NomeDi Leo, Mario
Altri nomiMarius De Leo
Titoli
Data e luogo di nascitaBarletta, circa 1500
Data e luogo di morteBarletta, 1558
Città

 

Barletta

Cenni biografici

 

Nacque intorno al 1500 a Barletta, studiò a Napoli diritto e divenne utriusque juris doctor. Visse per lo più nella sua città.

Legami con altre persone o famiglie

 

Giovanni (fratello); Landomia de Pomis di Barletta (moglie); Giacomo de Gerardinis, Matteo Curcio (notai barlettani che riportano varia documentazione relativa al Di Leo); Maria Cardona marchesa di Padula (dedicataria dell'Amor prigioniero).

 

Stando a Frettoni 1991, Di Leo "intrattenne rapporti con gli esponenti delle più nobili casate napoletane e con i più celebri letterati del suo tempo, come il Bembo il Rota, il Molza, il Martirano, Bernardo Tasso, Scipione Capece, Vittoria Colonna".

Committenza/Produzione di opere letterarie

 

Autore del poema in ottava rima Amor prigioniero (Di Leo 1538, con varie ristampe; edizione moderna: Parente 1942, cf. anche la messa a punto sulle stampe in Petraglione 1942a), composto di 259 ottave divise in due canti, in cui si immagina una battaglia mitologica, combattuta nei pressi di Napoli, tra Amore e le donne, vinto da queste.

Nel poema, che risente fortemente della versificazione ariostesca, figura un catalogo delle nobildonne del Regno di Napoli, lungo e articolato, nel quale sono menzionate le donne più celebri della corte di Napoli e della feudalità regnicola. Non manca un riferimento generico alle donne di Barletta, in un pugno di stanze in cui Di Leo compone un elogio della terra dell'Aufido, con menzione di Canne etc. (Canto II, pp. 430-432 dell'ed. del 1572):

 

Io gli risposi: Quel drapel c'hai detto,

signore, il conobb'io, che meco nacque

presso a l'Aufido mio, nel dirimpetto

del loco ove il Gargano entra ne l'acque,

e per disio d'honor che l'arse il petto

venir con questa compagnia le piacque,

acciò s'intenda più famoso il grido,

più chiaro il suon del mio nativo nido.

 

Il qual tempra con questo il dolor fero

ch'indegnamente il ciel vuol che l'aggravi

(benché se quel che tien del mondo impero

rimembra mai la fe' serbata agli avi,

avenir si vedrà, né indarno spero,

che forse più bel loco Adria non lavi)

et vuol che sol per questo egli s'appregi

né cerca altri ornamenti, od altri fregi,

 

non che del loco ha le reliquie antiche,

u' stette Roma con l'imperio in forse,

quando fra campi di mature spiche

pien di sangue roman l'Aufido corse;

né più si vanta che con voglie amiche

a l'Aquila smarrita albergo porse,

quando preso vigor nel nido nostro

spennacchiò l'ali al Gallo, e ruppe il rostro.

 

In queste ottave Barletta è definita mediante il riferimento all'Aufido. Benché con versi alquanto oscuri e allusivi, Di Leo sembra qui rivolgersi a Carlo V ("quel che tien del mondo impero"), affinché si ricordi della fedeltà mostrata dalla città ai suoi avi (evidentemente la guerra del 1501-1503, quando la città fece da quartier generale alle truppe spagnole, fino alla vittoriosa battaglia di Cerignola). Il "dolor" a cui si fa riferimento sembra riferirsi ai disastri della guerra del 1528, quando, per volere di Renzo da Ceri, comandante delle truppe della lega anti-imperiale, la città fu danneggiata e interi quartieri suburbani furono rasi al suolo per isolare meglio la cinta muraria. Di Leo sembra affermare che la città vuol far valere solo la sua fedeltà, lasciando in secondo piano sia la memoria gloriosa dell'antico locale (cf. il riferimento alla battaglia di Canne), sia la più recente gloria di essere stata il nido in cui "l'aquila" è cresciuta in forze fino a spennacchiare il gallo francese: versi che sembrano alludere alla celebre disfida di Barletta.

 

Santeramo sottolinea come accenti encomiastici particolari figurino all'indirizzo delle donne di casa Gonzaga (Dorotea, Giulia), forse in virtù della signoria posseduta da questa famiglia sul feudo pugliese di Molfetta  (Santeramo 1951, 134-135); sul trattamento delle donne di casa Gonzaga, tuttavia, non sembra essere posta dal poeta maggiore enfasi rispetto ad altre nobildonne.

 

In calce a un documento notarile barlettano del 1534, vergato dal notaio Giacomo de Gerardinis, si trova l'unica altra opera nota del Di Leo: si tratta di una canzone rinvenuta nel 1942, Deh, non ti spiaccia, amor, trascritta dal notaio stesso (ed. Petraglione 1942b).

Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte
Collezioni di opere d'arte antica e moderna
Monumenti funebri o celebrativi

 

Fu tumulato nella cappella di famiglia della sua città natale, nella cattedrale, e la sua lapide ancora preservata riporta la seguente iscrizione (testo in De Leone 1888, 95):

JOHANNES DE LEO MAG. | I. V. D. MARIO DE LEO | MILITIQ. AVRA FRATRI | CARISSIMO SIBIQ. HEREDIBUS | AC CONSANGVINEIS | SVIS POS. MDLVIII

Fonti iconografiche
Fonti manoscritte
Bibliografia

 

Stampe dell'Amor prigioniero:

 

Di Leo 1538: Amore pregionero di m. Mario Di Leo da Barletta nel quale dimostra quanto siano poche le forze dello amore [Napoli, J. Sultzbach, 1538]

 

Di Leo 1550: Amore pregionero di m. Mario Di Leo da Barletta nel quale dimostra quanto siano poche le forze dello amore, in Vinegia, appresso Giouanni Andrea Vauassorio detto Guadagnino, 1550.

 

Di Leo 1551: Amore pregionero di m. Mario di Leo da Barletta. Nel quale dimostra quanto siano poche le forze d'amore, in Vineggia, appresso d'Agostino Bindoni, 1551.

 

Il testo fu riprodotto anche nella Seconda parte delle stanze di diversi autori novamente mandata in luce, Venezia, Gabriel Giolito de' Ferrari, 1563, con numerose ristampe (1572, 1580, 1586 e 1589).

 

 

Studi ed edizioni:

 

De Leone 1888: Filippo De Leone, “Per Barletta. Passeggiata storico-artistica”, Rassegna Pugliese di Scienze, Lettere ed Arti, V, 1888, 60-62; 94-96; 157-159; 174-175; 253-255; 312-315; 347-350.

 

Ceci, Croce 1894: G. Ceci, B. Croce, “Il poemetto L'Amor prigioniero di Mario Di Leo da Barletta”, Rassegna pugliese di scienze, lettere ed arti, 11, 1894, 41-44.

 

Cassandro 1940: M. Cassandro, “Un poeta barlettano del 500: Mario Di Leo”, Bollettino per l'anno 1939 della Sez. di Barletta della R. Deputazione di storia patria per le Puglie, Barletta 1940, 15-20.

 

Croce 1953(1942): B. Croce, Aneddoti di varia letteratura, I, Bari 1953 (1a ed. 1942), 319-324.

 

Petraglione 1942a: “Notiziario”, a cura di G. Petraglione, Japigia, 13.3, 1942, 207.

 

Petraglione 1942b: “Notiziario. Una lirica inedita di Mario Di Leo poeta barlettano del sec. XVI”, a cura di G. Petraglione, Japigia, 13.4, 1942.4, 265-266.

 

Parente 1942: Marc'Antonio Epicuro, I drammi e le poesie italiane e latine, aggiuntovi L'amore prigioniero di Mario Di Leo, a cura di A. Parente, Bari 1942.

 

Santeramo 1951: Salvatore Santeramo, “I Gonzaga, la Puglia ed i priorati di S. Giovanni e di S. Sepolcro in Barletta”, Archivio Storico Pugliese, 3-4, 1951, 133-148.

 

Frettoni 1991: Marina Frettoni, "Di Leo, Mario", in DBI, 40, 1991.

Link esterni

 

Santeramo 1951

 

Frettoni 1991

SchedatoreVeronica Mele, Lorenzo Miletti
Data di compilazione18/12/2014 13:14:31
Data ultima revisione20/12/2014 16:10:39
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/190