Oggetto | Teggiano, Santa Maria Maggiore | |
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Luogo | Teggiano | |
Tipologia | chiesa | |
Nome attuale | Santa Maria Maggiore | |
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Nomi antichi | chiesa cattedrale di S. Maria Assunta chiesa curata, matrice, ricettizia e patrimoniale delle famiglie di S. Maria Assunta abbazia o rettoria di S. Maria Maggiore | |
Cronologia | 967: citata nelle cronache come già esistente (Vitolo 1982, p. 131). 1132, dicembre: risulta chiesa plebana (Vitolo 1982, p. 130). 1261: risulta diruta nelle strutture delle navate (Vitolo 1982, p. 135). 1274, 12 agosto: la chiesa, ricostruita, è consacrata da tre vescovi (Gualtieri vescovo di Potenza, Luca reggente della diocesi di Acerno e Palermo vescovo di Muro Lucano) (Macchiaroli 1868, p. 134). 1850 eretta a cattedrale 1857, post: viene ricostruita quasi integralmente, modificando radicalmente lo spazio del presbiterio. | |
Autore | ||
Committente | ||
Famiglie e persone | Stasio d'Heustasio Orso Malavolta Valentino Vignone (vescovo teggianese) Enrico Sanseverino | |
Descrizione | La chiesa attuale è a tre navate divise da colonne, con transetto, crociera coperta a cupola e presbiterio quadrangolare. All'angolo destro del transetto si eleva la torre campanaria in pietra, e il prospetto posteriore dell'edificio è rivolto verso la piazza principale. Prima dei rifacimenti ottocenteschi la chiesa aveva un orientamento inverso, ed era preceduta da un portico a tre arcate. | |
Iscrizioni | Sul portale laterale: [manca] CASATIN... [lacuna] VENERABILE ARCHIPBR DIANI OC FIERI FECIT / MCCCCCVIIII / VERBUS CORPUS XPI NATUS DE MARIA VIRGINE
Sul pulpito: MAG[iste]R MELCHI[or] FEC[it] H[oc] OP[us] / A. MCCLXXI.V. IND. / EVA/ ADAM [sull'altro lato iscrizione di difficile decifrazione, scritta con lettere capovolte destra-sinistra] Iscrizione apposta in navata, datata 1580 | |
Stemmi o emblemi araldici | Sul portale laterale, all'imposta dell'arco due stemmi con gli emblemi: 1) pellicano che si squarcia il petto per nutrire i pulcini, con tre stelle ai margini. Sopra il portale stemma Sanseverino. | |
Elementi antichi di reimpiego | Sono probabilmente di reimpiego le quattro colonne in marmo che sorreggono il pulpito. Nella torre campanaria era collocata la lapide con CIL X 290 (perduta). Nel portico, che si apriva verso il foro, erano conservate le seguenti antichità: altare funerario con CIL X 317 (ora in via Castello) base con CIL X 288 (ora in via Castello). All'esterno, sulla facciata posteriore, dopo la ricostruzione ottocentesca sono stati rimontati quattro reperti lapidei di età romana con iscrizioni: | |
Opere d'arte medievali e moderne | portale principale (attribuito a Melchiorre da Montalbano, XIII sec.) Pavimentazione interna (sec. XIII) portale laterale, datato 1509 pulpito di Melchiorre da Montalbano, firmato e datato 1271 monumento funebre di Stasio d'Heustasio (datato 1472) monumento funebre di Enrico Sanseverino (scolpito nel 1336 da Tino di Camaino) Monumento funebre di Orso Malavolta Angeli lignei presso l'altare (attribuito a Francesco da Sicignano) Rilievo con Spinario (secc. XII-XIII): in una delle edicole dell parete esterna posteriore Monumento funerario del milite Nicola Schipani (sec. XV, fine) | |
Storia e trasformazioni | Documentata già nel X secolo, la chiesa viene ricostruita quasi integralmente fra il 1261 e il 1274: in questo periodo Melchiorre da Montalbano realizza il pulpito e il portale maggiore, forse prendendo parte anche alla costruzione dell'edificio. Nel secolo XVI la chiesa, curata, matrice, ricettizia e patrimoniale delle famiglie, era retta da un ecclesiastico con il titolo di abate o rettore, nominato dal vescovo di Capaccio; nel 1595 viene nominato l'arciprete di Teggiano Fabio de Buonomine, protonotario apostolico che fu anche vicario generale della diocesi di Cosenza e sarà autore di un testo agiografico su S. Cono, stampato nella città calabrese nel 1595. Il terremoto del 1857 la danneggia molto seriamente, e si dà quindi avvio alla ricostruzione, conclusa nel 1868. Secondo la descrizione fornita da Macchiaroli, la chiesa antica aveva orientamento invertito rispetto all'attuale. Era preceduta da un portico a tre arcate ogivali poggianti su due colonne in pietra (adesso reimpiegate nel prospetto posteriore): uno dei tre archi aveva un'iscrizione che ne attestava la costruzione a spese di Orso Malavolta (XV secolo). La chiesa era a tre navate separate da arcate ogivali su colonne in pietra ed era priva di transetto. Il dislivello esistente fra i due fronti fa ipotizzare che al di sotto del presbiterio originario, posto a una quota sensibilmente più bassa, trovasse posto in origine una cripta (De Cunzo 1989). Nel campanile (ora rifatto) era murato il grande stemma lapideo di Carlo I d'Angiò (regna dal 1266 al 1285), attualmente al Museo Diocesano. | |
Note | I capitelli un tempo facenti parte del portico, oggi rimontati ai lati del prospetto posteriore, appaiono una reintepretazione medievale del modello antico visibile nella stessa Teggiano nella chiesa di Sant'Andrea, che poi sarebbe stato nuovamente rivisitato nel 1476 da Iacobello de Babino e Angelo de Mingo nel portico della chiesa della Pietà. | |
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | Pianta in Ambrogi 2007, p. 119, fig. 8. | |
Fonti/Documenti | Verbale dei lavori finali eseguiti nella Cattedrale di Tegiano dall’intraprenditore Scalpini Gaetano, datato 24 gennaio 1868 (Teggiano, Archivio Vescovile, riprodotto fotograficamente nella Relazione illustrativa per il piano del colore del comune di Teggiano) | |
Bibliografia | Abbate 1990: Francesco Abbate, "Angeli", in Il Cilento ritrovato. La produzione artistica nell'antica diocesi di Capaccio, catalogo della mostra (Padula, luglio-ottobre 1990), Napoli 1990, 83-88
Ambrogi 2007: Marco Ambrogi, "Monachesimo, fondazioni ecclesiastiche e sviluppo urbano nella Diano medioevale", in Salternum, 2007, 115-130. Ambrogi 2010: Marco Ambrogi, La città delle cinquanta chiese. Itinerario tra la storia e l'arte del patrimonio religioso di Teggiano, Teggiano 2010, 61-102 Bonomi 1595: Vita beati coni Dianensis, eiusque corporis mira ad matricem ecclesiam Diani translatio. Habet adiunctum breve Sixti V super residentiae et aliorum episcopalium translatione ad eandem ecclesiam reverendissimi domini, Fabii de Bonohomine, Cosentiae, apud Leonardum Angrisanum, 1595 De Cunzo 1989: Mario De Cunzo, "Note per una storia dei monumenti di Teggiano", in Il Vallo Ritrovato. Scoperte e restauri nel Vallo di Diano, catalogo della mostra (Padula, certosa di San Lorenzo, 22 luglio - 30 settembre 1989), Napoli 1989, 15-29. Didier 1965: Arturo Didier, Il pulpito di Melchiorre in S. Maria Maggiore, Teggiano, Salerno 1965.
Didier 1978: Arturo Didier, Guida del centro storico di Teggiano, Salerno 1978.
Didier 1985: Arturo Didier, Storia di Teggiano, Salerno 1985. Didier 1997: Arturo Didier, Diano: città antica e nobile. Documenti per la storia di Teggiano, Teggiano 1997. Gatta 1775: Diego Gatta, Regali dispacci..., parte I, supplemento I, tomo IIII, Napoli 1775, 41-48
Ingrosso 2007: Chiara Ingrosso, “Teggiano, chiesa di Santa Maria Maggiore, cattedrale”, in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania, ricerche, a cura di Alfonso Gambardella e Danila Jacazzi, Roma 2007, 465-468.
Macchiaroli 1868: Stefano Macchiaroli, Diano e l’omonima sua valle, Napoli 1868.
Macchiaroli 1874: Stefano Macchiaroli, L'ambone della cattedrale di Diano, Napoli 1874.
Vitolo 1982: Giovanni Vitolo, "Dalla pieve rurale alla chiesa ricettizia. Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa dall'alto Medioevo al Cinquecento pre-tridentino", in Storia del Vallo di Diano, II, Età medievale, a cura di N. Cilento, Salerno 1982, 127-173. | |
Link esterni |
Pergamene di Teggiano, documenti del 1476 riguardanti Ambrogino Malavolta e i suoi diritti feudali sul casale di Sant'Arsenio (doc. 1; doc. 2).
Clausole testamentarie di Stasio de Eustasio (del 1473), in Pergamense di Teggiano, Seminario, pergamena 226. | |
Schedatore | Fulvio Lenzo, Antonio Milone | |
Data di compilazione | 01/06/2012 10:46:41 | |
Data ultima revisione | 11/12/2016 13:14:16 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/95 |