Nome | Tarcagnota, Giovanni | |
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Altri nomi | Joanni Tarchaniota (documenti archivistici dell’Universitas Civitatis Cajetae), Giovanni Tracagnotta Gaetano (Pirro Ligorio), Tarcaniota o Tarcanioto (originale dizione) pseudonimi: Lucio Fauno, Lucio Mauro, Andrea Palladio | |
Titoli | ||
Data e luogo di nascita | Gaeta, 1508 circa | |
Data e luogo di morte | Napoli o Gaeta, aprile 1566 | |
Città | ||
Cenni biografici | Discendente dei Paleologhi e dei re di Morea, Giovanni Maruli Tarcaniota nasce nel 1508 a Gaeta dove diversi esuli bizantini nel frattempo si erano stabiliti dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 e dopo la presa di Otranto del 1481. Secondogenito di Paolo Maruli, alla morte del padre è affidato, con i suoi fratelli Vincenzo (primogenito), Cosmo e Fabio alla prozia Eufrosina Tarcaniota (madre di Michele Marullo) che li educa in un ambiente tipicamente umanistico in cui greco, latino e spagnolo sono lingue parte del bagaglio culturale e familiare. La sua formazione è quindi inizialmente legata ai canoni formativi della tradizione bizantina e solo successivamente affidata alla scuola di Agostino Nifo a Sessa Aurunca. Terminato l’apprendistato culturale, con sicurezza è presente all’assedio di Firenze con Mambrino Roseo (continuatore delle Historie dello stesso Tarcagnota) e almeno dal 1526 conosce i tipografi Michele e Francesco Tramezino che proprio in quell’anno aprivano la propria bottega romana. Nel 1536 o 1537 entra probabilmente al servizio a Roma di Galeazzo Florimonte al seguito del quale entra in contatto con le istanze riformatrici eterodosse di M.A. Flaminio e della Ecclesia Viterbiensis. Rimane al servizio di Florimonte almeno fino al 1548; in questo periodo la pratica della scrittura si fa impellente e la stessa produzione a stampa è ricchissima e proficua: i volgarizzamenti a Biondo, a Galeno e Ficino e gli studi sulle antichità di Roma dimostrano che la sua centralità nel panorama letterario romano non è secondaria, ma principale e decisiva proprio nell’ottica dell'elaborazione di una genere antiquario e del relativo canone. Per motivi che non conosciamo, almeno tra 1548 e 1554 Tarcagnota è costretto a lasciare Roma trasferendosi a Venezia dove continua la pubblicazione presso la bottega dei Tramezino e di altri editori la pubblicazione delle Antichità di Roma anche con gli pseudonimi di Lucio Fauno, Lucio Mauro e soprattutto Andrea Palladio svelati da Pirro Ligorio già nello stesso 1548, ma a cui nessuno dette credito. Anzi, la questione è talmente ben costruita che nessuno mette in correlazione le diverse opere e i tre pseudonimi divengono indipendenti l’uno dall’altro fino a rendere valida l’attribuzione di ogni singola opera solo allo pseudonimo e non all’originario autore che le aveva concepite e fatte stampare. Tra i motivi che spingono Tarcagnota al massiccio ricorso agli pseudonimi può essere rintracciato sicuramente nei rapporti con i gruppi sospetti di eresia attivi a Gaeta, Capua e Roma e in particolare con Ulisse Aldrovandi i cui processi per eresia sono fondamentali per la biografia stessa del gaetano sub specie Lucio Mauro. Nel 1554 è comunque a Gaeta, stante la supplica dell’Archivio di Stato di Firenze che il figlio Metello scrive a Cosimo I per cercare finanziamenti per la stampa delle Historie del mondo poi pubblicate da Tramezino solo nel 1562; è possibile che il ritorno nella città natale possa essere dovuto alla fine dei problemi religionis causa e alla fine dell’aderenza a idea riformate, non a caso da questo momento, i volgarizzamenti non hanno più per soggetto argomenti antiquari, ma geografici e religiosi. Nel 1556 è assunto come segretario di Juan Soto segretario di stato nel vicereame napoletano e probabilmente coinvolto nel processo che investì lo spagnolo per problemi di malversazione e cattiva gestione dell’erario. Il periodo napoletano è un nuovo corso per la biografia tarcagnotana, i problemi economici sembrano non essere più rilevanti e anzi, il gaetano sembra essere parte di un circolo politico-culturale di rilievo non solo letterario, quanto sociale. La conoscenza diretta, infatti, del viceré di Napoli, il duca d’Alba e i contatti attraverso di lui intessuti, gli permettono di stampare nel 1562 le Historie e di lavorare in maniera continua all’ultima opera Il del sito et lodi della città di Napoli co gli Re suoi, stampato postumo da Scoto; il quale peraltro, non è l’editore, ma solo il tipografo visto che nel frontespizio dell’opera, dedicata a Carlo d’Austria, non compare la sua marca editoriale, ma lo stemma della casa reale mentre il privilegio di stampa autorizza Tarcagnota e non Scoto a far stampare il libro. L’opera, costruita sul modello delle antichità di Roma che Tarcagnota conosceva benissimo, non è un atto di accusa contro gli sventramenti Toledani, ma semplicemente il riconoscimento di un’antichità pari a quella di Roma che attraverso quelle trasformazioni urbane sta perdendo l’essenza stessa della sua antichità rispetto alla condizione di città moderna. Le cronache per più di due secoli hanno avallato la morte di Tarcagnota presso Ancona, ma ciò non è realistico poiché, la lapide posta nella cattedrale di Ancona, da tutte le fonti presa per lapide funeraria, è solo un’epigrafe commemorativa dato che Tarcagnota, scomparso nell’aprile del 1566 come testimoniato dalla nota che Scoto premette al del sito et lodi, è invece sicumente morto a Napoli o più probabilmente a Gaeta dove tutta la sua famiglia risedeva ormai stabilmente e dove i suoi fratelli e i figli e i nipoti avevano assunto un ruolo primario nella burocrazia ecclesiastica e dell’Università, è il caso dei nipoti Scipione e Vincenzo e dei figli Metello e Ramo, mentre ben più importante era il più famoso dei fratelli Tarcagnota, quel Fabio «Magnifico […] Procuratore e sollecitatore della città di Gaeta a Napoli […]» fino al 1575. | |
Legami con altre persone o famiglie | Michele Marullo Tarcagnota, Ranuccio Farnese, Michele Tramezino, Francesco Tramezino, Claudio Tolomei, Antonio Minturno, Pirro Ligorio, Cosimo I, Juan Soto, Agostino Nifo, Galeazzo Florimonte, Marco Antonio Flaminio, Onofrio Panvinio, Girolamo Giglio, Luigi Tansillo, Vincenzo Valgrisi, Mambrino Roseo, Ludovico Dolce, Girolamo Parabosco, Domenico Venier, Bartolomeo Marliani, Ulisse Aldrovandi | |
Committenza/Produzione di opere letterarie |
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Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte | ||
Collezioni di opere d'arte antica e moderna | ||
Monumenti funebri o celebrativi | Lapide commemorativa nella cattedrale di Ancona, datata 1566 (v. sopra, Cenni biografici) | |
Fonti iconografiche | Carta di Roma antica in Lucio Fauno, Antichità di Roma, Venezia, 1548 carte antiquarie di Pirro Ligorio (Tramezino, 1552 e 1553) Pirro Ligorio, Carta del regno di Napoli, 1564 | |
Fonti manoscritte | Archivio di Stato, Firenze, Archivio Mediceo del Principato, b. 434, c. 393, lettera del 15/9/1554 di Metello Tarcagnota al Granduca di Toscana. Archivio di Stato, Venezia, Notarile, atti notaio Antonio Callegarini, reg. 3114, c. 391r (attr. del volgarizzamento delle Vite di Svetonio edito dai Tramezino a Giovanni Tarcagnota). Archivio di Stato, Venezia, Notarile, atti Giovanni Antonio Catti, proteste e risposte del 1597 e fino a tutto il 1601. biblioteca civica “bertoliana” vicenza, ms. 685, c. 43v biblioteca civica “bertoliana” vicenza, ms 688, cc. 76r-78v. biblioteca civica “bertoliana” vicenza, ms 760, cc. 18r-54v. biblioteca civica belluno, ms. 395, cc. 191r-202v. Centro Storico Culturale, Gaeta, Libro de rationali, s. 12, b. 13, c. 2, n. 19 del 20/12/1552; Centro Storico Culturale, Gaeta, Libro de rationali, s. 12, b. 17, p. 77v del 14/10/1566; Centro Storico Culturale, Gaeta, Libro de rationali, s. 12. b. 24, p. 19, n. 206 dell’8/6/1567; Centro Storico Culturale, Gaeta, Libro de rationali, s. 12, b. 23, p. 22 n 151 del 18/5/1566; Centro Storico Culturale, Gaeta, Libro de rationali, s. 12, b. 23, p. 11, n. 32 del 15/10/1565; | |
Bibliografia |
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Link esterni | ||
Schedatore | Gennaro Tallini | |
Data di compilazione | 06/06/2016 16:09:39 | |
Data ultima revisione | 27/11/2017 00:20:49 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/290 |