Nome | Cantalicio, Giovanni Battista Valentini detto il | |
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Altri nomi | Iohannes Baptista Cantalicius o Cantalycius | |
Titoli | Vescovo di Atri e Penne, su nomina di papa Giulio II in data 29 novembre 1503. | |
Data e luogo di nascita | Cantalice (Rieti) 1445 c.a. | |
Data e luogo di morte | Roma?, 1515 | |
Città | Cantalice, Roma, San Gimignano, Foligno, Rieti, Perugia, Spoleto, Viterbo, Napoli, Atri, Penne. | |
Cenni biografici | Il più recente e completo profilo biografico dell’umanista Giovambattista Cantalicio è costituito da Germano 1996a. Tale ricostruzione va tuttavia rivista, limitatamente alle vicende degli anni 1493-1494, alla luce di nuove acquisizioni e riflessioni contenute in del Noce 2012, 7-22, e del Noce 2013.
L’incertezza avvolge ancora i primi vent’anni di vita di Giovambattista Valentini. Certa è soltanto la patria, Cantalice, cittadina della Conca Reatina a quei tempi annessa al Regno di Napoli, dove nacque verso il 1445 e dovette intraprendere i primi studi. Le nubi cominciano a diradarsi intorno al 1467, quando il giovane diede inizio alla quadriennale permanenza a Roma, fondamentale per perfezionare il suo percorso formativo: ebbe modo, infatti, di seguire le lezioni di Gaspare Veronese, docente di retorica e antichità, e di intrattenere proficui rapporti coi più illustri esponenti dell’Accademia Romana. Tuttavia, le incipienti ristrettezze finanziarie lo obbligarono ad assumere contemporaneamente diversi modesti impieghi, presso la Curia e come precettore privato. Cominciò quindi nel 1471, per protrarsi ininterrottamente per più di un ventennio, l’esperienza del Cantalicio come pubblico insegnante di grammatica, retorica, poetica e storia romana. Tale attività l’avrebbe condotto alle dipendenze di numerosi Comuni dell’Italia centrale, in un precario peregrinare da un centro all’altro tra molteplici difficoltà in primo luogo di natura economica. Di tale fase, che è la più tormentata della biografia cantaliciana, non tutti i passaggi risultano a tutt’oggi chiariti in dettaglio. Ad ogni modo, è naturale che la permanenza in alcuni centri si segnali alla nostra attenzione per la maggiore durata e per l’intensità delle esperienze vissutevi dall’umanista. Nel corso del soggiorno a San Gimignano (1471-fine 1476), egli dedicò a Lorenzo il Magnifico il poemetto in metro elegiaco De Volaterranorum rebellione et eorum calamitate, sulla repressione fiorentina della rivolta dei Volterrani (1472), nonché la raccolta del primo nucleo degli Epigrammata ed una copia dei Priapea, corredata dal proprio commento. Disattese tali richieste di protezione, l’unico modo per porre fine alla frustrazione dovuta alle modeste condizioni di vita fu la fuga, cui l’umanista si diede dopo aver intascato anticipatamente lo stipendio di un nuovo anno scolastico. A Foligno (fine 1477-maggio 1483) il Cantalicio visse, invece, un periodo fecondo e costellato di soddisfazioni. In ambito pedagogico, fu apprezzato per interessanti sperimentazioni, come la rappresentazione di commedie terenziane da parte dei suoi allievi, e redasse il primo nucleo dei Canones grammatices et metrices, manuale che tanta fortuna avrebbe conosciuto tra la fine del XV e il XVI secolo. I suoi interessi filologici lo videro impegnato nell’allestimento della prima edizione del commento all’Ibis di Ovidio. Strinse amicizia con Polidoro Tiberti, podestà della città, e cercò invano di segnalarsi a Giulio Cesare Varano, signore di Camerino, con la dedica della silloge epigrammatica intitolata appunto Camerina, e ad Alfonso d’Aragona, duca di Calabria, incontrato durante la guerra di Toscana (1979-1980). Debiti insanabili lo costrinsero nuovamente alla fuga. Al Tiberti dedicherà un epigramma per celebrare il suo ruolo di praetor di Sulmona, pubblicato in seguito negli Epigrammata (Cantalicio 1494), e di grande interesse per l'antiquaria sulmonese. La serenità della successiva permanenza a Rieti (giugno 1483-1486) venne subito offuscata dai problemi giudiziari di un cognato, le cui spese finirono di nuovo per impoverire il nostro umanista. Ciò non gli impedì, tuttavia, di portare a compimento il commento all’Ibis. Gli incipienti contrasti tra la comunità reatina e la vicina Cantalice, patria del poeta, motivarono una sua nuova, repentina partenza. Seguirono anni di frenetici spostamenti alla ricerca di una più conveniente collocazione. Tra le città interessate figurano Perugia (1487-1488), dove ultimò l’allestimento dell’autografo ms. Urb. Lat. 662 recante il commento alle Satire di Giovenale, e Spoleto (1488-1490), donde si schierò con alcuni epigrammi al fianco dell’amico Poliziano nella disputa filologica contro Mabilio Novato. Il periodo trascorso a Viterbo (fine 1491-1492) si distingue, infine, per l’intensa attività filologica: il Cantalicio si diede alla stesura di nuovi studi, tra cui un commento a Persio e, probabilmente, quello al libro X di Columella, un’interpretazione dei distici di Marziale e una delle Silvae di Stazio. Nel marzo del 1493 – anno in cui il Valentini lavorò come insegnante a spese pubbliche nella nativa Cantalice – vide la luce a Venezia l’edizione principe dei Canones grammatices et metrices, mentre al gennaio del 1494 risale la princeps, anch’essa veneziana, degli Epigrammata. Tra il febbraio e l’aprile dello stesso anno il nostro completò i Feretrana, una silloge di epigrammi celebranti le gesta del defunto Federico da Montefeltro, e ne consegnò personalmente il codice di dedica a suo figlio Guidobaldo, duca d’Urbino. Sarebbe stata, tuttavia, un’altra grande famiglia del tempo, quella dei Borgia, a garantire negli ultimi anni di vita al nostro umanista il sostegno economico tanto sperato. Già nel maggio del 1494, infatti, egli entrò al seguito del cardinale Giovanni Borgia senior: dopo circa un bimestre trascorso a Napoli, dove il cardinale era rappresentante pontificio, lo seguì nella sua intensa attività diplomatica in diverse località dell’Italia centrale fino alla primavera del 1495. Quindi, non sappiamo bene quando, passò al seguito del cardinale Giovanni Borgia iunior, legato del papa presso Ferdinando II d’Aragona: con lui si trattenne nuovamente a Napoli per l’intero 1496 e a lui dedicò, intorno al 1498, la raccolta encomiastica intitolata Borgias. In veste di precettore del giovane Pier Luigi Borgia – cardinale anche lui dal 1500 – il Cantalicio si trattenne a Napoli tra la fine del regno aragonese e la prima fase del Vicereame. Ma col suo protettore fu sicuramente a Roma, tra la fine del 1501 e l’inizio del 1502, per assistere alle nozze di Lucrezia Borgia con Alfonso d’Este: le grandiose feste organizzate per l’occasione funsero da spunto per la dedica ad Alessandro VI della raccolta degli Spectacula Lucretiana. Nel corso della dimora partenopea, fece conoscenza e familiarizzò con Gonsalvo da Cordova, cui dedicò il poema De bis recepta Parthenope seu Gonsalvia, redatto intorno al 1503. Fu proprio per intercessione del Gran Capitano e del suo influente discepolo Pier Luigi Borgia che, il 29 novembre 1503, il Cantalicio fu nominato vescovo di Atri e Penne, in Abruzzo. La sua vita dovette subire una svolta radicale, ma purtroppo le nostre conoscenze dei suoi ultimi anni riguardano quasi esclusivamente l’attività letteraria, che continuò su più fronti. Oltre ad una nuova opera encomiastica intitolata Venatio – un poemetto sulla caccia, dedicato a Pier Luigi Borgia fra il 1505 e il 1510 – risalgono a questa fase alcuni scritti di argomento sacro, più consoni al magistero episcopale, come una Esposizione degli Inni Sacri con dedica al cardinale napoletano Carafa. Ma l’umanista era ormai avanti negli anni e stanco per le vicissitudini passate: dopo aver preso parte alle prime sedute del Concilio Lateranense, probabilmente il 3 luglio 1514, nominò suo coadiutore il nipote Valentino Cantalicio, che gli sarebbe definitivamente succeduto sulla cattedra episcopale il 28 giugno 1515. Lo stesso giorno, o poco dopo, Giovambattista Valentini morì, all’età di almeno settant’anni. | |
Legami con altre persone o famiglie | Gaspare Veronese, Accademici romani, Lorenzo il Magnifico, Polidoro Tiberti, Giulio Cesare Varano, Alfonso d’Aragona duca di Calabria, Angelo Poliziano, Montefeltro (Federico, Ottaviano Ubaldini della Carda, Guidobaldo, Elisabetta Gonzaga), Borgia (card. Giovanni senior, card. Giovanni iunior, card. Pier Luigi, papa Alessandro VI), Gonsalvo da Cordova. | |
Committenza/Produzione di opere letterarie | A dispetto della quantità, soltanto una piccola parte degli scritti cantaliciani conobbe stampe coeve, e cioè la Summa di grammatica (Cantalicio 1493), gli epigrammi (Cantalicio 1494) e la Gonsalvia (Cantalicio 1506). La maggior parte della produzione poetica ed erudita dell’umanista giace, invece, ancora inedita. Al momento risultano pubblicate criticamente solo le seguenti opere poetiche: gli Spectacula Lucretiana (Cantalicio 1996 e Cantalicio 2010), i Bucolica (Cantalicio 1996), i canti dedicati a Leone X (Cantalicio 2004), i Volaterrana (Cantalicio 2006). Tra gli inediti ricordiamo il commento a Persio (Parigi, BN lat. 8277), il De Zelfa factione e il De Ursinae familiae origine et eiusdem clarissimis ducibus: Arctologus, questi ultimi due conservati in un ms. napoletano (Napoli BNN, ms. V E 41) per i quali v. il cap. 1 in Germano 2004 e Russo 2011. | |
Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte | ||
Collezioni di opere d'arte antica e moderna | ||
Monumenti funebri o celebrativi | La salma del Cantalicio «fu tumulata in un monumento sepolcrale che ancor oggi mostra la statua episcopale del nostro a destra dell’altare maggiore della Chiesa di S. Maria del Popolo a Cantalice» (Germano 1996a, 45). | |
Fonti iconografiche | ||
Fonti manoscritte | Tra i manoscritti recanti opere cantaliciane una menzione particolare merita l’autografo ms. XVI A 1 della Biblioteca Nazionale di Napoli, testimone assai significativo e imprescindibile di gran parte della produzione poetica dell’umanista. È un bel codice cartaceo del primo Cinquecento, in cui il Cantalicio mise insieme «un’ampia silloge dei suoi carmi, per lo più inediti, e la raccolta dovette nascere, almeno in prima intenzione, come copia di dedica per il cardinale di Santa Croce, Bernardino Carvajal» (Monti Sabia 1996, 49-50). Poi, però, egli dovette decidere di tenere per sé il manoscritto, che finì presto per trasformarsi «in una specie di summa della sua poesia» (ivi, 51): in esso l’umanista andò via via trascrivendo in bella copia vecchi e nuovi carmi e raccolte, probabilmente dopo averne sottoposto il testo ad uno scrupoloso lavoro di revisione, come è lecito supporre data l’accuratezza dell’allestimento. Ricordiamo poi Parigi, BN Lat. 8277 | |
Bibliografia | OPERE
Cantalicio 1493: Summa perutilis in regulas distinctas totius artis grammatices et artis metrices Cantalycii viri doctissimi foeliciter incipit. Impressum Venetiis per me Vincentium de Benalis. Anno Domini M.CCCC.LXXXXIII die XV marcii [Grammatica latina con avviamento alla metrica, più volte ristampata nei secc. XV e XVI].
Cantalicio 1494: Epigrammata Cantalycii et aliquorum discipulorum eius. Impressum Venetiis per Matheum Capcasam parmensem anno Incarnationis Domini M.CCCC.LXXXXIII die XX ianuarii.
Cantalicio 1506: Cantalycii episcopi Pinnensis atque Adriensis De bis recepta Parthenope Gonsalvia. Parthenope impressit hoc tibi lector opus, stygmata Gismundus fecit Gonsalvia Mair die XX iulii, 1506 [poema ristampato nei secc. XVI-XVIII].
Cantalicio 1996: Giambattista Cantalicio, Bucolica, a cura di Liliana Monti Sabia, Spectacula Lucretiana, a cura di Giuseppe Germano, Messina 1996.
Cantalicio 2004: Giovambattista Cantalicio, La vacanza fuori Roma del Papa Leone X e altri carmi scelti inediti, a cura di Giuseppe Germano, Napoli 2004 [il poemetto De secessu ab Urbe Leonis Xi Pontificis Maximi cum parte Cardinalium, il carme De morte Setini, catelli Cardinalis Severinatis ed altri carmi].
Cantalicio 2006: Giovan Battista Cantalicio, Volaterrana ad Florentiae populos, a cura di Paolo Pontari, in Antonio Ivani da Sarzana, Opere storiche, a cura di Paolo Pontari e Silvia Marcucci, Firenze 2006, 453-492.
Cantalicio 2010: Giambattista Valentini Cantalicio, Spectacula Lucretiana, introducció, edició crítica, traducció amb notes i índexs de Ferran Grau i Codina, Josep Maria Estellés i Gonzàlez, Jordi Pérez i Durà, proemi de Joan Francesc Alcina i Rovira, estudi codicològic de Francesc M. Gimeno i Blay, València 2010.
STUDI
Altamura 1956: Antonio Altamura, “Un poemetto inedito di Giambattista Cantalicio”, in Id., Studî e ricerche di letteratura umanistica, Napoli 1956, 79-92.
Baldelli 1983a: Ignazio Baldelli, “Adonii italiani in una saffica latina del Cantalicio”, in Id., Medioevo volgare da Montecassino all’Umbria, Bari 19832, 239-254.
Baldelli 1983b: Ignazio Baldelli, “Glossario latino-reatino del Cantalicio”, in Id., Medioevo volgare da Montecassino all’Umbria, Bari 19832, 195-238.
Casanova-Robin 2012: Hélène Casanova-Robin, “La représentation de la guerre franco-napolitaine dans la Bucolique VI de Cantalicio”, in La lyre et la pourpre. Poésie latine et politique de l’Antiquité tardive à la Renaissance, sous la direction de Nathalie Catellani-Dufrene et Michel Jean-Louis Perrin, Rennes 2012, 191-206.
Croce 1924: Benedetto Croce, “Sulla vita e sulle opere del Cantalicio. Appunti ed estratti”, Archivio Storico per le province napoletane, 49 (n.s. 10), 1924, 155-191.
Croce 1943: Benedetto Croce, “Un maestro di scuola e versificatore latino del Rinascimento: il Cantalicio”, in Id., Uomini e cose della vecchia Italia, s. I, Bari 19432, 46-67.
Croce 1953: Benedetto Croce, “Un poema inedito del Cantalicio sulla caccia”, in Id., Aneddoti di varia letteratura, I, Bari 19532, 147-157.
del Noce 2009: Gianluca del Noce, “L’epistola di dedica dei Feretrana di Giovambattista Valentini, detto il Cantalicio, ed il suo significato programmatico”, Studi Rinascimentali, 7, 2009, 17-29.
del Noce 2012: Gianluca del Noce, I Feretrana di Giovambattista Cantalicio e il loro rapporto con le fonti letterarie classiche, Tesi di dottorato in Filologia Classica presso l’Università degli Studi di Salerno e in Langues et littératures anciennes presso l’Université de Rouen, discussa a Fisciano (Sa) il 7 maggio 2012.
del Noce 2013: Gianluca del Noce, “Il Cantalicio e la corte di Urbino: inquadramento biografico e cronologia di composizione e dedica dei Feretrana”, Bollettino di Studi Latini, 43/1, 2013, 87-103.
del Noce 2014: Gianluca del Noce, “Historiographie et rhétorique épidictique dans les Feretrana, recueil d’épigrammes biographiques de Giovambattista Cantalicio”, in Rhétorique, stylistique et poétique (Moyen Âge-Renaissance), Actes du IIIe Congrès de la SEMEN-L – Société d’Études Médio- et Néo-latines (Bordeaux, 11-13 octobre 2012), sous la direction d’Anne Bouscharain et Danièle James-Raoul, Bordeaux 2014, 69-81.
Germano 1996a: Giuseppe Germano, “Giambattista Valentini detto il Cantalicio: vicende biografiche e produzione letteraria”, in Cantalicio 1996, 9-46.
Germano 1996b: Giuseppe Germano, “Gli Spectacula Lucretiana e il loro sfondo storico”, in Cantalicio 1996, 115-154.
Germano 2004: Giuseppe Germano, “Introduzione”, in Cantalicio 2004, 13-72.
Germano 2014: Giuseppe Germano, “Rappresentazioni del lusso e trasfigurazione del reale negli Spectacula Lucretiana del Cantalicio”, Studi Rinascimentali, 12, 2014, 77-90.
Messini 1940: Angelo Messini, “Il Cantalicio maestro di scuola a Foligno (1477- 1483)”, Giornale storico della Letteratura Italiana, 115/1-2, 1940, 15-38.
Monreal 2002: Ruth Monreal, “Una biografia in versi: gli epigrammi di Giovanni Battista Valentini, detto il Cantalicio, sulla vita e le gesta di Federico da Montefeltro”, Studi Umanistici Piceni, 22, 2002, 129-137.
Monreal 2005: Ruth Monreal, “Cantalycius’ Gedichte auf Federico da Montefeltro”, in Heinz Hofmann, Ruth Monreal, Claudia Schindler, “Neulateinische Dichtung am Hof von Federico da Montefeltro”, Neulateinisches Jahrbuch, 7, 2005, 151-166.
Monti Sabia 1996: Liliana Monti Sabia, “Tradizione manoscritta e a stampa delle Eclogae e degli Spectacula Lucretiana”, in Cantalicio 1996, 47-59.
Morici 1905: Medardo Morici, “Giambattista Valentini detto il ‘Cantalicio’ a San Gimignano”, Miscellanea storica della Valdelsa, 13/1, 1905, 9-43.
Picci 1911: Cesare Picci, Il Liber Epigrammatum di G. B. Valentini detto il Cantalicio. Notizie biografiche, Varallo-Sesia 1911.
Pontari 2006: Paolo Pontari, “Il Sacco in versi: i Volaterrana di Giovan Battista Cantalicio”, in Cantalicio 2006, 453-461.
Russo 2011: Filomena Russo, “Giovambattista Valentini, detto il Cantalicio, e gli Orsini di Bracciano: un poeta fra sperimentazione letteraria e omaggio cortigiano. Note sul De Zelfa Factione e sull’Arctologus”, Studi Rinascimentali, 9, 2011, 73-87.
Sacchetti Sassetti 1901: Angelo Sacchetti Sassetti, “I maestri di grammatica in Rieti sullo scorcio del Medio Evo”, Bollettino della Regia Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, 7, 1901, 467-501.
Sacchetti Sassetti 1948: Angelo Sacchetti Sassetti, Il Cantalicio e il suo primo passo nell’insegnamento, Rieti 1948.
Schirg 2015: Bernhard Schirg, “Betting on the antipope. Giovambattista Cantalicio and his cycle of poems dedicated to the schismatic Cardinal Bernardino de Carvajal in 1511 (with an edition and translation from Naples, Biblioteca Nazionale, ms. XVI A 1)”, Spolia. Journal of medieval studies, 2015, 248-285: http://www.spolia.it/online/it/documents/spolia2015.pdf
Zannoni 1894: Giovanni Zannoni, “Il Cantalicio alla corte di Urbino”, Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche, s. V, 3, 1894, 485-507.
Zappacosta 1973: Guglielmo Zappacosta, “Cantalycii in Ibin Ovidianum Labyrinthum interpretatio”, Latinitas, 21/3, 1973, 269-285.
Zappacosta 1984: Guglielmo Zappacosta, “Commento del Cantalicio a Giovenale”, in Id., Il Gymnasium perugino e altri studi sull’Umanesimo umbro (con testi inediti e rari), a cura di Vincenzo Licitra, Roma 1984, 229-287. | |
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Schedatore | Gianluca Del Noce | |
Data di compilazione | 15/10/2014 17:23:15 | |
Data ultima revisione | 08/09/2016 23:33:23 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/175 |