NomeCava dei Tirreni
TipoCittà
Luogo superioreCAMPANIA
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OggettoCava dei Tirreni, Annunziata
Tipologia
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Madonna col Bambino di Domenico Napoletano

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione10/03/2013 17:44:21
Data ultima revisione10/03/2013 17:44:21
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OggettoCava dei Tirreni, badia della Trinità
Tipologiaabbazia
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1011: fondata come eremo da sant’Alferio Pappacarbone.

1079-1123: ampliata e trasformata in basilica al tempo dell’abate san Pietro I.

XI-XIII: realizzazione del piccolo chiostro triangolare.

XIII secolo: costruzione della sala del Capitolo (attualmente sede museale).

1394: papa Bonificacio IX la eleva a vescovado, mettendola a capo di una diocesi.

1761: ricostruzione della basilica per iniziativa dell’abate D. Giulio De Palma e progetto di Giovanni del Gaizo. 

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Nel complesso sono conservati numerosi elementi di reimpiego:

sarcofago con grifoni (frammentario: nel chiostro);

sarcofago con Eroti ghirlandofori e tabula ansata (nel chiostro);

sarcofago con grifi affrontati (nel chiostro);

sarcofago con Eroti clipeofori (presso la cripta);

sarcofago con Eroti ghirlandofori (nel chiostro);

sarcofago di Meleagro (nel chiostro);

sarcofago con battaglia (in museo);

sarcofago con banchetto (in museo);

urna a cassetta (da Sarno: in museo);

urna a cassetta decorata (in museo);

urna a vaso (in museo);

doppia urna a cassetta (in museo).

 

 

 

 

 

 

Opere d'arte medievali e moderne

Resti della pala d'altare in marmo commissionata dall'abate Filippo de Haya (Tino di Camaino, attr., 1331 c.a; in una cappella presso il chiostro);

Resti della tomba di Filippo de Haya (abate, 1316-1331: Tino di Camaino, attr., 1332 c.a; in una cappella presso il chiostro)

Frammenti di un polittico marmoreo con santi (Tino di Camaino, attr., 1331 c.a; in una cappella presso il chiostro)

Resti del polittico dell'altare maggiore (Girolamo d Salerno e Cesare da Sesto, 1514-1515: oggi in museo).

 

Nella cappella a destra dell'abside:

Rilievo con Santa Felicita (sec. XVI);

Rilievo con san Matteo (sec. XVI);

Statua con Madonna delle Grazie (sec. XVI);

Rilievo con San Giuseppe (sec. XVI-XVII).

 

Tondo con Madonna (Giovanfrancesco Penni, 1528: in museo).

 

Rilievo marmoreo con divinità fluviale (sec. XVI, da una fontana: oggi in museo).

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Abignente 1886: Giovanni Abignente, Gli statuti inediti di Cava dei Tirreni, 2 voll., Roma 1886.

 

Aceto 2001: Francesco Aceto, “Una proposta per Tino di Camaino a Cava dei Tirreni”, in Medien der Macht. Kunst zur Zeit der Anjous in Italien, Akten der internationalen Tagung im Liebieghaus - Museum Alter Plastik (Frankfurt am Main, 21. - 23.11.1997), a cura di Tanja Michalsky, Berlin 2001, 275-294 .

 

Adinolfi 1846: Alfonso Adinolfi, Storia della Cava distinta in tre epoche, Salerno 1846.


Archivio badia 1872: L'Archivio del Monumento della Badia della SS.Trinita di Cava dei Tirreni provincia di Salerno : relazione a s.e. il Ministro della Pubblica Istruzione, s.l., 1872.

 

Avagliano 2012: Faustino Avagliano, “Contributo alla cronotassi della Santissima trinità di Cava (secoli XV.XIX)”, Benedictina, LIX, 2012, 77-157.


Badia di Cava 1985-1990: La badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo e Franco Strazzullo, 2 voll., Cava de’ Tirreni, 1985-1990.

 

Carleo 2007: Repertorio delle pergamene dell'Archivio Cavense: periodo normanno  1077-1194, a cura di Carmine Carleo, Badia di Cava 2007.

 

Carlone  1974: Carmine Carlone, “Le origini della Badia di Cava dei Tirreni”, Campania Sacra, 5, 1974, 12-24.

 

Carratturo 1978: Andrea Carraturo, Ricerche storico-topografiche della citta e territorio della Cava, trascrizione a cura di Amalia Santoli, Cava dei Tirreni 1978.

 

Castellano 1994 - Maria Castellano Per la storia dell'organizzazione amministrativa della Badia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni: gli inventari dei secoli XIII-XV, Napoli 1994.

 

Castellano 2000: Maria Castellano, “Tentativi di riorganizzazione del patrimonio monastico nella prima età angioina. Il caso della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni”, Benedictina, 47, 2000, 493-524.


Codex diplomaticus cavensis 1873-1984: Codex diplomaticus cavensis,  curantibus DD. Michaele Morcaldi, Mauro Schiani, Sylvano De Stephano; accedit appendix qua praecipua bibliothecae ms. membranacea describuntur per D. Bernardum Caietano De Aragonia, 10 volumi, Napoli 1873-1984.

 

De Castris 2009: Leone De Castris, “Domenico Gagini a Cavas dei Tirreni”, Confronto, 12-13, 2008-2009, 64-75.

 

De Stefano 1903: Silvano De Stefano, La badia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni. Guida storica illustrata, Badia di Cava 1903.


Descrizione badia 1926: Descrizione storico-artistica illustrata della Badia della SS. Trinita di Cava, Badia di Cava 1926.


Documenti geocartografici 1986: Documenti geocartografici nelle biblioteche e negli archivi privati e pubblici della Campania, I, Le raccolte dell’archivio abbaziale di Cava dei Tirreni, del Museo del Sannio in Benevento, degli archivi privati Caracciolo di Brienza e Caracciolo di Santo Bono depositati presso l’Archivio di Stato di Napoli, Firenze 1986.

 

Gruyer 1880: Gustave Gruyer, Une abbaye bénédictine aux environs de Salerno. La Ste Trinité de Cava, Paris 1880.

 

Guidobaldi 1869: Domenico de’ Guidobaldi, Affreschi della vecchia chiesa della Trinità di Cava, Napoli 1869.

 

Guillaume 1877: Paul Guilaume, Essai historique sur l’abbaye de Cava d’apres des documents inédits, Cava dei Tirreni 1877.

 

Schulz 1860: Heinrich Wilhelm Schulz, Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, Dresden 1860, II, 221-223.

 

Leone, Vitolo 1984: Simeone Leone, Giovanni Vitolo, Codex Diplomaticus Cavensis, Cava dei Tirreni 1984.

 

Lipinsky 1961: Angelo Lipinsky,  “La stauroteca aurea della Badia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni”, Apollo, 1,1961, 99-107.

 

Lipinsky 1962: Angelo Lipinsky,  “Il busto-reliquiario di S. Felicita nella badia benedettina di Cava dei Tirreni”, Apollo, 2, 1962, 137-145.

 

Lipinsky 1964: Angelo Lipinsky,  “La cassettina eburnea di Cava dei Tirreni”, Apollo, 3-4, 1963-1964, 117-124.

 

Loré 2008: Vito Loré, Monasteri, principi, aristocrazie: la Trinità di Cava nei secoli XI e XII, Spoleto 2008.


Monasterii 1839: Monasterii Ss.mae Trinitatis Cavae ordinis Sancti Benedicti congregationis casinensis asserta .., Romae, tipys Camerae Apostolicae, 1839.

 

Morcaldi 1872: Michele Morcaldi,  La Biblioteca del Monumento della Badia della SS. Trinita di Cava dei Tirreni provincia di Salerno. Relazione a S. E. il ministro della Pubblica istruzione, s.l. 1872.

 

Musi 2010: Aurelio Musi, “La Badia di Cava in età moderna. Prime ipotesi di ricerca”, Rassegna Storica Salernitana, N.S. 26, 2009, 57-68.

 

Perriccioli Saggese 1991: Alessandra Perriccioli Saggese, “I libri di coro miniati per le abbazie di Montecassino e Cava dei Tirreni”, in Miniatura a Napoli dal ‚400 al ‚600: libri di coro delle chiese napoletane,  a cura di Antonella Putaturo Murano, Alessandra Perriccioli Saggese, Napoli 1991, 149-176.

 

Racioppi 1877: Giacomo Racioppi, recensione a Paul Guillaume, Essai historique sur l’abbaye de Cava d’après des documents inédits, Cava dei Tirreni 1877, Archivio storico per le Province Napoletane, II, 1877, 605-637.

 

Taviani-Carozzi 2011: Huguette Taviani-Carozzi, “Millennio. A proposito della fondazione della Badia di Cava”, Benedictina, 58, 2011, 19-32.

 

Ventimiglia 1933: Domenico Ventimiglia, Cenno storico intorno al Sacro real monastero e reale stabilimento della Santissima Trinita di Cava, Napoli 1933.

 

Vitolo 1983: Giovanni Vitolo, “Cava e Cluny”, Minima cavensia, Salerno 1983.

 

Zampino, Montefusco, Miccio 2005: Giuseppe Zampino, Angelina Montefusco, Gennaro Miccio, "Il Museo dell'Abbazia della SS.ma Trinità di Cava dei Tirreni", Bollettino della Soprintendenza per i BAPPSAE di Salerno e Avellino, 2005, 182-189. 

Link esterni

sito ufficiale: www.badiadicava.it

SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione11/12/2012 20:34:43
Data ultima revisione11/11/2016 17:48:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/294
OggettoCava dei Tirreni, mura
Tipologiamura urbiche
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione12/12/2012 09:37:53
Data ultima revisione12/12/2012 09:37:53
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/298
OggettoCava dei Tirreni, Santa Maria al Corpo di Cava
Tipologia
Nome attuale
Immagine
Nomi antichi
Cronologia
Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Lettorino di pulpito (sec. XIII: presso l'altare)

Storia e trasformazioni
Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia
Link esterni
Schedatore
Data di compilazione23/08/2013 10:14:09
Data ultima revisione11/11/2016 17:51:40
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/496
OggettoCava dei Tirreni, Villa Ernestina
Tipologiapalazzo
Nome attualevilla Ernestina
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

XIX secolo: edificazione.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

Si tratta di un palazzo neomedievale a due piani, con porticato tamponato al pianto terreno.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

frammento di sarcofago

testa

trapezoforo

frammento di statua

capitello corinzio

capitello composito

Opere d'arte medievali e moderne

stemma aragonese

lastra con stemma aragonese

stemma 

Storia e trasformazioni

La villa è costruita nel XIX secolo in forme neogotiche e riutilizzando materiali antichi e medievali (cfr. Fiengo 1990, p. 323; Gravagnuolo 1994, pp. 166-167).

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Gravagnuolo 1994: Paolo Gravagnuolo, Civiltà di un borgo. Storia e sviluppo urbano di Cava dei Tirreni, Napoli 1994, 166-167.


Fiengo 1990: Giuseppe Fiengo, “Corpo di Cava e la chiesa di Santa Maria Maggiore”, in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo e Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni, 1985-1990, II, 309-372.

Link esterni
SchedatoreFulvio Lenzo
Data di compilazione12/12/2012 09:46:55
Data ultima revisione11/11/2016 14:36:36
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/299
OggettoCava dei Tirreni, frammenti del monumento funebre di Filippo de Haya
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1332 circa
AutoreTino di Camaino
Descrizione

Si tratta di tre rilievi di marmo, oggi murati in un ambiente chiuso contiguo al chiostro dell'abbazia di Cava dei Tirreni, raffiguranti la Vergine in trono col Bambino, San Benedetto e un santo (probabilmente Sant'Alferio, fondatore della abazia di Cava) che presenta un defunto. Secondo Aceto (2011, 203, n. 22) sarebbero frammenti della parete di fondo della camera funebre del monumento di Filippo de Haya, morto nel 1331. Non sappiamo in quale luogo della chiesa abaziale fosse collocata in origine la tomba.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Aceto 2011: Francesco Aceto, "Tino di Camaino a Napoli", in Scultura gotica senese, 1260-1350, a cura di Roberto Bartalini, Torino 2011, 183-211

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione07/01/2013 19:13:24
Data ultima revisione08/03/2013 00:49:02
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/146
OggettoCava dei Tirreni, frammenti di pala marmorea
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia1329-1331
AutoreTino di Camaino
Descrizione

I rilievi, oggi conservati nel museo dell'Abbazia di Cava dei Tirreni, sono i pannelli residui di una pala marmorea allestita con tutta probabilità sull'altare maggiore dela chiesa. Rappresentano un gruppo di pie donne dolenti e un gruppo di soldati, temi iconografici che fanno dedurre la raffigurazione di un Calvario. Di questa cona doveva far parte anche il piccolo bassorilievo con la strage degli innocenti, ch originariamente serviva per la predella.

Una perduta iscrizione documentata da una fonte settecentesca (da ultimo Aceto 2011, 199, n. 6, con tutta la bibliografia precedente) attribuiva la commissione della pala a Filippo de Haya, abate dal 1316 al 1331. La cona fu sostituita attorno al 1515 dal polittico dipinto da Cesare da Sesto e Girolamo da Salerno, ma ne rimasero alcune parti, tra cui la cornice con l'iscrizione, poi smantellate definitivamente dall'abate Angelo Ettinger nel 1911.

La qualità e lo stile dei rilievi lasciano supporre la commissione a Tino di Camaino, che doveva essere in rapporti con Giovanni de Haya (fratello di Filippo), reggente della curia della Vicaria e responsabile amministrativo della costruzione della certosa di San Martino e del castello di Belforte, nei cui cantieri Tino lavorara. 

Immagine
CommittenteFilippo de Haya
Famiglie e persone
Iscrizioni

FRATER PHILIPPUS DE HAYA ABBAS HUIUS MONASTERII CAVENSIS AD HONOREM DEI FIERI FECIT TABULAM ISTAM 

Iscrizione perduta, ma trascritta da Salvatore Maria de Blasi [1780 circa]

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti

de Blasi [1780 circa]: Salvatore Maria de Blasi, Chronicon ex Tabulari SS.ae Trinitatis Cavae Priscis Monumentis excerptum, Archivio della Badia di Cava dei Tirreni, ms. XIII, 172 

Bibliografia

Aceto 2011: Francesco Aceto, "Tino di Camaino a Napoli", in Scultura gotica senese, 1260-1350, a cura di Roberto Bartalini, Torino 2011, 183-211

 

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione07/01/2013 04:25:33
Data ultima revisione08/03/2013 00:46:30
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/145
OggettoCava dei Tirreni, frammenti di polittico marmoreo
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia
AutoreTino di Camaino
Descrizione

Si tratta di tre rilievi raffiguranti san Benedetto, un apostolo e un santo martire diacono, avvicinabili al pannello della Vergine col Bambino che si trova nelle collezioni degli Staatliche Museen di Berlino, e che è stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale.

Secondo Aceto (2001, 200, n. 11) i tre santi cavesi, molto vicini per stile e dimensioni (tenuto conto dello stato frammentario) avrebbero costituito i pannelli laterali cuspidati di polittico, al centro del quale si trovava la Madonna berlinese, forse di un'importante cappella della chiesa abbaziale.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Aceto 2011: Francesco Aceto, "Tino di Camaino a Napoli", in Scultura gotica senese, 1260-1350, a cura di Roberto Bartalini, Torino 2011, 183-211

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione07/01/2013 19:46:13
Data ultima revisione08/03/2013 00:50:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/147
OggettoCava dei Tirreni, lettorino di Santa Maria al Corpo di Cava
Materialemarmo
Dimensioni
CronologiaXIII secolo
Autore
Descrizione

Il lettorino include due figure del tetramorfo sovrapposte, l'angelo di Matteo e l'aquila di Giovanni, e viene oggi usato come colonna del leggio della chiesa di Santa Maria al Corpo di Cava. E' probabilmente ciò che rimane dell'arredo liturgico duecentesco della chiesa.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione23/08/2013 10:07:54
Data ultima revisione23/08/2013 10:19:12
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/352
OggettoCava dei Tirreni, Madonna delle Grazie
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologiaprimo quarto del XVI secolo
Autore
Descrizione

Questo altorilievo raffigurante la Madonna delle Grazie si trova murato nella cappella a destra dell'abside della chiesa abbadiale della Trinità di Cava dei Tirreni. La decorazione della cappella si presenta oggi totalmente barocca, ma la Vergine è chiaramente un pezzo ben più antico (stilisticamente databile al primo quarto del Cinquecento), che vi è stato incistato in un secondo momento, insieme con altre tre figure ad altorilievo: una Santa Felicita e un San Matteo (anch'esse cinquecentesche) e un San Giuseppe (invece di fattura barocca).

I tre pezzi rinascimentali facevano probabilmente parte di un solo complesso decorativo, che fu smembrato e alcuni alementi riutilizzati in questa nuova sede.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

Sulla base: S. MARIA DI LA GRA.

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione22/08/2013 23:19:16
Data ultima revisione23/08/2013 13:06:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/350
OggettoCava dei Tirreni, Madonna di Domenico Napoletano
Materialeterracotta dorata e dipinta
Dimensioni
Cronologia1522
AutoreDomenico Napoletano
Descrizione

L'opera si trova nella chiesa dell'Annunziata di Cava dei Tirreni. Ha subito notevolissimi danni ed è stata restaurata dallo scultore A. Lebro prima del 1975, anno in cui è stata pubblicata da Borrelli (1975), che ha riprodotto un'immagine anteriore e una posteriore all'intervento. Restauro che, a dire il vero, è stato fin troppo cospicuo, soprattutto nel risarcimento delle parti mancanti e nella ridoratura.

La Madonna di Cava è un documento importante per la scultura del primo Cinquecento napoletano poiché è firmata da Domenico Napoletano e datata 1522, come in primis reso noto da Borrelli (1975).

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

OPUS DOMINICI / PARTHENOPEUS / A. S. MDXXII

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Borrelli 1975: Gennaro Borrelli, "Maestro Dominico napolitano persona ingegnosissima", Napoli Nobilissima, 14, 1975, 96-100

Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione10/03/2013 17:35:40
Data ultima revisione11/11/2016 17:46:07
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/209
OggettoCava dei Tirreni, rilievo da lavabo con divinità fluviale
Materialemarmo
Dimensioni
CronologiaXVI secolo
Autore
Descrizione

Questo piccolo rilievo si trova nel museo dell'abbazia della Trinità di Cava dei Tirreni. Raffigura una divinità fluviale maschile assisa sulle rocce, accanto alle quali una grande conchiglia funge da ugello. Si tratta di un oggetto che era probabilmente montato su un lavabo. Dallo stile sembrerebbe un modesto prodotto di fattura napoletana nell'orbita della bottega di d'Auria e Caccavello, ed è quindi databile all'incirca al terzo quarto del Cinquecento.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione23/08/2013 13:11:23
Data ultima revisione23/08/2013 13:19:36
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/353
OggettoCava dei Tirreni, San Giuseppe
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologia
Autore
Descrizione

Questo altorilievo raffigurante San Giuseppe si trova murato nella cappella a destra dell'abside della chiesa abbadiale della Trinità di Cava dei Tirreni. La decorazione della cappella si presenta oggi totalmente barocca, e anche il rilievo del santo corrisponde stilisticamente a quel periodo. Esso è però accompagnato da una Madonna delle Grazie, una Santa Felicita e un San Matteo databile al primo quarto del Cinquecento, che facevano probabilmente parte di un precedente complesso decorativo.

Immagine
Committente
Famiglie e persone

Sulla base: S. IOSEPH.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione22/08/2013 23:21:18
Data ultima revisione23/08/2013 13:01:17
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/351
OggettoCava dei Tirreni, San Matteo
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologiaprimo quarto del XVI secolo
Autore
Descrizione

Questo altorilievo raffigurante l'evangelista Matteo si trova murato nella cappella a destra dell'abside della chiesa abbadiale della Trinità di Cava dei Tirreni. La decorazione della cappella si presenta oggi totalmente barocca, ma il San Matteo è chiaramente un pezzo ben più antico (stilisticamente databile al primo quarto del Cinquecento), che vi è stato incistato in un secondo momento, insieme con altre tre figure ad altorilievo: una Madonna delle Grazie e una Santa Felicita (anch'esse cinquecentesche) e un San Giuseppe (invece di fattura barocca).

I tre pezzi rinascimentali facevano probabilmente parte di un solo complesso decorativo, che fu smembrato e alcuni alementi riutilizzati in questa nuova sede.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

Sulla base: S. MATHEUS

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione22/08/2013 23:15:17
Data ultima revisione23/08/2013 13:08:16
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/348
OggettoCava dei Tirreni, Santa Felicita
Materialemarmo
Dimensioni
Cronologiaprimo quarto del XVI secolo
Autore
Descrizione

Questo altorilievo raffigurante Santa Felicita si trova murato nella cappella a destra dell'abside della chiesa abbadiale della Trinità di Cava dei Tirreni. La decorazione della cappella si presenta oggi totalmente barocca, ma la Santa è chiaramente un pezzo ben più antico (stilisticamente databile al primo quarto del Cinquecento), che vi è stato incistato in un secondo momento, insieme con altre tre figure ad altorilievo: una Madonna delle Grazie e una San Matteo (anch'esse cinquecentesche) e un San Giuseppe (invece di fattura barocca).

I tre pezzi rinascimentali facevano probabilmente parte di un solo complesso decorativo, che fu smembrato e alcuni alementi riutilizzati in questa nuova sede.

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni

Sulla base: SCA. FELICITAS

Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia
Allegati
Link esterni
SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione22/08/2013 23:17:38
Data ultima revisione23/08/2013 13:07:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/349
OggettoCava dei Tirreni, scomparti del polittico già sull'altar maggiore dell'abbazia della Trinità
Materialetempera su tavola
Dimensioni
Cronologia1514-1515
AutoreCesare da Sesto (con Girolamo Ramarino)
Descrizione

Il grande polittico si trovava sull'altar maggiore dell'abbazia della Trinità di Cava dei Tirreni. E' oggi custodito e ricostruito nel museo dell'abbazia.

L'opera fu commissionata nell settembre del 1514 a un pittore di nome Girolamo Ramarino da Salerno, con la richiesta che emulasse il polittico della chiesa napoletana dei Santi Severino e Sossio, ma fu poi pagata durante l'anno successivo a Girolamo e a Cesare da Sesto. A quest'ultimo, originario della Lombardia e probabilmente discepolo di Leonardo, è opinabile ascrivere le parti più impegnative del polittico: ossia gli scomparti centrali con il Battesimo di Cristo, in basso, e la Madonna col Bambino e angeli, in alto (si vedano Carminati 1994, 87-89, 164-169, 316-317; e da ultimo la scheda di Andrea Zezza, in Norma e capriccio 2013, 292-293, n. V.1).

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografiche
Fonti e documenti
Bibliografia

Carminati 1994: Marco Carminati, Cesare da Sesto 1477-1523, Milano-Roma 1994.

 

Norma e capriccio 2013: Norma e capriccio. Spagnoli in Italia agli esordi della "maniera moderna", catalogo della mostra (Firenze, Uffizi, 2013), a cura di Tommaso Mozzati e Antonio Natali, Firenze 2013, 292-293, n. V.1

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione13/03/2013 15:31:26
Data ultima revisione03/09/2016 18:43:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/216
OggettoCava dei Tirreni, tondo della Madonna col Bambino
Materialeolio su tavola
Dimensioni75 cm diametro
Cronologia1528 (?)
AutoreGiovan Francesco Penni
Descrizione

Questo tondo di puro e raffinatissimo gusto raffaellesco si conserva nel museo dell'Abbazia di Cava dei Tirreni, ma non si conosce quando sia entrato a far parte delle collezioni. Avvicinata allo stile di Giovan Francesco Penni, allievo fedelissimo di Raffaello, la tavola ppotrebbe forse essere legato alla sua permanenza napoletana (1528).

L'invenzione è comunque desunta da un disegno, oggi agli Uffizi. considerato di Raffaello stesso da Nicole Dacos (in Andrea da Salerno 1986, 108-110, n. 14, con la bibliografia precedente), la quale non esclude la possibilità che il dipinto sia di un pittore meridionale (cfr. anche Giusti, Leone de Castris 1985, 64 e 269).

L'opera è tornata all'attenzione della critica in virtù della sua presenza all'ultima mostra su Raffaello (Raphaël 2013, 222-227, cat. 56, ma anche 57 e 58), dove è stata riproposta come opera del Penni.  

Immagine
Committente
Famiglie e persone
Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Note
Fonti iconografichedisegno di Raffaello: foglio del GDS degli Uffizi n. 502.E
Fonti e documenti
Bibliografia

Andrea da Salerno 1986: Andrea da Salerno nel Rinascimento meridionale, catalogo della mostra (Certosa di Padula, 1986), a cura di Giovanni Previtali, Firenze 1986


Giusti, Leone De Castris 1985: Paola Giusti, Pier Luigi Leone de Castris, "Forastieri e regnicoli": la pittura moderna a Napoli nel primo Cinquecento, Napoli 1985


Raphaël 2013: Raphaël. Les dernières années, catalogo della mostra (Madrid e Parigi 2012-2013), a cura di Tom Henry e Paul Joannides, Paris 2012 

2013

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SchedatoreFernando Loffredo
Data di compilazione09/01/2013 02:37:35
Data ultima revisione07/05/2013 20:14:22
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Opera di Arte/154
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, frammento di sarcofago con coppia di grifi affrontati.
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità,  chiostro 

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco a grana grossa
Dimensionih max 0, 40 m; lung. max 1, 79 m; larg. max 0, 60 m
Stato di conservazione

Frammentario; resecata la parte superiore della fronte in senso longitudinale a circa tre quarti di altezza con un taglio netto; gli angoli inferiori e i margini esterni della fronte sono stati rilavorati con profilo convesso per dare forma a una vasca; rilavorati i fianchi e il retro, quest'ultimo anche lungo il margine superiore; la superficie delle parti scolpite in antico risultano molto dilavate.

CronologiaInizi dell'età antonina
Descrizione

Del sarcofago, rilavorato massicciamente per essere trasformato in vasca, resta parte della decorazione della fronte scolpita con due grifi affrontati, dinanzi ad una ghirlanda che contorna un campo anepigrafe (Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 41, tav. XIII, 2; Herdejürgen 1993, 44, tav. 15.2). Il pezzo si confronta con un'altra cassa riutilizzata come sepolcro nella Badia, il sarcofago di tipo asiatico, con coppia di grifi affrontati, che restituisce l'intera decorazione in buono stato di conservazione.Medesimo schema figurativo e analogo orizzonte formale si rilevano su di un sarcofago proveniente da Cicciano, vicino Nola, conservato a Napoli che al pari dei pezzi cavesi è da ricondurre all'attività di un officina campana (Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 41, nota 37; Herdejürgen 1993, 43, tav. 14.1; sulla lavorazione dei sarofagi asiatici anche Pensabene 1981, in particolare 108).  La datazione proposta, anche per questo frammento, è l'inizio dell'età antonina. 

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Non è nota l'epoca di ingresso del pezzo nella Badia nè quella della rilavorazione in funzione della conversione in vasca. 

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Herdejürgen 1993: Helga Herdejürgen, Campanische Girlandensarkophage, in Grabeskunst der römischen Kaiserzeit, a cura di Guntram Koch, Bernard Andreae. Viertes Symposium des Sarkophag-Corpus, Marburg 23-27 Juli 1990, Mainz 1993, 44, tav. 15.2.

 

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica, in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo - Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II, 41, tav. XIII,2.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 670-671.

 

Pensabene 1981: Patrizio Pensabene, "Nota sullo stadio di lavorazione e la tipologia dei sarcofagi a ghirlande microasiatici esportati in Occidente", DArch, 1981, 85-108.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione14/10/2014 15:09:41
Data ultima revisione28/06/2017 07:13:08
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/458
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, sarcofago con coppia di grifi affrontati
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, corridoio di accesso al chiostro.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco a grana grossa
Dimensionih 0, 79 m; lung. 2,11 m; larg. 0,85 m
Stato di conservazione

Superficie ben conservata

CronologiaInizi dell'età antonina
Descrizione

Il sarcofago, a cassa parallelepipeda, reca sulla fronte due grifi affrontati che posano la zampa destra su di una corona di alloro stretta da un nastro, i cui lembi si distendono in senso longitudinale sul fondo neutro del campo figurato; la corona inquadra un campo epigrafico vuoto; la raffigurazione è delimitata ai margini da due alberi di alloro, tra i rami dei quali vanno ad intrecciarsi le code dei due animali fantastici; sui lati brevi è scolpita una ghirlanda che inquadra una rosetta. Il sarcofago, di buon livello esecutivo, ascritto ad una bottega campana che opera nel solco della tradizione microasiatica (Herdejürgen 1993), trova stringenti confronti con un sarcofago più frammentario di più modesta fattura, anch'esso reimpiegato nella Badia di Cava dei Tirreni, nel chiostro,  ma soprattutto con un esemplare conservato a Napoli, proveniente da un centro vicino a Nola, Cicciano, scolpito sul retro con uno schema compositivo e un rigore formale ravvisabili in maniera analoga sulla cassa cavese (Johannowsky, Collina, Mariani 1990; Herdejürgen 1993, 43, tav. 14.1). La datazione si fissa alla fine del secondo quarto del II secolo d.C.

Sulla lavorazione dei sarcofagi asiatici in Campania si rimanda anche a Pensabene 1981.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Non è noto quando il sarcofago sia entrato nella Badia come cassa di riuso.

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Herdejürgen 1993: Helga Herdejürgen, Campanische Girlandensarkophage in G. Koch, B. Andreae (a cura di), Grabeskunst der römischen Kaiserzeit. Viertes Symposium des Sarkophag-Corpus, Marburg 23-27 Juli 1990, Mainz 1993, 44, tav. 14.3, 15.1.

 

Herdejürgen 1996: Helga Herdejürgen, Die antiken Sarkophagreliefs, 6, 2. Stadtrömische und italische Girlandensarkophage, 1. Die Sarkophage des ersten und zweiten Jahrhunderts, Berlin 1996, 168, n. 165, tav 98.1.

 

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica,  in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II, 41, tav. XIV 1-2.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 670.

 

Pensabene 1981: Patrizio Pensabene, "Nota sullo stadio di lavorazione e la tipologia dei sarcofagi a ghirlande microasiatici esportati in Occidente", DArch, 1981, 85-108.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione14/10/2014 00:53:03
Data ultima revisione28/06/2017 07:21:24
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/457
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, sarcofago con Eroti clipeofori in volo
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, pianerottolo della scala che porta alla cripta.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensionih 0, 62 m; lung. 2,14 m; larg. 0,65 m
Stato di conservazione

Abrasioni e scheggiature interessano la fronte; l'intera superficie delle parti scolpite a rilievo appare dilavata; al di sotto dei corpi degli Eroti in volo si registrano due sezioni, di forma rettangolare, scalpellate.

CronologiaFine III, inizi IV sec. d.C.
Descrizione

 La cassa, a base rettangolare, è scolpita sulla fronte con due Eroti in volo che sorreggono un clipeo entro cui è raffigurato di prospetto, a mezzo busto, un personaggio maschile; al di sotto del clipeo figurano due personaggi recumbenti, simmetricamente disposti: a sinistra appare Oceanus che stringe in mano il remo, mentre a destra è scolpita Tellus che regge la cornucopia; ai margini della fronte, la scena è chiusa da due Eroti con fiaccola, incedenti in direzione opposta al fulcro della rappresentazione; i fianchi, scarsamente leggibili a causa della collocazione della cassa, sembrano essere decorati con grifoni (Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 41-42, tav. XIII, 3).  Il pezzo trova confronti con altri sarcofagi (Schauenburg 1966, 261 ss.; MNR 1988 cat. nn. 209-251) con Eroti che reggono un parapetasma o un clipeo, iscritto o con ritratto del defunto, al di sotto del quale possono figurare oggetti simbolici o personificazioni, come nel caso del sarcofago cavese (in merito ad Oceanus e Tellus  MNR 1988, 208-209, n. 221, 221-222, n. 232- M. Sapelli- con confronti e bibliografia precedente, in particoalre a 222). L'appiattimento dei volumi, la semplificazione del modellato, lo schematismo compositivo, come anche la carente definizione dei dettagli appare ricorrente in alcuni sarcofagi di questa serie, di cui si hanno attestazioni soprattutto a partire  dalla seconda metà del III sec.d.C. (riguardo alla resa stilistica del piumaggio delle ali, si rimanda ad un frammento romano MNR 1988, 216, n. 227 L. Musso; altri confronti in Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 42). Gli aspetti stistico-formali della decorazione nonchè i caratteri tipologici del ritratto del defunto inducono a datare il sarcofago tra la fine  del III sec. d.C e gli inzi del IV sec. d.C. 

Immagine
Famiglie e persone

Sibilla di Borgogna (1126 – Salerno 1150) moglie di Ruggero II di Altavilla 

Collezioni di antichità
Note

Il sarcofago, addossato alla parete del monumento funerario di Sibilla di Borgogna, moglie di Ruggero II  di Altavilla, è stato ritenuto, nella storia degli studi, la cassa reimpiegata per la sepoltura della regina (Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 42), tuttavia, a prescindere dalla modesta fattura del sarcofago in esame, si rileva quanto appaia inconsueto per una sepoltura reale normanna il riuso di una cassa destinata in origine ad un individuo di sesso maschile, come si evince dal ritratto nel clipeo non sottoposto, tra l'altro, a nessuna rilavorazione in sede di reimpiego.  Si sollevano, pertanto, consistenti dubbi sulla pertinenza del sarcofago al sepolcro di Sibilla.

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classicain La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II, 40-41, tav. XIII, 3.

 

Schauenburg 1966: Konrad Schauenburg, "Die Lupa romana als sepulkrales Motiv", JdI 81, 1966, 261- 309.


MNR 1988: Il Museo Nazionale Romano. Le sculture, 1, 10,  a cura di Antonio Giuliano, Roma 1988.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 673-674.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione24/10/2014 15:45:30
Data ultima revisione28/06/2017 08:15:09
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/472
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, sarcofago con scena di battaglia tra Greci e Persiani
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, Museo

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco a grana grossa
Dimensionih 0, 47 m; lung. 1,66 m; larg. 0,61 m
Stato di conservazione

Le parti figurate denotano considerevole corrosione delle superfici; i fianchi presentano fori che attestano l'utilizzo della cassa come vasca per fontana.

CronologiaIntorno alla metà del II sec. d.C
Descrizione

Il sarcofago, a cassa parallelepipeda, è scolpito sul lato lungo e sui fianchi. Lo spazio figurato è campito da una scena di battaglia: sul lato lungo, da sinistra, è scolpita una figura virile stante che imbraccia uno scudo, volto verso il centro della scena; è preceduto da un  cavaliere su di un cavallo impennato che ha innanzi altri due cavalieri, volti nella medesima direzione, uno chinato sul proprio cavallo caduto, l'altro, in procinto di cadere per mano di un guerriero stante che gli è di fronte e ai piedi del quale giace una figura esanime mentre un altro  guerriero, in primo piano, inginocchiato, china la testa sul proprio scudo; segue un guerriero di spalle, in primo piano, caduto dal proprio cavallo impennato e incedente  verso sinistra mentre, in direzione opposta, sullo sfondo, procede un altro cavaliere raffigurato in procinto di sferrare un attacco; la scena si chiude con due guerrieri stanti, di cui quello più avanzato assale il nemico, scolpito di profilo in primo piano,  già accasciato a terra dinanzi a lui. Il fianco sinistro restituisce ancora un momento di battaglia che vede schierati due guerrieri, di cui uno caduto, raffigurati con un abbigliamento militare tipicamente orientale - berretto frigio, tuniche e calzari - contrapposti ad un combattente nudo munito di elmo e scudo; sul fianco destro tre guerrieri, analogamente abbigliati, tra cui uno sorretto da un compagno, affrontano in un corpo a corpo il nemico raffigurato nuovamente nudo (Andreae 1968-69, 154, fig. 4; Koch, Sichtermann 1982, 91 fig. 73; Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 44-45, R. Collina).

Nella raffigurazione si riconosce una scena di battaglia tra Greci e Persiani che trae ispirazione da un modello di tradizione pergamena (sulla rielaborazione iconografica di scene di battaglia sui sarcofagi romani ispirate a modelli pergameni: Andreae 1968-69, 145 ss; Parisi Presicce, La Rocca 2010, 316, nota 91, L. Musso.); lo schema figurativo del sarcofago di Cava trova confronti con la decorazione di una cassa conservata nell'Abbazia di Farfa (Rieti) (Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 44-45, R. Collina) e per alcuni isolati spunti iconografici con un sarcofago ai Musei Capitolini con Amazzonomachia (Palazzo Nuovo, Galleria, inv. S 726; Koch 1993, 74, fig. 13; Età dell'equilibrio 2012, 292-293, II 2, A. Ambrogi). Si è proposto di datare il sarcofago cavese ad una fase cronologica successiva al secondo decennio del II secolo d.C. (Johannowsky, Collina, Mariani 1990, R. Collina, 45).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

La cassa potrebbe essere stata riutilizzata dapprima per una sepoltura medievale e solo successivamente come vasca.  

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

 

Andreae 1968-69: Bernard Andreae, "Imitazione e originalità nei sarcofagi romani", RendPontAcc 41, 1968-69, 145-166.

 

Età dell'equilibrio 2012: L'età dell'equilibrio. 98- 180 d.C., a cura di Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce, Roma, Musei Capitolini. 4 ottobre 2012-5 maggio 2013,  Roma 2012, 292-293 (Annarena Ambrogi). 

 

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica, in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II,  44-45 (Rosaria Collina).

 

Koch 1993: Guntram Koch, Sarkophage der römische Kaiserzeit, Darmstadt 1993. 

 

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae.  Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, pp. 669-670.  

 

Parisi Presicce, La Rocca 2010: Claudio Parisi Presicce, Eugenio La Rocca, 1. Le Sculture del Palazzo Nuovo, Milano 2010, 310-323 (Luisa Musso)

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione28/02/2015 14:07:16
Data ultima revisione28/06/2017 08:41:41
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/507
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, sarcofago con scene di preparazione a un banchetto
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, Museo

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensionih 0, 34 m; lung. 1,56 m; larg. 0, 44 m
Stato di conservazione

La cassa presenta lesioni, scalfitture, lacune e uno stato avanzato di erosione superficiale, più evidente in corrispondenza delle parti scolpite in rilievo; diversi fori attraversano la fronte del sarcofago e i fianchi.

CronologiaIntorno al 140 d.C.
Descrizione

Il sarcofago, a base rettangolare, presenta un'alzata poco elevata, decorata su tre lati; la scena all'aperto, sul lato lungo, è articolata in una successione di episodi che preludono al banchetto;  la rappresentazione è delimitata alle estremità da due candelabri posti in corrispondenza degli angoli,  mentre è divisa al centro da un pozzo con carrucola, a sinistra del quale si avvicendano i primi due episodi, inquadrati da due alberi con fronde convergenti verso le scene figurate: da sinistra figurano due personaggi maschili che dispongono una tenda dinanzi ad un albero dai rami incurvati sotto il peso dei frutti; la scena seguente si compone di due figure maschili impegnate nella macellazione di un animale; la seconda metà della fronte del sarcofago, a sinistra del pozzo, mostra altri due episodi:  su di uno sfondo connotato da strutture murarie con varchi di passaggio, una figura maschile, curva dinanzi ad un bacile posto su di una catasta di legna, immerge nel contenitore il braccio destro; infine, l'ultima scena chiude la sequenza:  sotto ad una copertura mobile di tessuto, è raffigurato un banchetto all'aperto, che vede in primo piano un personaggio maschile recumbente, cui si affianca alla destra un personaggio seduto su di uno scanno e alla sinistra una figura inginocchiata che porge una coppa, seguita da una donna con le mani congiunte, parimenti inginocchiata; i fianchi sembrerebbero decorati con uno stesso soggetto, ben conservato sul lato sinistro: un personaggio virile circondato da alberi, semisdraiato, quasi completamente nudo, con una coppa nella mano sinistra e il braccio destro ripiegato dietro la nuca a sorreggere il capo abbandonato all'indietro. La raffigurazione costituisce un'unicum nella sua interezza, non trovando confronti altrove se non in un frammento di un sarcofago a Roma, Villa Medici (Amedick 1991, cat. 241, tav 24.1), che restituisce la scena nel tratto che va dall'albero di frutti su cui è allestito un telo alla figura del personaggio seduto - qui raffigurato mentre suona il flauto - con diverse varianti, quali l'assenza del pozzo e dello sfondo con strutture murarie.  Il sarcofago cavese si contraddistingue per uno stile di rappresentazione poco incline alla resa naturalistica delle forme, al rispetto delle proporzioni e dei rapporti prospettici mentre sembra privilegiarsi la tendenza ad un gusto di rappresentazione bozzettistico. Il sarcofago, datato da Rita Amedick all'inizio dell'età antonina (Amedick 1991, 127), si distingue pertanto per la particolarità del tema scolpito a rilievo, presumibilmente ad opera di un'officina locale che potrebbe aver rielaborato schemi figurativi già noti, la cui circolazione in area urbana è attestata dal frammento di Villa Medici (cfr. supra).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Non è nota l'epoca di ingresso del sarcofago nella Badia. 

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Amedick 1988: Rita Amedick, "Zur Motivgeschichte eines Sarkophages mit ländlichem Mahl", RM 95 1988, p. 205 ss. tavv. 76-77.

 

Amedick 1991: Rita Amedick,  Die antiken Sarkophagreliefs, 1.4. Die Sarkophage mit Darstellungen aus dem Menschenleben. 4, . Vita privata, Berlin 1991, pp. 25 ss,126, n. 35, tav. 24, 3-4, 25, 1-3.

 

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II pp. 42-43, tav. XV

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae.  Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, pp. 672-673.

 

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione27/10/2014 18:19:29
Data ultima revisione28/06/2017 08:21:27
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/473
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, urna a cassetta con arieti angolari e tabula iscritta
Luogo di provenienzaRoma
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, Museo

Prima attestazione

Sarno, chiesa (Sogliano 1890, 153) 

MaterialeMarmo bianco
Dimensionih 0,16 m; lung. 0, 31 m; larg. 0, 23 m
Stato di conservazione

Lievi abrasioni sulle parti decorate a rilievo; scheggiature lungo i margini; manca il coperchio.

CronologiaSeconda metà del I sec. d.C.
Descrizione

Urna a cassetta delimitata in alto e in basso da listelli modanati; il lato lungo è decorato con una ghirlanda di foglie d'alloro embricate pendenti dalle corna di due protomi di ariete scolpite negli angoli superiori, in corrispondenza delle quali posano in basso due aquile in procinto di spiccare il volo mentre altri due volatili, dalle ali chiuse, occupano la lunetta al di sopra della ghirlanda. La tabula epigrafica, lungo il margine superiore dell'urna, reca l'iscrizione: Ti (berius) Claudius/ Alcimio (Manacorda 1982, 741; Collina 1990, 51 n.1 tav. 20,1; EDR  EAGLE, n. 120688, U. Soldovieri 2012). L'urna si confronta con una serie di esemplari romani (Collina 1990, 51), in particolare trova stringenti analogie con un'urna del Museo Nazionale Romano (Sinn 1987, 125 n. 129, tav. 31d). 

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Utilizzata come acquasantiera in una chiesa di Sarno, l'urna doveva essere stata in primis importata da Roma allo scopo di essere impiegata come reliquiario. Sul commercio di urne urbane in costiera e più ampiamente nel salernitano: Manacorda 1979, Idem 1982

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Collina 1990: Rosaria Collina, Le urne in  Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica, in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, dei Tirreni 1990, II, 51.

 

EDR  EAGLE:  Epigraphic Database Roma, Electronic Archive of Greek and Latin Epigraphy Eagle, n. 120688, Umberto Soldovieri, 19-05-2012

 

Manacorda 1979: Daniele Manacorda, "Le urne di Amalfi non sono amalfitane", ArchCl 31, 1979, 318-337.

 

Manacorda 1982: Daniele Manacorda, "Amalfi: urne romane e commerci medioevali" in APARCHAI. Nuove ricerche e studi sulla Magna Grecia e la Sicilia antica in onore di P. E. Arias, Pisa 1982,741.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 676.

 

Sinn 1987: Friederike Sinn, Stadtrömische Marmournen, Mainz 1987, 125 n. 129, tav. 31d.

 

Sogliano 1890: Antonio Sogliano, "Spigolature epigrafiche", Atti della Reale Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti 15 1890, 153.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione11/03/2015 17:41:42
Data ultima revisione28/06/2017 11:24:16
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/508
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, urna a vaso in alabastro
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, Museo

Prima attestazione
MaterialeAlabastro
Dimensionih 41, 8 cm; diametro max 33, 2 cm (W. Johannowsky)
Stato di conservazione

il corpo del vaso presenta una frattura irregolare per tutta la lunghezza; l'orlo è scheggiato.

Cronologiaintorno alla metà del I sec. a.C.
Descrizione

Il vaso, privo di piede, poggia su un fondo dal profilo concavo che conferisce al corpo una sagoma a sacco; il diametro è piuttosto regolare, con scarsa dilatazione nel punto di  massima espansione e minimo restringimento all'altezza della spalla lavorata a gomito; il collo è cilindrico;  l'orlo estroflesso mostra un profilo spesso e arrotondato, piatto sulla sommità; le anse, verticali e piene, sono in corrispondenza di uno specchio epigrafico modanato a due terzi d'altezza dalla base (Johannowsky 1990, 28-30). Nel vaso alabastrino si riconosce un'urna cineraria afferente ad una tipologia di rara attestazione, ascrivibile presumibilmente alla prima fase di diffusione dei vasi cinerari di tradizione egizia a partire dalla fine dell'età repubblicana (sulle urne in alabastro Sinn 1987, 6 ss.; Perna 2012): il vaso, nelle sue forme essenziali ispirato alla tettonica dei canopi egiziani, trova confronti con un esemplare di Casaluce, che, pur denotando un aspetto più marcatamente piriforme, ugualmente è caratterizzato da anse verticali piene, assenza di piede e profilo allungato. Confronti, meno stringenti, appaiono possibili anche con un'urna della collezione del Bufalo (Marmi colorati, 368 n. 68, del Bufalo) e con alcuni cinerari di Sarsina (Ortalli 1998, 66, 79): si tratta di esemplari contraddistinti dal fondo concavo che funge anche da base, le anse verticali piene, come si nota nel vaso cavese, ma dal diametro decisamente più ampio e un'altezza inferiore. Il campo epigrafico, scolpito in sottosquadro, lascia presumere ad un intervento tardoantico sul vaso per un riuso posteriore nella stessa funzione di cinerario.

Per quanto concerne l'utilizzo del vaso nella Badia, sembra del tutto probabile che esso abbia assolto alla funzione di reliquiario. (Sulle urne come reliquiari: Manacorda 1982, 713 ss. in particolare 742 ss; de Lachenal 1995, 275; Milone 2003, 334-336).  

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

 

de Lachenal 1995: Lucilla de Lachenal, Spolia. Uso e reimpiego dell'antico dal III al XIV secolo, Milano 1995, 275.

 

Johannowsky 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica, in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990 II, 28-30 tav. XVI 2.

 

Manacorda 1982: Daniele Manacorda, "Amalfi: urne romane e commerci medioevali" in APARCHAI. Nuove ricerche e studi sulla Magna Grecia e la Sicilia antica in onore di Paolo Enrico Arias, Pisa 1982. 


Marmi colorati 2002: I marmi colorati della Roma imperiale, a cura di Marilda De Nuccio, Lucrezia Ungaro. Roma, Mercati di Traiano, 28 settembre 2002 - 19 gennaio 2003,  Venezia 2002, 368.

 

Milone 2003: Antonio Milone, "Memoria dell'antico nella Costa d'Amalfi" in Le culture artistiche del Medioevo in Costa d'Amalfi a cura di Antonio Braca, Amalfi 2003, 334-336.

 

Ortalli 1998: Jacopo Ortalli, "Riti, usi e corredi funerari nelle sepolture romane della prima età imperiale in Emilia Romagna (valle del Po)", in Bestattungssitte und kulturelle Identität  Grabanlagen und Grabbeigaben der frühen römischen Kaiserzeit in Italien und den Nordwest-Provinzen, Kolloquium in Xanten vom 16. bis 18. Februar 1995,  49-86.

 

Perna 2012: Simona Perna, "The colours of the death. Roman cinerary urns in coloured stone", in ASMOSIA 9,  Interdisciplinary studies on ancient stone. Proceedings of the IX Association for the study of marbles and other stones in antiquity conference, a cura di A. Gutiérre, Garcia P. Lapuente Mercadal, I. Rodà de Llanza, Tarragona 2009, 787-800.

 

Sinn 1987: Friederike Sinn, Stadtrömische Marmournen, Mainz 1987, 6 ss.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione28/02/2015 13:28:19
Data ultima revisione28/06/2017 11:18:06
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/505
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, doppia urna a cassetta, iscritta
Luogo di provenienzaRoma
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, Museo

Prima attestazione

Casale di Vetranto (Adinolfi, 43-44)

MaterialeMarmo bianco
Dimensionih 0,22 m; lung. 0,39 m; larg. 0,32 m
Stato di conservazione

Superficie abrasa e scalfita in alcuni punti; sul lato lungo, al di sopra del margine inferiore, si ravvisa centralmente un ampio foro.

CronologiaIntorno alla metà del I sec. d.C.
Descrizione

Urna a cassetta delimitata in alto e in basso da modanature lisce intervallate da una listello a treccia. La fronte e i fianchi sono decorati con un motivo che riproduce un muro in opera quadrata. La tabella epigrafica, che occupa quasi interamente la superficie della fronte, è inquadrata da una cornice con modanature lisce cui si interpone un listello a treccia; la tabula è divisa a metà da un listello in bassorilievo due specchi epigrafici iscritti: da sinistra si legge nella prima colonna: L(ucius) Visellius L(uci) (et) ((mulierum)) l(ibertus)/Felix,/mercator vinar(ius),/vix(it) ann(is) LV; nella seconda colonna: Visellia Quarta/mater filio pio/fecit et sibi (CIL 10,00545; EDR EAGLE n. 111303). La doppia urna trova confronti con esemplari di importazione (Manacorda 1982, 741; Collina 1990, 54) o di provenienza urbana, tra cui più vicino per tipologia e decorazione appare un cinerario conservato a Castel Howard (Sinn 1987 175, n. 346 tav. 56 c)  

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Il foro praticato sulla fronte dell'urna attesta un'ultima fase di reimpiego del pezzo come vasca per l'acqua santa. Sul commercio di urne urbane in costiera e più ampiamente nel salernitano: Manacorda 1979, Idem 1982.

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

 

Adinolfi 1846 : Giovanni Alfonso Adinolfi , Storia della Cava, Salerno 1846, 43-44.

 

Collina 1990: Rosaria Collina, Le urne in Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classicain La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II, 54 4, tav. 21,1.

 

EDR  EAGLE:  Epigraphic Database Roma, Electronic Archive of Greek and Latin Epigraphy Eagle, n. 111303, Giuseppe Camodeca 11-7-2011.

 

Manacorda 1979: Daniele Manacorda, "Le urne di Amalfi non sono amalfitane", ArchCl 31, 1979, 318-337.

 

Manacorda 1982: Daniele Manacorda, "Amalfi: urne romane e commerci medioevali" in APARCHAI. Nuove ricerche e studi sulla Magna Grecia e la Sicilia antica in onore di P. E. Arias, Pisa 1982, 741.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 674.

 

Sinn 1987: Friederike Sinn, Stadtrömische Marmournen, Mainz 1987, 175, n. 346 tav. 56 c. 

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione11/03/2015 19:10:36
Data ultima revisione28/06/2017 12:36:00
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/509
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, sarcofago a leṇs con Eroti ghirlandofori
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, corridoio d'accesso al chiostro.

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco a grana grossa
Dimensionih 1,09 m; lung. 2, 28 m; larg. 1,12 m
Stato di conservazione

La superficie è profondamente abrasa; si registrano lacune che interessano le parti scolpite a rilievo; sul lato breve a destra, in basso, è stato praticato un foro; sull'orlo restano i fori delle grappe.

Cronologia220-240 a. C.
Descrizione

 La cassa a lenòs, di dimensioni monumentali, è decorata in altorilievo con ghirlande cariche di frutti, sorrette da Eroti stanti che volgono lo sguardo verso i defunti raffigurati in forma di busto nelle lunette sulla fronte del sarcofago; nelle lunette dei lati brevi è scolpita di tre quarti, per ciascun lato, una maschera dionisiaca; il campo fugurato è animato in basso da animali e cestini ricolmi di frutta.

Il sarcofago (Johannowsky, Collina, Mariani 1990, Herdejürgen 1996, 488, figg. 8-9), del tipo asiatico a ghirlande sostenute da figure ghirlandofore, è da ascrivere ad una bottega campana che rielabora modelli figurativi di sarcofagi asiatici (sulle officine campane: Pensabene 1981, 108;  Herdejürgen 1993, 43 ss.); l'arca cavese, di cui si ignora il sito preciso di provenienza, si colloca cronologicamente alla fine dell'età severiana. In merito alla produzione dei sarcogfagi a ghirlande, a partire dal secondo quarto del II sec. d.C. fino al secolo successivo:  Pensabene 1981; Koch-Sichtermann 1982, 223 ss., 435 ss., 499 ss.; Herdejürgen 1996.

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

Ignota è l'identità del defunto seppellito nella cassa di riuso.

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Herdejürgen 1993: Helga Herdejürgen, Campanische Girlandensarkophage, in Grabeskunst der römischen Kaiserzeit, a cura di Guntram Koch, Bernard Andreae. Viertes Symposium des Sarkophag-Corpus, Marburg 23-27 Juli 1990, Mainz 1993.

 

Herdejürgen 1996: Helga Herdejürgen, Die antiken Sarkophagreliefs, 6, 2. Stadtrömische und italische Girlandensarkophage, 1. Die Sarkophage des ersten und zweiten Jahrhunderts, Berlin 1996, 488, figg. 8-9.

 

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica, in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo - Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II, 37-38, tavv. XI, 1-3; XII, 1.

 

Koch-Sichtermann 1982: Guntram Koch, Helmut Sichtermann, Römische Sarkophage, München 1982.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 672.

 

Pensabene 1981: Patrizio Pensabene, "Nota sullo stadio di lavorazione e la tipologia dei sarcofagi a ghirlande microasiatici esportati in Occidente", DArch, 1981, 85-108.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione14/10/2014 00:31:06
Data ultima revisione28/06/2017 07:03:09
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/456
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, sarcofago con Eroti ghirlandofori e tabula ansata
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Cava de' Tirreni, Badia della SS. Trinità, Chiostro

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco a grana grossa
Dimensionih 0, 56 m.; lung. 2, 14 m; larg. 0, 87 m
Stato di conservazione

Si registrano scalfitture, in particolare in corrispondenza dei margini della cassa e della cornice della tabula; la superficie della decorazione scultorea risulta in alcuni punti dilavata, i volti degli Eroti appaiono abrasi; sul lato sinistro si rilevano due fori per lo scolo dell'acqua in funzione di un transitorio uso della cassa come vasca di fontana.

CronologiaIntorno al 170 d.C.
Descrizione

La cassa, in forma di parallelepipedo, reca una decorazione essenziale: sulla fronte due ghirlande di alloro, dalla sagoma stilizzata, pendono, da un lato, da una tabula ansata posta al centro, mentre, dall'altro, sono sorrette dal braccio destro, sollevato al'indietro, di due Eroti dalle forme pingui e infantili che, posti agli angoli, volgono lo sguardo verso l'esterno; bende svolazzanti, che si dipartono dalle estremità  delle ghirlande, riempiono il fondo neutro dell'alzata; sui fianchi sono ugualmente scolpite ghirlande, nelle cui lunette figurano gorgoneia. Nello specchio epigrafico della tabula è inciso uno stemma,  il nome e la data di sepoltura del defunto  che ha riutilizzato la cassa come sepolcro: Costanzo Punzi, tesoriere di Roberto d'Angiò, seppellito nel 1338.

Il sarcofago, ricondotto all'attività di un'officina campana specializzata nella produzione di sarcofagi asiatici a ghirlande (Herdejürgen 1993; Herdejürgen 1996; sui sarcofagi asiatici prodotti in Campania anche Pensabene 1981, in particolare 108), trova confronto con una cassa conservata al Museo Correale di Sorrento (Herdejürgen 1996, 175, n. 182, tav. 105,2).   

Immagine
Famiglie e persone

Costanzo Punzi, tesoriere di Roberto d'Angiò, defunto nel 1338. 

Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Herdejürgen 1993: Helga Herdejürgen, Campanische Girlandensarkophage in Grabeskunst der römischen Kaiserzeit,  a cura di Guntram Koch, Bernard Andreae. Viertes Symposium des Sarkophag-Corpus, Marburg 23-27 Juli 1990, Mainz 1993, 46 ss.

 

Herdejürgen 1996: Helga Herdejürgen, Die antiken Sarkophagreliefs, 6, 2. Stadtrömische und italische Girlandensarkophage, 1. Die Sarkophage des ersten und zweiten Jahrhunderts, Berlin 1996, 64, 168, n. 166, tav 104,3.

 

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classica, in La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II, 39-40, tav. XIII,1.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 671.

 

Pensabene 1981: Patrizio Pensabene, "Nota sullo stadio di lavorazione e la tipologia dei sarcofagi a ghirlande microasiatici esportati in Occidente", DArch, 1981, 85-108.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione21/10/2014 18:38:01
Data ultima revisione28/06/2017 07:55:37
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/470
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, sarcofago, Meleagro e la caccia al cinghiale calidonio
Luogo di provenienzaCAMPANIA
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, corridoio di accesso al chiostro.

Prima attestazione
MaterialeMarmo proconnesio
Dimensionih 0,90 m; lung. 2,23 m; larg. 0,96 m
Stato di conservazione

La cassa presenta scalfitture e corrosione in superficie.

CronologiaMetà circa del III sec. d.C. (Valbruzzi 1998, 124 ss.; Valbruzzi 2012, 77 ss.).
Descrizione

La cassa, di forma parallelepida, è decorata su tre lati.  Sul lato lungo è raffigurato il mito di Meleagro nell’episodio della caccia al cinghiale calidonio. La scena si apre a sinistra con Diana cacciatrice seduta su uno scanno, di profilo, vestita di un chitone altocinto e con il capo incoronato da un diadema; sulle spalle si ravvisa la faretra, l’arco è retto nella mano sinistra mentre una cerva affianca la dea. Alle spalle della divinità, un'edicola definisce l'ambientazione sacra. In secondo piano è scolpito Oineo, re di Calidone, padre di Meleagro, raffigurato con lo scettro nella mano sinistra. Segue Atalanta accostata a Meleagro che, appoggiato ad un pilastro, nudo, con il mantello appuntato sulla spalla destra, con una mano impugna la lancia, con l'altra tiene un cane al guinzaglio. In questo punto, ad un quarto dello spazio figurato, si apre la raffigurazione dell’episodio della caccia al cinghiale: il terreno è battuto da cani da caccia di cui uno azzanna la fiera, raffigurata, al centro della scena, nel momento dell'assalto da parte dell'eroe, nel cui volto si riconosce il ritratto del defunto; in secondo piano, i Dioscuri a cavallo fanno da sfondo, mentre, ai lati, la scena è chiusa a sinistra da Orcus e a destra da un cacciatore tra le cui gambe è un cane e alle cui spalle figura un albero cui è avvinto un serpente. I lati brevi sono sinteticamente decorati ciascuno con due scudi incrociati, tre lance e una doppia ascia.

La cassa cavese (D'Henry 1968, 110-116, tavv. 49.1-51.2; Koch 1975, 134, n. 152 con bibliografia precedente; Johannowsky, Collina, Mariani 1990, 48-49, n. 8, tav. XVIII -Rosaria Collina-; Valbruzzi 1998, 124 ss.; Valbruzzi 2012, p. 77 ss.), è confrontabile con il sarcofago raffigurante il mito di Meleagro nell’episodio della caccia al cinghiale, conservato nell'atrio del Duomo di Salerno. Nell'esemplare di Cava, tuttavia, oltre alla semplificazione e rimodulazione dello schema iconografico, pienamente riscontrabile nella sequenza che si svolge dopo il pilastro, si osserva uno stile di rappresentazione di minore impegno formale. Nel differente carattere della tecnica esecutiva è stata ravvisata la pertinenza del sarcofago salernitano all'attività di una bottega urbana e di quello cavese ad una locale (D'Henry 1968, 110-116, tavv. 49.1-51.2) con un'ipotesi di datazione per entrambi all'età tetrarchica (Gerke 1940, 25 ss, cat. 332, IV A 15; D'Henry, supra; Koch 1975, 134, n. 152). Secondo una più recente interpretazione entrambi i sarcofagi sarebbero invece il prodotto di una officina campana attiva intorno alla metà del III sec. d.C. (Valbruzzi 1998, 124 ss.; Valbruzzi 2012, 77 ss.).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

 

D’Henry 1968: Gabriella D'Henry, "Due sarcofagi di Meleagro in Campania", ArchCl 20, 1968, 110-116 tavv. 49.1-51.2

 

Gerke 1940: Friedrich Gerke, Die christlichen Sarkophage der vorkonstantinischen Zeit, Berlin 1940, 25 ss, cat. 332, IV A 15.

 

Koch 1975: Guntram Koch, Die antiken Sarkophagreliefs, 12, 6. Die Mytologischen Sarkophage. Meleager, Berlin 1975, 3, 11 ss., 55 ss.,  58-62 e 134 n. 152, tavv. 119c, 124c, 127.

 

Johannowsky, Collina, Mariani 1990: Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classicain La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II 48-49, n. 8, tav. XVIII (Rosaria Collina).

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 673.

 

Valbruzzi 1998: Francesca Valbruzzi, Su alcune officine di sarcofagi in Campania in età romano-imperiale  Akten des Symposiums "125 Jahre Sarkophag-Corpus"  a cura di Guntram Koch, Marburg, 4-7 Oktober 1995, Mainz 1998,  117-128.

 

Valbruzzi 2012: Francesca Valbruzzi, Modi di produzione dei sarcofagi romani nelle officine campane, in Akten des Symposiums Sarkophage der römischen Kaiserzeit. Produktion in den Zentren, Kopien in den Provinzen. Les sarcophages romains. Centres et périphéries, a cura di Guntram Koch, François Baratte, Paris, 2-5 November 2005, Rutzen 2012,  69-78. 

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione28/02/2015 13:48:59
Data ultima revisione28/06/2017 09:01:53
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/506
OggettoCava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, urna a cassetta decorata con motivi architettonici
Luogo di provenienzaRoma
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Badia della SS. Trinità, Museo

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensionih 0, 28 m; lung. 0, 51 m; larg. 0, 33 m
Stato di conservazione

Scalfitture e abrasioni interessano l'intera superficie; sulla fronte sono stati praticati tre fori di circonferenza regolare.

CronologiaUltimo quarto del I sec. d. C.
Descrizione

Urna a cassetta scolpita sulla fronte e sui lati brevi: lo sfondo è decorato con un motivo che riproduce un muro in opera quadrata; sulla fronte, alle estremità, paraste angolari scanalate sormontate da capitelli ionici delimitano lo spazio decorato con elementi architettonici: sulla base modanata si impostano tre colonnine tortili con capitelli ionici, poste a reggere una tabula epigrafica su cui si legge: Lavamini/mundi estote; lo sfondo di mattoni, cui si sovrappongono le colonnine tortili, è ornato da due ghirlande pendenti dai capitelli. Il cinerario rientra in una produzione di urne che predilige decorazioni con motivi architettonici, attestata nella prima e media età imperiale da urne diffuse a Roma e nell'area ad essa limitrofa (l'esemplare più vicino a quello cavese è ai Musei Vaticani, Gregoriano Profano, di provenienza ostiense: Sinn 1987, 195, n. 438, tav. 68a.b.) oltre che da alcuni esemplari importati da Roma nel salernitano  (Collina 1990, 54, n. 3 tav. XXI.1) in età medioevale, al pari dell'urna di Cava (Manacorda 1982, 741).

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note

I  fori che interessano la fronte dell'urna e l'iscrizione moderna testimoniano un'ultima fase di reimpiego del pezzo come acquasantiera, forse preceduta, in epoca medioevale, da un primo riuso come reliquiario. Sul commercio di urne urbane in costiera e più ampiamente nel salernitano: Manacorda 1979, Idem 1982.

Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Collina 1990: R. Collina, Le urne in  Werner Johannowsky, Rosaria Collina, Aurora Mariani, Presenze di antichità classicain La Badia di Cava, a cura di Giuseppe Fiengo, Franco Strazzullo, Cava dei Tirreni 1990, II,  54, n. 3 , tav. XXI, 2.

 

Manacorda 1979: Daniele Manacorda, "Le urne di Amalfi non sono amalfitane", ArchCl 31, 1979, 318-337.

 

Manacorda 1982: Daniele Manacorda, "Amalfi: urne romane e commerci medioevali" in APARCHAI. Nuove ricerche e studi sulla Magna Grecia e la Sicilia antica in onore di Paolo Enrico Arias, Pisa 1982, 741.

 

Palmentieri 2010: Angela Palmentieri, Civitates spoliatae. Recupero e riuso dell'antico in Campania tra l'età post-classica e il medioevo, Tesi Dottorato 2010, 674-675.

 

Sinn 1987: Friederike Sinn, Stadtrömische Marmournen, Mainz 1987, 195, n. 438, tav. 68a.b.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione12/03/2015 12:43:45
Data ultima revisione28/06/2017 12:11:24
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/510
OggettoCava dei tirreni, Villa Ernestina, capitello composito
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Villa Ernestina, murato nella facciata dell'edificio

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Frammentario e dilavato in superficie; inglobato per circa i tre quarti dell'intero volume nel muro.

CronologiaPrima metà del III sec. d.C.
Descrizione

Capitello composito parzialmente inglobato nell'intonaco della facciata dell'edificio. L'elemento corinzio visibile presenta sul kalathos  una doppia corona di foglie di acanto profondamente incise dal trapano, tuttavia non ulteriormnete definibili nè morfologicamente nè stilisticamente per l'avanzato stato di consunzione delle superfici; caratteristica è l'assenza dei viticci fioriti a completare la decorazione del kalathos. Dell'elemento ionico resta leggibile, quantunque dilavato, il collarino di perle e astragali al di soprra del quale  si svolge la decorazione ad ovoli e dentelli: gli sgusci entro cui sono inseriti gli ovoli sono uniti nella parte superiore da una fascia da cui partono le freccette; il fiore d'abaco è profondamente scalfito.  La semplificazione degli dchemi decorativi, l'abbandono di un elemento canonico come quello dei viticci  fioriti nonchè la tecnica di lavorazione inducono a datare il capitello alla prima metà del III dec. d.C (per un raffronto: Pensabene 1972, 109 nn. 396-397, tav. 40). Sui caratteri dei capitelli di ordine composito a partire dall'età severiana: Pensabene 1972, 107 ss.; Freyberger 1990, 108 ss.   

Immagine
Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Freyberger 1990: Klaus S. Freyberger, Stadtrömische Kapitelle aus der Zeit von Domitian bis Alexander Severus: zur Arbeitsweise und Organisation stadtrömischer Werkstätten der Kaiserzeit, Mainz 1990, 108 ss.


Pensabene 1972: Patrizio Pensabene, Scavi Ostia, 7. I capitelli, Roma 1972, 107 ss. 

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione12/12/2012 10:42:02
Data ultima revisione28/06/2017 14:41:06
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/187
OggettoCava dei tirreni, Villa Ernestina, capitello corinzio asiatico
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Villa Ernestina, presso il portone d'ingresso

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Parzialmente murato; frammentarie le foglie d'acanto; lacune interessano anche caulicoli, elici e volute; l'abaco è scheggiato

CronologiaIII-IV sec. d.C.
Descrizione

Capitello corinzio asiatico caratterizzato da una corona di foglie d'acanto spinoso che aderiscono al kalathos con rilievo piatto; le fogliette aguzze, orientate in orizzontale, si incontrano definendo zone d'ombra dalla sagoma geometrica; i caulicoli terminano in un'unica foglia, elici e volute appaiono molto semplificati mentre il calicetto è del tutto assente. Il capitello trova confronti con esemplari della stessa tipologia databii tra la fine del III e gli inizi del IV sec. d.C. Demma 2007, 304-305 fig. 162; Pensabene 2007, 490-491, tav. 133 n. 9. Sui capitelli corinzi di tipo asiatico cfr. anche Fischer 1990 e Pensabene 1997, 275- 422.

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Demma 2007: Filippo Demma,  "Monumenti pubblici di Puteoli", Monografie della Rivista Archeologia Classica, 3 ns.2, Roma 2007.

 

Fischer 1990: Moshe L. Fischer, Das korinthische Kapitell im Alten Israel in der hellenistischen und römischen Periode.  Studien zur Geschichte der Baudekoration im Nahen Osten, Mainz 1990.

 

Pensabene 1997: Patrizio Pensabene, "Marmi di importazione, pietre locali e committenza nella decorazione architettonica di età severiana in alcuni centri delle province Syria et Palestina e Arabia", Archeologia Classica  49, 1997, 275-422.

 

Pensabene 2007: Patrizio Pensabene, Studi miscellanei 33, Ostienisum marmorum decus et decor. Studi architettonici, decorativi e archeometrici,  Roma 2007

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione12/12/2012 10:32:07
Data ultima revisione28/06/2017 14:36:19
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/186
OggettoCava dei Tirreni, Villa Ernestina, frammento di sarcofago con episodio del trasporto del corpo di Meleagro
Luogo di conservazione
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Villa Ernestina

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Esiguo frammento fratturato a destra, a sinistra e in basso. La superficie delle parti figurate è scalfita in diversi punti; la scena risulta illeggibile in alcune parti danneggiate da scalpellature post-antiche

CronologiaSeconda metà del II sec. d.C.
Descrizione

Il frammento di sarcofago, murato nella facciata del palazzetto privato, noto come Villa Ernestina, restituisce una scena di ritorno da una battaglia in cui si scorge un cavallo incedente verso destra che  traina un carro, affiancato da un personaggio stante in abiti militari, in secondo piano, al seguito di un altro militare dall'elmo con alto cimiero, in primo piano, impegnato nell'atto di sorreggere un corpo esanime, di cui si rileva appena la sagoma e il drappo che ne avvolge il tergo.

La scena si ricostruisce dal confronto con altri sarcofagi che, con diversi varianti dello schema figurativo, mostrano effigiato sulla fronte  l'episodio mitologico del trasporto del corpo di Meleagro (Koch 1975, nn. 81,82, 83, 84, 92, 93; Zanker, Ewald 2008, 72 ss.)      

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Koch 1975: Guntram Koch, Die antiken Sarkophagreliefs, 12, 6. Die Mytologischen Sarkophage. Meleager, Berlin 1975, nn.  81,82, 83, 84, 92, 93.

 

Zanker, Ewald 2008: Paul Zanker, Björn Christian Ewald, vivere con i miti. L'iconografia dei sarcofagi romani, Torino 2008, traduzione da P. Zanker, B. Ch. Ewald, Mit Mythen leben. Die Bilderwelt der römischen Sarkophage, Munchen 2004, 72 ss.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione12/12/2012 09:43:37
Data ultima revisione28/06/2017 13:56:51
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/182
OggettoCava dei Tirreni, Villa Ernestina, frammento scultoreo
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Villa Ernestina, murato nella facciata

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Mancano la testa, gli arti superiori, ad eccezione della mano destra, scalpellata sul dorso; conservati solo parzialmente gli arti inferiori, in corrispondenza dell'attaccatura al torso

CronologiaEtà imperiale
Descrizione

Il frammento restituisce una figura maschile scolpita in alto rilievo, presumibilmente da rifersi alla decorazione di una fronte di sarcofago. il soggetto raffigurato gravita sulla gamba destra, inclinando la spalla corrispondente in modo da allungare la mano per sollevare l'orlo della veste che ricade dalla spalla sinistra lasciando scoperto il petto. Nel frammento sembrerebbe riconoscersi un componente del thiasos dionisiaco ( Sulle raffigurazioni di tema dionisiaco sui sarcofagi romani,  Matz 1968-1975)

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Matz 1968-1975: Friederich Matz, Die dionysischen Sarkophage. Die antiken Sarkophagreliefs IV 1-4, 1968-1975.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione12/12/2012 10:01:44
Data ultima revisione28/06/2017 13:55:42
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/185
OggettoCava dei Tirreni, Villa Ernestina, frammento scultoreo, testa
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Villa Ernestina, murata sulla facciata

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Fratturata all'altezza del collo; la superficie si presenta dilavata; scheggiature e lacune interessano il viso e le chiome.

CronologiaFine II-inizi III sec. d.C.
Descrizione

La testa è pertinente ad una raffigurazione in altorilievo, presumibilmente una fronte di sarcofago. Il volto, dalla chioma folta e  mossa, mostra le labbra ampiamente dischiuse. L'estrema frammentarietà della raffigurazione non consente un'identificazione certa del soggetto; la foggia della chioma sembrerebbe suggerire la rappresentazione di un Genio funerario o di un Erote ma anche, per l'espressione di trasporto che si ravvisa sul volto, di un personaggio del corteggio dionisiaco. Per l'uso del trapano che percorre mediante solchi profondi la superficie del marmo, con marcati effetti chiaroscurali, si propone una datazione tra la fine del II sec. e gli inizi del III sec. d.C. In merito alla raffigurazione dei soggetti citati sui sarcofagi: Matz 1968-1975; Herdejürgen 1996; Kranz 1999.

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Herdejürgen 1996: Helga Herdejürgen, Die antiken Sarkophagreliefs, 6, 2. Stadtrömische und italische Girlandensarkophage, Berlin 1996

 

Kranz 1999: Peter Kranz, Stadtrömische Eroten-Sarkophage. Dionysische Themen, Die antiken Sarkophagreliefs 5, 2, Berlin 1999

 

Matz 1968-1975:Friederich Matz, Die dionysischen Sarkophage. Die antiken Sarkophagreliefs  4, I-IV, Berlin 1968-1975

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione12/12/2012 09:55:23
Data ultima revisione28/06/2017 14:02:12
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/183
OggettoCava dei Tirreni,Villa Ernestina, frammento di trapezoforo
Luogo di provenienza
Collocazione attuale

Cava dei Tirreni, Villa Ernestina, murato nella facciata

Prima attestazione
MaterialeMarmo bianco
Dimensioni
Stato di conservazione

Si conserva solo la porzione superiore; il retro è inglobato nel muro di facciata dell'edificio; la superficie si presenta dilavata

CronologiaPrima età imperiale
Descrizione

Il frammento restituisce la porzione superiore di un trapezoforo raffigurante una protome leonina dalle fauci spalancate che emerge da una corona di foglie; la parte mancante doveva terminare con una zampa leonina. Dietro la criniera si scorge l'elemento parallelepipedo di sostegno al tavolo, tuttavia la possibilità di lettura parziale del pezzo, inglobato nel muro, inficia una precisa individuazione della tipologia di sostegno cui si riferisce l'esemplare cavese; le caratteristiche del manufatto, scolpito quasi a tutto tondo, farebbero propendere per il riconoscimento di un sostegno singolo, del tipo impiegato per reggere un monopodium o, più probabilmente, in associazione ad altri due trapezofori dello stesso tipo, un tavolo circolare sorretto da tre elementi di supporto.

Sulla diffusione e le diverse tipologie di supporti per tavola : Coarelli 1966; Cohon 1984, Moss 1986; Rossi 1996; Marmora Pompeiana 2008, 258 ss.  

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Famiglie e persone
Collezioni di antichità
Note
Fonti iconografiche
Rilievi
Fonti e documenti
Bibliografia

Coarelli 1966: Filippo Coarelli, s.v. trapezoforo in EAA 7, 1966, pp. 968-969.

 

Cohon 1984: Robert Henry Cohon, Greek and Roman Stone Table Supports, New York 1984.

 

Marmora pompeiana 2008: Anna Carella, Lucia Anna D'Acunto, Nadia Inserra, Colomba Serpe, Marmora Pompeiana nel Museo Archeologico di Napoli, Roma 2007.

 

Moss 1988: Christopher Frederick Moss, Roman Marble Tables,  Princeton 1988.

 

Rossi  1996: Fulvia Rossi, Considerazioni su un gruppo di trapezofori lunensi in marmo di Numidia Quaderni. Centro studi lunensi, n 2.1996, 59-82.

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SchedatoreMarina Caso
Data di compilazione12/12/2012 09:58:42
Data ultima revisione28/06/2017 14:16:59
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Reperto Archeologico/184