NomeOrsini del Balzo, Raimondello
Altri nomi

Raimondo

Titoli

Principe di Taranto; conte di Lecce e Soleto; barone di Flumeri; signore di Venosa, Benevento, Brindisi, Conversano, Monopoli, Otranto, Gallipoli, Nardò, Oria, Ostuni e Martina Franca.

Data e luogo di nascita

1350-1355.

Data e luogo di morte

17 gennaio 1406.

Città

Lecce, Mesagne e Carovigno (dal 1385). Brindisi, Molfetta, Martina Franca, Altamura, Minervino, Barletta, Gallipoli e Monopoli (acquisite poco dopo il 1386; Brindisi, Barletta e Monopoli gli furono tolte da Ladislao nel 1399). Taranto (dal 1399; Matera, Castellaneta, Laterza, Massafra e Gioia del Colle furono distaccate dal principato ad opera di Ladislao proprio nel 1399). Soleto (dal 1399), Conversano.

Cenni biografici

Raimondello non aveva inizialmente possedimenti propri, in quanto secondogenito della prima moglie di Nicola, Giovanna di Sabran. Cercò allora di costruirsi in proprio la sua fortuna, attraverso la carriera militare. Volle, inoltre, aggiungere al cognome paterno (Orsini) quello ereditato dal ramo materno del padre (del Balzo). Suo padre Nicola, infatti, era figlio di Sveva del Balzo, oltre che di Roberto Orsini. Raimondello era stato adottato da Raimondo del Balzo, conte di Soleto e gran camerario del Regno, fratello di Sveva, poiché costui non aveva eredi diretti alla successione della contea (Esposito 2014, 103-104).
Le prime operazioni militari in cui fu protagonista furono legate allo scisma, quando nel 1378 Giovanna I non riconobbe papa Urbano VI in favore dell’antipapa Clemente VII, e Raimondello, presente a corte, fu inviato a sedare la sommossa scoppiata a Napoli in seguito a tale atto della regina. Nell’ambito invece delle guerre di successione al trono napoletano tra durazzeschi e angioini, in un primo momento parteggiò per questi ultimi. Poi, quando Urbano VI lo chiamò per crearlo confaloniere di Santa Chiesa e per prendersi cura del piccolo Ladislao, figlio di Margherita e Carlo III di Durazzo ed erede al trono, passò dalla parte durazzesca, dopo aver recuperato i buoni rapporti col pontefice, avendolo difeso durante un contrasto sorto in precedenza tra costui e Carlo stesso. Con la morte di quest’ultimo nel 1386, tuttavia, Raimondello dette inizio alla politica personale di conquista di terre nell’area pugliese. Già dal 1385 il matrimonio con Maria d’Enghien gli aveva portato in dote la Contea di Lecce e le Baronie di Mesagne e Carovigno. Negli anni seguenti si assicurò con la forza e l’astuzia la signoria su Brindisi, Molfetta, Martina Franca, Altamura, Minervino, Barletta, Gallipoli e Monopoli (Kiesewetter 2013, 150). Prese inoltre anche Taranto, avendo trovato nuovo sostegno negli angioini, in particolare in Luigi II. Nel 1399 la svolta: Ladislao e l’Orsini del Balzo si accordarono, in un incontro nella piana di Canosa, nel quale Raimondello si pose nuovamente dalla parte del re e questi gli riconobbe i possedimenti, infeudandogli ufficialmente anche il principato di Taranto (Vetere 2013, 11).
Da quel momento, tuttavia, Ladislao si rese conto che Raimondello aveva tra le mani un potere eccessivo e cominciò a restringere i suoi possessi, togliendogli Barletta, Brindisi e Monopoli, assegnate a Margherita di Durazzo, madre del re. Inoltre la consistenza territoriale del Principato di Taranto fu diminuita. Tutto ciò rese inevitabile il conflitto tra Ladislao e l’Orsini del Balzo, a partire dal 1401, quando a quest’ultimo furono cancellate anche le cariche pubbliche: ovvero quella di viceré in Terra di Bari e in Terra d’Otranto (Kiesewetter 2013, 151-153). La morte improvvisa di Raimondello, il 17 gennaio del 1406, non permise al conflitto tra i due di avere luogo.

Legami con altre persone o famiglie

Famiglia d’Aquino, per il matrimonio con Isabella d’Aquino, terza ed ultima contessa di Belcastro.

Famiglia d’Enghien, per il matrimonio con Maria d’Enghien, figlia di Giovanni ed erede anche dei Brienne.

Committenza/Produzione di opere letterarie
Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte

Secondo la tradizione, dopo il viaggio in Terra Santa (ante 1381), dove avrebbe visitato il santuario di Santa Caterina sul Sinai e, secondo la leggenda, rendendo omaggio ai resti, avrebbe strappato un dito della santa con i denti, riportata la reliquia in Italia, decise di fondare la chiesa di Santa Caterina a Galatina con annesso ospedale, affidandone la gestione ai Minori francescani.

Nel 1397 fece eseguire il campanile della chiesa di Sant'Antonio da Padova a Soleto, noto come la Guglia di Raimondello, per cura del maestro Francesco Colaci.

Nel 1404 fa eseguire interventi al castello di Taranto.

Collezioni di opere d'arte antica e moderna
Monumenti funebri o celebrativi

Cenotafio nella basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina.

Fonti iconografiche
Fonti manoscritte
Bibliografia

Allegrezza 1998: Franca Allegrezza, Organizzazione del potere e dinamiche familiari. Gli Orsini dal Duecento agli inizi del Quattrocento, Roma 1998.

 

Esposito 2014: Laura Esposito, “Il primo sconosciuto matrimonio di Raimondo del Balzo Orsini principe di Taranto. Alle origini dei suoi possessi negli Inventaria del 1396 e del 1402, in Il re cominciò a conoscere che il principe era un altro re. Il  Principato di Taranto e il contesto mediterraneo (secc. XII-XV), a cura di Gemma Colesanti, Roma 2014, 103-137.

 

Kiesewetter 2005: Andreas Kiesewetter, "Problemi della signoria di Raimondo del Balzo Orsini in Puglia (1386-1406)", in Studi sul principato di Taranto in età orsiniana, a cura di Giovangualberto Carducci, Andreas Kiesewetter, Giancarlo Vallone, Bari 2005, 7-88.

 

Kiesewetter 2008: Andreas Kiesewetter, “Maria d’Enghien”, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 70, Roma 2008.

 

Kiesewetter 2013b: Andreas Kiesewetter, “Il principato di Taranto fra Raimondo Orsini del Balzo, Maria d’Enghien e re Ladislao d’Angiò-Durazzo (1399-1407)”, in Un principato territoriale nel Regno di Napoli? Gli Orsini del Balzo  principi di Taranto (1399-1463), Atti del Convegno di studi (Lecce, 20-22 ottobre 2009), a cura di Luciana Petracca, Benedetto Vetere, Roma 2013, 147-161.

 

Litta 1819-1883: Pompeo Litta, Famiglie celebri italiane, 1819-1883, vol. 6, tavv. XI e XII degli Orsini.

 

Sansovino 1565: Francesco Sansovino, L’historia di casa Orsina, Venezia 1565.

 

Toomaspoeg 2013: Kristjan Toomaspoeg, “Orsini del Balzo, Raimondo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 79, Roma 2013.

 

Vetere 2013: Benedetto Vetere, “Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Un principe e una corte del Quattrocento meridionale, in Un principato territoriale nel Regno di Napoli? Gli Orsini del Balzo  principi di Taranto (1399-1463), Atti del Convegno di studi (Lecce, 20-22 ottobre 2009), a cura di Luciana Petracca, Benedetto Vetere, Roma 2013, 3-85.

Link esterni

Voce del Dizionario Biografico degli Italiani (Toomaspoeg 2013).

SchedatoreFederico Lattanzio, Antonio Milone
Data di compilazione29/04/2016 18:29:15
Data ultima revisione21/06/2023 13:07:10
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/260