Oggetto | Chieti, Iscrizione della testa di Achille | |
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Luogo di conservazione | Chieti | |
Supporto | Marmo | |
Cronologia | secolo XIV-XV | |
Immagine | ![]() | |
Prima attestazione | Nicolino 1649, 2 | |
Trascrizione | [Sum caput Achillis quondam dominantis in urbe/ [Tetis et in villis hominum me publico turbe/ Achillem magnum testatur imago fuisse]/ quem Tetis gen[uit troianos edomuisse]/ Achillis magni si [vis cognoscere vultum]/ quem Tetis genui[t videas hoc marmore sculptum] | |
Famiglie e persone | ||
Note | L'epigrafe, in una versione quasi interamente integrata, si conserva nell'attuale palazzo municipale di Chieti (in restauro dal terremoto del 2009), probabilmente dal tempo del suo ritrovamento e restauro (1832). Gennaro Ravizza (1766-1836) ci informa che l'iscrizione era stata trovata nel palazzo del fu arcivescovo Bassi (vale a dire Francesco Saverio Bassi, presule di Chieti: 1797-1821: Ravizza 1841, 12); si riferisce probabilmente al frammento originale molto consunto, sulla base del quale venne realizzata l'attuale iscrizione nel 1832 per essere esposta. Essa testimonia, per i caratteri tardo-medievali, la sussistenza in città della tradizione, legata al nome latino della città Teate, che Chieti fosse legata ad Achille per il tramite della madre Teti, tradizione già presente in una nota al Chronicon Casauriense (sec. XII). Della stessa tradizione è testimone Fazio degli Uberti (1305-1367) ne Il Dittamondo Libro III, cap. I, vv. 76-78): "Vidi Teate dove già fu il seggio/ della madre d’Achille, e solo questo/ per testimone di quel paese chieggio". L'iscrizione, secondo Nicolino 1649, 2-3, in origine si trovava nella piazza maggiore, vicino alla porta della cattedrale. Nicolino 1649 dedica un lungo passo all’iscrizione e alla statua “a mezzo busto di finissimo marmo”, eretta “sopra d’una colonna” (nel cortile del municipio si conserva una colonna antica scanalata con capitello) sulla pubblica piazza presso la porta della chiesa di San Giustino; sarebbe stata alienata dal Preside della provincia d’Abruzzo Diego d’Alarcon Mendoza nel 1559 (egli tuttavia fu a Chieti negli 1572-1573) per ordine del vicerè Duca d’Alcalà [Pedro Afàn de Ribera: 1559-1571, morto a Napoli] che alla fine del suo mandato l’avrebbe trasportata in Spagna, a Siviglia, per collocarla nel giardino della sua residenza (in precedenza, Camarra 1651 aveva riferito di un atto personale del preside Mendoza) ; l’autore cita come testimone oculare il Regio giustiziere Antonio D’Acosta; nel testo sono presenti anche un sonetto-traduzione dell’epigrafe medievale e un altro sulla perdita della statua. Ricorda poi il ritrovamento recente di un rilievo con Eracle e Acheloo (figlio di Teti) in possesso dell’autore. Camarra 1651, un’opera che vuole essere più attenta alle fonti e ai documenti, cita Nicola Toppi che era a conoscenza di un’iscrizione in greco che ricordava il simulacro di Achille posto in antico cinque secoli dopo la fondazione della città, attestazione che Camarra bolla come apocrifa. Più avanti (Camarra 1651, 65-66) parla, tra le vestigia classiche della città, della via romana, teatro, anfiteatro e della testa d’Achille portata via da Diego Mendoza perché ritenuta antica: riferiche che l’epigrafe, secondo alcuni, sarebbe la traduzione dell’originale greco che accompagnava la statua di Achille e che risalirebbe alla statua realizzata a Sigeo, in Troade, come testimoniano Ditti cretese e Strabone e poi nell’Olimpiade 167 trasferita a Chieti.
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Fonti iconografiche | ||
Fonti e documenti | ||
Bibliografia | Camarra 1651: Lucio Camarra, De Teate antiquo Marrucinorum in Italia Metropoli Libri Tres, Romae, Ex Typographia Dominici Manelfii, MDCLI, 65-66 Ciccarelli 2014: Cristina Ciccarelli, “Miti di fondazione nelle storie cittadine abruzzesi: Sulmona, Lanciano e Chieti (secc. XVI-XVII)”, Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, 94, 2014, 142-165 Nicolino 1657: Girolamo Nicolino, Historia della citta di Chieti metropoli delle provincie d'Abruzzo divisa in libri tre, In Napoli, Per gli eredi d'Honofrio Savio, MDCLVII, 2-4 Ravizza 1826: Gennaro Ravizza, Epigrammi antichi dei mezzi tempi e moderni pertinenti alla città di Chieti, Napoli 1826, 11 Ravizza 1841: Gennaro Ravizza, Giunta alla raccolta degli epigrammi antichi dei mezzi tempi e moderni pertinenti alla città di Chieti, Napoli 1841, 12 | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 21/06/2016 17:32:06 | |
Data ultima revisione | 21/06/2016 21:51:16 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Iscrizione/66 |