Nome | De Vio, Tommaso | |
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Altri nomi | Thomas De Vio Cardinalis Cajetanus; Cajetanus; Alter Thomas; Cardinale alla Minerva (vulgo cognomignatus); Cardinale di San Sisto; Tommaso Gaetano | |
Titoli | Procuratore Generale dell’Ordo Praedicatorum (1501) Maestro Generale dell’ordine dei Domenicani (1508) Cardinale di San Sisto (1517) Vescovo di Palermo (1518) Nunzio Apostolico in Germania (1518) Vescovo di Gaeta (1520) Nunzio Apostolico in Ungheria (1523) Governatore di Sezze (1529) Cardinale di Santa Prassede (1534) | |
Data e luogo di nascita | Gaeta, 20 febbraio 1469 | |
Data e luogo di morte | Roma, 10 agosto 1534 | |
Città | ||
Cenni biografici | Tommaso de Vio nasce a Gaeta (LT) il 20 febbraio 1469, battezzato con il nome di Giacomo, è il quarto e ultimo figlio di Francesco De Vio e Isabella de Sieri; la famiglia paterna, originaria di Genova, è una delle famiglie nobili della città con possedimenti e magazzini lungo tutta la linea di traffico marittimo da Genova a Salerno e Palermo. A 15 anni (1484) entra, con il nome di Tommaso, nel convento di San Domenico di Gaeta e poi l’anno dopo si trasferisce a Bologna dove vi resta fino al 1488 come studens artium. Nel 1491 è ordinato sacerdote e il 24 maggio dello stesso anno risulta iscritto allo studio di Sant’Agostino a Padova, Studium Genaralis gestito dalla Provincia di Lombardia dei Domenicani cui anche il convento gaetano di San Domenico apparteneva. Nel 1492 è nominato magister studentium pro tertio anno e nel 1493 è incaricato, in qualità di baccalaureus, di commentare le sententias pro gradu et forma magistri pro tertio anno Paduae ora raccolte nel commento alle Sententiae della Bibl. Naz. di Parigi ms. Lat. 3076. Il 19 marzo 1493 è assunto all’interno del corpo docente ottenendo una dispensa Super dilatatione temporis in cursu lecturae e nella Pentecoste del 1494, durante il capitolo generale di Ferrara, di fronte a Pico della Mirandola, ottiene adstantium admirationem il titolo di Magister Theologiae. Nel 1494-1495 sostituisce Valentino da Perugia suo maestro nel corso di metafisica; in questo caso, avendo come concorrenti diretti l’averroismo di Nicoletto Vernia e lo scotismo di Antonio Trombetta, proprio in virtù della forte concorrenza interpretativa e della propria posizione di domenicano e tomista, lo studio del pensiero aristotelico per Tomaso de Vio, ormai conosciuto come Tomaso Gaetano, è obbligato e necessario al punto che già un primo risultato è la pubblicazione nel 1496 a Venezia del commentario sul De ente et essentia di Tommaso d’Aquino poi rivisto e nuovamente edito nel 1494 a Pavia. L’attività di docente prosegue in parallelo a quella di esegeta del pensiero aristotelico e tomista con i commenti in libros Peri hermenias e con gli Additamenta agli Analitici secondi di Aristotele. Tra 1497 e 1499 è docente, su invito di Ludovico il Moro, nell’università di Pavia dove inizia a commentare la Summa Teologica di San Tommaso (il primo volume sarà edito a Pavia nel 1508) e dove elabora il commento alle Isagoge di Porfirio e scrive il De nominum analogia. Nel 1499 si trasferisce a Milano dove comincia a occuparsi di etica sociale ed economica con le Quaestiones e gli Opuscula e inizia il lavoro di scavo teologico sui tre libri del de Anima aristotelico poi terminato a Roma tra 1507 e 1509. Nel 1501 ricopre la carica di procuratore dell’Ordine dei Domenicani su sollecitazione del Cardinale Protettore dell’ordine Oliviero Carafa e sempre grazie alla protezione di costui il 20 agosto 1507 è nominato prima vicario generale e il 10 giugno 1508 maestro generale. Il primo grande problema che si trovò ad affrontare fu la convocazione del concilio Laterano del 1512 in risposta al concilio di Pisa indetto da cinque cardinali l’anno precedente con la protezione dell’Imperatore e del re di Francia. La preparazione del trattato Auctoritas Papae et concilii sive ecclesiae comparata (Roma, 1511) e la successiva Apologia (Roma, 1512; Colonia, 1514) confutano gli argomenti proposti dai cardinali ribelli e rafforzano il potere papale rispetto al concilio stesso. I lavori conciliari non impediscono al Gaetano di portare a termine il 29 dicembre 1511 il commento alla In primam partem secundae partis della Summa Theologiae di Tommaso (Venezia, 1514) e il 26 febbraio 1517 quello In secundam partem secundae partis (Venezia, 1518). Dopo la fine del concilio, per gli indubbi meriti conseguiti, il primo luglio 1517 è consacrato cardinale alla Minerva con il permesso di abitare il palazzo adiacente alla chiesa di Santa Maria in via Lata (Domus Faciana). Nel febbraio 1518 è nominato vescovo di Palermo e il 26 aprile dello stesso anno sostituì Alessandro Farnese con legato apud Teutones; il 7 luglio è già ad Augusta per la Dieta indetta contra Turcos e qui, oltre che occuparsi delle questioni di politica estera, dovette occuparsi anche della questione Lutero che il 7 agosto aveva ricevuto l’ingiunzione a presentarsi a Roma. De Vio garantì a Lutero un atteggiamento paterne non iudicialiter anche per rispetto alla casa di Sassonia che contribuiva con un impegno finanziario non indifferente alla causa della Crociata in preparazione. L’incontro avvenne nel corso di tre giorni, dal 12 al 14 ottobre ad Augusta e fu doppiamente negativo: sul piano teologico perché Lutero vedeva nel cardinale solo un teologo oppositore e sul piano diplomatico e politico perché l’appoggio a Lutero da un influente cerchia di umanisti e da importanti consiglieri regi gli permise di rifiutare l’atto di obbedienza formale che De Vio imponeva all’agostiniano. Le questioni luterane furono poi l’apripista per la resa totale della politica ecclesiastica quando dovette arrendersi all’elezione di Carlo V; già il 5 settembre 1519 De Vio è costretto a ritornare a Roma dove gli sono imposte le dimissioni da arcivescovo di Palermo, consegnate nelle mani del papa il 19 dicembre dello stesso anno. Nell’aprile 1520 viene nominato arcivescovo di Gaeta e dispensato dal partecipare ai concistori meno importanti; è in questo periodo che comincia lo studio dell’esegesi biblica con il De divina institutione (Roma-Milano-Colonia 1521) e termina il commento alla Pars Tertia dell’opera di san Tommaso (Venezia, 1523). Alla morte di Leone X, il successore Adriano VI, eletto papa anche con l’appoggio del Cajetanus, lo nomina legato in Ungheria ancora per cercare di costruire un’alleanza contro i Turchi. Anche in questo caso però, la morte del papa e la successiva elezione di Clemente VII costringe De Vio a tornare in Italia e nel giugno del 1524 è già a Gaeta e in autunno a Roma. Il frutto letterario della legazione ungherese sono la Summula peccatorum e gli Ientacula Novi Testamenti che spiegano sessantaquattro passi scelti dal Nuovo testamento e sono aperti con un commento ai Salmi terminato nel 1527 e pubblicato separatamente a Roma e Venezia nel 1530. Nello stesso anno rimane prigioniero del Lanzi durante il Sacco di Roma e deve alienare quasi tutti i suoi beni per ottenere la libertà sua e di tanti altri fuggiaschi che avevano cercato rifugio presso di lui; per questi motivi e per meglio controllare le proprie entrate come vescovo della città natale e come governatore di Sezze, si trasferisce a Gaeta dove resterà fino al 1529 lavorando intensamente al commento ai rimanenti libri del Nuovo testamento (eccetto l’Apocalisse) con la collaborazione di studiosi ebrei che gli insegnarono non solo l’ebraico, ma anche il caldeo. Tale collaborazione gli causa molti problemi in seno all’ordine e nelle alte gerarchie ecclesiastiche, forse anche più gravi della questione luterana e così il rientro a Roma è d’obbligo e avviene già nell’ottobre dello stesso 1529. La lontananza da Roma non ha impedito però al gaetano di rispondere a diverse consulenze teologiche sul divorzio di Carlo VIII, sulla Confessio Augustana e sull’apologia di Melantone; tali responsi sono confluiti poi nel De sacrificio Missae, nell’Adversus Lutheranos tractatus (entrambi stampati a Roma nel 1531) e nel De fide et operibus (Roma, 1532). Il 23 ottobre 1531 il papa lo nomina cardinale protettore dell’ordine e nel febbraio 1534 è nominato cardinale di Santa Prassede; il 10 agosto 1534, dopo un improvviso indebolimento e dopo aver chiesto i sacramenti, muore a Roma e viene seppellito nella chiesa di santa Maria sopra Minerva. | |
Legami con altre persone o famiglie | Agostino Nifo, Oliviero Carafa, Pietro Pomponazzi, Leone X, Martin Lutero, Enrico VIII d’Inghilterra, Movimento dei Piagnoni, Girolamo Savonarola, Ambrogio Catarino, Saverio Carafa. | |
Committenza/Produzione di opere letterarie |
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Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte | Lavori di ricostruzione e sistemazione dell’odierna via della Breccia con smantellamento della chiesa di San Biagio; Costruzione del Palazzo Vescovile (oggi Palazzo de Vio) | |
Collezioni di opere d'arte antica e moderna | ||
Monumenti funebri o celebrativi | Lapide funeraria, chiesa di Santa Maria sopra Minerva, Roma. | |
Fonti iconografiche | Anonimo, Ritratto di Tommaso de Vio il Gaetano, XVII sec. (entro il 1620), Pinacoteca Ambrosiana, Collezione Falchetti, ms. K 180 232 | |
Fonti manoscritte | In IV libros Sententiarum (Padoue, s. XV ex.), Paris BNF, Ms. lat. 3076 | |
Bibliografia | G. Allaria, Tommaso De Vio: Cardinale Gaetano, Gaeta, La Poligrafica, 1969. 5º cent. della nascita del Cardinale Tommaso De Vio Cajetanus: 20 febbraio 1469-20 aprile 1969, a cura di P. Capobianco, Roma, Istituto Professionale Sordomuti, 1969. E. Stove, “De Vio, Tommaso”, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 39 (1991). G. Tallini, “«Aeditae, lectae, disputatae». Fonti filosofiche ed edizioni a stampa di Tommaso de Vio Cardinal Gaetano (1469-1534)”, Rivista di Storia e Letteratura Religiosa, XLIX, 1, 2013, pp. 217-235. F. Riva, Analogia e univocità in Tommaso de Vio Gaetano, Milano, Vita e Pensiero, 1995. C. Morerod, Cajetan et Luther en 1518. Edition, Traduction et commentaire des opuscules s’Augsburg de Cajetan, I/II, Fribourg, Editions Universitaires, 1994. M.-H. Laurent, Cajetan, Dict. d’Histor. et de geogr. eccl., XI, Paris, 1949, col. 248-252; M.-J. Congar, Bio-bibliographie de Cajetan, «Revue Thomiste», n.s. XVII (1934-1935), pp. 3-49; B. Pinchard, Métaphysique et sémantique. Autour de Cajetan. Etude et traduction du 'De nominum analogia', Paris, Vrin, 1987 E. J. Ashworth, "Analogical Concepts The Fourteenth Century Background to Cajetan", Dialogue 31 (1992), pp. 399-413 M. Beuchot, "Los predicables o categoremas en Tomás de Vío, Cardenal Cayetano (1469-1534) como filosofía del lenguaje y de la lógica", Theoría (Universidad del País Vasco), 2a. época, año VII, vol. B (1992), 829-845 B. Pinchard; S. Ricci (ed.), Rationalisme analogique et humanisme théologique. La culture de Thomas de Vio 'Il Gaetano', Actes du Colloque de Naples, 1er-3 novembre 1990, Napoli, 1993 R. McInerny, Aquinas and Analogy, Washington D.C., 1996 M. Nieden, Organum Deitatis. Die Christologie des Thomas de Vio Cajetan, Leiden, 1997 A. R. Felmberg, Die Ablasstheologie Kardinal Cajetans (1469-1534), Leiden, 1998 A. Krause, Zur Analogie bei Cajetan und Thomas von Aquin, Halle, 1999 C. Morerod, "Le prêtre chez Cajetan", Revue Thomiste 99/1 (1999), 245-279 C. Leijenhorst,”Cajetan and Suarez on Agent Sense: Metaphysics and Epistemology in Late Aristotelian Thought", in Forming the Mind. Essays on the Internal Senses and the Mind/Body Problem from Avicenna to the Medical Enlightenment, ed. H. Lagerlund, Dordrecht, Springer, 2007, 237-262 G. de Tanoüarn, Cajétan. Le personnalisme intégral, préface de B. Pinchard, Paris, Cerf, 2009 C. Blackwell,«Thomas Aquinas against the Scotists and Platonists. The definition of ens: Cajetano, Zimara, Pererio, 1495-1576», Verbum. Acta neolatina 6(2004), 179-188. | |
Link esterni | https://books.google.it/books?id=hO6TI6alBfoC http://www.prdl.org/author_view.php?a_id=13 https://reformation500.csl.edu/bio/tomasso-de-vio-cardinal-cajetan/ In libros posteriorum analyticorum Aristotelicos (Venezia, 1507) | |
Schedatore | Gennaro Tallini | |
Data di compilazione | 27/12/2017 17:09:01 | |
Data ultima revisione | 06/03/2018 23:18:16 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/303 |