'arcivescovo di Nazareth, Girolamo Bevilacqua.

Autore
Committente
Famiglie e persone

La chiesa è stata per molto tempo patronato privato della famiglia Della Marra.

All'interno cappelle e sepolture delle famiglie Fraggianni, Ambrosi, de Annis, Marulli, Vultabio, Campanile, Cicala, de Gerardis detti Salmegia, Kerbes, Queraldi, Bonelli.

Descrizione

La chiesa, preceduta da alta scalinata, presenta un prospetto interamente in pietra con al centro i resti dell'antico portale romanico. All'interno si sviluppa a pianta longitudinale, con tre navate suddivise da pilastri quadrangolari e presbiterio quadrato. La porzione anteriore della navata principale è coperta con capriate, mentre le navate laterali, le campate finali della navata centrale e il presbiterio sono voltati.

Iscrizioni

Sull'architrave dle portale maggiore:

INCOLA TRANENSIS SCULPSIT SIMEON RAGUSEUS DNE MISERE

Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Fra le opere d'arte presenti nella chiesa le principali sono le sculture del portale romanico, la pala d'altare di Alvise Vivarini, firmata e datata 1483, una tavola, raffigurante il santo eponimo, anch'essa attribuita al Vivarini, due statue marmoree cinquecentesche raffiguranti rispettivamente San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista, un rilievo con l'Annunciazione (XVI secolo), questi ultimi attribuiti alla società Caccavello-D'Auria.

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2), II, 70-72.


Naldi 2004: Riccardo Naldi, “Scultura del Cinquecento in Puglia: arrivi da Napoli”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, palazzo Municipale, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 161-186.


Schulz 1860: Heinrich Wilhelm SchulzDenkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 140-141.


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, III, 19-56.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/12/2013 09:46:16
Data ultima revisione25/02/2017 13:24:47
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OggettoBarletta, Santa Chiara
Tipologiachiesa (esistente) con annesso convento (trasformato)
Nome attualeSanta Chiara
Immagine
Nomi antichi

Chiesa di santa Chiara

Cronologia

1693: realizzazione del portale della chiesa.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa è quel che resta del complesso conventuale originario delle clarisse in città e sorge a ridosso del centro storico lungo la Strada del Cambio (attuale corso Cavour) attaccata ai resti di una domus ospitaliera e nelle adiacenze del complesso religioso di S. Lucia. La chiesa del convento delle clarisse presenta in facciata lo stemma francescano sul bel portale barocco, che rappresenta l'elemento caratterizzante della semplice architettura con il prospetto con conci sbozzati. L'ingresso, con gli stipiti con un gonfio toro, è arricchito dalla presenza di teste d'angelo con festoni e dello stemma.

Iscrizioni

Sull'architrave del portale: "A.D: MDC/XCIII".

Stemmi o emblemi araldici

Stemma sul portale (1693) con simbolo francescano e di una famiglia nobile

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il complesso conventuale di Santa Chiara, dell'ordine delle clarisse, risale al sec. XV ma oggi appare completamente trasformato. Resta la chiesa, sorta in prossimità di una domus ospitaliera medievale, databile, per il suo prospetto con il portale barocco (1693), al sec. XVII.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, “Per Barletta. Passeggiata storico-artistica”, Rassegna Pugliese i Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 349-350.

 

Fiorella 1996: Danila Fiorella, I due monasteri di S. Chiara di Barletta tra Medioevo ed età moderna, in Chiara d’Assisi e il movimento clariano in Puglia, Atti del convegno di studi per l’VIII centenario della nascita di S. Chiara d’Assisi organizzato dal Centro di studi francescani della Biblioteca Provinciale dei Cappuccini di Puglia (Bari-Santa Fara, 22-24 settembre 1994), a cura di P. Corsi e F. L. Maggiore, Bari 1996, 153-166.

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SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione02/02/2014 15:07:11
Data ultima revisione25/02/2017 13:28:17
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OggettoBarletta, Santa Maria di Nazareth
Tipologiachiesa
Nome attualeSanta Maria di Nazareth
Immagine
Nomi antichi

San Bartolomeo, Concezione di Maria, Santa Maria di Nazareth

Cronologia

1337: la chiesa, intitolata a San Bartolomeo, viene fondata da Giulia Acconzajoco.

1528: dopo la distruzione dei borghi esterni alla cinta muraria, l'arcivescovo di Nazareth perde la sua chiesa.

1544: Geronimo De Caro, arcivescovo di Nazareth, prende accordi per la concessione della chiesa di San Bartolomeo e di un attiguo palazzo, appartenente ai Santacroce, per installarvi la sua sede episcopale.

1566: soltanto in questo anno l'arcivescovo di Nazareth, Bernardino Figueroa, riesce a ottenere il possesso ufficiale della chiesa.

1571: Bernardino Figueroa riedifica la chiesa e la consacra alla Concezione di Maria.

1818: soppressione dell'arcivescovado di Nazareth.

Autore
Committente
Famiglie e persone

All'interno della chiesa erano una sepoltura (datata 1540) e un altare della famiglia Affaitati, dedicato nel 1583 e restaurato nel 1786; la famiglia avrebbe in seguito acquistato come propria residenza il palazzo Samuelli (poi Affaitati), esattamente di fronte alla chiesa.

Descrizione

Interno a navata unica conclusa da abside. Copertura in legno.

Iscrizioni

Iscrizione presso la porta della sagrestia (da Vista 1900-1904, II, 103):

"BERARDINUS FIGUEROA ARCHIEPISCOPUS NAZARENUS / HANC ECCLESIAM AEDIFICARI FECIT A FUNDAMENTIS / AD GLORIAM DEI ET GLORIOSISSIMAE MARIAE / ANNO DOMINI MDLXXI".

Sul retro, al di sopra di una porta:

"D.O.M. / ORATORIUM NAZARENUM / DEIPARAE NAZARENAE VIRGINI DICATUM / A VERBO NAZARETH INCARNATO / MDCCXXXVI".

Stemmi o emblemi araldici

Stemma in facciata, al di sopra del portale.

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note

La chiesa e l'annesso palazzo erano la sede dell'arcivescovo di Nazareth, trasferitosi a Barletta dopo la perdita della Terra Santa, una prima volta dal 1187 al 1229, poi definitivamente, dopo vari spostamenti, nel 1310. Nel 1449, su pressione del re Alfonso d'Aragona, papa Callisto III accorda l'arcivescovado di Nazareth insieme con quello di Canne al frate osservante Giacomo Origlia. Il 5 febbraio 1459, il giorno successivo alla sua stessa incoronazione in Barletta, re Ferrante concede all'arcivescovo di Nazareth una fiera sotto il titolo dell'Annunziata, per la durata di nove giorni dal 22 al 30 marzo. Lo stesso sovrano nel 1461 accorda all'arcivescovo 200 carri di sale annui dalle saline di Barletta.

Fonti iconografiche

Pianta Esperti 1793

Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2), II, 72-76.


Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, II, 90-113.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione09/01/2014 12:34:08
Data ultima revisione25/02/2017 13:30:38
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OggettoBarletta, Santo Sepolcro
Tipologiachiesa
Nome attualeSanto Sepolcro
Immagine
Nomi antichi

Ecclesiam Sancti Sepulcri

Cronologia

1144: la "Ecclesiam Sancti Sepulcri in Barleto" è citata fra le possessioni del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Loffredo 1893, II, doc.VII, 269-272).

1160: scrittura di composizione fra Azzone, priore della cheisa barlettana, e l'abate del monastero di San Michele a Montescaglioso (Minieri Riccio 1882, doc. X, 14-15; Loffredo 1893, II, doc. VII, 273-274).

1182: papa Lucio III conferma al Santo Sepolcro di Gerusalemme il possesso della omonima chiesa di Barletta (Loffredo 1893, II, doc. IX, 275-279).

1261: papa Urbano IV ribadisce la dipendeza diretta della chiesa del Santo Sepolcro da quella di Gerusalemme, sottraendola alla giurisdizione del vescovo di Trani.

1291: dopo la presa di Tolemaide, i canonici del Santo Sepolcro di Gerusalemme si rifugiano nella chiesa di Barletta.

1312: re Roberto d'Angiò prende la chiesa sotto la propria protezione (Schulz 1860, I, 139, nota 2).

1489: soppresso da papa Innocenzo VIII l'istituto dei Canonici del Santo Sepolcro, la chiesa passa al clero secolare.

1556: la chiesa passa all'ordine dei Cavalieri di San Giovanni.

1770: viene abbattuto il portico e costruita la facciata attuale.

1885: abbattimento del campanile e trasferimento dell'orologio in una nuova torretta costruita sopra l'ex Seggio del Popolo.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa era preceduta da un portico di cui resta soltanto una delle due arcate laterali e le porzioni inferiori dei pilastri. Il campanile sorgeva sopra lo spigolo sinistro della facciata, ma anche di esso sussistono adesso soltanto le porzioni inferiori. Il fianco sinistro è articolato da una successione di arcate cieche su lesene, mentre sul retro sporgono le tre absidi semicircolari. L'interno ha un impianto a tre navate suddivise da pilastri polistili coperte da volte a crociera; sopra il presbiterio è una cupola ottagonale poggiata su trombe sorrette da piccole colonnine incassate. In controfacciata è una tribuna, dal cui centro sporge un piccolo pulpito semicircolare poggiato su un sostegno a cono rovesciato.

Accanto alla chiesa sorgeva, fino alla prima metà del XX secolo il seggio del Popolo, mentre sopra la sagrestia aveva sede l'archivio della città di Barletta.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

All'ingresso del Seggio del Popolo era la statua detta Colosso, attualmente all'esterno del fianco destro della chiesa.

Opere d'arte medievali e moderne

Affreschi medievali (Pace 2005).

Numerosi oggetti appartenenti al Tesoro e portati dalla Terra Santa nel 1291.

Storia e trasformazioni

La chiesa, dipendente direttamente dalla omonima commenda di Gerusalemme, era probabilmente dotata anche di un ospizio destinato a ospitare i pellegrini diretti verso la Terra Santa. Era stata costruita fuori città, ma dopo l'ampliamento delel mura del 1162, risulta inclusa nella nuova cinta muraria.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Ambrosi 1993: Angelo Ambrosi, Architettura dei Crociati in puglia. Il Santo Sepolcro di Barletta, Bari 1993.

 

Bertaux 1904: Emile  Bertaux, L'art dans l'Italie méridionale, de la fin de l'Empire romain à la Conquête de Charles d'Anjou, Paris 1904, 690-694.

 

Caraballese 1898: Francesco Carabellese, "L'Ordine di Gerusalemme in Puglia sotto i re normanni e svevi", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 15, 1898, 2-6.

 

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.

 

Enlart 1894: Camille Enlart, Origines françaises de l'architecture gothique en Italie, Paris 1894, 163-176, figg. 59-67

 

Fiorella 2005: Danila Fiorella, “La presenza degli Ordini monastico-cavallereschi a Barletta”, in  Fra Roma e Gerusalemme nel medioevo. Paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio meridionale, a cura di Massimo Oldoni, Salerno 2005, 409-434.

 

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).

 

Minieri Riccio 1882: Camillo Minieri Riccio, Saggio di codice diplomatico formato sulle antiche scritture dell'Archivio di Stato di Napoli, supplemento 1, Napoli 1882, 14-15.

 

Pace 2005: Valentino Pace, “Echi della Terrasanta: Barletta e l’Oriente crociato”, in Fra Roma e Gerusalemme nel medioevo. Paesaggi umani ed ambientali del pellegrinaggio meridionale, a cura di Massimo Oldoni, Salerno 2005, 393-408.

 

Pedico 1949: Oronzo Pedico, La chiesa del Santo Sepolcro di Barletta, Barletta 1949, 11-13.

  

Prologo 1885: Arcangelo Prologo, “Una bolla di papa Lucio III che da taluni erroneamente si dice conceduta in favore dei Templari”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 2, 1885, 163-168.

 

Russo 1993: Renato Russo, La Basilica del Santo Sepolcro di Barletta, la storia, l'architettura, Barletta 1993.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 139-140.

 

Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, II, 3-61.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione24/09/2013 18:49:22
Data ultima revisione25/02/2017 13:32:32
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OggettoBarletta, seggio dei nobili
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attuale(distrutto)
Immagine
Nomi antichi

Sedile di Gesù, Sedile della Madonna Greca

Cronologia

XV secolo: costruzione.

1938: sul sito del vecchio palazzo della Marra, ospitante il seggio, viene costruita la nuova sede della Banca d'Italia.

Autore
Committente
Famiglie e persone

famiglia della Marra

Descrizione

Il seggio dei nobili, a differenza di quello del Popolo, non era un edificio autonomo, ma un loggiato al piano terreno del palazzo della Marra, ad angolo fra l'attuale via Garibaldi e la vecchia via del Cambio, oggi Cavour (Loffredo 1893, I, 396, 406). A differenza di altri sedili nobili del regno di Napoli, quello di Barletta era un "sedile aperto" (Loffredo 1893, I, 218).

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Beltrani 1885: Giovanni Beltrani, "Un saggio di studio sugli antichi seggi di Barletta", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed arti, II, 1885, 104-108.


De Leone 1888: Filippo De Leone, “Un documento del patriziato di Barletta”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 30-32.


Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.

 

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2).

 

Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, I, 45.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione11/11/2013 08:54:07
Data ultima revisione25/02/2017 13:37:29
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OggettoBarletta, seggio del popolo
Tipologiaedificio pubblico: sedile
Nome attuale(distrutto)
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1442: Alfonso il Magnanimo concede che si faccia il mercato franco del lunedì "a lo loco di Araco". Non è tuttavia chiaro se tale collocazione, chiaramente connessa con la statua del Colosso, fosse nell'area poi occupata dal seggio, oppure nella zona del porto, dove la statua è documentata dal 1309.

1491: data riferita tradizionalmente alla ricostruzione del seggio. Le evidenze documentarie non accennano all'edificio, tuttavia la datazione appare congruente con il restauro della statua bronzea del Colosso, proprio nel 1491, e con la concessione da parte del sovrano dei nuovi statuti che riservavano ai rappresentanti del popolo i due terzi dei seggi del consiglio cittadino (Faraglia 1883, 155).

1790: interventi di ridecorazione (Vista 1900-1904, I, 46).

1799: l'edificio viene adibito a corpo di guardia (Loffredo 1893, II, 148; Vista 1900, 46).

1855: al di sopra dell'edificio viene costruita una torretta per collocarvi l'antico orologio che sino a quell'epoca era sul campanile della chiesa.

1870 ca.: trasformato in ufficio postale, poi in Gabinetto di lettura e quindi in libreria.

1925: l'edificio viene abbattuto.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

L'edificio aveva forma di padiglione addossato al fianco della chiesa del Santo Sepolcro. Chiuso sui lati, in facciata si apriva con una grande arcata a sesto acuto, poi tamponata, inquadrata fra due paraste. Al di sopra della copertura in epoca successiva era stata costruita una torretta con orologio. Secondo Loffredo 1893, I, 406, il seggio del popolo di Barletta era stato costruito contemporaneamente al seggio dei nobili.

Iscrizioni

Sotto uno degli stemmi della città (cfr. Stemmi o emblemi araldici), era la data MDVIIII (Vista 1900-1904, I, 45).

Stemmi o emblemi araldici

Due stemmi in marmo inseriti ai lati della grande arcata in facciata sono visibili nelle fotografie d'epoca: quello di destra è chiaramente uno stemma aragonese, quello di sinistra mostra uno scudo sormontato da cimiero, di cui tuttavia non sono leggibili le imprese. Un altro stemma era murato sul fianco sinistro del seggio.

Secondo Vista (1900-1904, I, 45), uno degli stemmi era quello della dinastia aragonese, due rappresentavano le armi della città di Barletta, e il quarto quelle di Carlo V.

Elementi antichi di reimpiego

"Colosso", statua bronzea ritenuta ritratto stante dell'imperatore Eraclio.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Risale a un intervento di fine XIX secolo la costruzione della torretta con l'orologio e la trasformazione in libreria con la chiusura dell'arcata in facciata.

Note

Appare interessante che il restauro del colosso e verosimilmente la costruzione del seggio siano contemporanei ai nuovi statuti concessi alla città di Barletta da Ferrante nel 1491, in base ai quali il popolo acquisiva una preminenza netta rispetto ai nobili (due terzi contro un terzo) nel consiglio cittadino. Il Seggio dei nobili  era in un portico al piano terreno dello scomparso Palazzo della Marra.

Rimane da verificare l'attendibilità della notizia che il colosso si trovasse già in città nel 1442: Testini, e dopo di lui tutta la letteratura recente, si rifanno a Vista 1900-1904, I, 41-42, il quale, tuttavia, precisa di avere letto la notizia soltanto in un trasunto notarile e di non aver potuto verificarla sulla pergamena (concessa da Alfonso il Magnanimo il 13 dicembre 1442), poiché ai suoi tempi la pergamena era a Napoli. La pergamena è trasunta in Repertorio pergamene Barletta (1904, doc. CXXXIII, 137-138), dove si dice che la città ottiene la concessione del mercato franco del lunedì nel luogo detto "Arachi". Nessuna indicazione si ha sulla collocazione topografica di questo luogo, che potrebbe riferirsi anche alla vecchia collocazione della statua presso la dogana del molo.

Fonti iconografiche

Dell'edificio del seggio del popolo di Barletta esistono diverse incisioni nonché fotografie anteriori al suo abbattimento.

Piante e rilievi
Fonti/Documenti

La mutilazione del Colosso nel 1309 per ordine di Carlo II d'Angiò è attestata dal documento già in Archivio di Stato di Napoli, Registri Angioini, Registro 185, anno 1309 B, ff. 249 recto-verso (da Loffredo 1893, I, 72, nota 2):

“Scriptum est Secretis Magistris portulanis et procuratoribus ac magistris salis Apuliae etc. Ad religiosas personas divinis deputatas obsequiis nostrum benigne vertentes intuitum et specialem gerentes affectum. Cum ipsis in earum supplicationibus agimus gratiose, igitur fidelitati vestrae precipimus quatenus religiosis viris fratribus predicatoribus in Manfredonia morantibus seu ipsorum nunciis ymaginem de metallo existentem in dohana Baroli de qua dictis fratribus in subsidium campanae et loci quem construunt duximus providendum auctoritate presentium assignari faciatis instanter et recipi exinde ydoneam apodixam. Data Baroli per Magistros Rationales Die viiii Junii vii Indietionis”.

Il restauro del Colosso nel 1491 è ricordato in una composizione poetica, probabilmente coeva, tramandata da Grimaldi 1607, 129:

“Devicto Persarum Rege Heraclius offert

Praeclarae Christi pristina dona Cruci.

Quam supplex Calvariae adorat monte repostam,

Cum Christi populo se comitante simul.

Septeno hinc anno in Cosdram, Persasque prophanos

Confisus Christo martia bella gerit.

Anno sexcenteno a partu Virginis almae

Constantini Urbi hic imperat egregie.

Principis excelsi talem formavit ideam

Pulyphobus Graecus doctus in arte faber.

Post Veneti acres Constantini hanc Urbe repertam

In patriam laeti ducere nave parant.

Littoribus Baroli appulsa est tunc naufraga puppis;

Turbine ventorum strata jacet statua.

Strata jacet campo statua haec jam tempore longo

Virginis astriferae: quae caret hercle manu.

Albanus Fabius, qui rite peritus in arte,

Crura, manusque, pedes aptat utrinque faber.

Ipsa Crucem gestat dextraque, pilumque sinistra:

Tutor namque Crucis, sicque Monarcha fuit.

Urbs Barolita potens, Cannarum maxima proles

Laude hac perpetua famigeravit opus”.

Bibliografia

Bartsch 2003: Tatiana Bartsch, “Francisco de Holanda und der Koloss von Barletta. Zum Antikenstudium nicht-italienische Kuenstler der Renaissance fuori Roma”, Pegasus. Berliner Beitraege zum Nachleben der Antike, 4, 2003, 115-158.

 

Beltrani 1885: Giovanni Beltrani, "Un saggio di studio sugli antichi seggi di Barletta", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed arti, 2, 1885, 104-108.

 

Faraglia 1883: Nunzio Federico Faraglia, Il comune nell’Italia meridionale dalla conquista normanna all’invasione napoleonica, Napoli 1883.

 

Grimaldi 1607: Giovan Paolo Grimaldi, Vita di S. Ruggiero vescovo et confessore, patrono di Barletta [...], Napoli, nella Stamperia di Tarquinio Longo, 1607.

 

Lenzo 2014: Fulvio Lenzo, Memoria e identità civica. L'architettura dei seggi nel Regno di Napoli (XIII-XVIII secolo), Roma 2014.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1; vol. 2).

 

Marulli 1816: Troiano Marulli, Discorso storico critico sopra il Colosso della Città di Barletta del conte Troiano Marulli, Napoli, nella Stamperia di Angelo Coda, 1816.

  

Repertorio pergamene Barletta 1904: Repertorio delle Pergamene dell’Università o Comune di Barletta (1234-1658), Napoli 1904.


Schulz 1860: Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 143-149.

 

Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.

 

Testini 1973: Pasquale Testini, “La statua di bronzo o Colosso di Barletta”, Vetera Christianorum, 10, 1973, 127-152.

 

Vista 1900-1904: Francesco S. Vista, Note storiche sulla città di Barletta, 4 voll., Trani 1900-1904, I, 35-47.

Link esterni

Una prima e una seconda fotografia che documentano il seggio con le protezioni belliche del 1916 sono visibili on line.

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione24/09/2013 16:54:00
Data ultima revisione25/02/2017 13:38:53
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/499
OggettoBarletta, iscrizione dell'archivio (1567)
Supporto
Cronologia1567
Immagine
Prima attestazione

Iscrizione apposta all'esterno della sede storica dell'archivio della città di Barletta.

Trascrizione

 

FIDELE BAROLVM PRO CONSERVATIONE REGIORVM / PRIVILEGIORVM MAGNIFICO HYERONIMO PONTELLVSIO / SINDICO AN(N) D(OMI)NI MDLXVII REGNANTE INVITTI/SSIMO D(OMI)NO N(OST)RO D(OMI)NO PHILIPPO DE AVSTRIA REGE / YSPANIE VTRIVSQ(VE) SICILIE HYERVSALEM.

Famiglie e persone

 

Girolamo Pontellusio

Filippo II

Note

 

Il locale dell'Archivio cittadino, soprastante la sacrestia della chiesa del Santo Sepolcro, fu costruito a spese dell'Università. Precedentemente, nella stessa chiesa, forse nella sacrestia, era conservata la cassa contenente, secondo le disposizioni di re Ferrante del 1491, il sigillo, il libro del Cancellierato, le bussole e i sacchetti per le elezioni dei priori, altre scritture e libri prodotti dagli ufficiali cittadini.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2), II, 363-380, 415-435.

 

Trinchera 1866-1874: Francesco Trinchera, Codice Aragonese, o sia Lettere regie, ordinamenti ed altri atti governativi de' sovrani aragonesi in Napoli riguardanti l'amministrazione interna del Reame e le relazioni all'estero, 3 voll., Napoli 1866-1874, III, 113-131.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo, Veronica Mele
Data di compilazione12/12/2013 10:45:05
Data ultima revisione24/02/2017 23:43:10
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/50
OggettoBarletta, iscrizione della peste del 1498
Supportomarmo
Cronologia1498
Immagine
Prima attestazione

La lapide è murata nel campanile della chiesa di San Cataldo.

Trascrizione

AD 1498 PESTE IN/FESTANTE PIA RES PUB. BAROLITANA / INSTAVRAVIT

Famiglie e persone
Note

L'iscrizione è in lettere tracciata con lettere inscrivibili entro il quadrato ed è sormontato dallo stemma coronato della città di Barletta racchiuso entro una cronice rettangolare.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, V, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893 (vol. 1vol. 2), I, p. 392, nota 38.


Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/12/2013 10:06:51
Data ultima revisione23/02/2017 00:39:38
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/42
OggettoBarletta, iscrizione di Carlo V
SupportoPietra calcarea
Cronologia1537
Immagine
Prima attestazione

L'iscrizione è murata nel castello di Barletta.

Trascrizione

CAROLVS QVINT/VS REX ISPANIAE / IMPERATOR RO/MANORVM SEM/PER AVGVSTVS / MCCCCCXXXVII.

Famiglie e persone

Carlo V

Note

L'iscrizione è intagliata all'interno di una tabula ansata con campo epigrafico nettamente delineato. L'intaglio delle lettere non è molto raffinato (soprattutto la lettera "S") e si nota una inversione nella lettera "N" della parola "ROMANORVM". Al di sopra della lastra è murato uno stemma dell'imperatore Carlo V.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/12/2013 09:02:14
Data ultima revisione23/02/2017 00:50:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/40
OggettoBarletta, iscrizione di Ferrante (1491)
SupportoPietra calcarea
Cronologia1491
Immagine
Prima attestazione

L'iscrizione è murata nel campanile della chiesa di San Cataldo.

Trascrizione

DIVO FERDINAN/DO REGI OPTIMO / ALFONSO Q. EIVS / PRIOMOGENITO CA/LABRIE DVCIS PRIN/CIPI INVICTISSIMO / 1491

Famiglie e persone

Ferrante d'Aragona

Alfonso duca di Calabria (poi Alfonso II)

Note

L'iscrizione è incisa con ductus raffinato e lettere per la maggior parte inscrivibili entro un quadrato. Nella terza riga sono segni di abbreviazione e si nota la scelta di rendere la "E" di "EIVS" come un semicerchio, mentre in tutte le altre occorrenze mantiene un assetto rettangolare.

Nella parte alta della lastra si trovano affiancati i due stemmi di re Ferrante e dell'erede al trono Alfonso, sormontati dalle rispettive corone.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

De Leone 1888: Filippo De Leone, "Per Barletta. Passeggiata storico-artistica", Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, 5, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.


Seccia 1842: Giuseppe Seccia, Descrizione della città di Barletta preceduta da una breve memoria archeologica, Bari 1842.

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SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione02/12/2013 10:03:14
Data ultima revisione23/02/2017 00:52:30
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/41
OggettoBarletta, Cattedrale, Cristo alla colonna
Collocazione originaria
Materialeolio su tavola
Dimensioni
Cronologia1434
AutoreGiovanni di Francia (attr.)
Descrizione

L’opera, datata 1434, è conservata nella prima cappella sinistra della Cattedrale di Barletta, e raffigura Cristo alla colonna. Ai lati della figura centrale si dispongono quattro figure di angeli in preghiera.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

L’autore è stato identificato da Michele D’Elia (1964, 54) in Giovanni di Francia, pittore di origini francesi presto stabilitosi a Venezia, dov’è attestato a partire dal 1405. La Madonna col Bambino in trono (1429) del Museo di Palazzo Venezia a Roma, nei fatti unica opera certa di Giovanni perché firmata, costituisce il termine di paragone per la ricostruzione dell’attività dell’artista transalpino. Questi dovette formarsi a Venezia sugli esempi di Nicolò di Pietro, pittore molto attivo in laguna dal 1394 agli anni venti del XV secolo, e a sua volta molto vicino a Gentile da Fabriano. Di stanza a Venezia, Giovanni di Francia fu molto apprezzato in aree periferiche, non solo del Veneto e del Friuli, ma anche del marchigiano e della Puglia. Molte furono le opere inviate in altrettante località pugliesi, tra le quali doveva spiccare, perché firmata e datata al 1432, una Crocefissione tra la Vergine e San Giovanni, oggi perduta, ma un tempo conservata nella cripta del Duomo di Trani.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Claut 1999: Sergio Claut, "Per Giovanni di Francia", Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore, 70, 1999, 214-215.

 

D’Elia 1954: Michele D’Elia, Mostra dell’arte in Puglia dal tardo antico al Rococò, Bari 1964, 54.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmäler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, I, 114.

Allegati
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SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione06/05/2014 14:48:24
Data ultima revisione12/02/2017 10:55:45
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/456
OggettoBarletta, Cattedrale, frammento marmoreo
Materialemarmo con tracce di policromia
Dimensioni
Cronologiaterzo quarto del XV secolo
Autore
Descrizione

Il marmo, oggi utilizzato come paliotto di un altare all’interno della Cattedrale di Barletta, è decorato da due angeli parzialmente inginocchiati ai lati di una figura maschile centrale dal cui torace fuoriescono due grandi cornucopie traboccanti di motivi vegetali stilizzati.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

L’inusuale collocazione del frammento, posto al di sotto di un altare, induce a pensare che si tratti di un pezzo erratico forse proveniente da un sepolcro oggi non più esistente e che sia dunque frutto di un riassemblaggio operato in epoca imprecisata. L’analisi stilistica e tipologica orienta verso una datazione dell'opera al terzo quarto del Quattrocento.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione06/05/2014 20:21:09
Data ultima revisione12/02/2017 14:31:05
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/458
OggettoBarletta, Cattedrale, tabernacolo eucaristico
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologiametà del XVI secolo
Autore
Descrizione

L’opera, custodita nella Cattedrale di Barletta, è parte di uno smembrato tabernacolo eucaristico della metà del Cinquecento.

Essa è costituita da un frontale architettonico proiettato nello spazio grazie all’espediente del pavimento scorciato, e da un fastigio lunettato che accoglie al centro la colomba dello Spirito Santo attorniata da una ghiera di testine di cherubini. In basso la figura del Bambino in fasce è affiancata da due coppie di angeli adoranti che sbucano dalle porticine laterali profondamente scolpite e rappresentate in scorcio.

Ci si trova dunque di fronte ad un’edicola eucaristica a parete, forse dismessa a seguito delle disposizioni imposte dal Concilio di Trento in materia di culto sacramentale.

L’autore dovette verosimilmente essere un ignoto scalpellino locale operoso alla metà del XVI secolo.

Immagine
CommittenteMonaco Elefante
Famiglie e persone
Iscrizioni

"MONACUS ELEFANTE FECIT".

Stemmi o emblemi araldici
Note

Come attestato dall’iscrizione, l’opera è stata commissionata dal nobile barlettano Monaco Elefante, nell’ambito di un più ampio impegno della famiglia Elefante a favore dell’ampliamento dell’area presbiteriale della Cattedrale alla metà del Cinquecento. A Palmerio e a Monaco, esponenti della nota famiglia il cui palazzo s’ergeva sull’attuale via Cavour (oggi Palazzo De Leone Pandolfelli), spettano in particolare il finanziamento della “facciata laterale a settentrione di là del campanile”, unitamente al portale laterale nord che reca le armi degli Elefante (Loffredo, II, 91; Vista, 62-63, 72) nonché il completamento dei lavori del coro a deambulatorio retrostante l’altare maggiore e nel quale si aprono cinque cappelle radiali. Di queste ultime, Palmerio ed Elefante se ne assicurarono ben due: la prima, quella centrale, nella quale è custodita la tavola con la Madonna col bambino e il Redentore, e la seconda, intitolata al Santissimo Sacramento, e alla cui decorazione dovette provvedere Monaco. L’edicola eucaristica si pone dunque come parte di un più articolato e complesso arredo scultoreo, oggi non più esistente, della cappella atta a custodire il Santissimo Sacramento.   

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta, Trani 1893, II, 91.

 

Vista 1900: Francesco Saverio Vista, Note storiche sulla città di Barletta, Barletta 1900, 62-63.

Allegati
Link esterni
SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione06/05/2014 13:02:00
Data ultima revisione12/02/2017 14:40:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/455
OggettoBarletta, San Giacomo, monumento funebre
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologiaprima metà del XIV secolo
Autore
Descrizione

La tomba, collocata nel vestibolo della chiesa di San Giacomo, è costituita da un basamento su cui s’innalzano due colonne a loro volta sostenenti un sarcofago la cui fronte reca scolpita la figura intera di un vescovo con mitra e pastorale. Il bordo superiore del sarcofago reca incisa un’iscrizione non più leggibile perché corrosa. La figura del defunto è caratterizzata da tratti netti e taglienti, essenziali nell’estrema linearità, e che conferiscono all’immagine una viva immediatezza espressiva. La decorazione della cornice del sarcofago, non priva di una certa ricercatezza ed eleganza formale, induce a pensare che l’autore possa identificarsi con un non modesto scalpellino attivo in qualche bottega locale entro la prima metà del XIV secolo. Ai lati del basamento sono scolpiti due scudi che, a detta del Vista (1900, 76), sarebbero stati scalpellati e resi dunque illeggibili. 

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

Secondo Vista (1900, 76-77), la tomba commemorerebbe ben tre vescovi barlettani: due vissuti nel corso del XII secolo, vale a dire Guglielmo e Pasquale, ed un terzo, Riccardo Galimberti, defunto nel 1439. 

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Vista 1900: Francesco Saverio Vista, Note storiche sulla città di Barletta, Barletta 1900, 76-77.

Allegati
Link esterni
SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione06/05/2014 17:46:55
Data ultima revisione12/02/2017 14:44:07
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/457
OggettoBarletta, Sant'Andrea, Madonna col Bambino in trono
Materialeolio su tavola
Dimensionicm 183 x 75
Cronologia1483
AutoreAlvise Vivarini
Descrizione

La tavola, custodita nella chiesa di Sant'Andrea, raffigura la Madonna col Bambino in trono. Essa è firmata e datata sul cartellino da Alvise Vivarini, che la eseguì nel 1483. Una più tarda, e grandiosa, macchina lignea dorata inquadra l’opera, che in origine doveva essere affiancata da tavole laterali oggi perdute. Non si ha alcuna traccia della committenza e della sua originaria collocazione. Compiuta nel periodo della maturità dell’artista, anche quest’opera d’”importazione” testimonia efficacemente la comprensione e la profonda assimilazione, da parte di Alvise, della pittura “nuova” che Antonello da Messina aveva portato a Venezia negli anni settanta del Quattrocento. In particolare, l’uso della luce tersa e fredda che colpisce i due protagonisti, dai volti simili a solidi geometrici, e la tendenza ad una salda costruzione degli spazi denunciano, in questa fase, la vicinanza del Vivarini al messinese.

Immagine
Committente
Famiglie e persone

 

 

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

Al 1484, e dunque a pochissima distanza dalla tavola di Barletta, risale una Madonna col Bambino in trono tra i Santi Sebastiano e Antonio da Padova e il committente Niccolò Trevisan, realizzata per la Cattedrale di Ceneda (TV) da Jacopo da Valenza, allievo di Alvise. Tale raffigurazione potrebbe forse suggerire l’aspetto originario dell’opera del Vivarini (Barbone Pugliese 2012, 20).

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Barbone Pugliese 2012: Nuccia Barbone Pugliese, Pittori veneziani in Puglia e fuoriusciti napoletani in Francia, in Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona, cat. mostra (Bitonto, 15 dicembre 2012-8 aprile 2013), Foggia 2012, 20.

 

Frizzoni 1914: Gustavo Frizzoni, "Opere di pittura Venete lungo la costa meridionale dell’Adriatico", Bollettino d’arte del Ministero della Pubblica Istruzione, 8, 1914, 23-40.

 

Gelao 2011: Clara Gelao, "Qualche osservazione sulla Madonna con Bambino di Alvise Vivarini nella chiesa di Sant’Andrea a Barletta", in Scritti in onore di Marina Causa Picone, Napoli 2011, 143-155.

 

Gelao 2016: Clara Gelao, “La ‘Madonna con Bambino in trono’ di Alvise Vivarini a Barletta nel contesto degli arrivi di opere dei Vivarini in Puglia”, in Giuseppe Riefolo, Filippo Maria Ferro, Il caso Vivarini a Barletta. Dalla Madonna in trono (1483) nella chiesa di Sant’Andrea ai percorsi di Alvise Vivarini sulla costa adriatica, Barletta 2016, 29-55.

Allegati
Link esterni
SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione01/05/2014 18:57:14
Data ultima revisione12/02/2017 14:47:05
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/453
OggettoBarletta, Sant'Andrea, statua del Battista
Materialemarmo
Dimensioni150 cm
Cronologia1565-70
AutoreGiovandomenico d'Auria (attr.)
Descrizione

La statua si trova nella chiesa di Sant'Andrea a Barletta.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

Il San Giovanni Battista è stato presentato da Riccardo Naldi quale prodotto di schietta provenienza napoletana ed in questo senso è stato ricondotto all’ambito della cosiddetta ‘società Caccavello-D’Auria’, vale a dire a quella vera e propria organizzazione e suddivisione delle commesse marmoree messa in opera alla metà del Cinquecento dagli scultori Annibale Caccavello e Giovan Domenico d’Auria dopo la morte del maestro Giovanni Meriliano da Nola. Per lo studioso, l’autore del marmo dovette avere “una conoscenza vasta dei moduli compositivi elaborati da Giovanni da Nola fin quasi alla metà del secolo e li ripropone con un’intensità naturalistica che tiene comunque conto dello stile maturo del Santacroce”. Utili confronti, secondo Naldi, possono istituirsi fra questo Battista e alcuni degli Apostoli rappresentati nello scomparto inferiore dell’ancona monumentale raffigurante l’Assunzione della Vergine realizzata fra il 1557 e il 1566 dal Caccavello e dal D’Auria nella Cappella Di Somma all'interno della chiesa agostiniana di San Giovanni a Carbonara.

Naldi non ha avanzato un’attribuzione precisa, e si è limitato ad avvicinare il Battista di Barletta alla scultura di uguale soggetto conservata a Pizzo Calabro, il cui impianto compositivo è a suo parere caratterizzato da “una maggiore scioltezza, basata su di un dinamismo dei contrapposti più agili e scattanti che appaiono derivazione letterale” da un terzo San Giovanni Battista custodito a San Giovanni a Carbonara. Quest’ultima statua viene considerata da Naldi “opera dalle elevate qualità d’impostazione che la legano agli esiti estremi di Giovanni da Nola”.

L’analisi del punto di stile, unita a confronti con opere certe, induce ad assegnare il precursore di Barletta alla tarda attività di Giovan Domenico d’Auria, autore del coevo San Rocco per la chiesa del Santo a Catanzaro. Il tipo umano espresso dallo scultore in queste due figure è identico, così come è simile il trattamento delle vesti e dei volti, la resa della folta capigliatura, costituita da spessi e morbidi ciuffi tipici delle figure di Giovan Domenico. Un ulteriore dettaglio degno di nota, chiaramente riscontrabile nelle sculture monumentali dauriane, è il gonfiarsi delle vene delle mani e dei piedi, come si rileva, oltre che nel San Rocco di Catanzaro, nel San Giovanni Battista del Museo Campano di Capua.

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Coniglio 2007: Paola Coniglio, Rappresentazioni del Battista nella scultura monumentale napoletana del Cinquecento, tesi di specializzazione in storia dell’arte, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, anno accademico 2006/2007, 96-100.

 

Coniglio 2010: Paola Coniglio, “Giovan Domenico d’Auria, Annibale Caccavello e l’Apostolato’ dell’Annunziata di Napoli”, Prospettiva, 139-140, luglio-ottobre 2010, 137-150.

 

Naldi 2004: Riccardo Naldi, “Scultura del Cinquecento in Puglia: arrivi da Napoli”, in Scultura del Rinascimento in Puglia, Atti del Convegno Internazionale (Bitonto, 21-22 marzo 2001), Bari 2004, 161-186.

Allegati
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SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione04/02/2014 18:08:38
Data ultima revisione12/02/2017 14:55:15
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/448
OggettoBarletta, Sant'Andrea, tavola di Sant'Antonio da Padova
Materialeolio su tavola
Dimensionicm 167 x 77
Cronologiaanni ottanta del Quattrocento
AutoreAlvise Vivarini (attr.)
Descrizione

La tavola, raffigurante Sant’Antonio da Padova, è custodita nella seconda cappella sinistra della chiesa di Sant’Andrea. Il Santo si erge maestoso, con i gigli nella destra e un libro nella sinistra, su un ameno paesaggio naturale interrotto soltanto, sulla sinistra, da un grande edificio. 

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note

Dopo una prima, e generica attribuzione di Gustavo Frizzoni (1914, 25) all’ambito dei Vivarini, dalla cui attiva bottega tante opere giunsero in Puglia nel corso dell’ultimo quarto del XVI secolo, Nuccia Barbone Pugliese (2012) ha circoscritto il campo ad Alvise, autore della Madonna col Bambino in trono conservata all’interno della medesima fabbrica.  

 

Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Barbone Pugliese 2012: Nuccia Barbone Pugliese, Pittori veneziani in Puglia e fuoriusciti napoletani in Francia, in Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona, cat. mostra (Bitonto, 15 dicembre 2012-8 aprile 2013), Foggia 2012, 20.

 

Frizzoni 1914: Gustavo Frizzoni, "Opere di pittura Venete lungo la costa meridionale dell’Adriatico", Bollettino d’arte del Ministero della Pubblica Istruzione, 8, 1914, 23-40.  

 

Riefolo, Ferro 2016: Giuseppe Riefolo, Filippo Maria Ferro, Il caso Vivarini a Barletta. Dalla Madonna in trono (1483) nella chiesa di Sant’Andrea ai percorsi di Alvise Vivarini sulla costa adriatica, Barletta 2016.

Allegati
Link esterni
SchedatorePaola Coniglio
Data di compilazione03/05/2014 19:15:48
Data ultima revisione12/02/2017 15:03:17
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/454
OggettoBarletta, Santo Sepolcro, Madonna di Costantinopoli (dipinto)
Collocazione originaria
Materialetempera su tavola a fondo oro
Dimensioni132 x 90 cm
CronologiaPrima metà del XVI secolo
AutoreDonato Bizamano
Descrizione

La tavola raffigura la Madonna che abbraccia il Bambino su fondo oro e due angeli che sorreggono la corona. Attualmente è collocata nella basilica del Santo Sepolcro a Barletta; è noto che nella chiesa ci fosse, almeno all’inizio del Novecento, un altare dedicato alla Madonna di Costantinopoli sul quale Gelao (1988, 143) suggerisce fosse collocata la tavola.
L’iconografia, secondo Gelao (1988) unisce il tipo della Madonna Glykophilousa e quello della Regina Angelorum.
Restaurata in occasione della mostra del 1964, è ricondotta da D’Elia (Mostra dell’arte in Puglia 1964, 103) a pittore cretese che ha avuto modo di studiare lo ZT e i Bizamano; per Calò (1969, 22) opera di bottega cretese; Gelao (1988, 143-144) l’assegna a Donato Bizamano per i confronti stringenti con la pala nella Pinacoteca metropolitana di Bari e della Madonna Glykophilousa nel Museo dei Domenicani di Dubrovnik, firmata dal Bizamano e affine a quella conservata nel Museo provinciale di Lecce.

 

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

MHP ϴY. O AГ. M / O AГ. Г.

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Calò 1968: M. S. Calò, «Opere di pittura del Cinquecento e del primo Seicento importate in Puglia», Lettere, 94-96, 1968, 20.

 

Calò 1969: M. S. Calò, Contributo alla storia dell’arte in Puglia. La pittura del Cinquecento e del primo Seicento in terra di Bari, Bari 1969, 22.

 

Cassandro 1957: M. Cassandro, Barletta nella storia e nell’arte, Barletta 1957, 293.

 

D’Elia, Belli 1969:  M. D’Elia, P. Belli, Icone di Puglia, a cur di Pina Belli e Michele D’Elia, cat. Mostra, Bari, Pinacoteca Provinciale, 1969 (ciclostilato), pubblicato in Puglia e Basilicata tra Medioevo ed età moderna - Uomini spazio e territorio. Studi storici in onore di Cosimo D. Fonseca, a cura di Fernando Ladiana, Galatina 1988, 199-217, 212.

 

Gelao 1988: Clara Gelao, «Donato Bizamano. 51. Madonna con Bambino incoronata dagli angeli (Madonna di Costantinopoli)», in Icone di Puglia e Basilicata dal Medioevo al Settecento, a cura di Pina Belli D’Elia, cat. mostra (Bari, Pinacoteca provinciale), Milano 1988, 143-144.

 

Mostra dell’arte in Puglia 1964: Mostra dell’arte in Puglia dal tardo-antico al rococò, a cura di Michele  D’Elia, cat. mostra (Bari, Pinacoteca provinciale), Roma 1964, 103.

 

Russo 1934: R. Russo, «La chiesa del Santo Sepolcro in Barletta», Crociata, 1934, 3-10, 10. 


Van Marle 1925: R. Van Marle, The development of the Italian Schools of painting, The Hague 1935, V, 383

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https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1600039441

SchedatoreStefania Castellana
Data di compilazione13/12/2023 14:05:07
Data ultima revisione13/12/2023 14:05:07
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/709
OggettoBarletta, Colosso
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

La statua, abbandonata per lungo tempo presso il porto, è stata poi collocata probabilmente sin dal 1491 all'ingresso del seggio del popolo; dopo questo edificio è stato abbattuto è rimasta sul luogo, all'esterno della chiesa del Santo Sepolcro

Prima attestazione

La statua è menzionata per la prima volta nel 1309 in un editto di Carlo d'Angiò (Napoli, Archivio di Stato, Regesto n. 185, anno 1309 B, c. 249 r, v; trascritto in Loffredo 1893, I, 72, nota 2).

MaterialeBronzo
Dimensionih 5 ca.
Stato di conservazione

Manca la parte sommitale della calotta cranica; le gambe, la mano sinistra, a partire da appena sopra il polso, una porzione del braccio destro, incluso il gomito (a partire da circa cm 17 oltre le pteryges), la mano destra e la croce sono di restauro e attribuiti tradizionalmente a Fabio Albano, che avrebbe realizzato le integrazioni nel 1491 (cfr. infra, Grimaldi 1607).

Cronologiametà del V secolo d.C. (Demougeot 1982); 455-475 (Leone I ?: Meischner 2001 con bibliografia)
Descrizione

[SCHEDA IN COSTRUZIONE]

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti

Nel 1309 re Carlo II d'Angiò autorizza ad utilizzare il metallo della statua per fondere la campana grande della chiesa dei domenicani di Manfredonia (già in Archivio di Stato di Napoli, Registri Angioini, Registro 185, anno 1309 B, ff. 249 recto-verso; Loffredo 1893, I,  72, nota 2):

“Scriptum est Secretis Magistris portulanis et procuratoribus ac magistris salis Apuliae etc. Ad religiosas personas divinis deputatas obsequiis nostrum benigne vertentes intuitum et specialem gerentes affectum. Cum ipsis in earum supplicationibus agimus gratiose, igitur fidelitati vestrae precipimus quatenus religiosis viris fratribus predicatoribus in Manfredonia morantibus seu ipsorum nunciis ymaginem de metallo existentem in dohana Baroli de qua dictis fratribus in subsidium campanae et loci quem construunt duximus providendum auctoritate presentium assignari faciatis instanter et recipi exinde ydoneam apodixam. Data Baroli per Magistros Rationales Die viiii Junii vii Indietionis”.

 

Bibliografia

Bartsch 2003: Tatiana Bartsch, "Francisco de Holanda und der Koloss von Barletta. Zum Antickenstudium nicht-italienische Kuenslter der Renaissance fuori Roma", Pegasus. Berliner Beitraege zum Nachleben der Antike, 4, 2003, 115-158.

 

Demougeot 1982: Émilienne Demougeot, "Le Colosse de Barletta", Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité, 94/2, , Rome 1982, 951-978.

 

De Tommasi 1982: Giambattista De Tommasi, "Il restauro dl Colosso Barletta", Vetera Christianorum 19, 1982, 131-155.

 

Grimaldi 1607: Giovan Paolo Grimaldi, Vita di S. Ruggiero vescovo et confessore, patrono di Barletta [...], Napoli, nella Stamperia di Tarquinio Longo, 1607.

 

Hornig 2008: Karin Hornig, "Der Koloss von Barletta. Odyssee einer konstantinischen Statue", Skyllis, 8, 2007/08, 100-123.

 

Jordan-Ruwe 1995: Martina Jordan-Ruwe, Das Säulenmonument: zur Geschichte der erhöhten Aufstellung antiker Porträtstatuen, Bonn 1995, 3, 142, 165, 191.

 

Kiilerich 2015: Bente Kiilerich, “The Barletta Colossos Revisited: the Methodological Challenges of an Enigmatic Statue”, Acta ad Archaeologiam et Artium Historiam Pertinentia, 28, 2015, 55-72.

 

Koch 1912-1913: Herbert Koch, "Bronzestatue in Barletta", Antike Dankmäler III/2, 1912/13, 20-27, tavv. 20-21.

 

Loffredo 1893: Sabino Loffredo, Storia della città di Barletta. Con corredo di documenti. Libri tre, 2 voll., Trani 1893

 

Picozzi 1971: Vittorio Picozzi, "Contributi numismatici all'identificazione del Colosso di Barletta", Rivista Italiana di Numismatica 73, 1971, 107-126.


Purpura 1991: Gianfranco Purpura, "Il Colosso di Barletta e il codice di Teodosio II", in Atti del IX Convegno Internazionale dell'Accademia Costantiniana di Perugia (Perugia, 2 - 6 ottobre 1989), Perugia 1993, 457- 480.

 

Testini 1973: Pasquale Testini, "La statua di bronzo o 'Colosso' di Barletta", Vetera Christianorum, 10, 1973, 127-152.

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SchedatoreStefania Tuccinardi
Data di compilazione24/09/2013 18:52:26
Data ultima revisione14/05/2017 11:18:30
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/286
OggettoBarletta, Museo civico, fronte di sarcofago
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Barletta, Museo civico n. inv. 1111

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco (proconnesio)
Dimensionia) h 0,89; lungh. 1,07; b) h 0, 36; lungh. 1,12; c) h 0,42, lungh. 1,13.
Stato di conservazione

La fronte di sarcofago è ora composta di tre lastre, spezzate o tagliate su tutti i lati; nella lastra maggiore è stato asportato un ampio settore circolare quasi al centro a causa del reimpiego come vera di pozzo, mentre le due restanti parti, realizzate dividendo quasi al mezzo la lastra antica nell'altezza disponibile, vennero utilizzate per rivestirne i lati; i marmi antichi erano stati disposti in modo che la superficie decorata non fosse lasciata a vista. Nel frammento maggiore mancano tutte le teste degli apostoli e completamente scalpellati risultano anche la figura in ginocchio e una parte del corpo del Cristo, al centro della composizione; questa rilavorazione potrebbe essere contestuale all'ultimo reimpiego quando, svilito il marmo a vera di pozzo, si cercò di ottenere un piano di posa regolare.  Negli altri due frammenti restano i volti dei personaggi, danneggiati da varie lacune e scheggiature che interessano anche i panneggi. Incavi per l'inserimento di elementi riportati sono presenti in particolare in corrispondenza dei nasi e delle mani. Tra X e XI secolo furono apposte le iscrizioni in greco con i nomi degli apostoli.

CronologiaEtà teodosiana; le iscrizioni in greco si datano tra X e XI secolo (Falla Castelfranchi 1985)
Descrizione

La lastra, appartenente alla fronte di un pregevole sarcofago cristiano con raffigurazione di Gesù tra gli apostoli, è stata ritrovata nel 1887 in occasione della sistemazione di piazza Sant'Antonio; il marmo fu recuperato, tagliato in tre parti, nello smontaggio di un pozzo ubicato nell'atrio del convento originariamente annesso alla cinquecentesca chiesa di Sant'Antonio e poi trasformato in caserma dei carabinieri.

Il Cristo occupa il centro della composizione ed è affiancato dagli apostoli, disposti in numero di sei per lato e ben identificabili grazie alle iscrizioni, tra queste risulta perduta solo quella relativa all'apostolo alla destra di Gesù. L'analisi condotta da Marina Falla Castelfranchi ha consentito di attribuire le iscrizioni onomastiche al X o XI secolo, queste si devono quindi collegare ad un reimpiego altomedievale della lastra (Falla Castelfranchi 1985).

Gli apostoli, vestiti di tunica e pallium, affiancano il maestro disposti su due piani; nonostante una certa frontalità che investe tutta la composizione, presentano atteggiamenti piuttosto variati, talvolta stringono un rotolo, talaltra un lembo del mantello, oppure ancora sembrano rivolgersi, in gesto oratorio, ad uno dei compagni (lo schema è quello detto della traditio legis).

Il primo gruppo è costituito da Matteo, Simone, Andrea, Tommaso e Paolo e un sesto personaggio acefalo che stringe nella mano sinistra il rotolo chiuso, a questi si aggiunge la figura genuflessa ai piedi del Cristo, al centro della questione interpretativa. Il secondo gruppo, che conserva ancora le teste, consente di apprezzare dettagli sulla differente caratterizzazione di ciascun personaggio; Giovanni ha volto giovanile imberbe con la capigliatura compatta, come l'apostolo Filippo; pure imberbe era stato rappresentato Bartolomeo, ultima figura a chiudere la composizione.

Pietro è raffigurato barbato con i capelli corti e ricciuti e la fronte leggermente aggrottata mentre rivolge la sua attenzione al Maestro; il tipo barbato, con alcune variazioni nell'acconciatura, viene riproposto per Luca e Marco.

È probabile che su entrambi i lati sia stato replicato lo stesso schema con la terza e la quarta figura rappresentate in conversazione tra di loro (Giovanni e Luca; probabilmente Andrea e Tommaso).

Il Cristo, privo della testa, della quale restano solo alcune morbide ciocche della capigliatura sul lato sinistro e il cui corpo è molto mal conservato e mancante di un frammento nella parte superiore, è vestito di toga e pallium; la mano sinistra stringe il mantello, mentre la destra è volta verso la figura genuflessa (adlocutio o impositio).

Nella storia degli studi le interpretazioni del soggetto sono state diverse, tuttavia è ora uniformemente accettata l'identificazione della figura genuflessa in una donna; già Testini, salvo prendere poi posizioni differenti, aveva proposto che si trattasse della Cananea o dell'Emorroissa (Testini 1964, 135-138).

Il sarcofago di Barletta appartiene alla produzione costantinopolitana di sarcofagi cristiani della seconda metà del IV secolo, alla quale si può ricondurre un numero ristretto di esemplari di elevata qualità, caratterizzati da composizioni a tematica unica (Passione, Traditio Legis, etc.), in sostituzione dello schema con singole scene, tendenzialmente i miracoli di Gesù, tipico della serire precedente (Brandeburg 2004, 5). Pare dunque potersi riconoscere nel sarcofago in esame una contaminazione tra le due tendenze ora illustrate: la scelta di riproporre un miracolo di Gesù (probabilmente la guarigione dell'Emorroissa) all'interno dello schema del Dominus legem dat.

La figura in ginocchio si presta a suggerire un'assimilazione con la titolare del monumento, secondo una prassi consueta nei sarcofagi con scene del nuovo testamento (Warland 2002); in questo caso la struttura generale comporterebbe una maggiore valorizzazione del personaggio genuflesso, che è presentato, ad esempio, in maniera differente rispetto a un sarcofago conservato ad Ancona, nel quale i due titolari compaiono, in scala ridotta, ai piedi del Cristo (REP II, 54-46, n. 159).

La lastra di sarcofago rappresenta uno degli esempi più noti del cd. classicismo teodosiano: alcuni caratteri stilistici ne rendono inequivocabile la produzione constantinopolitana e, come è stato già notato dai primi editori, i tipi ritrattistici utilizzati per gli apostoli trovano strette corrispondenza nelle figure della base dell'obelisco, in particolare con quelle del lato nord-ovest (cfr. Kiilerich 1993, 132). Inoltre, le proporzioni e la resa dei corpi e il trattamento del panneggio risultano comparabili ad altri prodotti della stessa area, in particolare con i rilievi di Bakirköy e di Yedikule, ora al Museo Archeologico di Istanbul (Kiilerich 1993, 130-132).

Da ultimo al rilievo di Barletta è stata accostata la nota lastra con deditio legis del tesoro di San Marco, sono state, infatti, rilevate affinità nello schema generale della rappresentazione e nei caratteri stilistici di alcune figure (Kaiser-Minn 2012, 224-225).

 

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Brandeburg 2004: Hugo Brandeburg, "Osservazioni sulla fine della produzione e dell'uso dei sarcofagi a rilievo", in Sarcofagi tardoantichi, paleocristiani e altomedievali, atti della giornata tematica dei Seminari di Archeologia Cristiana (Roma, 8 maggio 2002), a cura di Fabrizio Bisconti e Hugo Brandeburg, Città del Vaticano 2004, 1-44.

 

D'Angela 1984: Cosimo d'Angela, "Dall'era costantiniana ai longobardi", in La Daunia antica, a cura di Marina Mazzei, Milano 1984, 315-364.

 

D'Angela 1992: Cosimo d'Angela, "La documentazione figurativa", in Principi imperatori vescovi: duemila anni di storia a Canosa, a cura di Raffaella Cassano, catalogo della mostra (Bari), Venezia 1992, 888-891, fig. 1,2.

 

Falla Castelfranchi 1985: Marina Falla Castelfranchi, "Postille Medioevali al sarcofago di Barletta", Rivista di Archeologia Cristiana, 61, 1985, 189-205.

 

Kaiser-Minn 2012: Helga Kaiser-Minn, "Ein theodosianisches traditio-legis-Relief aus Konstantinopel und seine Wiederverwendung und Vorbildfunktion in Venedig", in Akten des Symposiums "Sarkophage der römischen Kaiserzeit: Produktion in den Zentren - Kopien in den Provinzen" = "Les sarcophages romains: centres et périphéries" (Paris, 2.-5. November 2005), a cura di Guntram Koch und François Baratte, Mainz 2012, 219-232.

 

Kiilerich 1993: Kiilerich Bente, Late fourth century classicism in the plastic arts. Studies in so-called Theodosian  Renaissance, Copenhagen 1993, 132.

 

REP II: Jutta Dresken-Weiland, Repertorium der christlich-antiken Sarkophage, Italien mit einem Nachtrag Rom und Ostia, Dalmatien, Museen der Welt, Wiesbaden 1998, 126-127, n. 410.


Testini 1964: Pasquale Testini, "Un rilievo cristiano poco noto del Museo di Barletta", Vetera Christianorum, 1, 1964, 129-163.

 

Todisco 1994: Luigi Todisco, "Testimonianze di età romana e memoria dell'antico a Barletta. La plastica", in Scultura antica e reimpiego in Italia meridionale, 1. Puglia, Basilicata, Campania, a cura di Luigi Todisco,  Bari 1994, 271-290.

 

Warland 2002: Rainer Warland, "Spätantike Repräsentation im biblischen Paradigma: Beobachtungen zu Sarkophagen in Verona, Saint-Maximin, Barletta und Perugia", in Akten des Symposiums "Frühchristliche Sarkophage" (Marburg, 30.6.-4.7.1999), Mainz 2002, 247-253.

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SchedatoreStefania Tuccinardi
Data di compilazione09/12/2013 16:04:21
Data ultima revisione14/05/2017 10:20:35
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/300
DenominazioneBarletta, Archivio storico del Comune
Scheda CittàBarletta
Sede storica

La sede dell'archivio della città sorge accanto alla chiesa del Santo Sepolcro e fu costruita a spese dell'Università. Oggi i documenti sono conservati presso la Biblioteca comunale S. Loffredo.

Tipologia
Soggetti produttori

 

Universitas di Barletta

Comune di Barletta

Storia dell'archivio
Consistenza dell'Archivio
Fondi archivistici

 

Fondi antichi

1. Fondo pergamenaceo

2. Fondo cartaceo

Strumenti di corredo
Raccolte e miscellanee
Note

La sede storica dell'archivio è, almeno dal 1567, una stanza sovrapposta alla sagrestia della chiesa del Santo Sepolcro, la cui costruzione fu finanziata dalla stessa Universitas. All'esterno della sagrestia la presenza dell'archivio cittadino era segnalata da due iscrizioni ancora leggibili: una datata 1567, e un'altra al 1784. All'interno, sull'architrave della porta che conduceva all'archivio, e che ora è murata, resta lo stemma cittadino.

Prima del 1567, e almeno dal 1491, in conformità agli statuti approvati da re Ferrante d'Aragona, l'archivio dell'Università consisteva in una cassa in cui erano conservati il sigillo, il libro del cancellerato, le bussole e i sacchetti per l'elezione dei priori, altre scritture e libri prodotti dagli ufficiali cittadini. La cassa era custodita nella chiesa del Santo Sepolcro, e chiusa con sei chiavi, ciascuna delle quali affidata ad uno dei sei priori in carica. La cassa custodia del sigillo dovette essere adottata almeno dal 1466, secondo gli statuti di quell'anno, ma verosimilmente non aveva ancora una sede stabile.

Gli statuti approvati nel 1521 dal viceré Raimondo de Cardona menzionano un archivio sito nella casa del Capitano e contenente i libri dei percettori e dei cancellieri insieme all'inventario delle scritture dell'Università. Probabilmente nell'Archivio creato nel 1567 confluirono sia la cassa già presente nella chiesa sia il "detto armario" che si trovava nella casa del Capitano.

Bibliografia
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SchedatoreVeronica Mele
Data di creazione13/12/2013 14:18:05
Data ultima revisione06/04/2017 16:37:02
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Scheda Archivio/10
NomeBarletta
Status amministrativoComune capoluogo di provincia (insieme a Trani e Andria)
Estensione del territorio comunale149.35 Kmq
Popolazione94.814 (ISTAT gennaio 2016)
MuseiMuseo civico; Museo della Cattedrale; Pinacoteca De Nittis; Tesoro della basilica del Santo Sepolcro, Antiquarium di Canne
ArchiviArchivio storico del Comune di Barletta (presso Archivio di Stato di Bari, sezione di Barletta); Archivio storico diocesano Pio IX
BibliotecheBiblioteca comunale Sabino Loffredo; Biblioteca arcivescovile Pio IX
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Citta/20