Oggetto | Venafro, Castello Pandone | |
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Luogo | Venafro | |
Tipologia | castello | |
Nome attuale | Castello Pandone | |
Immagine | ![]() | |
Nomi antichi | ||
Cronologia | 954 istituzione della contea longobarda di Venafro 1193 saccheggio della città e del castello 1443 castello affidato dalla corona aragonese ai Pandone. Francesco intraprende i lavori di ristrutturazione con un camminamento coperto per la guardia, collegato con i due ingressi del castello, la cisterna ed il relativo meccanismo per la raccolta dell'acqua piovana 1487 i cittadini di Venafro ricorrono al re contro i Pandone che richiedono manodopera per i lavori al castello 1521-1527 decorazione ad affresco con il ciclo dei cavalli delle sale 1524 realizzazione del giardino commissionato al maestro carpentiere Giovanni di Sulmona 1528 decapitazione per tradimento di Enrico Pandone 1539, post: i Lannoy, nuovi feudatari, apportano radicali trasformazioni alla decorazione della residenza | |
Autore | ||
Committente | Francesco Pandone, primo conte feudatario di Venafro (1384/1385-1457) Enrico Pandone, ultimo conte feudatario di Venafro (1495/1497-1528) | |
Famiglie e persone | Pandone Lannoy | |
Descrizione | Il castello sorge ai piedi del colle Sant'Angelo, nella parte più alta della città a ridosso dell'impianto urbano antico. L'edificio conserva tracce della sua edificazione più antica nel sistema a pianta centrale con torri angolari ma l'aspetto attuale è dovuto agli interventi realizzati tra XV e XVI dalla famiglia Pandone, dal capostipite Francesco, conte di Venafro per volontà reale nel 1443 all'ultimo esponente, Enrico, decapitato a Napoli nel 1528. L'attuale struttura ruota intorno alla struttura quadrangolare centrale, probabilmente il mastio primitivo di origine longobarda, intorno cui si è costruito successivamente la cortina di locali e ambienti di servizi protetti da torri angolari. Con gli interventi quattrocenteschi si genera la struttura laterale in corrispondenza del fossato con il ponte che offre un nuovo ingresso verso la città e il pianoro adiacente dove, nel 1524, verrà realizzato, ad opera del maestro carpentiere Giovanni da Sulmona il giardino concluso da alte mura con padiglioni lignei e pergolati, con andamento terrazzato che si conserva ancora sia pure non integralmente, con portale ad arco ribassato e colonne all'interno. Il largo camminamento coperto quasi integralmente con strutture di servizio e di difesa sottostanti conduce al mastio con il cortile dominato dall'alta scala che conduce al piano nobile, trasformato in ricca residenza signorile già dai Pandone, con il salone di rappresentanza e ampie stanze, il tutto decorato, in modo quasi ossessivo, dalle immagini dei cavalli delle scuderie di famiglia; sul lato verso la città, il castello rivela un prezioso loggiato con arcate che offre una vista su Venafro e segna la definitiva trasformazione del forte in palazzo nobiliare. Della fase di possesso della famiglia Lannoy (secc. XVI) si conserva lo stemma all'ingresso degli appartamenti e la decorazione ad affresco nella parte superiore del salone di rappresentanza con stemma e scene di genere riquadrate. | |
Iscrizioni | ||
Stemmi o emblemi araldici | ||
Elementi antichi di reimpiego | ||
Opere d'arte medievali e moderne | Affreschi con cavalli (1521-1527: committente il conte Enrico Pandone, feudatario di Venafro) Affreschi del salone principale (sec. XVI: committenti i feudatari Lannoy) | |
Storia e trasformazioni | Il castello prende origine da strutture fortificate di difesa cittadina sorte in età altomedievale e rinforzate e rese stabili con l'istituzione della contea di Venafro nel secolo X. La struttura accompagna la storia cittadina e la secolare guerra dinastica dell'intero Regno, con assedi, trasformazioni, rifacimenti insieme all'intero sistema murario di Venafro, consolidato tra XIV e XV secolo. Con l'avvento della dinastia dei Pandone il primo conte Francesco intraprende i lavori di ristrutturazione con un camminamento coperto per la guardia, collegato con i due ingressi del castello, la cisterna ed il relativo meccanismo per la raccolta dell'acqua piovana. Enrico pone mano alla decorazione dell'interno, con la novità della realizzazione (1521-1527) della serie di affreschi sagomati in stucco con i cavalli della pregiata razza di famiglia (allevati nell'edificio poco discosto dal castello con ampio cortile e sale per la cavallerizza ancora adorne di portali ad arco ribassato e stemmi di famiglia). Gli esemplari, ritratti al naturale, venivano dipinti nel momento in cui erano donati, in una fitta rete di relazioni e scambi di interessi, a rappresentanti delle principali famiglie del Regno, ad esponenti della Corona e allo stesso imperatore Carlo V, per ringraziarlo dell'elargizione del feudo di Boiano. Al secolo XVI è attribuibile anche la realizzazione della loggia ad arcate classicheggianti che affaccia sulla città, elemento architettonico dal forte valore simbolico a segnare la trasformazione della struttura fortificata in residenza signorile. | |
Note | ||
Fonti iconografiche | ||
Piante e rilievi | ||
Fonti/Documenti | ||
Bibliografia | Capini 1996: Stefania Capini (a cura di), Venafro, Isernia 1996
Caracciolo 1567 (1608): Pasquale Caracciolo, La gloria del cavallo, appresso Giolito de Ferrari, Vinegia 1567 (ed. consultata, Venezia 1608)
Cotugno 1824: Memorie istoriche di Venafro, compilate da Gabriele Cotugno..., Napoli 1824 Della Ventura, Ferrara 2014: Francesca Della Ventura, Daniele Ferrara, «Fe dipignere del vivo i più perfetti e più graditi cavalli». Enrico Pandone e il ciclo affrescato nel Castello di Venafro, in Dal cavallo alle scuderie. Visioni iconografiche e rilevamenti architettonici, atti del convegno internazionale di studi (Frascati, 12 aprile 2013), a cura di Margherita Fratarcangeli, Roma 2014, 65-80 Diebner 1979: S. Diebner, Aesemia-Venafrum. Untersuchungen zu den römischen Steindenkmälern zweier Landstädte Mittelitaliens, Roma 1979 Gambardella 2001: Carmine Gambardella, Ecogeometria in Venafro: identità e trasparenze, Napoli 2001 Garrucci 1874: Raffaele Garrucci, Venafro illustrata coll'aiuto delle lapidi antiche, Roma 1874 Lucenteforte 1877-79: Francesco Lucenteforte,Monografia fisico-economico-morale di Venafro, voll. 2, Cassino 1877-79 Monachetti 1706: G. A. Monachetti, Memorie istoriche della città di Venafro, ms. Bibl. Naz. Napoli, X.C.78
Morra 1985: Gennaro Morra, Una dinastia feudale. I Pandone di Venafro, Campobasso 1985
Morra 2000: Gennaro Morra, Storia di Venafro dalle origini alla fine del medioevo, Montecassino 2000 Morra, Valente 1993: Gennaro Morra, Franco Valente, Il Castello di Venafro. Storia, arte, architettura, Campobasso 1993 Salzillo 1878: T. Salzillo, Storia civile dell'antica città di Venafro, Isernia 1878 Sannicola 1847: Giovanni Sannicola, Poche parole sulla città di Venafro, Napoli 1845 Valente 1979: Franco Valente, Venafro. Origini e crescita di una città, Campobasso 1979 Valente 1976: Franco Valente, «Presenza in Venafro di un personaggio del Cinquecento», Almanacco del Molise, 1976, 402-431 Valente 2003: Franco Valente, Un castello per venti cavalli. Le immagini cinquecentesche dei destrieri di Enrico Pandone, in Cavalli e cavalieri nella storia, nella letteratura e nell’architettura del Molise, atti del convegno (Pescolanciano, 2002) a cura di Nicola Mastronardi, Campobasso 2003, 141-151 Valla 1687: L. Valla, Historia della città di Venafro, 1687 circa, ms. Bibl. Naz. Napoli, X.C.77 (edizione a cura di Ferdinando Del Prete di Belmonte, Storia di Venafro scritta nel 1687, Napoli 1905) Venafro. Castello Pandone. Guida breve, Campobasso 2013 | |
Link esterni | ||
Schedatore | Antonio Milone | |
Data di compilazione | 17/04/2016 19:46:18 | |
Data ultima revisione | 29/04/2016 20:41:27 | |
Per citare questa scheda | http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/894 |