Nome | Spatafora, Adriano de Guglielmo | |
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Altri nomi | SCHEDA IN COSTRUZIONE | |
Titoli | ||
Data e luogo di nascita | Cosenza 1496 | |
Data e luogo di morte | Napoli 1586 | |
Città | Cosenza, Napoli | |
Cenni biografici | Adriano era figlio di Antonio Spatafora e nipote di un Guglielmo che fu ufficiale della cavalleria di Alfonso e Ferdinando d'Aragona. Questi rapporti parentelari erano ricordati nell'iscrizione collocata nella Cappella Spatafora in San Giovanni Maggiore (crf. D'Engenio 1623, 57). Un profilo biografico aggiornato in Iasiello 2003 (in particolare 65-68). | |
Legami con altre persone o famiglie | Della Porta (zio di Giovan Battista e Giovan Vincenzo della Porta) Martirano | |
Committenza/Produzione di opere letterarie | ||
Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte | ||
Collezioni di opere d'arte antica e moderna | La collezione di antichità di Spatafora era una delle più ricche della Napoli del XVI secolo e sembra essere stata costituita, nel suo nucleo pià consistente, già intorno alla metà del secolo. La provenienza dei pezzi è essenzialmente flegrea o napoletana (cfr. Iasiello 2003, 68-80). Accanto alle antichità Spatafora, collezionista, antiquario e raffinato conoscitore, possedeva una nutrita biblioteca nella quale spiccavano le sillogi epigrafiche di Fra Giocondo e di Giovanni Pontano (Iasiello 2003, 70). In più di un caso è possibile verificare come Spatafora avesse acquistato antichità attraverso gli altri cosentini residenti a Napoli: Ferdinando Mangione, probabile intermediario per il territorio di Pozzuoli, e Bernardino Martirano, al quale Adriano era legato da uno stretto sodalizio culturale e politico che andava ben oltre la comune passione antiquaria. L'unico legame con le antichità calabresi risulta, al momento, il possesso di una trascrizione del capitolo del noto testamento di Manio Megonio Leone, inciso su una base di statua tuttora conservata nella Cattedrale di Strongoli. | |
Monumenti funebri o celebrativi | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti manoscritte | ||
Bibliografia | D'Engenio 1623: Napoli sacra di d. Cesare D'Engenio Caracciolo, napolitano: Oue oltre le vere origini, e fundationi di tutte le chiese, monasterij, spedali, & altri luoghi sacri della città di Napoli, e suoi borghi [...]Opera un pezzo fa desiderata, ma hora la prima volta vede la luce delle stampe, in Napoli, per Ottavio Beltrando, ad istantia de Francesco Buonocore, 1623.
Iasiello 2003: Italo Iasiello, Il Collezionismo di antichità nella Napoli dei Vicerè, Napoli 2003, 65-80. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Stefania Tuccinardi | |
Data di compilazione | 16/12/2015 17:30:09 | |
Data ultima revisione | 14/02/2018 12:49:47 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/235 |