Nome | Stiso, Sergio | |
---|---|---|
Altri nomi |
Σέργιος Στίσος, Sergius Stisus, Stizus | |
Titoli | ||
Data e luogo di nascita | Zollino, 1458 c.a | |
Data e luogo di morte | post 1521 | |
Città |
Zollino, Soleto, Nardò, Gallipoli, Lecce, Otranto (S. Nicola di Casole) | |
Cenni biografici |
Sergio Stiso è la principale figura di umanista greco-salentino a cavallo tra XV e XVI secolo.La sua biografia è stata ricostruita in modo critico per la prima volta in Lo Parco 1919, che resta ancora oggi lo studio di riferimento, a cui va aggiunto, per numerose e rilevanti integrazioni, Jacob 1981. Altre minori aggiunte nella letteratura qui riportata in bibliografia. Un quadro recente riassuntivo in Pellegrino 2012. In precedenza, notizie su Stiso erano state raccolte da Tasselli a fine Seicento (Tasselli 1693, 532), ricche però di dettagli in parte inattendibili, in parte verosimili, che tuttavia oggi sfuggono a ogni possibilità di verifica.
Si prova qui a ricapitolare i dati certi, confermati da fonti. Stiso nacque da famiglia greca gallipolitana trasferitasi a Zollino, circa nel 1458. Non abbiamo notizie sui suoi studi, ma è possibile che studiasse nel maggiore centro di insegnamento del greco, ossia Nardò, dove studiò anche Galateo. Prese presto i voti. La sua formazione fu esclusivamente greca e ignorava le lettere latine, come testimoniato dal suo più illustre allievo, Giano Parrasio, che nell'apologia di se stesso firmata con lo pseudonimo di Furio Vallo (e pubblicata in coda all'edizione di Claudiano del 1505) fornisce un ritratto di Stiso decisamente elogiativo:
"...Grecae linguae, quam cum Demetrio quidem cottidie magis excolit. Multo tamen ante didicerat admodum praetextatus in Iapygia, quem regia potestate Thamisius eius pater obtinebat, usus praeceptore Sergio Stizo, cui nihil ad summam defuit eruditionem, praeterquam nostrarum litterarum studium, quas nescio quomodo magis neglexit, quam non assequi potuit" (Parrasio 1505, c. [Ciii]r ).
Dunque Stiso insegnava greco a Lecce, intorno al 1483, quando ebbe come suo allievo il Parrasio. Visse (difficile dire quanto stabilmente) a Lecce a lungo. Fu amico intimo di Antonio Galateo, che lo nomina più volte nelle sue opere e ci dà di lui il ratratto di un grecista colto, insaziabile ricercatore di antichi manoscritti. Galateo stesso lo volle nella ristretta cerchia della sua Accademia Leccese (De accademia Lupiensi et de Ingenuo), e afferma in modo chiaro (sebbene non confermata altrove) che Stiso fece anche parte dell'Accademia Pontaniana di Napoli (Galateo, De morte Lucii Pontani ad Chrysostomum). Per la sua attività di filologo cf. sotto, la sezione sulle opere letterarie. Quanto ai rapporti con gli umanisti greci del suo tempo, nel ms. Casanat. gr. 264 è testimoniata una sua corrispondenza con Giano Lascaris e con Nicola Petreo da Curzola (Arnesano-Sciarra 2010, 430-431 nota 22) relativa all'anno 1491. In generale, è probabile che avesse un qualche contatto sia con Bessarione, che a Casole ritrovò i Posthomerica di Quinto Smirneo, ricopiati poi nel ms. Neap. II.F.10, divenuto di proprietà di Parrasio forse proprio per mediazione di Stiso, e ipoteticamente con lo stesso Demetrio Calcondila, suocero di Parrasio. Ebbe modo di tornare a Zollino nella parte conclusiva della sua vita: l'arcivescovo di Otranto Fabrizio di Capua (in quella sede dal 1514 al 1526) gli assegnò la cappellania della chiesa di San Salvatore a Zollino. Non si conosce la data della sua morte, ma era ancora vivo nel 1516, dato che è citato in una lettera di Galateo databile a quell'anno, e ancora nel 1521, dato che in quell'anno ottenne, insieme al fratello Marco, la cittadinanza napoletana, estesa anche agli eredi, con privilegio di Carlo V datato a Bruxelles il 15 settembre. La concessione avveniva per la fedeltà e i meriti mostrati per tanti anni nei confronti della Corona (Libro Rosso di Gallipoli, cc. 100-102r).
Tasselli (1693, 532) lo dice maestro di Matteo Tafuri da Soleto, Marcantonio Zimarra da Galatina, Nicolò Maiorano da Melpignano.
| |
Legami con altre persone o famiglie |
Fabrizio di Capua, Antonio de Ferrariis Galateo, Giovanni Pontano, Giano Lascaris, Nicola Petreo da Curzola, Aulo Giano Parrasio, Matteo Tafuri, Marcantonio Zimarra, Nicolò Maiorano, il copista Gabriele. | |
Committenza/Produzione di opere letterarie |
Degli scritti di Sergio Stiso sembra essere sopravvissuto pochissimo, allo stato attuale delle conoscenze: in sostanza, la lettera a Lascaris già menzionata, quella a Nicolò Petreo, e note marginali in alcuni codici. Fu comunque promotore di trascrizioni di manoscritti, e gestì di fatto un vero e proprio scriptorium, localizzato verosimilmente (è difficile stabilirlo) tra Zollino, Soleto e Lecce. Copisti che operarono sotto la sua guida furono senz'altro Gabriele, menzionato nell'epistola di Lascaris, e il cosiddetto 'copista di Stiso' (v. sotto, fonti manoscritte).
La sua biblioteca personale fu notevole. Un elenco di alcuni suoi libri si trova nel ms. Vat. lat. 1412, c. 80r, (Speranzi 2007), una lista che mostra come gli interessi di Stiso fossero del tutto laici, nonostante il suo ruolo nel clero locale.
Il suo rapporto con la biblioteca del monastero di San Nicola di Casole è testimoniato sia, in generale, dal contesto, che rende quasi inevitabile che un dotto greco studioso di manoscritti non avesse contatti con la principale biblioteca locale di testi greci, sia per la vicenda dei Posthomerica di Quinto Smirneo e del De Raptu Helenae di Colluto, entrambi trascritti dal 'copista di Stiso', che derivano da un codice di Casole, sia per una allusiva testimonianza del Galateo, che nel De suo scribendi genere afferma:
"Cuius commentariorum fragmenta aliqua Sergius noster diligentissimus librorum veterum indagator hic apud Salentinos in quadam casula et ruinosa reperit, quorum titulus est Πυρρωνίων ὑποτυπώοσεων"
Dunque Stiso aveva trovato dei frammenti delle Ipotiposi di Pirrone lo scettico "qui in Salento, in un'antica casetta (casula) in rovina": difficile non pensare che si tratti di un riferimento criptato e faceto a San Nicola di Casole (ipotesi già avanzata da Jacob 1982). | |
Committenza/Produzione di edifici e opere d'arte |
A Zollino, sulla fine degli anni Dieci del XX secolo, Francesco Lo Parco poteva ancora osservare, sulla facciata del palazzo della famiglia Stiso, elementi architettonici rinascimentali, oggi non più esistenti : "...un ampio e bel palazzo, in cui, attraverso i rifacimenti e le rabberciature, si può ancora vedere la severa linea primitiva. Oltre a ciò, al presente, esso attira l'attenzione dei passanti per due belle finestre di sicura costruzione cinquecentesca, di calcare compatto, comunemente detto pietra leccese, entrambe ben conservate, i cui architravi portano incise due importanti iscrizioni, l'una in latino, nella facciata che guarda a ponente [...], l'altra in greco, nella facciata che sporge a mezzogiorno, corrosa nell'ultima parte" (Lo Parco 1919, 220-221).
Questa l'iscrizione latina:
CHAOS NON CAPIT LVCEM
e quella in greco:
ΕΥΛΟΓΗΣΩ ΤΟΝ ΚΥΡΙΟΝ ΕΝ ΠΑΝΤΙ ΚΑΙΡΩ Α[ΜΗΝ] ('Loderò il Signore in ogni circostanza, Amen') (trascrizione interpretativa di Lo Parco 1919, 221, che afferma di essere stato assistito dal grecista napoletano Alessandro Olivieri).
Non è da escludere che la ristrutturazione rinascimentale e le iscrizioni fossero opera della volontà di Sergio. | |
Collezioni di opere d'arte antica e moderna | ||
Monumenti funebri o celebrativi | ||
Fonti iconografiche | ||
Fonti manoscritte | Vat. gr 1412, c. 80r (lista dei codici posseduti da Stiso scritta da Giano Lascaris)
Casanat. gr. 264 (corrispondenza Lascaris-Stiso)
I seguenti mss sono tra quelli riconducibili a uno scriba attivo presso Sergio Stiso a cavallo tra i due secoli (cf. Jacob 1982; Arnesano 2005):
Napoli, BNN II F 10
Napoli, BNN II F 17
Napoli BNN II F 48, cc. 1r-50r
Napoli, BNN, ex. Vindob. gr 17
I seguenti due sono riconducibili al copista Gabriele, attivo presso Stiso nel 1491 e incaricato di lavorare per Lascaris (Speranzi 2007):
Laur. pl. LVIII.2, cc. 46r-103v
Laur. pl. LXXII.6 cc. 12r-80v. | |
Bibliografia | Arnesano 2005: Daniele Arnesano, “Il repertorio dei codici greci salentini di Oronzo Mazzotta. Aggiornamenti e integrazioni”, in Tracce di storia. Studi in onore di monsignor Oronzo Mazzotta, a cura di Mario Spedicato, Galatina 2005, 25-80.
Arnesano, Sciarra 2010: Daniele Arnesano, Elisabetta Sciarra, “Libri e testi di scuola in Terra d'Otranto”, in Libri di scuola e pratiche didattiche dall'antichità al Rinascimento. Convegno internazionale di studi (Cassino, 7-10 maggio 2008), a cura di Lucio Del Corso, Oronzo Pecere, Cassino 2010, II, 425-473.
Lo Parco 1919: S. Lo Parco, "Sergio Stiso grecista italiota e accademico pontaniano del secolo XVI", Atti dell'Accademia Pontaniana, 24, 1919, 217-236.
Jacob 1982: André Jacob, “Sergio Stiso de Zollino et Nicola Petreo de Curzola : A propos d'une lettre du Vaticanus gr. 1019”, in Bisanzio e l’Italia. Studi in memoria di Agostino Pertusi, Milano 1982, 154-168.
Parrasio 1505: Cl. Claudiani Proserpinae raptus cum Iani Parrhasii commentariis ab eo castigatis et auctis accessione multarum rerum cognitu dignarum. Sequitur Apologia Iani contra obtrectatores per Furium Vallum Echinatum eius auditorem, impressum Mediolani, per Iohannem Angelum Scinzenzeler, sub impensis Ioannis Iacobi & fratrum de Lignano, MCCCCCV Die Vero XXVIII. Augusti.
Pellegrino 2012: Paolo Pellegrino, Sergio Stiso tra Umanesimo e Rinascimento in Terra d'Otranto, Galatina 2012.
Speranzi: David Speranzi, "Per la storia della libreria medicea privata. Giano Lascaris, Sergio Stiso di Zollino e il copista Gabriele", Italia Medievale e Umanistica, 48, 2007, 77-111.
Tasselli 1693: Luigi Tasselli, Antichità di Leuca..., in Lecce, appresso gli eredi di Pietro Michieli, 1963.
| |
Link esterni | ||
Schedatore | Lorenzo Miletti | |
Data di compilazione | 25/02/2014 11:51:22 | |
Data ultima revisione | 20/02/2017 19:50:53 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Famiglie e Persone/149 |