Nome | Sanseverino, Roberto I | |
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Altri nomi | Robertus de Sancto Severino, Sanseverinus | |
Titoli | Conte di Sanseverino, Marsico e Tursi, e Principe di Salerno dal 1463 | |
Data e luogo di nascita | 1428 | |
Data e luogo di morte | 1474 | |
Città |
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Cenni biografici | Secondogenito di Giovanni, succedutogli per la morte prematura del fratello maggiore Luigi, Roberto, nel 1454 era già membro del Sacro Regio Consiglio e, nell'ottobre 1456, insieme ad altri baroni, prestò omaggio a Ferrante d'Aragona, allora duca di Calabria, e di nuovo nel luglio 1458, come nuovo re di Napoli. Nel febbraio 1460 fu creato Grande Ammiraglio del regno, dal cui ufficio era stato rimosso il ribelle Marino Marzano, duca di Sessa. Dopo la battaglia di Sarno (7 luglio 1460), in cui la presenza del conte è ricordata da Pontano, per alcuni mesi aderì al partito angioino, trattando la resa con Giovanni Antonio Orsini; nel dicembre dello stesso anno tornò alla fedeltà aragonese, conservando gli stati e il grande ufficio. La breve defezione comportò, però, il passaggio all'Angioino anche dello zio Luca Sanseverino, duca di San Marco, e di alcune terre in Basilicata e Calabria. Il suo ritorno alla fedeltà aragonese fu mediata dall'omonimo Roberto, nipote del duca di Milano, Francesco Sforza, e fu seguita da quella del cugino Luca, di Luigi Gesualdo, conte di Buccino, e i suoi figli conti di Conza e di Brienza. All'indomani dell'assedio di Salerno (giugno-luglio 1462), nel settembre 1462, in qualità di viceré dei due Principati, Basilicata e Calabria, concesse, insieme a re Ferrante, capitoli e grazie all'Università di Salerno. Il successivo 30 gennaio ottenne l'investitura del Principato di Salerno, conquistato al filoangioino Felice di Raimondo Orsini, e probabilmente già richiesta in occasione dei patteggiamenti del 1460. Nel 1466 fu ascritto alla confreternita di S. Marta, come lo era già stato suo padre Giovanni per concessione di re Alfonso. Il ritratto che ne taccia Pontano nell'opera dedicata al Sanseverino ne restituisce la figura del perfetto principe rinascimentale, valoroso capitano e dedito a studi filosofici e storici. La sua attenzione per la vita culturale è testimoniata anche dalla protezione concessa a Masuccio Salernitano, suo segretario, e dalla costruzione del suo palazzo di Napoli, ricordato anche dallo stesso Masuccio. | |
Legami con altre persone o famiglie | Raimondina Del Balzo Orsini, figlia di Gabriele duca di Venosa (moglie); Antonello, principe di Salerno (figlio); Giovanna Sanseverino dei principi di Bisignano (madre); Barnaba, conte di Lauria (fratello) | |
Committenza/Produzione di opere letterarie |
Dedicatario del De oboedientia di Giovanni Pontano
Dedicatario della novella 6 del Novellino di Masuccio Salernitano.
Nel Parlamento de lo autore al libro suo che conclude l'opera, Masuccio inserisce un compianto per la morte di Roberto:
Morto è lo ligiadro e bello cavaliero, il pirigrino e magnanimo signore, lo serenissimo Roberto principe salernitano, lo sapientissimo e grandi ammiraglio del nostro denigrato e viduo reame! Per il quale con approvata verità, puro piangendo, porai [dire]: “È la vertuosa liberalità con perpetuo esilio discacciata; questa dispiatata e cruda morte con violente rapina ha la carità estinta, lo refrigerio de' poveri mancato, e lo presidio de indigenti finito, e finalmente le porte del generale albergo de' gintiluomini in eterno serrate”. Piangi, Novellino mio, ché è già morto colui per cui le littere, e latine e materne, erano celebrate, per cui la militare disciplina e con opere e con consiglio, cossì negli bellicosi esercicii como ne le regale palustre e suntuosi giochi de Marte, con ordene grandi era adoperata, e per cui gli feroci e timidi animali, venando, erano molestati, e tante nature de ucelli inquietati. Esclama, dunque, povero Novellino, che tale eccelso principe con la sua morte ha uccisa la iusticia, che con tanta integrità la facea ministrare; per essa è la verità ascosa e ogne fiorita vertù prostrata a terra; e con [la più] alta voce che te retrovi, chiama: “O glorioso principe, dove è la tua ornata e sentenciosa eloquenzia, dove è il mirabile ingegno, e il gran vedere e lo ottimo iudicio e perfetto consiglio, che, cossì ne le importante e publice como ne le minime private cose, con tanta prodencia e secundo la oportunità lo rechiedeva, con iusta bilanza donavi?”. E però piangendo, dolente mio criato, a' presenti e a' posteri de dire non restare che, de tale e tanta oscura e repentina morte essendo a me mancata la vita, non te posso, como avea già diliberato, d'altre assai dilicature e notivoli parti accompagnare. Essa dunque improvista e quasi violente morte me ha voluntario fatta la mia lira distemperare e 'l stracco calamo a Mercurio votato innanzi il prepostato termene del tutto offirire, e in manera tale che, a me medesmo perpetuo scilencio imponendo, voglio che de cose liete piacevole e giocunde non me sia, insino che l'amara vita me dura, mai più lo scrivere, concieso. E cossì dal tuo Masuccio lacrimoso e mesto, lassandolo de nero vestito, togli il tuo ultimo conviato. Vale. | |
Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte | Nel 1466 ottiene bolla papale da Paolo II per la costruzione del monastero domenicano di San Giovanni in Palco a Mercato San Severino per il quale il padre Giovanni aveva disposto nel 1444 un lascito testamentario di 6000 ducati. Nel 1470, dopo l'abbandono da parte delle benedettine, Roberto affida il complesso monastico della Pietà di Teggiano ai Minori Osservanti, promuovendone la riedificazione (1476). | |
Collezioni di opere d'arte antica e moderna | ||
Monumenti funebri o celebrativi | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti manoscritte | Ms Branc. IV B 1, cc. 234-239r (XVI ex.), Biblioteca Nazionale, Napoli.
Ms Prignano, G. B. Prignano, Historia delle famiglie di Salerno. Ms. 276, Biblioteca Angelica, Roma.
MS. Staibano, L. Staibano, Appendice II alla raccolte di memorie storiche di Maiori. Notizie di Salerno e di altri comuni della Provincia per servire alla Salerno diplomatico-lapidaria di Luigi Staibano, Ms. XX-D-24, ff. 796-820, Biblioteca Società Napoletana Storia Patria, Napoli | |
Bibliografia | Pucci 2002: Magdala Pucci, «Città, territorio e potere nel Mezzogiorno aragonesi. I capitoli concessi a Salerno da Ferrante d'Aragona e Roberto Sanseverino nel 1462», Rassegna Storica Salernitana, 37, 2002, 327-361.
Senatore 1994: Francesco Senatore, «Il Principato di Salerno durante la guerra dei baroni. Dai carteggi diplomatici al De bello Neapolitano», Rassegna Storica Salernitana, 11/2, 1994, 29-114.
Natella 1980: Pasquale Natella, I Sanseverino di Marsico: una terra, un regno, Mercato San Severino 1980. De Frede 1951: Carlo De Frede, «Roberto Sanseverino principe di Salerno. Per la storia della feudalità meridionale nel secolo XV», Rassegna Storica Salernitana, 12, 1951, 4-36. | |
Link esterni | ||
Schedatore | Veronica Mele, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 20/03/2014 14:33:11 | |
Data ultima revisione | 25/11/2016 15:55:52 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/152 |