OggettoCrotone, castello
LuogoCrotone
Tipologiacastello
Nome attualecastello
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1271: ordine di Carlo d'Angiò di riparare le torri del castello.

sec. XIV: al tempo del conte Pietro II Ruffo (1284-1302) lavori alla fortificazione del castello con erezione Torre Nord (detta Torrionetto).

1485: trasporto di pietrame da Rossano (zona Forte Sant'Angelo) per costruzione del castello.

1485: lavori al fossato del castello in seguito ad un crollo di terreno.

1485: Jesua de Sario e Moysè de Montalto lavorano all'edificazione della volta della sala grande del castello e all'abbattimento della torre San Giorgio.

1485-1492: erezione delle due torri del prospetto verso la città: Comandante e Aiutante.

1491: visita alle fortificazioni del duca Alfonso con Antonio Marchesi.

1491: pagamenti per lavori al castello e alla cinta muraria.

1523: lavori al castello con abbattimento delle torri pre-aragonesi sotto la direzione di Antonello da Trani.

1536: relazione di Juan Sarmientos sulle condizioni precarie della fortezza di Crotone con richiesta di finanziamento per interventi, secondo quanto già previsto da Alfonso e Ferrante I.

1541: tassa imposta da Carlo V per finanziamento delle mura di Crotone.

1541: Giangiacomo dell'Acaya delega nella direzione dei lavori il capomastro e disegnatore Jacopo Antonio D'Amato di Crotone.

1543: mille operai, perlopiù albanesi, lavorano alla costruzione della piazzaforte.

1575: lavori di costruzione dei baluardi del castello (Baluardo Santa Maria).

1577: ulteriori finanziamenti ottenuti da Ambrogio Attendolo per completare i lavori.

1582: costituzione di una società tra esponenti di alcune famiglie crotonesi per il subappalto dei lavori di costruzione del castello.

Autore

Pedro Luis Escrivà, Antonello da Trani (1523), Juan Sarmientos (1536), Ferrante Loffredo, Giovanni Maria Buzzacamino (1538), Giangiacomo dell'Acaya, con Jacopo Antonio D'Amato (1536-1555), Giacomo Malerba (1553), Ambrogio Attendolo (1573-1588), Benvenuto Tortelli

Committente

Pietro II Ruffo (1284-1302)

Alfonso duca di Calabria

Carlo V

don Pedro de Toledo

don Juan de Zuniga conte di Miranda

Famiglie e persone

Ruffo

Descrizione

Il castello sorge in posizione eminente, nell'area a ridosso della scarpata, in parte artificiale che separa il centro dal porto, a guardia verso il mare e verso l'entroterra. Vi si accede da un ponte levatoio ora in muratura che scavalca il profondo fossato da cui si scorge la profonda murazione e le basi delle due torri Comandante e Aiutante, nella tipica forma circolare aragonese, di grandi dimensioni poste a difesa degli angoli del lato di prospetto, probabilmente frutto delle proposte avanzate nel circolo di Alfonso duca di Calabria che si servì di Antonio Marchesi e Francesco di Giorgio Martini per definire nuovi interventi alle fortificazioni delle città del Regno.

Si entra da una piccola porta, sovrastatata da un'epigrafe ormai illeggibile, attraverso cui si accede al complesso residenziale al centro del castello (oggi adibito a sede del museo civico) e sugli spalti che guardano verso il porto. Nel lato settentrionale si conserva parte della cinta muraria e il Torrionetto che sono frammenti superstiti del primitivo impianto del castello due-trecentesco, distrutto nei secc. XV-XVI anche per aggiornare la struttura sulle nuove forme di combattimento e di armi introdotte nel frattempo.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

La tradizione storiografica cittadina vuole che il castello, come anche altre opere pubbliche di età moderna a Crotone, sia stato realizzato reimpiegando materiali dell'antica colonia greca. Tuttavia, oltre a riconoscere blocchi informi di grandi dimensioni nell'attuale cinta, non ci sono ancora prove evidenti di riuso dell'antico nelle mura e nel castello cittadini.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

La città di Crotone, perduto il ruolo e la grandezza della colonia magno-greca, subisce un primo intervento di fortificazione nel VI secolo, al tempo della guerra gotica. Il castello risale nel suo impianto originario all'età angioina e, in particolare, al tempo di Pietro II Ruffo, conte di Catanzaro (1284-1302), della cui ricostruzione del castello sopravvivono, non distrutti, la torre Nord e parte della cinta muraria. Le guerre del secolo XV rivelarono il grande ruolo strategico assunto dalla città, principale porto della regione sullo Ionio, e la debolezza nelle sue difese per cui si intraprese, dagli anni 80 del Quattrocento, un ampliamento e rifacimento delle mura e della fortificazione principale del castello in posizione acropolitana a guardia del porto.

Dalla documentazione rinvenuta sappiamo di interventi ricostruttivi (torri, sale, mura) negli anni 80 del Quattrocento che tuttavia presto si dovettero fermare per il riacuirsi degli scontri dinastici (sappiamo della visita del duca Alfonso e dell'intervento probabile nella definizione dei lavori di Antonio Marchesi e di Francesco di Giorgio Martini). Solo nel Cinquecento inoltrato vediamo tuttavia compiersi la cinta del castello, con i nuovi bastioni: San Giacomo, costruito sotto la direzione di Giangiacomo dell'Acaya (1536-1555) e Santa Maria, al tempo di Ambrogio Attendolo (!573-1588). L'intervento fu definito dall'ingegnere Giangiacomo dell'Acaya dopo le proposte di Sarmientos e Buzzacarino (il soprintendente fece realizzare un plastico delle opere da farsi utile, soprattutto nei suoi lunghi periodi di assenza, durante i quali affidava i lavori al capomastro Jacopo Antonio D'Amato). I finanziamenti diedero vita ad un sistema di economia locale con le famiglie principali (Lucifero, Susanna, Berlingieri tra le altre) che si accaparravano gli appalti e l'impiego di una notevole forza lavoro con investimenti tratti da tasse su prodotti (sale, seta) e dalle imposte alle città e al clero locale. I Lucifero parteciparono più volte anche all’opera di ristrutturazione e di adeguamento del castello di Crotone, traendone di conseguenza ricchezza e prestigio. Nella seconda metà degli anni Ottanta del XV secolo è documentato un Geronimo Lucifero che, insieme agli altri patrizi crotonesi – tra cui anche le famiglie Protospataro, Susanna, Pipino e Berlingieri – vendeva pietre e legname; o ancora nell’agosto del 1582 si costituì una società di aristocratici, giudata dal barone di Massanova Ottavio Lucifero e composta da Dionisio Pipino, Giovanni Tommaso Susanna e Scipione Berlingieri, che ricevette in subappalto buona parte dei lavori di adeguamento del castello (Corrado 2014, 82). Tuttavia, le difficoltà a garantire i flussi di denaro determinarono un lento andamento delle opere.  Il castello perderà la sua funzione, come altrove in Italia, con l'unità d'Italia e verrà destinato a nuovi usi. Oggi, nelle parti ancora utilizzabili, ospita una biblioteca e il museo civico ma attende un recupero complessivo, che sarà sempre più difficoltoso e oneroso se non si interverrà in tempo utile.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Corrado 2014: Margherita Corrado, "Quid Susanne splendidi? A proposito di un portale cinquecentesco con capitelli «di gusto quasi romanico» nel centro storico di Crotone", Salternum, 17, 2014, 79-92.

 

Crisci 2009: Gino Mirocle Crisci, “Caratterizzazione e provenienza dei materiali lapidei naturali e artificiali del castello di Carlo V a Crotone”, Arkos, n.s., 18, 2009, 17-24.

 

Di Nola Molisi 1649: Giovanni Battista Di Nola Molisi, Cronica dell'antichissima e nobilissima città di Crotone e della Magna Grecia, Savio, Napoli 1649.

 

Mafrici 1978a: Mirella Mafrici, “Inediti disegni di fortificazioni calabresi nella Biblioteca Nazionale di Napoli”, Brutium, 57, 1978, 2, 8-13.

 

Mafrici 1978b: Mirella Mafrici, “Inediti disegni di fortificazioni calabresi negli Archivi di stato di Napoli e di Simancas”, Brutium, 57, 1978, 3, 2-10.

 

Mafrici 1980: Mirella Mafrici, “Il sistema difensivo calabrese nell'età viceregnale”, Rivista storica calabrese, n.s., 1, 1980, 1-2, 29-52; 3-4, 271-302.

 

Marino 2011: Domenico Marino, “Nuove indagini al Castello di Crotone”, Anankè, n.s., 64, 2011, 145-153.

 

Mazza 1992: Fulvio Mazza, Crotone. Storia, cultura, economia, Soveria Mannelli 1992.

 

Morrone Naymo 2013: Marilisa Morrone Naymo, "Segni di famiglie spagnole in Calabria, in Donatella Gagliardi (a cura di), La cultura ispanica nella Calabria del Cinque-Seicento. Letteratura, storia, arte, Soveria Mannelli 2013, 271-292, 284-288.

 

Mussari 2002: Bruno Mussari, «La fortificazione e la città. Un esempio: Crotone», in Storia della Calabria nel Rinascimento. Le arti nella storia, a cura di Simonetta Valtieri, Roma 2002, 431.

 

Mussari 2009: Bruno Mussari, “Il cantiere della fortificazione di Crotone: fonti, architettura, protagonisti, eventi”, in La Calabria del Viceregno spagnolo, a cura di Alessandra Anselmi, Roma 2009, 759-779.

 

Pesavento 1984: Andrea Pesavento, La costruzione delle fortificazioni di Crotone. Una cronaca del cinquecento, Bassano del Grappa 1984.

 

Pesavento 1987: Andrea Pesavento, “Lavori di fortificazione a Crotone durante il periodo aragonese (1484-1491)”, Brutium, 66, 1987, 3, 11-14.

 

Severino 1988: Carmelo G. Severino, Crotone, Roma-Bari 1988.

 

Severino 2011: Carmelo G. Severino, Crotone: da polis a città di Calabria, Roma 2011.

Link esterni
SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione14/02/2016 14:52:26
Data ultima revisione21/03/2017 14:28:35
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