NomeCaracciolo, Roberto
Altri nomi

Roberto da Lecce, Robertus (Rubertus) Caracciolus, o Liciensis, o de Licio (Litio)

Titoli

Collettore apostolico per l'area romana (1455). Cappellano pontificio (1456). Collettore apostolico per Lombardia e Monferrato (1457). Subdelegato apostolico per il cardinale Bessarione (1464). Vescovo di Aquino (1475-1484 e di nuovo dal 1485). Vescovo di Lecce (1484-1485).

Data e luogo di nascita

1425, Lecce

Data e luogo di morte

6 maggio 1495, Lecce

Città

Lecce, Aquino, Napoli

Cenni biografici

I genealogisti facevano appartenere Roberto al ramo dei Caracciolo (del Leone) Pisquizzi, signori di Amesano, o Caracciolo di Brindisi, ma già alle fonti contemporanee risultava ben poco sulla situazione sua familiare (Zafarana 1976).
Fu affidato per la sua prima educazione ai frati minori conventuali di Lecce, ovvero al convento di S. Francesco della Scarpa; in seguito fu accolto dagli osservanti di S. Maria del Tempio (Aquilano ed. Lemmens 1902, 44). Nella sua formazione ebbe inoltre un ruolo importante lo studio dell’opera di s. Bernardino da Siena.
Venne poi inviato nella provincia umbra, nel convento dell’Eremita di Cesi presso Todi, mettendosi in mostra nel corso del quaresimale del 1448 ma predicando anche a Perugia, dove organizzava processioni biancovestite, preghiere contro la peste, cerimonie di pubblica riconciliazione (Fabretti-Bonaini-Polidori 1850, 598). Da questo momento ebbe inizio per Roberto un’intensa attività di predicazione che lo portò a toccare, fra il 1449 e il 1451, numerose località della penisola italiana: Roma, Firenze, L’Aquila, Bologna, Padova, Brescia, Milano.
Nel maggio del 1452, durante il capitolo di S. Giuliano dell’Aquila, Roberto ruppe con gli osservanti avvicinandosi nettamente ai conventuali. L’anno seguente, infatti, era attivo nuovamente a Roma in collegamento a questi ultimi. E seppure tale posizione restava ancora aperta a compromessi, nel dicembre del 1453 Marco da Bologna, osservante, scrivendo al Capestrano descriveva negativamente lo strappo del Caracciolo nei confronti dell’Osservanza (Chiappini 1928, 96).
La discussione fra osservanti e conventuali proseguì, ma ormai il prestigio di Roberto era consolidato, come sanciva la bolla che Niccolò V gli concedeva nel maggio 1454 (Bullfranc., n. s. 1929-1949, I, n. 1755, 869-875), con cui riconosceva piena libertà di movimento a lui e ai frati suoi compagni nella predicazione, subordinandolo nei fatti soltanto al ministro generale e sganciandolo, praticamente, dalla sottomissione al vicario generale dell’Osservanza. Ancora Marco da Bologna faceva riferimento a questa bolla in termini polemici in una lettera del gennaio del 1455, diretta al vicevicario di Bosnia (Chiappini 1928, 102).
Il capitolo generale dell’Osservanza, svoltosi a Bologna nel maggio del 1455, sanciva definitivamente la separazione tra le due sfere del francescanesimo e il Caracciolo ebbe parole dure nei confronti degli osservanti paragonandoli ai “fraticelli” eretici (Chiappini 1922, 398-405).
Nell’ottobre del 1456, tramite bolla, Roberto fu nominato cappellano pontificio (Bull. franc., n. s. 1929-1949, II, n. 209, 116). Papa Callisto III, nell’organizzazione della crociata antiturca, si servì anche di lui, avendolo peraltro nominato già nel dicembre del 1455 collettore apostolico per la zona romana. Stessa carica che ricoprì anche per la Lombardia e il Monferrato a partire dal 1457, ruolo peraltro ben documentato dalle fonti reperibili nell’Archivio Sforzesco (Bastanzio 1947, 267-79) e che gli dette la possibilità di allacciare notevoli rapporti con Francesco Sforza e con gli Sforza in generale.
Dal 1464 il Caracciolo era subdelegato apostolico per il cardinale Bessarione e proseguiva la sua attività di predicazione in numerose località d’Italia. Fu invece a partire dagli anni Settanta che la sua presenza nel Mezzogiorno iniziò a crescere. È lo stesso periodo, inoltre, in cui si intensificò anche la redazione e la pubblicazione dei suoi sermoni: a Giovanni d’Aragona, figlio di Ferrante e avviato alla carriera ecclesiastica, dedicava il Tractatus de timore iudiciorum Dei; a Ferrante stesso dedicava i Sermones quadragesimales in volgare.
Il 25 ottobre del 1475 papa Sisto IV lo nominava vescovo di Aquino (Bullfranc., n. s. 1929-1949, III, n. 801, 390). Nel 1483 a Lecce redigeva il Quadragesimale de peccatis, che intitolava a s. Bonaventura, canonizzato nel 1481, dedicandola a Giovanni d’Aragona, divenuto cardinale. Ancora a proposito dei suoi forti legami con Lecce, il 22 febbraio del 1484 lo stesso Sisto IV, tramite bolla, lo trasferiva dalla cattedra di Aquino a quella del centro salentino, dopo che alla morte del vescovo precedente, Antonio Riccio, i cittadini locali avevano fatto istanza al pontefice richiedendo espressamente che il Caracciolo diventasse presule (Bullfranc., n. s. 1929-1949, III, n. 1820, 916-920). Che costui si fosse effettivamente insediato a Lecce risulta ormai evidente da alcuni elementi: subito dopo la bolla egli si recava a Roma per versare alla Camera Apostolica la consueta tassa di cento fiorini per la traslazione; il papa intanto si affrettava a comunicare l’avvento di Roberto ai fedeli della diocesi leccese; dopo un anno e cinque mesi da quella nomina il predicatore chiedeva l’esonero da quella stessa diocesi per poter tornare ad Aquino e Innocenzo VIII, nuovo papa, accettava tale richiesta (Catamo 1976, 12).
Sulle ragioni di questa scelta c’è grande incertezza. A Lecce, comunque, il Caracciolo continuò ad essere legato. Vi predicava, infatti, all’inizio del 1488 e vi si trovava anche nel 1490 per rivedere e correggere per la stampa i sermoni più recenti (Catamo 1976, 13). Vi si spense, infine, il 6 maggio del 1495. Fu Roberto un predicatore di grande successo oratorio per le masse, come risulta ampiamente dalle notazioni dei cronisti e dei reportatores dei suoi sermoni (Zafarana 1976).

Legami con altre persone o famiglie

Anche negli ambienti colti il Caracciolo fu molto considerato, allacciando rapporti positivi con Cosimo de’ Medici, con la corte di Malatesta Novello, con i già menzionati Sforza e con il Pontano.

Committenza/Produzione di opere letterarie

Quadragesimale de poenitentia (Gesamtkatalog der Wiegendrucke, nn. 6051-6079; Bastanzio, pp. 135 ss., Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d'Italia, nn. 2469-2480), composto fra il 1470 e l’agosto 1471.

 

Tractatus de timore iudiciorum Dei(GKW, nn. 6109-6114; Bastanzio, pp. 137 ss.; IGI, nn. 2504-2506): editio princeps, Napoli 21 luglio 1473.

 

Sermones quadragesimales in volgare (GKW, nn. 6086-6108; Bastanzio, pp. 140 ss.; IGI, nn. 2481-2503): editio princeps, Milano 1474 (edizione sconosciuta al GKW. cfr. Bastanzio, p. 141 n. 11).

 

Sermones de adventu (GKW, nn. 6045-6050; Bastanzio, pp. 145 ss.; IGI,nn. 2453-2457): editio princeps, s.d., ma 1474-75 circa.

 

Quadragesimale de peccatis (GKW, nn. 6080-6085; Bastanzio, pp. 146 ss.; 191, nn. 2463-2468), redatto nel 1483: la prima edizione conosciuta è di Venezia 1488.

 

Sermones de laudibus sanctorum (GKW, nn. 6051-6060; Bastanzio, pp. 148 ss.; IGI, nn. 2458-2462): editio princeps, Napoli 30 genn. 1489.

 

Specchio della fede (GKW, nn. 6115; Bastanzio, pp. 151 ss.; IGI, nn. 25071, redatto nel 1490: editio princeps, Venezia 1495.

 

Tractatus de divina caritate (raccolta di sette sermoni) e Tractatus de immortalitate anime in tre sermoni (GKW, nn. 6039-47, 6049, 6050; Bastanzio, p. 155).

 

Tractatus (Sermo) de catenis peccatorum (GKW, nn. 6039-6042, 6044, 6061, 6068, 6069, 6072; Bastanzio, p. 156).

 

per altri singoli sermoni inseriti nelle varie edizioni, cfr. GKW, coll. 132 s., e Bastanzio, pp. 155 s. Alcune raccolte di Opera varia furono compiute già vivente il Caracciolo e più volte ristampate: cfr. GKW, nn. 6041-6044; IGI, nn. 2447-2452.

 

All’elenco di manoscritti contenenti opere edite e inedite del Caracciolo, compilato dal Bastanzio, pp. 220-239, bisogna aggiungere le indicazioni fornite da Amedeus a Zedelgen, Manuscripta franciscana in bibliothecis belgicis, in Collfranc., X (1940), p. 253; Piana, 1954, p. 69 n. 1; Pagnani, 1954, pp. 203 ss.; Hofer, pp. 334 n. 93, 453; Piana. 1971, ad Indicem.

Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte
Collezioni di opere d'arte antica e moderna
Monumenti funebri o celebrativi

Monumento funebre di Roberto Caracciolo.

Fonti iconografiche
Fonti manoscritte
Bibliografia

Aquilano (ed. Lemmens 1902): Bernardino Aquilano, Chronica fratrum minorum observantiae, a cura di Leonardo Lemmens, Roma 1902, 39-56.

 

Bastanzio 1947: Serafino Bastanzio, Fra’ Roberto Caracciolo da Lecce: predicatore del secolo 15, Isola del Liri 1947.

 

Bull. franc. 1929-1949: Bullarium franciscanum, nova series, ad Claras Aquas 1929-1949.

 

Catamo 1976: Antonio Catamo, “Fra’ Roberto Caracciolo. Vescovo di Aquino e di Lecce”, Rassegna Salentina, anno I, n. 1, 1976, 9-15.

 

Chiappini 1922: “FrNicolai de Fara Epistolae duae ad sJoannem de Capistrano”, a cura di Aniceto Chiappini, Archfranchistor., XV, 1922, 393-405.

 

Chiappini 1928: Aniceto Chiappini, “De vita et scriptis frAlexandri de Riciis”, Archfranchistor., XXI, 1928, 96-102.

 

Fabretti, Bonaini, Polidori 1850: “Cronaca della città di Perugia nota col nome di Diario del Graziani”, a cura di Ariodante Fabretti, Francesco Bonaini, Filippo Luigi Polidori, Archivio storico italiano, XVI, 1850, 1, 597-603.

 

Zafarana 1976: Zelina Zafarana, “Caracciolo, Roberto”, in DBI, 19, 1976.

Link esterni
SchedatoreFederico Lattanzio
Data di compilazione02/05/2016 13:29:20
Data ultima revisione19/02/2017 23:14:23
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/266