OggettoCosenza, San Francesco d'Assisi
LuogoCosenza
TipologiaChiesa e complesso monastico annesso (esistenti)
Nome attualeChiesa di San Francesco d'Assisi
Immagine
Nomi antichi
Cronologia

secc. XII-XIII: presenza di un cenobio benedettino su cui si insedia un primo nucleo di francescani.

1276: i francescani prendono possesso della struttura.

1434: ritorno dei minori osservanti nel convento e completamento della struttura.

1505: data del coro ligneo.

1518: Angelo Donati commissiona a Pietro di Michele, pittore veneto un dipinto di Tutti i Santi per la cappella di famiglia (la cornice deve essere come quella di sir Bernardino Cavalcanti).

1521: Aulo Giano Parrasio dispone nel testamento l'esecuzione di una cona marmorea con Madonna e Santi presso la quale siano deposte le sue ossa.

1563 o 1565: commissione dell'organo al maestro Giustino de Palma di Napoli e figlio.

1594: data incisa sul campanile.

1597: Michele e Rinaldo Di Florio si impegnano per la realizzazione della cappella per Isabella Arduino che deve sorgere "appresso alla cappella de li Mantuni vicino la cappella de li Costi, di quella fattura ed modo et conforme la cappella di lo quondam Iovan Battista Di Spirito".

1600: completamento del campanile con posa della “palla con San Michele Arcangelo”.

1633: inventario delle tele: Madonna, S. Caterina d'Alessandria, S. Elisabetta, S. Margherita.

1638: erezione  della nuova cappella della Vergine per cura del commissario Angelo Cavalcanti.

1657: nuova costruzione della cappella dell'Immacolata in sostituzione dell’altare maggiore eseguita dal maestro di Rogliano Domenico Giovanni Mangerio con il dipinto collocato in un altare con colonne, opera di stucco (nuovi lavori nel 1719 in occasione del rifacimento dell’intera chiesa).

1713: lavori di abbellimento all'interno (incarico agli architetti cosentini Bova).

1724: un esponente della famiglia Guzzolini effettua un sopralluogo nella cappella di famiglia intitolata a Sant'Antonio da Padova, con cupola dipinta e la lastra tombale con stemma (quella ancora esistente di Cesare Parisio).

1854: terremoto danneggia il frontespizio e le strutture del monastero con successiva ricostruzione.

Autore
Committente
Famiglie e persone
Descrizione

La chiesa e il convento hanno subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli. Mentre l'attuale navata centrale affiancata da cappelle è il frutto di un radicale rifacimento di età moderna, la chiesa originaria si sviluppava sull'asse dell'attuale transetto. Infatti, nel fianco destro esterno è visibile, all'altezza presbiterio, un varco archiacuto da porre in relazione con il primitivo impianto, mentre le monofore visibili lungo il muro perimetrale del fianco sinistro potrebbero riferirsi ad ambienti dell'originario monastero. L'arco trionfale, come i pilastri e le arcate di alcune delle cappelle laterali, mostra elementi decorativi di stampo rinascimentale, databili al secolo XVI. A sinistra del maggiore vediamo un altare in pietra di forme rinascimentali attribuito alla famiglia Tarsia. Il coro conserva tracce della struttura tre-quattrocentesca nei pilastri con colonne e capitelli ornati di elementi vegetali e nella crociera costolonata e gli stalli lignei datati 1505 (qui Parrasio voleva essere sepolto in una cona marmorea, come si legge nel suo testamento del 1521); le superfetazioni barocche sono riferibili all'intervento del 1657 con la trasformazione della navata con coro in cappella dell'Immacolata. La cappella di santa Caterina, sede della confraternita donata dalla famiglia Migliarese, appare innestata sulla navata quattrocentesca e presenta un portale 'roglianese' da collegare alla sua edificazione a fine Cinquecento. Del monastero si conserva il chiostro con arcate acute su pilastri, presso un cui angolo si innesta il campanile completato nel 1594, mentre nell'area sono visibili tracce di insediamenti precedenti dall'età romana al secolo XIII.

Iscrizioni
Stemmi o emblemi araldici
Elementi antichi di reimpiego
Opere d'arte medievali e moderne

Statua della Madonna in marmo.

Coro ligneo (1505).

Tomba di Bartolo Arnone (1554: scomposta).

Tomba di Fabio Teodori (1570: nel chiostro, scomposta).

Statua in pietra di San Francesco d'Assisi (Minicucci).

Urna del frate Giovanni da Castrovillari fatta eseguire dal frate Tiburzio De Rose (1619).

Lastra tombale pavimentale di Cesare Parisio (1641).

Storia e trasformazioni

Il notevole complesso sorge nella parte alta del centro storico, ai piedi del castello nell'area a ridosso della città altomedievale, dove era insediata probabilmente anche la Cattedrale e il palazzo arcivescovile. Con il terremoto del 1184 l'area venne spopolata e verosimilmente i francescani all'arrivo in città alla metà del XIII secolo utilizzarono strutture monastiche in disuso per impiantarsi. Dal 1276 l'ordine prende ufficialmente possesso della struttura e a partire dal 1434 (quando gli osservanti subentrano ai conventuali) assistiamo ad una complessiva ricostruzione del complesso, trasformando la chiesa originaria addossata al lato meridionale del chiostro. Al secolo successivo sembra riferibile un nuovo intervento che ha dato vita all'attuale chiesa a tre navate, inglobando la vecchia navata con il coro (che conserva gli stalli lignei del 1505) e le cappelle o ambienti laterali: a questa fase è riferibile il nuovo organo (1563 o '65) e il completamento del campanile (1600). Dopo la fine del Seicento, l'interno della chiesa venne completamente riallestito e, in conseguenza delle distruzioni del terremoto del 1854, fu rifatta la facciata e di nuovo restaurato l'interno.

Note

Nel testamento del 1521 Aulo Giano Parrasio esprime la volontà di essere sepolto nel convento di San Francesco dei frati minori a Cosenza nella "tribona maiore" della chiesa e predispone una somma affinché "sende facza una cona alo altare maiore de dicto convento iusta la imagine de Nostra Dopna cum suo figliolo in braczo d'altro canto santo Girolimo in habito de cardinale e dallaltro sancto Francisco et supra la imagine dela Madonna Nostro Signore dissiso dela croce in bracza de sua sanctissima matre et alli anguli la Nunziata et lo angelo et lo resto delo ornamento secundo parerà ad essi et insuper quele vulimo che siano de marmore bono et fino lavorate in Fiorenza nela quale cona se ponano le mie ossa". Dell'opera, di cui non sappiamo se sia stata realizzata o meno, non sono state finora rintracciati frammenti; tuttavia, come si evince dalla lastra tombale di Cesare Parrasio (1641), la famiglia di Rogliano aveva un luogo di sepoltura o cappella nella chiesa dove giaceva "totius Parisiae gentis gloria".

La cappella Arnone (dove era conservata la tomba di Bartolo del 1554) si trovava presso il fonte battesimale, nel coro, nella parete a destra dell’ingresso che conduce al vasto ambiente retrostante la tribuna in uno spazio compreso tra la porta che dava l’accesso alla Cappella di Santa Caterina e la porta d’ingresso al coro (il vano esiste ancora oggi, benché abbia subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli).

Fonti iconografiche
Piante e rilievi
Fonti/Documenti
Bibliografia

Frugali (ed. Galli 1934): Pietro Antonio Frugali, Notamento di alcune cose che sono state, e avendole raccolte da diverse parti non sono poste ad ordine ma confuse, edizione in Edoardo Galli, Cosenza seicentesca nella Cronaca del Frugali, Tivoli 1934.

 

Lepore 1959: U. Lepore, "Per la biografia di Aulo Giano Parrasio", Biblion, 1, 1959,26-44, 40 doc. 6.

 

Minicucci 1933: Cesare Minicucci, Cosenza sacra. Notizie storiche sulle chiese e confraternite, sui conventi e monasteri della città di Cosenza. Cronaca dei vescovi ed arcivescovi della chiesa cosentina, Cosenza 1933, 104-116.

 

Mussari 2002: Bruno Mussari, "I monumenti sepolcrali", in Storia della Calabria nel Rinascimento. Le arti nella storia, a cura di Simonetta Valtieri, Roma 2002, 945.

 

Naldi 2002: Riccardo Naldi, Andrea Ferrucci. Marmi gentili tra la Toscana e Napoli, Napoli 2002, 20.

 

Paolino 1991: Francesca Paolino, “Note sulla chiesa e il convento di San Francesco d'Assisi a Cosenza”, Quaderni del Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico [PAU], Università degli Studi di Reggio Calabria, 1, 1995, 2, 48-58.

 

Perfetti 1978: Mario Perfetti, "Armi e cappelle gentilizie delle famiglie nobili dei Casali di Cosenza", Calabria Nobilissima, 30, 1978, 70/71, 88-108.

 

Terzi 2014: Fulvio Terzi, Cosenza. Medioevo e Rinascimento, Pellegrini, Cosenza 2014, 386-398.

 

Tucci 2007: Vincenzo Antonio Tucci, “La relazione ad limina di monsignor Giovanni Evangelista Pallotta (1590)”, Rogerius. Bollettino dell'Istituto della biblioteca calabrese, 10, 2007, 51-66.

Link esterni
SchedatoreAntonio Milone
Data di compilazione05/10/2014 19:36:36
Data ultima revisione21/03/2017 12:54:50
Per citare questa schedahttp://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/829