OggettoGiulianova, San Flaviano
LuogoGiulianova
Tipologiachiesa cattedrale
Nome attualeCollegiata di Santa Maria di Piazza
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

1470: probabile inizio della costruzione in corrispondenza della costruzione di Giulianova

1508: data certa che attesta l'esistenza del nuovo edificio ancora incompiuto che emerge dal una richiesta fatta dalla comunità al duca Andrea Matteo in cui si cita all' "edificio dell'Ecclesia di S. Maria di piazza noviter fundata, che tucti fructi spettanti et tutti legati si trovasse... se possino pigliare, et ponere in eidficio de detta Ecclesia... finché sarà finito l'edifitio di detta Ecclesia".

1525: possibile conclusione dei lavori (non viene nomninata nel testamento di Andrea Matteo)

1508-1525-27: forse lavori alla cupola

1537: chiesa definitivamente conclusa

Autore
Committente

Giulio Antonio Acquaviva

Famiglie e persone

Giulio Antonio Acquaviva

Andrea Matteo III Acquaviva

Antonio Frezza (funzionario della corte Acquaviva, incaricato della costruzione)

Descrizione

Interamente realizzato in laterizio, la Cattedrale è a pianta centrale ottagona e coperto da cupola, che con la sua mole domina il nucleo urbano di Giulianova. Cominciata da Giulio Antonio al momento della fondazione della città intorno al 1470, la chiesa fu portata a termine dal figlio andrea Andrea Matteo III. Secondo Mario Bevilacqua (Bevilacqua 2002), nella prima fase sarebbe infatti stata costruita solo la chiesa inferiore. Ripreso nel 1508, il cantiere della cattedrale si sarebbe concluso nel 1525. Attualmente reta l'unico monumento sicuramente riconducibile alla prima fase di fondazione di Giulianova. Prima delle trasformazioni di metà Cinquecento, la chiesa si presentava come un edificio centrico perfettamente isolato.

I lati della cattedrale sono scanditi da contrafforti non decorati che poggiano sul toro che divide chiesa superiore e inferiore. L'ottagono è concluso da una cornice liscia, continua, retta da beccadelli, confrontabili con quelli presenti in rocche come Offida e Acquaviva, costruire tra gli anni '80 e '90 del Quattrocento.

Alcuni elementi, come le murature massicce prive di aperture, il coronamento a beccadelli e la presenza di un camminamento di ronda, suggeriscono l'idea della chiesa-forteza, simile ad altri esempi abruzzesi e a Loreto.

La cupola si presenta con un imponente struttura ruotante a sesto leggermente acuto, coronata da lanternino a pianta esagonale. La sua costruzione è riferibile alla fase 1508-1527 e forse non rientra nel progetto originario; è possibile infatti che in origine fosse prevista una calotta a spicchi, poggiante forse su tamburo e con un legame più organico con il corpo sottostante, che si rifaceva a esempi della Roma sistina, come la cupola ottagona di Santa Maria del Popolo, quella perduta di San Bernardino all'Aquila (c.1474), e quella di Loreto di Giuliano da Sangallo (1499-1500). La presenza del tamburo avrebbe dato maggiore visibilità aumentando l'impatto e visibilità a scala territoriale della chiesa. La cupola è impostata su un elemento di raccordo percepibile all'esterno come tamburo a painta irregolare e rientrato rispetto al profilo principale dei prospetti per consentire la creazione di un cammnamento di ronda. Si tratta in realtà di una sorta di tiburio perchè la struttura non ha un riscontro all'interno corrispondendo agli pseudopennacchi della cupola. All'interno il passaggio dalla pianta ottagonale alla cupola circolare non avviene con pennacchi, ma con un semplice smusso angolare.

Altro elemento interessante è l'articolazione di due spazi culturali sovrapposti e non comunicanti tra loro e aperti verso l'esterno con ingressi indipendenti, con una soluzione che ricorda quella albertiana di San Sebastiano a Moantova (Bevilacqua 2002, 60). Questa soluzione fu adottata sfruttanto il pendio naturale del terreno. La chiesa inferiore, completamente interrata, presentta ancroa il vano di accesso originario. All'interno otto pilastri angolari, in laterizio e ocn singolare pianta a freccia, la dividono il vano centrale dal deambulatorio voltato a botte lunettata. La chiesa inferiore è coperta da una volta centrale a padiglione ottagono con sesto ribassato con otto unghie  che partono in corrispondenza degli archi a tutto sesto e si congiungevano al centro in una chiave di volta scolptira, oggi perduta. Come ha rilevato Mario Bevilacqua (Bevilacqua 2002, 62), la struttura della volta allude a soluzioni antiche come la copertura della sala ottagona delle terme di Viterbo e il Canopo di Villa Adriana, e trova un precedente nella soluzione al'antica utilizzata da Bramante nella cripta del Duomo di Pavia. L'assenza di costolonatura e l'impostazione su arcate a tutto sesto ricorda la cupola originaria di san Teodoto, le coperture dell'abside di San Pietro in Montorio e delle cappelle di Santa Maria del Popolo (Bevilacuqa 2002, 62).

 

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego

Mensola-capitello con testina angolare nella cripta, forse di spoglio

Opere d'arte medievali e moderne

Cassetta reliquiario di S. Flaviano

Tabernacolo nella cripta forse coevo alla fondazione

Frammenti di affreschi nella cripta: Battesimo di Cristo e Annunciazione dei Magi. Sono frammenti di un ciclo che forse decorava l'intera chiesa inferiore.

Storia e trasformazioni

L'edificio viene sottoposto a modifiche nella seconda metà del Cinquecento quando, nel mutato clima post-tridentino, lo spazio a pianta centrale è considerato non ideoneo alle funzioni liturgiche e si tentò di renderlo longitudinale. Venne dunque deciso l'aggancio della collegiata al tessuto edilizio circostante per la creazione di un coro, voltato a crociera, e altri ambienti. Fu inoltre aperto l'attuale ingresso, chiudendo invece quelli sul corso e sulla piazza ducale. (Bevilacqua 2002, 58-59).

Tra Seicento e Settecento il mando di copertura della cupola fu completato con embirici maiolicati azzurri, poi smantellati nell'Ottocento.

Note

La chiesa è interessante sia come elemento centrale del progetto di città ideale intrapreso da Giulio Antonio Acquaviva a partire dal 1470 che per la sua concezione, che la pone al centro delle ricerche umanistiche e artistiche sulla pianta centrale nel Quattrocento.

Va inoltre notato che il cantiere di Santa Maria di Piazza si apre negli stessi anni in cui a san Bernardino dell'Aquila e a Santa Maria di Loreto si sperimenta l'innesto tra corpo basilicale e impianto centrico ottogono e cupolato.

Mentre era in corso la costruzione della Collegiata di Santa Maria di Piazza, il ruolo primario di collegiata e parrocchiale fu conservato dall'antica San Flaviano, e venne "traslata in Ecclesia S.te Marie de Platea intus menia terre Julie nove" solo alla metà del Cinquecento (Bevilacqua 2002, 55).

Partendo dai nuovi rilievi della chiesa Mario Bevilacqu ha ipotizzato che il cantiere fosse stato impostato su un disegno modulare controllato , forse espresso in canne napoletane a seguito del decreto di unificazione mensoria del Regno emanata da Ferrante d'Aragona nel 1480 (Bevilacqua 2002, 66).

Fonti iconografiche

Una rappresentazione della chiesa è riconoscibile all'interno della veduta ideale di Atene nel nel frontespizio miniato del libro X dell'Etica Nicomachea commissionato da Andrea Matteo Acquaviva a inizio del XVI secolo. Il codice è conservato alla Österreische Nationalbibliothek di Vienna (Bevilacqua 2002, p. 96, fig. XVII).

P. Litta, Famiglie celebri italiane, 1843. Prospetto e pianta

V. Bindi, Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi, 1889. Prospetto della chiesa e pianta della cripta. 

H. Starck, Central-und Kuppelkirchen der Renaissance in Italien, 1882.

Piante e rilievi

Bevilacqua 2002, p. 71, fig. 54 a-d: piante della cripta, della chiesa superiore e sezione.

Fonti/Documenti

Il primo documento che attesta l'esistenza della chiesa risale al 1508 quando la comunità richiede ad Andrea matteo Acquaviva di terminare l'edificio (Bevilacqua 2002, 55).

Bibliografia

Bevilacqua 1999: Mario Bevilacqua, “Impianto vitruviano e echi albertiani nel disegno urbano di Giulianova”, Quaderni di storia dell'architettura e restauro, 22, 1999, 11-33

Bevilacqua 2002: Mario Bevilacqua, Giulianova. La costruzione di una "città ideale" del Rinascimento, Napoli 2002.

Bevilacqua 2004: Mario Bevilacqua, "Senigallia, Loreto, Giulianova: fondazioni e rifondazioni nel Quattrocento adriatico", in E. Svalduz (ed.), L'ambizione di essere città. Piccoli, grandi cantieri nell'Italia rinascimentale, Venezia 2004, 207-238.

Bindi 1881: Vincenzo Bindi, Castel San Flaviano presso i romani Castrum Novum e di alcuni monumenti di arte negli Abruzzi e segnatamente nel Teramano. Studi storici, archeologici e artistici, voll. 4, Napoli 1879-1882

Bindi 1919: Vincenzo Bindi, “Antico tempio di San Flaviano: la Madonna dello splendore. S. Maria a mare presso Giulianova ed alcune opere di oreficeria abruzzese”, Rassegna d'arte antica e moderna, 19, 1919, 168-182

Brino 1984: Giovanni Brino, Giulianova, Firenze 1984

Cerulli 1985: Riccardo Cerulli, “Le dimore degli Acquaviva in Atri e Giulianova”, in Atti del sesto convegno Gli Acquaviva D’Aragona duchi di Atri e conti di S. Flaviano, vol. 1, Teramo 1985, 91-127

Galantini 2002a: Sandro Galantini, “Giulianova”, in U. Russo, E. Tiboni (eds.), L’Abruzzo dall’umanesimo all’età barocca, Pescara 2002, 635-652

Galantini 2002b: Sandro Galantini, San Flaviano, Teramo 2002

Galati 2014: Virgilio Galati, “Templi a pianta centrale del XV secolo come fulcri urbani nella committenza Acquaviva d'Aragona: il tempietto di Santa Caterina a Conversano, dalla committenza degli Orsini e dei Cavalieri di Rodi al beneficio degli Acquaviva; la fondazione di San Flaviano a Giulianova tra Leon Battista Alberti e Francesco di Giorgio Martini”, Annali di storia dell'urbanistica e del paesaggio, 2, 2014, 39-66

Giulianova 2006: “Giulianova”, in Documenti dell’Abruzzo teramano, VII, Teramo e la valle del Tordino, vol. 2, Teramo 2006, 680-689

Montebello 1988: Mario Montebello, Il palazzo ducale a Giulianova, L'Aquila 1988

Putaturo Murano 2006: Antonella Putaturo Murano, “Reliquiari nel duomo di San Flaviano a Giulianova”, in Documenti dell’Abruzzo teramano, VII, Teramo e la valle del Tordino, vol. 1, Teramo 2006, 565-570

Link esterni
SchedatoreBianca de Divitiis
Data di compilazione21/04/2015 14:11:32
Data ultima revisione21/12/2018 17:11:18
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/840