OggettoCorigliano Calabro, Santa Maria di Josaphat
LuogoCorigliano Calabro
TipologiaChiesa e complesso monastico (radicalmente trasformati)
Nome attualeMasseria di Giosafatte
Immagine
Nomi antichi

San Giosafat

Santa Maria di Valle Josaphat

Cronologia

1110: donazione del duca normanno Ruggero al monastero di S. Maria di Valle Josaphat che appartiene già all'ordine benedettino di Valle Josaphat sorto in Terrasanta dopo la conquista cristiana della prima crociata.

1473: il complesso è ancora in possesso dei benedettini.

1546: monastero dato in commenda.

1587, ante: passaggio del complesso al monastero greco di Pathirion di Rossano ma risulta già una grancia data in fitto per uso agricolo (la famiglia Sollazzi di Corigliano nel tempo subentrerà nel dominio del bene).

1711: è ancora esistente e riconoscibile la chiesa.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa e il monastero, di origine medievale, si trovano oggi inglobati in un edificio di età moderna adibito a masseria rurale nella piana ai piedi di Corigliano. Dell'edificio ecclesiastico, oggi non più riconoscibile, si conserva la torre campanaria, nei cui contrafforti fu murata un'iscrizione antica, con il successivo campaniletto a vela e tracce di una bifora del campanile originario; la struttura è addossata a quel che resta della chiesa che, nella parte esterna, conserva visibile la calotta e la parete absidale. L'interno, completamente stravolto, si conserva solo nella parte absidale con affreschi deteriorati di età moderna, raffigurante probabilmente l'Assunzione della Vergine.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Sul contrafforte dell'antico campanile, iscrizione romana (CIL, X 123) attestata fin dal secolo XVI.

Opere d'arte medievali e moderne
Storia e trasformazioni

Il complesso, fondato agli inizi del XII e presto dotato di beni, ebbe una florida vita fino al secolo XIV, quando registriamo un primo significativo calo delle rendite. Successivamente dall'ordine benedettino di Valle Josaphat passò dapprima alla Badia del Patir di Rossano e al rito greco, quindi fu affidata in commenda e trasformata in grancia per divenire masseria al servizio della famiglia Sollazzi di Corigliano che, avendola gestita per diversi secoli, ne divenne proprietaria definitivamente agli inizi dell'Ottocento. Della chiesa, ancora riconoscibile nel passato, gradualmente è stata cancellata la facciata, riutilizzata la navata preservando la sola abside affrescata e il campanile, anch'esso, tuttavia, radicalmente trasformato.

Note
Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Amato 1884: Giuseppe Amato, Cronistoria di Corigliano Calabro, Corigliano Calabro 1884.

 

Barillaro 1972: Emilio Barillaro, Calabria. Guida artistica e archeologia (dizionario corografico), Catanzaro 1972, 155-158.

 

Candido 2002: Beni ambientali architettonici e culturali di un centro minore del sud: Corigliano Calabro, a cura di Mario Candido, Catanzaro 2002.

 

Gravina Canadè 1998: Teresa Gravina Canadè, Giosafatte in Val di Crati. Contributo alla storia dei benedettini in Calabria ed alla conoscenza di alcune chiese di Corigliano Calabro, Corigliano Calabro 1998, 13-69.

 

Grillo 1966: Francesco Grillo, “Antichità storiche e monumentali di Corigliano Calabro”, Calabria nobilissima, 20, 1966, 1-96.

 

Mazza 2005: Corigliano Calabro. Storia, cultura, economia, a cura di Fulvio Mazza, Soveria Mannelli 2005, 47-49.

 

Pugliesi 1707: P.T. Pugliesi, Istoria apologetica dell'antica Ausonia, oggi detta Corigliano..., In Napoli, Per Niccolò Abri, 1707, 136-142.

 

Link esterni
SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione03/02/2016 20:22:33
Data ultima revisione20/03/2017 11:27:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/851