OggettoRiccia, Santa Maria delle Grazie
Luogo
Tipologiacappella privata
Nome attualeSanta Maria delle Grazie
Immagine
Nomi antichi

Chiesa di San Giovanni Battista (cripta)

Cappella del beato Stefano

Cronologia

1170 circa: morte del beato Stefano Corumano di Riccia

1382 data incisa sulla campana della chiesa di San Giovanni Battista

1500 data incisa in facciata

1700 circa: realizzazione dell'altare-tomba del beato Stefano Corumano

Autore
Committente

Bartolomeo III di Capua, conte di Altavilla, vicerè di Capitanata, Contado del Molise e Abruzzo (m. 1522)

Famiglie e persone

famiglia Di Capua

Descrizione

La chiesa, voluta nelle forme attuali da Bartolomeo III conte di Altavilla (m. 1522) mostra un severo prospetto di stampa rinascimentale che intende riprendere i canoni dell'ordine dorico dell'architettura antica, con le paraste angolari scanalate, lo stilobate, il portale trilitico e il timpano. La facciata è arricchita dal portale con cornice architravata inscritta, gli stemmi, un oculo centrale e la lunga iscrizione in capitali che campeggia alla base del timpano e segna la data di esecuzione dell'edificio (1500). La chiesa sorge al centro del nuovo spazio, il c.d. Piano della Corte, voluto dal conte Bartolomeo che ampliò e rifece parzialente il castello e probabilmente fece realizzare il locale, noto come 'Magazeno' nella parte alta della piazza, con il manifesto intento di dare vita ad una piazza secondo le teorizzazioni urbanistiche dell'umanesimo e creare uno spazio di rappresentanza per la sede del potere cittadino e la legittimazione della famiglia in forte ascesa in quei tempi di contrasto tra spagnoli e francesi, creando una triangolazione tra castello, cappella e edificio superiore, forse destinato ad uso civico. Egli si autocelebra nell'epigrafe, come i committenti dei templi antichi, sottolineando la sua carica di vicerè ottenuta dai regnanti aragonesi a fine Quattrocento. Lo spazio ecclesiastico è il frutto dell'ampliamento con un'aula poco più ampia ma molto più alta di uno spazio preesistente forse legato alla chiesa medievale di S. Giovanni Battista (posta nei pressi e non più esistente): un vano a pianta quadrata con volta a crociera costolonata che, per lo stile dei capitelli, è databile ai secoli XIII-XIV: in esso si sviluppò il culto di un beato locale, Stefano Corumano, morto eremita intorno al 1170 ed era forse la cappella inferiore della chiesa del Battista, probabilmente del XII secolo. L'architetto di Bartolomeo realizza la nuova facciata che si apre su un'aula a pianta quadrata con volta a crociera non costolonata (in controfacciata il ballatoio doveva ospitare la cantoria come sembra confermare il testo di un'iscrizione ora perduta) e la porta d'ingresso alla sacrestia. Qui troviamo una volta su peducci e una scala che conduce ad una finestra che si apre sull'aula, forse pulpito originario per la predica (in origine sembra vi fosse anche una scala per raggiungere la sala superiore, forse in collegamento con la chiesa di S. Giovanni Battista). All'ingresso, acquasantiera con decorazione a conchiglia con stemma di Capua e alle pareti laterali due altari, che recano gli stemmi e le iniziali del principe di Riccia Giovanni Fabrizio di Capua (1604-1642), marito di Margherita Ruffo e committente della fontana nel centro cittadino (1640), dedicati in origine ai santi Domenico Soriano e Francesco di Paola. Un possente arco in pietra introduce nel vano posteriore, leggeremente ristretto, mediando il passaggio tra volumi differenti e fasciando lo spazio antico permette di inserire nelle pareti laterali quattro tombe-sedili con arcate per i genitori di Bartolomeo e altri esponenti illustri dellla famiglia di Capua (nella lastra terragna il conte viene sepolto con la moglie Aurelia Orsini e figli morti in gioventù) e, nella parte terminale, l'arco trionfale che chiude il vano dell'altare, nel quale intorno al 1700 fu posta la tomba del beato Stefano. Quindi la chiesa è il raddoppiamento di uno spazio più antico, probabilmente privilegiato agli occhi di Riccia per la presenza del corpo del loro beato e il conte nel 1500 ampliando quello su cui erano già intervenuti i suoi antenati (che ne avevano fatto già la cappella dei di Capua) lo comprende e lo aggiorna secondo i nuovi canoni dell'arte e dell'architettura, trasformandolo, all'interno dello spazio di rappresentanza più grande costituito dal Piano della Corte, nel Sancta Sanctorum della città e, nel contempo, della sua famiglia.

Iscrizioni

In facciata, sulla fascia architravata alla base del timpano, in capitali umanistiche:

BARTHOLOM(EUS) III DE CAP(UA) COMES ALTAEV(ILLAE) CAPITIN(ATAE) AC COMIT(ATUS) MOL(ISII) VICE/REX TEMPL(UM) A MAIORIB(US) CONDIT(UM) EX SUO INSTAURAVIT ET AUXIT MCCCCC

Sull'architrave del portale d'ingresso:

IN TE DOMINA SPES MEA

Sul coro in controfacciata:

CANTATE DOMINO CANTICUM NOVUM IUBILATE DEO IN OMNE TERRA. MD

Sull'architrave del portale d'ingresso alla sacrestia:

ADOR[ATE] DOM[INUM] ET SACROSAN[TA] EIUS

 

Stemmi o emblemi araldici

Stemmi sono presenti in facciata:

tre esemplari Di Capua-Orsini (quello sul portale è stato scalpellato)

all'interno: prima aula

sull'acquasantiera: stemma Di Capua

nella volta della prima sala: stemma Di Capua-Orsini

presso i duei altari: stemma con lettere C-F e corona (Giovanni Fabrizio di Capua, principe di Riccia, 1604-1645, marito di Margherita Ruffo); stemma Di Capua-Ruffo

sull'architrave della porta d'ingresso alla sacrestia: stemma Di Capua-Orsini

nella seconda aula:

sulle tombe-sedili: stemma Di-Capua inquartato con stemmi consorti dei conti della famiglia sepolti (Chiaromonte, Acciaiuoli, Pandone, Conti)

sulla lastra terragna: stemma Di Capua-Orsini

Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Tombe della famiglia di Capua (sec. XVI, prima metà):

si tratte di tombe-sedili con arconi all'interno dei quali in origine dovevano essere presenti dipinti:

Luigi di Capua, III conte di Altavilla (m. 1397): Cristo alla colonna;

Andrea di Capua, IV conte di Altavilla (m. 1421)-Costanza Chiaramonte (m. 1425 circa): Resurrezione;

Luigi di Capua, V conte di Altavilla (1418-)-Altobella Pandone:  Deposizione;

Francesco, VII conte di Altavilla (m. 1481 o 1488)-Elisabetta de Conti: Maddalena;

Bartolomeo III (IX) conte di Altavilla (1452-1522)-Aurelia Orsini con figli Giovanni Francesco (m. 1520 circa) e Giustiniana: lastra terragna con stemma

Sulla tomba-altare del beato Stefano: dipinto con Vergine e santi Battista e Stefano con il beato Stefano Corumano inginocchiato ai piedi della Madonna in venerazione

Storia e trasformazioni

La chiesa nell'assetto attuale fu voluto da Bartolomeo III di Capua che trasformò una struttura precedente (un'ampia aula con volta a crociera archiacuta sorta in corrispondenza della chiesa medievale di San Giovanni battista, distrutta nel sec. XVIII) fondata dai suoi antenati come si legge nell'epigrafe di facciata, nel pantheon di famiglia, anteponendo un vano a pianta quadrata affiancato dalla sacrestia (da dove, con una scala, sembra si potesse raggiungere la superiore chiesa di San Giovanni). Le trasformazioni sono databili al 1500, come recita l'iscrizione sul prospetto classicheggiante e, nel corso del tempo, poche sono state le modifiche all'edificio: due altari nell'aula anteriore (voluti da Giovanni Fabrizio principe della Riccia nella prima metà del Seicento) e la costruzione o ricostruzione della tomba-altare del beato Stefano Corumano, ordinato dall'arcivescovo di Benevento Orsini intorno al 1700. Nella disposizione dei corpi e delle tombe nel vano sepolcrale, occorre segnalare un'incongruenza già indicata da Ammirato 1580, 58: il Luigi sepolto è il III conte di Altavilla morto a Capua nel 1397, che non ha sposato, come vuole l'epigrafe, Andreina Acciaiuoli che, invece, fu sposa del padre Bartolomeo di Capua, II conte di Altavilla, sorella di Niccolò e dedicataria della seconda stesura dell'opera di Boccaccio De mulieribus claris. Probabilmente la lastra tombale terragna fu incisa intorno al 1500 come le altre, alla morte della seconda moglie (sposata nel 1473 e morta a 18 anni) per destinarla a lei, ai suoi due figli Giustiniana e Giovanni Francesco (che gli premoriranno prima del 1520) e a sé stesso.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Ammirato 1580: Scipione Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, vol. I, In Fiorenza, appresso Fiorenzo Marescotti, MDLXXX, 58-65

Chiesa 1907: Chiesa di Santa Maria delle Grazie in Riccia (Molise), Casalbordino 1907

Di Rocco 2013: Gabriella Di Rocco, I di Capua in Molise e il controllo del territrio: architetture, viabilità, paesaggi, in Daniele Ferrara (a cura di), La Medusa e il ragno. Studi sui di Capua nel Molise del Cinquecento, Venafro 2013, 3-16

Iazeolla 2007: Tiziana Iazeolla, Bartholomeus De Capua III Comes Altavillae, in Cesare Cundari (a cura di), L'architettura di età aragonese in Italia centrale, Roma 2007, 149-177

Amorosa 1903: Berengario Galileo Amorosa, Riccia nella storia e nel folk-lore, Casalbordino 1903

Granata 1976: Edmondo Granata, La storia di Riccia, Campobasso 1976

Spallone 1993: R. Spallone, “La chiesa di Santa Maria delle Grazie nel complesso architettonico di piazza Piano della Corte”, in Studi su Riccia, Riccia 1993, 25-46

Vignola 1840: Pasquale Vignola, “Rovine e tombe illustri in Riccia del Sannio [10 novembre 1839]”, Poliorama pittoresco, IV, 1839-1840, n. 42, 30 maggio, 338-340

Vignone 2010: F. Vignone, “I di Capua di Riccia. Il 'Piano della Corte' e l'ideale rinascimentale di Bartolomeo III di Capua”, in Rinascimento in Molise. Materiali per la ricerca e la valorizzazione, Campobasso 2010, 57-95

Link esterni
SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione02/05/2016 10:36:34
Data ultima revisione02/01/2019 12:51:03
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/905